Navigating Europe`s economy through turbolence Europa e

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Navigating Europe`s economy through turbolence Europa e
ISPI
Anno XVI - 29 - Luglio 2008
Relazioni Internazionali
ISTITUTO PER GLI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE
Il desiderio di insegnare e condividere con nuove generazioni
le esperienze di una vita non è insolito fra diplomatici e funzionari di Organizzazioni Internazionali che giungono al termine del loro servizio attivo.
Non ci stupimmo pertanto, dieci anni fa, quando Sandro
Tucci - dopo aver osservato da vicino per decenni i conflitti in
Asia e in Medio Oriente (come giornalista, prima, e come
funzionario ONU, poi) - “bussò” all’ISPI offrendoci la sua
disponibilità a collaborare alle nostre attività formative.
Ci colpì, piuttosto, la sua straordinaria capacità di interessare,
stimolare e coinvolgere chiunque lo ascoltasse (i giovani del
Master, gli studenti della Bocconi, i diplomatici palestinesi)
qualunque fosse il tema affrontato nelle sue lezioni (dalla
riforma delle Nazioni Unite, alle coltivazioni di oppio in
Afghanistan, agli interventi dell’agenzia dei Rifugiati a Gaza).
In aula Sandro miscelava sapientemente conoscenza e rigore
con umanità e passione: lo faceva con la naturalezza e la leggerezza di chi ha conosciuto a fondo il mondo e gli uomini,
osservandone i conflitti, il degrado, la corruzione e mantenendo però, nonostante tutto, un inguaribile ottimismo, una
visione solare, un interesse sincero per persone e fatti.
Per i suoi studenti - dentro e fuori l’aula - Sandro ha rappresentato un punto di riferimento o per dirlo con le loro parole
nei molti messaggi ricevuti, “un esempio di come vivere
seguendo le proprie passioni con entusiasmo e coraggio, ma
anche con la consapevolezza del rischio che ciò comporta”,
“una di quelle persone che rendono questo mondo molto più
interessante”.
l IV FORUM ECONOMICO EUROPA-RUSSIA
Europa e Russia: quale partnership?
Nella suggestiva cornice di
Palazzo Salviati, sede del
Centro Alti Studi della Difesa
(CASD), sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica, con il patrocinio del Ministero degli
Affari Esteri e con il supporto di Cerved, il 15 e 16 maggio scorsi si è svolto a Roma
il IV Forum economico
Europa-Russia.
L’evento, a cui hanno
partecipato quasi duecento
relatori e di cui l’ISPI è stato
promotore insieme all’Institute for Eastern Studies di
Varsavia, fu lanciato inizialmente nel 2005. Ogni anno
viene realizzato in un paese
differente e, nonostante sia
recente la sua creazione, co-
stituisce ormai il principale
momento di incontro e dibattito fra policy-maker e think
tank europei e russi. L’ISPI
ha ritenuto importante contribuire alla realizzazione dell’evento, che si è tenuto in
Italia per la prima volta, sia
perché da sempre impegnato
a promuovere il dibattito
sulle tematiche internazionali e già co-promotore del
Foro di Dialogo Italo-Russo
insieme alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri e il
Ministero degli Affari Esteri,
sia per la particolare importanza che ha assunto l’edizione di quest’anno, collocata subito dopo le elezioni
presidenziali russe e a poca
distanza da quelle per il rinnovo della Duma.
Per tutti noi dell’ISPI – che abbiamo ricordato la sua scomparsa ad aprile con un concerto lo scorso 7 maggio – è stato
un vero amico e un collega indimenticabile.
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Paolo Magri
l Il Presidente
della Repubblica,
Giorgio Napolitano,
alla prima sessione
del Forum
l
l I relatori della sessione dedicata alla partnership tra Europa e Russia. Da sinistra:
Paolo Gnes, Josef Jerovsek, Brendan Donnelly e Maurizio Massari
Il Forum costituisce un’importante e forse unica occasione di scambio di idee sul
futuro delle relazioni EuropaRussia, che prescinde dalle
posizioni degli stati di provenienza dei partecipanti e si
propone di fornire utili spunti di riflessione anche per l’attuazione delle rispettive
politiche nazionali. Il Forum
ha visto la partecipazione, tra
gli altri, del Presidente della
Repubblica Giorgio Napoli-
tano, dell’ex Presidente della
Repubblica polacca Alexander Kwasniewski, del Presidente del CASD Luciano
Callini, del Presidente
dell’ISPI Boris Biancheri,
del Direttore dell’Economic
Forum Program Council
Zygmund Berdychowsky,
oltre a parlamentari nazionali ed europei, membri di
imprese, ricercatori di
numerosi think tank europei,
come CERI, IRIS, SWP e
Institute for Security and
Development Policy of
Sweden, nonché di tutti i
principali istituti di ricerca
politica ed economica russi.
Al centro del dibattito,
suddiviso in una decina di
discussion panel nei due
giorni dell’evento, vi sono
stati temi politici quali le
segue a pag. 2
BRUXELLES - EUROPEAN ECONOMIC GOVERNANCE MONITORING
Navigating Europe’s economy through turbolence
In una fase particolarmente turbolenta per i mercati finanziari, Jean-Claude
Trichet, Presidente della
Banca centrale europea, ha
ricordato che “l’Europa ha
oggi uno ‘scudo’, di dimensioni analoghe a quelle degli
Stati Uniti, per contrastare le
sfide ricorrenti dell’economia globale”. Trichet è
sicuro che la moneta unica
abbia contribuito alla stabilità: “a causa delle sfide della
globalizzazione e l’emergere
di nuove potenze economiche, l’Euro mi appare
perfino più necessario di 10
anni fa”. In questi giorni la
solidità dell’Euro è stata
apprezzata persino da antichi
avversari della moneta unica
– come il Wall Street Journal
e il Financial Times – che
hanno lodato ripetutamente
la strategia chiara e netta
della Bce. Tuttavia appaiono
ancora nette alcune debolezze dell’economia europea, messe in evidenza dalla
difficile fase attraversata dai
mercati finanziari.
Proprio di queste questioni
si è discusso a Bruxelles lo
scorso 28 maggio nella
Conferenza internazionale
“Navigating Europe’s economy through turbolence”, organizzata nell’ambito delle attività di EEGM
(European Economic Governance Monitor). La Con-
l Hans-Gert Pöttering,
Presidente del
Parlamento europeo
ferenza, che si è tenuta presso la sede dell’EPC, si è articolata in due sessioni. Nella
prima “Current issues for
European economic governance and proposed solutions” i cinque Istituti di
ricerca partner del network
internazionale (Chatham
House, EPC, IFRI, ISPI e
SWP) hanno presentato
delle policy recommendation (consultabili sul sito
www.eegm.eu) al Presidente
del Parlamento europeo,
Hans-Gert Pöttering.
In particolare, punto di
partenza del dibattito sono
state le risposte dell’economia europea alla crisi dei
mutui subprime americani e
i ripetuti appelli della BCE
volti a porre in essere
politiche rigorose nella consapevolezza che il ciclo economico negativo potrebbe,
invece, spingere ad un allentamento dei vincoli. La
prima sessione ha rappresentato, inoltre, l’occasione per
riflettere e comprendere
come e se le riforme previste
nel Trattato di Lisbona (il cui
processo di ratifica continua
malgrado il no irlandese)
possano realmente fornire
all’Unione europea i mezzi e
le competenze necessarie
per una migliore governance
dell’economia europea.
Jacques Mistral dell’IFRI
ha messo in evidenza l’importanza del progetto euro
che, nonostante i timori di
una recessione americana,
ha comunque contribuito a
sostenere e alimentare una
forte e sana crescita dell’economia europea. Mistral
non ha però risparmiato
critiche alla strategia di
Lisbona, che dovrebbe
essere rafforzata attraverso
l’individuazione di obiettivi
più mirati alla competitività
internazionale.
Di Lisbona ha anche par-
lato il Vicepresidente
dell’ISPI, Carlo Secchi, evidenziando che per spronare
la competitività e la crescita
europea sarebbe bene
rivedere l’Agenda di
Lisbona, che pur identificando chiaramente le aree di
riforma (mercato unico,
occupazione e innovazione)
non garantisce gli strumenti
e le politiche per realizzare le
stesse riforme. La proposta
di policy a tal riguardo è
quella di identificare delle
politiche decentralizzate in
ciascun stato membro (che
siano quindi maggiormente
adatte ai bisogni locali) e un
sistema di controllo centralizzato che agisca ex-post. Il
caso italiano, per esempio,
dimostra come il basso livello di spesa in ricerca e
sviluppo (solo l’1% del PIL
a fronte dell’obbiettivo del
3% fissato a Lisbona) sia
dovuto non tanto agli scarsi
investimenti pubblici (che
sono nella media di quelli
europei), quanto alla mansegue a pag. 2
Speculando
IL DECIMO COMPLEANNO
DELLA BCE
di Franco Bruni
Nel giugno del 1998 nasceva la BCE, dopo quattro anni
di lavoro preparatorio condotto dall’Istituto Monetario
Europeo. In sei mesi venivano prese le principali decisioni
strategico-organizzative e, all’inizio del 1999, veniva creato l’euro. Undici Paesi (ora divenuti 15) rinunciavano a
esercitare le politiche monetarie a livello nazionale e concentravano le relative decisioni nell’istituto di Francoforte,
al quale il Trattato di Maastricht garantiva forte autonomia
e assegnava l’obiettivo di mantenere stabile il livello generale dei prezzi nell’area dell’euro.
segue a pag. 7
l Joaquín Almunia,
Commissario europeo
per gli Affari economici
e monetari
COMITATO EDITORIALE
Boris Biancheri, Paolo Magri, Franco
Bruni (Direttore Responsabile)
EVENTI
2
ISPI - Relazioni Internazionali
segue dalla copertina
Europa e Russia: quale partnership?
prospettive della politica
interna e il ruolo della Russia
nello
scenario
internazionale, altri riguardanti la
sicurezza nei rapporti UeRussia, nonché temi più
prettamente
economici,
come gli investimenti diretti
esteri in Russia, la cooperazione industriale con paesi
Ue e non Ue, lo sviluppo
economico russo di lungo
termine ed il ruolo giocato
dalle risorse naturali.
È emersa più volte la priorità per i rappresentanti dei
paesi membri Ue, sebbene
non sempre condivisa negli
stessi termini da parte dei
partecipanti russi, di costruire una forte partnership
strategica con la Russia fondata sulla promozione e consolidamento dei valori
democratici, sul rispetto reciproco, sulla comune valutazione e risoluzione delle
questioni strategiche e, naturalmente, comprendente il
tema della sicurezza energetica. Questa indispensabile
partnership è stata oggetto di
analisi, anche alla luce del
cambio della presidenza: da
Vladimir Putin a Dmitry
Medvedev. Il nuovo Presidente russo, che ha
comunque Putin come proprio Primo ministro, nonostante un’immagine più aperta e dialogante soprattutto
con l’Occidente, seguirà le
linee politiche volte a rafforzare e stabilizzare la
potenza russa tracciate dal
suo predecessore. Il consolidamento del rapporto UeRussia rimarrà una necessità
per entrambe le parti. La
Russia, infatti, è il vicino più
grande dell’Europa alla
quale è legato, in una misura
maggiore rispetto a quanto
lo potrebbe essere nei confronti dell’Asia, da una
comunanza di valori religiosi e culturali, dagli avvenimenti storici e oggi, dai
rapporti economici concernenti soprattutto lo sfruttamento delle risorse energetiche russe.
Si rende quindi auspicabile il rafforzamento del dialogo instaurato tra le due
parti con l’Accordo di
l Il pubblico
assiste ai lavori
in Aula Magna
Partenariato e Cooperazione, il cui rinnovo è oggi un
imperativo per impostare un
nuovo paradigma nei rapporti bilaterali che prenda in
considerazione lo status
attuale della Russia. Il
legame con Mosca rimarrà
essenziale sia per la sua
membership permanente
all’interno del Consiglio di
Sicurezza dell’Onu, sia perché costituisce ancora un
centro di attrazione per alcuni paesi dell’ex Unione sovietica, dalle cui ricchezze
naturali l’Ue dipende, sia per
le possibili implicazioni derivanti dal ruolo di Mosca
nella balance of power. Il
contributo della Russia è
importante anche nella lotta
alle nuove minacce internazionali come il terrorismo,
la proliferazione delle armi di
distruzione di massa, l’inquinamento, la criminalità internazionale, l’immigrazione illegale e il narcotraffico.
Sono state analizzate le
relazioni Ue-Russia nel
campo della sicurezza alla
luce di diverse situazioni
quali il progetto statunitense
di scudo anti-missilistico da
installare sul territorio polacco e su quello della Repubblica Ceca; il doppio allargamento della Nato e della Ue
ad est in zone, cioè, di storica appartenenza all’Urss;
l’opposizione di Mosca
durante il recente Summit
Nato a Bucarest alla concessione all’Ucraina e alla
Georgia del Membership
Action Plan; l’operato del
Consiglio Nato-Russia, istituito nel 2002 come forum
per accrescere la cooperazione e instaurare un dialogo co-struttivo sulle questioni più attuali ed impellenti; la proclamazione unilaterale d’indipendenza del
Kosovo sostenuta dalla Ue e
dagli Usa ma fino all’ultimo
contrastata da Mosca.
Si è poi trattato più approfonditamente del mercato
russo e delle possibilità, nel
breve e lungo periodo, di
diversificare l’economia per
renderla meno dipendente
dalle risorse energetiche e
più stabile, capace, quindi, di
implementare la tanta auspicata modernizzazione del
paese, di introdurre delle tecnologie innovative che possano garantire lo sviluppo e
contribuire a risolvere le
problematiche sociali. Si è
discusso anche dei punti di
forza e di debolezza della
Russia, di quali settori economici e paesi attirino maggiormente l’interesse di
Mosca, del fenomeno della
creazione di grandi società
statali, soprattutto nei settori
considerati strategici per il
paese, che gestiscono le ricchezze nazionali e di quali
strumenti dispone l’Occidente per affrontare questa
situazione.
