PDTA ipobetalipoproteinemia familiare
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PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 1 di 7 pagina 1 di 7 di 7 PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-ASSISTENZIALE (PDTA) PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPOBETALIPOPROTEINEMIA FAMILIARE Dr. Tiziano Lucchi. Responsabile Ambulatorio Malattie Metaboliche. 1 INTRODUZIONE ................................................................................................................................................... 2 1.1 1.2 1.2.1 1.2.2 1.3 1.4 1.5 2 POPOLAZIONE ALLA QUALE SI RIVOLGE IL PDTA............................................................................................. 2 DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DELLA PATOLOGIA ...................................................................................... 2 Diagnosi differenziale................................................................................................................................. 3 Complicanze ............................................................................................................................................... 2 EPIDEMIOLOGIA, STORIA NATURALE, PROGNOSI ............................................................................................. 3 RISULTATO ATTESO .......................................................................................................................................... 3 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................................. 4 DESCRIZIONE....................................................................................................................................................... 4 2.1 2.2 2.3 3 CRITERI DI INGRESSO ........................................................................................................................................ 4 DESCRIZIONE DEL PROCESSO – FLOW CHART / TABELLA................................................................................... 5 CRITERI DI DIMISSIONE ..................................................................................................................................... 7 MONITORAGGIO ................................................................................................................................................. 7 3.1 Rev. MODALITÀ ADOTTATE...................................................................................................................................... 7 Data Descrizione modifica Redazione Verifica Approvazione __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 2 di 7 pagina 2 di 7 di 7 1 INTRODUZIONE 1.1 POPOLAZIONE ALLA QUALE SI RIVOLGE IL PDTA Nel nostro ambulatorio afferiscono attualmente 6 soggetti affetti da Ipobetalipoproteinemia Familiare (forma eterozigote), 1 di sesso femminile e 5 di sesso maschile, di età compresa tra 18 e 51 anni. 1.2 DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE DELLA PATOLOGIA L’Ipobetalipoproteinemia Familiare è una dislipidemia su base genetica, a trasmissione autosomica dominante, caratterizzata da bassi livelli circolanti di colesterolo totale ed LDL, con livelli di trigliceridi in genere ridotti o normali. Il difetto genetico coinvolge nella maggior parte dei casi il gene che codifica la sintesi dell’apoproteina B (Apo B). L’Apo B è la proteina strutturale dei chilomicroni, delle VLDL e delle LDL; sintetizzata nell’intestino (come Apo B 48) e nel fegato (come Apo B 100), svolge un ruolo fondamentale per la secrezione e il trasporto di queste lipoproteine. Nei soggetti omozigoti i livelli sierici di Apo B sono molto bassi od indosabili; i livelli di colesterolo totale, LDL e trigliceridi sono marcatamente ridotti e dopo un pasto ricco di grassi, nel plasma possono essere assenti i chilomicroni. Nei soggetti eterozigoti i livelli sierici di Apo B sono inferiori al 5° percentile, i livelli di colesterolo totale sono compresi tra 40 e 180 mg/dl (con una media di 90 mg/dl); i livelli di colesterolo LDL sono in genere inferiori al 50 % dei normali livelli, i livelli di trigliceridi variano da 15 mg/dl fino ad essere compresi nel range di normalità e in rari casi possono essere aumentati. Dal punto di vista clinico la malattia presenta manifestazioni gastrointestinali, neuromuscolari, oftalmiche ed ematologiche. Nei soggetti