Arabo scrivere il suo nome di battesimo

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Arabo scrivere il suo nome di battesimo
ALCE: AL VIA MOSTRA “TUTTI I GENOVESI DEL MONDO . LA GRANDE ESPANSIONE
COMMERCIALE (SEC. XI – XVI) ALL’ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA
Il registro notarile di Giovanni Scriba (1154-1164), il più antico del mondo, i libri della contabilità
della colonia di Caffa - da cui risulta, tra le altre, una spesa di rappresentanza effettuata per
l'accoglienza prestata ad un ambasciatore straniero inviato nientemeno che da Vlad Tepes, voivoda
di Valacchia, noto anche come Vlad Drakul, l'impalatore - i documenti scritti in greco con l'impero
bizantino e il trattato scritto in arabo interlineato in latino con il re arabo di Maiorca in cui si legge
che questi due popoli, per quanto di religioni diverse, chiamano Dio a testimone del fatto che il
patto sarà rispettato.
Sono solo alcuni tra i preziosi documenti del Medioevo genovese esposti nella mostra "Tutti i
genovesi del mondo, la grande espansione commerciale tra i secoli XI e XVI", organizzata
all'Archivio di Stato di Genova in occasione del 70° anniversario della fondazione di Alce Associazione Ligure per il Commercio Estero. La mostra, inserita dal ministero dei Beni Culturali
tra le manifestazioni legate a Expo Milano, sarà inaugurata il 29 settembre e sarà aperta
gratuitamente al pubblico dal 30 settembre al 5 dicembre 2015. All'inaugurazione farà seguito la
presentazione del catalogo e un ciclo di conferenze sul tema generale della mostra e sugli argomenti
sviluppati nei sei saggi conclusivi. Su prenotazione saranno realizzate anche visite guidate, anche
per le scuole superiori.
“Questa iniziativa – spiega Riccardo Braggio, presidente di Alce - rientra in un’usanza ormai
consolidata di restituire a Genova alcuni documenti antichi contribuendo al loro restauro in modo
da consolidare il legame con la città. La novità di quest’anno, oltre alle dimensioni della mostra, è
il ciclo di conferenze che seguiranno l’inaugurazione per approfondire, al di là dell’aspetto
documentale, le particolarità del commercio genovese e le caratteristiche dei mercanti di allora, in
piena continuità con lo spirito degli imprenditori associati ad Alce. Quel “modus” di fare business
e intraprendere rapporti commerciali con tutti i paesi del mondo è rimasto intatto fino ad oggi. I
mercanti della Genova medievale, a differenza dei concorrenti ad esempio veneziani, hanno creato
un sistema di colonie che, però – sottolinea Braggio - non venivano spogliate delle loro ricchezze
ma potevano godere delle ricadute positive dei commerci, in uno scambio continuo di prodotti: le
navi partivano dalla patria con tele preziose, pizzi, lane e stoffe di pregio e tornavano con incensi,
frutta esotica, pellami pregiati e allume. Il fatto di aver creato una rete così vasta in una logica che
teneva conto del business e non dei confini, delle ideologie o delle diverse religioni, ha consentito
ai genovesi di solcare tutti i mari senza temere di essere attaccati, neppure dai saraceni durante le
Crociate. Lo dimostra il fatto, documentato, che gli inglesi avevano addirittura comprato il diritto
di usare la bandiera genovese - che è oggi la bandiera di Londra - come salvacondotto per poter
solcare indisturbati i mari più pericolosi. Quella logica – conclude - è perfettamente aderente alla
logica con cui operano oggi le nostre aziende per cercare i prodotti d’eccellenza sul mercato”.
Collocate in 17 bacheche e 2 tavoli espositivi, sono mostrate al pubblico 78 unità documentarie,
alcune delle quali restaurate grazie al progetto "Adotta un documento", avviato nel giugno del 2008
con il patrocinio di Alce, che, in occasione dell'assunzione della presidenza da parte di Paolo
Cuneo, ha tenuto a battesimo l'iniziativa finanziando il restauro della prima pergamena, datata 9
agosto 1270 e relativa al giuramento di Guglielmo Pusterla, cittadino di Milano, nominato podestà
di Genova. I documenti sono esposti secondo un criterio geografico per testimoniare come i
genovesi siano stati in ogni dove: in una sorta di viaggio immaginario, il visitatore salpa a bordo di
una nave genovese che approda in Corsica, Sardegna, Sicilia, Egitto, Siria, Palestina, prosegue per
via di terra fino in Persia, Cina e India, per poi visitare i territori dell'Impero bizantino
(Costantinopoli, Mar Nero e Mare Egeo), la Francia, la Spagna islamica e cristiana, il Portogallo e
le Fiandre fino all'Inghilterra.