Infine, sono stati esaminati i rapporti che la Russia
intrattiene con l’Unione
europea alla quale Mosca
soddisfa, rispettivamente, il
24% e il 30% del fabbisogno
di gas naturale e petrolio,
mentre vi destina circa il
65% delle esportazioni proprie di gas e il 63% di petrolio. La Russia, infatti, ha
sviluppato un sistema articolato di gas e oleodotti che
rafforzano la dipendenza
europea dal Cremlino, basata soprattutto su intese bilaterali con i singoli paesi Ue
contrariamente alle aspirazioni di Bruxelles ad
instaurare un rapporto diretto tra l’Unione nella sua
globalità e Mosca.
L’Unione non nasconde,
quindi, il suo interesse ad
avere la Russia come controparte dell’intesa bilaterale
dell’Energy Charter predisposta da Bruxelles, che
richiede che Mosca apra il
proprio mercato dell’energia, attualmente in mano al
monopolista Gazprom, ai
membri Ue e contribuisca
così alla regolarità delle forniture di gas. Nel quadro
così tracciato si è, inoltre, discusso della politica energetica che Mosca attua nei confronti dei suoi vicini occidentali, che sono oggi dei
paesi di transito del gas russo
diretto alla Ue e con i quali
quest’ultima è intenzionata
ad instaurare una partnership nel settore energetico
per garantire la sicurezza dei
propri approvvigionamenti.
l INVITI A PALAZZO CLERICI
segue dalla copertina
Apertura straordinaria
Navigating Europe’s economy through turbolence
Anche quest’anno l’ISPI
ha aderito alla “Notte Bianca” organizzando visite guidate a Palazzo Clerici. Dalle
21.00 del 31 maggio all’1.00
del 1° giugno 2008 i visitatori
hanno potuto osservare le
stanze del palazzo e, in particolare, il Salone affrescato
dal Tiepolo nel 1741.
Emblema del barocchetto
lombardo e tipico esempio
della magnificenza del ceto
patrizio milanese agli inizi
del XVIII secolo, Palazzo
Clerici conserva al suo interno numerose opere d’arte:
dal ciclo di arazzi del fiammingo Jan Leyniers II, alle
boisieries di Giuseppe Cavanna, fino a uno dei più mirabili e ancora poco noti affreschi di Giambattista Tie-
polo. Nonostante abbia avuto
un ruolo cruciale nelle vicende artistiche e storiche
della Milano del Settecento e
dell’Ottocento e sia stato
anche protagonista di alcuni
significativi momenti della
vita politica e culturale
milanese nel corso del
Novecento, Palazzo Clerici è
ancora poco conosciuto dal
grande pubblico e, talvolta,
anche dagli specialisti.
visite guidate sia ospitando
manifestazioni di interesse
per la città (presentazioni di
libri; mostre dedicate a
Milano, alla sua storia e alla
sua cultura; concerti, iniziative benefiche e di organizzazioni non governative; celebrazioni del corpo consolare; ecc.), che coinvolgono
ogni anno più di 20.000 persone.
Per questo motivo l’ISPI,
che ha sede dal 1941 nel
Palazzo ed è da sempre
impegnato nel suo recupero e
valorizzazione, organizza
durante tutto l’anno una serie
di iniziative volte a restituire
il Palazzo alla città di Milano
nella sua pienezza, sia promuovendo periodicamente
È con questo intento che
l’ISPI, dopo aver già sperimentato le aperture straordinarie notturne in precedenti
edizioni della manifestazione, ha partecipato alla
nuova edizione della “Notte
Bianca” che ha riscontrato,
come gli anni scorsi, un
notevole interesse da parte
del pubblico.
l Il panel della seconda sessione, da sinistra: José Manuel Garcia-Margallo Y Marfil, Thomas Lambert, Quentin Peel,
David Wright, Marco Buti e Joaquín Almunia
canza di investimenti privati
che andrebbero, invece,
sostenuti e incentivati.
La mancanza di una
supervisione nel controllo
dei mercati finanziari
europei è stata inoltre evidenziata a più riprese come
punto debole della governance europea. In particolare per far fronte a tale lacuna gli esperti internazionali
hanno messo sul tavolo
diverse proposte: Daniela
Schwarzer dell’SWP, ad
esempio, ha sostenuto l’opportunità di introdurre un
vertice dell’Eurozona, mentre Vanessa Rossi di Chatham House ha suggerito la
convocazione di una riunione di un gruppo di esperti con l’obiettivo di raccomandare un nuovo quadro
del settore
europeo.
finanziario
Reagendo agli stimoli
degli Istituti partner, HansGert Pöttering ha affermato
che l’Unione europea
dovrebbe migliorare la produttività e la partecipazione
al mercato del lavoro con lo
scopo di restare competitiva
a livello globale. Ha poi
aggiunto, passando ad un
altro tema, che garantire un
approvvigionamento energetico maggiormente sicuro
rappresenta ormai una
necessità improrogabile.
“Ora ci si rende conto che
l’energia è necessariamente
un aspetto politico che deve
essere trattato a livello
europeo” ha aggiunto.
La seconda sessione “Is
there a need to reform
European economic governance and what are the
future challenges?” ha rappresentato un momento di
dibattito tra altri funzionari e
personalità politiche (come
Marco Buti, Vice Direttore
Generale, DG Affari Economici e Finanziari e David
Wright, Vice Direttore Generale, DG Servizi e Mercato Interno) che hanno
affrontato temi quali la corsa
al rialzo dei prezzi, la riforma del mercato del lavoro, la
sorveglianza dei mercati
finanziari, che sono al centro
dell’agenda dei leader politici e di grande impatto sull’opinione pubblica europea.
Al termine degli interventi
il Commissario Almunia ha
chiuso i lavori con un inter-
vento che ha avuto grande
eco presso i media. Almunia
ha identificato nel prezzo del
petrolio e delle merci la principale causa dell’attuale difficile contesto economico.
Per Almunia, la ricetta, difficile da applicare, sarebbe
quella di un maggior coordinamento delle politiche di
bilancio, pur salvaguardando l’autonomia dei singoli
stati. Almunia si è poi detto
contrario a interventi fiscali
nazionali, riferendosi chiaramente alle proposte di
Sarkozy che aveva avanzato
l’ipotesi di un tetto all’Iva
che grava sul prezzo del
petrolio. A tal riguardo ha
ricordato che l’impegno
preso alla riunione Ecofin di
Manchester del 2005 è stato
quello di evitare interventi
unilaterali.
EVENTI
ISPI - Relazioni Internazionali
3
l LIBRI A PALAZZO CLERICI
Manguel e Perissich: incontri con la cultura internazionale
L’ISPI – che fino a poco
tempo fa non organizzava
presentazioni di volumi (e in
particolare volumi di narrativa), ma soltanto tavole
rotonde che avevano sullo
sfondo e prendevano come
spunto la pubblicazione di
un volume su tematiche di
economia e politica internazionale coincidenti con le
aree di attività dell’Istituto –
ha lanciato alla fine del 2006
la nuova iniziativa “Libri a
Palazzo Clerici – Incontri
con la cultura internazionale”. Si tratta di un
ciclo di incontri organizzato
in collaborazione con le
principali case editrici, nell’ambito del quale l’Istituto
ospita autori di rilievo internazionale, come è accaduto
negli ultimi mesi con
Alberto Manguel e Riccardo
Perissich.
Manguel e Eco:
i libri di una vita
“I libri di una vita”,
questo il titolo dell’incontro
che ha visto protagonisti
Umberto Eco e Alberto
Manguel il 12 maggio scorso. L’occasione per discorrere di lettura e del ruolo
della cultura nella nostra
società è nata dalla presentazione del libro di Manguel
“Al tavolo del Cappellaio
matto” (Rosellina Archinto
Editore), una raccolta di
saggi che ha come filo conduttore la follia, protagonista
in ogni epoca non solo della
finzione artistica, ma anche
della vita reale.
Manguel, scrittore e saggista nato a Buones Aires ma
che ha vissuto in Italia,
Francia, Inghilterra e Tahiti,
ha presentato un mosaico di
personaggi letterari e storici,
di artisti e di opere che attingono alla fonte della pazzia
per sfidare, nel bene e nel
male, regole e istituzioni.
“Manguel si diletta nel percorrere labirinti” è la spiegazione data da Umberto
Eco durante la presentazione.
Eco e Manguel, che hanno
conversato con il Presidente
dell’ISPI, Boris Biancheri, si
sono confrontati e hanno
ammaliato con la loro dialettica il numeroso pubblico,
giocando con intelligenza
sulle definizioni, a cominciare da quella di “lettore
ideale” (“i censori sono i lettori ideali perché hanno capito l’importanza dell’opera”
una delle argute definizioni )
per finire con quella di biblioteca quale luogo fisico
della cultura, un simbolo
l Renato Ruggiero, Riccardo Perissich, Franco Bruni e Nicola Rossi
centrale di quello che una
società esprime, luogo che
custodisce ma insieme
seleziona il sapere.
“Il piacere della lettura,
fondamento dell’arte di ogni
lettore, si presenta variegato
e molteplice. Quanti di noi
che si scoprono lettori, scoprono di esserlo ognuno a
modo proprio, personale e
diverso”, ha affermato
Manguel in chiusura. “Non
esiste una storia unanime
della lettura bensì tante storie
di lettori. Condividiamo certi
tratti, certe abitudini e formalismi, ma la lettura resta
un atto individuale. Non sogniamo tutti allo stesso
modo, né facciamo l’amore
alla stessa maniera, e
analogamente, non tutti leggiamo secondo canoni
uguali. I libri che attraversano le nostre vite sono, per
ognuno di noi, meravigliosamente diversi, come lo sono
le nostre esistenze.”
Perissich e il rilancio
dell’Europa
l Boris Biancheri tra gli
scrittori Umberto Eco e
Alberto Manguel
l TAVOLE ROTONDE ISPI-LIMES
l
Il 5 giugno si è tenuto l’incontro “L’Unione Europea
al bivio: rilancio o decli-
no?”. All'evento, organizzato in occasione della pubblicazione del volume “L’Unione europea. Una storia non
ufficiale” di Riccardo Perissich, edito da Longanesi,
hanno partecipato, oltre
all’autore, Franco Bruni,
Vicepresidente dell’ISPI e
Professore di Teoria e politica monetaria internazionale
presso l’Università Bocconi;
Nicola Rossi, Senatore e
Professore di Analisi economica dell’Università di
Roma “Tor Vergata” e
Renato Ruggiero, Ambasciatore, già Consigliere del
Presidente del Consiglio per
la Dichiarazione sul futuro
dell’Europa e Ministro degli
Affari Esteri.
La presentazione del libro
di Perissich, un’opera “godibile” che intreccia la storia
con eventi che illustrano il
quotidiano della vita della
sua burocrazia, spesso valida
interprete dell’interesse politico, è stata l’occasione per
discutere dell’Europa e del
suo futuro. Dalla discussione
è emersa la riflessione che,
nell’attuale situazione internazionale, l’Europa non
possa più basare la propria
esistenza solamente su motivazioni interne. Le spinte
esterne, derivanti da una
sempre maggiore forza
politica ed economica delle
potenze emergenti, dovrebbero indurre gli europei a
uno sforzo unitario maggiore. Tuttavia, le incognite
rimangono ancora tante: da
una opinione pubblica distratta sulle questioni europee, alla necessità, chiaramente individuata ma sempre disattesa, di una rappresentanza unitaria europea
nelle maggiori sedi decisionali, dal G8 al Consiglio di
Sicurezza ONU.
QUADERNI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI
Tibet nelle pagine di Limes La prova del Kosovo
Il 21 aprile, per il ciclo di
incontri organizzati dall’ISPI
in collaborazione con la rivista “Limes”, si è tenuta una
Tavola Rotonda sul tema
“Tibet: la Cina alla prova
delle Olimpiadi”, in occasione della contemporanea
uscita del quaderno speciale
di “Limes” sul tema “Tibet,
la Cina è fragile”, nel quale,
prendendo spunto dalle proteste anti-cinesi che hanno
coinvolto in molte parti del
mondo il percorso della fiaccola olimpica, la rivista di
geopolitica ha analizzato la
questione tibetana grazie all’intervento, sulle sue pagine,
di molti esperti del settore.
All’evento hanno partecipato Lucio Caracciolo, Direttore di “Limes”; Renzo Cavalieri, Professore di Diritto
comparato dell’Università
Ca’Foscari di Venezia; Paolo
Magri, Direttore dell’ISPI;
Paolo Pobbiati, Presidente
della Sezione italiana di Amnesty International e Piero
Verni, Giornalista, Scrittore
ed ex Presidente dell’associazione Italia-Tibet.
Partendo dall’intervista al
Dalai Lama pubblicata proprio sul numero di “Limes”,
la discussione tra gli ospiti
della Tavola Rotonda ha
messo in luce le differenze
politiche tra la linea “moderata” del Dalai Lama, che
avversa l’idea di un Tibet
indipendente e ambisce a
una coesistenza pacifica tra
Tibetani e Cinesi, e quella
dei gruppi dissidenti tibetani
che, pur utilizzando mezzi
pacifici di protesta, si fanno
promotori di una politica più
dinamica e attiva.
Il dibattito si è poi allargato
toccando punti importanti,
quali l’incapacità cinese di
alimentare una efficace soft
power, il problema dei diritti
umani in Cina e la sua, sep-
pur lenta, apertura verso lo
stato di diritto a cominciare
dagli anni ’80.
