Navigating Europe`s economy through turbolence Europa e
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Navigating Europe`s economy through turbolence Europa e
ISPI Anno XVI - 29 - Luglio 2008 Relazioni Internazionali ISTITUTO PER GLI STUDI DI POLITICA INTERNAZIONALE Il desiderio di insegnare e condividere con nuove generazioni le esperienze di una vita non è insolito fra diplomatici e funzionari di Organizzazioni Internazionali che giungono al termine del loro servizio attivo. Non ci stupimmo pertanto, dieci anni fa, quando Sandro Tucci - dopo aver osservato da vicino per decenni i conflitti in Asia e in Medio Oriente (come giornalista, prima, e come funzionario ONU, poi) - “bussò” all’ISPI offrendoci la sua disponibilità a collaborare alle nostre attività formative. Ci colpì, piuttosto, la sua straordinaria capacità di interessare, stimolare e coinvolgere chiunque lo ascoltasse (i giovani del Master, gli studenti della Bocconi, i diplomatici palestinesi) qualunque fosse il tema affrontato nelle sue lezioni (dalla riforma delle Nazioni Unite, alle coltivazioni di oppio in Afghanistan, agli interventi dell’agenzia dei Rifugiati a Gaza). In aula Sandro miscelava sapientemente conoscenza e rigore con umanità e passione: lo faceva con la naturalezza e la leggerezza di chi ha conosciuto a fondo il mondo e gli uomini, osservandone i conflitti, il degrado, la corruzione e mantenendo però, nonostante tutto, un inguaribile ottimismo, una visione solare, un interesse sincero per persone e fatti. Per i suoi studenti - dentro e fuori l’aula - Sandro ha rappresentato un punto di riferimento o per dirlo con le loro parole nei molti messaggi ricevuti, “un esempio di come vivere seguendo le proprie passioni con entusiasmo e coraggio, ma anche con la consapevolezza del rischio che ciò comporta”, “una di quelle persone che rendono questo mondo molto più interessante”. l IV FORUM ECONOMICO EUROPA-RUSSIA Europa e Russia: quale partnership? Nella suggestiva cornice di Palazzo Salviati, sede del Centro Alti Studi della Difesa (CASD), sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e con il supporto di Cerved, il 15 e 16 maggio scorsi si è svolto a Roma il IV Forum economico Europa-Russia. L’evento, a cui hanno partecipato quasi duecento relatori e di cui l’ISPI è stato promotore insieme all’Institute for Eastern Studies di Varsavia, fu lanciato inizialmente nel 2005. Ogni anno viene realizzato in un paese differente e, nonostante sia recente la sua creazione, co- stituisce ormai il principale momento di incontro e dibattito fra policy-maker e think tank europei e russi. L’ISPI ha ritenuto importante contribuire alla realizzazione dell’evento, che si è tenuto in Italia per la prima volta, sia perché da sempre impegnato a promuovere il dibattito sulle tematiche internazionali e già co-promotore del Foro di Dialogo Italo-Russo insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Affari Esteri, sia per la particolare importanza che ha assunto l’edizione di quest’anno, collocata subito dopo le elezioni presidenziali russe e a poca distanza da quelle per il rinnovo della Duma. Per tutti noi dell’ISPI – che abbiamo ricordato la sua scomparsa ad aprile con un concerto lo scorso 7 maggio – è stato un vero amico e un collega indimenticabile. Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Paolo Magri l Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla prima sessione del Forum l l I relatori della sessione dedicata alla partnership tra Europa e Russia. Da sinistra: Paolo Gnes, Josef Jerovsek, Brendan Donnelly e Maurizio Massari Il Forum costituisce un’importante e forse unica occasione di scambio di idee sul futuro delle relazioni EuropaRussia, che prescinde dalle posizioni degli stati di provenienza dei partecipanti e si propone di fornire utili spunti di riflessione anche per l’attuazione delle rispettive politiche nazionali. Il Forum ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente della Repubblica Giorgio Napoli- tano, dell’ex Presidente della Repubblica polacca Alexander Kwasniewski, del Presidente del CASD Luciano Callini, del Presidente dell’ISPI Boris Biancheri, del Direttore dell’Economic Forum Program Council Zygmund Berdychowsky, oltre a parlamentari nazionali ed europei, membri di imprese, ricercatori di numerosi think tank europei, come CERI, IRIS, SWP e Institute for Security and Development Policy of Sweden, nonché di tutti i principali istituti di ricerca politica ed economica russi. Al centro del dibattito, suddiviso in una decina di discussion panel nei due giorni dell’evento, vi sono stati temi politici quali le segue a pag. 2 BRUXELLES - EUROPEAN ECONOMIC GOVERNANCE MONITORING Navigating Europe’s economy through turbolence In una fase particolarmente turbolenta per i mercati finanziari, Jean-Claude Trichet, Presidente della Banca centrale europea, ha ricordato che “l’Europa ha oggi uno ‘scudo’, di dimensioni analoghe a quelle degli Stati Uniti, per contrastare le sfide ricorrenti dell’economia globale”. Trichet è sicuro che la moneta unica abbia contribuito alla stabilità: “a causa delle sfide della globalizzazione e l’emergere di nuove potenze economiche, l’Euro mi appare perfino più necessario di 10 anni fa”. In questi giorni la solidità dell’Euro è stata apprezzata persino da antichi avversari della moneta unica – come il Wall Street Journal e il Financial Times – che hanno lodato ripetutamente la strategia chiara e netta della Bce. Tuttavia appaiono ancora nette alcune debolezze dell’economia europea, messe in evidenza dalla difficile fase attraversata dai mercati finanziari. Proprio di queste questioni si è discusso a Bruxelles lo scorso 28 maggio nella Conferenza internazionale “Navigating Europe’s economy through turbolence”, organizzata nell’ambito delle attività di EEGM (European Economic Governance Monitor). La Con- l Hans-Gert Pöttering, Presidente del Parlamento europeo ferenza, che si è tenuta presso la sede dell’EPC, si è articolata in due sessioni. Nella prima “Current issues for European economic governance and proposed solutions” i cinque Istituti di ricerca partner del network internazionale (Chatham House, EPC, IFRI, ISPI e SWP) hanno presentato delle policy recommendation (consultabili sul sito www.eegm.eu) al Presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Pöttering. In particolare, punto di partenza del dibattito sono state le risposte dell’economia europea alla crisi dei mutui subprime americani e i ripetuti appelli della BCE volti a porre in essere politiche rigorose nella consapevolezza che il ciclo economico negativo potrebbe, invece, spingere ad un allentamento dei vincoli. La prima sessione ha rappresentato, inoltre, l’occasione per riflettere e comprendere come e se le riforme previste nel Trattato di Lisbona (il cui processo di ratifica continua malgrado il no irlandese) possano realmente fornire all’Unione europea i mezzi e le competenze necessarie per una migliore governance dell’economia europea. Jacques Mistral dell’IFRI ha messo in evidenza l’importanza del progetto euro che, nonostante i timori di una recessione americana, ha comunque contribuito a sostenere e alimentare una forte e sana crescita dell’economia europea. Mistral non ha però risparmiato critiche alla strategia di Lisbona, che dovrebbe essere rafforzata attraverso l’individuazione di obiettivi più mirati alla competitività internazionale. Di Lisbona ha anche par- lato il Vicepresidente dell’ISPI, Carlo Secchi, evidenziando che per spronare la competitività e la crescita europea sarebbe bene rivedere l’Agenda di Lisbona, che pur identificando chiaramente le aree di riforma (mercato unico, occupazione e innovazione) non garantisce gli strumenti e le politiche per realizzare le stesse riforme. La proposta di policy a tal riguardo è quella di identificare delle politiche decentralizzate in ciascun stato membro (che siano quindi maggiormente adatte ai bisogni locali) e un sistema di controllo centralizzato che agisca ex-post. Il caso italiano, per esempio, dimostra come il basso livello di spesa in ricerca e sviluppo (solo l’1% del PIL a fronte dell’obbiettivo del 3% fissato a Lisbona) sia dovuto non tanto agli scarsi investimenti pubblici (che sono nella media di quelli europei), quanto alla mansegue a pag. 2 Speculando IL DECIMO COMPLEANNO DELLA BCE di Franco Bruni Nel giugno del 1998 nasceva la BCE, dopo quattro anni di lavoro preparatorio condotto dall’Istituto Monetario Europeo. In sei mesi venivano prese le principali decisioni strategico-organizzative e, all’inizio del 1999, veniva creato l’euro. Undici Paesi (ora divenuti 15) rinunciavano a esercitare le politiche monetarie a livello nazionale e concentravano le relative decisioni nell’istituto di Francoforte, al quale il Trattato di Maastricht garantiva forte autonomia e assegnava l’obiettivo di mantenere stabile il livello generale dei prezzi nell’area dell’euro. segue a pag. 7 l Joaquín Almunia, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari COMITATO EDITORIALE Boris Biancheri, Paolo Magri, Franco Bruni (Direttore Responsabile) EVENTI 2 ISPI - Relazioni Internazionali segue dalla copertina Europa e Russia: quale partnership? prospettive della politica interna e il ruolo della Russia nello scenario internazionale, altri riguardanti la sicurezza nei rapporti UeRussia, nonché temi più prettamente economici, come gli investimenti diretti esteri in Russia, la cooperazione industriale con paesi Ue e non Ue, lo sviluppo economico russo di lungo termine ed il ruolo giocato dalle risorse naturali. È emersa più volte la priorità per i rappresentanti dei paesi membri Ue, sebbene non sempre condivisa negli stessi termini da parte dei partecipanti russi, di costruire una forte partnership strategica con la Russia fondata sulla promozione e consolidamento dei valori democratici, sul rispetto reciproco, sulla comune valutazione e risoluzione delle questioni strategiche e, naturalmente, comprendente il tema della sicurezza energetica. Questa indispensabile partnership è stata oggetto di analisi, anche alla luce del cambio della presidenza: da Vladimir Putin a Dmitry Medvedev. Il nuovo Presidente russo, che ha comunque Putin come proprio Primo ministro, nonostante un’immagine più aperta e dialogante soprattutto con l’Occidente, seguirà le linee politiche volte a rafforzare e stabilizzare la potenza russa tracciate dal suo predecessore. Il consolidamento del rapporto UeRussia rimarrà una necessità per entrambe le parti. La Russia, infatti, è il vicino più grande dell’Europa alla quale è legato, in una misura maggiore rispetto a quanto lo potrebbe essere nei confronti dell’Asia, da una comunanza di valori religiosi e culturali, dagli avvenimenti storici e oggi, dai rapporti economici concernenti soprattutto lo sfruttamento delle risorse energetiche russe. Si rende quindi auspicabile il rafforzamento del dialogo instaurato tra le due parti con l’Accordo di l Il pubblico assiste ai lavori in Aula Magna Partenariato e Cooperazione, il cui rinnovo è oggi un imperativo per impostare un nuovo paradigma nei rapporti bilaterali che prenda in considerazione lo status attuale della Russia. Il legame con Mosca rimarrà essenziale sia per la sua membership permanente all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sia perché costituisce ancora un centro di attrazione per alcuni paesi dell’ex Unione sovietica, dalle cui ricchezze naturali l’Ue dipende, sia per le possibili implicazioni derivanti dal ruolo di Mosca nella balance of power. Il contributo della Russia è importante anche nella lotta alle nuove minacce internazionali come il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, l’inquinamento, la criminalità internazionale, l’immigrazione illegale e il narcotraffico. Sono state analizzate le relazioni Ue-Russia nel campo della sicurezza alla luce di diverse situazioni quali il progetto statunitense di scudo anti-missilistico da installare sul territorio polacco e su quello della Repubblica Ceca; il doppio allargamento della Nato e della Ue ad est in zone, cioè, di storica appartenenza all’Urss; l’opposizione di Mosca durante il recente Summit Nato a Bucarest alla concessione all’Ucraina e alla Georgia del Membership Action Plan; l’operato del Consiglio Nato-Russia, istituito nel 2002 come forum per accrescere la cooperazione e instaurare un dialogo co-struttivo sulle questioni più attuali ed impellenti; la proclamazione unilaterale d’indipendenza del Kosovo sostenuta dalla Ue e dagli Usa ma fino all’ultimo contrastata da Mosca. Si è poi trattato più approfonditamente del mercato russo e delle possibilità, nel breve e lungo periodo, di diversificare l’economia per renderla meno dipendente