Storia della Musica Elettronica – Cap.1 parte 1 L

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Storia della Musica Elettronica – Cap.1 parte 1 L
Storia della Musica Elettronica – Cap.1 ­ parte 1 L’avvento delle Macchine sonore: inventori e apparecchiature elettroniche dal ‘700 agli anni ’40. Il primo capitolo intende illustrare le origini degli strumenti che hanno portato alla realizzazione dei mezzi tecnologici moderni, primi esperimenti compiuti sfruttando la scoperta dei fenomeni elettromagnetici. In realtà furono molti i tentativi, quelli qui presentati sono tra i più significativi. Si veda nei siti consigliati per approfondimenti sul tema. Basandosi sull’elettricità statica, probabilmente attorno al 1759, un prete boemo Prokop Divis costruisce il Denis d’or, dotato di tastiera e di 790 corde. La novità fu che poteva imitare altri strumenti, persino archi, ma soprattutto essere caricato elettricamente per modificare il suono (e persino con un congegno per dare la scossa al suonatore). L’americano Dr. C.G. Page nel 1837 produce casualmente persino un “suono galvanico”, utilizzando magneti e spirali di rame ma senza risultati musicali. Significativa pure l’introduzione del microfono con gli esperimenti telefonici di Bell nel 1876. Nel 1899 l’inglese Du Bois Duddel inventa il Singing Arc, un oscillatore, partendo da una lampadina, variandone il voltaggio e producendo un suono. Ci collegò persino una tastiera ma non ebbe fortuna. Anche se non è da considerarsi uno strumento musicale, il fonografo di T. Alva Edison viene inventato nel 1877. Il telegrafo musicale del 1876, di Elisha Gray, è un organo polifonico a due ottave. Secondo alcuni è il primo strumento musicale elettronico. Sfruttava una scoperta di Gray, la possibilità di produrre suono da un circuito elettromagnetico vibrante.
http://www.drexkode.net/ Storia della Musica Elettronica – Cap.1 ­ parte 1 L’avvento delle Macchine sonore: inventori e apparecchiature elettroniche dal ‘700 agli anni ’40. Ad inizio novecento, un dibattito presente in ambiti accademici teorizza un uso musicale del Rumore; fu il Futurista Russolo il traduttore di quelle teorie in un oggetto concreto, con la costruzione dell’Intonarumori, un’apparecchiatura formata da diversi elementi sfruttando congegni elettrici o meccanici, per la produzione di diversi suoni e la possibilità di una loro integrazione in esecuzioni orchestrali. Dello strumento se ne perde traccia con la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1898 Thaddeus Cahill inizia la costruzione dell Thelarmonium (dinamofono), organo elettronico di duecento tonnellate e lungo 60 piedi, poco ascoltabile per l’assenza degli amplificatori. L’intenzione era realizzare un’apparecchiatura per la diffusione della musica elettronica, basata sulla sintesi additiva, in luoghi pubblici o privati mediante un cablaggio delle città, idea fallita per le interferenze telefoniche generate nel funzionamento. Per questo si considera un precursore della cosiddetta Muzak. Composto da dispositivi elettrici, trasformatori, interruttori, aveva ruote dentate associate a spire induttive per generare armoniche e suoni a diversa frequenza. Anche se non si ebbero risultati significativi fu la base per la costruzione dell’organo Hammond nel 1929. Leggendo del Thelarmonium, il compositore italiano Ferruccio Busoni, agli inizi del ‘900, si renderà conto che il futuro della musica passerà attraverso un’ampliamento del corredo teorico al tempo disponibile, con il ricorso alle variazioni timbriche e tonali che nuovi strumenti avrebbero permesso nel futuro; “Sketch of a new Aesthetic of Music”, il manifesto di Busoni, influenzerà successivamente l’orientamento musicale di Edgard Varése. Lev Termen, (morto nel 1993), attorno al 1920, inventa il Termenvox oTheremin, un dispositivo con due antenne utilizzato per modulare il suono con il movimento delle mani, l’antenna verticale per regolare il tono mentre quella orizzontale per il volume. Schillinger nel ’29 ci scrive un pezzo per orchestra, poi viene usato per films di fantascienza. Anche nel ’65 in “Good Vibration” dei Beach Boys, poi utilizzato anche dai Led Zeppelin, Meat beat Manifesto, etc. Nel ’31 produrrà una tastiera
http://www.drexkode.net/ Storia della Musica Elettronica – Cap.1 ­ parte 1 L’avvento delle Macchine sonore: inventori e apparecchiature elettroniche dal ‘700 agli anni ’40. speciale per Henry Cowell, il rhythmicon, per produrre note ripetute, forse il primo esempio di sequencer. Del ’28 è Ondes Martenot, dell’omonimo francese, simile al Theremin, con tastiera suonata senza contatto, con cui lavorarono Varése, Pierre Boulez e Olivier Messianen, quest’ultimo compone nel ’37 uno dei primi lavori interamente elettronici con 6 esemplari dello strumento, dal titolo “Fete des belles eaux”. Il Trautonium è del 1928, del tedesco Trautwein, prodotto dalla Telefunken nel 1932 ed utilizzato in brani da Messianen e Hindemith. Una versione di Oskar Sala, chiamata Mixturtrautonium, venne da lui utilizzata per la realizzazione di colonne sonore, tra le quali “Gli uccelli” di Hitchcock. Le intenzioni fino ad allora furono sperimentare nuove modalità per produrre suoni e non si ebbero successi commerciali. Ci riuscì Laurens Hammond, intenzionato a introdurre sul mercato nuovi modelli di organo, sfruttando la sintesi additiva, secondo modalità simili a quelle del Thelarmonium di Cahill. Il modello A apparve nel 1935; il successo commerciale arriva nel 1936 con l’Hammond B3, sebbene non si trattasse di uno strumento molto vario quanto a suoni prodotti.
http://www.drexkode.net/ Storia della Musica Elettronica – Cap.1 ­ parte 1 L’avvento delle Macchine sonore: inventori e apparecchiature elettroniche dal ‘700 agli anni ’40. Un precursore dei successivi sintetizzatori a controllo di voltaggio può essere considerato l’”Electronic Sakbut”, realizzato da Le Caine nel 1948, interessante per la possibilità di produrre effetti quali il vibrato, slide, bending e rudimentali effetti per diminuire la sensazione del suono sintetico. Il primo sintetizzatore può essere considerato invece il sintetizzatore RCA “Mark II Electronic Music Synthesizer”, realizzato nel ’57 negli USA, a Princeton, grande come una stanza, con 750 valvole, funzionante con nastri di carta forata. La difficoltà nell’utilizzo fece in modo che il compositore fu lo stesso professore dell’Università di Princeton, Milton Babbit.
http://www.drexkode.net/ Storia della Musica Elettronica – Cap.1 ­ parte 1 L’avvento delle Macchine sonore: inventori e apparecchiature elettroniche dal ‘700 agli anni ’40. Oltre agli strumenti di produzione del suono altrettanto importante è l’avvento di ciò che permise l’applicazione di tecniche di montaggio, il registratore a nastro, oggetto della seconda parte del Cap. 1 Links: The Audio Playground Synthetizer Museum ­ http://www.keyboardmuseum.org/play.html specialmente: ­ http://www.keyboardmuseum.org/pre60/older.html
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