Dire oggi se le pressioni
occidentali abbiano ottenuto
qualche risultato è prematuro, tuttavia la Cina sembra entrata in una fase di riflessione, testimoniata anche
dalle recenti aperture ad una
soluzione negoziata: la politicizzazione della kermesse
olimpica si sta trasformando
in uno smacco per la Cina,
per i suoi sforzi di apparire
come una pacifica potenza in
ascesa e una ‘società armonica’ all’interno dei propri
confini. La Cina pare essere
stata presa in contropiede,
perché criticata non solo
dagli Stati Uniti (in prima
linea da tempo sul Tibet e sul
rispetto dei diritti umani nell’ex Impero di Mezzo), ma
anche dai ‘docili europei’ e
dagli ‘amici’ (il premier australiano Kevin Rudd).
l Piero Verni, Lucio Caracciolo, Paolo Magri, Paolo Pobbiati e Renzo Cavalieri
In occasione dell’uscita
del sesto numero della rivista dell’ISPI Quaderni di
Relazioni Internazionali
dedicato a “La sovranità nell’epoca della politica globale” sono stati organizzati
due incontri, il primo a
Milano e il secondo a
Roma.
La rivista dell’ISPI affronta il tema con un’ottica plurale, ospitando articoli di
esperti di varie discipline
(politologia, diritto, storia)
oltre al punto di vista di un
diplomatico; inoltre una
sezione di documentazione
approfondisce, in questo
numero, il piano Ahtisaari e
la situazione in Kosovo.
A Milano l’incontro,
tenutosi il 16 aprile e organizzato anche in occasione
della pubblicazione del
numero di marzo di
“Limes” dedicato al Kosovo, ha visto la partecipazione di Lucio Caracciolo, Direttore della rivista
“Limes”; Alessandro Colombo, Senior Research
Fellow dell’ISPI e Professore presso l’Università
degli Studi di Milano e
Paolo Magri, Direttore
dell’ISPI.
Analizzando gli eventi
contingenti che hanno portato alla proclamazione dell’indipendenza del Kosovo
dalla Serbia, la discussione
si è poi incentrata sui processi internazionali che
hanno favorito questo “caso
unico” di indipendenza.
Caracciolo, muovendo dall’analisi di “cosa sia il
Kosovo”, ha delineato la
profonda e sostanziale distinzione tra “il Kosovo teorico e quello effettivo”. Con il
supporto di documentazione
internazionale il Direttore di
“Limes” ha delineato il pericolo che in Kosovo possano
trovare spazio organizzazioni criminali. Caracciolo
ha poi evidenziato i motivi
geo-politici che fanno del
Kosovo un territorio di
grande importanza per
l’Italia, a cominciare dalla
presenza militare nell’area.
Colombo, riprendendo gli
spunti proposti da Caracciolo, ha orientato il suo
intervento sul ruolo della
“comunità internazionale”,
offrendo un’analisi critica
del suo concetto e delle incoerenze e contraddizioni
che sono emerse proprio relativamente all’area balcanica e al Kosovo.
La rivista è stata poi pre-
sentata il 3 marzo a Roma
presso l’Associazione della
Stampa Estera. Sono intervenuti alla Tavola Rotonda,
intitolata “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo”
l’Ambasciatore Silvio Fagiolo, Professore di Relazioni Internazionali presso la
LUISS di Roma e già Rappresentante
Permanente
d’Italia presso l’Unione Europea; il Professor Agostino
Giovagnoli, Docente di
Storia contemporanea presso
l’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano; il
Ministro Plenipotenziario
Maurizio Massari, che è
attualmente Capo dell’Unità
di analisi e programmazione
del Ministero degli Affari
Esteri ed è stato capo della
Missione OSCE in Serbia e
Montenegro e l’Onorevole
Umberto Ranieri, Presidente
della Commissione Affari
Esteri e Comunitari della
Camera dei Deputati. Il
Presidente dell’ISPI, Boris
Biancheri ha moderato l’incontro.
Il dibattito ha, dapprima,
ricordato che la globalizzazione, lo sviluppo di un
diritto “cosmopolita” e la
ricomparsa di soggetti non
statali mettono in evidenza
fenomeni di erosione dello
Stato sulla politica internazionale e la sua incapacità
a governare tali fenomeni. È
stato, successivamente, sottolineato che i diversi fattori
di erosione non sono però
ancora sufficienti a sradicare
il tradizionale impianto interstatale della politica internazionale. Nonostante la diffusione di diversi attori non
statuali quali, ad esempio,
gruppi terroristici, gli stati
rimangono ancora i principali protagonisti delle
alleanze, della diplomazia e
della cooperazione internazionale.
l Maurizio Massari, Umberto Ranieri, Boris Biancheri, Silvio Fagiolo e Agostino Giovagnoli
4
EVENTI
l L’ITALIA NEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI
Diplomazia in campo all’ONU
L’11 marzo si è svolta la
Tavola Rotonda “Diplomazia in campo: l’Italia e il
Consiglio di Sicurezza
ONU”. All’evento, organizzato in occasione della pubblicazione del volume
“L’Italia all’ONU. 19931999. Gli anni con Paolo
Fulci: quando la Diplomazia fa gioco di squadra”,
edito da Rubbettino e realizzato nell’ambito del ciclo
“Globe - Orientamento alle
Carriere Internazionali”,
sono intervenuti numerosi e
prestigiosi ospiti, moderati
dall’Amb. Boris Biancheri,
Presidente dell’ISPI: l’Ambasciatore Francesco Paolo
Fulci, Rappresentante Permanente ONU dal 1993 al
1999; Paolo Mastrolilli,
Giornalista del TG1; il Senatore Gian Giacomo Migone, Presidente della Commissione Esteri del Senato
dal 1996 al 2001; Ettore
Sequi, Ambasciatore d’Italia
in Afghanistan ed il Direttore
Generale Affari Politici
Multilaterali presso il
Ministero degli Affari Esteri,
l L’Ambasciatore
Francesco Paolo Fulci,
Rappesentante
Permanente ONU
dal 1993 al 1999
Ambasciatore Giulio Terzi di
Sant’Agata.
L’incontro ha fornito l’occasione per i diretti protagonisti di ripercorrere una pagina della politica estera italiana che ha fatto onore alla
nostra diplomazia. Tra il
1993 e il 1998 l’ipotesi di un
ingresso di Giappone e
Germania nel Consiglio di
Sicurezza della Nazioni
Unite divenne concreta e
allarmò l’Italia: l’Ambasciatore Fulci si fece interprete
dell’interesse nazionale.
Dinnanzi al rischio concreto di declassamento dell’Italia rispetto alle medie
potenze che avrebbero preso
parte come membri permanenti al nuovo consiglio di
sicurezza - che avrebbe potuto includere anche Brasile,
India e Nigeria - il gruppo
italiano alla rappresentanza
di New York mise in moto la
macchina diplomatica.
Furono messi in evidenza
“i risultati catastrofici” che la
riforma avrebbe comportato:
l’Onu avrebbe vissuto un’ulteriore perdita di democraticità, l’Unione Europea si
sarebbe arresa definitivamente ad ogni possibilità di
creare un seggio europeo e
avrebbe visto rianimati i vizi
nazionalistici, l’Italia sarebbe stata “umiliata e retrocessa”, come detto da Fulci.
L’opposizione a una simile
riforma, organizzata nel
gruppo del Coffee Break,
nome derivante dalle riunioni
che si tenevano il lunedì mattina, ebbe successo. Lo stallo
che tutt’oggi perdura sulla
questione, secondo tutti i
conferenzieri, è destinato a
resistere “sempre che l’Italia
non faccia auto-goal”.
l L’Ambasciatore Giulio
Terzi di Sant’Agata,
Direttore Generali Affari
Politici Multilaterali del
MAE
ISPI - Relazioni Internazionali
l INCONTRI RISTRETTI PER LE IMPRESE
Brasile, Cina, Finanza Internazionale
Per il 2008 il programma
Executive Briefing dell’ISPI, che si propone di
fornire ad aziende ed istituzioni alcuni approfondimenti utili per identificare
nuove tendenze economiche e
politiche, cogliere opportunità
emergenti, individuando i fattori strutturali di rischio, si è
inaugurato il 6 marzo con un
incontro dedicato ai “Nuovi
assetti politico-economici
internazionali”, seguito l’8
aprile da un incontro su “La
‘potenza’ Brasile in un’America Latina tra crescita,
inflazione e populismo”, per
poi proseguire il 4 giugno con
un appuntamento su “La
Cina: sfide e opportunità
nell’anno delle Olimpiadi”.
Il primo incontro, coordinato da Mario Deaglio, Docente presso l’Università degli
Studi di Torino, l’Ambasciatore Sergio Romano e Franco
Zallio, Direttore “Global
Watch” dell’ISPI, si è occupato di tracciare un’analisi del
contesto politico ed economico internazionale a cominciare dal ruolo degli Stati Uniti e
dell’eredità che lascerà il
Presidente Bush alla fine dell’anno. Sul piano prettamente
economico si è cercato di
analizzare quale impatto
mondiale avrebbe una recessione negli Usa.
Il secondo workshop si è
occupato del Brasile, presentando alcuni aspetti caratterizzanti del paese e della sua
economia.
L’ultimo incontro ha visto
anche la partecipazione di
Renzo Cavalieri (Docente di
Diritto Comparato all’Università Ca’ Foscari di Venezia) e si è avvalso della testimonianza di Rudolf Colm
(Presidente di Bosch Italia).
Nel corso del workshop sono
state affrontate le opportunità
offerte dall’economia cinese
in uno scenario in evoluzione; le sfide generate dal
vorticoso sviluppo e il loro
impatto sulla stabilità politica.
Un ulteriore incontro sui
“Nuovi assetti politico-economici internazionali” è
stato organizzato dall’ISPI il 6
giugno a Fabriano presso la
sede di Indesit, alla presenza
di una cinquantina di alti dirigenti dell’azienda.
Anche nell’ambito del
progetto Med Business di
ISPI e Intesa Sanpaolo, sono
stati promossi alcuni workshop a porte chiuse, denominati Med Executive Briefings e rivolti ad aziende e
enti che si caratterizzano per
una forte proiezione internazionale.
Il primo workshop, che si è
svolto il 22 aprile, è stato dedicato al quadro economico
generale della regione e ad
approfondimenti sui singoli
paesi, con particolare attenzione ai relativi fattori di
attrazione. L’incontro è stato
coordinato da Franco Zallio e
Valeria Talbot dell’ISPI, con
l’intervento di Bénédict de
Saint-Laurent di ANIMA
Investment Network. Il secondo incontro, che si è tenuto il 17 giugno, si è focalizzato su energia e trasporti nel
Mediterraneo e ha previsto
gli interventi di Franco Zallio
e Alga Danila Foschi,
dell’Università di Pisa.
l OSSERVATORIO SICUREZZA E STUDI STRATEGICI
La natura dei nuovi conflitti e il ruolo della Nato
Tra pace e guerra
“Il confine fra pace e
guerra tra nuove minacce e
diritti umani”, questo il titolo della Tavola Rotonda organizzata dall’ISPI e tenutasi a
Palazzo Clerici lo scorso 18
marzo.
L’incontro si è occupato
essenzialmente di analizzare
la natura dei nuovi conflitti:
l’esplosione di conflittualità
degli ultimi decenni ha messo
in evidenza l’equivocità del
processo di rimozione del
concetto di guerra in atto nel
nostro tempo. Le differenti
competenze dei conferenzieri
hanno permesso un’ampia
comprensione della questione, che coinvolge aspetti
politici, giuridici e militari.
All’incontro hanno, infatti,
partecipato: Fabio Bendinelli,
dello Stato Maggiore dell’Esercito; Alessandro Colombo, Ricercatore presso
l’ISPI e Docente di Relazioni
Internazionali presso l’Università degli Studi di Milano;
Edoardo Greppi, Docente di
Diritto Internazionale all’Università di Torino; Francesco
Mancini, dell’International
Peace Academy; e Arianna
Vedaschi, Professore associato di Diritto Pubblico comparato presso l’Università
Bocconi.
“La Nato in Afghanistan:
quale ruolo dopo il
summit di Bucarest?”
All’evento, tenutosi il 7
aprile e organizzato nell’ambito dell’Osservatorio Sicurezza e Studi Strategici
dell’ISPI, hanno partecipato:
Silvio Fagiolo, Professore
alla Luiss; Emanuele Giordana, Giornalista di Lettera22 e Asia Major; Paolo
Magri, Direttore dell’ISPI;
Alessandro Minuto-Rizzo,
già Vice Segretario Generale
della Nato.
Il tema dell’Afghanistan è
sempre più rilevante nell’agenda
politica
internazionale, ancora di più lo è
in quella della Nato, impegnata nella più grande missione che abbia mai compiuto. Il vertice di Bucarest, che
ad inizio aprile si era appena
chiuso, ha fornito nuovi
spunti sulla direzione strategica della Nato in
Afghanistan con la richiesta,
americana e canadese, di un
maggiore coinvolgimento
europeo.
l Da sinistra: Francesco Mancini, Arianna Vedaschi, Alessandro Colombo, Edoardo
Greppi e Fabio Bendinelli
l “OLTRE” LE OLIMPIADI
l OSSERVATORIO MEDITERRANEO
Iran e unione per il Mediterraneo Sport e politica internazionale
l Domenico Giorgi,
Franco Zallio e Roberto
Aliboni
“L’Iran tra ambizioni
regionali e debolezze
interne”
Il 5 marzo si è tenuta una
Tavola Rotonda sulla questione iraniana, proprio in
concomitanza con le elezioni
che si sono svolte nel paese.
All’evento hanno partecipato: Paolo Cotta Ramusino,
Segretario Generale del Pugwash Conferences on Science and World Affairs;
Bernard Hourcade, Professore presso il CNRS di
Parigi; Riccardo Redaelli,
Docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano; e Franco Zallio,
Responsabile dell’Osservatorio Mediterraneo dell’ISPI.
Zallio ha introdotto la
questione parlando dell’utilizzo inefficiente delle rendita petrolifera dell’Iran. Sono
state poi proposte alcune riflessioni sulla politica estera
del regime di Teheran.
