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emozioni vinolente: marzo 2015
19/05/15 10:43
emozioni vinolente
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lunedì 30 marzo 2015
Chi non beve vino ha qualcosa da nascondere. C.
Baudelaire
Helix l'innovativo sistema di chiusura, grande protagonista a
Vinitaly 2015
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I vini della cantina toscana Castellani, insieme ad una selezione di etichette da Spagna,
Portogallo e Francia sono stati i portavoce durante l’edizione 2015 di Vinitaly appena
conclusosi, della straordinarietà del sistema di chiusura Helix.Amorim Cork Italia e O-I
(Owen-Illinois) hanno accolto un notevole flusso di operatori e stampa con una speciale
degustazione allo stand della cantina toscana per presentare l’efficienza, la modernità e il prestigio
di un sistema di chiusura che rappresenta la più grande novità nel mondo del wine packaging del
XXI secolo.
Castellani ha proposto il suo “Ziobaffa Pinot Grigio IGT Bio 2014” insieme al “Chianti Docg
Pindaro”, poi la degustazione è proseguita con le proposte della cantina
Ervideira (Alentejo,Portogallo) “S de Sol” e “Bianco e Rosso”, quelli de La Estacada (Castiglia-La
Mancia,Spagna) “Prieto Picudo”, “Petit Verdot” e “Cabernet Franc” e il “Cuvee Mytic” della
cantinaVal D’Orbieu (Languedoc-Roussillon, Francia), tutti vini imbottigliati con Helix, lo
speciale tappo in sughero che si svita e riavvita.
In abbinamento ai vini, i finger food d’eccellenza preparati da “The Flying Ceff” l’insolita coppia
di chef composta da Davide Di Corato, giornalista e critico enogastronomico, e Fausto Arrighi, ex
Direttore della Guida Michelin.
Il sistema di chiusura Helix ideato da Amorim e O-i, rappresenta un’innovativa soluzione voluta dai
due leader internazionali nel packaging del vino e pensata per il segmento dei vini di fascia medioalta. Un inaspettato twist che rende più facile e comodo il gesto di stappare una bottiglia senza
perdere l’emozione della tradizione incarnata dall’utilizzo del sughero, chiusura ideale per la
conservazione delle caratteristiche organolettiche di un vino.
Un tappo in sughero dal design ergonomico e una bottiglia in vetro con una filettatura all’interno
del foro: l’innovazione Helix, unica al mondo, è il frutto di una partnership quadriennale che
ha sommato il patrimonio di esperienze e conoscenze tecniche di oltre un secolo di ricerca che
appartiene ad entrambe le aziende protagoniste.
<Con questa proposta - spiega Carlos Santos A.D. di Amorim Cork Italia – Amorim e O-I si
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Helix l'innovativo
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Laurent Perrier
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Baglio di Pianetto
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Chateau Volterra
Cotes de
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Aria di Friuli
Venezia
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L'assaggiatore di
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Dall’idea di una
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affermano ancora di più come i leader indiscussi nell’innovazione applicata allo studio del
packaging. Il tappo non è solo una chiusura ma può rappresentare un prezioso valore aggiunto
che si somma al valore di un vino. Helix è un tappo moderno, tecnologico e nuovo ma al contempo
capace di incarnare la tradizione del gesto con un materiale unico dalle caratteristiche fisicomeccaniche inimitabili come il sughero. E’ indubbiamente una proposta all’avanguardia che
alcune cantine nel mondo (in Italia sono già una trentina) hanno già cominciato a cogliere
potendo presentare già i primi risultati. Helix unisce in un’unica soluzione tutti i benefici del
sughero e del vetro – qualità, sostenibilità e immagine premium - a praticità e comodità
nell’apertura e richiusura. Può essere velocemente e facilmente implementato dalle aziende
vinicole con aggiustamenti minimi sulle linee di imbottigliamento esistenti>.
I numerosi test condotti da Amorim e O-I hanno dimostrato la performance eccellente del tappo
HELIX. Come parte del processo di sviluppo, uno studio di mercato condotto in Francia, Regno
Unito, America e Cina ha rivelato un elevato grado di consenso di HELIX da parte dei consumatori
del segmento popolare premium dei vini di rapido consumo. Inoltre, i consumatori hanno
dimostrato di apprezzare molto il fatto che sia stato mantenuto il classico ‘pop’, tipico festoso
suono associato alla stappatura della bottiglia di vino.
