Notiziario del 15/06/2010

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Notiziario del 15/06/2010
CHIARA,
Amici di Kenge
Il leader non esce mai dallo scrutinio segreto ma dall’acclamazione di un’assemblea
LA DEMOCRAZIA AFRICANA
È NELL’ANTICA CORALITÀ
Carissimi sostenitori,
finalmente il 30 giugno 1960 il Congo Belga mise
la parola fine a uno dei regimi coloniali più nefasti di
una storia ancora recente.
Con un lungo cammino irto di ostacoli Lumumba
seppe guidare il Paese verso l’indipendenza, mettendo a nudo tutte le ingiustizie e le angherie del governo belga, tutte le atrocità perpetrate da Re Leopoldo. Ma anche, e soprattutto, denunciando i rischi di
quello che l’ex governo coloniale definiva come una
“forma di protettorato verso l’ex colonia” cioé l’accompagnare il processo d’indipendenza verso una
presunta democrazia che in realtà doveva diventare
un’opzione di esclusiva per uno sfruttamento neocoloniale.
Lumumba è un simbolo del volere restituire l’Africa agli africani, del consentire ai popoli africani di
scoprire e intraprendere il proprio cammino originale verso la democrazia. Una democrazia che, già
allora si diceva, doveva riscoprire i valori ancestrali
della leadership illuminata, la quale non poggia su
una semplice maggioranza di voti ma su una vera e
propria convergenza di consensi per una sola figura
carismatica che tutti qui chiamano “Mfumu”, il capo.
Il leader africano non esce dallo scrutinio segreto di un’urna ma dall’acclamazione di un’assemblea.
Così fu per Lumumba che, da personaggio scomodo,
venne per questo eliminato dalla Cia e dal governo
belga, e sostituito dal loro modello di neo-colonialismo che vedeva in Mobutu il burattino utile allo
sfruttamento economico del Congo.
L’accusa di comunismo fatta allora a Lumumba
è del tutto pretestuosa: anche perché il comunismo
è completamente estraneo alla cultura della leadership africana.
La figura africana del capo, la leadership ancestrale, invece, si concilia con una democrazia altamente
partecipativa, non con una democrazia che delega
il potere a una maggioranza. La coralità s’addice insomma agli africani, anche in campo politico.
Tanto che quella dell’indipendenza è davvero, per
il governo come per l’opposizione, una festa corale.
Ecco perché il recente assassinio del militante della
“Voce dei Senza Voce” ha restituito coralità all’opposizione, altrimenti frammentata in una miriade di
piccoli partiti. Come è risultata prodotto della coralità l’Expo ESU, prima conferenza dei leader universitari del Congo, conclusasi nei giorni scorsi con gli
immancabili discorsi celebrativi e birra serale. Una
conferenza di taglio scientifico, anche se si parlava di
“opere dello spirito”, in cui c’ero anche io, bestia rara
perché bianca e donna.
Chiara Castellani
responsabile Progetto Amici di Kenge
GIUGNO 2010
Progetto
Chiusi solo a Kinshasa 45 istituti di insegnamento fuori norma: è il momento per promuovere la modernizzazione del Congo
L’UNIVERSITÀ COME CHIAVE DI SVILUPPO PER IL PAESE
Dal 9 al 12 giugno si è svolta a Kinshasa la
prima Conferenza dei Rettori delle Università e
degli Istituti Superiori del Congo, organizzata
e presenziata dal Ministro dell’Educazione
Superiore e Universitaria. Punto saliente
della Conferenza è stata la valutazione degli
istituti superiori in tutte le Province del Paese
che il Ministero dell’Educazione Superiore
e Universitaria sta realizzando dal mese di
gennaio.
Questa verifica , che ha già interessato gli
ISTM del Bandundu, incluso quello di Kenge e
la provincia di Kinshasa, avrà come conclusione
la chiusura di tutti gli istituti fuori norma
per porre la parola fine alla proliferazione
incontrollata di istituti universitari registrata
fin qui dalla fine della guerra, e che è alla base
del deterioramento progressivo del livello dei
laureati.
L’obiettivo di questa misura voluta dal
governo è restituire all’insegnamento
universitario la giusta dignità e la missione che
gli sono proprie: formare in campo medico
l’eccellenza del personale, la futura classe
dirigente così da potere divenire un motore in
grado di generare lo sviluppo del Paese.
A Kinshasa questi controlli hanno già fatto le
prime vittime: sono stati infatti chiusi in poche
settimane ben 45 istituti di insegnamento
superiore perché valutati fuori norma.
Per la Provincia di Bandundu, si è solo agli
inizi: il nostro ISTM di Kenge, un vasto terreno
proprio, aule nuove ben equipaggiate anche
se in numero insufficiente, 300 studenti ben
distribuiti sui 3 anni, insegnamenti validi grazie
anche all’apporto di docenti italiani, è stato
visionato in febbraio, e immaginiamo che la
valutazione finale risulterà positiva, nonostante
alcune oggettive difficoltà. Sappiamo infatti
di avere delle lacune, come la mancanza di
una pianificazione strategica per gli stage
e l’opportunità di una pratica professionale
valida e concreta per alcuni corsi.
