Marzo 2014 - Umberto Scapagnini: un uomo da ricordare

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Marzo 2014 - Umberto Scapagnini: un uomo da ricordare
FILIPPO DRAGO
Dipartimento
di Biomedicina
Clinica e Molecolare,
Università di Catania
UMBERTO SCAPAGNINI:
UN UOMO DA RICORDARE
Ad un anno dalla sua scomparsa, vorrei ricordare Umberto Scapagnini semplicemente dicendo che era
un uomo, prima di essere uno scienziato o un politico. Egli non ha mai dimenticato di essere un uomo, con
le sue virtù e le sue debolezze, sempre cosciente delle proprie azioni, piccole o grandi, giuste o sbagliate,
transitorie o durature. Oltre ad essere stato un grande scienziato ed un famoso politico, egli è infatti
stato amico, padre e consigliere.
Umberto Scapagnini è nato a Napoli il 16 ottobre del 1941. Nel 1965 si è laureato con Lode in Medicina
ed ha iniziato la carriera di farmacologo lavorando con il Prof. Paolo Preziosi. Dal 1967 ha trascorso lunghi periodi lavorando in laboratori internazionali insieme con famosi farmacologi, come il Premio Nobel
belga Corneille Heymanss ed il Prof. William Ganong al San Francisco Medical Center. A trentaquattro anni ha vinto la cattedra all’Università di Catania con la fama di essere l’enfant prodige della
Farmacologia italiana.
Quando l’ho incontrato per la prima volta, dopo il mio esame di Farmacologia, mi è sembrato l’uomo
più affascinante del mondo e sono stato letteralmente catturato dal suo charme e dal suo carisma.
Non esagero dicendo che quell’incontro ha cambiato radicalmente la mia vita e mi ha indotto a imitare
ampiamente il suo stile di vita. Così, ho smesso di fumare, ho preso a vestirmi con accuratezza (l’eterno
foulard nel taschino della giacca), a coltivare interessi culturali molteplici, compresa la passione per il
calcio (che prima avevo costantemente trascurato).
Quel giorno egli mi ha scelto come suo primo allievo. Molto presto, però, il gruppo è cresciuto
notevolmente con studenti e post-doc provenienti da varie città, molti dei quali oggi sono famosi farmacologi come Pier Luigi Canonico, Ferdinando Nicoletti, Renato Bernardini, Mariangela Sortino, Bianca
Marchetti. Alcuni dei suoi collaboratori come Vincenzo Guarcello e Napoleone Ferrara (che ha recentemente ricevuto l’Innovation Prize of Bioscience ed è uno dei più citati farmacologi italiani) si sono spostati
negli Stati Uniti e lì sono rimasti.
I suoi primi collaboratori e colleghi di Napoli, come Lucio Annunziato, Gianfranco Di Renzo e Gennaro
Schettini hanno raggiunto importanti posizioni nel panorama italiano della Farmacologia. Fra i suoi amici
che hanno trascorso periodi di ricerca a Catania vanno ricordati Victor Rizza, Ida Gerendai (morti qualche
anno fa) e William Rostene da Parigi.
Umberto Scapagnini fu un pioniere della Psiconeuroendocrinologia, in particolare per i suoi studi
sulla dopamina. La monografia che ha scritto insieme a Eugenio Muller e Giuseppe Nisticò dal titolo
Neurotransmitters and anterior pituitary function resta una delle opere fondamentali in questo campo.
Egli aveva una visione della Psiconeuroendocrinologia che era la più ampia rispetto a quella di chiunque
altro a metà degli anni ‘70. La sua amicizia con David De Wied (incontrato durante la sua permanenza a San Francisco) e il suo interesse per la farmacologia comportamentale hanno rappresentato la
base della mia carriera scientifica. Infatti, entrambi stabilirono che io dovessi svolgere uno stage presso il laboratorio di De Wied, dopo la laurea. Per questa grande opportunità di cui ho beneficiato sarò
sempre grato a Umberto Scapagnini, perché in quel laboratorio ho imparato le nozioni fondamentali della
Farmacologia comportamentale e ho eseguito gli esperimenti da cui ho ricavato la tesi del mio PhD.
La Psiconeuroendocrinologia è la scienza che si occupa delle interazioni tra i meccanismi della mente
(in particolare quelli cognitivi) e l’azione degli ormoni, principalmente quelli prodotti dalla ghiandola
ipofisaria. Una parte importante della Psiconeuroendocrinologia si occupa dello studio dello stress
sulle funzioni cerebrali, in relazione al rilascio di ormoni peptidici e steroidei. Nello studio dei complessi
meccanismi che stanno alla base della Psiconeuroendocrinologia, Umberto Scapagnini ha puntato la
propria attenzione sulle interazioni tra funzioni cerebrali, ormoni e sistema immunitario, in quella che egli
ha chiamato Psiconeuroendocrinoimmunologia. Anzi, egli è stato tra i fondatori di questa scienza e l’ha
studiata a fondo, usando approcci assolutamente innovativi e fornendo una valida interpretazione per
quelle malattie originate dall’alterazione del delicato equilibrio fra il sistema immunitario e corpo.
Purtroppo, più tardi, egli stesso ha sperimentato la violazione di questo equilibrio quando, dopo aver
sofferto di continui e intensi fattori stressanti, ha scoperto di essere affetto da un terribile cancro che è
stato la principale causa della sua morte.
La lezione che Umberto Scapagnini ha dato non solo ai suoi studenti, ma anche a tutti quelli che si
occupano di ricerca, è che la scienza non può essere vista “dal buco di una serratura, ma da una
balconata”. Questo è il messaggio che rappresenta la sua eredità: la scienza deve sempre guardare
oltre, costruire ponti, creare connessioni, interpretare piuttosto che porre problemi. Quest’approccio
traslazionale è stato esteso oltre i confini della neuropsichiatria, dell’endocrinologia e dell’immunologia, fino alla comprensione della fisiopatologia della depressione, della schizofrenia, della malattia di
Parkinson, della malattia di Alzheimer, del cancro e di varie malattie del sistema immunitario.
La correlazione tra il sistema nervoso, quello endocrino e quello immunitario rappresenta certamente il background per la scoperta e lo sviluppo di nuovi farmaci disease modifying. Infatti, lo studio dei
meccanismi fisiopatologici, attraverso i metodi sperimentali tipici della Psiconeuroendocrinologia, è una
fase essenziale per l’identificazione di nuovi obiettivi terapeutici e per lo sviluppo di nuovi farmaci che
abbiano un nuovo e più efficace meccanismo di azione nelle varie patologie del sistema nervoso centrale.
Oggi ricordiamo Umberto Scapagnini, un anno dopo la sua morte, anche per la sua grande umanità.
Un’altra importante lezione che ci ha dato riguarda l’approccio del docente con i propri studenti: con il suo
sorriso, la sua formidabile dialettica ed il carisma che sempre l’ha accompagnato. Queste doti gli hanno
permesso di attrarre a sé molti studenti che lo vedevano come maestro di vita e di scienza.
È possibile che qualcuno tra quelli che l’hanno conosciuto, dimenticherà Umberto Scapagnini. Noi che lo
abbiamo amato, al contrario, continueremo invece a diffondere il suo messaggio di uomo e di scienziato.
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