omozigoti il quadro clinico è sovrapponibile a quello presente nella Abetalipoproteinemia e si manifesta durante la prima infanzia con sintomi gastrointestinali da malassorbimento lipidico quali diarrea, steatorrea, inappetenza e con scarso accrescimento staturo-ponderale. Si verifica inoltre un deficit di assorbimento delle vitamine liposolubili A, E, K che contribuisce all’evoluzione del quadro clinico. Se la malattia non viene precocemente diagnosticata e trattata compaiono degenerazione neuromuscolare e retinica, con atassia e retinite pigmentosa. Nello striscio ematico si riscontra acantocitosi. Tramite prelievo bioptico digiunale è possibile osservare depositi intracellulari di lipidi a livello degli enterociti. La biopsia epatica evidenzia steatosi. I soggetti eterozigoti presentano un quadro clinico più sfumato, spesso caratterizzato solamente dalla riduzione dei livelli circolanti dei lipidi, che viene in genere diagnosticato più tardivamente nel corso della loro vita. Una manifestazione clinica frequente è la steatosi epatica. Possono essere presenti anche sintomi gastrointestinali da malassorbimento dei grassi e alcune alterazioni neurologiche: la più frequente è una riduzione dei riflessi osteotendinei, meno frequentemente si riscontrano deficit propriocettivi o atassia. Di raro riscontro sono l’acantocitosi e la retinite pigmentosa. 1.2.1 Diagnosi differenziale La diagnosi differenziale tra la forma omozigote dell’Ipobetalipoproteinemia Familiare e l’Abetalipoproteinemia (autosomica recessiva) può essere fatta dosando nei genitori del probando, eterozigoti obbligati, colesterolo e Apo B che risulteranno bassi in caso di Ipobetalipoproteinemia Familiare e normali in caso di Abetalipoproteinemia. L’Ipobetaliproproteinemia può essere anche secondaria ad altre cause di malassorbimento lipidico (ad esempio la pancreatite cronica), ad epatopatia grave, a malnutrizione, ad ipertiroidismo. 1.2.2 Complicanze La mancata sintesi di chilomicroni, per assenza della loro proteina strutturale (Apo B 48) comporta malassorbimento dei grassi con accumulo di lipidi negli enterociti e deficit di assorbimento delle vitamine liposolubili. La vitamina E, in particolare, è quella che presenta i livelli sierici più bassi in quanto mancando di un trasportatore specifico viene trasportata solo dalle Apo B. Alla sua carenza viene attribuito un ruolo determinante nello sviluppo sia delle complicanze neuromuscolari che della retinite pigmentosa. Anche il deficit di vitamina A può contribuire allo sviluppo della retinite pig__________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 3 di 7 pagina 3 di 7 di 7 mentosa. Il deficit di vitamina K può determinare, per ridotta sintesi di fattori della coagulazione, emorragie. Le conseguenze più gravi del malassorbimento lipidico sono di tipo neuromuscolare e compaiono nell’omozigote già nella I decade di vita E’ presente una demielinizzazione che coinvolge inizialmente i neuroni sensitivi dei gangli spinali e i loro assoni mielinizzati ad alta velocità di conduzione; la demielinizzazione può poi estendersi alle via somatosensoriale ascendente del fascicolo gracile e cuneato e alle vie spino-cerebellari. Le prime manifestazioni cliniche consistono in una diminuzione dei riflessi osteotendinei, successivamente si ha una perdita progressiva della sensibilità pallestesica e propriocettiva, con comparsa di atassia. La degenerazione nervosa coinvolge anche la retina e i nervi oculomotori con conseguente nistagmo, anisocoria, ptosi, oftalmoplegia. Deficit neurologici e atrofia muscolare determinano deformazioni scheletriche quali piede cavo, piede equino, lordosi, cifoscoliosi. Entro la III decade di vita , se non trattati, i soggetti omozigoti manifestano una grave disabilità motoria con cecità. L’alterata composizione dei lipidi di membrana del globulo rosso porta alla comparsa di acantociti. Può essere presente anemia riconducibile al ridotto tempo di sopravvivenza degli acantociti per aumentata distruzione intravascolare. La ridotta sintesi epatica di VLDL, per assenza o alterazione della loro proteina strutturale (Apo B 100) comporta un accumulo di trigliceridi a livello epatico. La steatosi epatica può evolvere nel tempo in fibrosi e cirrosi. 