Riabilitazione nella Malattia di Parkinson

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Riabilitazione nella Malattia di Parkinson
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Il Premio Nobel per la Medicina 2013
Osteoporosi
Implantologia senza bisturi
Diagnosi con ultrasuoni: metamorfosi dell’ecografia
La contraffazione dei farmaci
La farmacia incontra la scuola:
alimentazione, adolescenza e dintorni
Riabilitazione nella Malattia di Parkinson
La natura sa come aiutarci
a “rimettere in moto” l’intestino.
wellcare.it
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pasti che, oltre ad aiutare la regolarità
intestinale, favorisce la digestione.
e avete difficoltà a prendere sonno e il riposo
notturno fa a “pugni”
con il vostro cuscino non preoccupatevi.
La ricerca scientifica ha
individuato nella carenza di
Melatonina, sostanza ormonale prodotta di notte da
una ghiandola del cervello,
una delle cause alla base di
questo problema di cui soffre
circa un terzo della popolazione italiana.
La vita stressante e le preoccupazioni di tutti i giorni,
l’abuso di farmaci, la menopausa e per chi viaggia i continui cambi di fuso orario, sono
alcune delle ragioni o stili di
vita che sempre più frequentemente causano disordini nel
ritmo sonno/veglia.
L’assunzione di 1 mg di Melatonina, meglio ancora se
potenziata con estratti vegetali specifici, contribuisce alla
riduzione del tempo richiesto
per prendere sonno e, quando serve, ad alleviare gli effetti del jet-lag: non a caso è stato coniato un detto, “una bella
dormita e sorridi alla vita”.
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Periodico bimestrale di salute & benessere
Direttore Editoriale
On. Dott. Luigi Zocchi
Direttore Responsabile
Giovanni Nello Franchi
Cerco urgentemente
farmaco scomparso,
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N
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Segretaria di redazione
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Anno IX - n° 51 dicembre 2013
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F A R M A C I A
On. Dr. Luigi Zocchi
Presidente Federfarma
Varese
F I D U C I A
egli ultimi vent’anni si è affermato in Italia, come in moltissime altre
nazioni purtroppo, un pensiero dominante che ritiene che la causa di
tutti i mali sia la mancanza di concorrenza ed ogni regola di tutela delle
professioni e dei mercati nazionali.
Qualsiasi tipo di barriera venga messa in atto, economica (dazi all’ingresso di
prodotti provenienti dall’estero) o normativa (limitazioni al numero dei soggetti
che possono esercitare una determinata attività) viene contestata dai governi
liberisti e presunti modernisti con il risultato finale di vedere scomparire ogni
regola e ridurre tutti i mercati a terreni di scontro puramente economici dove
finiscono per prevalere sempre i soliti gruppi multinazionali.
Questo avviene nell’alimentare, nell’industria manifatturiera, nel commercio
della grande distribuzione ed in moltissimi altri settori, compreso quello della
produzione dei farmaci.
In quest’ultimo settore sta verificandosi il fenomeno, apparentemente inspiegabile, della scomparsa da alcuni mercati, tra i quali quelli italiano e francese,
di farmaci importantissimi, indispensabili per la corretta terapia di gravi forme
patologiche.
In Italia si dà la colpa al prezzo ridottissimo dei farmaci rispetto al prezzo praticato in altre nazioni, soprattutto del nord Europa, che ha creato un flusso di
farmaci esportati verso quelle nazioni con prezzi più cari, e che fa incetta dal
mercato italiano di tutte le quantità disponibili.
In conseguenza di queste attività, i cittadini sono costretti a girare molte farmacie prima di poter trovare il proprio farmaco ed i farmacisti stessi sono stati
costretti ad impiantare meccanismi di comunicazione interna alla categoria per
poter trovare i farmaci mancanti presso colleghi di altre zone e poter soddisfare
almeno le richieste più impellenti.
Tra i farmaci mancanti si trova un po’ di tutto: dalle eparine che si usano dopo
gli interventi chirurgici a prodotti innovativi per il morbo di Parkinson, dagli
antiasmatici agli antidiabetici, dagli immunosoppressori agli anti Alzheimer.
A queste mancanze dovute a legittime, ma sregolate attività commerciali, nate
con una delle tante leggi fatte in modo superficiale ed approssimativo, si aggiungono problemi più gravi.
Infatti, la “globalizzazione” che piace tanto ad alcuni politici, anche nostrani,
ha portato alla delocalizzazione della produzione di alcuni dei principi attivi che
vengono impiegati nella preparazione di farmaci, con la creazione di stabilimenti
in India, Cina o altri paesi dove il costo della mano d’opera è molto basso.
In alcuni casi si tratta ormai dell’unico sito di produzione di alcuni principi attivi, con il grave rischio, che puntualmente si è già verificato, di vedere sparire in
modo assoluto certi farmaci da tutta Europa.
E’ successo in Italia come in Francia.
Alcuni casi sono stati facilmente aggirabili con la somministrazione di altri
farmaci con pari attività farmacologica, in altri casi terapie importanti hanno
dovuto essere sospese o continuate con dosaggi ridotti.
Continua a pagina 30
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Il Premio Nobel per la Medicina 2013.
Dott.ssa Luisa Nobili
Farmacista
L’
assegnazione del
Nobel suscita da
sempre in tutti noi
ammirazione per il lungo, costante impegno e la passione
che accomuna i vincitori.
Ma da chi fu istituito il Premio, perché per noi italiani è
automatico collegarlo a Rita
Levi Montalcini e chi sono i
premiati per la Medicina di
quest’anno?
Breve storia del Premio
Nobel.
Alfred Nobel nacque a Stoccolma nel 1833 e morì nel
1896 in Italia a Sanremo,
dove esiste ancora Villa Nobel, battezzata dal
suo proprietario “Il
mio nido”.
La scelta dell’Italia all’inizio del
1890 per trasferirsi va ricercata nel
forte fascino che il
nostro paese ha sempre esercitato sui popoli nordici, ma anche
nel clima mite ideale per il
cagionevole Alfred Nobel.
Il trasloco a Sanremo non
fu cosa facile e soltanto nel
1893 la villa fu pronta: una
serie di camere per gli ospiti,
un deposito di carrozze, un
laboratorio ed un impianto
sulla spiaggia.
Certo è che Nobel riacquistò
F A R M A C I A
Il premio Nobel è un'onorificenza di
valore mondiale, attribuita annualmente
a persone che si sono distinte per le
loro ricerche e scoperte, per l'opera
letteraria, per l'impegno umanitario in
favore della pace mondiale.
con sviluppo delle sue industrie su scala mondiale. Essendo celibe
e senza prole, fece un testamento che seminò
grande sorpresa
tra i suoi parenti, lasciando
i suoi beni alla
Fondazione a lui
intitolata: circa 32
milioni di corone
svedesi dell’epoca,
pari a centinaia di miliardi di vecchie lire. I
proventi vennero destinati all’istituzione di
un Premio annuale a
coloro che si fossero
distinti nei campi della
Fisica, Chimica, Fisiologia,
Medicina, Letteratura e Pace.
La prima assegnazione del
Premio Nobel a Stoccolma
risale al 1901, a tutt’oggi i riconoscimenti sono assegnati
il 10 Dicembre, anniversario
della morte di Nobel; solo
il Premio per la Pace viene
consegnato ad Oslo.
in Liguria la salute fisica e psicologica.
Ma dopo questo
piccolo aneddoto torniamo indietro
con il tempo. Nel 1846
un italiano,
Ascanio So-
brero, scoprì la dinamite senza comprendere però il punto fondamentale, la stabilità
F I D U C I A
cioè come
ottenere il
controllo
dell’esplosione, cosa che fece invece
Nobel, personalità variegata
ed intuitiva. Il suo incredibile
fervore di ricerca lo portò ad
essere titolare di 355 brevetti,
I vincitori di quest’anno.
Sono gli americani James Rothman, Randy Schelkman ed
il tedesco Thomas Sudhof
per i loro studi sul meccanismo che regola il trasporto di
molecole dentro le cellule per
mezzo di vescicole.
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Il Premio Nobel per la Medicina 2013.
L’INDIM ENTIC ABILE
SIGNORA: RITA LEVI
MONTALCINI
Impossibile non ricordare la vincitrice del Premio Nobel per la Medicina nel 1986: Rita Levi Montalcini, la signora
delle Scienze.
Celebre la sua frase,
nel giorno del centesimo compleanno, a definizione della vecchiaia,
ma soprattutto a testimonianza della sua brillante giovinezza intellettuale: “Ho perso la vista
e molto l’udito, ma penso più ora di quando ero
ragazza.
Il cervello non ha rughe,
se non cessa di lavorare
può addirittura migliorare!”.
Per questo fino all’ultimo, nonostante una maculopatia che l’aveva resa quasi cieca, non smise
mai di lavorare.
Da profonda conoscitrice delle Neuroscienze sosteneva con arguzia che sicuramente dal
punto di vista medico
l’organo più complesso del corpo umano è il
cervello, ma come donna il più insondabile rimane il cuore per i suoi
misteriosi meccanismi.
Per questo va ricordata
come una grande scienziata dal cuore umile.
La cellula, un laboratorio
estremamente sofisticato,
produce ormoni, neurotrasmettitori, enzimi che sono
trasportati con efficacia ed al
momento giusto.
Dobbiamo pensare ad un ve-
F A R M A C I A
ro sistema di passaggio che,
se non funziona, porta ad
effetti deleteri nel nostro organismo, creando patologie
neurologiche ed immunitarie.
Il “traffico” deve essere ordinato: Randy Schelkman ha
identificato tre classi di geni
che controllano il trasporto
da parte della cellula, James
Rothman ha scoperto che
le proteine sulle vescicole
si legano al bersaglio con
un incastro perfetto, garantendo il raggiungimento
dell’obbiettivo.
L’apporto di Thomas Sudhof ha esteso l’intuizione
dei due scienziati americani
al sistema nervoso: i neurotrasmettitori che mediano
la trasmissione vengono immagazzinati dalle vescicole
e si fondono con la membrana esterna delle
cellule nervose, ma
è l’afflusso degli ioni
calcio che permette
la fusione, rilasciando le sostanze con
estrema precisione.
Rothman, Schelkman
e Sudhof sono arrivati alle loro scoperte in modo indipendente ed insieme
hanno gettato le basi
per comprendere il meccanismo complesso che permette
all’organismo di funzionare: il
loro è un lavoro molto vasto
ed articolato che approfondisce i difetti ed i meccanismi
di secrezione dei neurotrasmettitori.
Infine le ricerche trentennali
dei tre scienziati hanno gettato nuove speranze sull'origine
di diverse malattie: dopamina, serotonina, acetilcolina,
neurotrasmettitori associati a
sindromi come il Parkinson,
la depressione, l'Alzheimer
verranno da oggi studiati in
modo più dettagliato ed approfondito verso nuove frontiere della medicina.
F I D U C I A
da sapere
Depressione: quella 'post partum'
è "scritta" in 2 geni.
Due alterazioni genetiche in gravidanza potrebbero fare
da "campanello d'allarme" per la depressione post parto.
Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Molecular
Psychiatry della Johns Hopkins university di Baltimora.
Lo studio, iniziato sui topi, è stato poi confermato su 52
donne in gravidanza con problemi dell'umore, che sono
state seguite prima e dopo il parto. L'analisi del sangue
ha evidenziato che cambiamenti in due geni specifici,
correlati con i recettori degli estrogeni, sono in grado
di predire con l'85% di successo l'insorgere successivo
della depressione. "Siamo stati sorpresi di vedere una
correlazione così alta - scrivono gli autori - se si riuscirà
a tradurre la scoperta in un test precoce si potrebbero
evitare molti degli effetti negativi della depressione".
Diabete: proteina immunitaria efficace
per fermare quello di "tipo 1".
Identificata una proteina immunitaria che ha il potenziale di fermare o invertire lo sviluppo del diabete di tipo
1 nelle sue fasi iniziali, prima che le
cellule che producono insulina siano distrutte. La scoperta ha ampie
ripercussioni perchè la proteina è
responsabile della protezione del
corpo contro le risposte immunitarie
eccessive e potrebbe essere utilizzata
per curare o addirittura prevenire disordini del sistema immunitario come
la sclerosi multipla o l'artrite reumatoide. La proteina in questione è la
CD52 ed è stata rilevata da un team di
ricercatori australiani del Walter and
Eliza Hall Institute. Lo studio è stato
pubblicato sulla rivista Nature Immunology e condotto
da Len Harrison che ha spiegato: "La proteina CD52 si
candida ad essere in futuro un agente terapeutico per la
prevenzione ed il trattamento delle malattie autoimmuni
come il diabete di tipo 1. La soppressione immunitaria
effettuata dalla CD52 è un meccanismo precedentemente inedito che il corpo utilizza per autoregolarsi e
proteggersi contro le risposte immunitarie eccessive o
dannose". Una premessa che costituirà la base per sperimentazioni sull'uso della proteina nel trattamento, la
prevenzione e la cura delle patologie autoimmuni. Lo
studio ha dimostrato che la rimozione delle cellule che
producono la CD52 porta ad un rapido sviluppo del
diabete.
