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CONGIUNTURA E MERCATI Marzo 2016 ECONOMIC RESEARCH AND MARKETS STRATEGY Salvo diversa specificazione, Thomson Reuters è la fonte per i dati ed i grafici riportati. CONGIUNTURA E MERCATI L’instabilità finanziaria e l’incertezza che avevano travolto i mercati si sono riproposte a febbraio secondo forme più blande, compatibili con un grado di avversione al rischio più moderato. Questa condizione non implica ancora il riassorbimento delle determinanti primarie della turbolenza: la frenata del blocco emergente, il corto circuito fra Cina e petrolio, la disinflazione aggressiva restano vincoli permanentemente attivi per il ciclo mondiale, ma la percezione del complesso dei rischi si è aggiustata, facendosi meno dissonante rispetto ai fondamentali macroeconomici (per quanto deteriorati) Formulando valutazioni meno impulsive e più aderenti al tenore dei parametri ciclici, i mercati appaiono correntemente posizionati secondo una prospettiva più corretta, con l’idea che quei fattori di instabilità possano intaccare ancora i cardini della congiuntura globale, ma non determinare quello scadimento recessivo che ha prodotto fenomeni di contagio per parecchie settimane. L’aggiornamento delle stime di crescita proposto a febbraio da OCSE (rapporto preliminare) si contrassegna per una nuova revisione peggiorativa delle prospettive dell’economia globale, tutt’altro che sorprendente sullo sfondo del quadro descritto. Alla luce di un flusso di statistiche macroeconomiche che a cavallo d’anno è stato complessivamente inferiore alle attese, della flessione dell’espansione delle aree di nuova industrializzazione e dell’instabilità finanziaria che ha contrassegnato l’avvio del 2016, l’organizzazione internazionale ha corretto al ribasso per tre decimi la stima di crescita del reddito globale tanto nell’anno corrente, quanto nel prossimo, fissandole rispettivamente al 3.0% ed al 3.3%. L’idea di accelerazione del prodotto mondiale sconta ancora una volta un differimento temporale, al 2017, mentre l’anno corrente esprimerebbe al più la stessa intensità di crescita di quello precedente. PRODUZIONE IND. GLOBALE, COMMERCIO & FIDUCIA tassi tendenziali di crescita - PMI differ. da livello 50 - medie 3 mesi 2 CONGIUNTURA E MERCATI La riduzione dei valori previsti per il 2016 rispetto alle precedenti stime di novembre accomuna le maggiori economie industrializzate, senza eccezione alcuna: per gli Stati Uniti si registrano cinque decimi in meno al 2.0%; per Eurozona quattro all’1.4%; per il Regno Unito tre, al 2.1%. Per tutti questi sistemi, la crescita attesa nell’anno corrente risulta ora più bassa di quella realizzata nel 2015 (rispettivamente 2.4%, 1.5% e 2.2%), cosicché si prospetterebbe una discontinuità nel processo di aumento del passo dello sviluppo che aveva abbracciato il precedente triennio. Anche il Giappone (due decimi in meno, a 0.8%) ed il Canada (sei in meno, all’1.4%) presentano scostamenti negativi, ma essi accelerano sul 2015 (1.2% e 0.4% rispettivamente). Per quanto riguarda le aree emergenti, OECD ha pesantemente rivisto la stima per il Brasile, ben 2.8 punti in meno a -4.0% (peggio del 2015, 3.8%), ma ha lasciato invariata quella per la Cina, al 6.5%, così confermando un percorso di rallentamento ordinato per la massima economia asiatica. Nello stesso tempo la previsione per l’India è stata aumentata di un decimo, unico caso di variazione positiva, USA: TASSO DI RIFERIMENTO E TASSI MONETARI Sul 2017, le variazioni negative risultano meno aggressive. Stati Uniti ed Eurozona denunciano entrambi un taglio per due decimi di punto delle stime di crescita, rispettivamente al 2.2% ed all’1.7%, ma mantengono profilo in accelerazione sull’anno corrente, come del resto il Canada (un decimo in meno a 2.2%). Frenano invece la Gran Bretagna (-0.3 al 2.1%) ed il Giappone: quest’ultimo vanta una revisione migliorativa rispetto alle stime di novembre, con un decimo in più a +0.6%, ma sconta gli effetti negativi sulla crescita dell’aumento dell’imposizione fiscale indiretta programmato per aprile 2017, che potrebbe sospingere il sistema in recessione tecnica. Nel 2017, migliora significativamente il tono congiunturale delle aree emergenti. La Cina, con previsioni di aumento del reddito anche in questo caso invariate al 6.2%, si conferma elemento di stabilizzazione della congiuntura globale; l’India mantiene vigorosa propulsione di crescita (7.3%); il Brasile dovrebbe finalmente esaurire la fase recessiva. RENDIMENTI DECENNALI GOVERNATIVI 10y ITA-GER SPREAD ultimo rialzo: 9 anni fa, giugno 2006 da 5.0% a 5.25% pol. monetaria espansiva per più di otto anni, primo ribasso: sett. 2007, da 5.25% a 4.75% 2y ITA-GER SPREAD 3 CONGIUNTURA E MERCATI Il tasso di crescita del PIL USA per il quarto trimestre del 2015 è stato rivisto al rialzo da 0.7% a 1.0%, quando il consenso puntava ad un taglio a 0.4%; il fattore di revisione più importante, le scorte, più elevate delle attese (contributo rivisto al rialzo da -0.45% a -0.14%), condizione che peraltro potrebbe implicare un ritardo nel processo di aggiustamento dei magazzini e quindi andare a detrimento della crescita