dalle risorse energetiche e più stabile, capace, quindi, di implementare la tanta auspicata modernizzazione del paese, di introdurre delle tecnologie innovative che possano garantire lo sviluppo e contribuire a risolvere le problematiche sociali. Si è discusso anche dei punti di forza e di debolezza della Russia, di quali settori economici e paesi attirino maggiormente l’interesse di Mosca, del fenomeno della creazione di grandi società statali, soprattutto nei settori considerati strategici per il paese, che gestiscono le ricchezze nazionali e di quali strumenti dispone l’Occidente per affrontare questa situazione. Infine, sono stati esaminati i rapporti che la Russia intrattiene con l’Unione europea alla quale Mosca soddisfa, rispettivamente, il 24% e il 30% del fabbisogno di gas naturale e petrolio, mentre vi destina circa il 65% delle esportazioni proprie di gas e il 63% di petrolio. La Russia, infatti, ha sviluppato un sistema articolato di gas e oleodotti che rafforzano la dipendenza europea dal Cremlino, basata soprattutto su intese bilaterali con i singoli paesi Ue contrariamente alle aspirazioni di Bruxelles ad instaurare un rapporto diretto tra l’Unione nella sua globalità e Mosca. L’Unione non nasconde, quindi, il suo interesse ad avere la Russia come controparte dell’intesa bilaterale dell’Energy Charter predisposta da Bruxelles, che richiede che Mosca apra il proprio mercato dell’energia, attualmente in mano al monopolista Gazprom, ai membri Ue e contribuisca così alla regolarità delle forniture di gas. Nel quadro così tracciato si è, inoltre, discusso della politica energetica che Mosca attua nei confronti dei suoi vicini occidentali, che sono oggi dei paesi di transito del gas russo diretto alla Ue e con i quali quest’ultima è intenzionata ad instaurare una partnership nel settore energetico per garantire la sicurezza dei propri approvvigionamenti. l INVITI A PALAZZO CLERICI segue dalla copertina Apertura straordinaria Navigating Europe’s economy through turbolence Anche quest’anno l’ISPI ha aderito alla “Notte Bianca” organizzando visite guidate a Palazzo Clerici. Dalle 21.00 del 31 maggio all’1.00 del 1° giugno 2008 i visitatori hanno potuto osservare le stanze del palazzo e, in particolare, il Salone affrescato dal Tiepolo nel 1741. Emblema del barocchetto lombardo e tipico esempio della magnificenza del ceto patrizio milanese agli inizi del XVIII secolo, Palazzo Clerici conserva al suo interno numerose opere d’arte: dal ciclo di arazzi del fiammingo Jan Leyniers II, alle boisieries di Giuseppe Cavanna, fino a uno dei più mirabili e ancora poco noti affreschi di Giambattista Tie- polo. Nonostante abbia avuto un ruolo cruciale nelle vicende artistiche e storiche della Milano del Settecento e dell’Ottocento e sia stato anche protagonista di alcuni significativi momenti della vita politica e culturale milanese nel corso del Novecento, Palazzo Clerici è ancora poco conosciuto dal grande pubblico e, talvolta, anche dagli specialisti. visite guidate sia ospitando manifestazioni di interesse per la città (presentazioni di libri; mostre dedicate a Milano, alla sua storia e alla sua cultura; concerti, iniziative benefiche e di organizzazioni non governative; celebrazioni del corpo consolare; ecc.), che coinvolgono ogni anno più di 20.000 persone. Per questo motivo l’ISPI, che ha sede dal 1941 nel Palazzo ed è da sempre impegnato nel suo recupero e valorizzazione, organizza durante tutto l’anno una serie di iniziative volte a restituire il Palazzo alla città di Milano nella sua pienezza, sia promuovendo periodicamente È con questo intento che l’ISPI, dopo aver già sperimentato le aperture straordinarie notturne in precedenti edizioni della manifestazione, ha partecipato alla nuova edizione della “Notte Bianca” che ha riscontrato, come gli anni scorsi, un notevole interesse da parte del pubblico. l Il panel della seconda sessione, da sinistra: José Manuel Garcia-Margallo Y Marfil, Thomas Lambert, Quentin Peel, David Wright, Marco Buti e Joaquín Almunia canza di investimenti privati che andrebbero, invece, sostenuti e incentivati. La mancanza di una supervisione nel controllo dei mercati finanziari europei è stata inoltre evidenziata a più riprese come punto debole della governance europea. In particolare per far fronte a tale lacuna gli esperti internazionali hanno messo sul tavolo diverse proposte: Daniela Schwarzer dell’SWP, ad esempio, ha sostenuto l’opportunità di introdurre un vertice dell’Eurozona, mentre Vanessa Rossi di Chatham House ha suggerito la convocazione di una riunione di un gruppo di esperti con l’obiettivo di raccomandare un nuovo quadro del settore europeo. finanziario Reagendo agli stimoli degli Istituti partner, HansGert Pöttering ha affermato che l’Unione europea dovrebbe migliorare la produttività e la partecipazione al mercato del lavoro con lo scopo di restare competitiva a livello globale. Ha poi aggiunto, passando ad un altro tema, che garantire un approvvigionamento energetico maggiormente sicuro rappresenta ormai una necessità improrogabile. “Ora ci si rende conto che l’energia è necessariamente un aspetto politico che deve essere trattato a livello europeo” ha aggiunto. La seconda sessione “Is there a need to reform European economic governance and what are the future challenges?” ha rappresentato un momento di dibattito tra altri funzionari e personalità politiche (come Marco Buti, Vice Direttore Generale, DG Affari Economici e Finanziari e David Wright, Vice Direttore Generale, DG Servizi e Mercato Interno) che hanno affrontato temi quali la corsa al rialzo dei prezzi, la riforma del mercato del lavoro, la sorveglianza dei mercati finanziari, che sono al centro dell’agenda dei leader politici e di grande impatto sull’opinione pubblica europea. Al termine degli interventi il Commissario Almunia ha chiuso i lavori con un inter- vento che ha avuto grande eco presso i media. Almunia ha identificato nel prezzo del petrolio e delle merci la principale causa dell’attuale difficile contesto economico. Per Almunia, la ricetta, difficile da applicare, sarebbe quella di un maggior coordinamento delle politiche di bilancio, pur salvaguardando l’autonomia dei singoli stati. Almunia si è poi detto contrario a interventi fiscali nazionali, riferendosi chiaramente alle proposte di Sarkozy che aveva avanzato l’ipotesi di un tetto all’Iva che grava sul prezzo del petrolio. A tal riguardo ha ricordato che l’impegno preso alla riunione Ecofin di Manchester del 2005 è stato quello di evitare interventi unilaterali. EVENTI ISPI - Relazioni Internazionali 3 l LIBRI A PALAZZO CLERICI Manguel e Perissich: incontri con la cultura internazionale L’ISPI – che fino a poco tempo fa non organizzava presentazioni di volumi (e in particolare volumi di narrativa), ma soltanto tavole rotonde che avevano sullo sfondo e prendevano come spunto la pubblicazione di un volume su tematiche di economia e politica internazionale coincidenti con le aree di attività dell’Istituto – ha lanciato alla fine del 2006 la nuova iniziativa “Libri a Palazzo Clerici – Incontri con la cultura internazionale”. Si tratta di un ciclo di incontri organizzato in collaborazione con le principali case editrici, nell’ambito del quale l’Istituto ospita autori di rilievo internazionale, come è accaduto negli ultimi mesi con Alberto Manguel e Riccardo Perissich. Manguel e Eco: i libri di una vita “I libri di una vita”, questo il titolo dell’incontro che ha visto protagonisti Umberto Eco e Alberto Manguel il 12 maggio scorso. L’occasione per discorrere di lettura e del ruolo della cultura nella nostra società è nata dalla presentazione del libro di Manguel “Al tavolo del Cappellaio matto” (Rosellina Archinto Editore), una raccolta di saggi che ha come filo conduttore la follia, protagonista in ogni epoca non solo della finzione artistica, ma anche della vita reale. Manguel, scrittore e saggista nato a Buones Aires ma che ha vissuto in Italia, Francia, Inghilterra e Tahiti, ha presentato un mosaico di personaggi letterari e storici, di artisti e di opere che attingono alla fonte della pazzia per sfidare, nel bene e nel male, regole e istituzioni. “Manguel si diletta nel percorrere labirinti” è la spiegazione data da Umberto Eco durante la presentazione. Eco e Manguel, che hanno conversato con il Presidente dell’ISPI, Boris Biancheri, si sono confrontati e hanno ammaliato con la loro dialettica il numeroso pubblico, giocando con intelligenza sulle definizioni, a cominciare da quella di “lettore ideale” (“i censori sono i lettori ideali perché hanno capito l’importanza dell’opera” una delle argute definizioni ) per finire con quella di biblioteca quale luogo fisico della cultura, un simbolo l Renato Ruggiero, Riccardo Perissich, Franco Bruni e Nicola Rossi centrale di quello che una società esprime, luogo che custodisce ma insieme seleziona il sapere. “Il piacere della lettura, fondamento dell’arte di ogni lettore, si presenta variegato e molteplice. Quanti di noi che si scoprono lettori, scoprono di esserlo ognuno a modo proprio, personale e diverso”, ha affermato Manguel in chiusura. “Non esiste una storia unanime della lettura bensì tante storie di lettori. Condividiamo certi tratti, certe abitudini e formalismi, ma la lettura resta un atto individuale. Non sogniamo tutti allo stesso modo, né facciamo l’amore alla stessa maniera, e analogamente, non tutti leggiamo secondo canoni uguali. I libri che attraversano le nostre vite sono, per ognuno di noi, meravigliosamente diversi, come lo sono le nostre esistenze.” Perissich e il rilancio dell’Europa l Boris Biancheri tra gli scrittori Umberto Eco e Alberto Manguel l TAVOLE ROTONDE ISPI-LIMES l Il 5 giugno si è tenuto l’incontro “L’Unione Europea al bivio: rilancio o decli- no?”. All'evento, organizzato in occasione della pubblicazione del volume “L’Unione europea. Una storia non ufficiale” di Riccardo Perissich, edito da Longanesi, hanno partecipato, oltre all’autore, Franco Bruni, Vicepresidente dell’ISPI e Professore di Teoria e politica monetaria internazionale presso l’Università Bocconi; Nicola Rossi, Senatore e Professore di Analisi economica dell’Università di Roma “Tor Vergata” e Renato Ruggiero, Ambasciatore, già Consigliere del Presidente del Consiglio per la Dichiarazione sul futuro dell’Europa e Ministro degli Affari Esteri. La presentazione del libro di Perissich, un’opera “godibile” che intreccia la storia con eventi che illustrano il quotidiano della vita della sua burocrazia, spesso valida interprete dell’interesse politico, è stata l’occasione per discutere dell’Europa e del suo futuro. Dalla discussione è emersa la riflessione che, nell’attuale situazione internazionale, l’Europa non possa più basare la propria esistenza solamente su motivazioni interne. Le spinte esterne, derivanti da una sempre maggiore forza politica ed economica delle potenze emergenti, dovrebbero indurre gli europei a uno sforzo unitario maggiore. Tuttavia, le incognite rimangono ancora tante: da una opinione pubblica distratta sulle questioni europee, alla necessità, chiaramente individuata ma sempre disattesa, di una rappresentanza unitaria europea nelle maggiori sedi decisionali, dal G8 al Consiglio di Sicurezza ONU. QUADERNI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI Tibet nelle pagine di Limes La prova del Kosovo Il 21 aprile, per il ciclo di incontri organizzati dall’ISPI in collaborazione con la rivista “Limes”, si è tenuta una Tavola Rotonda sul tema “Tibet: la Cina alla prova delle Olimpiadi”, in occasione della contemporanea uscita del quaderno speciale di “Limes” sul tema “Tibet, la Cina è fragile”, nel quale, prendendo spunto dalle proteste anti-cinesi che hanno coinvolto in molte parti del mondo il percorso della fiaccola olimpica, la rivista di geopolitica ha analizzato la questione tibetana grazie all’intervento, sulle sue pagine, di molti esperti del settore. All’evento hanno partecipato Lucio Caracciolo, Direttore di “Limes”; Renzo Cavalieri, Professore di Diritto comparato dell’Università Ca’Foscari di Venezia; Paolo Magri, Direttore dell’ISPI; Paolo Pobbiati, Presidente della Sezione italiana di Amnesty International e Piero Verni, Giornalista, Scrittore ed ex Presidente dell’associazione Italia-Tibet. Partendo dall’intervista al Dalai Lama pubblicata proprio sul numero di “Limes”, la discussione tra gli ospiti della Tavola Rotonda ha messo in luce le differenze politiche tra la linea “moderata” del Dalai Lama, che avversa l’idea di un Tibet indipendente e ambisce a una coesistenza pacifica tra Tibetani e Cinesi, e quella dei gruppi dissidenti tibetani che, pur utilizzando mezzi pacifici di protesta, si fanno promotori di una