Redaelli si è soffermato sul
fatto che l’accentuazione
della linea ideologica e l’isolamento internazionale hanno reso sempre più insicuro,
e quindi irrazionale, il regime
iraniano, aumentando di fatto
i rischi per la comunità internazionale.
“Anche nel Mediterraneo
l’Unione fa la forza?
Le prospettive dell’Unione
per il Mediterraneo”
La Tavola Rotonda tenutasi
il 17 aprile ha visto la partecipazione di Roberto Aliboni,
dello IAI; Domenico Giorgi,
della Direzione Generale
Mediterraneo e Medio
Oriente del Ministero degli
Affari Esteri e di Franco
Zallio.
Zallio ha richiamato le
ragioni del ritorno di interesse per il Mediterraneo:
l’elevato prezzo del petrolio
ha stimolato una consistente
crescita economica in tutta la
regione mentre l’iniziativa
statunitense sta portando ad
un rilancio dei processi
negoziali, ancora incerto e
confuso ma che potrebbe
sortire risultati.
Aliboni ha ricordato i punti
delicati della proposta di
Unione per il Mediterraneo,
in particolare l’inclusione dei
Balcani, l’illusione di poter
costruire un processo cooperativo che ignori il ruolo centrale dei conflitti regionali, il
tentativo impossibile di coinvolgere i soli paesi rivieraschi
della Ue in una iniziativa che
ha forti implicazioni per la
politica estera di tutta
l’Unione.
Giorgi ha analizzato,
infine, la proposta francese e
il dibattito in corso a livello
bilaterale e comunitario sull’iniziativa. Un approfondimento è stato dedicato alle
prime ipotesi sui progetti
attorno a cui l’Unione
dovrebbe organizzarsi e sulla
sua struttura istituzionale.
Il vertice di Parigi del 1314 luglio prossimi, in cui
l’UMed verrà varata, farà
luce su molte di queste incognite. Contemporaneamente,
hanno convenuto i relatori,
occorrerà lavorare per evitare
che l’UMed passi senza che
ci sia una adeguata riforma
del Processo di Barcellona
nel suo complesso.
Sport e politica internazionale nel corso della storia si sono incrociati più
volte. Il possibile boicottaggio delle olimpiadi di
Pechino appare, infatti, solo
l’ultimo capitolo di questo
lungo rapporto. Dell’argomento si è discusso il 26
maggio all’ISPI durante la
Tavola Rotonda “Sport e
politica internazionale
‘oltre’ le Olimpiadi”.
All’evento hanno partecipato: Claudio Arrigoni,
Giornalista sportivo e Scrittore; Sergio Giuntini, Membro del Consiglio Direttivo
della Società Italiana di
Storia dello Sport; il Campione olimpionico Pietro
Mennea e Lucio Valent,
Docente presso l’Università
degli Studi di Milano.
Partendo dallo stretto rapporto tra politica e sport gli
ospiti hanno delineato alcuni
passaggi storici significativi,
soprattutto relativi alle
Olimpiadi: dall’edizione del
1920 ad Anversa, con la
Germania non gradita ed
esclusa, all’edizione di
Berlino del 1936, assegnata
nel 1931 anche come gesto
simbolico di riconciliazione
europea prima dell’ascesa di
Hitler, ma che divenne strumento d’esaltazione del
regime nazista. Quella edizione segnò anche il primo
tentativo di boicottaggio:
una contro-olimpiade avrebbe, infatti, dovuto te-nersi a
Barcellona ma il colpo di
stato di Francisco Franco ne
impedì l’organizzazione.
Ci si è poi soffermati sulle
cinque edizioni a cui ha
preso parte Pietro Mennea,
tutte segnate dal rapporto
con la politica: nel 1972 a
Monaco vi fu il famoso
attentato contro gli atleti
israeliani, nel 1976 a
Montreal molti paesi africani
non parteciparono alle gare
per protesta contro l’apartheid, nel 1980 a Mosca e
nel 1984 a Los Angeles le
due superpotenze si boicottarono a vicenda nel pieno di
una ripresa della guerra fredda, mentre anche a Seul se
ne discusse. Il CIO avvisò i
due blocchi che un eventuale
boicottaggio sarebbe costato
loro l’esclusione dal movimento olimpico. Ragioni
che risiedono prevalentemente nella distensione
internazionale portarono alla
partecipazione delle grandi
potenze. Si registrarono
comunque alcune defezioni:
Cuba, Etiopia e Corea del
Nord.
Ma anche altri eventi
sportivi sono stati coinvolti
in vicende politiche. In Italia
vi fu clamore per la finale
della Coppa Davis di tennis,
giocata e vinta a Santiago del
Cile in pieno regime Pinochet, in Francia vi furono
manifestazioni contro i mondiali di calcio organizzati nel
1978 dall’Argentina dei
colonnelli.
Lo sport si è offerto spesso
anche come tentativo di
apertura al dialogo: celebre
la partita di tennis tavolo nel
1971 tra Stati Uniti e Cina
Popolare, rivelatrice dei
futuri sviluppi tra le due
potenze, tese in un dialogo,
“la diplomazia del pingpong”, che prese il nome
proprio dall’evento sportivo.
Pochi mesi dopo, in segreto,
Kissinger, allora consigliere
alla Sicurezza Nazionale,
incontrò Chu En-lai, l’anno
sucessivo il presidente
Nixon compì una storica
visita ufficiale a Pechino.
EVENTI
ISPI - Relazioni Internazionali
5
l L’EUROPA VA A SCUOLA
l OSSERVATORIO EUROPA
Conclusa con successo la quarta edizione
Il bilancio Ue
Per il quarto anno consecutivo l’ISPI ha promosso il
progetto “L’Europa va a
scuola” che mira a sensibilizzare i giovani studenti delle
scuole medie superiori sui
temi dell’integrazione europea e dell’attualità comunitaria. Partito nel 2005 dalla
Provincia di Milano, il progetto ha riscontrato un successo crescente testimoniato
dall’aumento del numero di
Province coinvolte e dall’interesse mostrato da docenti e
studenti. L’edizione di quest’anno (realizzata con il supporto delle Province di
Milano, Genova, Pisa e
Catania ed in collaborazione
con il Ministero della Pubblica istruzione, le Rappresentanze in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo e la Fondazione Banco di Sicilia) ha
visto la partecipazione delle
scuole medie superiori delle
Province di Milano, Genova,
Pisa e Catania, registrando
numeri record: 8 conferenze
(due per ogni Provincia
partecipante), oltre 70 istituti
superiori, 200 classi e circa
6.000 studenti coinvolti.
L’evento di chiusura a livello nazionale del progetto
si è tenuto lo scorso 7 maggio a Palazzo Clerici.
Durante la mattinata dei
lavori i ragazzi hanno assisto
alla Tavola Rotonda “Cittadini dell’Europa del futuro” (a cui hanno preso
parte, tra gli altri, Alberto
Mattioli, Vice Presidente
della Provincia di Milano e
Giovanni Puglisi, Presidente
della Fondazione Banco di
Sicilia e Rettore dell’Università IULM) e sostenuto le
manches finali del quiz a
premi “Chi vuol essere
europeo” che ha incoronato
la classe vincitrice della
Provincia di Milano e la
classe vincitrice finale dell’intero progetto. Raggiungendo il punteggio massimo
(1 milione di punti) in poco
meno di tre minuti, la 3E
serale del Liceo Caboto di
Genova ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza delle
classi milanesi, catanesi e
pisane aggiudicandosi così
l’ambito premio: un viaggio
a Strasburgo.
Prima tra le classi milanesi è invece risultata la 2BT
dell’ITST Gentileschi, che si
è aggiudicata come premio
dei lettori mp4 ed è stata premiata il 9 maggio al Palalido
in occasione della festa per
l’Europa organizzata dall’Ufficio a Milano del Parlamento Europeo (anche questa classe parteciperà al viaggio a Strasburgo).
Elemento di novità rispetto alle passate edizioni è
stato il corso “I Mercoledì
de l’Europa va a scuola”,
un ciclo di seminari di formazione e di approfondimento dedicato ai docenti de
“L’Europa va a scuola” che
l’ISPI ha realizzato in collaborazione con l’Ufficio
Scolastico della Regione
Lombardia.
Anche quest’anno, quindi,
il progetto ha riscosso un
grande successo, testimoniato non solo dall’alto numero
di partecipanti ma anche dai
messaggi di incoraggiamento a proseguire il progetto
che sono arrivati numerosi
nel Forum che può essere
visitato
sul
sito
www.europavaascuola.eu.
L’ISPI è già in moto per
organizzare una nuova edizione del progetto da declinare, ancora una volta, in
ambito nazionale e allargato
a nuove Province italiane.
l Giovanni
Puglisi, Presidente
della Fondazione
Banco di Sicilia,
che ha sostenuto
il progetto
l ORIENTAMENTO ALLE CARRIERE INTERNAZIONALI
Nuova edizione di Globe a Palermo
Era l’inizio di maggio del
2001 quando l’ISPI lanciò
per la prima volta Globe, il
salone italiano sulle carriere
internazionali. Sono passati
7 anni e oltre 10.000 giovani
hanno partecipato alle 10
edizioni della manifestazione organizzate dall’ISPI a
Milano ed “esportate” nel
resto d’Italia: da Torino a
Napoli, da Genova a Roma
sino a giungere quest’anno a
Palermo.
Globe Palermo si è svolto
il 18 aprile scorso presso il
Castello Uveggio, sul Monte Pellegrino. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 500 giovani,
è stata organizzata con il sostegno della Fondazione
Banco di Sicilia e con i
patrocini a titolo gratuito del
Ministero degli Esteri, della
Regione Sicilia e l’Alto
Patronato della Presidenza
della Repubblica.
La giornata ha previsto 15
Tavole Rotonde e la presenza di oltre 20 relatori, tra
diplomatici, funzionari internazionali e operatori di
ONG. In apertura, dopo i
saluti del Prof. Puglisi, Presidente della Fondazione
Banco di Sicilia, e di Paolo
Magri, Direttore dell’ISPI,
che hanno sottolineato l’importanza di realizzare Globe
in Sicilia, terra che ha dato i
natali a numerosi diplomatici e funzionari internazionali, è intervenuto l’Ambasciatore Paolo Fulci, originario
di Messina e già rappresentante italiano alle Nazioni
Unite alla fine degli anni
’90, quando con un’azione
l Un gruppo di
partecipanti a Globe
mentre chiedono
informazioni
allo stand dell’ISPI
diplomatica straordinaria, ha
bloccato la riforma del Consiglio di Sicurezza che
avrebbe collocato l’Italia in
una posizione di secondo
piano. Fulci ha indicato le
caratteristiche che un giovane deve avere per intraprendere una carriera internazionale: attenzione e curiosità,
flessibilità, capacità di dialogo e di analisi di tutte le situazioni.
Carriera diplomatica,
Organizzazioni
Internazionali e ONG
A seguire la sessione sulla
carriera diplomatica - alla
quale hanno preso parte
l’Ambasciatore Giacomo
Sanfelice di Monteforte,
Direttore Generale per l’Organizzazione e le Risorse
Umane del Ministero degli
Affari Esteri, e alcuni giovani diplomatici - durante la
quale è stato spiegato in cosa
consiste il lavoro del diplomatico, quali siano i percorsi
di carriera una volta entrati al
Ministero e quali siano i requisiti per accedervi. I giovani diplomatici hanno raccontato, infine, la loro esperienza di lavoro nei primi
mesi al Ministero.
In parallelo si è tenuta la
sessione “Lavorare nelle
ONG” nell’ambito della
Nel settembre 2007 la
Commissione europea ha
avviato presso tutti gli Stati
membri dell’Unione una
consultazione finalizzata a
raccogliere proposte in vista
della revisione generale delle
Prospettive finanziarie programmata per il periodo
2008/2009. A tal fine l’ISPI,
in collaborazione con la
Rappresentanza a Milano
della Commissione europea,
ha organizzato, lo scorso 17
marzo, l’incontro ristretto
“Riformare il bilancio,
Cambiare l’Europa” a cui
hanno preso parte una trentina di personalità del mondo
accademico, politico, istituzionale e giornalistico fra
cui Carlo Bastasin (Vicedirettore de “La Stampa”),
Angelo Cardani (Università
Bocconi) e Cristiana Muscardini (Parlamento europeo). Al discorso introduttivo di Silvano Presa (DG
Bilancio della Commissione
europea), che ha inquadrato
le tematiche maggiormente
sensibili, è seguito l’ampio
dibattito dei partecipanti, che
hanno commentato le attuali
Prospettive finanziarie dell’Unione e formulato diverse
proposte di revisione.
In particolare, è emerso a
più riprese il ruolo che il
bilancio comunitario dovrebbe svolgere per affrontare le grandi sfide dell’Europa del futuro: la crescita economica in una
prospettiva di instabilità dei
mercati internazionali; la
coesione economica e
sociale; la ridefinizione della
politica agricola comune; la
pressione dei flussi migratori; la sicurezza e la difesa
nel nuovo contesto internazionale.
È stata, tra l’altro, avanzata l’ambiziosa ipotesi di istituire un’indennità base di
disoccupazione a livello
europeo e riservare alla
Commissione europea, nell’ambito del bilancio comu-
nitario, una consistente
quota di spesa discrezionale
con finalità anticiclica. Si è,
inoltre, proposta una parziale
decomunitarizzazione della
politica agricola comune,
introducendo un meccanismo di cofinanziamento da
parte degli Stati membri, con
l’obiettivo di liberare maggiori risorse per le politiche
comunitarie più strategiche
come quelle di innovazione
e conoscenza, formazione
del capitale umano e reti
infrastrutturali. Dal punto di
vista fiscale si è anche ipotizzato di istituire una tassa
europea (che potrebbe gravare sui prodotti energetici o
sulle imprese trans-europee)
che renda più trasparente e
diretto il legame tra il bilancio comunitario e il cittadino/contribuente.
