QUI - Jass Curling Club
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15 Corriere della Sera Giovedì 15 Novembre 2012 MI Cultura &Tempo libero Gare ed esibizioni La storia dello spazio le moto in fiera a Milano-Rho è made in Italy Da oggi l’Esposizione Internazionale del Motociclo-Eicma 2012 apre le porte al pubblico che, fino a domenica, potrà viverne le emozioni (Fiera Milano Rho, ore 10-18.30; ven./sab. 10-20, e 18/12). In 130.000 mq trovano spazio tutte le novità italiane e dal mondo, e le aree «MotoLive» (gare ed esibizioni) e «The Green Planet» (modelli ibridi ed elettrici). Tra gli stand, piloti come Jorge Lorenzo (foto), Tony Cairoli e Carlos Cecha. (m. lott.) Una lunga e appassionante storia di visionari, di scoperte tecnologiche, di scienziati e di uomini della politica che hanno sempre sostenuto l’avventura dell’esplorazione dello spazio. Un’avventura che parte da lontano e che è raccontata da Giovanni Caprara nel volume «Storia italiana dello spazio» (Bompiani): l’autore ne parla oggi pomeriggio alla Feltrinelli (corso Buenos Aires 33, ore 18.30). Da sapere Scope Giocatori del Jass Club in allenamento. Sotto, Alberto Caniatti presidente del club (foto Duilio Piaggesi) Dal 2000 Il Jass Club Sesto San Giovanni (www.jasscc.it, sotto la squadra), fondato 12 anni fa, è l’unica società di curling a Milano. Iscritta al torneo di Serie C, inizierà il campionato il prossimo 6 gennaio Le origini Diffuso in Gran Bretagna, Scandinavia, Canada e Stati Uniti, il curling risale a 500 anni fa. Sulla «stirling stone», un masso ritrovato in Scozia, incisioni datate 1511 narrano di partite di curling Le regole Scopo del gioco è avvicinare il più possibile Sport alla milanese Sul ghiaccio Il Jass Club, l’unica squadra della città, si appresta a disputare il campionato di Serie C Quelli del curling Tattica e whisky: così la Scozia è arrivata a Sesto San Giovanni «D opo una giornata estenuante torni a casa, vai in sala, accendi la tv dove, a quell’ora, appare sugli schermi la partita di curling e vieni preso tra le braccia di Morfeo prima che la stone, cioè la pietra, arrivi lentamente a bersaglio e cadi in un sonno pacificatore che ti fa dimenticare tutti i problemi». Così scriveva Gene Gnocchi sulla «Gazzetta dello Sport» nel febbraio del 2006. Erano i giorni delle Olimpiadi invernali di Torino e, per motivi ancora oggi oscuri, il curling godeva di incredibile popolarità calamitando davanti alla televisione ben quattro milioni di italiani in occasione delle finali. Improvvisamente eravamo diventati un popolo di skip (il giocatore che determina la tattica) dove tutti discutevano di sweepeing. E per semplificare si diceva: «Il curling? Come le bocce ma sul ghiaccio». Frase che fa arrabbiare (eufemismo) il vero appassionato: «Se proprio vogliamo fare paragoni diciamo che in ❜❜ Il fair play è massimo, in questa disciplina non esiste l’arbitro questo sport si boccia come a bocce, che la stone va lanciata con l’effetto come nel bigliardo e, essendo un gioco di strategia, ha molto degli scacchi». Alberto Caniatti, capelli bianchi raccolti in un codino, barba bianca, occhi azzurri, età indefinita («Potrei avere 80 anni»), chirurgo in pensione è il presidente del Jass Club Sesto San Giovanni (www.jasscc.it), l’unica squadra di curling della città. Sport minorissimo in Italia i cui appassionati vivono nel mito della Scozia dove il gioco è nato cinquecento anni fa come testimonia il Sacro Graal del curling, la «stirling stone», un masso (scozzese) sul quale incisioni risalenti al 1511 narrano di avvincenti partite a curling. In Italia è arrivato a metà anni Cinquanta diffondendosi nelle zone di Madonna di Campiglio e Pinerolo. Il Jass Club milita in Serie C (il campionato inizierà il 6 gennaio) e conta 15 atleti che si allenano ogni lunedì sera al Palasesto (prossimo corso di av- viamento 3 e 10 dicembre). Lo scopo del gioco è bocciare le stone avversarie per piazzare le proprie il più vicino possibile al tee, l’equivalente del boccino nelle bocce. Per facilitare la corsa della pietra, che pesa 20 kg, i giocatori «sweeppano», spazzolano il ghiaccio con delle scope. «Questo è l’unico sport dove non è prevista la figura dell’arbitro», prosegue Caniatti. «Il fair play è massimo e solo quando i giocatori non trovano l’accordo su un punto conteso interviene un giudice la cui decisione è inappellabile». Alla fine del match, terzo tempo come nel rugby. Tutti a bere (preferibilmente whisky) e Mix di abilità «Si boccia come nelle bocce, si danno effetti come nel bigliardo e la strategia è importantissima come negli scacchi» «paga chi ha vinto la partita». Donatella Bennigartner, 55 anni, è l’unica donna della squadra: «Gioco a curling da cinque anni. Ho iniziato per curiosità e perché amo gli sport invernali. La mia qualità? Sono più brava nel tiro energico che in quello calibrato». Aspira ad entrare nel team Antonio Bozzi, 45 anni, al suo terzo allenamento di prova: «Sono vittima delle Olimpiadi del 2006. Me ne sono appassionato, ma solo quest’anno ho deciso di provarci. È uno sport per tutte le età, si fa attività fisica e, cosa che più mi affascina essendo un patito di giochi matematici, la tattica è importantissima». Tutte le stone del curling hanno la corona, la base, fatta di granito marino. Granito che arriva da un unico scoglio della Scozia. La leggenda vuole che quando lo scoglio si esaurirà ci sarà la fine del mondo. Roberto Rizzo [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA la propria stone al tee, sorta di boccino. Per facilitare la corsa della pietra i giocatori utilizzano delle scope per spazzare il ghiaccio da detriti che possono frenare lo scorrimento della pietra La leggenda La base di tutte le stone esistenti è fatta con granito marino proveniente da un unico scoglio della Scozia. Il mito vuole che quando lo scoglio sarà esaurito ci sarà la fine del mondo