relazione illustrativa poc variante 2010
Transcript
relazione illustrativa poc variante 2010
COMUNE DI POLINAGO (Provincia di Modena) PIANO OPERATIVO COMUNALE (POC) VARIANTE 2010 (ai sensi della LR n° 20/2000 e sue successive modifiche ed integrazioni) Adozione D. C. C. n. 20 del 15 / 07 / 2010 Approvazione D. C. C. n. 8 del 28 / 04 / 2011 RELAZIONE ILLUSTRATIVA Con le modifiche apportate in sede di approvazione A cura di: Arch. Gian Luca Giullari (Progettista) Dott. Fabrizio Colacino (Collaboratore S.I.T) Patrizia Orlandi (Collaboratore Amministrativo) Aprile 2011 2 SOMMARIO 1. INTRODUZIONE______________________________________________________________4 1.1 Le principali innovazioni apportate dalla Legge Regionale 20/2000 __________________________________ 4 1.2 Le modifiche apportate dalla Legge regionale 6/2009 ______________________________________________ 6 1.3 Obiettivi dei nuovi strumenti urbanistici ________________________________________________________ 8 1.3.1 Obiettivi generali _________________________________________________________________________ 8 1.3.2 Obiettivi specifici_________________________________________________________________________ 9 1.3.3 Politiche da promuovere o da potenziare______________________________________________________ 11 1.4 Gli ambiti d’intervento di nuova edificazione previsti dal PSC _____________________________________ 12 2. LE PREVISIONI PIANO OPERATIVO COMUNALE (POC) VARIANTE 2010 _____________14 2.1 L'applicazione del concetto di perequazione ____________________________________________________ 18 2.2 Gli ambiti per nuovi insediamenti residenziali___________________________________________________ 18 2.2.1 Ambito ANIR1 Ampliamento del comparto denominato "Taverna del Brutto" ________________________ 18 2.2.2 Modifiche all'Ambito ANIR4 a Talbignano ___________________________________________________ 20 2.3 Gli ambiti di compatibilità per interventi di nuova costruzione residenziale di ridotta entità ad integrazione dei centri e dei nuclei urbani consolidati __________________________________________________________ 21 2.4 Le dotazioni territoriali _____________________________________________________________________ 23 3 Conclusioni a seguito del recepimento delle riserve provinciali____________________ 23 3 1. Introduzione 1.1 Le principali innovazioni apportate dalla Legge Regionale 20/2000 Negli ultimi dieci anni l’urbanistica italiana ha conosciuto numerose innovazioni, sia formali che di contenuti, che hanno modificato profondamente la strumentazione tradizionale conducendola di fatto oltre la soglia dei piani di IIIa Generazione, per usare una dizione cara a Giuseppe Campos Venuti, uno dei padri fondatori dell’esperienza urbanistica emiliana. L’entrata in vigore della Legge Regionale n°20/2000 “Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio”, ponendosi alla base di queste tematiche innovative, obbliga i Comuni a predisporre una separazione molto netta tra le politiche territoriali di carattere strutturale con scadenza nel lungo periodo (contenute nel Piano Strutturale Comunale), dalle politiche attuative per l’esistente (delineate nel Regolamento Urbanistico Edilizio) e per i nuovi insediamenti (le cui norme sono da prevedersi nel Piano Operativo Comunale) che richiedono, invece, azioni più brevi e direttamente connesse con la durata della legislatura ed il livello di consenso riscosso dall’Amministrazione e dal Sindaco, superando in questa maniera l’unicità e la unitarietà del PRG tradizionale. Oltre agli argomenti sopra affrontati, la Legge 20/2000 introduce anche altri elementi riformatori nell’attività di pianificazione, i più salienti dei quali sono: - una maggiore sussidiarietà tra i diversi livelli di pianificazione che, pur operando a scale territoriali differenti, concorrano alla riuscita di finalità d'interesse comune; - un rapporto rinnovato tra Enti istituzionali e cittadini; - un’attenzione irrinunciabile ai temi della conoscenza per il piano; - l’introduzione del principio della perequazione come condizione saliente dell’equità distributiva e della fattibilità degli interventi relativi all’acquisizione delle aree per le dotazioni territoriali, per le attrezzature e gli spazi collettivi (servizi pubblici); - l’introduzione della valutazione delle azioni e delle politiche territoriali rispetto a obiettivi condivisi di sostenibilità ambientale e territoriale (presente nel documento della VALSAT); - l’introduzione di standard di qualità urbana ed ecologico - ambientale e l’introduzione delle dotazioni territoriali e delle attrezzature per gli spazi collettivi come superamento del concetto di standard urbanistico numericamente definito; - il superamento dello zoning funzionalista attraverso la caratterizzazione degli ambiti urbani e non, delle aree ecologicamente attrezzate e dei poli funzionali; 4 - l’introduzione massiccia degli strumenti informatici come supporto alla decisione e alla verifica preventiva dell’azione strategica dell’Amministrazione comunale. Un insieme di norme, quindi, che determinano un forte scossone all’approccio metodologico dell’urbanistica tradizionale e che il Comune di Polinago ha già in parte affrontato avendo approvato il Piano Strutturale Comunale (PSC), il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) e