Rondelle di plastica «invadono» il Brembo fino al fiume Adda
Transcript
Rondelle di plastica «invadono» il Brembo fino al fiume Adda
L’ECO DI BERGAMO 36 DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017 Isola e Val San Martino Rondelle di plastica «invadono» il Brembo fino al fiume Adda L’inquinamento. Qualcuno le ha «smaltite» nel fiume Fotoamatori e pescatori hanno dato l’allarme all’Arpa Sono migliaia, sulle rive e nell’alveo, lì da qualche giorno ALICE BASSANESI DANIELE CAVALLI Se ne contano migliaia nei territori di diversi paesi del Basso Brembo, fino alla confluenza con l’Adda: sono piccole rondelle di plastica grigie, che si stanno accumulando là dove l’acqua del fiume scorre con minore forza, in un’insenatura, tra una roccia e l’altra, in una pozza di acqua stagnante, in un punto secco della riva. Si trovano lì almeno dal pomeriggio di venerdì: è allora che Maurizio Defendi, fotoamatore di Dalmine, le ha immortalate durante una passeggiata e le ha segnalate. «Dalle 14,30 alle 16 – spiega - mi trovavo in riva al fiume all’altezza del quartiere di Mariano, nella zona di via Cave, e ho notato la presenza di questo materiale». Ma chiaramente l’acqua del fiume scorre, perciò i punti in cui anche ieri si poteva notare le rondelle di plastica sono diversi, sia a valle che a monte del punto indicato. L’allarme è arrivato anche da Christian Garbelli, 33 anni di Valbrembo, che da sempre ha la passione per la pesca. «Venerdì – racconta – sono andato con un amico a pescare a Marne, una frazione di Filago. Abbiamo notato sulle sponde del fiume e nell’alveo le rondelline di plastica molto leggere, simili a dei piccoli ingranaggi, depositati un po’ ovunque». Un materiale che probabilmente era stato rovesciato nell’acqua già da qualche giorno. «Il materiale infatti – spiega – era appoggiato anche su tutta la sponda del fiume, probabilmente era stato lasciato lì nei giorni scorsi quando il livello dell’acqua era più alto. Ho chiamato i carabinieri». Ieri Garbelli è tornato sul fiume. «Ho cambiato zona di pesca – continua - sono sceso più a valle, nella zona di Brembate: anche lì ho visto moltissime di queste rondelline. Allora ho deciso di chiamare l’Arpa. Dopo un paio di ore sono stato ricontattato dalla polizia locale di Ponte San Pietro. La locale poi ha avvisato i colleghi di Filago, Bonate e Brembate». Garbelli ha fotografato e filmato la situazione, immagini che sul web sono diventate virali in pochissimo tempo. Nel pomeriggio è intervenuto sul corso del fiume Brembo anche il sindaco di Brembate, Mario Doneda, che ha constatato l’effettiva presenza di materiale anomalo nel fiume e sulle sue sponde. «In questo momento – sottolinea – la situazione del fiume nel nostro territorio comunale è sotto controllo e non vi è alcuna preoccupazione per la salute e l’ambiente. Si tratta, Migliaia di rondelle di plastica buttate nel Brembo: la corrente le ha trascinate lungo tutto il corso del fiume purtroppo, di ordinaria inciviltà e di abbandono di rifiuti. Provvederò al più presto a inviare ad Arpa alcuni campioni prelevati con una relazione esplicativa. Qualcuno ha probabilmente rovesciato nel fiume del materiale di scarto, ma è difficile capire quando. Speriamo almeno di poter risalire all’origine di questo materiale». Anche la polizia locale di Dalmine ha effettuato un sopralluogo e prelevato un campione. Mentre si attende l’intervento delle istituzioni e degli enti preposti, nella zona di Dalmine per oggi è stato organizzato un pattugliamento del fiume a cavallo da parte di alcuni volontari. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Solza: dal Tar terza bocciatura Calusco esulta Tangenziale Sud Il Comune di Carla Rocca aveva chiesto lo stop a una delibera sul progetto del Comune confinante Per la terza volta il Tar di Brescia ha respinto la richiesta del Comune di Solza di sospendere l’esecuzione della delibera della Giunta di Calusco d’Adda relativa alla tangenziale sud. Carla Rocca, sindaco di Solza, l’ha annunciato ai cittadini via Facebook. «Il Comune – scrive poi continuerà a mantenere costantemente alta l’attenzione sul progetto della tangenziale Sud, in particolare sull’impatto e le ricadute ambientali che tale opera porta con sé». Soddisfatti, ovviamente, gli amministratori di Calusco