5
Osteoporosi.
Eccessiva fragilità delle ossa a causa della riduzione
della cosiddetta "massa ossea".
Prof. Alberto Roggia
Primario Emerito di Urologia
Ospedale di Gallarate
Chi è a rischio? Il calcio e vitamina D
quali vostri ottimi amici. Fratello Sole.
Menù ricchi di calcio, attività fisica
e corretti stili di vita, come migliore
programma di prevenzione.
L’
osteoporosi è
una malattia
caratterizzata
da una ridotta “massa minerale ossea” e
deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, magari “silenziosa”, cioè senza
apparenti disturbi per
alcuni anni, ma che poi
può improvvisamente
presentarsi con fratture allo scheletro anche
per piccoli traumi apparentemente insignificanti.
Esistono essenzialmente tre tipi di osteoporosi:
• osteoporosi della
terza e quarta età
• osteoporosi post
menopausa
• osteoporosi da
altre cause: assunzione per lunghi periodi di cortisone o di
ormoni tiroidei, malattie croniche renali o intestinali,
disfunzione delle
paratiroidi.
è svolto dall'attività
fisica e da una corretta dieta.
Il bimbo ed il giovane accumulano enormemente il calcio nel
loro scheletro (si raggiunge
così il picco di massa corporea), ma ciò vale solo fino a
F A R M A C I A
30 anni di età,
perchè dopo i
trent'anni
è inevitabile
un
continuo
”prelievo
di calcio”
dal tessuto
osseo, cioè
una riduzione
della densità minerale dell'osso, che colpisce
entrambi i sessi, anche se è
F I D U C I A
prevalente nelle donne dopo
la menopausa in quanto la
diminuzione degli estrogeni comporta una più rapida
perdita di massa minerale
ossea.
La razza bianca è più soggetta ad osteoporosi rispetto
a quella nera. La familiarità,
e pertanto l'ereditarietà, gioca un ruolo non indifferente
nell'insorgenza della malattia
ossea, ma in ambito di prevenzione un grande ruolo
Attività fisica.
E' utilissima per rinforzare tutto l'apparato scheletrico e muscolare ed è consigliata
in tutte le fasce di età,
non essendo mai troppo tardi (ovviamente
è indispensabile il parere del vostro medico di famiglia) per
iniziare lo stile di vita
“fisicamente attivo”:
camminare almeno
30 minuto al giorno
ed esercitare qualsiasi
altra attività fisica che
aumenti la forza e la
resistenza dei muscoli
e delle ossa. Quindi
vanno benissimo la
bicicletta, passeggiare in montagna o al mare,
camminare sul tapis roulant,
ma pure utilizzare le scale,
evitando l'uso dell'ascensore,
ballare e danzare, ecc.
Alimentazione: come prevenire l'osteoporosi in cucina.
Anzitutto quanto calcio va
assunto per poter prevenire
l'osteoporosi? Ciò dipende da
molti fattori e soprattutto dal
sesso, dall'età (pediatrica o
6
Osteoporosi. Eccessiva fragilità delle ossa a causa della riduzione della cosiddetta "massa ossea".
adulta) dalla gravidanza, dalla
età post-menopausale. Pertanto si oscilla da 800-1000
mg nei bambini a 1000-1200
negli uomini, a 1200-1500
nelle donne in età post-menopausale (scende a 1000 mg.
se in terapia con estrogeni).
Ricordarsi di non dare mai
“un calcio alla salute”, ma
al contrario fare sempre il
“pieno di calcio” mediante
gli alimenti e soprattutto latte
e derivati.
Il Calcio si trova soprattutto
nei seguenti cibi, valutato in
mg./100 grammi:
• Latte: calcio 120 mg. per
100 g. di latte
• Yogurt: calcio 145 mg. per
100 g. latte scremato
• Formaggi: calcio 800-1200
mg. per 100 g.
• Nocciole/mandorle: calcio
230-250 mg. per 100 g.
• Verdure: calcio 100-180 mg.
per 100 g.
• Creme/budini: calcio 120
mg. per 100 g.
• Cioccolata: calcio 245 mg.
per 100 g.
• Latte: è composto di acqua, proteine, grassi, alcune
vitamine e pochi zuccheri,
ed è certamente un alimento
utilissimo e addirittura fondamentale in età pediatrica.
Le proteine del latte hanno
un elevato potere biologico
in quanto contengono gli
aminoacidi “essenziali”; lo
zucchero del latte è il lattosio, formato da glucosio e
galattosio. Nel latte il rapporto calcio/fosforo è ottimale
(cioè 1 a 1) e la presenza del
lattosio favorisce l'assorbimento del calcio. Le vitamine
presenti sono A, B1 e E.
• Formaggi: forniscono una
elevata quantità di calcio, ma
pure di sodio e di grassi, per
cui occorre attenzione in caso
di elevati valori nel sangue
di colesterolo e trigliceridi. I
formaggi che apportano meno grassi sono la ricotta, i
F A R M A C I A
fiocchi di latte, il formaggio
primosale, i formaggi light:
in essi il calcio oscilla dai 166
ai 340 mg. per 100 g. Nei
formaggi cosiddetti molli a
breve stagionatura (esempio
brie, stracchino) il contenuto
di calcio è di 510-570 mg.,
mentre nei formaggi a lunga
paragonabile a quello del latte
vaccino. Da non dimenticare
inoltre che la soia è ricca di
proteine, e utilissimi antiossidanti come i fitoestrogeni e gli
isoflavovonoidi, oltre a ferro e
vitamina A, B1, E.
Tra l'altro si ricorda che una
dieta ricca di frutta e verdure
Alimenti da usare con moderazione.
E' bene specificare che non esistono cibi nocivi in quanto contribuirebbero a favorire l'osteoporosi, ma cibi di cui non bisogna abusare,
perchè l'eccesso fa male. Possiamo così schematizzare per comodità
pratica:
• proteine: un abuso di apporto di proteine nella dieta favorisce una
maggiore escrezione di calcio con le urine e pertanto può ridurre la
massa minerale ossea dello scheletro.
• sodio: un eccesso favorisce ipertensione arteriosa e osteoporosi. Ridurre pertanto il consumo di prodotti in scatola, formaggi stagionati
salumi, preferire i cibi vegetali (contengono pochissimi sodio) a quelli
animali, utilizzare il dado da cucina con moderazione perchè contiene
monosodioglutammato simile al comune sale da cucina
• caffè, alcool, fumo: la caffeina contenuta nel caffè, tè, cioccolata e
bevande a base di cola favorisce l'eliminazione del calcio. Si consiglia
pertanto di non superare tre tazze
di caffè al giorno. Limitare l'assunzione di alcool (etanolo) perchè un
eccesso favorisce l'osteoporosi, e
ridurre (o meglio abolire) il fumo.
maturazione, chiamati anche
formaggi duri (esempio grana
parmigiano-reggiano, grana
padano) il quantitativo in calcio è più elevato e raggiunge i
700-1200 mg.
• Cibi alternativi ai latticini:
chi, per vari motivi, non utilizzasse nella sua alimentazione i
formaggi e latticini in genere,
dovrà considerare altre fonti
che forniscano il calcio necessario all'organismo: pertanto
prediligere legumi (lenticchie,
piselli, fagioli), pesce (ottimo
il pesce azzurro, ma pure
crostacei e molluschi), frutta
secca, frutta fresca e verdura,
senza dimenticare le erbe aromatiche (prezzemolo, salvia,
rosmarino, basilico, tutte molto ricche di calcio.). Inoltre
è consigliata la soia ed i suoi
derivati, in commercio varie
preparazioni addizionate di
calcio per cui contengono un
quantitativo di tale sostanza
F I D U C I A
in genere (consigliati broccoli,
cavolfiori, cime di rapa), pesce,
cereali, ma con ridotte quantità
di carne rossa e di grassi animali è oggi considerata ottimale
per la prevenzione anche di
molte malattie tumorali, come il tumore alla prostata,
all'intestino, al seno.
• Vitamina D e luce solare:
la vitamina D è utilissima per
le ossa perchè il metabolismo
del calcio è legato appunto
all'attività della vitamina D.
Questa vitamina viene sintetizzata dopo l'esposizione alla
luce del sole: occorre ricordare che bastano solo 15 minuti
al giorno di esposizione di
mani e viso al sole, anche solo
camminando in città o nei
giardini, per poter sintetizzare
e pertanto immagazzinare tale
vitamina in quantità adeguata.
Pertanto non bisogna pensare
che l'abbronzatura totale al
mare, montagna o con lampade a raggi ultravioletti in saloni
di bellezza sia indispensabile
per la sintesi della vitamina D:
anzi l'eccesso nell'abbronzatura comporta invecchiamento
cutaneo e rughe, oltre a pericoli gravi perchè può causare
o favorire tumori alle pelle
talora anche severi come il
melanoma.
L'apporto di vitamina D
avviene però anche con la
alimentazione: soprattutto il
tuorlo d'uovo, il pesce come salmone, sgombri, aringhe, oppure assumendo olio
di fegato di merluzzo o vari
prodotti oggi in commercio
che contengono antiossidanti
associati alla vitamina D: il
vostro medico di famiglia ed
il vostro farmacista sapranno
consigliarvi al meglio.
Informazioni
Per maggiori informazioni sulla prevenzione di
malattie urologiche consultare il sito:
www.profalbertoroggia.it
7
Il paziente al centro.
Il paziente diventa il protagonista
che vede muoversi attorno a sé una
complessa squadra (medici, tecnici,
infermieri, segretarie) che lavora
in piena collaborazione.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Dott. Norberto Silvestri
Direttore sanitario CDV - cdv dia
“Mettere al centro” il paziente
significa predisporre la
propria organizzazione in
modo tale da
considerarlo
come il punto di riferimento del processo: è ciò che ha scelto
di fare il mondo del
Centro Diagnostico Varesino sin dall’inizio della
sua storia. Il paziente diventa il protagonista che vede
muoversi attorno a sé una
complessa squadra (medici,
tecnici, infermieri, segretarie) che lavora in piena collaborazione.
Questa è stata la scelta vincente che ha caratterizzato l’impegno del
Centro Diagnostico: dare
una risposta alle richieste
e alle preoccupazioni del
paziente.
Come è rappresentato dai tre
ingranaggi, entrano in gioco la ricerca dell’efficienza e
dell’efficacia, il sistema organizzativo e le risorse impiegate: il buon funzionamento
dei tre ingranaggi porta al
risultato atteso.
Come ci dice il responsabile
del sistema di qualità, Christian
A., “il centro funziona applicando in ogni prestazione (esami di
F A R M A C I A
Sistema
organizzativo
Risorse
Efficienza
ed efficacia
laboratorio,
esami diagnostici, visite specialistiche) il complesso sistema di
procedure certificato ormai da
molti anni da un Ente esterno
secondo il Sistema di Qualità
ISO. Anche le attrezzature devono rispondere ai requisiti di
F I D U C I A
qualità
e di manutenzione corretta per poter essere di aiuto
adeguato all’attività del personale sanitario”.
“Che cosa significa per voi
del personale mettere il paziente al centro?” “Tutti i
miei colleghi - risponde Elena
V., responsabile del Servizio
Clienti - hanno a cuore di ri-
spondere ad ogni aspettativa del
paziente. Questo è possibile
perché il nostro team,
oltre alla preparazione tecnica, ha
una grande capacità di fare squadra. Già dal primo contatto, in
cui l’operatore
si qualifica con
il proprio nome,
scatta il desiderio di porsi
al servizio del paziente”.
La centralità del paziente
trova la sua espressione migliore nella configurazione
delle quattro realtà in cui è andato articolandosi il Centro:
• CDV, espressione di struttura sanitaria legata ad un
progetto organizzativo moderno,
• CDV-DIA, ove viene svolta
l’attività diagnostica
• CDV-2, in cui si esplica l’attività odontoiatrica
• CDV OLOS, centro di riabilitazione fornito di piscina
dedicata all’idroterapia.
• Consulenti esterni: Medicina del Lavoro e Medicina
dello Sport
“Il connettivo che unisce le nostre
realtà è rappresentato dal sistema informatico, dall’utilizzo
intelligente delle macchine e da
un controllo giornaliero della
customer satisfaction” come ci
dice Michele R.
