PROFONDITA` E RILIEVO L`uso del colore, del chiaro scuro e della

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PROFONDITA` E RILIEVO L`uso del colore, del chiaro scuro e della
PROFONDITA’ E RILIEVO
L’uso del colore, del chiaro scuro e della prospettiva sono importanti per dare
profondità a un’immagine.
Il colore, evidenziato nel chiaro scuro in modo opportuno, può essere sufficiente per
creare la sensazione di profondità. Nel primo piano è importante usare colori saturi i
quali, a mano a mano che la distanza aumenta, saranno sempre meno puri, essendo
decisiva l’aria che s’interpone tra l’occhio e il piano più distante.
Anche la definizione dell’immagine ricopre un ruolo importante nella percezione della
profondità: più le figure si allontanano più i contorni assumono una rappresentazione
incerta.
Silvestro Lega, Un dopo pranzo,
1868, Milano, Pinacoteca di
Brera.
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Leonardo nel suo Trattato della pittura così ci insegna:
“853. Perchè gli alberi da una distanza in là quanto più sono lontani più si
rischiarano.
Da una distanza in là gli alberi, quanto più s’allontanano dall’occhio, tanto più gli si
dimostrano chiari, tantoché all’ultimo sono della chiarezza dell’aria nell’orizzonte.
Questo nasce per l’aria che s’interpone infra essi alberi e l’occhio, la quale essendo di
bianca qualità, quanto con maggior quantità s’interpone, di tanto maggiore bianchezza
occupa essi alberi, i quali per partecipare in sé di scuro colore, la bianchezza di tale
aria interposta rende le parti oscure più azzurre che le parti loro illuminate”
Nel dipinto di Silvestro Lega vediamo che i consigli sopra citati sono pienamente
recepiti: le figure in primo piano possiedono colori più saturi e le ombreggiature
creano un rilievo apprezzabile, mentre, sullo sfondo, osserviamo colori più tenui, che
perdono la loro definizione a mano a mano che la distanza aumenta.
Per accentuare il rilievo delle figure in primo piano, è importante l’elaborazione del
chiaro scuro: i colori sono influenzati dall’intensità della luce che li colpisce e
l’ombreggiatura gioca un ruolo importante nell’accentuare il contrasto luminoso e
nell’assorbire la linea di contorno, la cui presenza appiattirebbe l’immagine.
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A sostegno di quanto affermato, bisogna osservare i maestri del passato.
Leonardo è forse stato il primo grande
maestro a interessarsi della profondità
attraverso la prospettiva lineare e aerea.
Egli conosce la visione binoculare del
nostro sistema visivo e, in tutte le sue
opere, cerca di dare al primo piano una
tridimensionalità virtuale, sfruttando la
luce e un chiaro scuro molto spinto.
Leonardo da Vinci, Sant’Anna, la Vergine e il
Bambino, 1510, olio su tavola 168x112 cm,
Parigi, Musée du Louvre.
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Caravaggio tratta sia la luce sia il colore
in modo teatrale e scenografico. La
prospettiva lineare è quasi inesistente;
profondità e rilievo sono dati da fasci
luminosi che provengono dall’alto o di
lato. Le linee di contorno non si notano
perché assorbite dal chiaro scuro.
Caravaggio, Deposizione nel sepolcro,
1602-03, Città del Vaticano, Musei
vaticani, Pinacoteca vaticana.
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Non tutti gli artisti cercano profondità e rilievo, molti si disinteressano di questo; ciò
avviene soprattutto nella pittura moderna e contemporanea.
Cézanne ha sempre rifiutato di
abbandonare la linea di
contorno: questo l’ha distinto
dagli impressionisti verso i
quali ha spesso espresso forti
divergenze verbali.
Paul Cézanne, Natura morta
con mele, 1895-98, New York,
Museum of Modern Art.
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Klimt oltre a mantenere la linea di
contorno, utilizza raramente il chiaro
scuro; in questo modo le immagini,
volutamente, risultano prive di rilievo.
Il suo simbolismo, affiancato da una
pittura metafisica molto particolare, ha
fatto di lui un grande artista.
Gustav Klimt, Le tre età della vita
(particolare), 1905, olio su tela 180x180 cm,
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
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TONALITA’ ARMONICHE O MODULAZIONI TONALI
Ricordiamo che l’individuo è da sempre immerso nella natura ed è influenzato dalle
sensazioni che questa produce. Un bel tramonto dona toni caldi a tutto il paesaggio e
armonizza spesso i colori coinvolti. Una scena poetica come questa può indurre a
varie espressioni artistiche: musica, poesia e pittura sono manifestazioni diverse di un
intimo sentire. Nella storia dell’arte, spesso la pittura e la musica sono state messe in
relazione, associando i suoni ai colori. Lo stesso Newton, dovendo selezionare i
colori dello spettro solare, li definì nel numero di sette, come le note della scala
musicale.
Generalmente chiamiamo
toni armonici o modulazioni
tonali la scala di gradazione
di
colori
che,
pur
mantenendo la tinta di base
simile, passa dal chiaro allo
scuro, incorporando piccole
quantità di altri colori
compatibili
con
la
cromaticità di base.
Nel quadro di Boldini
(1842-1931) abbiamo la
presenza di pochissimi
colori, intonati e accordati
tra loro, come fu sua
abitudine
negli
ultimi
decenni della sua vita.
Questo quadro è modulato
su una ristretta gamma di
terre, unite da una presenza
molto discreta di un tono
lievemente
rosato
che
conferisce
un
aspetto
delicato a un disegno molto
dinamico.
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Boldini, Nudo di schiena,
1895, Giunti, Dossier Art n.145.
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