il primo Piano Operativo Comunale (POC). Tra gli argomenti innovativi della legge abbiamo sottolineato la rilevante attenzione posta nella costruzione del sistema delle conoscenze per il piano; infatti, d’ora in poi non si avranno più solo degli elenchi di dati e di affermazioni assiomatiche (molto sovente di natura ideologica), ma un “pacchetto” di analisi, studi e approfondimenti ritenuti indispensabili per una corretta costruzione dei nuovi strumenti. Su questo versante, la legge ha sì innovato (per il risalto che ha dato a questi materiali analitici ed interpretativi), ma ha anche raccolto numerose istanze che da più parti venivano avanzate già all’interno dell’urbanistica maggiormente avanzata. Se in riferimento agli aspetti conoscitivi per il piano, come già detto in precedenza, si stava formando una prima ma consolidata tradizione operativa nella prassi urbanistica maggiormente sensibile ai problemi dell’efficienza disciplinare, per la nuova materia relativa alla valutazione dei piani, invece, si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana che apre spiragli interpretativi del tutto straordinari per coloro che ambiscono a costruire un futuro migliore o comunque non inferiore a quello che è stato consegnato a noi dalle generazioni precedenti. La legge inserisce tale procedura di valutazione all’interno di uno specifico documento (VALSAT) che dovrà accompagnare, almeno nelle sue linee fondamentali, tutta l’azione pianificatoria anche nella fase di gestione. 5 1.2 Le modifiche apportate dalla Legge Regionale 6/2009 Anche a seguito dell’intesa sancita in data 1° aprile 2009, la Regione Emilia Romagna ha approvato con la Legge Regionale n.6/2009 diverse modifiche all’impianto normativo regolante l’attività urbanistica ed edilizia. Sotto l’aspetto prettamente urbanistico, le modifiche alla L.R. 20/2000 hanno introdotto una maggior semplificazione dei tempi e delle procedure, con un riordino complessivo che per punti si può così sintetizzare: - Integrazione e potenziamento dei contenuti normativi dei piani; - Incardinamento di politiche abitative solidali con lo sviluppo della qualità della città; - Misure premiali per la qualificazione del patrimonio edilizio esistente anche con meccanismi progressivi; - Rafforzamento della cosiddetta “governance multilivello”, con la revisione dell’accordo territoriale e dell’impianto partecipativo; - Rafforzamento del principio di sviluppo ambientalmente sostenibile; - Revisione del sistema della pianificazione territoriale urbanistica con un riordino o meglio una precisazione sul ruolo e sul contenuto dei diversi Piani, e semplificazione degli elaborati costitutivi; in particolare per quanto attiene al P.O.C. si è cercato di rafforzare la sua natura di piano delle trasformazioni di breve periodo; Ponendoci a valutare le ricadute di questa strumentazione urbanistica in un territorio come quello del Comune di Polinago, appare subito evidente come le misure di semplificazione siano sostanzialmente quelle di maggior importanza. A suffragio di tale opinione, la lettura statistica della difficoltà con cui diversi Comuni Montani sono riusciti in questi primi dieci anni di vigenza della Legge, a dotarsi dei nuovi strumenti urbanistici. Vale la pena qui ricordare che il comune di Polinago ha mosso i primi passi, verso i nuovi piani, per primo nell’intero panorama provinciale e tra i primi a livello regionale. Dall’esperienza acquisita si può senz’altro desumere che l’aumentata capacità di scelta pianificatoria concessa secondo il principio di sussidiaretà, dà buoni frutti se coadiuvata dall’introduzione di organi competenti e professionali capaci di mantenere la modificazione urbana ed edilizia puntuale, all’interno di principi costruttivi e di inserimento, di qualità. 6 Altro elemento di valutazione certo sommario ma fortemente evidente è la natura del territorio, un patrimonio naturalistico di buon valore ed estensione, costituito in parte da boschi e in parte da corsi d’acqua, che implicano l’esistenza di una moltitudine di entità floristiche e faunistiche, indice di una ricca biodiversità, sovrastano fortemente la limitata presenza di territorio urbanizzato. Nel mezzo una sensibile quantità di territorio sì antropizzato ma figlio di una lunghissima tradizione rurale. Prevalgono quindi aspetti naturalistici ma sul quale incombono prepotentemente gli squilibri determinati da una agricoltura fortemente meccanizzata e indirizzata verso una totalizzante presenza della filiera del Parmigiano Reggiano. Da un bilancio generale di questi ultimi cinque anni di vigenza dei nuovi strumenti urbanistici segue che l’attività edilizia è rimasta fondamentalmente legata al recupero del patrimonio edilizio esistente, sui circa 120 interventi edilizi importanti, escludendo cioè gli interventi manutentivi, sono meno di 20 quelli relativi a nuovi fabbricati e i restanti riguardano il recupero di edifici ex rurali oppure ampliamenti di edifici esistenti. Attraverso una puntuale valutazione in sede di Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio, senza una eccessiva rigidità ( 150 pareri anni 2005 – 2009 di cui 12 negativi e circa il 50% favorevoli con prescrizioni) si è riusciti ad elevare sensibilmente la qualità architettonica degli interventi. Una