8
Centro Diagnostico Varesino
Vicolo San Michele, 2/B - 21100 Varese
Aut. San. N° 068/91 del 30/10/1991
Dir. San. Dr. Norberto Silvestri (medico chirurgo)
Resp. Dott. Lotà Gianfranco (odontoiatra)
Servizi offerti:
Visita specialistica - Chirurgia orale - Conservativa - Endodonzia
Igiene orale - Implantologia - Ortodonzia - Parodontologia
Pedodonzia - Protesica (fissa, mobile, impianti)
Primo intervento odontoiatrico
CENTRO ODONTOIATRICO CDV-2
1ª VISITA
GRATUITA
Per informazioni
e prenotazioni chiama
dal lunedì al venerdì
dalle 8.30 alle 19.00
Centro Diagnostico Varesino srl
Dir. san.: Dr. Norberto Silvestri
Aut. San. N° 068/91 del 30/10/1991
• Ambulatori medici
• Ambulatori chirurgici
• Indagini cardiologiche
• Prevenzione e check-up
• Studio infertilità
Varese - Vicolo San Michele, 6
Tel. 0332 288638/288901
Fax 0332 288720
www.cdv.va.it - [email protected]
il CDV opera secondo un
Sistema di Qualità certificato
norma UNI EN ISO 9001:2008
0332.242080
da sapere
Ictus: una passeggiata al giorno
'protegge' gli over 60.
Camminare può ridurre il rischio di ictus degli uomini anziani: una passeggiata quotidiana allontana il pericolo di subire
l'evento vascolare cerebrale patologico tra i maschi di età
avanzata. Lo dimostra un nuovo studio
dell'University College London. I risultati sottolineano l'importanza di mantenere uno stile di vita attivo, in particolare camminando, per prevenire
l'ictus negli adulti più anziani. "L'abitudine di camminare ogni giorno per almeno un'ora potrebbe proteggere gli
uomini over 60 dall'ictus", ha spiegato
Barbara Jefferis dell'University College
London sulla rivista Stroke. L'indagine
ha analizzato i dati provenienti da un
campione di 3.550 uomini sani di età
compresa tra i 60 e gli 80 anni.
F A R M A C I A
F I D U C I A
Dir. san.: Dr. Norberto Silvestri
Aut. San. N° 22915 del 17/12/04
• Ecografia 3D Volumetrica
• TAc e Risonanza Magnetica
Nucleare (dedicata alle articolazioni
ed alla colonna cervicale e lombo sacrale)
• colonscopia Virtuale
• Mammografia digitale
• Radiologia tradizionale
• Radiologia odontostomatologica
• Video endoscopia digestiva
• Laboratorio analisi cliniche
CDV - DIA s.r.l. - Socio Unico
Accreditato e convenzionato S.S.N.
Varese - Vicolo S. Michele, 6
Tel. 0332 289615
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9
News in Campo Odontoiatrico
Implantologia senza bisturi.
Dott. Maurizio Ciatti
Medico Chirurgo
Specialista in Odontostomatologia
Specialista in Chirurgia
Maxillo-Facciale
Prof. a c. Università degli Studi
di Milano
S
i sente spesso parlare
di come la tecnologia
e il computer abbiano rivoluzionato la nostra
vita ed abbiano portato innovazione e progresso in
campo medico. Bene, ciò è
accaduto anche in Odontoiatria, oggi, infatti, il computer
è utilizzato sempre di più per
migliorare la diagnosi e
la terapia grazie alle
diverse applicazioni che sono state
create. Lo sviluppo dell’informatica è andato di pari
passo con l’evoluzione degli esami radiologici oggi sempre
più precisi e con raggi sempre meno dannosi per l’organismo.
Tutto ciò rende possibile effettuare diagnosi e piani di
trattamento più
precisi ed efficaci, come ad esempio nel campo
dell’Odontoiatria ed in particolare dell’implantologia
dentale. Fino
a pochi anni fa
l’unica tecnica per
poter posizionare un
impianto dentale, che ricordiamo può essere considerato
F A R M A C I A
Grazie alle moderne tecniche
radiologiche ed agli avanzati protocolli
implantologici, oggi, la chirurgia implantare
si può eseguire senza bisturi e senza punti
di sutura.
computer guidata. Questa tecnica prevede che
dalla ricostruzione tridimensionale della tac del
paziente, si effettui la diagnosi e la pianificazione
dell’intervento. E’ infatti
possibile visionare la quantità
come una radice
artificiale, consisteva nell’effettuare un taglio nella
gengiva, scollare
i tessuti, fresare l’osso, inserire l’impianto e
suturare la gengiva. Oggi, invece,
è possibile nei casi
indicati non utilizzare più il bisturi nè i punti di sutura. Ma come è possibile
questo? Ciò è possibile grazie all’implantologia
F I D U C I A
di osso residua a 360° in tutte
le diverse posizioni ed in tutti
i piani dello spazio, in questo
modo si può valutare con più
precisione la situazione anatomica del paziente. Negli ultimi
anni, poi, grazie all’avvento di
software dedicati è possibile effettuare la pianificazione
dell’intervento, ciò significa
che l’implantologo, comodamente seduto alla scrivania, non si limita solo
allo studio della tac, ma
esegue in modo virtuale l’intervento decidendo dove posizionare gli impianti, con
quale
inclinazione,
profondità ed inoltre il
diametro e la lunghezza
degli impianti. In questo
modo si ha la possibilità di verificare con
tutta calma l’esi-
10
Implantologia senza bisturi.
to del nostro intervento virtuale, controllandolo anche
da un punto di vista protesico.
Una volta che si è soddisfatti
Ø1,5mm
Con questa tecnica è quindi possibile collocare con più
precisione gli impianti dentali,
eseguire l’intervento in minor
Ø1,5mm
Ø4mmx 13mm
Ø4mmx 10mm Ø4mmx 11,5mm
PIANIFICAZIONE
GUIDA CHIRURGICA
della pianificazione si realizza
la mascherina chirurgica che
guiderà il chirurgo nel posizionamento degli impianti. Il
trattamento, rispetto alla tec-
tempo e con minore disagio
per il paziente ed in più è possibile, in molti casi, consegnare subito la protesi fissa al paziente. Le limitazioni di questa
straordinaria tecnica sono il fatto che è indicata
in quei pazienti che abbiano
già perso i denti e siano quindi
portatori di protesi mobile, altra
PRIMA DELLA CHIRURGIA
considerazione
importante è che
la protesi mobile risulti congrua
e ben fatta altrimenti è necessario realizzarne
un’altra perché,
come si è potuto comprendePOSIZIONAMENTO DELLA PROTESI
re, questa sarà la
nica tradizionale, ha una du- base sulla quale si realizzerà la
rata più breve ed è possibile, mascherina chirurgica.
alla fine di questo, posizionare Grazie alle continue evoluziosubito la protesi provvisoria - ni probabilmente, nei prossiche era stata precedentemente mi anni, questa tecnica sarà
realizzata dalla guida chirurgi- applicabile anche nel caso in
ca - avvitandola ai monconi cui siano presenti degli eleposizionati sugli impianti.
menti dentari da estrarre.
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F I D U C I A
11
Diagnosi con ultrasuoni:
metamorfosi dell’ecografia.
Dott. Alfredo Goddi
Specialista in Radiologia
SME- Diagnostica per Immagini
Varese
Da semplice indagine anatomica
a esame multi-parametrico.
L’
grazie all’avvento delle
ecografia ha avuto Storia della diametodiche Doppler, si
un effetto dirom- gnostica con ulrendeva disponibile la
pente in campo trasuoni.
tecnologia per studiare il
medico; ha rivoluzionato lo L’innovazione chiaflusso di sangue all’interstudio di diversi apparati, ve, che ne ha perno dei vasi. Ciò era possiconsentendo la diagnosi di messo l’applicazione
bile sovrapponendo l’immalattie prima altrimenti non in numerosi distretti
magine a colori del flusso,
valutabili. L’impatto clinico in anatomici, va fatta
codificata mediante color
ambito radiologico, cardiolo- risalire agli anni '70,
Doppler, alla sottostante
gico e ostetrico-ginecologico con l’avvento dei traimmagine ecografica anaè stato notevole, grazie all’op- sduttori elettronici
tomica dei vasi, rappreportunità di visualizzare gli che, a differenza
sentata in bianco e nero.
organi interni in tempo reale degli apparecchi
Alla visualizzazione del
e in modo non invasivo. Il a controllo
flusso si aggiungeva la
vantaggio di non utilizzare manuale, potepossibilità di misurare in
radiazioni ionizzanti, ma in- vano generare
modo preciso, mediannocui ultrasuoni, e il costo una serie di
te l’analisi dello spettro
sicuramente inferiore a quello immagini in
Doppler, l’esatta velocidi altre modalità diagnosti- tempo reale
tà dei globuli rossi per
che, quali ad esemDIAGNOSTICA CON ULTRASUONI - Innovazioni
identificare turbolenpio TC e RM, ne
Elastografia
Elastografia
Ecografia
Eco-Color
Ecografia
ze correlate a stenosi o
hanno favorito la
con contrasto Strain Imaging Shear Wave
Doppler
Real-time
ostruzioni dei vasi: querapida diffusione.
sto sviluppo tecnologico
Dall’introduzione
ANNI '70
ANNI '80
ANNI '90
ANNI 2000
ANNI 2010
apriva la strada all’analisi
in ambito cliniImaging
Imaging
Imaging
Imaging
Imaging
parametrica.
co, avvenuta negli
Qualitativo
Qualitativo
Qualitativo
Qualitativo
Qualitativo
Quantitativo
Quantitativo
Quantitativo
Negli anni '90 lo svilupanni 60 in pochi
po delle apparecchiature
centri di ricerca, il
suo impiego ha avuto una (tipo film) invece che singole ging ecografico real-time per- digitali portava a progressicrescita esponenziale e il suo immagini statiche (tipo foto- metteva l’inserimento ecogui- vi miglioramenti della qualità
ruolo si è progressivamente grafia): la visualizzazione real- dato di aghi all’interno degli delle immagini ecografiche e
ampliato grazie ad una serie time dell’organo da esaminare organi per prelevare dei fram- alla capacità del color Dopdi innovazioni tecnologiche consente infatti una visione menti biologici da analizzare pler di individuare vasi di diche, al ritmo di una o due per dinamica delle strutture anato- al microscopio per una precisa mensioni millimetriche anche
decade, ne hanno determina- miche, ne valuta il movimento diagnosi citologica o istologi- all’interno dei noduli neoforto una continua metamorfosi. durante il respiro o al variare ca: nascevano così gli agoa- mati. Diversi studi tentavano
Per comprendere i retrosce- della posizione del soggetto, spirati e le biopsie ecoguidate di caratterizzare la benignità o
na della metamorfosi è utile documenta la pulsatilità dei che minimizzavano i rischi per malignità dei noduli sulla base
della vascolarizzazione color
far riferimento alla sua storia vasi e del cuore.
i pazienti.
evolutiva.
Già nei primi anni '80 l’ima- Nella seconda metà anni '80, Doppler; i risultati, per quan-
F A R M A C I A
F I D U C I A
12
Diagnosi con ultrasuoni: metamorfosi dell’ecografia.
to incoraggianti, non fornivano accuratezza adeguata per
l’impossibilità di visualizzare il
microcircolo tumorale.
Fortunatamente tra la fine
degli anni '90 e i primi anni
2000 nasceva l’ecografia con
mezzo di contrasto grazie alla disponibilità di microbolle
di gas inerte dalle dimensioni
di pochi micron, da iniettare
nel circolo vascolare per via
venosa, e in grado di essere visualizzate con apparecchiature ecografiche dotate
di specifico software. In considerazione delle dimensioni
tecnologico: l’Elastografia,
che ha aggiunto una nuova dimensione alla metodica grazie
alla valutazione della viscoelasticità tessutale. L’Elastografia si basa sul presupposto
che molte patologie, in particolare di tipo tumorale o
infiammatorio cronico, determinano un cambiamento della
rigidità tessutale. La valutazione dell’elasticità di un tessuto
diventa pertanto un fattore
basilare per la caratterizzazione di una lesione nodulare o
per determinare l’evoluzione
fibrotica correlata ad esempio
Centro Medico
SME
1° Centro
Diagnostico
Low Dose
Diagnostica
per Immagini
L’analisi multiparametrica.
