introduzione alla prova di nebbia salina

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introduzione alla prova di nebbia salina
TECHNICAL MEETING SULLE PROVE
DI NEBBIA SALINA
PLASTLAB 28/03/2012..
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
 Le prove di corrosione servono:
o
o
o
o
o
Per precisare i meccanismi dei processi di
corrosione;
Per mettere a punto nuovi materiali e nuovi
metodi di protezione;
Per effettuare controlli di qualità;
Per seguire il comportamento dei materiali in
esercizio;
Per diagnosticare le cause di corrosione e porvi
rimedio
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
 La qualità e la durabilità di un materiale o di un componente
metallico sono valutate attraverso la loro resistenza alla
corrosione.
 Durabilità o durevolezza di un materiale è la sua capacità di
durare nel tempo, resistendo alle azioni aggressive
dell’ambiente in cui si trova.
 Il concetto di durata è qui associato a quello di
conservazione delle proprietà fisiche, meccaniche ed
estetiche di un materiale o componente
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
 Per ottenere informazioni sull’attitudine dei materiali a resistere in
determinati ambienti si ricorre a prove di esposizione. Si parla di
 prove di esposizione sul campo, quando l’ambiente è lo
stesso in cui si trovano ad operare i materiali. Comprendono
esposizioni sia mobili che stazionarie in ambienti naturali
(atmosfere, acque, terreni) o industriali e sono prove di lunga
durata: da qualche mese a qualche anno.
 prove di esposizione in laboratorio, quando l’ambiente è
riprodotto in laboratorio. Tali prove sono di norma effettuate in
condizioni più aggressive di quelle previste in esercizio per
accelerare i processi corrosivi e ridurre la durata delle prove
(test accelerati di corrosione). Durano da qualche decina a
qualche centinaia di ore.
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA

I requisiti richiesti ad un test di corrosione
accelerato sono:
- semplicità del test
- rapidità
- riproducibilità
- basso costo
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
Lo scopo principale di un test accelerato di
corrosione è quello di riprodurre in
laboratorio il comportamento a corrosione di
un materiale o di un componente, esibito sul
campo.
Gli evidenti limiti relativamente a questo
specifico aspetto hanno indotto molti
ricercatori a concludere che il test è privo di
significato e che dovrebbe quindi essere
abbandonato.
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
Per anni il test di nebbia salina è stato
diffusamente utilizzato per la valutazione di
rivestimenti metallici (anodici e catodici), di
rivestimenti di conversione e di sistemi di
verniciatura.
Ancora oggi la prova di nebbia salina è così
profondamente radicata nella mentalità degli
operatori del settore, che una sua eventuale
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
Ciò anche in ragione del fatto che nonostante il
proliferare di test ciclici alternativi, sviluppati
e proposti in particolare dall’industria
automobilistica e del prerivestito, nessuno di
essi è stato ancora universalmente accettato
come possibile sostituto.
La prova in nebbia salina è stata utilizzata da
così tanto tempo, per valutare il
comportamento a corrosione dei rivestimenti,
che sarebbe difficile per un produttore non
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
I primi tentativi di definire una prova di nebbia salina per simulare
un ambiente corrosivo marino risalgono agli inizi del secolo
scorso (1914)
La moderna metodologia di prova è stata normalizzata per la
prima volta da ASTM nel 1939 (ASTM B 117), tuttavia la
procedura proposta ricevette molte critiche a causa della
scarsa riproducibilità e correlazione con l’esercizio.
Il metodo venne successivamente ripreso da General Motors
che abbassò la concentrazione salina da 200 a 50 g/l NaCl
(1954), migliorandone sensibilmente la gestione e la
riproducibilità.
Da allora numerose specifiche descrivono questo test, tra le
quali, ISO 9227, ISO DIS10683, Fiat 50180 met. A1, Renault e
Peugeot D17 1058, Volvo STD 423-0010, ….
INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
Un’apparecchiatura di prova in nebbia salina è in
grado di generare un ambiente corrosivo controllato,
utile per ricavare informazioni sulla resistenza alla
corrosione di materiali metallici, allo stato grezzo e
rivestito, in quello stesso ambiente.