rappresentazione pubblica anche solo fotografica di tale attività edilizia la documenterebbe molto bene. Il giudizio che si può esprimere in sintesi è che l’attività edilizia è fortemente legata alle esigenze della popolazione locale comprendendo i proprietari di seconde case, mentre scarso appare l’apporto di una vera e propria imprenditoria edile tutta o quasi confinabile all’intervento urbanistico del nuovo comparto a nord del capoluogo. A tale esigenza la risposta pubblica non può che limitarsi ad un mantenimento/miglioramento dell’assetto paesaggistico esistente così come del resto avvenuto. La scelta pianificatoria del PSC è stata fondamentalmente quella di prevedere la localizzazione dello sviluppo futuro a ridosso del capoluogo e dell’abitato di Talbignano ma al tempo stesso quella di assentire eventuali esigenze localizzative puntuali della popolazione che spesso richiedono di poter realizzare nelle vicinanze dei propri familiari le unità abitative per le proprie nuove generazioni. 7 Si è fondamentalmente stabilito che ciò può avvenire esclusivamente quando ciò non comporta un aggravio per la collettività in termini di aumenti infrastrutturali e naturalmente quando le caratteristiche del territorio sia in termini di sicurezza che di vincoli di varia natura, lo consentono. Sostanzialmente il presente POC contiene interventi legati a questo secondo aspetto. 1.3 Obiettivi dei nuovi strumenti urbanistici Come detto se si osserva il territorio di Polinago nel suo complesso, prevale la presenza di un patrimonio naturalistico di buon valore ed estensione, costituito in parte da boschi e in parte da corsi d’acqua, che implicano l’esistenza di una moltitudine di entità floristiche e faunistiche, indice di una ricca biodiversità. I nuovi strumenti urbanistici si propongono di tutelare tali risorse e di promuoverne la valorizzazione, definendo le aree protette non solo come entità “intoccabili”, ma come luoghi in cui proporre azioni sostenibili che contribuiscano allo sviluppo del territorio. Per comprendere più a fondo la tematica considerata, bisogna comunque ricordare che la filosofia del Piano si basa costantemente sul paesaggio inteso come “sistema di ecosistemi” (vedi Quadro Conoscitivo): in questo modo ogni elemento che lo costituisce, sia naturale che antropico, ha un ruolo ben preciso nell’insieme e ogni interazione o modificazione temporale degli elementi stessi può essere riconosciuta e valutata come contributo positivo o meno allo sviluppo. 1.3.1 Obiettivi generali Gli obiettivi generali per una corretta gestione della componente naturale ed ambientale, che sottostanno all’intendimento principale di tutela e valorizzazione del paesaggio nonché della biodiversità, rimangono quelli già espressi nei precedenti strumenti: - tutela e valorizzazione delle aree boscate; - tutela e valorizzazione delle reti ecologiche presenti su tutto il territorio comunale ed in particolare nelle Unità di Paesaggio 2 e 4; - tutela della risorsa idrica superficiale e sotterranea; - valorizzazione della funzione di corridoio ecologico svolto dai corsi d’acqua nelle Unità di Paesaggio 2 e 4; - valorizzazione della funzione potenziale di corridoio ecologico e di riqualificazione paesistico ambientale che possono rivestire le infrastrutture per la viabilità esistenti; - riqualificazione paesaggistico - ambientale del territorio. 8 1.3.2 Obiettivi specifici Il Piano Strutturale si è proposto di raggiungere gli obiettivi appena citati attraverso le seguenti azioni: - promozione e incentivazione di attività di governo dei boschi che permettano la rimozione e l’eventuale sfruttamento della biomassa in eccesso che attualmente, in stato di abbandono, rischia di soffocare la crescita del sistema boschivo. Qualsiasi intervento previsto dovrà comunque essere quantificato in termini di Btc e rispettare il valore di 5,53 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 1 e 4,00 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 3, cioè non dovrà diminuire tale valore; - promozione di attività turistiche sostenibili, che sfruttino la risorsa boschiva in relazione all’intero sistema paesaggistico, al fine di incentivare la conoscenza degli ecosistemi presenti nel territorio nel pieno rispetto della loro naturalità. Qualsiasi intervento previsto dovrà comunque essere quantificato in termini di Btc e rispettare il valore di 5,53 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 1 e 4,00 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 3, cioè non dovrà diminuire tale valore; - promozione ed incentivazione di attività produttive nelle aree boscate più prossime al territorio urbanizzato e agli ambiti protourbani, quali, ad esempio, la raccolta e la lavorazione del legname, specialmente proveniente dal sottobosco. Tali attività dovranno offrire servizi coerenti non solo con le risorse naturali, ma anche con quelle storiche e paesaggistiche che caratterizzano il territorio. Qualsiasi intervento previsto dovrà comunque essere quantificato in termini di Btc e rispettare il valore di 5,53 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 1 e 4,00 Mcal/mq/anno nell’Unità di Paesaggio 3, cioè non dovrà diminuire tale valore; - promozione di interventi atti a mitigare l’avvicendamento del sistema naturale in