L’evoluzione tecnologica ha scandito le possibilità diagnostiche
dell’ecografia che in una continua metamorfosi ha via via aggiunto alle informazioni anatomiche quelle funzionali e più recentemente quelle fisio-patologiche. La diagnostica con ultrasuoni si è trasformata da
modalità di tipo esclusivamente qualitativo in modalità che fornisce
informazioni semi-quantitative e quantitative che ne aumentano la riproducibilità e limitano la variabilità interoperatore. Oggi la diagnosi
di patologie complesse si raggiunge grazie all’integrazione di diverse
informazioni soggettive e di dati numerici oggettivi, cioè grazie all’analisi multiparametrica, ottenuta con apparecchiature ecografiche di alto
livello, dotate delle più avanzate soluzioni tecnologiche, che si trovano
generalmente in Centri di eccellenza.
analoghe ai globuli rossi, le
microbolle visualizzano indirettamente il microcircolo
tessutale, superando i limiti
delle metodiche Doppler. La
possibilità di studiare in tempo reale il transito delle microbolle all’interno dei noduli
consente inoltre una valutazione qualitativa e quantitativa
della dinamica contrastografica particolarmente indicata per caratterizzare i noduli
epatici, renali e pancreatici. Il
suo costo relativamente basso,
associato a un’accuratezza del
90% nel differenziare lesioni
benigne da quelle maligne, la
pongono in concorrenza con
TC e RM.
La storia infinita
Quando sembrava che la diagnosi con ultrasuoni avesse
raggiunto i suoi limiti si è
affacciato un altro sviluppo
F A R M A C I A
con l’epatite cronica. Partendo
dal principio che l’elasticità
è la proprietà meccanica dei
corpi di deformarsi in modo
reversibile quando vengono
sottoposti ad una forza esterna, sono stati proposti diversi
metodi per valutare l’elasticità
dei tessuti; in linea generale
essi fanno capo a due soluzioni tecniche conosciute come
Elastografia Strain Imaging
(SE) e Elastografia Shear
Wave (SWE). Nella tecnica
Strain Imaging viene analizzata la deformazione tessutale applicando manualmente
una leggera compressione/
decompressione con la sonda
ecografica. Questa soluzione
valuta esclusivamente la deformabilità relativa tra i diversi
tessuti e non l’elasticità assoluta: per questa ragione fornisce
Continua a pagina 17
F I D U C I A
• Radiologia digitale DR
Low Dose
• Mammografia digitale
MicroDose
• Ecografia 2D
• Ecografia 3D/4D
• Ecografia con mezzo
di contrasto
• Eco-Color Doppler
• TC Multislice 64/128
Ultra Low Dose
• Total Body
• Cardio-Tc
• Angio-Tc
• Uro-Tc
• Colonscopia Virtuale
• Dentalscan ConeXact
(Cone-beam)
• Elastografia
• Strain Imaging (SE)
• Shear Wave (SWE)
• RM total body 1,5 Tesla
• Neuro-RM
• Angio-RM
• RM Colonna
• DExa
• RM Addome
• Densitometria ossea
• Morfometria vertebrale • RM Articolare
• Body Composition
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La contraffazione dei farmaci.
Dott.ssa Stefania Montonati
Farmacista
Specialista in Farmacologia
I rischi potenziali di un farmaco
contraffatto possono avere ad oggetto
sia i principi attivi, ovvero le sostanze
farmacologicamente attive contenute
in esso, sia gli eccipienti, sostanze
farmacologicamente inerti, ed il
confezionamento primario.
L’
Organizzazione
Mondiale della Sanità
definisce contraffatto
"un farmaco la cui etichettatura
è stata deliberatamente preparata con informazioni ingannevoli in relazione al contenuto
e alla fonte" (OMS, 1992). La
contraffazione farmaceutica
interessa sia i farmaci di marca
che quelli generici e rappresenta, ad oggi, una reale minaccia
per la salute pubblica; difatti, questo fenomeno è ormai
globale e riguarda non solo
i paesi in via di sviluppo, ma
anche quelli industrializzati ed
economicamente avanzati. La
diffusione di tale problematica
è stata poi di fatto accelerata
dall’avvento della vendita diretta tramite internet (e-commerce), che rappresenta ad
oggi uno dei potenziali canali
per la commercializzazione dei
farmaci contraffatti. E’ bene
ricordare che la normativa attualmente vigente in Italia non
permette la vendita e l’acquisto
di farmaci attraverso il web.
La contraffazione dei farmaci è distinta in diverse
tipologie a seconda che il
medicinale contraffatto:
1. contenga lo stesso principio
attivo, in uguale quantità e medesimo confezionamento del
preparato originale;
2. presenti il principio attivo
in quantità inferiore a quanto
dichiarato, ma in confezione
F A R M A C I A
identica a quella del prodotto
medicinale originale; tale condizione sarà causa di ridotta
efficacia terapeutica, con conseguenze più o meno gravi a
seconda del tipo di farmaco;
3. non contenga alcun ingrediente attivo, ma assomigli al
prodotto autentico; tale condizione sarà causa di mancata
efficacia terapeutica, con conseguenze più o meno gravi a
seconda del tipo di farmaco;
4. presenti ingredienti diversi
da quelli dichiarati, situazione in cui, nella peggiore delle
ipotesi, il farmaco contraffatto
potrebbe contenere ingredienti
pericolosi per la salute e causare fenomeni tossici.
Alla luce di quanto sopra, i
rischi potenziali di un farmaco contraffatto possono avere
ad oggetto sia i principi attivi,
ovvero le sostanze farmacologicamente attive contenute in
esso, sia gli eccipienti, sostan-
F I D U C I A
ze farmacologicamente inerti,
ed il confezionamento primario. La produzione di questi
medicinali generalmente non
rispetta le Norme di Buona
Fabbricazione (Good Manufacturing Practices – GMP), ovvero
gli standard di qualità definiti
a livello internazionale, a cui
tutte le aziende farmaceutiche
produttrici di farmaci devono
obbligatoriamente attenersi.
Infatti, molto spesso i farmaci
contraffatti contengono principi attivi di basso costo e di
scarsa qualità. La pericolosità
legata al confezionamento, invece, deriva dall’utilizzo di un
contenitore non idoneo in termini di materiali e di processo
di fabbricazione.
Altro rischio da non sottovalutare è quello derivante da una
non corretta conservazione del
farmaco; tale pericolosità, legata ai fenomeni di degradazione
che ne possono derivare, è
tanto maggiore quanto più il
farmaco è sensibile a determinati parametri ambientali (umidità, temperatura, luce etc.);
nella stragrande maggioranza
dei casi, i farmaci contraffatti
sono conservati e trasportati in
condizioni non idonee. Inoltre,
è possibile che nella commercializzazione dei farmaci contraffatti si verifichi la situazione
in cui vengano apposte nuove
etichette con nuove date di
scadenza a farmaci scaduti,
con conseguenze che vanno
dalla potenziale inefficacia terapeutica del prodotto fino a
gravi pericoli per la salute.
Ma quali sono le misure da
adottare per difendersi dal
pericolo dei farmaci contraffatti e tutelare la propria
salute?
• I farmaci devono essere
acquistati sempre e solo in
farmacia o in esercizi commerciali abilitati alla vendita di
farmaci da banco e di automedicazione. E’ da evitare assolutamente anche l’acquisto di
integratori, preparati erboristici etc. online.
• Nel caso in cui il farmaco
fosse stato acquistato al di
fuori dei canali autorizzati, è
bene non utilizzarlo e ricordare che la confezione e/o il
foglietto illustrativo del prodotto medicinale potrebbero
Continua a pagina 21
15
Influenza e raffreddore.
Due malanni stagionali a confronto.
Dott.ssa Valentina Nicolini
Laureata in Chimica
e Tecnologia Farmaceutiche
Ricercatrice Farmaceutica
presso Azienda Internazionale
I
“Ho il raffreddore oppure l’influenza?”
Potrebbe essere una domanda banale,
ma non lo è. Il raffreddore e l’influenza
sono due affezioni ben distinte ma
possono avere in comune alcuni
sintomi... come distinguerle?
l raffreddore è un’infiammazione acuta della
delle prime vie aree (mucosa nasale e faringea) che
può essere causata da diversi
fattori. Quando la causa è
nell’ambiente dette allergeni.
I virus più comuni coinvolti
nell'eziologia del raffreddore
infettivo sono i Myxovirus,
Paramyxovirus, Rhinovirus e
Coronavirus. La numerosità
sibili episodi anche a breve
distanza l’uno dall’altro e anche l’incapacità del sistema
immunitario di sviluppare difese efficaci e durature.
I virus del raffreddore sono
virale si parla di raffreddore
infettivo. Si parla invece di
raffreddore allergico (rinite
allergica o raffreddore da fieno) quando è innescato da
specifiche sostanze presenti
dei virus in grado di provocare raffreddore e soprattutto
la capacità di alcune specie di
mutare velocemente (come
per esempio i Rhinovirus)
spiegano perché sono pos-
abitualmente presenti nelle
mucose del paziente anche
per un periodo di alcune settimane; non sono noti casi di
infezione totalmente asintomatica. Il raffreddore è più
F A R M A C I A
F I D U C I A
frequente durante le stagioni
piovose e in inverno. Però
non tutti i virus associati al
raffreddore hanno la stessa
incidenza stagionale: per es.
i Rhinovirus sono più frequenti nella tarda primavera,
i Coronavirus in pieno inverno. Il diverso tasso di umidità
stagionale ha un ruolo importante in tutte le diffusioni
virali, specialmente in quelle
che si trasmettono attraverso
le goccioline di vapore emanate per via aerea; in generale, i virus sopravvivono meglio nei mesi freddi quando
l'umidità relativa è più bassa.
Il raffreddore abitualmente
ha un periodo di incubazione
di 12-72 ore; la sintomatologia generalmente ha la durata
di alcuni giorni e non oltrepassa la settimana, ma in un
quarto dei casi persiste per
2 settimane. I sintomi principali del raffreddore sono la
secrezione, la ostruzione nasale, il mal di gola e la tosse;
la febbre è presente qualche
volta nel bambino, raramente nell'adulto. Altri sintomi,
quali congiuntivite o perdita di odorato o sensazione
di pressione alle orecchie o
anche la tipica voce nasale,
sono attribuibili all'infiammazione dovuta al raffreddore. La rinorrea abitualmente
porta anche lieve dolore in-
16
“Ho il raffreddore oppure l’influenza?”
Ecco una facile tabella per provare a dare una risposta!
torno alle narici dove scorre
la secrezione. In linea generale i farmaci utilizzati per
il raffreddore servono per
alleviare alcuni sintomi clinici caratteristici dell’affezione.
In particolare, la difficoltà
di respirazione e l'ostruzione
nasale si possono combattere effettuando lavaggi nasali
con soluzione salina oppure
utilizzando spray contenenti
sostanze vasocostrittori quali
la fenilefrina e l'efedrina; l'impiego dei decongestionanti
nasali deve essere tuttavia
cauto, poiché manifestano
un effetto rebound (peggioramento) se usati per più di
3 o 4 giorni. Gli antistaminici
possono essere utilizzati per
la loro efficacia nel ridurre gli
starnuti (non sopprimono invece la secrezione nasale) e la
meta ancora difficile da raggiungere.
Al contrario esiste il vaccino contro l’influenza. Infatti l’influenza, a differenza
del raffreddore, è causata
dall’infezione del Influenzavirus, appartenente al genere Orthomixovirus, famiglia
Orthomyxoviridae. Il virus
dell’influenza è distinto in
tipo A, tipo B e tipo C.
Il virus A circola nell’uomo e
negli animali ed è responsabile
delle epidemie stagionali e delle
epidemie pandemiche; il virus
B è presente solo nell’uomo,
principalmente nei bambini
ed è responsabile di piccole
epidemie; il tipo C è presente
solo nell’uomo e dà luogo ad
infezioni asintomatiche, non
provoca epidemie. L’influenza
è trasmessa per inalazione di
ficiente a sciogliere la barriera
esterna del virus che si trova
improvvisamente in un ambiente ottimale per riprodursi
e scatenare l'infezione. Durante il periodo di incubazione
di 48 h il virus replica nel
tratto respiratorio e può verificarsi una viremia transitoria
asintomatica. I sintomi dell’influenza sono diversi. Brividi e
febbre fino a 39-39,5°C che
iniziano improvvisamente.
Appaiono dolori generalizzati
(più spiccati alla schiena e alle
gambe). La cefalea è notevole,
spesso con fotofobia e dolore retrobulbare. I sintomi
del tratto respiratorio possono essere lievi all'inizio, con
mal di gola raschiante, tosse
non produttiva. In seguito tale
quadro sintomatologico diviene dominante; la tosse può essere persistente
Sintomi
Raffreddore
Influenza
e produttiva.
