codice profilo ordinamento primo anno CdLI

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codice profilo ordinamento primo anno CdLI
Università degli studi di Padova
Corso di Laurea in Infermieristica
sede di Monselice
Insegnamento:Infermieristica generale e psicopedagogia
Disciplina:
AMBITO, METODO E PRASSI dell’INFERMIERISTICA
docente: Prof. Luciano Liziero
L.Liziero
III °unità
Programma:
I concetti di professione e
professionalizzazione dell'infermieristica;
le professioni sanitarie ed il personale di
supporto;
le norme e i principi etici che regolamentano
l'agire professionale: analisi delle norme e
del codice deontologico;
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Il processo di professionalizzazione
dell’infermieristica. Il percorso culturale
Secondo i criteri di analisi sociologica delle professioni
proposti dalla scuola funzionalista, un’occupazione può
acquisire le caratteristiche tipiche di una professione,
quando vengono formalizzati:
un’area di competenza tecnica esclusiva
un campo di conoscenze sistematicamente acquisite
tramite una formazione specifica
un particolare ideale di servizio, reso esplicito aderendo
ad un codice di regole professionali.
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Il processo di professionalizzazione
“Occupazione in cui la conoscenza professata in
qualche settore della cultura o delle scienze è
utilizzata nella sua applicazione ai problemi
altrui o nell’esercizio di un’arte basata su di
essa” (Oxford English Dictionary1541. Prima
definizione di professione)
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Secondo il sociologo E. GREENWOOD (1957) sono 5 gli
attributi che deve possedere una professione per
contraddistinguersi da altri tipi di occupazione:
1. UNA TEORIA SISTEMATICA (corpo di teoria
organizzata in un sistema coerente per razionalizzare le
sue operazioni in situazioni concrete)
2. UN’AUTORITA’ PROFESSIONALE (riconoscimento
che proviene dal “cliente”, dagli altri professionisti e dalla
società in generale, che deriva dalla sua conoscenza
specifica, competenza tecnica, autonomia,
responsabilità e leadership)
3. SANZIONI DELLA COMUNITA’ (monopolio
dell’esercizio attraverso i titoli accademici e l’abilitazione
dello Stato pena sanzioni per abuso di professione)
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Secondo il sociologo E. GREENWOOD (1957) sono 5 gli
attributi che deve possedere una professione per
contraddistinguersi da altri tipi di occupazione:
4. UN CODICE DEONTOLOGICO (regole di
comportamento stabilite dalla professione stessa
attraverso gli organi professionali a tutela del cliente,
della professione e dell’organizzazione)
5. UNA CULTURA PROFESSIONALE (valori, norme,
regole e simboli professionali che si esprimono
attraverso le organizzazioni ed associazioni
professionali)
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Il processo di professionalizzazione
Il percorso normativo
La modifica della formazione dell’infermiere
(D.Leg.vo n.502/1992),
DU Infermiere (1996)
che porta alla Laurea (D.M. 2.04.2001),
ha comportato una sequela di norme successive
che hanno professionalizzato il ruolo
dell’infermiere
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Il processo di professionalizzazione
Il percorso normativo
Profilo Professionale dell’Infermiere,
D.M. 739/1994,
nuovo Codice Deontologico emanato nel 1999.
L. 42/1999. Disposizioni in materia di profes. sanitarie
L. 251/2000 che riconosce il ruolo dirigenziale
dell’infermiere
L. 43/2006 vengono individuate anche le varie
specializzazioni e trasformato il Collegio professionale in
Ordine.
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LEGGE 26 febbraio 1999, n. 42
“Disposizioni in materia di professioni sanitarie”
abroga il D.P.R 225/74 e determina il CAMPO
PROPRIO di ATTIVITA’ e di RESPONSABILITA’ della
professione attraverso:
il Profilo professionale, (D.M. 739/94);
l’Ordinamento didattico del corso di laurea e di
formazione post-base, (D.M. 2.04.2001);
il Codice deontologico (febbraio 1999).
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Italia: legge 42 del 1999
Campo d’azione dell’infermiere in Italia
Codice
deontologico
Profilo
professionale
Campo proprio di attività
e di responsabilità
dell’infermiere
Formazione di base – Laurea Triennale in Infermieristica
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE Decreto ministeriale 14
settembre 1994, n. 739 Art.1
.1
E’ individuata la figura dell’infermiere:
l’infermiere è l’operatore sanitario che,
in possesso del diploma abilitante e
dell’iscrizione all’albo professionale,
è RESPONSABILE dell’ASSISTENZA
INFERMIERISTICA.