Da non trascurare infine il lato emozionale di HELIX, prodotto che coinvolge anche il target
femminile. Oggi infatti le donne sono le maggiori acquirenti di vino nel canale GDO, ma
diversamente dagli uomini privilegiano la comodità e allo stesso tempo apprezzano la naturalità che
si collega alla sostenibilità. Tutti elementi questi che si ritrovano proprio nello speciale tappo di
Amorim e O-I.
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domenica 29 marzo 2015
Laurent Perrier Party
Per festeggiare l'apertura dell'edizione 2015 di Vinitaly, Laurent-Perrier Italia ha scelto Palazzo Verità-Poeta come
location per il Galà che ha coinvolto clienti della celebre Maison e addetti ai lavori nella serata di domenica 22
marzo.
Storia, arte, cultura e musica hanno fatto da cornice ad un evento contraddistinto dallo stile e dall'eleganza di
Laurent-Perrier: sulle note di violini, nella settecentesca dimora, gli ospiti sono stati conquistati dalle eccellenti
cuvées della Maison, abbinate al menu appositamente elaborato per l'occasione dalla chef ligure Sybil Carbone,
finalista della trasmissione Hell's Kitchen Italia. La serata è poi proseguita con un dj-set organizzato nelle cantine
del palazzo.
Fondata nel 1812, Laurent-Perrier rientra tra i primi tre brand di champagne a livello internazionale. Fedele al
carattere di conduzione familiare e saldamente ancorata al rispetto di valori tradizionali, la Maison è emblema di
eccellenza, con la sua vasta gamma di vini rinomati per la loro qualità, veri e propri tesori di finezza e gusto.
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venerdì 27 marzo 2015
Baglio di Pianetto
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Lo chateau siciliano del conte Paolo Marzotto sarà nel padiglione del cluster biomediterraneo
E’ Baglio di Pianetto, la cantina di Santa Cristina Gela (PA), la prima ad aderire all’Esposizione Universale 2015.
L’azienda ha già mandato la richiesta ufficiale agli uffici della Regione Sicilia che si occupano del padiglione dedicato al
cluster biomediterraneo e si fa così da apripista per l’Expo.
<<Abbiamo ritenuto importante confermare subito la nostra partecipazione – afferma Alberto Buratto, amministratore
delegato di Baglio di Pianetto – perché L’Expo sarà un’occasione di grande visibilità per tutto il comparto agroalimentare.
La Sicilia è stata la prima regione assieme al Veneto ad avere definito le modalità per la partecipazione all’Esposizione
Universale.>>
Baglio di Pianetto è il sogno del suo fondatore, il conte Paolo Marzotto, che nel 1997 ha fondato questa realtà vitivinicola con
la volontà di dare vita ad una cantina in grado di ispirarsi al modello dei grandi châteaux francesi ma esaltando l’unicità del
terroir siciliano. Nella piana degli Albanesi, a 650 m di altitudine, in una zona di montagna del palermitano, sorge la
proprietà principale della cantina, dove il particolare microclima di quest’area favorisce la coltivazione di Insolia, Viognier,
Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. In questo luogo l’azienda dispone anche dell’Agrirelais, gestito da Ginevra
Notarbartolo di Villarosa, giovane nipote del conte Paolo Marzotto, che è un’elegante dimora con stanze per il
pernottamento, ristorante e piscina. Nel profondo sud, in provincia di Siracusa, vicino a Noto, si trova invece l’altra cantina
dell’azienda: Baroni. Qui il caldo torrido mitigato solo dalla brezza marina offre le condizioni per il Nero d’Avola, il vitigno
siciliano per eccellenza, per il Syrah ed il Moscato di Noto.
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giovedì 26 marzo 2015
IL VINO E LA VENDEMMIA PERFETTI? È MATEMATICAMENTE
POSSIBILE… CON IL SOFTWARE ALGO-WINE !
Si chiama Algo-Wine, il nuovissimo software di ORS GROUP che,
grazie agli algoritmi di matematica, statistica ed econometria,
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anticipa la curva di maturazione delle uve e individua il momento ottimale per la vendemmia.
Ottenere la migliore qualità possibile di vino dalla vigna e risparmiare sui costi di vendemmia,
ottimizzandola: questo l’obiettivo che si è posta già tre anni fa ORS GROUP, società italo-tedesca
specializzata nei software per l'analisi dei big data e l’ottimizzazione dei processi di business. Nasce
così Algo-Wine, un alleato prezioso per viticoltori ed enologi che vogliano raccogliere dai loro
vigneti le uve al momento perfetto di maturazione.