1.3 EPIDEMIOLOGIA, STORIA NATURALE, PROGNOSI La prevalenza dell’Ipobetalipoproteinemia Familiare è dello 0.1-1.9 % ed è uguale nei due sessi, mentre non è nota l’incidenza. La maggior parte delle forme di Ipobetalipoproteinemia Familiare è causata da mutazioni del gene dell’Apo B, situato sul cromosoma 2. Possono essere coinvolti anche altri geni: recentemente è stato localizzato un gene sul cromosoma 3. Fino ad oggi sono state riportate 40 diverse mutazioni dell’Apo B, molte sono mutazioni non senso, frame-shift ed alterazioni dello splicing, che nella maggior parte dei casi portano alla produzione di forme troncate di Apo B. A seconda del livello della troncatura può risultare alterata la sola produzione dell’Apo B 100 e quindi delle VLDL e LDL o anche la produzione dell’Apo B 48 e quindi anche dei chilomocroni. E’ stata descritta anche una forma di Ipobetalipoproteinemia Familiare caratterizzata da una alterazione selettiva della sintesi dell’Apo B 48 con ritenzione di chilomicroni all’interno degli enterociti (Chylomicron Retention Disease). Si ritiene che i ridotti livelli circolanti di Apo B troncate siano dovuti sia ad una ridotta sintesi della proteina, per una maggiore degradazione dell’mRNA mutato, sia ad un accelerato catabolismo, per aumentata clerance a livello del renale ( via della Megalina) anzichè per interazione con il recettore specifico a livello epatico. Apo B troncate di dimensioni inferiori al 25-27% della proteina nativa non sono evidenziabili nel siero in quanto non secrete sotto forma di lipoproteine. In alcuni casi è stata anche documenta un’alterata produzione delle apoproteine A I, AII e C III con ridotti livelli circolanti di col-HDL. La prognosi dell’Ipobetalipoproteinemia Familare varia a seconda della gravità del difetto genetico, dello stato di omozigosi od eterozigosi e della precocità della diagnosi e del trattamento. Alcuni soggetti eterozigoti che manifestano una grave ipobetalipoproteinemia sono portatori di una seconda mutazione (eterozigosi composta). Nei soggetti omozigoti e in presenza di disturbi gastrointestinali anche nei soggetti eterozigoti, deve essere prescritta una dieta ipolipidica. Le vitamina E, deve essere somministrata ad alte dosi negli omozigoti (1000-2000 mg die nei bambini, 5000-10000 mg die negli adolescenti ed adulti) e a dosi comprese tra 400 e 800 mg die negli eterozigoti per prevenire lo sviluppo della neuropatia e della retinopatia. E’ stato ipotizzato un effetto protettivo della vitamina E anche nei confronti della steatosi epatica. Negli omozigoti può essere utile un’ integrazione di Vit A in presenza di ridotti livelli sierici e di Vit K in presenza di deficit della coagulazione. 1.4 RISULTATO ATTESO Obiettivo primario del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) è quello di assicurare ai pazienti affetti da Ipobetalipoprotenemia Familiare un approccio clinico standardizzato e costantemente aggiornato alle più recenti evidenze scientifiche avvalendosi, all’interno della Fondazione, di competenze specialistiche in maniera coordinata e integrata. La personalizzazione del PDTA, da parte del coordinatore in relazione al quadro clinico e alle esigenze assistenziali del paziente dovrebbe consentire una ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse mediche e strumentali. __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 4 di 7 pagina 4 di 7 di 7 1.5 BIBLIOGRAFIA Schonfeld G. Familial hypobetalipoproteinemia: a review. J. Lipid Res. 2003. 44: 878-883. Sankatsing R.R., Fouchier S.W., de Haan S. Hepatic and cardiovascular consequence of Familial Hypobetalipoproteinemia. Aterioscler Thromb vasc Biol. 2005; 25: 1979-1984. J. P. Kane, Havel R.J. Disorders of the biogenesis and secretion of lipoproteins containing the B Apolipoproteins. In Scriver C.R., Beaudet A., Sly W.S., Valle D: The metabolic and molecular bases of inherited disease, VII ed New York, Mc Graw Hill 1995: 1853-1871. 