In tutte le sue componenti sociali, dall'aristocrazia al più umile abitante, senza escludere le donne,
Genova nel Medioevo ha avuto nel commercio la ragione stessa della sua esistenza: lo stesso
Boccaccio dedica una delle sue novelle alla genovese Ginevra, capace di leggere, scrivere e far di
conto meglio di un mercante. L'espansione commerciale che porta i genovesi a dominare le rotte di
collegamento tra l'Oriente e le Fiandre è tracciata da accordi politici, trattati internazionali stipulati
con tutte le potenze conosciute, atti notarili. Le Crociate e la nascita dei Regni cristiani in
Terrasanta sono all'origine delle prime acquisizioni territoriali, di portata inizialmente minima, ma
destinate ad acquistare sviluppo sempre maggiore. Il più antico documento esposto nella mostra è il
diploma di Baldovino di Gerusalemme (1104) che afferma il diritto di proprietà dei genovesi su un
terzo di tutte le città riconquistate in Terra Santa. E visto che i genovesi si recavano dal notaio per
ogni affare che li riguardasse, sono documentati anche atti di natura privata e accordi con mercanti
musulmani o ebrei che vivevano a Genova, bene accolti in città perché qui lavoravano e pagavano
le tasse. Proprio uno dei documenti esposti, datato 1162, riguarda un contratto stipulato a Genova
tra un mercante originario di Salerno ed uno dei più grandi mercanti arabi proveniente dalla Sicilia e
ognuna delle parti giura secondo l'uso delle rispettive religioni.
La più famosa delle poesie dell'Anonimo genovese del Duecento ricorda che i genovesi "dove
vanno e stanno un'altra Genova ci fanno": ovunque andassero per stringere rapporti commerciali, i
genovesi chiedevano spazi - una piazza o una strada, un bagno pubblico, un forno, una chiesa - dove
poter insediare stabilmente il proprio quartiere. Durante il Medioevo i genovesi legano la propria
fortuna allo sfruttamento delle proprie capacità nei campi della navigazione, del commercio e del
credito, aprono nuove vie di comunicazione, stringono accordi con altre potenze utilizzando
preferibilmente i canali diplomatici ma anche la forza delle armi: conquistano Corsica e Sardegna,
strategiche per la loro posizione geografica, la Crimea, dove si trovano ancora oggi i resti delle
fortificazioni genovesi, l'isola di Chio, fondamentale per il monopolio dell'allume, prodotto
indispensabile per conciare le pelli e fissare il colore sui tessuti. Non vi è luogo conosciuto nel quale
i genovesi non arrivino e il nome di Genova è garanzia di protezione, e di privilegi per chiunque
riesca a stringere con i suoi abitanti relazioni e legami familiari: non solo i cittadini per nascita, ma,
come risulta dalle lettere inviate dal governo agli insediamenti fuori patria, anche coloro "che
godono dei benefici dei genovesi" e quanti "sono trattati e reputati per genovesi".
Il progetto "Adotta un documento" è stato avviato nel mese di giugno del 2008, con il patrocinio di
ALCE, per ovviare alle necessità di restauro della documentazione più antica. La risposta dei
genovesi – e non solo - è stata fino ad oggi superiore alle aspettative: dal 18 giugno 2008 ad oggi e'
stata formalizzata l'adozione da parte di privati cittadini ed associazioni di 273 unità archivistiche.
Un'adozione particolare è stata effettuata dal celebre attore e regista Roberto Benigni, che si e'
assunto l'onere del restauro dei tredici frammenti di un antichissimo codice della Divina Commedia
(fine secolo XIV) custoditi presso l'Archivio di Stato di Genova.