Ma cosa c’entrano i big data con la creazione di vini di qualità? Ogni viticoltore ha a sua
disposizione un volume di informazioni (big data) inerenti non solo al tipo di uva o di vino che si
vuol produrre, ma anche al tipo di terreno, la sua esposizione alla luce e al calore, la quantità di
precipitazioni e di rugiada che si è depositata al mattino, etc. Tutte queste informazioni possono
essere misurate e correlate allo stato di crescita e di maturazione dell’uva al susseguirsi dei diversi
eventi fenologici, così come per ogni altro prodotto agricolo. Dividendo quindi il vigneto in blocchi
omogenei di crescita, è possibile prevedere quando ogni blocco maturerà.
“Ogni azienda vitivinicola - spiega il Dr. Pierluigi Riva, Chief Technology Officer di ORS
GROUP - potrà da oggi disporre di aggiornate stime sullo stadio di maturazione di ogni tipologia di
uva, in modo da vendemmiare ciascun filare al momento ottimale ed evitare così, per esempio, che
eccessi di raccolto degradino la qualità del vino, oppure che il ritardo nella raccolta vada ad inficiare
i parametrici chimici necessari per mantenere struttura ed aromi. Ma fare stime corrette è molto
complicato, anche perché i parametri variano sensibilmente ogni anno a seconda delle delle
condizioni atmosferiche. La produzione di anno in anno può cambiare anche del 30% e le
tempistiche per la vendemmia di 10-15 giorni.”
Finora, spettava al viticoltore e/o all’enologo il compito di assaggiare l’uva giorno dopo giorno,
sondarne la consistenza, il colore, lo spessore della buccia e il sapore, oltre a fare frequenti e costose
analisi di laboratorio, per capire quando gli zuccheri e gli acidi raggiungono il loro punto di
equilibrio. Ora, grazie al software Algo-Wine, gli esperti del settore hanno nella scienza un alleato
strategico che li aiuta ad ottenere, con largo anticipo, l’esatta previsione di quando l’acino
raggiungerà il suo momento di maturazione perfetto. Come? Mediante appunto complessi algoritmi
che processano in pochi secondi migliaia di informazioni sui più diversi parametri tra cui, per
esempio, la quantità di luce, il calore, l’altitudine, l’orientamento dei filari al sole, l’acqua, e che, in
funzione del tipo di vino da produrre, sono in grado di calcolare il momento migliore per la
raccolta.
Algo-Wine è in grado di supportare ogni fase di lavorazione dell’uva: dalla raccolta alla
fermentazione, dalla gestione della cantina alla pressatura. Con Algo-Wine è possibile anche
organizzare con la massima efficienza e l’eliminazione di ogni spreco la gestione dei vigneti, della
lavorazione dell’uva e della cantina. Anche una corretta gestione della cantina, infatti, può
influenzare, come qualsiasi altra fase della produzione, l’esito qualitativo del vino: se si vendemmia
una quantità di grappoli eccessiva, per esempio, e non c’è sufficiente spazio nelle vasche di
decantazione, l’uva dovrà aspettare per entrare in lavorazione, anche se, una volta staccata dalla
pianta, la qualità di zuccheri e polifenoli peggiorerà molto velocemente.
Il software Algo-Wine, sviluppato in oltre tre anni di ricerca e lavoro dal team di ORS GROUP in
collaborazione con università italiane e americane tra cui la Cornell University, l’Università di
Torino – Facoltà di Agraria, l’Istituto Enologico Umberto I di Alba, è stato applicato con successo
da una prima azienda vitivinicola, la Noceto Michelotti (www.nocetomichelotti.it), che alla passione
ed esperienza del viticoltore e del suo team di agronomi ed enologi ha affiancato una gestione
scientifica e "digitale" del processo di selezione delle uve, ottenendo anche importanti benefici (fino
al 30% di risparmi) in fase di vendemmia.
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mercoledì 25 marzo 2015
Chateau Volterra Cotes de Provence rouge​
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Il castello “Chateau Volterra” , un tempo abbandonato, è situato a Ramatuelle al lato del famoso golfo di
Ramatuelle. Una terra bellissima! Questo castello ha finalmente riacquistato il suo splendore e il suo fascino.