2 DESCRIZIONE Nell’ambito della U.O Geriatria, in via Pace 9, c/o il Padiglione Bertarelli, piano rialzato, è attivo l’Ambulatorio Malattie Metaboliche in cui vengono seguiti pazienti adulti affetti dislipidemia su base genetica. Presso il sotterraneo del IV padiglione è attivo un laboratorio specialistico (L38) in cui vengono effettuati test lipidologici e genetici. Il percorso diagnostico e il follow-up, dei soggetti affetti da Ipobetalipoproteinemia Familiare, si avvale della collaborazione di altri specialisti presenti all’interno della Fondazione: - specialista in neurologia: dott. E. Scarpini (U.O. Neurologia – responsabile prof. N. Bresolin) - specialista in oculistica: dott. ssa A. Pinto ( U.O. Oculistica – responsabile prof R. Ratiglia) - ecografista: dott.ssa C. De Fazio (U.O Medicina II – responsabile prof. M. Mannucci) - specialista in epatologia: prof. M.G. Rumi (U.O. Gastroenterologia 1 - responsabile prof. M. Colombo) - specialista in gastroenterologia: M. Primignani (U.O Gastroenterologia 3 - responsabile prof. R. De Franchis) - specialista in ortopedia: dott. G. Pasta (U.O.S.D. Traumatologia d’Urgenza – responsabile dott. E.P.Bossi) - specialista in medicina del lavoro: dott. A. Todaro/ dott.ssa A. Bassotti (ambulatorio “Malattie rare e lavoro”; U.O. Medicina del Lavoro I – responsabile dott. L. Riboldi) 2.1 CRITERI DI INGRESSO Pazienti adulti con ipocolesterolemia, inviati dal medico curante o da medici specialisti operanti c/o la nostra Fondazione o altri presidi ospedalieri. La prima visita può essere prenotata telefonicamente (tel 02.55035403) o di persona c/o l’Ambulatorio Malattie Metaboliche, dal lunedì al venerdì dalle h 10,30 alle 13. 2.2 DESCRIZIONE DEL PROCESSO – FLOW CHART / TABELLA La prima visita del paziente con sospetta ipobetalipoproteinemia prevede l’anamnesi familiare, l’esame obbiettivo e la prescrizione di esami di laboratorio, di valutazioni specialistiche e/o di esami strumentali, con livelli di approfondimento variabili a seconda della complessità del quadro clinico. (Vedi Tabella 2 e Flow-chart). Nel caso di conferma della diagnosi viene rilasciata la certificazione di malattia rara ai fini del riconoscimento del diritto all’esenzione (codice esenzione RCG070) e viene prescritta la terapia farmacologica. Viene inoltre impostato un follow-up del paziente tenendo conto delle principali complicanze della patologia. Gli accertamenti prescritti nel corso della prima visita e nel successivo follow-up possono essere svolti in regime ambulatoriale o di Day Hospital: quest’ultima modalità garantisce una maggiore sinergia tra gli specialisti e un maggior controllo da parte del coordinatore. __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 5 di 7 pagina 5 di 7 di 7 Esami di laboratorio I° livello Col-tot, Col-LDL, Col-HDL, TG Apo B, Apo AI, Apo A II, Apo C III Emocromo, PT, PTT, AST, ALT, GGT, TSH Esami strumentali Esame del fundus oculi Ecografia addome Visite specialistiche Oculista Neurologo II° livello Livelli sierici Vit. A, E, K Ricerca acantociti nello striscio periferico Ricerca quantitativa di grassi su feci Analisi Western Blot delle isoforme dell’Apo B (identificazione delle eventuali forme troncate) Analisi del DNA (identificazioni delle mutazioni) Fluorangiografia EMG EGDS con biopsia digiunale Biopsia epatica Epatologo Gastroenterologo Ortopedico Medico del Lavoro Tabella 2. Esami di laboratorio, strumentali e visite specialistiche da richiedere nel corso della prima visita e/o in corso di follow-up dei pazienti affetti da Ipobetalipoproteinemia Familiare in relazione al quadro clinico. __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 6 di 7 pagina 6 di 7 di 7 Flow-chart del PDTA per soggetti con sospetta Ipobetalipoproteinemia familiare Prima visita Conferma diagnosi su base documentale Sospetta diagnosi Esami di laboratorio 1° livello Rilascio esenzione Eventuale terapia e follow-up Esclusione diagnosi Uscita dal PDTA Conferma diagnosi Rilascio esenzione Ecografia addome Eventuali esami di laboratorio 2° livello Visita oculistica con esame del fundus oculi + eventuale fluorangiografia Visita neurologica + eventuale EMG Rivalutazione da parte del Coordinatore Terapia Follow-up Eventuale visita epatologica + biopsia epatica Eventuale visita ortopedica Eventuale visita gastroenterologica + biopsia digiunale Eventuale visita Medico del lavoro __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ……………… PDTA.01.F Neurofibromatosi 1 rev. o pagina 7 di 7 pagina 7 di 7 di 7 2.3 CRITERI DI DIMISSIONE Il paziente adulto affetto da Ipobetalipoproteinemia viene dimesso dopo aver completato il percorso diagnostico terapeutico-assistenziale (PDTA) e dopo aver programmato un follow-up. 3 MONITORAGGIO 3.1 MODALITÀ ADOTTATE Rivalutazione clinica annuale dei pazienti __________________________________________ ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO – Via Francesco Sforza n. 28 – 20122 MILANO UO/SERVIZIO…………………… Tel. 02 ……… Fax. 02 ………… Mail ………………