Presente - si manifesta nel 80 % dei
Febbre
Rara
Un'infezione
casi. Normalmente sopra i 38 °C
batterica seconTosse
Presente - con muco Presente - secca / senza muco
daria dei bronDolori muscolari
Lieve
Severi
chi e dei polmoCongestione nasale
Spesso presente
Raro
ni, generalmente
Starnuti
Presente
Raro
pneumococcica
o stafilococcica,
Molto comune - si manifesta nel
Brividi
Raro
60% dei casi
è suggerita dalStanchezza e debolezza
Lieve
Moderato - Severo
la persistenza o
Dopo solo 3-6 ore.
dalla ricorrenza
Manifestazione dei sintomi 3-4 giorni
I sintomi immediati sono febbre
di febbre, tosse e
e dolori muscolari.
altri sintomi reMolto comune - si manifesta nel
Emicrania
Raro
spiratori durante
80% dei casi
la seconda setMal di gola
Presente
Raro
timana. Farmaci
Dolori al torace
Lieve o moderato
Severo
utili per alleviare
tosse può essere controllata particelle aeree contenenti il i sintomi influenzali sono ancon un antitosse. L’acidoace- virus, emesse con la tosse e gli tipiretici (es: paracetamolo) e
tilsalicilico (es: aspirina) e il starnuti, oppure per contatto analgesici (es: ibuprofene). Per
paracetamolo (es: tachipirina) di superfici contaminate. Re- alleviare l'ostruzione nasale si
sono efficaci per controllare centi studi hanno dimostrato può considerare l’uso tempola cefalea e l'eventuale feb- che la diffusione dell’influen- raneo di un decongestionante
bre, mentre gli antibiotici za si verifica soprattutto nel nasale. Le inalazioni di vapore
non hanno alcun ruolo nel periodo invernale perché con possono alleviare i sintomi
trattamento del raffreddore le basse temperature l'involu- respiratori e prevenire alcuni
senza complicanze.
cro protettivo più esterno che dei problemi indotti dall'esL'elevatissimo numero di vi- caratterizza la struttura del siccamento delle membrane e
rus associati all'eziologia di virus rimane intatto. Il virus dall'ispessimento delle secrequesta malattia rende la pro- penetra nell’organismo per zioni. Le infezioni batteriche
duzione di un singolo vacci- contatto con le mucose. La complicanti richiedono l’utino contro il raffreddore una temperatura del corpo è suf- lizzo di antibiotici idonei.
F A R M A C I A
F I D U C I A
Diagnosi con ultrasuoni:
metamorfosi dell’ecografia.
Continua da pagina 13
soltanto informazioni qualitative che vengono rappresentate su una mappa elastografica
a colori.
L’Elastografia Shear Wave
usa la forza acustica creata
da un impulso ultrasonoro
per generare delle onde di
pressione che propagandosi
trasversalmente (shear wave)
determinano una minima deformazione dei tessuti: il fenomeno è analogo alle onde
che si generano sulla superficie dell’acqua quando viene
gettato un sasso. Successivamente l’apparecchio calcola la
velocità di propagazione delle
onde e genera una mappa 2D
a colori che ne rappresenElastografia Shear Wave
Influenza e raffreddore. Due malanni stagionali a confronto.
ta la distribuzione spaziale.
Gli esatti valori di rigidità del
tessuto, espressi in kiloPascal
(kPa), possono venir misurati
in ogni punto della mappa,
ma in particolare nelle aree a
minor deformabilità. La 2DSWE è pertanto una tecnica di
imaging quantitativo che offre
misure numeriche della rigidità tessutale. In alcuni organi
quali ad esempio mammella
e prostata le due tecniche sono complementari offrendo la
prima una maggior sensibilità
e la seconda una maggior specificità. In altre applicazioni
come nelle epatopatie la SWE
ha un ruolo primario.
17
Biorivitalizzazione del volto
con "skinbooster" in medicina estetica.
Dott.ssa Silvia Magnani
Specialista in Chirurgia Plastica
Libera professionista in Varese
P
er mantenere un aspetto
fresco del volto occorre
provvedere lavorando
d'anticipo sull'invecchiamento, ritardando la comparsa di
rughe e la perdita di compattezza ed elasticità cutanea; a
questo fine non è purtroppo
sufficiente l'uso di creme adeguatamente formulate e di sicura qualità farmaceutica che
riescono a raggiungere solo lo
strato superficiale del derma e
che devono essere comunque
utilizzate in modo sinergico.
Per miglioramenti più decisi
della texture cutanea occorre
infatti fornire al derma, la parte
funzionale dell'organo pelle, un
supporto più efficace e durevole nel tempo con interventi
di microiniezioni ambulatoriali
molto mirati a livello di materiali prescelti tra i più avanzati
nella ricerca scientifica.
La biotecnologia fornisce attualmente una vasta gamma di
possibilità allo specialista per i
propri pazienti; il meccanismo
d'azione dei biorivitalizzanti
è basato su due fondamentali
obbiettivi: A. stimolare la proliferazione fibroblastica e la
produzione di nuovo collagene
che permette una correzione
del difetto più naturale e
duratura. B. ristabilire l'equilibrio
idrico con elevatissimo livel-
F A R M A C I A
lo di idratazione.
“Skinbooster” è il termine tecnico che riunisce queste potenzialità funzionali e
terapeutiche ed
il gel di cui è costituita la procedura è a base
di un particolare acido ialuronico a peso
molecolare
medio-basso
(600.000 dalton) con legami adatti al suo
rilascio nel derma
con assorbimento
più rapido rispetto
al filler volumetrico
studiato invece per
mantenersi stabile per un
maggior periodo di tempo
nella ruga trattata. A base
di un gel di acido ialuronico
NASHA (Non Animal Stabilized Hyaluronic Acid) gli
skinbooster intervengono
sulle cause dell'invecchiamento cutaneo
e non solo sui
suoi effetti,
F I D U C I A
Metodiche specialistiche avanzate
di super-idratazione cutanea ad
elevata azione antiossidante e
preventiva sulle rughe nello studio
del chirurgo plastico.
cioè non correggono solo un
singolo inestetismo in termini di ruga ma lavorano in
profondità nel derma
dell'area trattata. La
pelle viene così stimolata a ricreare
turgore, idratazione, elasticità e
luminosità, caratteristiche per le
quali gli skinbooster si sono guadagnati anche
la definizione
di biostimolanti
fisiologici iniettabili su volto, labbra, collo, decolletè
e dorso delle mani in
funzione dell'altissima capacità idratante
e, di conseguenza, antiossidante di cui sono
propri. La resa degli
skinbooster è globale
per il miglioramento cutaneo anche se si prescelgono
aree particolarmente prioritarie da trattare per
ogni paziente: una
volta inietta-
18
Biorivitalizzazione del volto con "skinbooster" in medicina estetica.
to l'acido ialuronico NASHA
viene rilasciato gradualmente
e gradualmente richiama altra
acqua nel derma; la tecnologia
di stabilizzazione dello skinbooster ha dotato il prodotto di
una rete molecolare tridimensionale in grado di prolungarne il tempo di permanenza nei
tessuti cutanei trattati, integrandosi perfettamente durante il
riassorbimento senza comprometterne la biocompatibilità
con degradazione isovolemica,
cioè la capacità di mantenere
il volume iniziale anche durante la fase di degradazione.
In pratica, via via che questo
particolare acido ialuronico diminuisce, aumenta proporzionalmente la quantità di acqua
che ogni molecola è in grado di
richiamare nel derma avvizzito
o rugoso. Quest'azione aiuta
infatti il derma a mantenersi a lungo in tale condizione
ideale aumentando anche le
capacità di difesa della pelle
dall'attacco dei radicali liberi che possono danneggiare
seriamente le cellule e contribuire ad un invecchiamento
precoce. La metodica di somministrazione si svolge dopo
un accurato check-up cutaneo
con microiniezioni dermiche
precisamente praticate nelle
aree bisognose, in microgocce
distribuite nella porzione profonda del derma; viso, labbra,
contorno labbra, collo, decolletè, dorso delle mani sono le
sedi indicate per questa metodica biorivitalizzante molto
adatta anche per le guance colpite da elastosi solare, per i cedimenti del contorno del viso,
per le cicatrici fibrotiche ed in
particolare per le pelli molto
stressate dal sole o troppo sot-
tili per motivi costituzionali.
Il protocollo di utilizzo prevede uno short-program con
una seduta ogni quattro settimane per due o tre volte ed
una fase di mantenimento a
seconda della risposta individuale ogni sei mesi.
Un capitolo a parte, sempre
nell'ambito delle biorivitalizzazioni cutanee, è da riservare
ai cocktail di polinucleotidi,
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ridare esteticamente freschezza globale al volto ed alle aree
trattate con ottimi ed evidenti
risultati già dalla prima seduta
in termini di elasticità, turgore,
luminosità e rivolte soprattutto alla possibilità preventiva
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19
Alcuni oli essenziali utili per affrontare
la stagione invernale.
Dott. Gianluca Bonicalzi
Farmacista
[email protected]
L
a storia dell’Aromaterapia segue, passo
passo, quella del rapporto plurimillenario dell’uomo con le piante medicinali.
Guidati dall’istinto, dalla vista
e dall’olfatto, sensi molto sviluppati nell’uomo primitivo, i
nostri progenitori selezionarono piante e fiori utili alla loro
sopravvivenza ed impararono ad utilizzarli con modalità
sempre più evolute e raffinate.
Molto presto l’uomo si rese
conto che alcune piante medicinali emanavano un profumo
più intenso rispetto ad altre
e cominciò, con mezzi rudimentali, ad estrarre gli aromi
in esse contenuti e ad usarli
per massaggiare il corpo, per
profumare gli ambienti o durante i riti religiosi. Empiricamente i nostri antenati scoprirono che molti di questi aromi
possedevano proprietà curative, difendevano dalle malattie
infettive e disinfettavano le
ferite favorendone una rapida
e sicura cicatrizzazione. Egizi, Cinesi, Greci, Romani ed
Arabi, in epoca più recente,
sapevano utilizzare gli oli essenziali con grande maestria,
sia per uso estetico che curativo. L’aromaterapia consiste
nello studio e nell’applicazione del potenziale terapeutico
insito negli oli essenziali naturali ricavati dalle piante. La
F A R M A C I A
Gli oli essenziali sono sostanze altamente
concentrate estratte da piante definite essenzifere
in grado di apportare benefici allo stato
psico-fisico del nostro organismo.
moderna aromaterapia riconosce come fondatore il francese René-Maurice Gattefossé
(1881- 1950), il quale coniò tale termine nel 1928 usandolo
successivamente come titolo
di un suo libro pubblicato nel
1937. L’essenza aromatica è
un derivato di un’unica pian-
Più la pianta rimane esposta
al sole, più produce olio essenziale, quindi nei Paesi mediterranei e nelle zone molto
soleggiate troviamo numerose
piante spontanee produttrici
di essenze aromatiche. L’olio
essenziale rappresenta per
la pianta una sostanza difen-
piante comunicano tra di loro
attraverso la diffusione degli
oli essenziali. Questi ultimi si
rivolgono all’organismo umano nella sua totalità e sono
in grado di produrre effetti sui piani fisico, emotivo e
mentale. I profumi agiscono
sull’ipotalamo e sull’ipofisi,
ta, unico genere e specie; si
possono comunque miscelare
più essenze insieme così da
ottenere un aroma personalizzato. Secondo il tipo di pianta,
l’aroma si concentra nella radice, oppure nel fusto, nelle
foglie, nei fiori o nei frutti.
siva contro parassiti, insetti,
muffe; inoltre svolge funzioni
cicatrizzanti e rigenerative nei
casi in cui venga intaccato
il fusto. L’aroma è anche di
aiuto per la riproduzione della
pianta, poiché attira gli insetti
per l’impollinazione; infine le
innescando reazioni a cascata
sul sistema ormonale e offrendo quindi possibilità terapeutiche di vario tipo. Di
seguito verranno descritte le
principali indicazioni degli oli
essenziali ricavati dall’Eucalipto e dal Pino silvestre.
F I D U C I A
20
Alcuni oli essenziali utili per affrontare la stagione invernale.
L'Eucalipto.
Gli alberi d’eucalipto sono originari dell’Australia dove formano intere foreste. I primi
colonizzatori occidentali ne
appresero le virtù curative dagli aborigeni che, pestandone
le foglie preparavano cataplasmi per curare ferite, infusi per
combattere la febbre, malattie
infettive, dissenteria o le bruciavano per fare fumigazioni
in caso di malattie respiratorie.
L’eucalipto veniva chiamato
“l’albero della febbre” per le
sue proprietà febbrifughe e
antisettiche e perché veniva
piantato per bonificare i terreni paludosi, dal momento che
il suo sistema di radici drenanti
è in grado di assorbire l’acqua
del terreno sottostante.