A questo rosso Côtes de Provence, Syrah, Grenache e Mourvèdre conferiscono a questo grande vino di Provenza
un carattere assertivo, saporito e gustoso. E ‘aromatico molto ricco con sentori di vaniglia, cocco e frutti rossi,
liquirizia che dona un carattere setoso.
Al palato è potente, aromatico, speziato. Questo vino ha un potenziale di invecchiamento eccezionale.
E ‘ decisamente nella tradizione del grande rosso Provenza, potente. Ha già avuto qualche bella menzioni nella
Guida Hachette.
Un vino da raccomandare!
www.chateauvolterra.com
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martedì 24 marzo 2015
Aria di Friuli Venezia Giulia, l’appuntamento enogastronomico e
culturale per promuovere i valori di un affascinante territorio
Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele e la Regione Friuli Venezia Giulia promuovono la
manifestazione in programma dal 26 al 29 giugno, pensata per valorizzare i luoghi situati al centro
del territorio regionale, ricco di storia, paesaggi incontaminati, cultura e tradizione
enogastronomica. Bob Dylan in concerto il 27 a San Daniele del Friuli durante “Aria di Friuli
Venezia Giulia”.
Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele e TurismoFVG - Regione Friuli Venezia Giulia
presentano “Aria di Friuli Venezia Giulia”, l’appuntamento enogastronomico e culturale che si terrà
dal 26 al 29 giugno 2015, e avrà in San Daniele del Friuli il suo centro, cui saranno collegati 12
comuni dell’area intermedia della regione. Il 27 giugno sarà Bob Dylan, celebre cantautore
statunitense, a salire sul palco scegliendo San Daniele come prima data del tour italiano.
In occasione di Expo2015, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Conferenza delle Regioni
hanno promosso il progetto ‘Expo e Territori’ atto a valorizzare e promuovere le eccellenze
produttive del patrimonio agroalimentare, culturale e artistico d’Italia, con l’impegno di individuare
luoghi poco conosciuti al grande turismo. Proprio all’interno di questo progetto si inserisce Aria di
Friuli Venezia Giulia, manifestazione pensata per valorizzare le risorse del territorio e la cultura
delle comunità locali di un’area, meno nota dal punto di vista turistico, che include la fascia tra le
montagne e il mare, composta da quei comuni affini e accumunati da forti peculiarità
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enogastronomiche e culturali, tutte ancora da far apprezzare.
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lunedì 23 marzo 2015
L'assaggiatore di legno
I tempi si evolvono, e anche la produzione vitivinicola si arricchisce di nuove figure, che con particolari
caratteristiche aumentano la qualità dei vini.Nell’ultimo viaggio in Trentino ho incontrato una persona che ha fatto
degli studi particolari sul legno impiegato nella produzione di barriques.Lucio Matricardi ha cominciato questa
avventura con la laurea in scienze agrarie presso l’Università di Bologna con indirizzo Enologico
viticolo.Successivamente ha iniziato il Dottorato di ricerca presso il Viticulture and Enology Department Davis
(California), dove i suoi studi erano incentrati nel legno utilizzato per la fabbricazioni delle barriques,
approfondendo in particolare l’impatto della stagionatura e della tostatura sul profilo polifenolico tramite l’analisi
HPLC e sul profilo aromatico tramite analisi GC, degli estratti idroalcolici delle diverse matrici legnose.Per
completare la sua esperienza all’estero ha seguito per sei mesi la vinificazione di vini come il Syrah, cabernet…in
Australia.Rientrato in Italia ha lavorato presso la cantina Castello Banfi di Montalcino e infine nel gruppo
Mezzocorona.Il legno delle barriques è molto importante per la produzione del vino, in quanto è proprio
quest’ultimo che caratterizza i sapori e gli odori del prodotto finale, e secondo il il Dr. Lucio, non è mai stato fatto
uno studio che dimostrasse agli enologi, l’impatto di un certo tipo di legno, con parametri quali la tostaura e la
stagionatura, con il vino, o meglio non è stata mai elaborata un’impostazione scientifica.Secondo i suoi studi non
può esistere una standardizzazione per la tostatura e stagionatura delle botti.Nella produzione del vino le aziende
sono sempre più in balia dei produttori di barriques, ed è per questo che uno dei suoi compiti è quello di assaggiare
il legno.Egli, ha messo a punto una degustazione un po’ particolare, non del vino, ma proprio degli estratti legnosi