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE Decreto ministeriale 14
settembre 1994, n. 739 Art.1
.2
L’assistenza infermieristica preventiva, curativa,
palliativa e riabilitativa è di natura
tecnica, relazionale, educativa.
Le principali funzioni sono
la prevenzione delle malattie,
l’assistenza ai malati e dei disabili di tutte le età e
l’educazione sanitaria
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La dimensione tecnica
La dimensione tecnica è una componente essenziale,
benché non esclusiva dell’assistenza infermieristica
L’identità di un gruppo professionale non si crea sulla
tecnica, che una volta generata non è più proprietà del
singolo gruppo, ma può diventare comune a molti, ma
sull’area del sapere che porta a produrre ed utilizzare le
tecniche.
La tecnica, o meglio, l’evoluzione tecnologica della
medicina
e
dell’assistenza
infermieristica
rappresenterebbe, secondo alcuni, uno dei principali
fattori di disumanizzazione della persona assistita
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La dimensione relazionale
La
relazione
inter-personale
infermieristica assume valore fondante.
nell’assistenza
“Nella presa in carico della persona con problemi di
salute la relazione diventa un elemento costitutivo, una
conditio sine qua non della professione stessa”
(Marie François Collière).
La relazione tra infermiere e assistito si fonda sulla
comunicazione e sulla pratica dell’ascolto.
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La dimensione relazionale
Anche la dimensione tecnica si esprime
attraverso la relazione.
L’infermiere attraverso la relazione aiuta la
persona ad esprimere i propri bisogni e a
potenziare le proprie risorse fisiche, affettive e
sociali .
E’ necessario, inoltre, sostenere i caregivers in
un compito così impegnativo come è
l’assistenza a persone non autosufficienti,
soprattutto a domicilio.
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La dimensione educativa
L’intervento educativo dell’infermiere riguarda tanto il
singolo, sano o malato, quanto il suo nucleo familiare e,
in alcuni casi, la popolazione a rischio.
Il valore educativo del ruolo dell’infermiere, chiamato a
fornire informazioni e conoscenze sanitarie, a insegnare
concretamente come prevenire o affrontare e risolvere
problemi clinici che si presentano, fa emergere la
necessità di un bagaglio di conoscenze, capacità
tecniche, abilità relazionali.
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE Decreto ministeriale 14
settembre 1994, n. 739 Art.1
.3
partecipa all’identificazione dei bisogni di
salute della persona e della collettività;
identifica i bisogni di assistenza infermieristica
della persona e della collettività e formula i
relativi obiettivi;
pianifica, gestisce e valuta l’intervento
assistenziale infermieristico;
garantisce la corretta applicazione delle
prescrizioni diagnostico-terapeutiche;
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE Decreto ministeriale 14
settembre 1994, n. 739 Art.1
.3
e) agisce sia individualmente sia in
collaborazione con gli altri operatori sanitarie e
sociali;
f) per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove
necessario, dell’opera del personale di
supporto;
g) svolge la sua attività professionale in strutture
sanitarie pubbliche o private, nel territorio e
nell’assistenza domiciliare, in regime di
dipendenza o libero-professionale.
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE Decreto ministeriale 14
settembre 1994, n. 739 Art.1
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L’infermiere contribuisce alla formazione
del personale di supporto
e concorre direttamente all’aggiornamento
relativo al proprio profilo professionale
e alla ricerca.
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IL PROFILO PROFESSIONALE
DELL’INFERMIERE
.5
a)
b)
c)
d)
e)
La formazione infermieristica post-base per la pratica
specialistica è intesa a fornire agli infermieri di
assistenza generale delle conoscenze cliniche
avanzate e della capacità che permettono loro di
fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle
seguenti aree:
Sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica;
Pediatria: infermiere pediatrico
Salute mentale-psichiatria: infermiere psichiarico
Geriatria: infermiere geriatrico;
Area critica: infermiere di area critica
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IL CODICE DEONTOLOGICO
dell’INFERMIERE
La deontologia
consiste in una serie di
regole di autodisciplina e di comportamento
che valgono per i membri di una determinata professione,
su deliberazione di quest’ultima
dal greco déontos (dovere) e logy (discorso)
Bentham 1823. Essai sur la nomenclature et la
classification des principales branches d’art et
science,..Paris, p.196
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IL CODICE DEONTOLOGICO
dell’INFERMIERE
Le enunciazioni del Codice
acquisiscono valore di norme vincolanti per
ogni appartenente alla comunità
professionale specifica,
la loro inosservanza è punibile con sanzioni
da parte dell’Ordine professionale.