prossimità di alcuni ambiti urbani e protourbani, soprattutto per quanto riguarda la presenza di animali che creano problemi alla gestione degli spazi aperti privati e pubblici, interferendo con il normale svolgimento delle attività umane; - promozione della tutela della risorsa idrica superficiale e sotterranea tramite il riconoscimento di fasce di rispetto in cui gli interventi umani siano regolamentati; - valorizzazione della risorsa idrica superficiale e sotterranea attraverso il possibile sfruttamento delle quantità d’acqua in eccedenza, nel pieno rispetto delle caratteristiche naturali ed ambientali delle sorgenti e dei bacini di ricarica delle stesse (ad esempio, sorgente delle Acque di Brandola); 9 - valorizzazione della funzione di corridoio ecologico nelle Unità di Paesaggio 2 e 4 svolto dai corsi d’acqua, riconoscendo alle fasce di pertinenza fluviale il ruolo di ambiti vitali propri del corso d’acqua, attraverso la promozione di interventi che garantiscano in modo unitario la qualità idraulica e la qualità paesaggistica, in equilibrio tra loro; - valorizzazione della funzione di corridoio ecologico nelle Unità di Paesaggio 2 e 4 svolto dai lembi boscati che si incuneano all’interno degli ambiti urbani e protourbani, attraverso la promozione di interventi che garantiscano la protezione delle qualità naturalistiche e paesaggistiche di tali elementi; - valorizzazione della funzione potenziale di corridoio ecologico e di riqualificazione paesistico ambientale che possono rivestire le infrastrutture per la viabilità qualora vengano ripensate e progettate non più come meri vettori di flussi di mobilità, ma come sistemi stradali evoluti, dotati di fasce laterali di vegetazione finalizzate alla mitigazione dell’impatto tipico di queste strutture. In questa ottica va considerata la promozione di interventi che attenuino gli impatti negativi prodotti in modo particolare dai flussi di traffico riscontrabili sulla Provinciale Valrossenna in termini di rumore, produzione di polveri e CO2; - riqualificazione paesaggistico ambientale del territorio, attraverso la promozione di idonei accorgimenti mitigativi, da associare alle nuove strutture insediative a carattere residenziale, economico-produttivo o di servizio. Promozione di “soft design”. Ogni intervento previsto dovrà comunque essere quantificato in termini di Btc e rispettare perlomeno il valore preesistente, cioè non dovrà contribuire alla diminuzione del valore complessivo presente nelle Unità di Paesaggio 2 e 4. In particolare, gli interventi da realizzare all’interno del centro urbano di Polinago, quantificati in termini di Btc, non dovranno ridurre il valore di 1,21 Mcal/mq/anno attribuito dall’analisi all’intero agglomerato. Il valore della Btc negli ambiti montani protourbani è proponibile come non inferiore all’esistente; - valorizzare la situazione ambientale dei centri urbani e protourbani individuando valori di sostenibilità non inferiori all’esistente. In rispetto a tali principi il POC detta prescrizioni per avvicinarsi all’obiettivo di un abitare di qualità che si avvicini anche ad una produzione quasi nulla di emissioni di CO2, ogni intervento dovrà rispettare i parametri di Btc previsti. 10 1.3.3 Politiche da promuovere o da potenziare - Politiche di tutela del sistema boschivo, orientate a salvaguardarne la sopravvivenza (tramite l’utilizzo del legname presente nel sottobosco); - politiche finalizzate alla conoscenza del sistema boschivo come elemento di particolare pregio facente parte del paesaggio comunale e provinciale, attraverso: • la promozione di iniziative di indagine e studio delle peculiarità ecosistemiche; • la messa a dimora di segnalazioni che illustrino le specificità della flora e della fauna presenti nel territorio; • la creazione di percorsi segnalati la cui percorrenza a piedi permetta di venire il più possibile a contatto con la realtà naturalistica del luogo; • il recupero di piccoli edifici in stato di rovina, al fine di creare punti di informazione su possibili itinerari da compiere per finalità ricreative e culturali; - politiche finalizzate allo sfruttamento delle risorse quali il legname in eccedenza, nel pieno rispetto delle caratteristiche naturali e paesaggistiche del sistema boschivo; - politiche finalizzate al controllo dell’avvicendamento del sistema naturale in prossimità dei principali centri urbani (Polinago, Gombola e Talbignano) e protourbani, tramite: • il monitoraggio della crescita di alcuni lembi boscati, insinuatisi nel territorio urbanizzato, dove l’eccessivo sviluppo della vegetazione e il relativo aumento della popolazione faunistica rischia di interferire con la fruizione di spazi aperti pubblici o privati; - politiche finalizzate al potenziamento del ruolo di corridoio ecologico posseduto dai corsi d’acqua presenti nel territorio, in particolare modo nelle Unità di Paesaggio 2 e 4, dove il valore di Btc, inferiore a quello attribuito alle Unità di Paesaggio 1 e 3, rivela una minore resilienza dell’ecosistema considerato. Tali politiche si esplicitano in azioni mirate: • al mantenimento e al potenziamento dei caratteri ambientali e naturali delle sponde, delle golene e delle fasce di pertinenza; • all’uso ecologico delle opere previste per la messa in sicurezza idraulica, con particolare