in una soluzione idroalcolica per valutare il potenziale enologico di un lotto di doghe rispetto ad un’ altro.I sapori
possono essere diversi, per esempio più dolce, più delicato, prevalentemente erbaceo, di foglie secche, vaniglia,
chiodo di garofono, mandorla, noce di cocco (prevalentemente in rovere americano)…Un fattore molto importante
nella produzione di barriques è la stagionatura.Questo parametro definisce la vita enologica della barriques.Una
botte deve avere gli stessi sentori per diversi anni, e non cambiare sapore dopo qualche anno.La classificazione per
la stagionatura può essere fatta con due diverse tipologie: legno di due anni, dove il legno avrà perso la maggior
parte dei suoi tannini, polifenoli, quindi risulterà più dolce, emergono note vanigliate, di frutta secca.Questo tipo di
legno va bene per vini bianchi con struttura o con vini rossi di media struttura.Oppure con legno di tre o quattro
anni, dove le caratteristiche organolettiche risulteranno di crosta di pane, frutta secca, note mielose.Questo tipo di
legno può essere “succhiato” come un pezzo di liquerizia.L’altro parametro importante è la tostatura,
quest’operazione è sempre stata fatta utilizzando la fiamma ravvicinata alla superficie legnosa, il nostro
degustatore invece si batte per introdurre una tostura con l’aria calda, introducendo, in maniera olistica parametri
quali, unità di tostatura e tempo di esposizione.
Veritas filia temporis, ovvero la verità è figlia del tempo, vedremo con le future produzioni di vino se la scelta di un
legno piuttosto che un altro dia i risultati richiesti.
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Dall’idea di una giovane startup innovativa nasce Viveat la
piattaforma per il mobile basata su tecnologia NFC
In occasione di Seeds & Chips, primo salone internazionale dedicato all’innovazione digitale nella filiera
agroalimentare ed enogastronomica in programma a Milano dal 26-29 marzo, sarà presentata
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ufficialmente Viveat, la nuova piattaforma pensata per i dispositivi mobile destinata a trasformare il mondo del
vino, nata dalla sinergia di esperienze di tre giovani amici imprenditori: Marcello Gamberale, Nicolò Zambello e
Giacomo Zucco, esperti di marketing e di Internet of Things.
Spinti da due grandi passioni, il vino e la tecnologia, l’intuizione dei tre soci arriva proprio tra gli scaffali di enoteche
e wine-shop con lo scopo di agevolare il racconto di prodotti di eccellenza a potenziali clienti curiosi, che
vorrebbero scegliere il vino più adatto ad ogni momento, sicuri di comprare prodotti garantiti. Ogni prodotto
vinicolo, infatti, è unico e irripetibile ma imbottigliato in una confezione convenzionale, spesso scritta in lingue che
il consumatore difficilmente comprende.
Così nel 2014 il progetto di Viveat prende vita e corpo, proprio dall’intento di accorciare la distanza tra il
produttore e il consumatore, attraverso un’etichetta digitale anticontraffazione posta sulla bottiglia, che
garantisce sia l’autenticità dei prodotti che un’esperienza di consumo unica e originale.
La risposta a quest’esigenza arriva grazie a una tecnologia promettente, il Near Field Communication o NFC unita
al più classico QR code che consentendo una connettività wireless bidirezionale permette di giungere a
una landing page ricca di contenuti che fornisce, sia all’acquirente che al produttore, informazioni aggiuntive sulle
azioni compiute da entrambi.
Viveat rappresenta una soluzione semplice per il consumatore, che non deve scaricare alcuna applicazione per
usare i suoi servizi e semplice per le aziende, sempre in grado di consultare le interazioni dei loro prodotti in tempo
reale.
Grazie all’utilizzo di un qualsiasi smartphone di nuova generazione dotato di lettore NFC, semplicemente
avvicinando il dispositivo all’etichetta, il consumatore può ricevere velocemente tutte le informazioni tecniche, la
provenienza, gli abbinamenti, i contenuti multimediali interessanti e i servizi quali l’acquisto online in un click. La
soluzione permette inoltre di tracciare statisticamente la distribuzione del prodotto e, grazie ad un codice univoco,
di fornire un’immediata garanzia di sua autenticità.
Le aziende produttrici, dal canto loro, possono affrontare con maggiore facilità le sfide dei mercati esteri offrendo
contenuti di altissima qualità e multilingue legati all’etichetta, possono tenere traccia dei propri prodotti e dei clienti
nel mondo, e utilizzare tutte queste informazioni per le future attività commerciali e di comunicazione.