politica più dinamica e attiva. Il dibattito si è poi allargato toccando punti importanti, quali l’incapacità cinese di alimentare una efficace soft power, il problema dei diritti umani in Cina e la sua, sep- pur lenta, apertura verso lo stato di diritto a cominciare dagli anni ’80. Dire oggi se le pressioni occidentali abbiano ottenuto qualche risultato è prematuro, tuttavia la Cina sembra entrata in una fase di riflessione, testimoniata anche dalle recenti aperture ad una soluzione negoziata: la politicizzazione della kermesse olimpica si sta trasformando in uno smacco per la Cina, per i suoi sforzi di apparire come una pacifica potenza in ascesa e una ‘società armonica’ all’interno dei propri confini. La Cina pare essere stata presa in contropiede, perché criticata non solo dagli Stati Uniti (in prima linea da tempo sul Tibet e sul rispetto dei diritti umani nell’ex Impero di Mezzo), ma anche dai ‘docili europei’ e dagli ‘amici’ (il premier australiano Kevin Rudd). l Piero Verni, Lucio Caracciolo, Paolo Magri, Paolo Pobbiati e Renzo Cavalieri In occasione dell’uscita del sesto numero della rivista dell’ISPI Quaderni di Relazioni Internazionali dedicato a “La sovranità nell’epoca della politica globale” sono stati organizzati due incontri, il primo a Milano e il secondo a Roma. La rivista dell’ISPI affronta il tema con un’ottica plurale, ospitando articoli di esperti di varie discipline (politologia, diritto, storia) oltre al punto di vista di un diplomatico; inoltre una sezione di documentazione approfondisce, in questo numero, il piano Ahtisaari e la situazione in Kosovo. A Milano l’incontro, tenutosi il 16 aprile e organizzato anche in occasione della pubblicazione del numero di marzo di “Limes” dedicato al Kosovo, ha visto la partecipazione di Lucio Caracciolo, Direttore della rivista “Limes”; Alessandro Colombo, Senior Research Fellow dell’ISPI e Professore presso l’Università degli Studi di Milano e Paolo Magri, Direttore dell’ISPI. Analizzando gli eventi contingenti che hanno portato alla proclamazione dell’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, la discussione si è poi incentrata sui processi internazionali che hanno favorito questo “caso unico” di indipendenza. Caracciolo, muovendo dall’analisi di “cosa sia il Kosovo”, ha delineato la profonda e sostanziale distinzione tra “il Kosovo teorico e quello effettivo”. Con il supporto di documentazione internazionale il Direttore di “Limes” ha delineato il pericolo che in Kosovo possano trovare spazio organizzazioni criminali. Caracciolo ha poi evidenziato i motivi geo-politici che fanno del Kosovo un territorio di grande importanza per l’Italia, a cominciare dalla presenza militare nell’area. Colombo, riprendendo gli spunti proposti da Caracciolo, ha orientato il suo intervento sul ruolo della “comunità internazionale”, offrendo un’analisi critica del suo concetto e delle incoerenze e contraddizioni che sono emerse proprio relativamente all’area balcanica e al Kosovo. La rivista è stata poi pre- sentata il 3 marzo a Roma presso l’Associazione della Stampa Estera. Sono intervenuti alla Tavola Rotonda, intitolata “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo” l’Ambasciatore Silvio Fagiolo, Professore di Relazioni Internazionali presso la LUISS di Roma e già Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unione Europea; il Professor Agostino Giovagnoli, Docente di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; il Ministro Plenipotenziario Maurizio Massari, che è attualmente Capo dell’Unità di analisi e programmazione del Ministero degli Affari Esteri ed è stato capo della Missione OSCE in Serbia e Montenegro e l’Onorevole Umberto Ranieri, Presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Il Presidente dell’ISPI, Boris Biancheri ha moderato l’incontro. Il dibattito ha, dapprima, ricordato che la globalizzazione, lo sviluppo di un diritto “cosmopolita” e la ricomparsa di soggetti non statali mettono in evidenza fenomeni di erosione dello Stato sulla politica internazionale e la sua incapacità a governare tali fenomeni. È stato, successivamente, sottolineato che i diversi fattori di erosione non sono però ancora sufficienti a sradicare il tradizionale impianto interstatale della politica internazionale. Nonostante la diffusione di diversi attori non statuali quali, ad esempio, gruppi terroristici, gli stati rimangono ancora i principali protagonisti delle alleanze, della diplomazia e della cooperazione internazionale. l Maurizio Massari, Umberto Ranieri, Boris Biancheri, Silvio Fagiolo e Agostino Giovagnoli 4 EVENTI l L’ITALIA NEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI Diplomazia in campo all’ONU L’11 marzo si è svolta la Tavola Rotonda “Diplomazia in campo: l’Italia e il Consiglio di Sicurezza ONU”. All’evento, organizzato in occasione della pubblicazione del volume “L’Italia all’ONU. 19931999. Gli anni con Paolo Fulci: quando la Diplomazia fa gioco di squadra”, edito da Rubbettino e realizzato nell’ambito del ciclo “Globe - Orientamento alle Carriere Internazionali”, sono intervenuti numerosi e prestigiosi ospiti, moderati dall’Amb. Boris Biancheri, Presidente dell’ISPI: l’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, Rappresentante Permanente ONU dal 1993 al 1999; Paolo Mastrolilli, Giornalista del TG1; il Senatore Gian Giacomo Migone, Presidente della Commissione Esteri del Senato dal 1996 al 2001; Ettore Sequi, Ambasciatore d’Italia in Afghanistan ed il Direttore Generale Affari Politici Multilaterali presso il Ministero degli Affari Esteri, l L’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, Rappesentante Permanente ONU dal 1993 al 1999 Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata. L’incontro ha fornito l’occasione per i diretti protagonisti di ripercorrere una pagina della politica estera italiana che ha fatto onore alla nostra diplomazia. Tra il 1993 e il 1998 l’ipotesi di un ingresso di Giappone e Germania nel Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite divenne concreta e allarmò l’Italia: l’Ambasciatore Fulci si fece interprete dell’interesse nazionale. Dinnanzi al rischio concreto di declassamento dell’Italia rispetto alle medie potenze che avrebbero preso parte come membri permanenti al nuovo consiglio di sicurezza - che avrebbe potuto includere anche Brasile, India e Nigeria - il gruppo italiano alla rappresentanza di New York mise in moto la macchina diplomatica. Furono messi in evidenza “i risultati catastrofici” che la riforma avrebbe comportato: l’Onu avrebbe vissuto un’ulteriore perdita di democraticità, l’Unione Europea si sarebbe arresa definitivamente ad ogni possibilità di creare un seggio europeo e avrebbe visto rianimati i vizi nazionalistici, l’Italia sarebbe stata “umiliata e retrocessa”, come detto da Fulci. L’opposizione a una simile riforma, organizzata nel gruppo del Coffee Break, nome derivante dalle riunioni che si tenevano il lunedì mattina, ebbe successo. Lo stallo che tutt’oggi perdura sulla questione, secondo tutti i conferenzieri, è destinato a resistere “sempre che l’Italia non faccia auto-goal”. l L’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, Direttore Generali Affari Politici Multilaterali del MAE ISPI - Relazioni Internazionali l INCONTRI RISTRETTI PER LE IMPRESE Brasile, Cina, Finanza Internazionale Per il 2008 il programma Executive Briefing dell’ISPI, che si propone di fornire ad aziende ed istituzioni alcuni approfondimenti utili per identificare nuove tendenze economiche e politiche, cogliere opportunità emergenti, individuando i fattori strutturali di rischio, si è inaugurato il 6 marzo con un incontro dedicato ai “Nuovi assetti politico-economici internazionali”, seguito l’8 aprile da un incontro su “La ‘potenza’ Brasile in un’America Latina tra crescita, inflazione e populismo”, per poi proseguire il 4 giugno con un appuntamento su “La Cina: sfide e opportunità nell’anno delle Olimpiadi”. Il primo incontro, coordinato da Mario Deaglio, Docente presso l’Università degli Studi di Torino, l’Ambasciatore Sergio Romano e Franco Zallio, Direttore “Global Watch” dell’ISPI, si è occupato di tracciare un’analisi del contesto politico ed economico internazionale a cominciare dal ruolo degli Stati Uniti e dell’eredità che lascerà il Presidente Bush alla fine dell’anno. Sul piano prettamente economico si è cercato di analizzare quale impatto mondiale avrebbe una recessione negli Usa. Il secondo workshop si è occupato del Brasile, presentando alcuni aspetti caratterizzanti del paese e della sua economia. L’ultimo incontro ha visto anche la partecipazione di Renzo Cavalieri (Docente di Diritto Comparato all’Università Ca’ Foscari di Venezia) e si è avvalso della testimonianza di Rudolf Colm (Presidente di Bosch Italia). Nel corso del workshop sono state affrontate le opportunità offerte dall’economia cinese in uno scenario in evoluzione; le sfide generate dal vorticoso sviluppo e il loro impatto sulla stabilità politica. Un ulteriore incontro sui “Nuovi assetti politico-economici internazionali” è stato organizzato dall’ISPI il 6 giugno a Fabriano presso la sede di Indesit, alla presenza di una cinquantina di alti dirigenti dell’azienda. Anche nell’ambito del progetto Med Business di ISPI e Intesa Sanpaolo, sono stati promossi alcuni workshop a porte chiuse, denominati Med Executive Briefings e rivolti ad aziende e enti che si caratterizzano per una forte proiezione internazionale. Il primo workshop, che si è svolto il 22 aprile, è stato dedicato al quadro economico generale della regione e ad approfondimenti sui singoli paesi, con particolare attenzione ai relativi fattori di attrazione. L’incontro è stato coordinato da Franco Zallio e Valeria Talbot dell’ISPI, con l’intervento di Bénédict de Saint-Laurent di ANIMA Investment Network. Il secondo incontro, che si è tenuto il 17 giugno, si è focalizzato su energia e trasporti nel Mediterraneo e ha previsto gli interventi di Franco Zallio e Alga Danila Foschi, dell’Università di Pisa. l OSSERVATORIO SICUREZZA E STUDI STRATEGICI La natura dei nuovi conflitti e il ruolo della Nato Tra pace e guerra “Il confine fra pace e guerra tra nuove minacce e diritti umani”, questo il titolo della Tavola Rotonda organizzata dall’ISPI e tenutasi a Palazzo Clerici lo scorso 18 marzo. L’incontro si è occupato essenzialmente di analizzare la natura dei nuovi conflitti: l’esplosione di conflittualità degli ultimi decenni ha messo in evidenza l’equivocità del processo di rimozione del concetto di guerra in atto nel nostro tempo. Le differenti competenze dei conferenzieri hanno permesso un’ampia comprensione della questione, che coinvolge aspetti politici, giuridici e militari. All’incontro hanno, infatti, partecipato: Fabio Bendinelli, dello Stato Maggiore dell’Esercito; Alessandro Colombo, Ricercatore presso l’ISPI e Docente di Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Milano; Edoardo Greppi, Docente di Diritto Internazionale all’Università di Torino; Francesco Mancini, dell’International Peace Academy; e Arianna Vedaschi, Professore associato di Diritto Pubblico comparato presso l’Università Bocconi. “La Nato in Afghanistan: quale ruolo dopo il summit di Bucarest?” All’evento, tenutosi il 7 aprile e organizzato nell’ambito dell’Osservatorio Sicurezza e Studi Strategici dell’ISPI, hanno partecipato: Silvio Fagiolo, Professore alla Luiss; Emanuele Giordana, Giornalista di Lettera22 e Asia Major; Paolo Magri, Direttore dell’ISPI; Alessandro Minuto-Rizzo, già Vice Segretario Generale della Nato. Il tema dell’Afghanistan è sempre più rilevante nell’agenda politica internazionale, ancora di più lo è in quella della Nato, impegnata nella più grande missione che abbia mai compiuto. Il vertice di Bucarest, che ad inizio aprile si era appena chiuso, ha fornito nuovi spunti sulla direzione strategica della Nato in Afghanistan con la richiesta, americana e canadese, di un maggiore coinvolgimento europeo. l Da sinistra: Francesco Mancini, Arianna Vedaschi, Alessandro Colombo, Edoardo Greppi e Fabio Bendinelli l “OLTRE” LE OLIMPIADI l OSSERVATORIO MEDITERRANEO Iran e unione per il Mediterraneo Sport e politica internazionale l Domenico Giorgi, Franco Zallio e Roberto Aliboni “L’Iran tra ambizioni regionali e debolezze interne” Il 5 marzo si è tenuta una Tavola Rotonda sulla questione iraniana, proprio in concomitanza con le elezioni che si sono svolte nel paese. All’evento hanno partecipato: Paolo Cotta Ramusino, Segretario Generale del Pugwash Conferences on Science and World Affairs; Bernard Hourcade, Professore presso il CNRS di Parigi; Riccardo Redaelli, Docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; e Franco Zallio, Responsabile