attenzione alle esigenze della fauna ittica; - politiche atte a promuovere l’utilizzazione dell’acqua delle sorgenti in eccedenza tramite azioni che non alterino negativamente l’ecosistema complessivo di cui fanno parte e che non modifichino le caratteristiche naturali ed ambientali delle sorgenti stesse e dei bacini di ricarica; 11 - politiche per la mitigazione degli impatti delle infrastrutture per la mobilità, attraverso la realizzazione contestuale: • di fasce verdi per il loro inserimento paesaggistico e l’eventuale contenimento dell’inquinamento acustico ed atmosferico; • dei piccoli manufatti necessari per garantire la continuità delle reti ecologiche e/o evitare l’attraversamento dell’infrastruttura da parte di specie animali; - politiche intese a promuovere, in concomitanza con la realizzazione delle nuove strutture insediative a carattere economico-produttivo, tecnologico o di servizio, idonei accorgimenti mitigativi in grado di apportare benefici ecologico - ambientali compensativi degli impatti prodotti. 1.4 Gli ambiti d’intervento di nuova edificazione previsti dal PSC La capacità insediativa residenziale attribuita dal vigente Piano Strutturale Comunale ai nuovi ambiti d'espansione è pari a circa 240 alloggi che verranno così ripartiti: - circa il 50% del nuovo patrimonio abitativo nel centro capoluogo del Comune, valore che corrisponde a circa 120 alloggi. La potenzialità edificatoria sarà realizzata in un unico ambito di superficie complessiva pari a circa 24,8 ettari, denominato ANIR1 ”Casa Farinatti – Taverna del Brutto”, previsto dal Piano Strutturale Comunale immediatamente a monte del centro capoluogo; - circa il 25% del totale (che corrisponde a circa 60 alloggi) da allocare nella frazione di Talbignano. In questo caso, gli alloggi previsti saranno ripartiti tra quattro ambiti di trasformazione urbanistica: - a Talbignano Ponte il PSC individua, a monte dell’abitato, l’ambito ANIR3 che si estende su una superficie complessiva di circa 3,3 ettari e prevede l’insediamento di circa 20 alloggi; - a Talbignano il Piano prevede gli ambiti ANIR4 (10 alloggi, su un’area di circa 2,4 ettari), ANIR5 (25 alloggi, per una superficie di 4,8 ettari) e infine ANIR6 (5 alloggi disposti su un’area di 3,3 ettari); - il restante 25% (pari a circa 60 alloggi) andrà a costituire un plafond di unità abitative da realizzare nelle frazioni minori come ad esempio a Gombola Ponte, dove il PSC individua l’ambito ANIR2 “Ca’ del Ghiddo” (10 alloggi su una superficie pari a circa 1,8 ettari) e nei nuclei 12 di nuova espansione del Comune come Casa dello Storto (10 alloggi). La quota residua sarà ripartita tra tutte quelle realtà territoriali che sapranno soddisfare determinati requisiti prestazionali fissati dall'Amministrazione proponente. Le specifiche da presentare all’atto della proposta saranno legate sia al soddisfacimento delle situazioni sociali più emergenti (come la realizzazione di alloggi per nuovi nuclei familiari di residenti, per avvicinamenti familiari, per l'assistenza ad anziani) che alla sostenibilità ecologica e territoriale dei nuovi insediamenti. In definitiva, il Piano Strutturale Comunale individua i seguenti ambiti di trasformazione urbanistica a prevalente destinazione residenziale: Superficie Località Sigla n° alloggi Polinago capoluogo ANIR1 120 24,8 Gombola Ponte ANIR2 10 1,8 Talbignano Ponte ANIR3 20 3,3 Talbignano ANIR4 10 2,4 Talbignano ANIR5 25 4,8 Talbignano ANIR6 5 3,3 (in ettari) In ogni caso, è opportuno sottolineare ancora che uno dei criteri imprescindibili di cui si è tenuto conto nell’allocazione dei possibili ambiti di trasformazione urbanistica è stato quello di non aver considerato in alcun modo siti che presentavano caratteristiche inidonee all’edificazione come aree boscate, zone soggette a possibili eventi franosi o esondabili. 13 2. Le previsioni del Piano Operativo Comunale (POC) variante 2010 In data 29.06.2006, con atto n. 19 di Consiglio Comunale è stato approvato il primo P.O.C. del comune di Polinago che ha riguardato le seguenti località richiamate nella tabella di cui sopra: Sigla Numero di Numero di alloggi alloggi ancora realizzati realizzabili 20 3 17 “Polinago Alta” 35 0 35 “Campeggio” - - - “Talbignano” 8 0 6 Sub comparto “Taverna del ANIR1 ANIR4 TOTALE Brutto” Numero di alloggi previsti dal POC 59 3 58 14 Inoltre sono stati previsti ed individuati 12 ambiti di compatibilità per interventi di nuova costruzione residenziale di ridotta entità ad integrazione dei centri e dei nuclei consolidati con i risultati di cui alla seguente tabella: Alloggi ancora possibili Alloggi realizzati o in (al netto delle domande di corso di realizzazione rinuncia di seguito ricevute) 2 2 0 2 Casa Marini 2 2 0 0 0 Maranello 2 0 2 2 Cà Bortolotti 1 2 0 2 2 Cà Bortolotti 2 2 0 2 2 Cà Bortolotti 3 2 1 1 2 Casa Bondi 2 0 2 2 Casa Storto 1 2 0 2 2 Casa Storto 2 2 0 2 2 Casa Storto 3 2 2 0 2 Casa Storto 4 2 0 0 0 Brandola 2 0 2 2 24 5 15 20 denominazione Alloggi previsti Casa Marini 1 TOTALE TOTALE A fine 2009, a circa 18 mesi dalla scadenza del P.O.C., la realizzazione degli interventi è stata abbastanza modesta. Tenuto conto anche delle attuali condizioni economiche il dato rivela la scarsa appetibilità del territorio del Comune di Polinago, ed esclusivamente nel Capoluogo dato che l’unico comparto attuato con alcune realizzazioni completate è appunto il Comparto denominato “Taverna del Brutto”. Anche gli ambiti di ridotta entità di cui alla seconda tabella hanno avuto poca fortuna ma in ogni caso si ritiene che la fattispecie sia molto indicata per consentire il soddisfacimento di alcune esigenze particolari diversamente difficilmente assentibili, tant’è che il presente P.O.C. contiene quasi esclusivamente questo tipo di previsione. 