futura. Il contributo dei consumi è solo per un decimo inferiore (+1.4%), conformemente all’elevata fiducia delle famiglie ed alla solidità del mercato del lavoro, mentre il ristagno degli investimenti (contributo pari a zero) e l’apporto negativo del commercio estero (-0.25%) sono congruenti alle persistenti difficoltà della manifattura. Pur segnati dalla dicotomia tra industria debole e domanda interna forte, i fondamentali dell’economia statunitense risultano soddisfacenti, giustificando la previsione di tassi di crescita del reddito prossimi al potenziale di equilibrio. Dopo aver aumentato di un quarto di punto il tasso ufficiale di riferimento nella riunione del 16 dicembre 2015 (0.25-0.5%), la Fed ha lasciato invariato il costo del denaro nella riunione del 27 gennaio. La retorica della banca centrale ha inteso veicolare messaggi di estrema prudenza sul futuro percorso dei tassi, a fronte dei rischi esogeni imposti dal deterioramento del quadro globale. L’accento posto nei verbali sulla frenata della congiuntura alla fine del 2015 e sulla distanza dell’inflazione dagli obiettivi per effetto della pressione negativa dei prezzi energetici (il rimbalzo a 1.4% dell’indice generale a gennaio è frutto di effetti statistici favorevoli) impongono di rimodulare le attese future. Ipotizziamo quindi due soli aumenti dei tassi, con approdo tra 0.75-1.0%, visione comunque più aggressiva di quella implicita nei prezzi dei contratti futures, tendente ad escludere qualsiasi ulteriore intervento nell’anno. CURVE DI RENDIMENTO RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI rilevazione del 26/02/2016 rilevazione del 26/02/2016 2y ITA-GER SPREAD 4 CONGIUNTURA E MERCATI Dopo il rafforzamento del piano di QE varato il 3 dicembre, la BCE non ha preso provvedimenti nella riunione del 21 gennaio, accingendosi invece ad imprimere ulteriore impulso espansivo nel meeting del 10 marzo. La ridefinizione imminente dei parametri della politica monetaria potrebbe passare attraverso un nuovo abbassamento del tasso sui depositi (già negativo, -0.3%) così come una rimodulazione degli acquisti mensili di asset per durata o ammontare, sino a misure ancora non contemplate. Il deterioramento delle prospettive di crescita globali, il flight to quality e l’azione della BCE hanno prodotto nuove pressioni sui rendimenti in €: a ridosso di 0.10%, il tasso sul Bund decennale ha sfiorato i minimi dall’avvio dell’Unione Monetaria, testati ad aprile dell’anno passato (0.05%), mentre il biennale si è spinto ancor più in territorio negativo, oltrepassando quota -0.5%. Il decennale italiano è rimasto stabile tra 1.41.7%, registrando solo un effimero balzo sulla parete superiore a metà febbraio, presto riassorbito; contestualmente, lo spread BTP-BUND ha raggiunto 150bps, prima di tornare verso 130. il differenziale degli emittenti sovrani emergenti sulla carta priva di rischio si è ampliato ad MERCATI AZIONARI DAL 2006 oltre 480bps (picco da metà 2009), aggiustandosi poi a 450, quota che ancora segnala uno stato di tensione finanziaria considerevole. L’abbattimento delle attese di stretta della Fed ha guidato il ribasso anche la curva in $, ove il tasso biennale è scivolato brevemente sotto quota 0.7% ed il decennale sotto 1.60%. I mercati valutari sono dominati dall’apprezzamento dello yen per l’alta avversione al rischio (massimi dal 2014 contro USD e 2013 contro euro) e dalla caduta della sterlina (minimi dal 2009 contro USD) per i timori di Brexit; l’eurodollaro è volatile ma ha riguadagnato quota 1.10 da 1.14, indirizzandosi verso l’obiettivo di 1.08-1.05. I mercati azionari si sono mantenuti al di sopra dei minimi del 2016, realizzando recuperi di intensità moderata nella seconda parte del mese, con perdite ancora ampie e diffuse da inizio anno (oltre -11% per l’Eurostoxx e -19% per l’indice italiano FTSE-MIB). L’azionario rimane scelta d’investimento attraente per le condizioni macro e micro delle società quotate, con preferenza per il comparto europeo e cautela sui paesi emergenti. EURODOLLARO DAL 2001 investitore eurobasato – valori pari a 100 dal 2006 EUROPA GLOBALE 5 Disclaimer Il contenuto delle pagine precedenti è stato predisposto da Banca Aletti & C. S.p.A. (“Banca Aletti”). Banca Aletti - appartenente al Gruppo Banco Popolare - è un intermediario autorizzato ai sensi di legge, iscritto all’Albo delle Banche, al num. 5383. Con questo documento Banca Aletti propone alla valutazione dell’utente informazioni desunte da fonti ritenute affidabili nel sistema dei mercati finanziari, e – ove lo ritenga opportuno – la propria opinione in merito con eventuali commenti (note, osservazioni, valutazioni). Si evidenzia che le informazioni riportate, comunicate in buona fede e sulla base dei dati al momento disponibili, potrebbero non essere esatte, complete o aggiornate e sono suscettibili di variazioni, anche senza preavviso, in qualunque momento. 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La decisione di effettuare qualunque operazione finanziaria è a rischio esclusivo dei destinatari della presente informativa. Salvo diversa specificazione, Thomson Reuters è la fonte per i dati ed i grafici riportati. 6