dell’Osservatorio Mediterraneo dell’ISPI. Zallio ha introdotto la questione parlando dell’utilizzo inefficiente delle rendita petrolifera dell’Iran. Sono state poi proposte alcune riflessioni sulla politica estera del regime di Teheran. Redaelli si è soffermato sul fatto che l’accentuazione della linea ideologica e l’isolamento internazionale hanno reso sempre più insicuro, e quindi irrazionale, il regime iraniano, aumentando di fatto i rischi per la comunità internazionale. “Anche nel Mediterraneo l’Unione fa la forza? Le prospettive dell’Unione per il Mediterraneo” La Tavola Rotonda tenutasi il 17 aprile ha visto la partecipazione di Roberto Aliboni, dello IAI; Domenico Giorgi, della Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri e di Franco Zallio. Zallio ha richiamato le ragioni del ritorno di interesse per il Mediterraneo: l’elevato prezzo del petrolio ha stimolato una consistente crescita economica in tutta la regione mentre l’iniziativa statunitense sta portando ad un rilancio dei processi negoziali, ancora incerto e confuso ma che potrebbe sortire risultati. Aliboni ha ricordato i punti delicati della proposta di Unione per il Mediterraneo, in particolare l’inclusione dei Balcani, l’illusione di poter costruire un processo cooperativo che ignori il ruolo centrale dei conflitti regionali, il tentativo impossibile di coinvolgere i soli paesi rivieraschi della Ue in una iniziativa che ha forti implicazioni per la politica estera di tutta l’Unione. Giorgi ha analizzato, infine, la proposta francese e il dibattito in corso a livello bilaterale e comunitario sull’iniziativa. Un approfondimento è stato dedicato alle prime ipotesi sui progetti attorno a cui l’Unione dovrebbe organizzarsi e sulla sua struttura istituzionale. Il vertice di Parigi del 1314 luglio prossimi, in cui l’UMed verrà varata, farà luce su molte di queste incognite. Contemporaneamente, hanno convenuto i relatori, occorrerà lavorare per evitare che l’UMed passi senza che ci sia una adeguata riforma del Processo di Barcellona nel suo complesso. Sport e politica internazionale nel corso della storia si sono incrociati più volte. Il possibile boicottaggio delle olimpiadi di Pechino appare, infatti, solo l’ultimo capitolo di questo lungo rapporto. Dell’argomento si è discusso il 26 maggio all’ISPI durante la Tavola Rotonda “Sport e politica internazionale ‘oltre’ le Olimpiadi”. All’evento hanno partecipato: Claudio Arrigoni, Giornalista sportivo e Scrittore; Sergio Giuntini, Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Storia dello Sport; il Campione olimpionico Pietro Mennea e Lucio Valent, Docente presso l’Università degli Studi di Milano. Partendo dallo stretto rapporto tra politica e sport gli ospiti hanno delineato alcuni passaggi storici significativi, soprattutto relativi alle Olimpiadi: dall’edizione del 1920 ad Anversa, con la Germania non gradita ed esclusa, all’edizione di Berlino del 1936, assegnata nel 1931 anche come gesto simbolico di riconciliazione europea prima dell’ascesa di Hitler, ma che divenne strumento d’esaltazione del regime nazista. Quella edizione segnò anche il primo tentativo di boicottaggio: una contro-olimpiade avrebbe, infatti, dovuto te-nersi a Barcellona ma il colpo di stato di Francisco Franco ne impedì l’organizzazione. Ci si è poi soffermati sulle cinque edizioni a cui ha preso parte Pietro Mennea, tutte segnate dal rapporto con la politica: nel 1972 a Monaco vi fu il famoso attentato contro gli atleti israeliani, nel 1976 a Montreal molti paesi africani non parteciparono alle gare per protesta contro l’apartheid, nel 1980 a Mosca e nel 1984 a Los Angeles le due superpotenze si boicottarono a vicenda nel pieno di una ripresa della guerra fredda, mentre anche a Seul se ne discusse. Il CIO avvisò i due blocchi che un eventuale boicottaggio sarebbe costato loro l’esclusione dal movimento olimpico. Ragioni che risiedono prevalentemente nella distensione internazionale portarono alla partecipazione delle grandi potenze. Si registrarono comunque alcune defezioni: Cuba, Etiopia e Corea del Nord. Ma anche altri eventi sportivi sono stati coinvolti in vicende politiche. In Italia vi fu clamore per la finale della Coppa Davis di tennis, giocata e vinta a Santiago del Cile in pieno regime Pinochet, in Francia vi furono manifestazioni contro i mondiali di calcio organizzati nel 1978 dall’Argentina dei colonnelli. Lo sport si è offerto spesso anche come tentativo di apertura al dialogo: celebre la partita di tennis tavolo nel 1971 tra Stati Uniti e Cina Popolare, rivelatrice dei futuri sviluppi tra le due potenze, tese in un dialogo, “la diplomazia del pingpong”, che prese il nome proprio dall’evento sportivo. Pochi mesi dopo, in segreto, Kissinger, allora consigliere alla Sicurezza Nazionale, incontrò Chu En-lai, l’anno sucessivo il presidente Nixon compì una storica visita ufficiale a Pechino. EVENTI ISPI - Relazioni Internazionali 5 l L’EUROPA VA A SCUOLA l OSSERVATORIO EUROPA Conclusa con successo la quarta edizione Il bilancio Ue Per il quarto anno consecutivo l’ISPI ha promosso il progetto “L’Europa va a scuola” che mira a sensibilizzare i giovani studenti delle scuole medie superiori sui temi dell’integrazione europea e dell’attualità comunitaria. Partito nel 2005 dalla Provincia di Milano, il progetto ha riscontrato un successo crescente testimoniato dall’aumento del numero di Province coinvolte e dall’interesse mostrato da docenti e studenti. L’edizione di quest’anno (realizzata con il supporto delle Province di Milano, Genova, Pisa e Catania ed in collaborazione con il Ministero della Pubblica istruzione, le Rappresentanze in Italia della Commissione europea e del Parlamento europeo e la Fondazione Banco di Sicilia) ha visto la partecipazione delle scuole medie superiori delle Province di Milano, Genova, Pisa e Catania, registrando numeri record: 8 conferenze (due per ogni Provincia partecipante), oltre 70 istituti superiori, 200 classi e circa 6.000 studenti coinvolti. L’evento di chiusura a livello nazionale del progetto si è tenuto lo scorso 7 maggio a Palazzo Clerici. Durante la mattinata dei lavori i ragazzi hanno assisto alla Tavola Rotonda “Cittadini dell’Europa del futuro” (a cui hanno preso parte, tra gli altri, Alberto Mattioli, Vice Presidente della Provincia di Milano e Giovanni Puglisi, Presidente della Fondazione Banco di Sicilia e Rettore dell’Università IULM) e sostenuto le manches finali del quiz a premi “Chi vuol essere europeo” che ha incoronato la classe vincitrice della Provincia di Milano e la classe vincitrice finale dell’intero progetto. Raggiungendo il punteggio massimo (1 milione di punti) in poco meno di tre minuti, la 3E serale del Liceo Caboto di Genova ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza delle classi milanesi, catanesi e pisane aggiudicandosi così l’ambito premio: un viaggio a Strasburgo. Prima tra le classi milanesi è invece risultata la 2BT dell’ITST Gentileschi, che si è aggiudicata come premio dei lettori mp4 ed è stata premiata il 9 maggio al Palalido in occasione della festa per l’Europa organizzata dall’Ufficio a Milano del Parlamento Europeo (anche questa classe parteciperà al viaggio a Strasburgo). Elemento di novità rispetto alle passate edizioni è stato il corso “I Mercoledì de l’Europa va a scuola”, un ciclo di seminari di formazione e di approfondimento dedicato ai docenti de “L’Europa va a scuola” che l’ISPI ha realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia. Anche quest’anno, quindi, il progetto ha riscosso un grande successo, testimoniato non solo dall’alto numero di partecipanti ma anche dai messaggi di incoraggiamento a proseguire il progetto che sono arrivati numerosi nel Forum che può essere visitato sul sito www.europavaascuola.eu. L’ISPI è già in moto per organizzare una nuova edizione del progetto da declinare, ancora una volta, in ambito nazionale e allargato a nuove Province italiane. l Giovanni Puglisi, Presidente della Fondazione Banco di Sicilia, che ha sostenuto il progetto l ORIENTAMENTO ALLE CARRIERE INTERNAZIONALI Nuova edizione di Globe a Palermo Era l’inizio di maggio del 2001 quando l’ISPI lanciò per la prima volta Globe, il salone italiano sulle carriere internazionali. Sono passati 7 anni e oltre 10.000 giovani hanno partecipato alle 10 edizioni della manifestazione organizzate dall’ISPI a Milano ed “esportate” nel resto d’Italia: da Torino a Napoli, da Genova a Roma sino a giungere quest’anno a Palermo. Globe Palermo si è svolto il 18 aprile scorso presso il Castello Uveggio, sul Monte Pellegrino. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 500 giovani, è stata organizzata con il sostegno della Fondazione Banco di Sicilia e con i patrocini a titolo gratuito del Ministero degli Esteri, della Regione Sicilia e l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. La giornata ha previsto 15 Tavole Rotonde e la presenza di oltre 20 relatori, tra diplomatici, funzionari internazionali e operatori di ONG. In apertura, dopo i saluti del Prof. Puglisi, Presidente della Fondazione Banco di Sicilia, e di Paolo Magri, Direttore dell’ISPI, che hanno sottolineato l’importanza di realizzare Globe in Sicilia, terra che ha dato i natali a numerosi diplomatici e funzionari internazionali, è intervenuto l’Ambasciatore Paolo Fulci, originario di Messina e già rappresentante italiano alle Nazioni Unite alla fine degli anni ’90, quando con un’azione l Un gruppo di partecipanti a Globe mentre chiedono informazioni allo stand dell’ISPI diplomatica straordinaria, ha bloccato la riforma del Consiglio di Sicurezza che avrebbe collocato l’Italia in una posizione di secondo piano. Fulci ha indicato le caratteristiche che un giovane deve avere per intraprendere una carriera internazionale: attenzione e curiosità, flessibilità, capacità di dialogo e di analisi di tutte le situazioni. Carriera diplomatica, Organizzazioni Internazionali e ONG A seguire la sessione sulla carriera diplomatica - alla quale hanno preso parte l’Ambasciatore Giacomo Sanfelice di Monteforte, Direttore Generale per l’Organizzazione e le Risorse Umane del Ministero degli Affari Esteri, e alcuni giovani diplomatici - durante la quale è stato spiegato in cosa consiste il lavoro del diplomatico, quali siano i percorsi di carriera una volta entrati al Ministero e quali siano i requisiti per accedervi. I giovani diplomatici hanno raccontato, infine, la loro esperienza di lavoro nei primi mesi al Ministero. In parallelo si è tenuta la sessione “Lavorare nelle ONG” nell’ambito della Nel settembre 2007 la Commissione europea ha avviato presso tutti gli Stati membri dell’Unione una consultazione finalizzata a raccogliere proposte in vista della revisione generale delle Prospettive finanziarie programmata per il periodo 2008/2009. A tal fine l’ISPI, in collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione europea, ha organizzato, lo scorso 17 marzo, l’incontro ristretto “Riformare il bilancio, Cambiare l’Europa” a cui hanno preso parte una trentina di personalità del mondo accademico, politico, istituzionale e giornalistico fra cui Carlo Bastasin (Vicedirettore de “La Stampa”), Angelo Cardani (Università Bocconi) e Cristiana Muscardini (Parlamento europeo). Al discorso introduttivo di Silvano Presa (DG Bilancio della Commissione europea), che ha inquadrato le tematiche maggiormente sensibili, è seguito l’ampio dibattito dei partecipanti, che hanno commentato le attuali Prospettive finanziarie dell’Unione e formulato diverse proposte di revisione. In particolare, è emerso a più riprese il ruolo che il bilancio comunitario dovrebbe svolgere per affrontare le grandi sfide dell’Europa del futuro: la crescita economica in una prospettiva di instabilità dei mercati internazionali; la coesione economica e sociale; la ridefinizione della politica agricola comune; la pressione dei flussi migratori; la sicurezza e la difesa nel nuovo contesto internazionale. È stata, tra l’altro, avanzata l’ambiziosa ipotesi di istituire un’indennità base di disoccupazione a livello europeo e riservare alla Commissione europea, nell’ambito del bilancio comu- nitario, una consistente quota di spesa discrezionale con finalità anticiclica. Si è, inoltre, proposta una parziale decomunitarizzazione della politica agricola comune, introducendo un meccanismo di cofinanziamento da parte degli Stati membri, con l’obiettivo di liberare maggiori risorse per le politiche comunitarie più strategiche come quelle di innovazione e conoscenza, formazione del capitale umano e reti infrastrutturali. Dal punto di vista fiscale si è anche ipotizzato di istituire una tassa europea (che potrebbe gravare sui prodotti energetici o sulle imprese trans-europee) che