Ben oltre la concreta praticabilità delle varie ipotesi
formulate in tema di revisione del bilancio comunitario, occorrerà tuttavia valutare l’effettiva volontà politica dei governi nel considerare il budget europeo non
più soltanto secondo una
logica di costi/benefici sulla
propria contabilità nazionale ma, soprattutto, come uno
strumento di programmazione finanziaria a sostegno
delle politiche più innovative
dell’Unione europea.
Le varie proposte emerse
in occasione del Tavolo
Tecnico saranno discusse
con illustri personalità nel
Convegno aperto al pubblico
“Dove vanno i soldi dell’Europa? Bilancio maggiore o spesa migliore?”
che avrà luogo il prossimo
16 giugno e vedrà, fra gli
altri, la partecipazione di
Mario Monti, già Commissario europeo e Presidente
dell’Università Bocconi e di
Bruegel e di Piervirgilio
Dastoli, Direttore della
Rappresentanza in Italia
della Commissione europea.
l OSSERVATORIO ITALO-FRANCESE
quale Primo Di Blasio, rappresentante del FOCSIV,
uno dei maggiori network di
ONG in Italia, ha spiegato
quali siano le peculiarità del
lavoro in ambito non governativo e quali le reali possibilità di carriera in questo
settore una volta entrati.
Prima di pranzo si sono
tenute in parallelo tre sessioni. Nella Tavola Rotonda
“Lavorare nelle Organizzazioni Internazionali” sono
state presentate le caratteristiche del lavoro in ambito
ONU, grazie all’intervento
di Marco Borsotti di UNDP
e capo dell’Ufficio ONU in
Russia, di Marina Manfredi
Magillo, funzionario della
Commissione Europea sino
al 2004 e di Stefania Paradisi, con un’esperienza decennale all’OSCE. Sono
state inoltre previste le sessioni su “Come costruire un
curriculum internazionale” e
un colloquium privatissime
con l’Ambasciatore Fulci
che ha presentato il libro
“L’Italia all’ONU 19931999”.
l La sessione di
approfondimento
“Lavorare in ambito
comunitario”
Nella pausa pranzo i partecipanti hanno potuto raccogliere materiali e brochure
informative presso gli stand
allestiti all’aperto.
Sessioni di
approfondimento
pomeridiane
Nel pomeriggio si sono
tenute Tavole Rotonde di
approfondimento su temi
quali “Lavorare in ambito
comunitario”, “Lavorare nei
progetti di sviluppo”, “Professione: operatore umanitario”, “A colloquio con i
giovani diplomatici: il concorso e i primi mesi al
Ministero”.
Grazie a due sessioni pomeridiane, infine, sono state
presentate alcune opportunità concrete di attività in ambito internazionale indirizzate ai giovani.
Da un lato, per laureati di
età non superiore ai 28 anni,
la Tavola Rotonda “Per iniziare: i programmi UNV,
Fellowship, Servizio Civile
Internazionale, gli Stage” ha
presentato il programma
UNV, che prevede un anno
di tirocinio per giovani di età
inferiore ai 25 anni presso un
organismo di cooperazione
del mondo ONU; oltre a
UNV è stato presentato il
programma Fellowship per
giovani di età inferiore ai 28
anni che vogliano lavorare
per un anno su progetti di
cooperazione italiani attraverso i canali bilaterali (presso le unità tecniche locali
delle ambasciate) o multibilaterali (presso UNDP). Sono state inoltre descritte le
caratteristiche del Servizio
Civile Internazionale, a cui
possono accedere giovani di
età inferiore ai 28 anni, per
lavorare un anno, anche
all’estero, presso organizzazioni italiane del terzo settore. Sono stati, infine, presentati gli stage come prima
opportunità di avvicinarsi
alle organizzazioni internazionali per verificare la
reale motivazione e le proprie aspirazioni.
Nella sessione “Dopo la
laurea: i programmi JPO e le
missioni di monitoraggio
elettorale”, invece, sono stati
presentati i requisiti e le scadenze per il programma
Esperti Associati che consente ai selezionati di lavorare per due anni presso un
organismo internazionale.
Sono state anche presentate
le opportunità di collaborazione dell’ambito delle missioni di monitoraggio elettorale.
Lavoro e precariato
Il tema del mercato del
lavoro e del precariato, oltre
ad essere al centro della
politica del nuovo Governo
italiano, è anche al centro
dell’agenda dei Ministri
francesi e dei Commissari
europei. In Francia, infatti, lo
scorso gennaio è stata raggiunta un’intesa sulla modernizzazione del mercato
del lavoro e sono state presentate le proposte della
Commissione Attali. A livello europeo, invece, alla fine
del 2006 la Commissione ha
pubblicato il libro verde sul
mercato del lavoro a cui ha
fatto seguito una prima proposta volta a riformare il
mercato del lavoro in
Europa. Negli ultimi anni gli
interventi di riforma in Italia
si sono concentrati soprattutto sulle modalità di ingresso
nel mercato del lavoro attraverso l’introduzione di
forme contrattuali più
flessibili (i contratti a progetto). Il dibattito francese sembra, invece, considerare un
più ampio quadro di riforme
finalizzato non solo a
rivedere la normativa contrattualistica (con l’introduzione della c.d. “rottura
convenzionale”), ma anche
alla individuazione di un
nuovo assetto dell’intero
mercato del lavoro.
E’ in questo quadro che si
è inserito il quarto incontro
dell’Osservatorio
italofrancese, tenutosi lo scorso 4
aprile a Torino presso Villa
Abegg. Il dibattito, a cui
hanno partecipato una trentina di alte personalità italiane
e francesi (fra cui Stefano
Liebman, dell’Università
Bocconi; Jean Emmanuel
Ray, dell’Università Sorbona; Denis Boissard, della
rivista “Liaisons Sociales” e
Jean-Denis Combrexelle,
Direttore Generale del Ministero del Lavoro), si è focalizzato su temi quali la modernizzazione del diritto del
lavoro, la produttività e la
competitività delle imprese
europee, la flessibilità e la
sicurezza (flexicurity) del
mercato del lavoro, le misure
per sostenere il potere di
acquisto dei salari.
In occasione dell’incontro
si è, inoltre, cercato di far
emergere precise indicazioni
di policy da sottoporre alle
personalità politiche che
parteciperanno ai prossimi
lavori del Foro italo-francese
che si terrà in autunno.
FORMAZIONE
6
ISPI - Relazioni Internazionali
l MICROFINANZA
l MILMUN 2008
Da tutto il mondo per ricreare l’ONU Al via il nuovo diploma
Come al Palazzo di Vetro
di New York, però a Milano.
Per una settimana - dal 28
aprile al 2 maggio - l’ISPI ha
ospitato 112 studenti universitari provenienti da tutto il
mondo impegnati in una
simulazione dei lavori di
alcuni organi delle Nazioni
Unite: Consiglio di Sicurezza, Consiglio per gli Affari Economici e Sociali,
Comitato per il Disarmo e la
Sicurezza e Comitato per i
Diritti Umani. L’iniziativa,
giunta alla sua terza edizione, è organizzata da un
gruppo di studenti delle università milanesi in collaborazione con l’ISPI e
l’Università Bocconi.
I lavori si sono aperti la
mattina del 28 aprile presso
l’Aula Magna dell’Università Bocconi; dal pomeriggio
gli studenti si sono trasferiti
in ISPI per i workshop.
lavori, di un esperto che ha
presentato il tema di discussione alimentando il dibattito tra i delegati.
In ciascun comitato si
sono discussi e dibattuti temi
di particolare attualità: dalla
situazione in Birmania a
quella in Somalia, dalla protezione dei civili nei conflitti
armati al mantenimento
della sicurezza nell’Europa
Sud-orientale (soprattutto
dopo la dichiarazione di
indipendenza del Kosovo) e
il contenimento delle spese
militari, dalla lotta al narcotraffico in Afghanistan alle
misure contro le pandemie.
Ogni comitato ha visto,
inoltre, la partecipazione,
nella seconda giornata dei
“L’obiettivo del MILMUN è quello di contribuire
a diffondere una maggiore
consapevolezza sui temi di
politica internazionale e dell’importante lavoro dell’ONU - ha spiegato il presidente del MILMUN 2008 in
occasione dell’apertura dei
lavori - È molto importante
far comprendere ai partecipanti quali sono i modi per
trovare soluzioni a livello
internazionale, anche per
rendersi conto di quanto
questo sia un compito difficile che richiede studio,
preparazione e passione”.
Alla simulazione hanno
preso parte ragazzi provenienti per il 45% da paesi
extra-europei (tra i quali, ad
esempio, Stati Uniti, Australia, Canada, Cina, Messico, Algeria, Colombia,
Ecuador, Libano, Nuova
Zelanda e Russia), con una
rappresentanza complessiva
di 30 paesi e 30 università di
tutto il mondo. I lavori si
sono conclusi venerdì 2
maggio con una sessione
finale in cui ciascun comitato ha presentato le risoluzioni approvate. Non sono
mancati, infine, come sempre, momenti serali conviviali che hanno consentito ai
ragazzi uno scambio e un
incontro al di là degli appuntamenti previsti.
Prende via con la Summer
School di settembre il nuovo
diploma in Microfinanza,
organizzato dall’ISPI in collaborazione con la Fondazione Giordano Dell’Amore
di Milano.
La microfinanza, evoluzione del sistema del microcredito “inventato” dal premio nobel Younus, è diventata nel corso degli ultimi dieci
anni uno degli strumenti più
popolari nel campo dello
sviluppo e coinvolge ormai
tutti i principali attori della
cooperazione internazionale.
I servizi finanziari per le persone a basso reddito includono esperienze e approcci
estremamente variegati, a
seconda dal contesto e dei
soggetti coinvolti. Se, da un
lato, la microfinanza è utilizzata come strumento di
cooperazione, spesso nell’ambito di programmi di
sviluppo integrato, dall’altro,
in molti paesi, si sta assistendo alla creazione di un vero e
proprio settore industriale e
le istituzioni di microfinanza
sono diventate ormai protagoniste di rilievo dei settori
finanziari locali.
Il diploma, rivolto a persone interessate a lavorare
nel settore, si propone, dopo
aver introdotto i concetti
teorici su cui si basa la
microfinanza e le caratteristiche dei programmi nel
corso “Microfinanza e sviluppo” previsto nella Summer School 2008, di pre-
sentare gli “Attori” (Organismi Internazionali, ONG,
Investitor) e gli “Strumenti”
(dall’analisi del framework
teorico all’esame di casi studio con analisi delle performance anche dal punto di
vista sociale) della microfinanza attraverso due corsi
obbligatori previsti nella
Winter School 2008-2009.
Ai tre corsi obbligatori
(inquadramento, attori e
strumenti) i partecipanti al
diploma potranno affiancare
altri due corsi a scelta tra
quelli proposti tra gli approfondimenti dell’area sviluppo quali ad esempio “Africa
e Sviluppo”, “Globalizzazione e Povertà”, “Gender
and Development”, “Project
Cycle Management”.
l THE ISPI SCHOOL
l MASTER
Study Tour: destinazione Kosovo Lezioni di emergenza
Si è svolto all’inizio di
aprile (6-10) lo Study Tour
degli studenti del Master in
International Cooperation
dell’ISPI che quest’anno ha
rappresentato un’importante
novità: anziché la tradizionale visita alle istituzioni internazionali di
Ginevra, la meta del viaggio
è stata il Kosovo.
Il Kosovo ha rappresentato
una interessante innovazione
nel quadro della formazione
degli studenti del Master
perché ha offerto loro la possibilità di comprendere le
cause e gli effetti di breve e
lungo periodo di un conflitto
interetnico (crimini di guerra, rifugiati, trattamento e
diritti delle minoranze), il
processo di ricostruzione
materiale e morale di un
paese e il suo delicato
processo di transizione alla
democrazia così come il
ruolo svolto dalla comunità
internazionale nell’ambito
dell’Institution Building.
L’unicità di questa esperienza deriva proprio dal fatto
che gli studenti hanno avuto
modo di vedere e approfondire tutti questi aspetti
“sul campo” applicando al
caso Kosovo le conoscenze
teoriche acquisite nel corso
del Master.
Durante i primi due giorni
della visita, gli studenti sono
stati ospiti della KFOR
(Kosovo Force) italiana a
“Villaggio Italia” a Peje/Pec,
sede della Multinational
Brigade West. Questa ha
costituito una occasione
unica per vedere come operano i militari italiani impegnati in missioni di consolidamento della pace.
Ogni giornata di visita ha
avuto un proprio tema conduttore: “La culla della religione e della civiltà serba”,
“La guerra”, “Post War
Return and Integration of
Minorities”, “Il futuro”.
La culla della religione
e della civiltà serba
Affrontare il tema dell’importanza del Kosovo e del
suo mito nella cultura serba
ha segnato l’inizio del viaggio, con la visita al Monastero di Decani e al Patriarcato di Pec e l’incontro con i
monaci ortodossi. Entrambi
questi luoghi di culto oggi
rappresentano per la comunità serba locale un punto di
riferimento se possibile
ancora più importante di
prima, soprattutto alla luce
della recente dichiarazione
di indipendenza del Kosovo
e della durissima reazione di
Artemije, Vescovo di RasPrizren e Kosovo-Metohija,
leader spirituale dei serbi del
Kosovo. La bellezza del monastero e del patriarcato contrasta duramente con la realtà che li circonda ed in particolare con la presenza permanente del presidio della
KFOR italiana a loro difesa.
La guerra
Per tutti coloro che hanno
la fortuna di non conoscere
cosa sia la guerra e quali
ferite segnino per sempre la
vita dei sopravvissuti, l’incontro con l’Associazione
delle famiglie degli scomparsi di Gjakove/Dakovica
non può che avere un impatto durissimo e così è stato
anche per gli studenti. La
sparizione di centinaia di
persone e il mancato rinvenimento delle loro spoglie non
fa che perpetuare una situazione nella quale il lutto non
si elabora e le vite dei familiari restano appese per anni
ad un filo di speranza
inesistente.