15 2.1 L’applicazione del concetto di perequazione Uno dei concetti più importanti introdotti dal presente Piano Operativo Comunale è quello relativo alla perequazione urbanistica, strategia operativa concepita allo scopo di rendere le previsioni residenziali e le destinazioni a servizi d’interesse pubblico più eque e giuste. Nel nostro Paese l'urbanistica é disciplina sufficientemente giovane; è infatti solo dal Secondo Dopoguerra che ha cominciato a diffondersi con una certa decisione. Il Piano Regolatore Generale comunale é lo strumento urbanistico maggiormente conosciuto ed è anche quello su cui sono state tentate le maggiori modifiche e le più feconde esperienze. I problemi che manteneva al suo interno erano però ancora piuttosto numerosi ed è anche per questi motivi che dapprima si è cercato di modificarne la struttura e successivamente si è ritenuto di dover intervenire con strumenti maggiormente innovativi. Uno dei problemi rilevanti dell’urbanistica italiana, che rappresenta nello stesso tempo anche la fonte di maggiore insoddisfazione per chi elabora dal punto di vista tecnico uno strumento urbanistico di livello comunale, é quello relativo alla differenza di trattamento delle diverse proprietà che si perpetua nel regime dei suoli: infatti, a fronte dei non secondari vantaggi offerti ai proprietari dei terreni investiti dalle scelte di edificazione troviamo frequenti, ma inevitabili, casi di terreni investiti da destinazioni per pubblici servizi. E mentre i primi si arricchiscono solamente per effetto di una scelta della collettività, gli altri si vedono privati di un proprio bene (in questi casi fino ad ora é stato previsto l'esproprio come forma di acquisizione pubblica), sempre e solo per effetto di una analoga scelta collettiva, connessa al reperimento delle aree per i servizi. Le difficoltà economiche e procedurali che la Pubblica Amministrazione deve superare per entrare in possesso delle aree per i servizi é materia talmente conosciuta da non richiedere ulteriori considerazioni, specialmente adesso, con le ristrettezze finanziarie a cui é costretta. Non da tutti é, invece, conosciuto il meccanismo che soprassiede all'esproprio in tutti i suoi aspetti e non solo riguardo ai suoi costi economici. Senza dilungarsi troppo, vale comunque la pena di ricordare che le aree, per essere espropriabili, devono essere destinate dall’urbanistica a pubblico servizio; che tali destinazioni di Piano hanno, per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale, una durata solo quinquennale mentre per effetto di un'altra recente sentenza queste destinazioni possono essere reiterate nel tempo solo se il Comune dimostra la capacità finanziaria di addivenire all'acquisto tramite esproprio. Esproprio che, dopo la sentenza n°5/80 della Corte Costituzionale, 16 deve ora avvenire mediante la corresponsione alla proprietà del 50% del valore di mercato dell'area. Un meccanismo dunque piuttosto pesante da portare a compimento, anche se la recente legge regionale ha provveduto a semplificare alcuni passaggi ed interpretazioni. La proposta che si era avanzata nel P.O.C. vigente intendeva agire proprio su tali meccanismi procedurali introducendo, peraltro, anche una notevole dose di giustizia nel trattamento dei diversi soggetti interessati dalle previsioni di Piano. Il ragionamento perequativo si muove proprio da quest'ultimo aspetto per interessare poi, direttamente o indirettamente, anche le altre questioni: con la proposta si vuole infatti attribuire un indice convenzionale, denominato plafond, uguale per tutte le aree di trasformazione urbanistica che sarà commisurato alle reali situazioni locali. Con tale proposta, tutti i proprietari di terreni interessati da una qualsivoglia destinazione del POC, riceveranno lo stesso trattamento e non ci saranno più figli e figliastri che tanti danni ed incomprensioni hanno determinato alla disciplina urbanistica ed alla sua applicazione amministrativa. In realtà la traduzione reale di tale concetto non ha fruttato molto e così non poteva che essere vista la scarsa attività edilizia che ha prodotto finora il P.O.C. vigente. Agli interventi di ridotta entità è stato commisurato un lieve incremento delle superfici da mettere a disposizione per la collettività con la possibilità di monetizzare tale obbligo. Anche in questo caso si è voluto più che altro salvaguardare un principio di applicazione in quanto le aree richieste hanno fruttato poche centinaia di euro per intervento. A riguardo delle aree per pubblici servizi, nel presente P.O.C. non sono previste nuove aree ma esclusivamente l’introduzione di alcuni parametri edificatori connessi all’ambito ANIT 1 del capoluogo che attualmente ne è privo. 