renda più trasparente e diretto il legame tra il bilancio comunitario e il cittadino/contribuente. Ben oltre la concreta praticabilità delle varie ipotesi formulate in tema di revisione del bilancio comunitario, occorrerà tuttavia valutare l’effettiva volontà politica dei governi nel considerare il budget europeo non più soltanto secondo una logica di costi/benefici sulla propria contabilità nazionale ma, soprattutto, come uno strumento di programmazione finanziaria a sostegno delle politiche più innovative dell’Unione europea. Le varie proposte emerse in occasione del Tavolo Tecnico saranno discusse con illustri personalità nel Convegno aperto al pubblico “Dove vanno i soldi dell’Europa? Bilancio maggiore o spesa migliore?” che avrà luogo il prossimo 16 giugno e vedrà, fra gli altri, la partecipazione di Mario Monti, già Commissario europeo e Presidente dell’Università Bocconi e di Bruegel e di Piervirgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. l OSSERVATORIO ITALO-FRANCESE quale Primo Di Blasio, rappresentante del FOCSIV, uno dei maggiori network di ONG in Italia, ha spiegato quali siano le peculiarità del lavoro in ambito non governativo e quali le reali possibilità di carriera in questo settore una volta entrati. Prima di pranzo si sono tenute in parallelo tre sessioni. Nella Tavola Rotonda “Lavorare nelle Organizzazioni Internazionali” sono state presentate le caratteristiche del lavoro in ambito ONU, grazie all’intervento di Marco Borsotti di UNDP e capo dell’Ufficio ONU in Russia, di Marina Manfredi Magillo, funzionario della Commissione Europea sino al 2004 e di Stefania Paradisi, con un’esperienza decennale all’OSCE. Sono state inoltre previste le sessioni su “Come costruire un curriculum internazionale” e un colloquium privatissime con l’Ambasciatore Fulci che ha presentato il libro “L’Italia all’ONU 19931999”. l La sessione di approfondimento “Lavorare in ambito comunitario” Nella pausa pranzo i partecipanti hanno potuto raccogliere materiali e brochure informative presso gli stand allestiti all’aperto. Sessioni di approfondimento pomeridiane Nel pomeriggio si sono tenute Tavole Rotonde di approfondimento su temi quali “Lavorare in ambito comunitario”, “Lavorare nei progetti di sviluppo”, “Professione: operatore umanitario”, “A colloquio con i giovani diplomatici: il concorso e i primi mesi al Ministero”. Grazie a due sessioni pomeridiane, infine, sono state presentate alcune opportunità concrete di attività in ambito internazionale indirizzate ai giovani. Da un lato, per laureati di età non superiore ai 28 anni, la Tavola Rotonda “Per iniziare: i programmi UNV, Fellowship, Servizio Civile Internazionale, gli Stage” ha presentato il programma UNV, che prevede un anno di tirocinio per giovani di età inferiore ai 25 anni presso un organismo di cooperazione del mondo ONU; oltre a UNV è stato presentato il programma Fellowship per giovani di età inferiore ai 28 anni che vogliano lavorare per un anno su progetti di cooperazione italiani attraverso i canali bilaterali (presso le unità tecniche locali delle ambasciate) o multibilaterali (presso UNDP). Sono state inoltre descritte le caratteristiche del Servizio Civile Internazionale, a cui possono accedere giovani di età inferiore ai 28 anni, per lavorare un anno, anche all’estero, presso organizzazioni italiane del terzo settore. Sono stati, infine, presentati gli stage come prima opportunità di avvicinarsi alle organizzazioni internazionali per verificare la reale motivazione e le proprie aspirazioni. Nella sessione “Dopo la laurea: i programmi JPO e le missioni di monitoraggio elettorale”, invece, sono stati presentati i requisiti e le scadenze per il programma Esperti Associati che consente ai selezionati di lavorare per due anni presso un organismo internazionale. Sono state anche presentate le opportunità di collaborazione dell’ambito delle missioni di monitoraggio elettorale. Lavoro e precariato Il tema del mercato del lavoro e del precariato, oltre ad essere al centro della politica del nuovo Governo italiano, è anche al centro dell’agenda dei Ministri francesi e dei Commissari europei. In Francia, infatti, lo scorso gennaio è stata raggiunta un’intesa sulla modernizzazione del mercato del lavoro e sono state presentate le proposte della Commissione Attali. A livello europeo, invece, alla fine del 2006 la Commissione ha pubblicato il libro verde sul mercato del lavoro a cui ha fatto seguito una prima proposta volta a riformare il mercato del lavoro in Europa. Negli ultimi anni gli interventi di riforma in Italia si sono concentrati soprattutto sulle modalità di ingresso nel mercato del lavoro attraverso l’introduzione di forme contrattuali più flessibili (i contratti a progetto). Il dibattito francese sembra, invece, considerare un più ampio quadro di riforme finalizzato non solo a rivedere la normativa contrattualistica (con l’introduzione della c.d. “rottura convenzionale”), ma anche alla individuazione di un nuovo assetto dell’intero mercato del lavoro. E’ in questo quadro che si è inserito il quarto incontro dell’Osservatorio italofrancese, tenutosi lo scorso 4 aprile a Torino presso Villa Abegg. Il dibattito, a cui hanno partecipato una trentina di alte personalità italiane e francesi (fra cui Stefano Liebman, dell’Università Bocconi; Jean Emmanuel Ray, dell’Università Sorbona; Denis Boissard, della rivista “Liaisons Sociales” e Jean-Denis Combrexelle, Direttore Generale del Ministero del Lavoro), si è focalizzato su temi quali la modernizzazione del diritto del lavoro, la produttività e la competitività delle imprese europee, la flessibilità e la sicurezza (flexicurity) del mercato del lavoro, le misure per sostenere il potere di acquisto dei salari. In occasione dell’incontro si è, inoltre, cercato di far emergere precise indicazioni di policy da sottoporre alle personalità politiche che parteciperanno ai prossimi lavori del Foro italo-francese che si terrà in autunno. FORMAZIONE 6 ISPI - Relazioni Internazionali l MICROFINANZA l MILMUN 2008 Da tutto il mondo per ricreare l’ONU Al via il nuovo diploma Come al Palazzo di Vetro di New York, però a Milano. Per una settimana - dal 28 aprile al 2 maggio - l’ISPI ha ospitato 112 studenti universitari provenienti da tutto il mondo impegnati in una simulazione dei lavori di alcuni organi delle Nazioni Unite: Consiglio di Sicurezza, Consiglio per gli Affari Economici e Sociali, Comitato per il Disarmo e la Sicurezza e Comitato per i Diritti Umani. L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è organizzata da un gruppo di studenti delle università milanesi in collaborazione con l’ISPI e l’Università Bocconi. I lavori si sono aperti la mattina del 28 aprile presso l’Aula Magna dell’Università Bocconi; dal pomeriggio gli studenti si sono trasferiti in ISPI per i workshop. lavori, di un esperto che ha presentato il tema di discussione alimentando il dibattito tra i delegati. In ciascun comitato si sono discussi e dibattuti temi di particolare attualità: dalla situazione in Birmania a quella in Somalia, dalla protezione dei civili nei conflitti armati al mantenimento della sicurezza nell’Europa Sud-orientale (soprattutto dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo) e il contenimento delle spese militari, dalla lotta al narcotraffico in Afghanistan alle misure contro le pandemie. Ogni comitato ha visto, inoltre, la partecipazione, nella seconda giornata dei “L’obiettivo del MILMUN è quello di contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza sui temi di politica internazionale e dell’importante lavoro dell’ONU - ha spiegato il presidente del MILMUN 2008 in occasione dell’apertura dei lavori - È molto importante far comprendere ai partecipanti quali sono i modi per trovare soluzioni a livello internazionale, anche per rendersi conto di quanto questo sia un compito difficile che richiede studio, preparazione e passione”. Alla simulazione hanno preso parte ragazzi provenienti per il 45% da paesi extra-europei (tra i quali, ad esempio, Stati Uniti, Australia, Canada, Cina, Messico, Algeria, Colombia, Ecuador, Libano, Nuova Zelanda e Russia), con una rappresentanza complessiva di 30 paesi e 30 università di tutto il mondo. I lavori si sono conclusi venerdì 2 maggio con una sessione finale in cui ciascun comitato ha presentato le risoluzioni approvate. Non sono mancati, infine, come sempre, momenti serali conviviali che hanno consentito ai ragazzi uno scambio e un incontro al di là degli appuntamenti previsti. Prende via con la Summer School di settembre il nuovo diploma in Microfinanza, organizzato dall’ISPI in collaborazione con la Fondazione Giordano Dell’Amore di Milano. La microfinanza, evoluzione del sistema del microcredito “inventato” dal premio nobel Younus, è diventata nel corso degli ultimi dieci anni uno degli strumenti più popolari nel campo dello sviluppo e coinvolge ormai tutti i principali attori della cooperazione internazionale. I servizi finanziari per le persone a basso reddito includono esperienze e approcci estremamente variegati, a seconda dal contesto e dei soggetti coinvolti. Se, da un lato, la microfinanza è utilizzata come strumento di cooperazione, spesso nell’ambito di programmi di sviluppo integrato, dall’altro, in molti paesi, si sta assistendo alla creazione di un vero e proprio settore industriale e le istituzioni di microfinanza sono diventate ormai protagoniste di rilievo dei settori finanziari locali. Il diploma, rivolto a persone interessate a lavorare nel settore, si propone, dopo aver introdotto i concetti teorici su cui si basa la microfinanza e le caratteristiche dei programmi nel corso “Microfinanza e sviluppo” previsto nella Summer School 2008, di pre- sentare gli “Attori” (Organismi Internazionali, ONG, Investitor) e gli “Strumenti” (dall’analisi del framework teorico all’esame di casi studio con analisi delle performance anche dal punto di vista sociale) della microfinanza attraverso due corsi obbligatori previsti nella Winter School 2008-2009. Ai tre corsi obbligatori (inquadramento, attori e strumenti) i partecipanti al diploma potranno affiancare altri due corsi a scelta tra quelli proposti tra gli approfondimenti dell’area sviluppo quali ad esempio “Africa e Sviluppo”, “Globalizzazione e Povertà”, “Gender and Development”, “Project Cycle Management”. l THE ISPI SCHOOL l MASTER Study Tour: destinazione Kosovo Lezioni di emergenza Si è svolto all’inizio di aprile (6-10) lo Study Tour degli studenti del Master in International Cooperation dell’ISPI che quest’anno ha rappresentato un’importante novità: anziché la tradizionale visita alle istituzioni internazionali di Ginevra, la meta del viaggio è stata il Kosovo. Il Kosovo ha rappresentato una interessante innovazione nel quadro della formazione degli studenti del Master perché ha offerto loro la possibilità di comprendere le cause e gli effetti di breve e lungo periodo di un conflitto interetnico (crimini di guerra, rifugiati, trattamento e diritti delle minoranze), il processo di ricostruzione materiale e morale di un paese e il suo delicato processo di transizione alla democrazia così come il ruolo svolto dalla comunità internazionale nell’ambito dell’Institution Building. L’unicità di questa esperienza deriva proprio dal fatto che gli studenti hanno avuto modo di vedere e approfondire tutti questi aspetti “sul campo” applicando al caso Kosovo le conoscenze teoriche acquisite nel corso del Master. Durante i primi due giorni della visita, gli studenti sono stati ospiti della KFOR (Kosovo Force) italiana a “Villaggio Italia” a Peje/Pec, sede della Multinational Brigade West. Questa ha costituito una occasione unica per vedere come operano i militari italiani impegnati in missioni di consolidamento della pace. Ogni giornata di visita ha avuto un proprio tema conduttore: “La culla della religione e della civiltà serba”, “La guerra”, “Post War Return and Integration of Minorities”, “Il futuro”. La culla della religione e della civiltà serba Affrontare il tema dell’importanza del Kosovo e del suo mito nella cultura serba ha segnato l’inizio del viaggio, con la visita al Monastero di Decani e al Patriarcato di Pec e l’incontro con i monaci ortodossi. Entrambi questi luoghi di culto oggi rappresentano per la comunità serba locale un punto di riferimento se possibile ancora più importante di prima, soprattutto alla luce della recente dichiarazione di indipendenza del Kosovo e della durissima reazione di Artemije, Vescovo di RasPrizren e Kosovo-Metohija, leader spirituale dei serbi del Kosovo. La bellezza del monastero e del patriarcato contrasta duramente con la realtà che li circonda ed in particolare con la presenza permanente