Svir e Send. Due nodi di una strana tela

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Svir e Send. Due nodi di una strana tela
Svir e Send. Due nodi di una strana tela...
C'è uno strano fil rouge che si dipana per Vicenza e provincia. Un fil rouge che collega a ritroso l'affaire Ristocenter ad altre vicende beriche altrettanto balzane. Uno dei nodi di questa maglia tessuta in penombra si chiama Svir. Si tratta di una società fiduciaria vicentina al centro di molti interessi. L'analisi prospettata qui di seguito non è certo il frutto di un'indagine della magistratura, ma semplicemente di un riscontro effettuato grazie ai miei appunti, agli archivi della Camera di Commercio, di Assofiduciarie; grazie agli elenchi telefonici nonché a qualche ritaglio de Il Giornale di Vicenza. PRIME AVVISAGLIE. A memoria mia il nome Svir compare per la prima volta sulle cronache locali nel 2003 quando sul GdV si parla di due superlottizzazioni molto chiacchierate nei comuni di Asigliano e Orgiano. Alcuni ex amministratori della bassa definiscono l'operazione a tinte fosche, una sorta di colossale speculazione edilizia. Una botta da 700.000 metri quadri complessivi. Il promotore della iniziativa risulta la società Fenice amministrata dal manager Pierantonio Dal Lago. Progettisti sono il geometra Pierandrea Agujaro (ex numero uno di Assoedilizia Vicenza) nonché l'architetto Massimo Frigo. Socio di minoranza di Fenice col 49%. Socio di maggioranza col 51% è Svir appunto. INDAGINE VOLARE. Due anni dopo il nome Svir rispunta associato ai coniugi Zoccai (Gino e Antonella Pertile; famiglia di imprenditori thienesi molto nota anche a Vicenza). La Pertile sarebbe la prestanome grazie alla quale Gino risulta amministratore de facto della stessa Svir.
L'indagine è quella della procura di Busto Arsizio nel Varesotto nell'ambito del crac della compagnia aerea Volare Web. Gli inquirenti associano alla Svir, come società di copertura, anche i nomi dei coniugi Suddu, tra i principali indiziati nel caso Volare. Le famiglia Soddu peraltro è rimasta invischiata anche nell'inchiesta per la situazione pressoché fallimentare della compagnia aerea Myair, sorta dalle ceneri di Volare. Le due famiglie vengono date molto vicine a precise settori di Fi e del Carroccio. AFFAIRE SEND. A maggio del 2005 il caso Volare teneva impegnati i giornalisti, ma nello stesso tempo procura e comune (dopo gli esposti dell'ex consigliere Ubaldo Alifuoco) si attivavano per capire bene i termini della chiacchieratissima lottizzazione Send a Settecà: per intenderci l'edificio di fronte al Centro Emisfero dove oggi, tra gli altri, è ospitato il Brico Center e che vede almeno due stabili chiusi per mancanza di affittuari. Piero Erle, su Il Giornale di Vicenza in un articolo del 5 maggio 2005, scopre che tra i proprietari di Send figura la fiduciaria Svir. Con questa altre due fiduciarie di cui lo stesso Erle non fa i nomi. LE BETULLE, RISTOCENTER E IPAB. Siamo così ai giorni nostri quando esplode così il caso Le Betulle, Ristocenter e Ipab. Una storia complicata di situazioni prefallimentari, cessioni svantaggiossissime scongiurate all'ultimo secondo dall'Ipab e presunte distrazioni nella cornice di un presunta bancarotta. In questo calderone finisce in galera (si tratta di custodia cautelare) Beppe Rossi, già presidente di Aim e coinvolto anche in un'altra maxi inchiesta della procura proprio sulla ex municipalizzata. Con lui finisce in carcere l'avvocato Paolo Pozza, secondo la stampa locale sospeso o sospesosi dall'ordine degli avvocati in forza di una sua qualifica di amministratore non compatibile con la professione. Linchiesta sul crac Ristocenter porta in galera anche Giampietro Rizzo e Ilario Marchi, nomi collegati alla stessa Ristocenter (i giornali di questi giorni traboccano di cronache giudiziarie; si legga ad esempio questo servizio de Il Gazzettino:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=78302&sez=NORDEST). Quest'ultima azienda, imbarcata dai debiti, secondo l'accusa, avrebbe usato Le Betulle per sottrarre beni e liquidità che invece sarebbero di spettanza dei creditori della stessa Ristocenter. Tra i proprietari "de facto" di Le Betulle srl figurerebbe appunto Rossi tramite la fiduciaria Svir. Proprio Rossi per anni tra l'altro è stato descritto come molto vicino all'ex onorevole Giorgio Conte di An, nonché a settori precisi di Fi che fanno riferimento all'euroonorevole Lia Sartori. Tra le altre liason di Rossi si segnalano quelle con il geometra Carlo Valle, già conosciuto in città e in campania per una serie di chiacchieratissime vicende giudiziarie.