Il successivo incontro è
stato con una rappresentanza
di veterani di guerra
dell’UCK (Esercito di liberazione del Kosovo). Il contrasto con l’incontro precedente è stato evidente ma è
servito a dare una rappresentazione dei volti di coloro
che hanno costituito la
risposta armata albanese al
regime di Milosevic. Inoltre,
uno dei più importanti
comandanti dell’UCK e
primo ministro del Kosovo
nel
2004,
Ramush
Haradinaj, era stato giudicato non colpevole di crimini
di guerra dall’ICTY solo
una settimana prima del
viaggio. Questa coincidenza
e l’incontro con l’UCK ha
consentito una riflessione
anche sul ruolo del Tribunale
l Militari italiani della
KFOR al Monastero di
Decani
Internazionale per i Crimini
di Guerra nella ex-Jugoslavia nell’intraprendere il
difficile cammino della riconciliazione interetnica.
Post War Return and
Integration of Minorities
Le due enclaves serbe a
Rahovec/Orahovac e a
Velika Hoca/Hoca e Madhe
costituiscono gli esempi di
uno dei drammatici risvolti
del conflitto in Kosovo:
centinaia di serbi vivono
separati dal resto del paese.
Gli studenti hanno incontrato i rappresentanti politici
della minoranza serba, coloro che riflettono l’autorità
di Belgrado in Kosovo. Nel
corso della giornata a
Rahovec/Orahovac si è parlato ancora di vittime del
conflitto, vittime che però, a
differenza delle altre, non
sanno quale sarà il loro
futuro e se possono sperare
che il Kosovo sia ancora la
loro terra. Inoltre, l’incontro
con il Municipal Team
dell’OSCE ha contribuito a
chiarire il ruolo dell’organizzazione a sostegno dell’Institution Building, Human
Rights e Minority Rights in
una municipalità etnicamente mista.
Il futuro
Lo Study Tour si è concluso con una proiezione nel
futuro immediato ed in particolare con le conseguenze
della dichiarazione di
indipendenza e la riorganizzazione della presenza internazionale nel nuovo stato.
Per meglio comprendere
questo aspetto gli studenti
hanno incontrato i rappresentanti dell’International
Civilian Office (Unione
europea) e il Senior Communities Policy Advisor
dell’OSCE (Organizzazione
per la Sicurezza e la
Cooperazione Internazionale), che hanno evidenziato
il momento di transizione e
di difficoltà nel delineare i
prossimi passi della comunità internazionale offrendo
numerosi spunti di dibattito.
Grazie al modulo finale
sul “Postwar and disaster
reconstruction” gli studenti
hanno potuto riprendere
quanto visto in Kosovo e sintetizzare le informazioni
acquisite durante il viaggio.
A metà maggio per la seconda volta quest’anno
l’ISPI ha organizzato il corso
“Sphere. Minimum Standards in Disaster Response”. Il modulo, inserito
all’interno dell’Advanced
Diploma in inglese “Management of Humanitarian
Interventions”, ha riscosso
un grande successo in termini partecipativi e contenutistici. Si tratta infatti di un
corso dal taglio operativo,
indirizzato prioritariamente
a persone che già lavorano
sul campo in operazioni di
aiuto umanitario.
Scopo primario del corso
è quello di insegnare gli standard Sphere, ormai riconosciuti a livello internazionale come linee guida
fondamentali per la gestione
delle emergenze. L’ISPI rappresenta ad oggi l’unico
focal point italiano dello
Sphere Project. Questo, unitamente al desiderio di ren-
dere sempre più approfondita e completa la formazione
degli operatori nel settore
umanitario, conduce l’Istituto a ricercare l’eccellenza
anche nei confronti di questa
nuova, ma già ben riuscita,
sfida nell’area delle emergenze.
Il corso, tenuto da formatori in possesso della certificazione Sphere, prevede
l’analisi delle diverse aree di
intervento nel corso delle
emergenze: water and sanitation, health, food and nutrition, education, shelter. Le
lezioni prevedono una
metodologia che, al di là
degli inquadramenti teorici,
è arricchita di esercitazioni
pratiche e applicative degli
standard, elemento che ha
riscontrato un grande
apprezzamento da parte dei
corsisti, che hanno dovuto,
ad esempio, preparare una
razione di cibo per i rifugiati
di un campo profughi secon-
do gli standard appresi, o,
attraverso un role playing,
predisporre l’area per realizzare il campo stesso.
Al corso Sphere hanno
preso parte trenta persone,
provenienti da otto Paesi
diversi e da organizzazioni
quali ad esempio UNICEF,
Medicos del Mundo, Première Emergence, Concern
Worldwide, Médecins sans
frontiéres,
Finnchurch,
UNHCR, Food for the Hungry, CARITAS Internazionale, War Child, COOPI,
CESVI e altre ancora. Molti
di essi stanno, inoltre, completando l’Advanced Diploma seguendo i corsi in
distance
learning
di
Coordination of Multilateral
response, Humanitarian
Protection e Migration, corsi
che hanno visto un ulteriore
ampliamento della varietà
del pubblico ISPI, visto che
oltre l’80% sono operatori
del settore.
Alumni
Michelangelo Pipan
Nato a Torino il 25 gennaio 1949, si laurea in
giurisprudenza presso la
locale Università nel 1972 e
nel
successivamente,
1975/76, è borsista MAE
all’ISPI. Entrato in carriera
nel maggio 1978, dopo il
corso all’Istituto Diplomatico, ha prestato servizio col
grado iniziale prima al
Servizio del Contenzioso
Diplomatico poi, dal novembre 1979, presso l’Ufficio
Estremo Oriente della D.G.
Affari Economici. In prima
sede a Manila come
Secondo (poi Primo) segretario commerciale dal marzo
1981, vi è stato incaricato
d’affari a.i. per quasi un
anno.
Promosso Primo segretario di legazione, il 1° giugno 1983 è stato trasferito a
Vienna, dove si è occupato
soprattutto del settore multilaterale. Consigliere e Vice
Capo Missione a Nairobi dal
giugno 1986, è stato promosso Consigliere di
legazione il 1° maggio 1988.
Al rientro a Roma nel settembre 1989 prima è
all’Ufficio America Latina
della D.G. Affari Politici, per
poi passare alla D.G.
Cooperazione allo Sviluppo,
ove dirige l’Uff. XIII, competente per la cooperazione
nel settore dell’istruzione,
formazione e dei beni culturali. Nel gennaio 1993 gli
viene affidato l’Uff. II della
stessa D.G., che cura fra l’altro la Segreteria del
Comitato Direzionale della
Cooperazione allo Sviluppo.
Consigliere a Londra dall’aprile 1993, vi segue il settore culturale e quello politico. Promosso Consigliere di
ambasciata nel 1996, a settembre dello stesso anno
viene comandato presso il
Ministero della Pubblica
Istruzione, dell’Università e
della Ricerca Scientifica e
Tecnologica, quale Consigliere per gli Affari Internazionali dell’Onorevole Ministro, incarico che ricopre
fino all’inizio del 2000,
occupandosi fra l’altro del
processo di armonizzazione
delle Università europee.
Inviato poi a Tbilisi vi apre
l’Ambasciata d’Italia, rimanendovi come Ambasciatore
fino al maggio 2003. Al
rientro viene nominato Capo
dell’Uff. IV - grandi eventi
multilaterali - del Cerimoniale ove si occupa, fra l’altro, dell’organizzazione della cerimonia della firma del
Trattato Costituzionale europeo e viene successivamente
incaricato di coordinare le
attività del Ministero in
relazione alle Olimpiadi
invernali di Torino. Promosso Ministro plenipotenziario nel 2005, a partire da
luglio 2007 presta servizio
presso il Comune di Roma
quale Consigliere Diplomatico
del
Sindaco.
Rientrato al Ministero nell’aprile scorso è al momento
Coordinatore
per
le
Olimpiadi di Pechino.
ISPI - Relazioni Internazionali
RICERCA & PUBBLICAZIONI
l OSSERVATORIO CAUCASO E ASIA CENTRALE
Speculando
Il Caucaso in una prospettiva europea
Da alcuni anni l’ISPI ha
avviato specifici programmi
mirati ad approfondire il contesto politico ed economico
del Caucaso e dell’Asia centrale, le relazioni dell’area
con gli attori regionali ed
internazionali e le questioni
energetiche.
validi per promuovere la
cooperazione tra l’Unione
Europea ed il Caucaso, con
particolare attenzione alle
repubbliche di Georgia,
Armenia e Azerbaigian, ma
senza escludere riferimenti
alla Federazione Russa.
La ricerca “Il Caucaso in
una prospettiva europea”,
avviata nel 2008 con il supporto del Ministero degli
Affari Esteri, mira ad individuare gli strumenti politici,
economici e culturali più
Il progetto ruota attorno a
tre tematiche centrali: politica
energetica, cooperazione
regionale e sviluppi politici
interni. Alle tre tematiche
corrispondono altrettante
prospettive d’analisi complementari – internazionale,
regionale ed interna – in
grado di fornire un quadro
d’insieme sufficientemente
completo.
Dopo la dissoluzione
dell’URSS nel 1991 il
Caucaso è, infatti, divenuto
una della aree più problematiche dello scenario internazionale. L’intersezione dei
conflitti interni, di carattere
prevalentemente etno-territoriali, con lo scontro di contrastanti interessi esterni, ha
fortemente pregiudicato lo
sviluppo di questa regione.
Tanto il Caucaso settentrionale, ancora inserito nella
Federazione Russa, quanto
le tre repubbliche indipendenti del Caucaso meridionale hanno risentito in
maniera negativa di questa
situazione. Negli ultimi anni,
tuttavia, nonostante la mancata soluzione dei conflitti
interni, l’economia di
Georgia,
Armenia
e
Azerbaigian è in forte anche
se diseguale miglioramento,
mentre nel Caucaso settentrionale anche il conflitto
ceceno sembra in via di
esaurimento.
Alla luce di questa
evoluzione, dopo oltre un
decennio di scarso interesse
nei confronti del Caucaso,
Bruxelles ha iniziato a mutare il proprio atteggiamento
e nel giugno 2004 Georgia,
Armenia e Azerbaigian sono
state incluse nella Politica
Europea di Vicinato. Tuttavia, perché essa sia efficace nel medio e lungo termine occorrerà che l’Europa
sia capace di impostare una
strategia coerente e unitaria.
l OSSERVATORIO RUSSIA
Le opzioni per l’Unione Europea
La ricerca finanziata dal
Ministero degli Affari Esteri
e intitolata “Prospettive
interne ed esterne della
potenza russa. Le opzioni
di policy per l’Unione
europea”, intende valutare
le opzioni di policy che si
presentano all’Unione europea e all’Italia sulla base dell’evoluzione interna russa e
del ruolo che essa potrà giocare sullo scenario internazionale, assecondando il
desiderio di tornare ad essere
una super potenza.
Tale aspirazione viene valutata secondo alcune direttrici. La prima, la
ridefinizione delle relazioni
tra Unione europea e Russia,
esplora in particolare gli
effetti della convergenza
perseguita attraverso le
cosiddette road maps per la
creazione di quattro spazi
comuni (economia, libertàsicurezza-giustizia, sicurezza esterna, ricerca-istru-
7
zione-cultura), delle best
practices e dell’armonizzazione legislativa. La seconda, relativa alla via russa
alla modernizzazione, analizza le dinamiche e le
prospettive di sviluppo del
sistema politico in bilico tra
la necessità di una trasformazione democratica e il
mantenimento della continuità rispetto al corso politico intrapreso. La terza si
concentra sull’economia
russa, sulle implicazioni per
la futura sostenibilità derivanti dalla forte dipendenza
dalle risorse energetiche.
L’ultima, infine, analizza le
relazioni internazionali della
Russia.
Il gruppo di ricerca internazionale è composto da
Philip Hanson, Associate
Fellow (Russia and Eurasia
Programme) presso Chatham House, Serena Giusti,
Professore a contratto di
Istituzioni europee presso
l’Università Cattolica di
Milano e ricercatrice associata dell’ISPI, Gabriella
Meloni ricercatrice presso
l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, Tomislava
Penkova ricercatrice presso
l’ISPI, dove si occupa del
monitoraggio politico ed
economico della Russia, e
Lilia Shevtsova, ricercatrice
associata presso il Carnegie
Moscow Center, esperta di
riforme interne e sistema
istituzionale.
ISPI da leggere
Policy Brief
Quaderni di Relazioni Internazionali
Da marzo 2008 l’ISPI ha pubblicato 8 Policy Brief.
Il Policy Brief di Derek Lutterbeck “Coping with Europe’s Boat People.
Trends and Policy Dilemmas in Controlling the EU’s Mediterranean
Borders” esamina la sfida politica che i paesi Ue si trovano a fronteggiare nei
confronti dell’immigrazione irregolare proveniente dal bacino del
Mediterraneo e viene analizzata sia dal punto di vista della minaccia alla
sicurezza dei singoli paesi, sia da quello umanitario.
Il Policy Brief n. 77, di Giulio Venneri “The hour of Europe could come…
Perspectives on the EU presence in Kosovo” prende le mosse dalla
dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’Assemblea del Kosovo del 17
febbraio 2008 e dalla auto-candidatura dell’Ue come principale state-builder
del nuovo stato sulla base della promessa di una futura integrazione. Tuttavia
l’Unione Europea dovrà trovare una posizione unitaria sulla questione.
Il Policy Brief “Il Kosovo indipendente: paralleli caucasici?” di Aldo
Ferrari dimostra come le dichiarazioni diplomatiche sull’eccezionalità del caso
“Kosovo” appaiono quanto mai discutibili e sono già smentite dall’evolvere
della situazione, in particolare nel Caucaso meridionale.
Nel mese di aprile Serena Giusti ha pubblicato “Insieme vinceremo?