del presidio della KFOR italiana a loro difesa. La guerra Per tutti coloro che hanno la fortuna di non conoscere cosa sia la guerra e quali ferite segnino per sempre la vita dei sopravvissuti, l’incontro con l’Associazione delle famiglie degli scomparsi di Gjakove/Dakovica non può che avere un impatto durissimo e così è stato anche per gli studenti. La sparizione di centinaia di persone e il mancato rinvenimento delle loro spoglie non fa che perpetuare una situazione nella quale il lutto non si elabora e le vite dei familiari restano appese per anni ad un filo di speranza inesistente. Il successivo incontro è stato con una rappresentanza di veterani di guerra dell’UCK (Esercito di liberazione del Kosovo). Il contrasto con l’incontro precedente è stato evidente ma è servito a dare una rappresentazione dei volti di coloro che hanno costituito la risposta armata albanese al regime di Milosevic. Inoltre, uno dei più importanti comandanti dell’UCK e primo ministro del Kosovo nel 2004, Ramush Haradinaj, era stato giudicato non colpevole di crimini di guerra dall’ICTY solo una settimana prima del viaggio. Questa coincidenza e l’incontro con l’UCK ha consentito una riflessione anche sul ruolo del Tribunale l Militari italiani della KFOR al Monastero di Decani Internazionale per i Crimini di Guerra nella ex-Jugoslavia nell’intraprendere il difficile cammino della riconciliazione interetnica. Post War Return and Integration of Minorities Le due enclaves serbe a Rahovec/Orahovac e a Velika Hoca/Hoca e Madhe costituiscono gli esempi di uno dei drammatici risvolti del conflitto in Kosovo: centinaia di serbi vivono separati dal resto del paese. Gli studenti hanno incontrato i rappresentanti politici della minoranza serba, coloro che riflettono l’autorità di Belgrado in Kosovo. Nel corso della giornata a Rahovec/Orahovac si è parlato ancora di vittime del conflitto, vittime che però, a differenza delle altre, non sanno quale sarà il loro futuro e se possono sperare che il Kosovo sia ancora la loro terra. Inoltre, l’incontro con il Municipal Team dell’OSCE ha contribuito a chiarire il ruolo dell’organizzazione a sostegno dell’Institution Building, Human Rights e Minority Rights in una municipalità etnicamente mista. Il futuro Lo Study Tour si è concluso con una proiezione nel futuro immediato ed in particolare con le conseguenze della dichiarazione di indipendenza e la riorganizzazione della presenza internazionale nel nuovo stato. Per meglio comprendere questo aspetto gli studenti hanno incontrato i rappresentanti dell’International Civilian Office (Unione europea) e il Senior Communities Policy Advisor dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Internazionale), che hanno evidenziato il momento di transizione e di difficoltà nel delineare i prossimi passi della comunità internazionale offrendo numerosi spunti di dibattito. Grazie al modulo finale sul “Postwar and disaster reconstruction” gli studenti hanno potuto riprendere quanto visto in Kosovo e sintetizzare le informazioni acquisite durante il viaggio. A metà maggio per la seconda volta quest’anno l’ISPI ha organizzato il corso “Sphere. Minimum Standards in Disaster Response”. Il modulo, inserito all’interno dell’Advanced Diploma in inglese “Management of Humanitarian Interventions”, ha riscosso un grande successo in termini partecipativi e contenutistici. Si tratta infatti di un corso dal taglio operativo, indirizzato prioritariamente a persone che già lavorano sul campo in operazioni di aiuto umanitario. Scopo primario del corso è quello di insegnare gli standard Sphere, ormai riconosciuti a livello internazionale come linee guida fondamentali per la gestione delle emergenze. L’ISPI rappresenta ad oggi l’unico focal point italiano dello Sphere Project. Questo, unitamente al desiderio di ren- dere sempre più approfondita e completa la formazione degli operatori nel settore umanitario, conduce l’Istituto a ricercare l’eccellenza anche nei confronti di questa nuova, ma già ben riuscita, sfida nell’area delle emergenze. Il corso, tenuto da formatori in possesso della certificazione Sphere, prevede l’analisi delle diverse aree di intervento nel corso delle emergenze: water and sanitation, health, food and nutrition, education, shelter. Le lezioni prevedono una metodologia che, al di là degli inquadramenti teorici, è arricchita di esercitazioni pratiche e applicative degli standard, elemento che ha riscontrato un grande apprezzamento da parte dei corsisti, che hanno dovuto, ad esempio, preparare una razione di cibo per i rifugiati di un campo profughi secon- do gli standard appresi, o, attraverso un role playing, predisporre l’area per realizzare il campo stesso. Al corso Sphere hanno preso parte trenta persone, provenienti da otto Paesi diversi e da organizzazioni quali ad esempio UNICEF, Medicos del Mundo, Première Emergence, Concern Worldwide, Médecins sans frontiéres, Finnchurch, UNHCR, Food for the Hungry, CARITAS Internazionale, War Child, COOPI, CESVI e altre ancora. Molti di essi stanno, inoltre, completando l’Advanced Diploma seguendo i corsi in distance learning di Coordination of Multilateral response, Humanitarian Protection e Migration, corsi che hanno visto un ulteriore ampliamento della varietà del pubblico ISPI, visto che oltre l’80% sono operatori del settore. Alumni Michelangelo Pipan Nato a Torino il 25 gennaio 1949, si laurea in giurisprudenza presso la locale Università nel 1972 e nel successivamente, 1975/76, è borsista MAE all’ISPI. Entrato in carriera nel maggio 1978, dopo il corso all’Istituto Diplomatico, ha prestato servizio col grado iniziale prima al Servizio del Contenzioso Diplomatico poi, dal novembre 1979, presso l’Ufficio Estremo Oriente della D.G. Affari Economici. In prima sede a Manila come Secondo (poi Primo) segretario commerciale dal marzo 1981, vi è stato incaricato d’affari a.i. per quasi un anno. Promosso Primo segretario di legazione, il 1° giugno 1983 è stato trasferito a Vienna, dove si è occupato soprattutto del settore multilaterale. Consigliere e Vice Capo Missione a Nairobi dal giugno 1986, è stato promosso Consigliere di legazione il 1° maggio 1988. Al rientro a Roma nel settembre 1989 prima è all’Ufficio America Latina della D.G. Affari Politici, per poi passare alla D.G. Cooperazione allo Sviluppo, ove dirige l’Uff. XIII, competente per la cooperazione nel settore dell’istruzione, formazione e dei beni culturali. Nel gennaio 1993 gli viene affidato l’Uff. II della stessa D.G., che cura fra l’altro la Segreteria del Comitato Direzionale della Cooperazione allo Sviluppo. Consigliere a Londra dall’aprile 1993, vi segue il settore culturale e quello politico. Promosso Consigliere di ambasciata nel 1996, a settembre dello stesso anno viene comandato presso il Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, quale Consigliere per gli Affari Internazionali dell’Onorevole Ministro, incarico che ricopre fino all’inizio del 2000, occupandosi fra l’altro del processo di armonizzazione delle Università europee. Inviato poi a Tbilisi vi apre l’Ambasciata d’Italia, rimanendovi come Ambasciatore fino al maggio 2003. Al rientro viene nominato Capo dell’Uff. IV - grandi eventi multilaterali - del Cerimoniale ove si occupa, fra l’altro, dell’organizzazione della cerimonia della firma del Trattato Costituzionale europeo e viene successivamente incaricato di coordinare le attività del Ministero in relazione alle Olimpiadi invernali di Torino. Promosso Ministro plenipotenziario nel 2005, a partire da luglio 2007 presta servizio presso il Comune di Roma quale Consigliere Diplomatico del Sindaco. Rientrato al Ministero nell’aprile scorso è al momento Coordinatore per le Olimpiadi di Pechino. ISPI - Relazioni Internazionali RICERCA & PUBBLICAZIONI l OSSERVATORIO CAUCASO E ASIA CENTRALE Speculando Il Caucaso in una prospettiva europea Da alcuni anni l’ISPI ha avviato specifici programmi mirati ad approfondire il contesto politico ed economico del Caucaso e dell’Asia centrale, le relazioni dell’area con gli attori regionali ed internazionali e le questioni energetiche. validi per promuovere la cooperazione tra l’Unione Europea ed il Caucaso, con particolare attenzione alle repubbliche di Georgia, Armenia e Azerbaigian, ma senza escludere riferimenti alla Federazione Russa. La ricerca “Il Caucaso in una prospettiva europea”, avviata nel 2008 con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, mira ad individuare gli strumenti politici, economici e culturali più Il progetto ruota attorno a tre tematiche centrali: politica energetica, cooperazione regionale e sviluppi politici interni. Alle tre tematiche corrispondono altrettante prospettive d’analisi complementari – internazionale, regionale ed interna – in grado di fornire un quadro d’insieme sufficientemente completo. Dopo la dissoluzione dell’URSS nel 1991 il Caucaso è, infatti, divenuto una della aree più problematiche dello scenario internazionale. L’intersezione dei conflitti interni, di carattere prevalentemente etno-territoriali, con lo scontro di contrastanti interessi esterni, ha fortemente pregiudicato lo sviluppo di questa regione. Tanto il Caucaso settentrionale, ancora inserito nella Federazione Russa, quanto le tre repubbliche indipendenti del Caucaso meridionale hanno risentito in maniera negativa di questa situazione. Negli ultimi anni, tuttavia, nonostante la mancata soluzione dei conflitti interni, l’economia di Georgia, Armenia e Azerbaigian è in forte anche se diseguale miglioramento, mentre nel Caucaso settentrionale anche il conflitto ceceno sembra in via di esaurimento. Alla luce di questa evoluzione, dopo oltre un decennio di scarso interesse nei confronti del Caucaso, Bruxelles ha iniziato a mutare il proprio atteggiamento e nel giugno 2004 Georgia, Armenia e Azerbaigian sono state incluse nella Politica Europea di Vicinato. Tuttavia, perché essa sia efficace nel medio e lungo termine occorrerà che l’Europa sia capace di impostare una strategia coerente e unitaria. l OSSERVATORIO RUSSIA Le opzioni per l’Unione Europea La ricerca finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e intitolata “Prospettive interne ed esterne della potenza russa. Le opzioni di policy per l’Unione europea”, intende valutare le opzioni di policy che si presentano all’Unione europea e all’Italia sulla base dell’evoluzione interna russa e del ruolo che essa potrà giocare sullo scenario internazionale, assecondando il desiderio di tornare ad essere una super potenza. Tale aspirazione viene valutata secondo alcune direttrici. La prima, la ridefinizione delle relazioni tra Unione europea e Russia, esplora in particolare gli effetti della convergenza perseguita attraverso le cosiddette road maps per la creazione di quattro spazi comuni (economia, libertàsicurezza-giustizia, sicurezza esterna, ricerca-istru- 7 zione-cultura), delle best practices e dell’armonizzazione legislativa. La seconda, relativa alla via russa alla modernizzazione, analizza le dinamiche e le prospettive di sviluppo del sistema politico in bilico tra la necessità di una trasformazione democratica e il mantenimento della continuità rispetto al corso politico intrapreso. La terza si concentra sull’economia russa, sulle implicazioni per la futura sostenibilità derivanti dalla forte dipendenza dalle risorse energetiche. L’ultima, infine, analizza le relazioni internazionali della Russia. Il gruppo di ricerca internazionale è composto da Philip Hanson, Associate Fellow (Russia and Eurasia Programme) presso Chatham House, Serena Giusti, Professore a contratto di Istituzioni europee presso l’Università Cattolica di Milano e ricercatrice associata dell’ISPI, Gabriella Meloni ricercatrice presso l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, Tomislava Penkova ricercatrice presso l’ISPI, dove si occupa del monitoraggio politico ed economico della Russia, e Lilia Shevtsova, ricercatrice associata presso il Carnegie Moscow Center, esperta di riforme interne e sistema istituzionale. ISPI da leggere Policy Brief Quaderni di Relazioni Internazionali Da marzo 2008 l’ISPI ha pubblicato 8 Policy Brief. Il Policy Brief di Derek Lutterbeck “Coping with Europe’s Boat People. Trends and Policy Dilemmas in Controlling the EU’s Mediterranean Borders” esamina la sfida politica che i paesi Ue si trovano a fronteggiare nei confronti dell’immigrazione irregolare proveniente dal bacino del Mediterraneo e viene analizzata sia dal punto di vista della minaccia alla sicurezza dei singoli paesi, sia da quello umanitario. Il Policy Brief n. 77, di Giulio Venneri “The hour of Europe could come… Perspectives on the EU presence in Kosovo” prende le mosse dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’Assemblea