d’Adda, che per la terza volta vedono «confermare» il progetto viario della tangenziale Sud. «Ancora una volta si dimostra la correttezza dell’amministrazione comunale efJfznfTvwH9Zo8jCPmFyEJT3pUDepOClZTX9NEy85k= di Calusco, continuamente ribadita da ogni sentenza – dice il sindaco Roberto Colleoni –. Noi faremo la tangenziale Sud perché faziosità politica e rancori personali non ci appartengono. Sarebbe ora che prevalesse il senso di responsabilità e di collaborazione in chi è incaricato di amministrare il bene pubblico. Proseguire una battaglia già persa in diverse occasioni sperperando denaro pubblico in avvocati e ricorsi è un atteggiamento incomprensibile». Progetto da 9,2 milioni L’amministrazione comunale di Calusco, dunque, prosegue nell’iter di realizzazione della nuova circonvallazione Sud, che è in atto dal 1999 e che libererà la centralissima via Marconi dall’intenso traffico: sono oltre 23 mila i veicoli che ogni giorno attraversano il centro abitato con tutti i disagi che questo comporta, dall’inquinamento ai problemi di sicurezza dei cittadini. A ottobre 2016 la A dare l’allarme, un pescatore di Valbrembo e un fotografo di Dalmine «La casa ai rifugiati? Segnalati in procura» Palazzago La provocazione (priva di appigli legali) del sindaco Jacobelli. E intanto Bossi bacchetta Salvini L’area dov’è prevista la tangenziale sud di Calusco d’Adda Giunta ha approvato il progetto di fattibilità tecnico ed economico, predisposto dall’architetto Giosuè Savoldelli, con indicate le modalità di attuazione tra cui la possibilità di realizzare la variante sud in lotti funzionali. «Il costo previsto è di nove milioni e 200 mila euro, dei quali circa il 50% è già a disposizione – spiega il sindaco Colleoni –. Queste risorse sono state messe a disposizione da privati, tra cui la quota Italcementi prevista in un accordo del 2004 e dagli oneri di urbanizzazione del Pia- no Rivalotto; il resto della somma dovrà essere reperito sia attraverso un’efficace cooperazione con le istituzioni, tra cui la Provincia, sia anche con un’esplicita azione di politica urbanistica e programmazione locale». Il progetto della nuova tangenziale sud di Calusco d’Adda prevede un tracciato lungo 2,4 chilometri, collegando il ponte San Michele sull’Adda alla Rivierasca, sbucando prima del sovrappasso ferroviario al confine con Solza. Angelo Monzani «I privati che affitteranno gli immobili alle cooperative che ospitano persone prive di titolo di soggiorno, perché essere richiedenti asilo non equivale ad avere il permesso di soggiorno, saranno segnalati alla Procura perché infrangono la legge Maroni 125/2008». Dal palco della festa della Lega di Palazzago, ha tuonato così il sindaco Michele Jacobelli. «Gli immobili comunali sono “blindati” – ha detto – : c’è una delibera che vieta di ospitare chi è entrato illegalmente in Italia. Ai privati abbiamo inviato una lettera avvisando che, in base alla legge Maroni, chi affitta, e trae profitto da questo, a persone prive di titolo di soggiorno rischia la confisca del bene e che questo sia poi messo in vendita». La dichiarazione del sindaco di Palazzago ha il sapore della provocazione. Anche perché è completamente slegata dalla realtà. Vero che i ri- chiedenti asilo non hanno il permesso di soggiorno, ma fin tanto che la loro domanda di protezione è all’esame della commissione rifugiati, hanno il diritto di rimanere nel nostro Paese (anzi, di più: il nostro Paese ha l’obbligo, in base al diritto internazionale, di farsene carico). L’intervento di Bossi Venerdì, sul palco padano, al fianco del sindaco di Palazzago c’era anche il padre fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, che ha chiuso il valzer di interventi, senza perdere l’occasione di lanciare qualche frecciata a chi oggi ha preso le redini del Carroccio. «La Lega è in grosse difficoltà – ha affermato –, per esempio sono stato a Torino e lì si è sfasciata». Che al Senatùr non vada giù che la sua creatura sia portata al di là del Po (così come fatto da Matteo Salvini) appare evidente: «No a una Lega a livello nazionale. Si deve combattere fino alla fine per la libertà del Nord, e non per prendere qualche voto in più». E il suo intervento non poteva che concludersi al grido di «Padania libera». Alessandra Loche ©RIPRODUZIONE RISERVATA