17 2.2 Gli ambiti per nuovi insediamenti residenziali 2.2.1 Ambito ANIR1 Ampliamento del comparto denominato “Taverna del Brutto” Il comparto per insediamenti prevalentemente residenziali appartenente all’ANIR1 e denominato “Taverna del Brutto” è posto a monte del centro capoluogo di Polinago in adiacenza all’Anit1 dove sorge il maneggio di proprietà comunale. Con la realizzazione di tale comparto in corso di realizzazione si è ottenuto un netto miglioramento della infrastrutturazione della zona con la realizzazione di circa 300 metri di nuova strada comunale, nuove linee acquedottistiche, un nuovo parcheggio, la sistemazione a verde dell’area che costeggia il maneggio. Le opere oltre a servire il comparto, consentiranno un ulteriore sviluppo urbano in direzione del Capoluogo. 18 La nuova richiesta inserita nel presente P.O.C. (l’area con perimetro evidenziato nell’immagine), riguarda una “spalmatura” della potenzialità edificatoria già concessa con la realizzazione di nuovi sei lotti monofamiliari e la riduzione della potenzialità edificatoria di altrettanti lotti già previsti nella parte in corso di realizzazione. Il parere a tale realizzazione non può che essere favorevole in quanto l’unico dato in qualche modo negativo può essere un aumento di consumo di suolo che, data la quantità a disposizione dell’intero ANIR , è pressoché infinitesimo. A favore una densità edilizia molto bassa, assolutamente idonea alle tipologie costruttive del nostro territorio. I maggiori costi di urbanizzazione sono naturalmente tutti a carico di chi interverrà. Le tipologie edilizie ammesse saranno pressoché mantenute ampliando solo in minima parte gli usi ammessi consentendo alcune funzioni complementari all’insediamento residenziale quali gli studi professionali che ben si prestano ai potenziali futuri abitanti. Per quanto attiene le condizioni di sostenibilità da soddisfare nell’attuazione del sub comparto “Taverna del Brutto”, il POC in continuità con quello vigente prescrive: - per quanto riguarda lo smaltimento delle acque reflue, il comparto risulta sostanzialmente già servito dall’infrastrutturazione già effettuata così come per le altre reti; - per quanto riguarda la stabilità dei versanti e le condizioni statiche degli edifici, dovranno essere garantite dalla conformità alle indicazioni fornite nella Relazione Geologica allegata alle norme del POC. In ogni caso, si rimanda al capitolo 6.4.1 della Relazione Illustrativa del PSC. Per quanto concerne la valutazione della sostenibilità ambientale e paesaggistica, il calcolo dell’indicatore Biopotenzialità Territoriale, effettuato in base alla sistemazione urbanistica del sub comparto “Taverna del Brutto”, fa mantenere il valore già previsto dal P.O.C. vigente per un valore pari a circa 0,57 Mcal/mq/anno. 19 2.2.2 Modifiche all’Ambito ANIR4 a Talbignano L’ambito ANIR4 è situato a valle del Palazzo di Talbignano e si sviluppa lungo il tratto di strada compreso tra l’abitato di Talbignano Ponte e Talbignano. Il primo Piano Operativo Comunale vigente ha inserito parte dell’ambito ANIR4 tra le componenti suscettibili d’attuazione; la superficie territoriale interessata era pari a circa 0,84 ettari su un’estensione complessiva del comparto urbanistico di circa 2,4 ettari (pari al 35% dell’intero comparto). A seguito della richiesta di uno dei propositori, uno dei due comparti previsti viene fortemente sottodimensionato prevedendo la realizzazione di un singolo edificio. Pertanto l’intervento richiesto è stato trattato alla stregua degli interventi residenziali di ridotta entità in quanto non sono previste realizzazioni di opere di urbanizzazione primaria da cedersi alla collettività ma l’esclusiva realizzazione di opere di allacciamento alle urbanizzazioni già presenti. 20 Per le aree da cedere ai fini perequativi e riguardo alle urbanizzazioni collettive si è ritenuto di procedere con la monetizzazione, da applicarsi nel caso in questione data la scarsa entità della superficie prevista. L’altro comparto rimane regolamentato dal P.O.C. vigente visto che la proprietà richiedente, opportunamente avvisata, non ha prodotto nessun tipo di richiesta. Le dotazioni fuori comparto previste rimangono contenute nelle procedure previste dal POC vigente stante il rischio che la loro reiterazione nel presente POC sia considerabile illegittimo. Nel lotto edificabile saranno applicati i parametri già previsti nel precedente POC per il medesimo ANIR di modo che ci sia continuità tra tutti gli interventi presenti nell’ANIR4. Le condizioni di sostenibilità non saranno modificate. Dalla lettura delle norme di PSC si evince che nell’intero ambito ANIR4 il valore medio della Btc non potrà essere inferiore a 1,3 Mcal/mq/anno, valore che dovrà essere rispettato nella superficie oggetto di intervento prevista dal presente POC. Data la tipologia urbanistica applicata si deduce che anche il concetto perequativo dovrà essere applicato alla stregua dei previsti interventi di nuova costruzione residenziale di ridotta entità. 