Impieghi dell’olio essenziale: l’azione dell’eucalipto è
particolarmente benefica per
l’apparato respiratorio. Infatti, l’olio essenziale (con particolare riferimento alle specie
globuloso e radiata) contiene
una sostanza, comunemente
nota con il nome di eucaliptolo, cui si deve l’azione
mucolitica, espettorante e decongestionante, accompagnato da altri derivati, ad azione
antispasmodica, antitussiva e
balsamica. L’olio essenziale
viene utilizzato per linimenti antireumatici, preparati per
inalazione e come aromatizzanti di saponi e altri prodotti per l’igiene. In caso di
affezioni delle vie respiratorie
con tosse produttiva e febbre,
l’eucalipto contribuirà a far
scendere la temperatura, a calmare la tosse e a decongestionare le mucose delle vie aeree.
L’olio essenziale di eucalipto
viene eliminato in gran parte
attraverso i polmoni, qualunque sia la sua via di somministrazione: questo giustifica
il suo interesse nelle affezioni
respiratorie. Le vie di applicazione sono pertanto esterne,
come bagno caldo aromatico
F A R M A C I A
(5 gocce da versare nella vasca, emulsionate con miele),
frizioni alcoliche (due gocce
diluite in un cucchiaio di alcol
o acqua di colonia) o unzioni
con olio vegetale a livello del
torace, vaporizzazioni, gocce
nasali (all’1% in olio di mandorle), diffusione nell’ambiente (attraverso l’umidificatore o
il diffusore).
Il Pino Silvestre.
Il Pino Silvestre è un albero sempreverde che arriva a
un’altezza massima di 35-40
metri; è presente in tutta Eu-
ropa, in particolare nelle zone
centrali e settentrionali (Scandinavia, Finlandia), nei Paesi
Baltici, in Russia, negli Stati
Uniti, e si è diffuso anche in
Asia. E’ frequente sulle Alpi
(fino a 2000 metri) e sugli
Appennini. E’ una pianta ermafrodita: produce sia fiori
maschili sia femminili; a primavera, quando si aprono le
infiorescenze maschili esse af-
F I D U C I A
La contraffazione dei farmaci.
fidano al vento il loro abbondante polline giallo, che si diffondono nell’aria e su tutto il
terreno circostante come una
nube fertilizzante. Impieghi
dell’olio essenziale: ha un
grande potere stimolante e
dinamizzante, utile in caso
di stanchezza con pressione arteriosa tendenzialmente
bassa, apatia, stati di convalescenza, depressione. Agisce
stimolando la corteccia surrenale, (struttura anatomica deputata a produrre gli ormoni
per la risposta dell’organismo
allo stress), tonifica e rinvigorisce la mente come una passeggiata in un bosco di pini in
montagna. E’ consigliato per
docce e bagni aromatici, per
massaggi tonificanti e diffuso
nell’ambiente, per migliorare
la respirazione. Il pino svolge
un’azione antisettica per le
vie respiratorie e urinarie, è
espettorante, balsamico, fluidificante e risulta molto utile
nel trattamento delle affezioni
delle vie respiratorie, quali raffreddore, sinusite, tosse catarro, tracheite, bronchite. L’olio
di pino può essere utilizzato
per vaporizzazioni (5-6 gocce
in una bacinelle d’acqua bollente per respirarne i vapori),
diffusione nell’ambiente attraverso il diffusore o l’umidificatore, bagni aromatici. Può
essere applicato per unzione
(diluito) a livello del torace
in corso di influenza e di affezioni delle prime vie aeree.
In caso di dolori articolari
e ossei si possono effettuare bagni, pediluvi, maniluvi,
unzioni a livello articolare
(24-30 gocce di essenza di
pino diluite in 50 ml d’olio di
sesamo o oleolito di arnica).
E’ adatto per deodorare e
ridurre la sudorazione eccessiva (per pediluvi, bagni). Per
massaggi è efficace contro il
mal di schiena, tonifica la circolazione, stimola la diuresi e
la funzione epatobiliare.
Continua da pagina 15
contenere false informazioni
alle quali non sarebbe corretto
né utile attenersi. Se si sospetta
che un medicinale possa essere contraffatto, oltre a non
usarlo, è vivamente consigliato
parlarne con il proprio medico o farmacista e conservarne
campioni e scatola perché potrebbero risultare necessari per
le dovute verifiche da parte
delle autorità competenti. E’
consigliabile inoltrare la segnalazione di casi sospetti e/o
farmaci contraffatti, attraverso la compilazione di un modulo online, ad IMPACT Italia (www.impactitalia.gov.it), la
task-force nazionale contro la
contraffazione farmaceutica.
Tale organizzazione fa parte
di un gruppo internazionale,
costituito nel 2006, e costruito
con lo scopo di unire gli sforzi
nella lotta alla contraffazione.
La sigla IMPACT è l’acronimo di International Medical
Products Anti-Counterfeiting Taskforce, della quale fanno parte,
oltre agli enti regolatori istituzionali, anche organizzazioni
non governative.
• Nel caso di viaggi fuori
dall’Italia, specialmente al di
fuori dall’Unione Europea, è
bene munirsi di tutti i farmaci
utilizzati abitualmente o dei
quali si potrebbe aver bisogno,
acquistando in loco soltanto
in caso di estrema necessità e
comunque presso farmacie o
esercizi autorizzati.
Considerando gli innumerevoli pericoli derivanti dall’acquisto di un medicinale al di
fuori dei canali autorizzati,
come già ampiamente descritto, è bene prestare sempre
la massima attenzione e fare
scelte consapevoli che tutelino
la ‘salute’.
Sitografia:
www.impactitalia.gov.it
www.agenziafarmaco.gov.it
21
La farmacia incontra la scuola:
alimentazione, adolescenza e dintorni.
Seconda parte.
Dott.ssa Anna Carnelli
Farmacista
[email protected]
P
F A R M A C I A
di alcune nostre caratteristiche, che hanno a che fare
anche con il nostro modo
di relazionarci. Come è
emerso dal confronto in gruppo, un
ragazzino può
scegliere di
mangiare
per soddisfare
il proprio
gusto,
per
mantenere la propria salute, per sostenere un’attività fisica,
per “farsi vedere” davanti
agli altri (ad esempio mangiando quantità esagerate
Anche non scegliere è una scelta
o scegliendo cibi ricercati), per
affermare un’appartenenza ad
un gruppo di coetanei piuttosto che ad una certa cultura
d’origine...
Ci è sembrato importante, anche nell’incontro con i genitori, sottolineare che gli adulti
possono e devono essere un
esempio per la salute dei
ragazzi, anche insegnando
F I D U C I A
FEDERFARMA VARESE
Associazione Varesina
Titolari di Farmacia
Dott.ssa Renata Radici
Psicologa e Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia
dell'Adolescente e dell'Adulto
[email protected]
Continuiamo in questo articolo la sintesi di quanto è emerso dal progetto “La farmacia incontra
la scuola: alimentazione, adolescenza e dintorni”, patrocinato e finanziato da Federfarma Varese, progetto di educazione alla salute in ambito
alimentare, consistente in alcuni incontri presso la
scuola media di Castiglione Olona, con i ragazzi e
con i loro genitori.
arlando di alimentazione con ragazzini di 12
anni, un aspetto particolarmente importante da
affrontare è la crescente autonomia che essi esercitano nelle
scelte alimentari, come negli
altri ambiti della loro vita. Negli
incontri con le classi è infatti
emerso che i ragazzi tendono a mangiare diversamente
quando sono con i genitori
piuttosto che quando sono a
casa in loro assenza o fuori
con gli amici. Diventa allora
importante riflettere con loro
su come scegliere in modo responsabile. Ci siamo detti che
responsabilità significa accettare le conseguenze delle proprie
scelte alimentari. Ad esempio
se scelgo di mangiare molti cibi
grassi come “patatine“ e “merendine confezionate”, se mi
viene mal di pancia saprò che
questo dipende dalla mia scelta alimentare. Abbiamo inoltre
riflettuto su quanto il modo
di mangiare riveli la persona:
quando scegliamo cosa mangiare teniamo conto di alcuni
bisogni, fisici ma non solo, e
Con il patrocinio
loro ad ascoltarsi, a comprendere i loro bisogni, ad adattare
le porzioni alla reale fame, a cucinare il cibo con le loro mani.
Anche per quanto riguarda la
parte scientifica, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla parola
scelta. Nell’alimentazione come in generale nella vita, anche
non scegliere è una scelta; per
il proprio benessere però ogni
ragazzo può scegliere di
nutrirsi in modo da soddisfare il proprio fabbisogno
calorico, facendo attenzione alla corretta assunzione
di zuccheri, proteine e grassi
(di cui abbiamo parlato la volta scorsa) e con l’impegno di
soddisfare il proprio fabbisogno di vitamine, minerali e oligoelementi. Ancor più che gli
adulti, è bene che i ragazzi che sono nella fase
della crescita scelgano gli alimenti
da consumare,
anche facendo
attenzione al
contenuto in
vitamine e sali
minerali. Le
vitamine (“amine della vita”
cioè sostanze
organiche, così
chiamate perché indispensabili alla vita degli esseri umani), non possono
essere prodotte dall’organismo, ma devono essere assunte
con la dieta; non hanno valore
energetico (cioè non apportano calorie), agiscono in minime dosi e hanno azioni specifiche su diversi meccanismi
che avvengono nell’organismo.
Le vitamine A D, E, K, sono
liposolubili, mentre la vitamina
C e le vitamine del complesso
B sono solubili in acqua; per
queste ultime quindi è difficile
22
La farmacia incontra la scuola:
alimentazione, adolescenza e dintorni.
incorrere in un eccesso, perché
vengono eliminate attraverso
le secrezioni corporee come il
sudore. Anche i sali minerali
(Sodio, Potassio, Calcio, Fosforo e Magnesio) e gli oligoelementi (Ferro, Zinco, Fluoro,
Iodio) non essendo prodotti
dall’organismo devono essere
assunti dall’esterno e svolgono
funzioni di controllo e regolazione dell’attività cellulare.
Per quanto riguarda il Calcio, è
di grande importanza soprattutto nell’adolescenza, poiché
lo scheletro (il cui peso raggiunge il culmine nell’adolescenza) racchiude il 99% delle
riserve di calcio. Il calcio può
essere assunto con la dieta;
gli alimenti più ricchi di calcio
sono: formaggi, latte, yogurt,
ma anche pesci come le acquadelle e le alici; ortaggi come
la cicoria, il radicchio verde,
i broccoletti e il tanto amato
cioccolato al latte. Poiché solo
il 30% del calcio presente ne-
Vitamina A
ricchi di sodio, poiché l’eccesso
di sodio fa aumentare la perdita di calcio nell’urina.
Di grande importanza è la vitamina D (presente nelle aringhe,
nel salmone, nelle sardine) poiché aumenta l’assorbimento di
calcio nell’intestino e favorisce il
deposito di calcio nelle ossa.
In adolescenza è fondamentale l’assunzione di ferro,
nei maschi e soprattutto nelle
ragazzine, a causa delle perdite
di sangue avute con il ciclo mestruale. Il ferro nel corpo umano si trova essenzialmente nei
globuli rossi, legato all’emoglobina, utilizzato per trasportare
l’ossigeno a tutti i tessuti del
corpo; una piccola percentuale si trova nei muscoli legato
all’emoglobina, e il restante si
trova come riserva nel fegato, nel midollo e nei muscoli
scheletrici. Il ferro può essere
assunto con la dieta: l’organismo assorbe tra il 2% e il 10%
del ferro presente nei vegetali
Alimenti
che ne sono ricchi
Utilità
nel corpo umano
fegato, carote, albicocche
secche, tuorlo d’uovo,
rucola, zucca, mascarpone,
parmigiano
visione notturna, crescita di
ossa e denti, mantiene sane
pelle e mucose
carne di pollo e maiale,
Vitamina B1 pane, cereali, latte, patate e
legumi secchi
produzione di energia dal
cibo, salute pelle e mucose,
sostiene il processo di crescita
fegato, pane e cereali, latte
Vitamina B2 e formaggi, vegetali a foglia
verde, uova
produzione di energia dal
cibo, salute pelle e mucose,
sostiene il processo di crescita
Potassio
Frutta secca, legumi e
patate, sarde e trote,
tacchino e vitello
trasmissione degli impulsi
nervosi, contrazione muscolare,
regolazione pressione arteriosa
Magnesio
verdure a foglia verde,
anacardi, mandorle, arachidi,
nocciole, pistacchi, noci,
cereali integrali
funzionalità muscolare e
nervosa, rafforza ossa e sistema
immunitario, regola battito
cardiaco e pressione arteriosa
Fosforo
parmigiano, grana, groviera,
carpe, sardine, seppie,
legumi, frutta secca
formazione ossa e denti,
funzionamento sistema
nervoso, produzione di energia
gli alimenti viene assorbito nel
corpo umano sono necessari
alcuni accorgimenti per ovviare a questo problema: ridurre
il consumo di alimenti ricchi
di acido ossalico o acido fitico (spinaci, rape, pomodori,
crusca) perché riducono l’assorbimento di calcio; ridurre
l’uso del sale da cucina e di cibi
F A R M A C I A
e tra il 10% e il 35% di quello
presente in alimenti di origine
animale. Gli alimenti più ricchi
di ferro sono il fegato, la carne
rossa, i gamberi, i crostacei,
il germe di grano, i legumi,
la frutta secca in guscio, ma
come detto è importante non
solo la quantità presente negli
alimenti, ma quanto ne viene
F I D U C I A
assorbito nel corpo umano. Di
seguito qualche accorgimento
per favorire l’assorbimento del
ferro:
• condire la verdura ricca di
ferro con succo di limone o
bere insieme spremuta d’arancia, poiché la vitamina C e
l’acido citrico presenti aumentano l’assorbimento del ferro
vegetale;
• ridurre il consumo di alimenti
ricchi di acido fitico (spinaci e
rape) e non esagerare con l’assunzione di fibre (crusca, cereali integrali), poiché riducono
l’assorbimento di ferro;
• ricordare che tè, caffè e cioccolato sono ricchi di sostanze
(in chimica si chiamano tannini
e polifenoli) che riducono l’assorbimento del ferro.