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IL CODICE DEONTOLOGICO
dell’INFERMIERE
La deontologia è espressione dell’etica
professionale in quanto traduce
in norme
le istanze morali, i valori,
specie in relazione ai destinatari delle prestazioni e
dell’attività professionale.
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IL CODICE DEONTOLOGICO
dell’INFERMIERE
Capo 1
Art.1
L’infermiere
è il professionista sanitario
responsabile
dell’assistenza infermieristica
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IL CODICE DEONTOLOGICO
dell’INFERMIERE
Capo 1
Art. 6
L’infermiere riconosce la salute come bene
fondamentale della persona e interesse
della collettività e si impegna a tutelarla
con
attività di prevenzione, cura,
riabilitazione, palliazione.
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Diritti della persona e codice
Art. 2 . L’assistenza infermieristica è servizio alla
persona …
Art.3 . La responsabilità dell’infermiere consiste
nell’assistere, ………. nel rispetto della vita,
della salute, della libertà e della dignità
dell’individuo
Art. 4 . L’infermiere presta assistenza …
tenendo conto dei valori etici, religiosi, culturali,
nonché del genere e delle condizioni sociali
della persona.
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Codice e principi etici sottesi
Principio di BENEFICITA’
Principio di AUTONOMIA
Principio di GIUSTIZIA
Belmont Report (1978)
(American commission for the protection of human
subjects of biomedical sciences)
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Principio di beneficità
Il principio di beneficità tradotto in comportamento
prescrive:
“Agisci in maniera tale che le
conseguenze del tuo comportamento
risultino a vantaggio del bene del
paziente nella totalità della sua
persona”
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Elementi impliciti nel principio
Promuovere il bene
Art. 7 “L’infermiere orienta la sua azione al
bene dell’assistito ……”
Non nuocere
Art. 9 “L’infermiere ….. si impegna ad operare
con prudenza al fine di non nuocere
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Principio di beneficità
Orientamenti per l’assistenza
il bene è relativo alla persona capace di
valutare che cosa ha più o meno valore
all’interno del suo piano di vita
l’attenzione alle conseguenze
Rischi per la relazione assistenziale
un atteggiamento “paternalista”
L.Liziero
Principio di autonomia
Il principio di autonomia tradotto in
comportamento prescrive:
“Agisci in maniera tale da rispettare la
persona utente nella sua dignità e nel suo
diritto di decidere responsabilmente, in
relazione ai suoi problemi di salute”
L.Liziero
Dal codice
Art. 7
“L’infermiere orienta la sua azione al bene
dell’assistito di cui attiva le risorse
sostenendolo nel raggiungimento della
maggior autonomia possibile, in
particolare quando vi sia disabilità,
svantaggio, fragilità”
L.Liziero
L’autonomia, la dignità
“Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto
nella tua persona quanto nella persona di
ogni altro, sempre e a un tempo come
fine, e mai semplicemente come mezzo”.
E. Kant “Fondazione della metafisica dei costumi”
L.Liziero
Considerazioni …..
l’altro non è a “mia disposizione”
la dignità umana si fonda sulla capacità di
autonomia morale
per l’uomo essere “fine”, e non puro
mezzo, significa “non avere prezzo”
L.Liziero
Principio di autonomia
Orientamenti per l’assistenza
1.
2.
3.