2.3 Gli ambiti di compatibilità per interventi di nuova costruzione residenziale di ridotta entità ad integrazione dei centri e dei nuclei urbani consolidati Gli ambiti di compatibilità per interventi di nuova costruzione residenziale di ridotta entità ad integrazione dei centri e dei nuclei consolidati, inseriti nel presente POC, sono complessivamente 8 e sono denominati rispettivamente Ambito 1 “Le Serre”, Ambito 2 “Casa Marini 3”, Ambito 3 “Cà Violino di sotto”, Ambito 4 “Potta Miccia”, Ambito 5 “La Fratta”, Ambito 6 “Palaveggio”, Ambito 7 “Quagnola”, Ambito 8 “Prato Bigio”. Oltre a questi interventi, il presente POC inserisce in Località Casa dello Storto altre due richieste di privati: Ambito 9 “Casa dello Storto 5”, Ambito 10 “Casa dello Storto 6”. In loc. Casa dello Storto le domande pervenute richiedevano un numero maggiore di alloggi ma essendo disponibili, rispetto alla quota massima del PSC, solo quattro alloggi sono stati assegnati in numero di 2 per ogni domanda. Pertanto fino alla scadenza di uno dei due POC non potranno essere assegnati altri interventi in questa località avendo saturato la quantità messa a disposizione dal PSC per l’Areale di Casa dello Storto. 21 Gli otto ambiti di compatibilità e le due richieste riguardanti l’Areale di Casa dello Storto sono individuate cartograficamente nelle Tavole n°1 del Piano Operativo Comunale in termini generali di localizzazione con riferimento all’intero territorio comunale e sono riproposte con scala a maggior dettaglio nella cartografia contenuta nelle norme di Attuazione, distinte da apposita simbologia grafica. La disciplina di questi ambiti è normata dall’articolo n°9 delle norme di POC. Data la dimensione dell’ambito 10 “Casa dello Storto n.6”, che prevede l’accorpamento/modifica dell’Ambito “Casa Storto 2” previsto al POC vigente individuando 4 lotti monofamiliari e la necessità conseguente di realizzare urbanizzazioni pubbliche, si prevede la procedura di attuazione diretta stante l’assunzione, anche per tale lottizzazione, del presente POC di valore PUA alla stregua di quanto previsto per il sub comparto “Taverna del Brutto”, la procedura di convenzione da stipularsi sarà conseguentemente la medesima. Nei rimanenti gli otto ambiti residenziali di ridotta entità sarà concessa una superficie residenziale una tantum pari a 300 mq e potranno essere attuati direttamente tramite singolo Permesso di costruire convenzionato. Le tipologie edilizie ammesse sono il singolo edificio formato da un unico alloggio, con un massimo di tre piani e comunque con altezza non superiore a 9,5 metri; non sono ammesse coperture piane con la sola eccezione della soluzione a “tetto verde”. Per quanto attiene le condizioni di sostenibilità da soddisfare all’interno degli ambiti di compatibilità, si dovranno rispettare i seguenti accorgimenti: - per quanto riguarda lo smaltimento delle acque reflue, questa dovrà avvenire collegandosi al collettore secondario della rete pubblica comunale oppure dovrà essere realizzato attraverso un sistema di trattamento conforme alla normativa regionale vigente in materia (deliberazione di Giunta regionale n°1053 del 09/06/2003); - per la stabilità dei versanti e le condizioni statiche degli edifici, dovranno essere garantite dalla conformità alle indicazioni fornite nella Relazione Geologica allegata alle norme del POC. Il perimetro individuato nella cartografia di dettaglio è l’area in cui sarà applicato il valore di Btc che non potrà essere minore rispetto al valore attualmente esistente e almeno pari al valore minimo previsto per l’Unità di paesaggio che lo contiene. 22 2.4 Le dotazioni territoriali Per quanto attiene il sistema delle dotazioni territoriali, il presente Piano Operativo Comunale inserisce esclusivamente alcuni parametri edificatori relativi all’ANIT 1, in quanto al momento sprovvisto. Si riferiscono essenzialmente alla possibilità contenuta nel PSC di realizzare opere complementari e/o a servizio dell’attuale maneggio di proprietà Comunale. Fermo restando i limiti previsti dall’art.17.7 del PSC, sarà possibile potenziare il maneggio con la realizzazione di una pista coperta/aperta, l’aumento dei box per cavalli fino a massimo di 16 Box totali, un edificio di servizi che potrà contenere anche alcuni spazi ricettivi funzionali all’attività del maneggio compresa la residenza ma ad esclusivo servizio del conduttore. Si omette di operare un bilancio riguardante la realizzazione di dotazioni territoriali in quanto, in questo POC non previste e per il POC vigente non risultano ancora opere concluse rispetto a quelle previste. Conclusioni a seguito del recepimento delle riserve provinciali Per maggior chiarezza e al fine di recepire quanto indicato nelle riserve della provincia si dispone la seguente tabella riguardante il dimensionamento degli strumenti urbanistici vigenti facendo riferimento ai quantitativi ammessi dal PSC e a quanto già assorbito dai POC vigenti ovvero dal POC 2006 ancora vigente e dal presente POC, (si tenga conto che rispetto a quanto definito nelle riserve è sopravvenuta la rinuncia a un lotto e pertanto i quantitativi qui di seguito differiscono da quanto previsto nelle riserve al p.to 1 di una unità (dimensione residenziale assorbita dai Poc 92 anziché 93). AMBITI ANIR 1 ANIR 3 ANIR 4 ANIR 5 ANIR 6 PLAFOND E ANIR 2 Gombola TOTALE SUB COMPARTI TAVERNA DEL BRUTTO POLINAGO ALTA CAMPEGGIO TALBIGNANO TALBIGNANO TALBIGNANO TALBIGNANO PREVISIONI PREVISIONI POC 2006 (al PSC netto delle rinunce presentate) PREVISIONI AGGIUNTIVE POC 2010 NUMERO ALLOGGI ANCORA REALIZZABILI 20 0 10 20 25 5 35 0 0 4 0 0 0 0 0 2 0 0 60 18 13 29 240 77 15 148 120 65 10 14 25 5 23