Infine, parliamo della vitamina C: oltre a facilitare l’assorbimento del ferro, interviene
nella produzione degli anticorpi rinforzando il sistema
immunitario ed è coinvolta nei
processi di produzione di energia e di sintesi di ormoni. Gli
alimenti più ricchi di vitamina
C sono i peperoni, il prezzemolo, il latte, la rucola, i broccoletti, i pomodori, e la frutta
come i kiwi, le arance, i limoni, le fragole. Questi alimenti
devono essere ben conservati
ed essenzialmente consumati
crudi, poiché la vitamina C
è distrutta rapidamente dalla
luce, dall’esposizione all’aria e
dal calore.
Per concludere vi rimando
alla tabella qui a fianco con
le restanti vitamine e sali minerali di cui abbiamo parlato
ai ragazzi, con riferimenti agli
alimenti che maggiormente li
contengono e all’utilità nel corpo umano.
A ciascuno dunque il piacere
di scegliere come alimentarsi
e, come ci siamo detti con i
ragazzi che hanno partecipato
al progetto, scegliamo in modo
responsabile e il nostro corpo
ci ringrazierà!
da sapere
Più alti i maschi
europei, cresciuti di
11 cm in un secolo.
Più slanciati gli uomini europei
rispetto ai loro nonni e bisnonni:
infatti l'altezza media dei maschi
in Europa è cresciuta di 11 centimetri in poco più di un secolo. Segno di migliori condizioni
economiche e di buona salute.
È quanto emerso da una ricerca
pubblicata sulla rivista Oxford
Economic Papers da Timothy
Hatton, Professore di Economia
presso la University of Essex. Gli
studiosi hanno preso in considerazione una vasta mole di dati
relativi a maschi di 15 paesi europei a partire dal 1870 fino al
1980. È emerso, contrariamente
a quanto atteso, che un'accelerazione sull'aumento della statura
è stata impressa, probabilmente
da una pluralità di fattori.
È possibile, spiegano gli esperti,
che dietro l'innalzamento della
statura dei maschi europei vi sia
una serie di fattori tra cui la rapida
riduzione della mortalità infantile,
ma anche la riduzione della fertilità cui è seguita una tendenza al
formarsi di famiglie meno numerose. Queste ultime già in precedenti studi sono state ricollegate
a statura maggiore dei figli.
23
L’importanza della riabilitazione
nella Malattia di Parkinson.
L’
utilizzo della riabilitazione motoria per
contenere o migliorare il quadro sintomatologico dei pazienti affetti da Malattia di Parkinson (MP) ha
recentemente assunto un rinnovato interesse anche per gli
alti costi sociali che la malattia
presenta e per i limiti della sola terapia farmacologica.
Ogni paziente affetto da MP
può giovarsi della terapia riabilitativa ad ogni stadio della
malattia ed indipendentemente dalla sue capacità residue.
Occorre impostare il trattamento e programmare il percorso riabilitativo utilizzando
come parametro discriminante la gravità del quadro clinico del paziente e le abilità
maggiormente compromesse,
per concentrare gli sforzi sul
recupero delle abilità motorie
più “utili” al paziente nello svolgimento delle attività
quotidiane.
Nella messa a punto del piano terapeutico bisogna tenere
conto dei tre sintomi prevalenti: rigidità, bradicinesia
ed instabilità posturale, ma
anche considerare le problematiche non motorie del
malato come ad esempio i
problemi di parola e deglutizione.
Le tecniche che possono essere utilizzate sono le seguenti:
F A R M A C I A
Dispositivo Gondola per la riabilitazione della Malattia di Parkinson
Dott. Giulio Riboldazzi
Specialista in Neurologia
E' bene iniziare il trattamento
riabilitativo il più precocemente
possibile e proseguirlo con regolarità
nel tempo.
1.
2.
Rilassamento: serve a
preparare il paziente alla
seduta riabilitativa.
Respirazione: associata al rilassamento ed agli
altri esercizi è anche una tecnica vera e propria che serve a
migliorare le capacità respiratorie dei malati compromesse
dall’immobilità e dalla rigidità
della gabbia toracica.
Esercizi posturali: riequilibrano la tendenza
camptocormica del paziente.
Esercizi di allungamento muscolare: uti-
3.
4.
F I D U C I A
lizzati per mantenere elastici
i gruppi muscolari che tendono a sclerotizzarsi per la
rigidità ed il non uso.
Esercizi attivi: molto
utili per migliorare o
recuperare la coordinazione
motoria, la velocità e la forza
del movimento.
Esercizi per l’equilibrio.
Esercizi per la deambulazione: utili per
migliorare l'orientamento
spaziale, possono essere accompagnati da tecniche di
5.
6.
7.
stimolo al movimento come
la danza o la musicoterapia.
L’esercizio riabilitativo, per
essere efficace ed i vantaggi
motori e non motori duraturi, deve essere svolto per cicli
di almeno 4-6 settimane per
una-due ore al giorno considerando nell’insieme fisioterapia e terapia occupazionale.
Di una certa utilità è risultata
la logopedia sia per i problemi di disfagia che di disartria
nel paziente parkinsoniano.
Di particolare interesse sono
quelle strategie che privilegia-
24
L’importanza della riabilitazione nella Malattia di Parkinson.
no il controllo attenzionale in
modo da migliorare la programmazione motoria componendo le attività complesse
in sequenze di gesti semplici.
Questo risultato può essere
facilitato dall’uso di tecniche
basate sulla ritmicità degli stimoli sensoriali (danza o musicoterapia).
Numerose esperienze cliniche
hanno poi dimostrato come
l’utilizzo di stimoli sensoriali
visivi, uditivi e propriocettivi
(cues) permettano di ottenere
un significativo miglioramento delle prestazioni motorie
che si mantiene nel tempo.
La stessa applicazione di cues
ha dimostrato di migliorare il
F A R M A C I A
freezing (congelamento) della
marcia e le discinesie, problematiche che spesso rappresentano un fallimento per
quanto concerne le terapie
farmacologiche.
Tale risultato si basa sulla
capacità di tali stimoli di
bypassare i circuiti motori
compromessi dalla malattia
e di attivare il movimento stimolando aree motorie ancora
integre.
Su questi presupposti si basano gli studi che hanno evidenziato l’utilità di esercizio con
un tapis roulant implementato con stimolazioni visive
ed uditive e l’efficacia della
terapia di stimolazione meccanica plantare erogata tramite il
dispositivo medico Gondola.
E’ recentissimo a tal proposito un nuovo studio clinico
controllato sulla stimolazione
plantare verso placebo valutato in doppio cieco, condotto
dal Prof. Fabrizio Stocchi, direttore del centro di Ricerca
sul Parkinson e sui disturbi
motori dell’IRCCS San Raffaele di Roma, che ha evidenziato un globale miglioramento
della sintomatologia e dei parametri del cammino misurati
sia con l’osservazione clinica
sia con la Gait Analysis, con
l’indubbio vantaggio di poter eseguire la stimolazione
direttamente al domicilio dal
paziente stesso.
In conclusione si può certamente affermare che la riabilitazione, valorizzando le capacità motorie che la malattia ed
il trattamento farmacologico
hanno mantenuto integre,
permette un miglioramento
clinico evidente nel parkinsoniano potendosi anche ipotizzare un effetto neuroprotettivo dell’esercizio fisico. Per
questo motivo è bene iniziare
il trattamento riabilitativo il
più precocemente possibile
e proseguirlo con regolarità
costante nel tempo.
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Diverticolite & diverticolosi:
come comportarsi a tavola.
Dott.ssa Rachele Aspesi
Farmacista specialista in nutrizione
[email protected]
P
iccole sacche nel rivestimento del colon
e dell’intestino crasso che si rigonfiano verso
l’esterno: ecco la descrizione
di un diverticolo. La condizione in cui si rilevano diverticoli prende il nome di diverticolosi: circa il 10% della popolazione over 40 manifesta,
spesso senza sintomi rilevanti,
questa condizione patologica
e la percentuale cresce con
l’aumentare dell’età. Quando
i diverticoli si infiammano
subentra la diverticolite,
ma fortunatamente solo un
quarto delle persone con diverticolosi manifesta sintomi
di questa infiammazione. Gli
studi dimostrano all’unanimità che la causa principale della formazione dei diverticoli
è un’alimentazione scorretta
troppo povera di fibre, sostanze che possiamo ritrovare negli ortaggi, nella frutta
e nei cereali integrali. I paesi
industrializzati, la cui alimentazione è ricca di alimenti raffinati, presentano un’incidenza di questa patologia molto
maggiore rispetto all’Asia
dove gli alimenti fibrosi sono
portati in tavola quotidianamente. Dalle nostre tavole,
dunque, non dovrebbero mai
mancare frutta, verdura e cibi
integrali, indipendentemente dalla presenza o meno di
F A R M A C I A
diverticoli: i residui vegetali
contenuti nella fibra, infatti,
tendono ad aumentare la
motilità intestinale, regolando la consistenza delle feci ed irrobustendo le pareti
dell'intestino, prevenendo la
diverticolosi e la successiva
infiammazione.
Cosa fare in caso di diverticolosi?
Chi soffre di diverticolosi
cronica deve prestare molta
attenzione alla propria dieta,
assumendo ogni giorno la giusta quantità di fibre (almeno 40
grammi), in particolare insolu-
F I D U C I A
Dalle nostre tavole non dovrebbero mai
mancare frutta, verdura e cibi integrali,
indipendentemente dalla presenza
o meno di diverticoli.
bili contenute in alcuni vegetali (fagiolini, broccoli, cavolo,
zucchine, carote, sedano) e nei
cereali integrali. Questo tipo di
fibre assorbe,
infatti, grosse quantità
di acqua, aumentando il
volume delle
feci e rendendole più morbide e abbondanti. In questo
caso, è, quindi,
molto importante associare
a un elevato
apporto di fibre un'abbondante quantità di liquidi (l’ideale
è acqua non gassata a basso
residuo fisso). Se necessario
26
Diverticolite & diverticolosi:
come comportarsi a tavola.
DOTT.SSA RACHELE ASPESI
Come comportarsi in caso
di diverticolite?
I pazienti colpiti da diverticolite potrebbero, invece, avere
qualche problema ad assume-
uva), in alcuni ortaggi (zucchine, melanzane, peperoni)
e in alcuni cibi integrali (in
particolari quelli addizionati
con semi oleosi). In questa
fase della patologia, occorre
ridurre al minimo il consumo
di alimenti infiammanti della
mucosa intestinale come caffè, tè, cioccolato, carni rosse
e insaccati, latte e derivati
molto grassi, cibi piccanti e
spezie. Occorre evitare alimenti meteorizzanti e che,
per loro struttura, inglobano
L’importanza dell’attività fisica.
Il movimento e l'attività fisica aiutano a mantenere tonici i muscoli
della parete addominale, migliorando la motilità colica e riducendo il ristagno di feci nei diverticoli. Via libera, quindi, ad attività
aerobiche come jogging, nuoto,
camminate a passo veloce, bicicletta che agevolano le condizioni
patologiche in caso di diverticoli,
facilitano il mantenimento del peso corretto e, liberando endorfine, migliorano l’umore.
re alimenti contenenti fibre,
soprattutto nella fase acuta
della malattia. All'interno dei
diverticoli, infatti, soprattutto
quando sono molto grandi,
possono accumularsi piccole
sostanze come i semi contenuti nella frutta (kiwi, cocomero, ciliegie, mandaranci,
F A R M A C I A
molta aria (bevande gassate,
maionese, panna montata).