del Kosovo del 17 febbraio 2008 e dalla auto-candidatura dell’Ue come principale state-builder del nuovo stato sulla base della promessa di una futura integrazione. Tuttavia l’Unione Europea dovrà trovare una posizione unitaria sulla questione. Il Policy Brief “Il Kosovo indipendente: paralleli caucasici?” di Aldo Ferrari dimostra come le dichiarazioni diplomatiche sull’eccezionalità del caso “Kosovo” appaiono quanto mai discutibili e sono già smentite dall’evolvere della situazione, in particolare nel Caucaso meridionale. Nel mese di aprile Serena Giusti ha pubblicato “Insieme vinceremo? Medvedev e Putin di fronte alle sfide della grande Russia”. Lo studio esamina il successo di Medvedev alle presidenziali russe e la consegna della Russia ad una inedita forma di diarchia che appare rassicurante alla maggior parte dei russi per la continuità nelle politiche. Le sfide maggiori saranno quelle della modernizzazione, dello sviluppo e della risoluzione delle questioni aperte nelle immediate periferie. Il Policy Brief di Edoardo Greppi intitolato “La proclamazione dell’indipendenza del Kosovo e il diritto internazionale” analizza come, con il riconoscimento di uno stato al di fuori delle cornici istituzionali multilaterali e assecondando forme di nazionalismo di altri tempi, i più importanti membri Ue hanno assunto un’iniziativa politica che contraddice la loro scelta di realizzare una forte integrazione europea. Il Policy Brief “Nato dopo il summit di Bucarest: ancora alla ricerca di un ruolo?” di Andrea Carati inserisce il summit della Nato in una cornice di continuità rispetto a quelli precedenti. Nonostante l’enfasi sulla “nuova fase” dell’Alleanza, la Nato sembra trovarsi ancora nel mezzo di una lunga transizione. Nello “Status giuridico ed evoluzione politica in Alto Karabakh, Abkhazia e Ossetia meridionale” l’autore, Marilisa Lorusso, ricostruisce le basi giuridiche delle richieste d’indipendenza, le forme di stato e di governo, le principali vicende politiche interne e le mediazioni internazionali che hanno caratterizzato gli ultimi anni di Alto Karabakh, Abkhazia e Ossetia meridionale. Il Policy Brief di Valeria Talbot “La Turchia riscopre il Medio Oriente” analizza le intensificate relazioni della Turchia con i suoi vicini mediorientali. La Turchia ha, oggi, sviluppato una propria politica mediorientale, che spesso diverge da quella degli Usa, ma che tuttavia sembra destinata a espandersi con eventuali vantaggi anche per gli alleati occidentali di Ankara. Nel mese di giugno 2008 è stato pubblicato il settimo numero della rivista dal titolo “La centralità della periferia: l’India e i suoi vicini”. Il volume affronta l’India da varie prospettive. Dal punto di vista economico il paese sta diventando una potenza globale. Tuttavia, l’economia indiana deve gestire un doppio paradosso: da un lato, la convivenza di un elevato livello di povertà e di una diffusa economia tradizionale con straordinari livelli di reddito e produttività e dall’altro, una quota nel commercio mondiale inferiore all’1% accanto a un forte attivismo nei contesti internazionali. Per quanto riguarda la politica interna, si è assistito a una progressiva trasformazione del sistema a partito dominante a uno bipolare di coalizioni con un ruolo fondamentale svolto dai partiti regionali. In ambito regionale è diffusa la convinzione che solo con un’efficace politica volta a favorire lo sviluppo e la convivenza pacifica nel subcontinente l’India potrà ridefinire il suo ruolo a livello globale. Un’integrazione regionale intorno all’India serve, inoltre, a contrastare l’accresciuta influenza della Cina. Infine, a livello internazionale si sono rafforzati i rapporti con gli Usa. L’amministrazione Bush ha definito la propria politica verso il subcontinente indiano una success story. Un aspetto fondamentale dell’approccio di questa è stato condurre politiche separate nei confronti di India e Pakistan, tenendo conto del diverso peso che i due paesi hanno per gli interessi americani. Med Brief I Med Brief sono una nuova pubblicazione realizzata nell’ambito del Progetto Med Business, l’iniziativa di ISPI e Intesa Sanpaolo focalizzata sul Mediterraneo e rivolta prevalentemente al mondo delle imprese. Il progetto ha l’obbiettivo di sensibilizzare il mondo degli affari sulle opportunità presentate dall’evoluzione della regione mediterranea e di approfondire la riflessione sulle sfide che pone quest’area, considerata una priorità della politica estera ed economica italiana. I Med Brief, pubblicati con cadenza mensile, sono delle brevi analisi politico-economiche volte ad approfondire temi rilevanti ma spesso poco noti dell’area mediterranea. I primi numeri sono stati dedicati a “Le economie mediterranee tra Europa e Golfo”, di Franco Zallio; “L’Algeria tra grandi investimenti e ripresa del terrorismo”, di Valeria Talbot; “La Cina nel Mediterraneo”, di Valeria Talbot; “La Libia tra opportunità e investimenti”, di Franco Zallio. segue dalla copertina IL DECIMO COMPLEANNO DELLA BCE di Franco Bruni L’opportunità di unificare le monete europee era stata discussa e controversa. Si obiettava che l’Europa era costituita da Paesi con economie strutturalmente diverse e non abbastanza integrate. Non era un’“area monetaria ottimale”, per la quale i benefici derivanti dalla rinuncia alla possibilità di variare i tassi di cambio interni superano i costi. Gli indicatori con cui si giudica se un’area monetaria è ottimale non davano un responso favorevole. Non apparivano sufficienti l’intensità del commercio interno e della circolazione del lavoro e del capitale, la flessibilità dei prezzi e dei salari, l’omogeneità della distribuzione geografica delle varie produzioni nei vari Paesi membri, la possibilità di trasferimenti pubblici transnazionali dalle regioni ciclicamente favorite a quelle sfavorite. Era diffusa l’idea che, avendo contro le ragioni dell’economia, l’unione monetaria avesse motivazioni schiettamente politiche: cementare con la moneta una difficile integrazione istituzionale. Un progetto rischioso e precario. Eppure la BCE celebra il suo decimo compleanno senza che ragioni politiche del suo successo siano evidenti. Certamente l’euro aiuta l’Europa nelle fasi un cui la sua unione è più controversa, come quella in cui capita il suo compleanno. Ma la moneta unica si regge sulla sua convenienza economica. Le condizioni perché l’Europa sia un’area monetaria ottimale si autorealizzano gradualmente. L’integrazione commerciale e finanziaria è molto cresciuta. Aumentano la mobilità del lavoro, la flessibilità dei prezzi e dei salari, l’incentivo ad accrescere la produttività nei settori esportatori. La produzione si articola in regioni transnazionali. La cooperazione fra le politiche di bilancio muove i primi passi verso un atteggiamento di solidarietà congiunturale fra i Paesi membri. Senza l’euro lo shock della globalizzazione dilanierebbe oggi l’economia europea con un disordine nocivo anche per le sue aree più robuste ed efficienti. Perciò il compleanno della BCE merita un brindisi economico. Il suo lavoro va oltre la politica monetaria. Tutti le riconoscono il merito, fra l’altro, di aver modernizzato e integrato i sistemi di pagamento e di saper gestire con efficienza l’attuale crisi di liquidità dei mercati. Non sono mancati gli errori, gli insuccessi e le difficoltà, e i prossimi dieci anni saranno forse più difficili dei primi, durante i quali la Banca ha però dovuto fare il grande sforzo di guadagnare una reputazione partendo da zero, con una moneta completamente nuova e un assetto istituzionale molto speciale, federale ma sovranazionale, unico al mondo. Il successo della BCE nel suo compito principale, il controllo dell’inflazione, non è incontroverso. I prezzi europei stanno accelerando in modo preoccupante. Per gran parte del decennio sono cresciuti un po’ più del 2% all’anno, l’obiettivo al quale la banca ha legato la propria credibilità, nonostante il contenimento dell’inflazione sia stato favorito, a livello mondiale, da quello dei costi di produzione, derivante dal progresso tecnico e dall’emersione di immense nuove forze di lavoro. E’ però impossibile sostenere che in assenza dell’euro l’inflazione europea sarebbe stata altrettanto bassa. C’è inoltre evidenza che la BCE è abbastanza credibile per contenere l’inflazione attesa, rendendo meno aleatorio l’orizzonte delle decisioni degli operatori, più solidi e ragionati i loro calcoli di convenienza di medio periodo, più stabile il ciclo. I mercati mostrano una crescente considerazione per la strategia di stabilità della politica monetaria europea. Ne risentono positivamente il valore e la diffusione internazionale dell’euro. La BCE può brindare allo stato della sua reputazione. Che è buona soprattutto in confronto a quella della banca centrale statunitense. La Fed è considerata una delle responsabili dell’attuale crisi finanziaria internazionale, sia perché non ha vigilato con attenzione sullo sviluppo dei subprime, sia perché ha creato le condizioni di eccessiva liquidità nelle quali sono maturate in tutto il mondo le operazioni più rischiose. Ha tenuto a lungo i tassi di interesse troppo bassi, poi li ha alzati bruscamente per poi riprecipitarli verso il basso. Ha uno stile destabilizzante, un’insufficiente indipendenza dai politici, un obiettivo finale mal precisato, dove non è chiaro il peso del controllo dell’inflazione. I suoi problemi hanno riflessi globali e complicano anche il compito della BCE. L’inflazione che cresce minacciosa è un fenomeno mondiale. L’Europa non può combatterla da sola. Le politiche monetarie sui due lati dell’Atlantico dovrebbero farsi più simili, negli obiettivi e nelle strategie. Un concertazione monetaria transatlantica renderebbe anche meno instabile e incerto il cambio del dollaro. Insomma: il compleanno della BCE sarebbe ancor migliore se si sentisse meno sola e potesse brindare in compagnia. L’ISTITUTO 8 ISPI - Relazioni Internazionali Di passaggio in ISPI Vittorio Agnoletto, Parlamento europeo; Roberto Aliboni, Istituto Affari Internazionali; Claudio Arrigoni, Giornalista sportivo e scrittore; Abdallah Baali, Ambasciata di Algeria (1996-2006); Monica Baratta, Servizio pubblica Istruzione, Provincia di Genova; Fabio Bendinelli, Stato Maggiore dell’Esercito; Federico Calia, ASL Città di Milano; Piero Calvi Parisetti, International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies; Alfredo Canavero, Università degli Studi di Milano; Giorgio Cancelliere, Università di Venezia; Lucio Caracciolo, “Limes”; Angelo Cardani, Università “L. Bocconi”; Renzo Cavalieri, Università Ca’Foscari di Venezia; Maria Grazia Cavenaghi-Smith, Ufficio a Milano del Parlamento europeo; Marco Clementi, Università di Pavia; Avner Cohen, United States Institute of Peace; Massimo Coen Cagli, Fund-raising.it e LUMSA; Carlo Corazza, Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Paolo Cotta Ramusino, Pugwash Conferences on Science and World Affairs; Mario Deaglio, Università degli Studi di Torino; Rosa dello Sbarba, Assessorato Pubblica Istruzione, Provincia di Pisa; Paola Demaria, Microfinanza srl; Primo Di Blasio, Federazione ONG FOCSIV; Umberto Di Maria, Giornalista; Paola Donatucci, ARCI/AITR; Jean du Preez, James Martin Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International Studies; Pál Dunay, Geneva Centre for Security Policy; Lewis Dunn, Science Application International Corporation, McLean; Umberto Eco, Scrittore; Silvio Fagiolo, Luiss; Nabil Fahmy, Ambasciata della Repubblica araba in Egitto; Emanuele Farruggia, Ministero degli Affari Esteri; Enzo Favoino, Scuola Agraria del Parco di Monza; Mark Fitzpatrick, International Institute for Strategic Studies London; Matteo Fornara, Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Francesco Paolo Fulci, Rappresentante Permanente ONU (19931999); Simona Galbiati, UNDP Egitto; Paolo Garimberti, “La Repubblica”; Emanuele Giordana, Lettera22 e Asia Major; Domenico Giorgi, Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente, MAE; Agostino Giovagnoli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Sergio Giuntini, Consiglio Direttivo della Società Italiana di Storia dello Sport; Jozef Goldblat, International Peace Research Institute; Umberto Gori, Università degli Studi di Firenze; Giacomo Grassi, Micro.Bo; Paolo Graziano, Università “L. Bocconi”; Giovanni Grevi, EUISS; Ulrike Guerot, European Council on Foreign Relations; Rodolfo Helg, Università di Castellana; Bernard Hourcade, CNRS;Aldo Iacomelli, Università “La Sapienza” di Roma e Università degli Studi di Pisa; Chris Innes, UNHCR Private Sector Fund Raising Unit; Luigi Ippolito, “Corriere della