Non sempre esiste una correlazione diretta tra la
resistenza alla nebbia salina ed il comportamento in
altri ambienti. Soprattutto perché molti fattori che
influenzano il procedere della corrosione (ad es. la
formazione di strati protettivi) variano in funzione
delle condizioni ambientali e dalle sollecitazioni
incontrate in pratica.

INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
L’estrapolazione dei dati ottenuti da una
prova in nebbia salina a situazioni di
esposizione in altri ambienti può farsi solo
nel caso in cui venga effettuato un accurato
confronto con i dati ottenuti sul campo.

La prova in nebbia salina risulta
particolarmente utile per l’analisi rapida di
discontinuità, porosità, ed altri difetti in alcuni

INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA
Essa viene inoltre utilizzata ai fini del
controllo qualità di rivestimenti e trattamenti
superficiali, confrontandone il
comportamento con quanto prescritto dalle
appropriate specifiche di prodotto.

Come prova comparativa, l’esposizione in
nebbia salina può risultare adeguata solo se
i materiali o i rivestimenti sottoposti a prova

INTRODUZIONE ALLA PROVA DI NEBBIA
SALINA

La riproducibilità dei risultati di esposizione
alla nebbia salina dipende dal tipo di
materiale testato, dal criterio di valutazione
scelto e dal controllo dei parametri di prova.
È quindi necessario prevedere, per ogni
programma di prove, l’esposizione di un
numero adeguato di repliche, per tenere
conto della variabilità dei risultati.
Sovente si osserva variabilità di risultati
quando si testano campioni simili in camere

ESAME COMPARATIVO TRA LE NORME
ISO 9227 E D17 1058/J (ISO 10683)
ESAME COMPARATIVO TRA LE NORME
ISO 9227 E D17 1058/J (ISO/DIS 10683)
Parametri
Norma D17 1058
ISO 9227
Composizione del sale
(NaCl)
Purezza > 99,8%
< 0,1% NaI
< 10 mg/kg Cu, Ni
Purezza > 99,5%
< 0,1% NaI
< 10 mg/kg Cu, Ni
Acqua demineralizzata
< 20 µS/cm a 20 + 2°C
< 20 µS/cm a 25 + 2°C
Aria compressa
Filtrata, asciutta, esente da olio.
Particelle organiche e metalliche
<0,2 mg/m2 e di diametro < 5 µm.
Filtrata, esente da olio e da
particelle
Soluzione salina
50 + 5 g/L
(5%+0,5%)
pH = 6÷7,5 a 20 + 2°C (in vasca di
alimentazione)
pH = 6,5÷7,2 a 25 + 2°C (del
condensato)
d = 1,025 ÷1,040 a 23°C (id.)
d = 1,029 ÷1,036 a 25°C (id.)
Preparazione della
soluzione salina
Agitazione permanente senza
correzione del pH
Agitazione permanente con
eventuale correzione del pH
Aggressività
Su pannelli HDG (visivo)
Verifica annuale con camera vuota
(3 pannelli)
Verifica mensile con camera operat.
(1 pannello)
Su pannelli LAF (gravimetrico)
Su pannelli Zn (gravimetrico)
Verifica trimestrale con camera
vuota (4-6 pannelli)
ESAME COMPARATIVO TRA LE NORME
ISO 9227 E D17 1058/J (ISO/DIS 10683)
Parametri
Pluviometria
Norma
D17 1058
1 ÷ 2 ml/h (min. 24h)
1-3 pluviometri
Temperatura della camera 35°C +/- 2°C
Norma
ISO 9227
1 ÷ 2 ml/h (min. 24 h)
Almeno 2 pluviometri
35°C +/- 2°C
Temperatura del
saturatore
45 ÷ 47 °C
45 ÷ 47 °C
Pressione di
nebulizzazione
0,8 ÷ 1,6 bar
0,7 ÷ 1,7 bar
Aggressività
2-3 (da 73 a 120h) su
HDG
Perdita di 50÷90 g/m² su
pannello LAF in 48h.
Perdita di 25÷75 g/m2 su
pannello di Zn in 48 ore
Spessore di zinco su
pannello HDG
11 +/-1 µm
n.a.
CONDUZIONE DELLA PROVA
Densimetro o aerometro
CONDUZIONE DELLA PROVA
Rifrattometro