EQUIZI VERSUS SEND. Nel 2005, all'epoca del caso Send, l'allora consigliere comunale Franca Equizi aveva a più riprese identificato tra i possibili proprietari reali della Send il Gruppo Unicomm della famiglia Cestaro, nonché la spa Vicenza Futura, con la quale il comune ha in corso una grande trattativa (con rilevanti risvolti economici) per il futuro del nuovo stadio del Vicenza.
A parte qualche battibecco in aula con l'allora consigliere Dino Nani di Fi (al tempo manager di Unicomm) nè dalla famiglia Cestaro né da Vicenza Futura arrivò alcuna smentita ufficiale. Questo passaggio non va preso estemporaneamente perché è utile ad allargare il campo sui collegamenti spesso invisibili presenti in città. Va ricordato al contempo che progettista per la lottizzazione Send è l'architetto Bruno Gabbiani, personaggio molto noto in città nel suo ambiente, con buone entrature nel centrosinistra e ottime nel centrodestra. LOTTIZZAZIONE UNICOMM. Nel 2008 l'attuale sindaco Achille Variati (Pd) vince a sorpresa le elezioni comunali al grido dello slogan: "basta cementificazioni". Pochi mesi dopo, la prima delibera degna di questo nome della sua maggioranza è una maxi lottizzazione a favore della Unicomm. Progettista è un altro pezzo da novanta del mondo dei professionisti berici. Si tratta di Sergio Carta, ex vicesindaco socialista a metà anni Novanta quando Variati fu capo dell'esecutivo municipale per la prima volta e dato per vicinissimo alla Sartori. Carta peraltro è finito nella querelle relativa (con assoluzione della magistratura penale in primo grado) per il caso di Palazzo Oro a Ponte Alto. Palazzo nel quale poi l'amministrazione comunale accertò comunque la presenza di abusi edilizi. Di recente il comune ha creato un nuovo superdipartimento dedicato alle opere infrastrutturali strategiche. Con nomina di fiducia il sindaco ha chiamato a capo di questa struttura l'ingegnere patavino Diego Galiazzo che, stando ai riscontri presenti su Google (e a meno di una errata ricerca del sottoscritto) risulta avere progettato i parcheggi per alcuni centri commerciali del Gruppo Unicomm. LA CHIAVE DI VOLTA. A questo punto sarebbe molto interessante capire chi ci sia veramente dietro la Send e la Svir. Per vero va detto che poiché si tratta di società fiduciarie i proprietà reali coperti dalla fiduciaria medesima possono essere tantissimi, potenzialmente, ognuno per ogni società formalmente amministrata dalla fiduciaria medesima. C'è però un ma. La Guardia di Finanza, nonché la procura della repubblica, possono ottenere tranquillamente l'elenco completo dei nomi dei veri proprietari. Saranno acclusi agli atti delle indagini in corso? La città conoscerà mai questi nomi? Quanti flussi di capitale di provenienza opaca è finito nelle tantissime fiduciarie che hanno sede nel Vicentino? E soprattutto perché lo Stato continua a tenere in vita la norma (odiosa) che rende legali le fiduciarie? Marco Milioni
da: www.lasberla.net; 31 ottobre 2009