In perfetta armonia con i temi di Expo 2015 sulla tutela del consumo e sul racconto delle eccellenze territoriali,
Viveat è la nuova frontiera dell’export vinicolo Made in Italy, l’Internet of Food in una concreta realizzazione.
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FEDERVINI: SOSTEGNO ALL’EXPORT VALORIZZANDO LA
QUALITA’ E FAVORENDO L’AGGREGAZIONE TRA GLI
OPERATORI
“Per crescere e guardare al futuro con fiducia occorre fare leva sulla collaborazione tra gli
operatori del settore e spingere sulla valorizzazione del prodotto italiano e delle specificità
dei suoi territori. È proprio la varietà delle nostre produzioni a rappresentare la buona ricetta
per affrontare i mercati internazionali”.
Questo il messaggio diffuso da Sandro Boscaini, Presidente di Federvini, in occasione della
49esima edizione del Vinitaly, vetrina mondiale del settore vitivinicolo.
L’export del vino italiano ha registrato una crescita in valore del +1,4% rispetto allo scorso
anno, raggiungendo un fatturato complessivo di 5,11 miliardi di euro.
Crescita di un punto percentuale rispetto al 2013 anche nei volumi esportati per un totale di
20,4 milioni di ettolitri.
“I dati più significativi arrivano da Paesi come gli Stati Uniti che registrano un incremento del
4,4%. La novità più importante riguarda gli spumanti con una crescita del 18,2% rispetto al
2013” – ha spiegato il Presidente di Federvini. Vinitaly quest’anno coincide con l’arrivo della
primavera, è auspicio che segni anche il risveglio del mercato nazionale.
Tema importante per Federvini per l’anno 2015 è Expo 2015 che rappresenta un importante
appuntamento per il Paese Italia e per il suo settore agroalimentare: ed il settore vinicolo ha
un’opportunità di essere protagonista all’interno di uno scenario internazionale complesso:
“Expo non sarà solo una vetrina che dura sei mesi, ma deve rappresentare un volano per la
conoscenza delle nostre eccellenze, da quelle agroalimentari a quelle ambientali, culturali,
scientifiche, che continui e si replichi nel tempo. Da questa grande esposizione universale, ci
aspettiamo stimoli alla ricerca, indispensabili per affrontare la sfida dei mercati esteri,
sostenibilità e progetti per la valorizzazione dei nostri territori” – ha commentato Boscaini.
Ciò che invece preoccupa Federvini è la pressione fiscale nazionale, dalle accise all’IMU
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agricola e al reverse charge:
“Il settore paga fortemente una politica fiscale punitiva che sta mettendo in ginocchio
soprattutto i piccoli e i medi produttori.L’accanimento fiscale iniziato con i ripetuti aumenti di
accise sulla grappa, il limoncello, gli amari, i vermouth, i vini liquorosi è proseguito con le
disposizioni in materia di IMU agricola.
Queste ultime, diverse nell’applicazione fra il 2014 ed il 2015, hanno indotto anche un
elemento di concorrenza tra aziende sottoposte alla misura ed aziende escluse, il tutto
all’interno delle stesse aree produttive.
Rimane poi pendente la questione del versamento anticipato dell’IVA nelle forniture verso la
grande distribuzione.
L’insieme di queste misure rende lo scenario molto pesante e porta Federvini a chiedere un
ripensamento delle norme fiscali da parte del Governo” – chiarisce ancora Boscaini.
Altro punto su cui, secondo Federvini, è importante intervenire subito è l’eccesso di
burocratizzazione, un ambito nel quale è quanto mai urgente una semplificazione.
“Premesso che i controlli rappresentano la migliore garanzia sia per il produttore che per il
consumatore e sono pertanto ben condivisi ed apprezzati, chiediamo meno burocrazia da
una parte, più responsabilità da parte degli operatori dall’altra. A questo va aggiunto
sicuramente un maggiore dialogo e uno scambio tempestivo e più diretto di informazioni tra
le autorità di controllo, con l’obiettivo di semplificare i processi e velocizzare gli adempimenti.
L’esame e la valutazione del nuovo Testo unico del vino rappresenta un importante passo
nella giusta direzione, ma ogni singola disposizione va esaminata con attenzione visto che
segnerà la vita del settore nei prossimi anni.” – ha concluso Boscaini.
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