Medvedev e Putin di fronte alle sfide della grande Russia”. Lo studio
esamina il successo di Medvedev alle presidenziali russe e la consegna della
Russia ad una inedita forma di diarchia che appare rassicurante alla maggior
parte dei russi per la continuità nelle politiche. Le sfide maggiori saranno
quelle della modernizzazione, dello sviluppo e della risoluzione delle questioni
aperte nelle immediate periferie.
Il Policy Brief di Edoardo Greppi intitolato “La proclamazione dell’indipendenza del Kosovo e il diritto internazionale” analizza come, con il
riconoscimento di uno stato al di fuori delle cornici istituzionali multilaterali e
assecondando forme di nazionalismo di altri tempi, i più importanti membri
Ue hanno assunto un’iniziativa politica che contraddice la loro scelta di realizzare una forte integrazione europea.
Il Policy Brief “Nato dopo il summit di Bucarest: ancora alla ricerca di
un ruolo?” di Andrea Carati inserisce il summit della Nato in una cornice di
continuità rispetto a quelli precedenti. Nonostante l’enfasi sulla “nuova fase”
dell’Alleanza, la Nato sembra trovarsi ancora nel mezzo di una lunga transizione.
Nello “Status giuridico ed
evoluzione politica in Alto Karabakh,
Abkhazia e Ossetia meridionale”
l’autore, Marilisa Lorusso, ricostruisce
le basi giuridiche delle richieste
d’indipendenza, le forme di stato e di
governo, le principali vicende politiche
interne e le mediazioni internazionali
che hanno caratterizzato gli ultimi anni
di Alto Karabakh, Abkhazia e Ossetia
meridionale.
Il Policy Brief di Valeria Talbot “La
Turchia riscopre il Medio Oriente”
analizza le intensificate relazioni della
Turchia con i suoi vicini mediorientali.
La Turchia ha, oggi, sviluppato una propria politica mediorientale, che spesso
diverge da quella degli Usa, ma che tuttavia sembra destinata a espandersi con
eventuali vantaggi anche per gli alleati
occidentali di Ankara.
Nel mese di giugno 2008 è stato pubblicato il settimo numero della rivista
dal titolo “La centralità della periferia: l’India e i suoi vicini”.
Il volume affronta l’India da varie
prospettive. Dal punto di vista economico il paese sta diventando una potenza globale. Tuttavia, l’economia indiana
deve gestire un doppio paradosso: da un
lato, la convivenza di un elevato livello
di povertà e di una diffusa economia
tradizionale con straordinari livelli di
reddito e produttività e dall’altro, una
quota nel commercio mondiale inferiore all’1% accanto a un forte attivismo
nei contesti internazionali.
Per quanto riguarda la politica interna, si è assistito a una progressiva
trasformazione del sistema a partito
dominante a uno bipolare di coalizioni
con un ruolo fondamentale svolto dai partiti regionali. In ambito regionale è
diffusa la convinzione che solo con un’efficace politica volta a favorire lo
sviluppo e la convivenza pacifica nel subcontinente l’India potrà ridefinire il
suo ruolo a livello globale. Un’integrazione regionale intorno all’India serve,
inoltre, a contrastare l’accresciuta influenza della Cina. Infine, a livello internazionale si sono rafforzati i rapporti con gli Usa. L’amministrazione Bush ha
definito la propria politica verso il subcontinente indiano una success story. Un
aspetto fondamentale dell’approccio di questa è stato condurre politiche separate nei confronti di India e Pakistan, tenendo conto del diverso peso che i due
paesi hanno per gli interessi americani.
Med Brief
I Med Brief sono una nuova pubblicazione realizzata nell’ambito del Progetto
Med Business, l’iniziativa di ISPI e Intesa Sanpaolo focalizzata sul
Mediterraneo e rivolta prevalentemente
al mondo delle imprese. Il progetto ha
l’obbiettivo di sensibilizzare il mondo
degli affari sulle opportunità presentate
dall’evoluzione della regione mediterranea e di approfondire la riflessione
sulle sfide che pone quest’area, considerata una priorità della politica estera ed
economica italiana. I Med Brief, pubblicati con cadenza mensile, sono delle
brevi analisi politico-economiche volte
ad approfondire temi rilevanti ma spesso poco noti dell’area mediterranea. I
primi numeri sono stati dedicati a “Le
economie mediterranee tra Europa e
Golfo”, di Franco Zallio; “L’Algeria tra
grandi investimenti e ripresa del terrorismo”, di Valeria Talbot; “La Cina
nel Mediterraneo”, di Valeria Talbot;
“La Libia tra opportunità e investimenti”, di Franco Zallio.
segue dalla copertina
IL DECIMO COMPLEANNO
DELLA BCE
di Franco Bruni
L’opportunità di unificare le monete europee era
stata discussa e controversa. Si obiettava che l’Europa
era costituita da Paesi con economie strutturalmente
diverse e non abbastanza integrate. Non era un’“area
monetaria ottimale”, per la quale i benefici derivanti
dalla rinuncia alla possibilità di variare i tassi di cambio interni superano i costi. Gli indicatori con cui si
giudica se un’area monetaria è ottimale non davano un
responso favorevole. Non apparivano sufficienti l’intensità del commercio interno e della circolazione del
lavoro e del capitale, la flessibilità dei prezzi e dei salari, l’omogeneità della distribuzione geografica delle
varie produzioni nei vari Paesi membri, la possibilità di
trasferimenti pubblici transnazionali dalle regioni ciclicamente favorite a quelle sfavorite. Era diffusa l’idea
che, avendo contro le ragioni dell’economia, l’unione
monetaria avesse motivazioni schiettamente politiche:
cementare con la moneta una difficile integrazione istituzionale. Un progetto rischioso e precario.
Eppure la BCE celebra il suo decimo compleanno
senza che ragioni politiche del suo successo siano evidenti. Certamente l’euro aiuta l’Europa nelle fasi un
cui la sua unione è più controversa, come quella in cui
capita il suo compleanno. Ma la moneta unica si regge
sulla sua convenienza economica. Le condizioni perché l’Europa sia un’area monetaria ottimale si autorealizzano gradualmente. L’integrazione commerciale
e finanziaria è molto cresciuta. Aumentano la mobilità
del lavoro, la flessibilità dei prezzi e dei salari, l’incentivo ad accrescere la produttività nei settori esportatori.
La produzione si articola in regioni transnazionali. La
cooperazione fra le politiche di bilancio muove i primi
passi verso un atteggiamento di solidarietà congiunturale fra i Paesi membri. Senza l’euro lo shock della globalizzazione dilanierebbe oggi l’economia europea
con un disordine nocivo anche per le sue aree più robuste ed efficienti.
Perciò il compleanno della BCE merita un brindisi
economico. Il suo lavoro va oltre la politica monetaria.
Tutti le riconoscono il merito, fra l’altro, di aver modernizzato e integrato i sistemi di pagamento e di saper
gestire con efficienza l’attuale crisi di liquidità dei
mercati. Non sono mancati gli errori, gli insuccessi e le
difficoltà, e i prossimi dieci anni saranno forse più difficili dei primi, durante i quali la Banca ha però dovuto fare il grande sforzo di guadagnare una reputazione
partendo da zero, con una moneta completamente
nuova e un assetto istituzionale molto speciale, federale ma sovranazionale, unico al mondo.
Il successo della BCE nel suo compito principale, il
controllo dell’inflazione, non è incontroverso. I prezzi
europei stanno accelerando in modo preoccupante. Per
gran parte del decennio sono cresciuti un po’ più del
2% all’anno, l’obiettivo al quale la banca ha legato la
propria credibilità, nonostante il contenimento dell’inflazione sia stato favorito, a livello mondiale, da quello
dei costi di produzione, derivante dal progresso tecnico
e dall’emersione di immense nuove forze di lavoro.
E’ però impossibile sostenere che in assenza dell’euro l’inflazione europea sarebbe stata altrettanto bassa.
C’è inoltre evidenza che la BCE è abbastanza credibile per contenere l’inflazione attesa, rendendo meno
aleatorio l’orizzonte delle decisioni degli operatori,
più solidi e ragionati i loro calcoli di convenienza di
medio periodo, più stabile il ciclo. I mercati mostrano
una crescente considerazione per la strategia di stabilità della politica monetaria europea. Ne risentono
positivamente il valore e la diffusione internazionale
dell’euro.
La BCE può brindare allo stato della sua reputazione. Che è buona soprattutto in confronto a quella della
banca centrale statunitense. La Fed è considerata una
delle responsabili dell’attuale crisi finanziaria internazionale, sia perché non ha vigilato con attenzione sullo
sviluppo dei subprime, sia perché ha creato le condizioni di eccessiva liquidità nelle quali sono maturate in
tutto il mondo le operazioni più rischiose. Ha tenuto a
lungo i tassi di interesse troppo bassi, poi li ha alzati
bruscamente per poi riprecipitarli verso il basso. Ha
uno stile destabilizzante, un’insufficiente indipendenza dai politici, un obiettivo finale mal precisato, dove
non è chiaro il peso del controllo dell’inflazione. I suoi
problemi hanno riflessi globali e complicano anche il
compito della BCE. L’inflazione che cresce minacciosa è un fenomeno mondiale. L’Europa non può combatterla da sola. Le politiche monetarie sui due lati
dell’Atlantico dovrebbero farsi più simili, negli obiettivi e nelle strategie. Un concertazione monetaria transatlantica renderebbe anche meno instabile e incerto il
cambio del dollaro. Insomma: il compleanno della
BCE sarebbe ancor migliore se si sentisse meno sola e
potesse brindare in compagnia.
L’ISTITUTO
8
ISPI - Relazioni Internazionali
Di passaggio in ISPI
Vittorio Agnoletto, Parlamento europeo; Roberto Aliboni, Istituto Affari Internazionali; Claudio Arrigoni, Giornalista sportivo e scrittore;
Abdallah Baali, Ambasciata di Algeria (1996-2006); Monica Baratta, Servizio pubblica Istruzione, Provincia di Genova; Fabio Bendinelli,
Stato Maggiore dell’Esercito; Federico Calia, ASL Città di Milano; Piero Calvi Parisetti, International Federation of Red Cross and Red
Crescent Societies; Alfredo Canavero, Università degli Studi di Milano; Giorgio Cancelliere, Università di Venezia; Lucio Caracciolo,
“Limes”; Angelo Cardani, Università “L. Bocconi”; Renzo Cavalieri, Università Ca’Foscari di Venezia; Maria Grazia Cavenaghi-Smith,
Ufficio a Milano del Parlamento europeo; Marco Clementi, Università di Pavia; Avner Cohen, United States Institute of Peace; Massimo
Coen Cagli, Fund-raising.it e LUMSA; Carlo Corazza, Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Paolo Cotta Ramusino,
Pugwash Conferences on Science and World Affairs; Mario Deaglio, Università degli Studi di Torino; Rosa dello Sbarba, Assessorato Pubblica
Istruzione, Provincia di Pisa; Paola Demaria, Microfinanza srl; Primo Di Blasio, Federazione ONG FOCSIV; Umberto Di Maria,
Giornalista; Paola Donatucci, ARCI/AITR; Jean du Preez, James Martin Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of
International Studies; Pál Dunay, Geneva Centre for Security Policy; Lewis Dunn, Science Application International Corporation, McLean;
Umberto Eco, Scrittore; Silvio Fagiolo, Luiss; Nabil Fahmy, Ambasciata della Repubblica araba in Egitto; Emanuele Farruggia, Ministero
degli Affari Esteri; Enzo Favoino, Scuola Agraria del Parco di Monza; Mark Fitzpatrick, International Institute for Strategic Studies London;
Matteo Fornara, Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Francesco Paolo Fulci, Rappresentante Permanente ONU (19931999); Simona Galbiati, UNDP Egitto; Paolo Garimberti, “La Repubblica”; Emanuele Giordana, Lettera22 e Asia Major; Domenico
Giorgi, Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente, MAE; Agostino Giovagnoli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
Sergio Giuntini, Consiglio Direttivo della Società Italiana di Storia dello Sport; Jozef Goldblat, International Peace Research Institute;
Umberto Gori, Università degli Studi di Firenze; Giacomo Grassi, Micro.Bo; Paolo Graziano, Università “L. Bocconi”; Giovanni Grevi,
EUISS; Ulrike Guerot, European Council on Foreign Relations; Rodolfo Helg, Università di Castellana; Bernard Hourcade, CNRS;Aldo
Iacomelli, Università “La Sapienza” di Roma e Università degli Studi di Pisa; Chris Innes, UNHCR Private Sector Fund Raising Unit; Luigi
Ippolito, “Corriere della Sera”; Alaa Issa, Weatherhead Center for International Affairs, Harvard University; Matteo Jessoula, Università
degli Studi di Milano; Rebecca Johnson,Acronym Institute for Disarmament Diplomacy; Issam Khateeb, Institute of Environmental and Water
Studies; Mustafa Kibaroglu, Bilkent University; Pia Elda Locatelli, Parlamentare europeo; Sverre Lodgaard, Norwegian Institute of
International Affairs; Marco Lombardi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Ludovica Longinotti, MAE-DGCS; Fabio
Malanchini, Microfinanza srl; Francesco Mancini, International Peace Academy;Alberto Manguel, Scrittore; Ze’ev Maoz, Università della
California;Thomas Markram, Nazioni Unite; Maurizio Massari, Unità di analisi e programmazione, MAE; Paolo Mastrolilli,TG1;Alberto
Mattioli, Provincia di Milano; Pietro Mennea, Campione olimpionico; Alessandra Merlo, Gruppo SOGES; Paolo Migliavacca, Il Sole 24
Ore; Gian Giacomo Migone, Commissione Esteri Senato (1996-2001); Giangi Milesi, CESVI; James Edward Miller, Georgetown
University; Alessandro Minuto-Rizzo, già Vice Segretario Generale Nato; Antonio Missiroli, EPC; Eduardo Missoni, Università “L.