4.
considerare la persona assistita capace
di autodeterminazione
offrire sostegno alla capacità e alla
libertà decisionale
in questo senso, l’autonomia è un punto
di arrivo
in questo cammino, l’infermiere è un
facilitatore
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Presupposti e rischi
informazione onesta, chiara, completa,
adeguata
la possibilità del rifiuto alle cure (art. 32
della Costituzione)
Rischio per la relazione assistenziale
“delega acritica” al paziente
L.Liziero
Principio di giustizia
Il principio di giustizia tradotto in comportamento
prescrive:
“Agisci in maniera tale da evitare
discriminazioni, salvo dimostrare che le
differenze siano giustificate a tutela dei
soggetti più deboli”
L.Liziero
Dal codice
Art. 10
“L’infermiere contribuisce a rendere eque le
scelte allocative, anche attraverso l’uso
ottimale delle risorse disponibili”
L.Liziero
Principio di giustizia
Orientamenti per l’assistenza
Agire con imparzialità e offrire pari
opportunità di accesso alle cure in modo
che a bisogni analoghi corrisponda un
trattamento analogo
Agire con parsimonia nell’uso delle
risorse, riconosciute come “bene
comune”
L.Liziero
IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE
Capo IV
Art. 19
L’ infermiere promuove stili di vita sani, la
diffusione del valore della cultura della salute e
della tutela ambientale, anche attraverso
l’informazione e l’educazione .…..
Art.20
L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e
valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al
fine di esplicitare il livello di assistenza garantito
e facilitarlo nell’esprimere le proprie scelte.
L.Liziero
IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE
Capo IV
Art. 21
L’infermiere, rispettando le indicazioni
espresse dall’assistito, ne favorisce i
rapporti con la comunità e le persone
per lui significative, coinvolgendole nel
piano di assistenza. Tiene conto della
dimensione interculturale e dei bisogni
assistenziali ad essa correlati.
L.Liziero
IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE
Capo IV
Art. 24
L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte,
fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione
ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la
comunicazione alla sua capacità di comprendere.
……….
Art. 26
L’infermiere assicura e tutela la riservatezza nel
trattamento dei dati relativi all’assistito. Nella raccolta,
nella gestione e nel passaggio di dati, si limita a ciò che
è attinente all’assistenza.
L.Liziero
IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE
Capo IV
Art.27
L’infermiere garantisce la continuità assistenziale
anche contribuendo alla realizzazione di una
rete di rapporti interprofessionali e di una
efficace gestione degli strumenti informativi.
Art. 28
L’infermiere rispetta il segreto professionale non
solo per obbligo giuridico, ma per intima
convinzione e come espressione concreta del
rapporto di fiducia conL.Liziero
l’assistito.
IL CODICE DEONTOLOGICO dell’INFERMIERE
Capo IV
Art. 35
L’infermiere presta assistenza qualunque sia
la condizione clinica e fino al termine della
vita dell’assistito, riconoscendo
l’importanza della palliazione e del
conforto ambientale, fisico, psicologico,
relazionale, spirituale.
L.Liziero
Dimensione etica e professionalità
La professionalità è definita dall’insieme
delle qualità dell’operatore
• La conoscenza
• L’abilità (la conoscenza senza abilità è inutile,
l’abilità senza conoscenza è pericolosa)
• Gli atteggiamenti:la necessità di essere
responsabili
L.Liziero
…. per agire bene è necessario essere
responsabili ….
responsabili:
consapevoli di ciò che si fa e delle
conseguenze che l’atto può determinare.
L.Liziero
… sviluppo della responsabilità lungo
alcune direzioni …..
• Se stessi (farsi carico, non delegare, non
nascondersi …)
• I colleghi (costruire un clima di solidarietà nella
diversità)
• Gli assistiti e i familiari (garantire un servizio
caloroso, premuroso, sicuro, ospitale …)
• Le strutture (contro i rischi del degrado, dello
spreco, dell’approssimazione …)
L.Liziero
Diers, 1981
“..l’assistenza è un lavoro estremamente
complicato poiché implica
–
–
–
–
–
–
abilità tecniche,
una grande quantità di conoscenze formali,
abilità comunicative,
l’uso di sé,
la scelta dei momenti opportuni,
un investimento emotivo
e un numero indefinito di altre qualità”.
L.Liziero
L’operatore di supporto
Capo V Codice deontologico
Art.41
L’infermiere collabora con i colleghi e gli altri
operatori di cui riconosce e valorizza lo
specifico apporto all’interno dell’équipe
…….
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Il personale di supporto
Il profilo professionale prevede che, ove
necessario, l’infermiere si avvalga di
personale di supporto, contribuendo
direttamente alla loro formazione.