Sera”; Alaa Issa, Weatherhead Center for International Affairs, Harvard University; Matteo Jessoula, Università degli Studi di Milano; Rebecca Johnson,Acronym Institute for Disarmament Diplomacy; Issam Khateeb, Institute of Environmental and Water Studies; Mustafa Kibaroglu, Bilkent University; Pia Elda Locatelli, Parlamentare europeo; Sverre Lodgaard, Norwegian Institute of International Affairs; Marco Lombardi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Ludovica Longinotti, MAE-DGCS; Fabio Malanchini, Microfinanza srl; Francesco Mancini, International Peace Academy;Alberto Manguel, Scrittore; Ze’ev Maoz, Università della California;Thomas Markram, Nazioni Unite; Maurizio Massari, Unità di analisi e programmazione, MAE; Paolo Mastrolilli,TG1;Alberto Mattioli, Provincia di Milano; Pietro Mennea, Campione olimpionico; Alessandra Merlo, Gruppo SOGES; Paolo Migliavacca, Il Sole 24 Ore; Gian Giacomo Migone, Commissione Esteri Senato (1996-2001); Giangi Milesi, CESVI; James Edward Miller, Georgetown University; Alessandro Minuto-Rizzo, già Vice Segretario Generale Nato; Antonio Missiroli, EPC; Eduardo Missoni, Università “L. Bocconi”; Margherita Motta, Pubblica Istruzione, Provincia di Catania; Luigi Narbone, Commissione europea, DG Relex; Mario Nava, Commissione europea; Stefano Neri, Università degli Studi di Milano; Robin Niblett, Chatham House; Flemming Nielsen, International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies; Marco Onida, Convenzione delle Alpi; Guglielmo Pacileo, Cergas - Università “L. Bocconi”; Giovanni Parigi, Università degli Studi di Milano; Vittorio Emanuele Parsi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Gianluca Pastori, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Federico Perotti, ONG CISV; Francesco Petrelli, Associazione ONG italiane; Paolo Pobbiati,Amnesty International, Sezione italiana; Guido Podestà, Parlamento europeo;William Potter, James Martin Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International Studies; Alessandro Profili, European Public Affairs - Alcoa Europe; Giovanni Puglisi, Fondazione Banco di Sicilia e IULM; Ayman Rabi, Palestinian Hydrology Group; Umberto Ranieri, Commissione Affari Esteri e Comunitari, Camera dei Deputati; Paola Ravelli, Europe Direct Lombardia Parco Ticino; Riccardo Redaelli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Sergio Romano, “Corriere della Sera”; Alessandro Rotta, Stability Pact; Lorenzo Saa, Unicredit Group; Luciano Scalettari, Famiglia Cristiana; Lawrence Scheinman, James Martin Center for Nonproliferation Studies, Monterey Institute of International Studies; Javier Schunk, Esperto in cooperazione internazionale; Ettore Sequi,Ambasciatore d’Italia in Afghanistan;Alfredo Somoza, Istituto Cooperazione Economica Internazionale; Lucia Spaggiari, Microfinanza srl; Gerald Steinberg, Bar-Ilan University; Andrea Tamagnini, UN Mission in Liberia; Giulio Terzi di Sant’Agata, Direzione Generale Affari Politici Multilaterali, MAE; Carlo Trezza, Ministero degli Affari Esteri; David Unger, New York Times; Lucio Valent, Università degli Studi di Milano;Arianna Vedaschi, Università “L. Bocconi”; Gabriella Venturini, Università degli Studi di Milano; Piero Verni, Giornalista e Scrittore;Alessandro Villa, European Commission, External Relations Directorate-General; Claudio Visentin, Università della Svizzera Italiana; Chris Wing, Center on International Cooperation, New York University; Sergio Yahni, Alternative Information Center. Day by day FEBBRAIO Ven. 22 e Sab. 23 Sab. 23 Lun. 25 Mer. 27 Gio. 28 Ven. 29 e Sab. 1 Marzo MARZO Lun. 3 Mer. 5 Gio. 6 Ven. 7 e Sab. 8 Mar. 11 Gio. 13 Gio. 13 e Ven. 14 Ven. 14 e Sab. 15 Lun. 17 Mar. 18 Mer. 19 Ven. 28 e Sab. 29 APRILE Ven. 4 Ven. 4 e Sab. 5 PRESIDENTE: Boris Biancheri VICE PRESIDENTI: Franco Bruni (Dir. Comitato Scientifico), Dieter Rampl, Carlo Secchi AMMINISTRATORE DELEGATO: Giovanni Roggero Fossati DIRETTORE: Paolo Magri √ AREA FORMAZIONE: Francesca Robbiati, Filippo Artoni, Filippo Cantarelli (Trainee), Luisa Cucchi, Valeria Lonati, Stefania Paradisi, Valeria Sciacovelli √ AREA EVENTI E PROGETTI SPECIALI: Francesca Delicata, Alessia Casetta, Patrizia Del Biondo, Carmela Gravina, Marialaura Mazzola, Sergio Oliveri, Carmela Nettis (Trainee), Loredana Scorza (Trainee) √ STAFF: lAmministrazione: Anna Azzarito, Francesca Merli, Marta Pozzato lBiblioteca, Emeroteca e Pubblicazioni: Cristina Crivelli, Renata Meda (Collaboratori esterni) l Segreteria: Barbara Tammiso l Servizi generali: Giuseppina Cereda l Ufficio Stampa: Stefania Salustri (Collaboratore esterno) l Coordinamento editoriale sito: Arturo Varvelli ISPI Relazioni Internazionali √ AREA RICERCA: l Osservatorio Caucaso e Asia Centrale: Aldo Ferrari (Ass.), Carlo Frappi l Osservatorio Europa: Antonio Villafranca, Carlo Altomonte (Ass.), Raffaele Caso, Gianpietro Fontana-Rava (Senior Advisor), Alessandro Neto, Francesco Passarelli (Ass.), Lucia Tajoli (Ass.), Aldo Venturelli (Senior Advisor) l Osservatorio Mediterraneo e Medio Oriente: Franco Zallio, Valeria Talbot l Osservatorio Russia e Vicini Orientali: Franco Zallio, Serena Giusti (Ass.), Tomislava Penkova l Osservatorio Sicurezza e Studi Strategici: Alessandro Colombo (Ass.), Andrea Carati, Corrado Stefanachi (Ass.) l Programma Asia Meridionale: Elisa Giunchi (Ass.) l Programma Diritti Umani: Edoardo Greppi (Ass.) l Programma Emergenze e Affari Umanitari: Francesco Bastagli (Senior Advisor) √ ASSOCIATE RESEARCHER: Alessandro Alfieri, Giovanni Marco Carbone, Paolo Cotta Ramusino, Carlo Giunipero (Progetto Alfieri), Antonella Mori, Marco Pedrazzi, Riccardo Redaelli, Maria Weber Anno XVI - n. 29 - Luglio 2008 Periodico quadrimestrale registrato al Tribunale di Milano al n. 400 del 3/6/88 Editore: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale - ISPI - Via Clerici, 5 - Milano Direttore responsabile: Franco Bruni Coordinamento: Marialaura Mazzola Redazione: Arturo Varvelli Impaginazione: Maria Ramacciotti Stampa: Nuova Polistylegraf srl - Corso S. Gottardo, 12 - Milano Per essere inseriti nella mailing list dell’Ispi, scrivere a: [email protected] o chiamare 02 8693053 Per informazioni sulle attività dell’Ispi: www.ispionline.it Lun. 7 Mar. 8 Gio. 10 Ven. 11 e Sab. 12 Mer. 16 Gio. 17 Ven. 18 Ven. 18 e Sab. 19 Lun. 21 Mar. 22 Lun. 29 Mar. 29 MAGGIO Mer. 7 Corso “I progetti europei. Finanziamenti, metodi e strumenti” (Paolo Graziano, Alessandra Merlo, Paola Ravelli) Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Margherita Ferro, Raffaele Lombardo, Paolo Magri, Giovanni Puglisi, Antonio Villafranca) – Catania Tavola Rotonda “Il Pakistan dopo il voto, tra democratizzazione, terrorismo e minaccia nucleare” (Lucio Caracciolo, Elisa Giunchi, Marco Lombardi, Riccardo Redaelli, Fabrizio Vielmini) Tavola Rotonda “Tornerà grande la Russia?” (Pál Dunay, Serena Giusti, Umberto Gori, Luigi Ippolito, Sergio Romano) Conferenza Internazionale “Indispensable Nation or Lonely Superpower? The United States at the end of the Bush era” (Boris Biancheri, Marco Clementi, Alessandro Colombo, Ulrike Guerot, James Edward Miller, Robin Niblett, Vittorio Emanuele Parsi, David Unger, Gabriella Venturini) Corso “L’Europa sociale: le politiche dell’UE” (Paolo Graziano, Matteo Jessoula, Stefano Neri) Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk) Tavola Rotonda “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo” (Boris Biancheri, Silvio Fagiolo, Agostino Giovagnoli, Maurizio Massari, Umberto Ranieri) – Roma Tavola Rotonda “L’Iran tra ambizioni regionali e debolezze interne” (Paolo Cotta Ramusino, Bernard Hourcade, Riccardo Redaelli, Franco Zallio) Executive Briefing “Nuovi assetti politico-economici internazionali? Corso “Cooperazione bilaterale e sviluppo” (Federico Calia, Ludovica Longinotti, Eduardo Missoni, Guglielmo Pacileo) Corso “Fund Raising e cooperazione” (Massimo Coen Cagli, Chris Innes, Giangi Milesi) Tavola Rotonda “Diplomazia in campo: l’Italia e il Consiglio di Sicurezza ONU” (Boris Biancheri, Francesco Paolo Fulci, Paolo Mastrolilli, Gian Giacomo Migone, Giulio Terzi di Sant’Agata, Ettore Sequi) Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Luca Anghelè, Raffaele Caso, Rosa dello Sbarba, Gian Pietro Fontana Rava, Andrea Pieroni) – Pisa Tavola Rotonda “Acqua in Palestina: tra emergenza e sviluppo” (Giorgio Cancelliere, Issam Khateeb, Ayman Rabi, Luciano Scalettari, Sergio Yahni) Meeting “Pre-conditions for a NWFZ in the Middle East” Corso “Conflict Analysis and Response” (Francesco Mancini, Alessandro Villa) Corso “Decision making and lobbying in the EU” (Carlo Altomonte, Angelo Cardani, Alessandro Profili) Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Raffaele Caso, Gianpietro Fontana Rava, Carlotta Gualco, Rosaria Pagano, Monica Puttini, Alessandro Repetto) – Genova Tavolo Tecnico “Riformare il bilancio, cambiare l’Europa” Tavola Rotonda “Il confine fra pace e guerra tra nuove minacce e diritti umani” (Fabio Bendinelli, Alessandro Colombo, Edoardo Greppi, Francesco Mancini, Arianna Vedaschi) Evento di apertura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Carlo Corazza, Pia Elda Locatelli, Alberto Mattioli, Guido Podestà, Carlo Secchi) Corso “Il futuro delle politiche economiche comunitarie” (Carlo Altomonte, Mario Nava) Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk) Osservatorio Italo Francese “Riforma del mercato del lavoro e precariato” – Torino Corso “Globalizzazione e povertà” (Vittorio Agnoletto, Matteo Fornara, Rodolfo Helg, Lucia Tajoli, Antonio Villafranca) Corso “Natural disasters” (Piero Calvi Parisetti, Flemming Nielsen) Corso “Environmental policy in the European Union” (Enzo Favoino, Aldo Iacomelli, Marco Onida) Tavola Rotonda “La Nato in Afghanistan: quale ruolo dopo il summit di Bucarest?” (Silvio Fagiolo, Emanuele Giordana, Paolo Magri, Alessandro Minuto-Rizzo) Executive Briefing “La ‘potenza’Brasile in una America Latina tra crescita, inflazione e populismo” Tavola Rotonda “Europa: si vota!” (Boris Biancheri, Alfredo Canavero, Sergio Romano) Corso “Nazioni Unite e sviluppo” (Simona Galbiati, Paolo Magri, Andrea Tamagnini) Corso “Turismo responsabile, sviluppo sostenibile e cooperazione internazionale” (Umberto Di Maria, Paola Donatucci, Alfredo Somoza, Claudio Visentin) Corso “La politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea” (Giovanni Grevi, Luigi Narbone, Antonio Missiroli, Alessandro Rotta) Tavola Rotonda “Sovranità sfidate: la prova del Kosovo” (Lucio Caracciolo, Alessandro Colombo, Paolo Garimberti, Paolo Magri) Tavola Rotonda “Anche nel Mediterraneo l’Unione fa la forza? Le prospettive dell’Unione per il Mediterraneo” (Roberto Aliboni, Domenico Giorgi, Franco Zallio) Globe 2008 - Orientamento alle Carriere Internazionali – Palermo Corso “Microfinanza: strumento per lo sviluppo” (Paola Demarca, Fabio Malanchini, Lorenzo Saa, Lucia Spaggiari) Corso “La geopolitica dell’energia” (Paolo Migliavacca, Giovanni Parigi, Gianluca Pastori) Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Gian Pietro Fontana Rava, Matteo Fornara, Attilio Massara, Monica Puttini, Roberto Speciale) – Genova Tavola Rotonda “Tibet: la Cina alla prova delle Olimpiadi” (Lucio Caracciolo, Renzo Cavalieri, Paolo Magri, Paolo Pobbiati, Piero Verni) Med Executive Briefing “Le opportunità economiche del mercato e d’Italia” Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Rodolfo Casarubea, Raffaele Caso, Margherita Motta) – Catania Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Rosa dello Sbarba, Andrea Pieroni, Antonio Villafranca) – Pisa Sab. 31 Evento di chiusura del progetto “L’Europa va a Scuola” (Monica Baratta, Rosa della Sbarba, Maria Grazia Cavenaghi-Smith, Matteo Fornara, Alberto Mattioli, Margherita Motta, Giovanni Puglisi, Carlo Secchi) Libri a Palazzo Clerici “I libri di una vita” (Boris Biancheri, Umberto Eco, Alberto Manguel) IV Forum Economico Europa-Russia – Roma Corso “Project Cycle Management” (Federico Perotti, Javier Schunk) Corso “ONG e sviluppo” (Primo Di Blasio, Francesco Petrelli, Federico Perotti, Javier Schunk) Tavola Rotonda “Sport e politica internazionale ‘oltre’ le Olimpiadi” (Claudio Arrigoni, Sergio Giuntini, Pietro Mennea, Lucio Valent) Conferenza Internazionale “Navigating Europe’s economy through turbulence” (Joaquín Almunia, Marco Buti, Pierre Cunéo, José Manuel Garcia-Margallo Y Marfil, Hans Martens, Jacques Mistral, Quentin Peel, Hans-Gert Pöttering, Vanessa Rossi, Daniela Schwarzer, Carlo Secchi, David Wright) – Bruxelles ‘Notte Bianca’ a Palazzo Clerici GIUGNO Mer. 4 Executive Briefing “La Cina: sfide e opportunità nell’anno delle Olimpiadi” Lun. 12 Gio. 15 e Ven. 16 Ven. 16 e Sab. 17 Ven. 23 e Sab. 24 Lun. 26 Mer. 28