Bocconi”; Margherita Motta, Pubblica Istruzione, Provincia di Catania; Luigi Narbone, Commissione europea, DG Relex; Mario Nava,
Commissione europea; Stefano Neri, Università degli Studi di Milano; Robin Niblett, Chatham House; Flemming Nielsen, International
Federation of Red Cross and Red Crescent Societies; Marco Onida, Convenzione delle Alpi; Guglielmo Pacileo, Cergas - Università “L.
Bocconi”; Giovanni Parigi, Università degli Studi di Milano; Vittorio Emanuele Parsi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;
Gianluca Pastori, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Federico Perotti, ONG CISV; Francesco Petrelli, Associazione ONG italiane; Paolo Pobbiati,Amnesty International, Sezione italiana; Guido Podestà, Parlamento europeo;William Potter, James Martin Center for
Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International Studies; Alessandro Profili, European Public Affairs - Alcoa Europe; Giovanni
Puglisi, Fondazione Banco di Sicilia e IULM; Ayman Rabi, Palestinian Hydrology Group; Umberto Ranieri, Commissione Affari Esteri e
Comunitari, Camera dei Deputati; Paola Ravelli, Europe Direct Lombardia Parco Ticino; Riccardo Redaelli, Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano; Sergio Romano, “Corriere della Sera”; Alessandro Rotta, Stability Pact; Lorenzo Saa, Unicredit Group; Luciano
Scalettari, Famiglia Cristiana; Lawrence Scheinman, James Martin Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International
Studies; Javier Schunk, Esperto in cooperazione internazionale; Ettore Sequi,Ambasciatore d’Italia in Afghanistan;Alfredo Somoza, Istituto
Cooperazione Economica Internazionale; Lucia Spaggiari, Microfinanza srl; Gerald Steinberg, Bar-Ilan University; Andrea Tamagnini,
UN Mission in Liberia; Giulio Terzi di Sant’Agata, Direzione Generale Affari Politici Multilaterali, MAE; Carlo Trezza, Ministero degli Affari
Esteri; David Unger, New York Times; Lucio Valent, Università degli Studi di Milano;Arianna Vedaschi, Università “L. Bocconi”; Gabriella
Venturini, Università degli Studi di Milano; Piero Verni, Giornalista e Scrittore;Alessandro Villa, European Commission, External Relations
Directorate-General; Claudio Visentin, Università della Svizzera Italiana; Chris Wing, Center on International Cooperation, New York
University; Sergio Yahni, Alternative Information Center.
Day by day
FEBBRAIO
Ven. 22 e Sab. 23
Sab. 23
Lun. 25
Mer. 27
Gio. 28
Ven. 29 e Sab. 1 Marzo
MARZO
Lun. 3
Mer. 5
Gio. 6
Ven. 7 e Sab. 8
Mar. 11
Gio. 13
Gio. 13 e Ven. 14
Ven. 14 e Sab. 15
Lun. 17
Mar. 18
Mer. 19
Ven. 28 e Sab. 29
APRILE
Ven. 4
Ven. 4 e Sab. 5
PRESIDENTE: Boris Biancheri
VICE PRESIDENTI: Franco Bruni (Dir. Comitato Scientifico), Dieter Rampl, Carlo Secchi
AMMINISTRATORE DELEGATO: Giovanni Roggero Fossati
DIRETTORE: Paolo Magri
√ AREA FORMAZIONE:
Francesca Robbiati, Filippo Artoni, Filippo
Cantarelli (Trainee), Luisa Cucchi, Valeria Lonati,
Stefania Paradisi, Valeria Sciacovelli
√ AREA EVENTI E PROGETTI SPECIALI:
Francesca Delicata, Alessia Casetta, Patrizia Del
Biondo, Carmela Gravina, Marialaura Mazzola,
Sergio Oliveri, Carmela Nettis (Trainee), Loredana
Scorza (Trainee)
√ STAFF:
lAmministrazione: Anna Azzarito, Francesca
Merli, Marta Pozzato
lBiblioteca, Emeroteca e Pubblicazioni: Cristina
Crivelli, Renata Meda (Collaboratori esterni)
l Segreteria: Barbara Tammiso
l Servizi generali: Giuseppina Cereda
l Ufficio Stampa: Stefania Salustri (Collaboratore
esterno)
l Coordinamento editoriale sito: Arturo Varvelli
ISPI
Relazioni Internazionali
√ AREA RICERCA:
l Osservatorio Caucaso e Asia Centrale: Aldo Ferrari
(Ass.), Carlo Frappi
l Osservatorio Europa: Antonio Villafranca, Carlo
Altomonte (Ass.), Raffaele Caso, Gianpietro
Fontana-Rava (Senior Advisor), Alessandro Neto,
Francesco Passarelli (Ass.), Lucia Tajoli (Ass.), Aldo
Venturelli (Senior Advisor)
l Osservatorio Mediterraneo e Medio Oriente: Franco
Zallio, Valeria Talbot
l Osservatorio Russia e Vicini Orientali: Franco
Zallio, Serena Giusti (Ass.), Tomislava Penkova
l Osservatorio Sicurezza e Studi Strategici: Alessandro Colombo (Ass.), Andrea Carati, Corrado
Stefanachi (Ass.)
l Programma Asia Meridionale: Elisa Giunchi (Ass.)
l Programma Diritti Umani: Edoardo Greppi (Ass.)
l Programma Emergenze e Affari Umanitari: Francesco Bastagli (Senior Advisor)
√ ASSOCIATE RESEARCHER:
Alessandro Alfieri, Giovanni Marco Carbone, Paolo
Cotta Ramusino, Carlo Giunipero (Progetto Alfieri),
Antonella Mori, Marco Pedrazzi, Riccardo Redaelli,
Maria Weber
Anno XVI - n. 29 - Luglio 2008
Periodico quadrimestrale registrato al Tribunale di Milano al n. 400 del 3/6/88
Editore: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale - ISPI - Via Clerici, 5 - Milano
Direttore responsabile: Franco Bruni
Coordinamento: Marialaura Mazzola
Redazione: Arturo Varvelli
Impaginazione: Maria Ramacciotti
Stampa: Nuova Polistylegraf srl - Corso S. Gottardo, 12 - Milano
Per essere inseriti nella mailing list dell’Ispi, scrivere a: [email protected] o chiamare 02 8693053
Per informazioni sulle attività dell’Ispi: www.ispionline.it
Lun. 7
Mar. 8
Gio. 10
Ven. 11 e Sab. 12
Mer. 16
Gio. 17
Ven. 18
Ven. 18 e Sab. 19
Lun. 21
Mar. 22
Lun. 29
Mar. 29
MAGGIO
Mer. 7
Corso “I progetti europei. Finanziamenti, metodi e strumenti” (Paolo Graziano, Alessandra Merlo,
Paola Ravelli)
Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Margherita Ferro, Raffaele Lombardo,
Paolo Magri, Giovanni Puglisi, Antonio Villafranca) – Catania
Tavola Rotonda “Il Pakistan dopo il voto, tra democratizzazione, terrorismo e minaccia nucleare”
(Lucio Caracciolo, Elisa Giunchi, Marco Lombardi, Riccardo Redaelli, Fabrizio Vielmini)
Tavola Rotonda “Tornerà grande la Russia?” (Pál Dunay, Serena Giusti, Umberto Gori, Luigi
Ippolito, Sergio Romano)
Conferenza Internazionale “Indispensable Nation or Lonely Superpower? The United States at the
end of the Bush era” (Boris Biancheri, Marco Clementi, Alessandro Colombo, Ulrike Guerot, James
Edward Miller, Robin Niblett, Vittorio Emanuele Parsi, David Unger, Gabriella Venturini)
Corso “L’Europa sociale: le politiche dell’UE” (Paolo Graziano, Matteo Jessoula, Stefano Neri)
Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk)
Tavola Rotonda “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo” (Boris Biancheri, Silvio Fagiolo, Agostino
Giovagnoli, Maurizio Massari, Umberto Ranieri) – Roma
Tavola Rotonda “L’Iran tra ambizioni regionali e debolezze interne” (Paolo Cotta Ramusino,
Bernard Hourcade, Riccardo Redaelli, Franco Zallio)
Executive Briefing “Nuovi assetti politico-economici internazionali?
Corso “Cooperazione bilaterale e sviluppo” (Federico Calia, Ludovica Longinotti, Eduardo Missoni,
Guglielmo Pacileo)
Corso “Fund Raising e cooperazione” (Massimo Coen Cagli, Chris Innes, Giangi Milesi)
Tavola Rotonda “Diplomazia in campo: l’Italia e il Consiglio di Sicurezza ONU” (Boris Biancheri,
Francesco Paolo Fulci, Paolo Mastrolilli, Gian Giacomo Migone, Giulio Terzi di Sant’Agata, Ettore
Sequi)
Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Luca Anghelè, Raffaele
Caso, Rosa dello Sbarba, Gian Pietro Fontana Rava, Andrea Pieroni) – Pisa
Tavola Rotonda “Acqua in Palestina: tra emergenza e sviluppo” (Giorgio Cancelliere, Issam
Khateeb, Ayman Rabi, Luciano Scalettari, Sergio Yahni)
Meeting “Pre-conditions for a NWFZ in the Middle East”
Corso “Conflict Analysis and Response” (Francesco Mancini, Alessandro Villa)
Corso “Decision making and lobbying in the EU” (Carlo Altomonte, Angelo Cardani, Alessandro
Profili)
Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Raffaele Caso, Gianpietro Fontana Rava,
Carlotta Gualco, Rosaria Pagano, Monica Puttini, Alessandro Repetto) – Genova
Tavolo Tecnico “Riformare il bilancio, cambiare l’Europa”
Tavola Rotonda “Il confine fra pace e guerra tra nuove minacce e diritti umani”
(Fabio Bendinelli, Alessandro Colombo, Edoardo Greppi, Francesco Mancini, Arianna Vedaschi)
Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Carlo Corazza, Pia Elda
Locatelli, Alberto Mattioli, Guido Podestà, Carlo Secchi)
Corso “Il futuro delle politiche economiche comunitarie” (Carlo Altomonte, Mario Nava)
Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk)
Osservatorio Italo Francese “Riforma del mercato del lavoro e precariato” – Torino
Corso “Globalizzazione e povertà” (Vittorio Agnoletto, Matteo Fornara, Rodolfo Helg, Lucia Tajoli,
Antonio Villafranca)
Corso “Natural disasters” (Piero Calvi Parisetti, Flemming Nielsen)
Corso “Environmental policy in the European Union” (Enzo Favoino, Aldo Iacomelli, Marco Onida)
Tavola Rotonda “La Nato in Afghanistan: quale ruolo dopo il summit di
Bucarest?” (Silvio Fagiolo, Emanuele Giordana, Paolo Magri, Alessandro Minuto-Rizzo)
Executive Briefing “La ‘potenza’Brasile in una America Latina tra crescita, inflazione e populismo”
Tavola Rotonda “Europa: si vota!” (Boris Biancheri, Alfredo Canavero, Sergio Romano)
Corso “Nazioni Unite e sviluppo” (Simona Galbiati, Paolo Magri, Andrea Tamagnini)
Corso “Turismo responsabile, sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale” (Umberto Di
Maria, Paola Donatucci, Alfredo Somoza, Claudio Visentin)
Corso “La politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea” (Giovanni Grevi, Luigi
Narbone, Antonio Missiroli, Alessandro Rotta)
Tavola Rotonda “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo” (Lucio Caracciolo, Alessandro Colombo,
Paolo Garimberti, Paolo Magri)
Tavola Rotonda “Anche nel Mediterraneo l’Unione fa la forza? Le prospettive dell’Unione per il
Mediterraneo” (Roberto Aliboni, Domenico Giorgi, Franco Zallio)
Globe 2008 - Orientamento alle Carriere Internazionali – Palermo
Corso “Microfinanza: strumento per lo sviluppo” (Paola Demarca, Fabio Malanchini, Lorenzo Saa,
Lucia Spaggiari)
Corso “La geopolitica dell’energia” (Paolo Migliavacca, Giovanni Parigi, Gianluca Pastori)
Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Gian Pietro Fontana Rava, Matteo Fornara,
Attilio Massara, Monica Puttini, Roberto Speciale) – Genova
Tavola Rotonda “Tibet: la Cina alla prova delle Olimpiadi” (Lucio Caracciolo, Renzo Cavalieri,
Paolo Magri, Paolo Pobbiati, Piero Verni)
Med Executive Briefing “Le opportunità economiche del mercato e d’Italia”
Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Rodolfo Casarubea, Raffaele Caso,
Margherita Motta) – Catania
Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Rosa dello Sbarba, Andrea Pieroni,
Antonio Villafranca) – Pisa
Sab. 31
Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Monica Baratta, Rosa della Sbarba, Maria
Grazia Cavenaghi-Smith, Matteo Fornara, Alberto Mattioli, Margherita Motta, Giovanni Puglisi,
Carlo Secchi)
Libri a Palazzo Clerici “I libri di una vita” (Boris Biancheri, Umberto Eco, Alberto Manguel)
IV Forum Economico Europa-Russia – Roma
Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk)
Corso “ONG e sviluppo” (Primo Di Blasio, Francesco Petrelli, Federico Perotti, Javier Schunk)
Tavola Rotonda “Sport e politica internazionale ‘oltre’ le Olimpiadi” (Claudio Arrigoni, Sergio
Giuntini, Pietro Mennea, Lucio Valent)
Conferenza Internazionale “Navigating Europe’s economy through turbulence” (Joaquín Almunia,
Marco Buti, Pierre Cunéo, José Manuel Garcia-Margallo Y Marfil, Hans Martens, Jacques Mistral,
Quentin Peel, Hans-Gert Pöttering, Vanessa Rossi, Daniela Schwarzer, Carlo Secchi, David Wright)
– Bruxelles
‘Notte Bianca’ a Palazzo Clerici
GIUGNO
Mer. 4
Executive Briefing “La Cina: sfide e opportunità nell’anno delle Olimpiadi”
Lun. 12
Gio. 15 e Ven. 16
Ven. 16 e Sab. 17
Ven. 23 e Sab. 24
Lun. 26
Mer. 28