Rondelle di plastica «invadono» il Brembo fino al fiume Adda

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Rondelle di plastica «invadono» il Brembo fino al fiume Adda
L’ECO DI BERGAMO
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DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017
Isola e Val San Martino
Rondelle di plastica
«invadono» il Brembo
fino al fiume Adda
L’inquinamento. Qualcuno le ha «smaltite» nel fiume
Fotoamatori e pescatori hanno dato l’allarme all’Arpa
Sono migliaia, sulle rive e nell’alveo, lì da qualche giorno
ALICE BASSANESI
DANIELE CAVALLI
Se ne contano migliaia
nei territori di diversi paesi del
Basso Brembo, fino alla confluenza con l’Adda: sono piccole
rondelle di plastica grigie, che si
stanno accumulando là dove
l’acqua del fiume scorre con minore forza, in un’insenatura, tra
una roccia e l’altra, in una pozza
di acqua stagnante, in un punto
secco della riva. Si trovano lì almeno dal pomeriggio di venerdì: è allora che Maurizio Defendi, fotoamatore di Dalmine, le
ha immortalate durante una
passeggiata e le ha segnalate.
«Dalle 14,30 alle 16 – spiega - mi
trovavo in riva al fiume all’altezza del quartiere di Mariano, nella zona di via Cave, e ho notato la
presenza di questo materiale».
Ma chiaramente l’acqua del fiume scorre, perciò i punti in cui
anche ieri si poteva notare le
rondelle di plastica sono diversi, sia a valle che a monte del
punto indicato.
L’allarme è arrivato anche da
Christian Garbelli, 33 anni di
Valbrembo, che da sempre ha la
passione per la pesca. «Venerdì
– racconta – sono andato con un
amico a pescare a Marne, una
frazione di Filago. Abbiamo notato sulle sponde del fiume e
nell’alveo le rondelline di plastica molto leggere, simili a dei piccoli ingranaggi, depositati un
po’ ovunque». Un materiale che
probabilmente era stato rovesciato nell’acqua già da qualche
giorno. «Il materiale infatti –
spiega – era appoggiato anche
su tutta la sponda del fiume,
probabilmente era stato lasciato lì nei giorni scorsi quando il
livello dell’acqua era più alto. Ho
chiamato i carabinieri». Ieri
Garbelli è tornato sul fiume.
«Ho cambiato zona di pesca –
continua - sono sceso più a valle,
nella zona di Brembate: anche lì
ho visto moltissime di queste
rondelline. Allora ho deciso di
chiamare l’Arpa. Dopo un paio
di ore sono stato ricontattato
dalla polizia locale di Ponte San
Pietro. La locale poi ha avvisato i
colleghi di Filago, Bonate e
Brembate». Garbelli ha fotografato e filmato la situazione, immagini che sul web sono diventate virali in pochissimo tempo.
Nel pomeriggio è intervenuto
sul corso del fiume Brembo anche il sindaco di Brembate, Mario Doneda, che ha constatato
l’effettiva presenza di materiale
anomalo nel fiume e sulle sue
sponde. «In questo momento –
sottolinea – la situazione del
fiume nel nostro territorio comunale è sotto controllo e non
vi è alcuna preoccupazione per
la salute e l’ambiente. Si tratta,
Migliaia di rondelle di plastica buttate nel Brembo: la corrente le ha trascinate lungo tutto il corso del fiume
purtroppo, di ordinaria inciviltà
e di abbandono di rifiuti. Provvederò al più presto a inviare ad
Arpa alcuni campioni prelevati
con una relazione esplicativa.
Qualcuno ha probabilmente rovesciato nel fiume del materiale
di scarto, ma è difficile capire
quando. Speriamo almeno di
poter risalire all’origine di questo materiale». Anche la polizia
locale di Dalmine ha effettuato
un sopralluogo e prelevato un
campione.
Mentre si attende l’intervento delle istituzioni e degli enti
preposti, nella zona di Dalmine
per oggi è stato organizzato un
pattugliamento del fiume a cavallo da parte di alcuni volontari.
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Solza: dal Tar
terza bocciatura
Calusco esulta
Tangenziale Sud
Il Comune di Carla Rocca
aveva chiesto lo stop
a una delibera sul progetto
del Comune confinante
Per la terza volta il
Tar di Brescia ha respinto la
richiesta del Comune di Solza di sospendere l’esecuzione
della delibera della Giunta di
Calusco d’Adda relativa alla
tangenziale sud. Carla Rocca,
sindaco di Solza, l’ha annunciato ai cittadini via Facebook.
«Il Comune – scrive poi continuerà a mantenere costantemente alta l’attenzione sul progetto della tangenziale Sud, in particolare sull’impatto e le ricadute ambientali che tale opera porta
con sé».