Per questo, si consiglia di
consumare frutta senza buccia centrifugata, ma non frullata per evitare che l’alimento
inglobi troppa aria. Inoltre
la malattia diverticolare, alterando la motilità e la funzionalità di tutto l'intestino,
predispone il soggetto a un
maggior rischio di intolleranze alimentari: cercare, quindi,
di variare il più possibile l’alimentazione quotidiana, alternando il consumo di verdure
e di cereali differenti.
In generale, ricordo che sia in
caso di semplice diverticolosi, sia in presenza di diverticoli infiammati è importante
correggere fattori di rischio
come il fumo, l'eccesso di alcolici, di grassi e di carboidrati semplici. Il vostro farmacista può aiutarvi a correggere
gli stili di vita scorretti e a
migliorare la qualità della vita
con pochi e semplici accorgimenti quotidiani.
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tale per una buona qualità di vita: la salute
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è consigliabile utilizzare supplementi dietetici a base di fibre (psillio, crusca) e fermenti
lattici a base di bifido-batteri
che riducono gli episodi di
stitichezza, mentre invece è
bene evitare l’uso di lassativi
che creano irritazione e assuefazione intestinale.
L’attacco di panico:
cosa si prova e che cosa fare.
Dott.ssa Renata Radici
Psicologa e Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia
dell'Adolescente e dell'Adulto
[email protected]
L’
attacco di panico
è purtroppo, oggi,
un’esperienza non
rara. Personaggi celebri hanno
dichiarato di averne sofferto.
L’hanno descritto autori di
opere letterarie, libri dichiaratamente autobiografici o che
comunque traggono spunto
dall’esperienza personale dei
loro autori, come “Il panico quotidiano” di Christian
Frascella. L’attacco di panico
è una crisi di angoscia che
compare in modo improvviso
ed acuto, con manifestazioni
somatiche molto intense: si
viene travolti da un insieme
di sintomi che raggiungono
rapidamente la loro massima
intensità. I più frequenti sono
accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie
e in particolare sensazione
di soffocare, dolore al petto,
vampate di calore o brividi di
freddo, forti tremori, eccessiva
sudorazione, vertigini, talvolta
nausea, dolori addominali, cefalea, sensazioni di formicolio
alle mani e ai piedi o al viso,
difficoltà a parlare (“nodo alla
gola”). Può succedere di avvertire un senso di estraneità
rispetto alla realtà esterna (derealizzazione) o rispetto a se
stessi e al proprio corpo (depersonalizzazione): ci si sente
come se si guardasse la realtà
o se stessi da fuori, esperienza
F A R M A C I A
L’attacco di panico segna fortemente
il vissuto di una persona, proprio per
l’esperienza di essere sul punto di morire o
di perdere il controllo e impazzire, dunque
di perdere se stessi, la propria integrità.
spiacevole, strana e destabilizzante. Generalmente, chi
vive l’attacco di panico sente
di morire o, anche, di impazzire, di “andare in pezzi”, di
perdere il controllo su di sé e
di poter compiere atti incon-
si ipotizza la presenza di un
disturbo psichico.
L’attacco di panico segna fortemente il vissuto di una persona, proprio per l’esperienza
di essere sul punto di morire
o di perdere il controllo e im-
parole. Non si muore di attacco di panico, ma il fatto di
constatare di non morire non
è comunque d’aiuto se la crisi
si ripete. I sintomi travolgono
e non lasciano spazio al “ragionare” per tranquillizzarsi e
sulti. È comune infatti, in chi
ne ha sofferto, la convinzione di avere avuto un attacco
di infarto o comunque qualche disturbo organico molto
grave. Spesso si va al Pronto
Soccorso, il che contribuisce
a dare rassicurazione. Ci si
ritrova poi davanti ad analisi
mediche che permettono di
escludere cause organiche e
pazzire, dunque di perdere se
stessi, la propria integrità. Chi
ne ha sofferto dice che difficilmente si può immaginare
quanto si stia male: “è bruttissimo… mamma mia come sto male,
non si può descrivere, chi non l’ha
provato non può capire...”. Segno
che si tratta di un’esperienza così forte, estrema, che
è difficile esprimerla con le
arginare l’angoscia.
La durata di un attacco è molto variabile: in genere la crisi
arriva alla sua massima intensità nel giro di pochi minuti,
per poi scemare lentamente
e lasciare la persona spaventata e sfinita. Raramente la
durata complessiva supera la
mezz’ora o l’ora. Anche quando la durata è breve, tuttavia,
F I D U C I A
28
L’attacco di panico:
cosa si prova e che cosa fare.
spesso l’attacco di panico ha
sulla persona un impatto che
va oltre: si ha paura che ritorni, evento che a volte si verifica. Si parla di Disturbo da
Attacchi di Panico (DAP),
quando le crisi si ripetono.
Fortunatamente, se l’attacco
di panico isolato è esperienza
non rara (si stima che lo abbia
provato circa il 10 % della
popolazione), si riscontra un
DAP circa nell’1-2 % della
popolazione. Non di rado,
dopo il primo attacco si cerca
di controllarne l’insorgere associandone la comparsa alla
situazione in cui è verificato:
si cerca di evitare per quanto
possibile di esporsi a situazioni simili. Talvolta la cerchia
delle situazioni da evitare si
amplia notevolmente, mentre si restringe sempre più la
libertà di cui la persona gode.
Ad esempio se l’attacco mi è
venuto mentre ero al mercato,
cercherò di evitare di andarci,
nella speranza di tenere lontani futuri attacchi; ma posso
anche temere, più in generale,
tutti i luoghi affollati, o tutti
i luoghi all’aperto e frequentati. L’impatto sulla qualità
della vita e sull’autonomia
personale può diventare allora considerevole: all’estremo,
c’è chi non se la sente più di
uscire di casa per la paura o la
vergogna di stare male in presenza di altri, o esce solo se
accompagnato da qualcuno
che può soccorrerlo in caso
abbia un attacco.
L’evitamento di situazioni, oltre a compromettere la qualità
della vita, produce in genere
un sollievo solo temporaneo,
perché gli attacchi possono
presentarsi comunque in altre circostanze. Più utile sembra invece, dai racconti di
chi soffre di DAP, il poter
trovare una propria modalità
di far fronte alla crisi, come
Continua a pagina 30
F A R M A C I A
News dalle aziende News dalle aziende
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29
L’attacco di panico:
cosa si prova e che cosa fare.
Continua da pagina 3
Continua da pagina 29
Nei casi più gravi, in Francia soprattutto, la mancanza
di un farmaco ha costretto i
medici a limitare il numero
dei soggetti da mantenere in
terapia, somministrando agli
altri malati terapie di livello
inferiore in attesa del rientro
sul mercato del farmaco più
importante.
Ancora oggi alcuni medicamenti si trovano in modo irregolare e non si prevedono
schiarite a breve termine.
Forse sarà il caso che i governi
europei aprano gli occhi su
questa situazione e rivedano i
criteri generali della liberalizzazione totale, costringendo
i più importanti produttori
ad attrezzarsi per garantire la
presenza sul mercato dei farmaci indispensabili, diversificando opportunamente i siti
di produzione e limitando con
adeguati strumenti normativi
la circolazione dei farmaci al
di fuori dei canali ufficiali.
La costante disponibilità dei
farmaci è davvero indispensabile per la corretta applicazione delle terapie e per la
gestione delle patologie più
gravi e chi ne è colpito deve essere giustamente assistito senza incontrare difficoltà
determinate da mere cause
economiche.
avvertire quando sta per insorgere e respirare profondamente, cercare di “resistere”
rifugiandosi in pensieri rassicuranti (ad esempio dicendo
a se stessi che passerà e che
non si morirà), camminare e
trovare libertà di movimento
così da non sentirsi costretti
e imprigionati in una situazione, bere dell’acqua o procurarsi una sensazione fisica
che permetta di sentire, in
qualche modo, che si è vivi e
integri. Ognuno ascoltandosi
individua strategie soggettive,
ciò che può fare per aiutarsi,
anche se per uscire realmente
da questo “tunnel” occorre
chiedere aiuto.
Sì, perché è possibile uscirne,
sia con i farmaci appropriati
sia con la psicoterapia. Spesso
l’intervento più opportuno è
combinare questi due tipi di
cure. Di fatto, su che cosa
origini l’attacco di panico non
esiste una risposta univoca.
Sono state fatte ipotesi differenti, ciascuna delle quali
probabilmente coglie aspetti
significativi di questo male
così diffuso. Gli studi sul funzionamento del sistema nervoso ci hanno fatto conoscere
quali strutture neuronali sono
coinvolte nel momento in cui
proviamo paura, evidenziando un vero e proprio “sistema
d’allarme” del nostro organismo, che si attiva quando
avvertiamo un pericolo e ci
On. Dr. Luigi Zocchi
Presidente Federfarma
Varese
mette nella condizione di farvi fronte o di fuggire. Nel
panico l’allarme si attiverebbe
pur in assenza di un pericolo, o in risposta a stimoli
minimamente pericolosi: si
reagisce con intense manifestazioni di paura nonostante,
almeno consciamente, non si
avverta nulla di pericoloso o
di diverso dal solito. Questo
in genere è il vissuto di chi
soffre di panico: attacchi inspiegabili, improvvisi, che insorgono apparentemente senza un perché. La psicoanalisi
e altri modelli teorico-clinici
in psicologia e in psicoterapia
vedono l’attacco di panico
come la manifestazione di
un’angoscia che la persona
non è in grado di elaborare
con il proprio pensiero: non è
possibile vivere e riconoscere
emozioni spiacevoli, dare un
nome e uno spazio dentro di
sé all’angoscia che si prova,
per cui questa trova una via
di sfogo attraverso i sintomi
somatici e l’esperienza catastrofica dell’essere sul punto
di morire o impazzire. Spesso
in psicoterapia la persona può
accedere a quelle emozioni,
che, condivise con qualcuno,
diventano meno spaventose e
meno angoscianti. Si rafforza
così la propria possibilità di
contenere le emozioni e questo rende la persona meno
vulnerabile agli attacchi, fino
alla loro scomparsa.
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Dalla sua esperienza e dall’abilità nel
miscelare sapientemente gli ingredienti,
Padre Raineri creò l’elisir Ambrosiano,
che si dimostrò un ottimo aiuto per ritrovare il benessere fisico.
Le virtù delle erbe officinali sono un
“soccorso naturale” per quanti vogliono
prevenire i piccoli disturbi quotidiani.
L’esclusiva formulazione di Padre
Raineri rappresenta oggi la salutare riscoperta di una antica tradizione, preziosa per depurare l’organismo e quando si
sente il bisogno di un aiuto che unisca
tutto il bene della natura, al buon sapore
dell’amaro.
IPPOCASTANO
DEPURATIVO AMBROSIANO
Dormire male
ti mette
di cattivo umore!
In Farmacia c’è Melasin
la nuova e originale
“Melatonina Potenziata”.
Melasin, più di una semplice Melatonina quando
serve un aiuto per ritrovare
sonno, relax e buon umore.
Una linea completa a base
di Melatonina Pura 1 mg
potenziata con Griffonia e
altri estratti naturali.
La Melatonina contribuisce alla riduzione del tempo
richiesto per prendere sonno e ad alleviare gli effetti
del jet-lag.
La Griffonia, favorisce il
benessere mentale e il normale tono dell’umore.
Melasin, tre soluzioni innovative in mini-compresse facili da deglutire, con un sistema
di rilascio dei componenti
“fast/slow”, rapido e prolungato.
Melasin up, 20 e 60 minicompresse con Melatonina
1 mg, Griffonia e Iperico,
aiuta il buon sonno e ritrovi il
buon umore.
Melasin Forte, 30 minicompresse con Melatonina
1 mg, Griffonia, Escolzia e
L-Teanina, facilita il sonno e
contrasta il jet-lag.
Melasin Val,, 30 mini-compresse con
Melatonina 1
mg, Griffonia
e Valeriana, favorisce il rilassamento in situazioni di
stress e facilita il sonno.
Aiuta il buon sonno,
il relax e il buon umore.
ARNICA
IPERICO
GENZIANA
AMAMELIDE
È fatto esclusivamente
con Erbe naturali
che conferiscono
un gradevole gusto
amaro-tonico.
Un bicchierino dopo i pasti,
liscio o allungato
con un pò d'acqua,
può essere d’aiuto
alla salute.
Chiedi gli originali
al tuo Farmacista.
Accreditata con il Servizio Sanitario Regionale
La cura e la salute
del paziente:
la nostra missione.
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■ Cardiologia
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radiologia, risonanza magnetica, TAC)
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