La presenza delle figure di supporto
permette agli infermieri di svolgere in
prevalenza le attività esclusive di propria
competenza
L.Liziero
MODULO COMPLEMENTARE IN ASSISTENZA
SANITARIA DELL’OPERATORE SOCIOSANITARIO
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Conferenza Stato Regioni 22.02.01: individuazione
della figura e del profilo dell’OSS
L. R. n. 20 16/8/01 – La figura professionale dell’OSS.
L. R. 9.08.02, n. 17: "Modifiche alla Legge Regionale
16.8.2001 n. 20 "La figura professionale dell‘OSS –
Modulo di formazione complementare in assistenza
sanitaria
Provvedimento Conferenza Stato Regioni 16.01.03
Allegato A. Competenze specifiche OSSS.
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Figure di supporto
L’OSS: l’operatore socio sanitario
Operatore che svolge attività indirizzate a
soddisfare i bisogni primari della persona e a
favorire il benessere e l’autonomia dell’utente
nell’ambito delle proprie competenze.
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Le figure di supporto
Le competenze sono di tipo tecnico e
relazionale e sono rivolte alla persona e al suo
ambiente di vita:
Assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero
Intervento igienico sanitario e di carattere sociale
Supporto gestionale, organizzativo
Svolge la sua attività su indicazione degli
operatori professionali preposti all’assistenza
sanitaria …….
L.Liziero
Le figure di supporto
L’OSS con formazione complementare in
assistenza sanitaria:
Accordo stato – regioni
16 gennaio 2003, allegato A
L.Liziero
Legge regionale 16 agosto 2001, n. 20 (BUR n. 75/2001)
con integrazione legge regionale 9 agosto 2002, n. 17
LA FIGURA PROFESSIONALE DELL’OPERATORE SOCIOSANITARIO
ALLEGATO B bis)
COMPETENZE SPECIFICHE E ATTIVITÀ NEL SETTORE
CURATIVO PER L’OPERATORE SOCIO-SANITARIO
SPECIALIZZATO IN ASSISTENZA SANITARIA
L’operatore socio-sanitario, che ha seguito con profitto il
"Modulo Facoltativo complementare in assistenza
sanitaria”,
oltre a svolgere i compiti del proprio profilo,
…e
conformemente alle
direttive del personale infermieristico, provvede a:
L.Liziero
- Somministrare, per via naturale, la terapia prescritta;
- Eseguire la terapia intramuscolare e sottocutanea;
- Eseguire i bagni terapeutici, medicati, impacchi, frizioni e
bendaggi;
- Rilevare ed annotare la frequenza cardiaca, la frequenza
respiratoria e la temperatura);
- Praticare i clisteri;
- Mobilizzare i pazienti per la prevenzione delle lesioni da decubito;
- Riordinare, pulire, disinfettare e sterilizzare le apparecchiature, le
attrezzature sanitarie ed i dispositivi medici;
- Raccogliere escrezioni e secrezioni a scopo diagnostico;
- Somministrare i pasti e le diete;
- Preparare la salma;
- Sorvegliare le fleboclisi;
- Eseguire le tricotomie.
L.Liziero
Ambiti operativi
L’OSS e l’OSSS svolgono la propria
attività “su indicazione del personale
preposto”……
L.Liziero
Ambiti operativi
Si ribadisce che:
L’infermiere è responsabile dell’assistenza e
quindi della pianificazione
L’infermiere si avvale, ove necessario, delle
figure di supporto.
L.Liziero
Ambiti operativi
delega o attribuzione ?
All’OSS vengono attribuite attività proprie del suo
profilo:
“Parlare di delega significa fare ricorso ad uno
strumento inadeguato, se non altro perché la
giurisprudenza ha stabilito che per aversi la effettiva
trasferibilità di funzioni da un soggetto all’altro, le
delega deve essere scritta, effettiva e deve
comportare il reale trasferimento di poteri decisionali
al delegato. Con conseguente necessità del
delegante di controllare, ma non di ingerirsi
dell’attività del delegato” L. Benci
L.Liziero
Autoapprendimento (testo: trattato di
cure infermieristiche – Saiani Brugnolli)
Responsabilità professionale pag. 22
Segreto professionale e tutela della privacy pag.
24 (integrativo l’intervento della Dr.ssa
Tregnaghi)
Collegio professionale pag. 31
Associazione e società scientifiche
infermieristiche in Italia pag. 32