Soddisfatti, ovviamente,
gli amministratori di Calusco
d’Adda, che per la terza volta
vedono «confermare» il progetto viario della tangenziale
Sud. «Ancora una volta si dimostra la correttezza dell’amministrazione comunale
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di Calusco, continuamente
ribadita da ogni sentenza –
dice il sindaco Roberto Colleoni –. Noi faremo la tangenziale Sud perché faziosità politica e rancori personali non
ci appartengono. Sarebbe ora
che prevalesse il senso di responsabilità e di collaborazione in chi è incaricato di
amministrare il bene pubblico. Proseguire una battaglia
già persa in diverse occasioni
sperperando denaro pubblico in avvocati e ricorsi è un
atteggiamento incomprensibile».
Progetto da 9,2 milioni
L’amministrazione comunale di Calusco, dunque, prosegue nell’iter di realizzazione
della nuova circonvallazione
Sud, che è in atto dal 1999 e
che libererà la centralissima
via Marconi dall’intenso
traffico: sono oltre 23 mila i
veicoli che ogni giorno attraversano il centro abitato con
tutti i disagi che questo comporta, dall’inquinamento ai
problemi di sicurezza dei cittadini. A ottobre 2016 la
A dare l’allarme, un pescatore di Valbrembo e un fotografo di Dalmine
«La casa ai rifugiati?
Segnalati in procura»
Palazzago
La provocazione (priva di
appigli legali) del sindaco
Jacobelli. E intanto Bossi
bacchetta Salvini
L’area dov’è prevista la tangenziale sud di Calusco d’Adda
Giunta ha approvato il progetto di fattibilità tecnico ed
economico, predisposto dall’architetto Giosuè Savoldelli, con indicate le modalità di
attuazione tra cui la possibilità di realizzare la variante
sud in lotti funzionali.
«Il costo previsto è di nove
milioni e 200 mila euro, dei
quali circa il 50% è già a disposizione – spiega il sindaco
Colleoni –. Queste risorse sono state messe a disposizione
da privati, tra cui la quota
Italcementi prevista in un
accordo del 2004 e dagli oneri di urbanizzazione del Pia-
no Rivalotto; il resto della
somma dovrà essere reperito
sia attraverso un’efficace cooperazione con le istituzioni,
tra cui la Provincia, sia anche
con un’esplicita azione di politica urbanistica e programmazione locale».
Il progetto della nuova
tangenziale sud di Calusco
d’Adda prevede un tracciato
lungo 2,4 chilometri, collegando il ponte San Michele
sull’Adda alla Rivierasca,
sbucando prima del sovrappasso ferroviario al confine
con Solza.
Angelo Monzani
«I privati che affitteranno gli immobili alle cooperative che ospitano persone prive di titolo di soggiorno,
perché essere richiedenti asilo non equivale ad avere il
permesso di soggiorno, saranno segnalati alla Procura
perché infrangono la legge
Maroni 125/2008».
Dal palco della festa della
Lega di Palazzago, ha tuonato
così il sindaco Michele Jacobelli. «Gli immobili comunali
sono “blindati” – ha detto – :
c’è una delibera che vieta di
ospitare chi è entrato illegalmente in Italia. Ai privati abbiamo inviato una lettera avvisando che, in base alla legge
Maroni, chi affitta, e trae profitto da questo, a persone prive di titolo di soggiorno rischia la confisca del bene e
che questo sia poi messo in
vendita».
La dichiarazione del sindaco di Palazzago ha il sapore
della provocazione. Anche
perché è completamente slegata dalla realtà. Vero che i ri-
chiedenti asilo non hanno il
permesso di soggiorno, ma fin
tanto che la loro domanda di
protezione è all’esame della
commissione rifugiati, hanno
il diritto di rimanere nel nostro Paese (anzi, di più: il nostro Paese ha l’obbligo, in base
al diritto internazionale, di
farsene carico).
L’intervento di Bossi
Venerdì, sul palco padano, al
fianco del sindaco di Palazzago c’era anche il padre fondatore del Carroccio, Umberto
Bossi, che ha chiuso il valzer
di interventi, senza perdere
l’occasione di lanciare qualche frecciata a chi oggi ha preso le redini del Carroccio. «La
Lega è in grosse difficoltà – ha
affermato –, per esempio sono stato a Torino e lì si è sfasciata». Che al Senatùr non
vada giù che la sua creatura
sia portata al di là del Po (così
come fatto da Matteo Salvini)
appare evidente: «No a una
Lega a livello nazionale. Si deve combattere fino alla fine
per la libertà del Nord, e non
per prendere qualche voto in
più». E il suo intervento non
poteva che concludersi al grido di «Padania libera».
Alessandra Loche
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