Negli Istituti Tecnici Superiori (Ist), come è il
nostro Istm, gli studenti devono essere abituati
al lavoro già nella fase di formazione pratica.
Questo dunque è il momento per promuovere
la modernizzazione e la ricostruzione del
Congo, anche a partire dall’Università che deve
trasformarsi in chiave per lo sviluppo.
Le Università devono pertanto essere dotate
di mezzi per accompagnare la teoria con la
pratica: biblioteche fornite, una pianificazione
strategica per stage e laboratori di pratica
professionale ben equipaggiati.
Allo stesso modo si dovrà spingere per
preparare una generazione capace di interagire
con le nuove tecniche di comunicazione. L’avere
padronanza dell’informatica è priorità per tutto
il corpo accademico e scientifico del Paese.
La nostra partecipazione al seminario è
risultata utile perché, nei progetti di riforma,
non ci si fermi alle grandi vecchie università,
senza aprire gli occhi sulle altre realtà come la
nostra. Realtà che nonostante tutto funzionano
da anni, con le proprie gambe, e che magari
ancora non dispongono di un’attrezzatura
base efficiente. Bisogna rendere evidente che
lo sviluppo di un Paese deve partire dai villaggi
non dai centri già sviluppati.
Durante il processo di verifica, infine, è emerso
quanto la “funzione insegnamento” venga
sacrificata rispetto ad altre. Come per esempio
il numero di funzionari amministrativi supera
largamente il numero del corpo insegnante,
senza considerare che l’occupazione nel
campo della ricerca scientifica e pressoché
inesistente.
E come tanto insiste “Maman Rita” (la
Montalcini, ndr.), che da anni finanzia borse di
P R I M O
studio per ragazze africane, la giovane donna
congolese deve avere il suo spazio nella ricerca
non solo umanistica ma anche tecnica, e si
deve investire sulle studentesse per l’avvenire
del Paese, perché le discriminazioni di sesso
non portano ad alcun risultato. Anche le donne
devono poter accedere al dottorato e, per un
cambiamento culturale radicale, è infinitamente
importante poterle vederle sedere alle cattedre
d’insegnamento universitario.
Chiara Castellani
responsabile Progetto Amici di Kenge
P I A N O
AMBULANTE DI GIORNO, STUDENTE MODELLO LA SERA
Blaise Kambamba Nzey è un nostro studente, provato da una situazione famigliare tragica
che ha visto finire il padre in carcere, ingiustamente.
Blaise è il figlio dell’ex comandante della polizia Jean-Marie Nzey la cui storia riflette la difficoltà di essere autorità in un corpo di polizia approssimativo e non certo professionale, come
quello presente qui a Kenge.
Un gruppo di poliziotti scellerati, una sera, ha deciso di picchiare a morte un prigioniero
accusato di violenza carnale, approfittando dell’assenza del loro capo, Jean-Marie Nzey che si
era recato nel villaggio di origine del prigioniero per approfondire, appunto, le indagini e che,
ironia della sorte, ne aveva accertato l’innocenza. Ma al suo ritorno, in prigione non c’era più
nessuno da liberare, nella cella giaceva solo un corpo martoriato e senza vita.
Qui in Congo, quando una struttura gerarchica commette degli errori, è il capo che ne risponde di fronte allo Stato: così, per quel crimine commesso in sua assenza, in carcere ci è finito il
comandante Nzey. La sua famiglia non ha potuto farci niente.
Qui la vita va così, e non potendo più contare sullo stipendio del padre, la famiglia si è ovviamente impoverita. A quel punto Blaise ha deciso che doveva trovare un modo per sopravvivere,
senza rinunciare agli studi, a cui tiene tantissimo, e così tutte le mattine con la sorella si mette
davanti all’Istm e vende noccioline, e riso cotto nello zucchero, agli studenti, che arrivano digiuni ai corsi perché al mattino nelle case a Kenge non c’è nulla da mangiare.
Blaise e sua sorella il riso e le arachidi li preparano alla sera, prima di coricarsi, con la speranza di poter vendere tutto perché ogni razione non venduta rischia di fermentare. Per fortuna
non resta quasi mai niente, a vent’anni si ha fame, e
a maggior ragione qui in Africa!
Nel frattempo, dalla foresta riemergono anche le
mamme di Kenge partite alle 4 del mattino con le
gerle di “Saka-Saka” (foglie di manioca) sulla testa,
dirette in centro-città dove i ricchi compreranno il
frutto di quel sudore mattutino. Sudore che Blaise ha
imparato a condividere con loro, senza per questo rinunciare ai suoi sogni e alla sua tesi che lo aspetta
nel pomeriggio, sulla scrivania.
Con la caduta del boeing, Babuya ha visto in pochi mesi più bacilli che in 5 anni di lavoro
UN DILIGENTE MICROSCOPISTA DA PREMIO
B R E V I
la storia
Quando cominciammo a cercare un giovane
disposto a seguire una formazione di 6 mesi nel
nostro ospedale, per migliorare la copertura
del programma di diagnosi precoce di tubercolosi,
arrivò il giovane Babuya
che già conoscevo perché
aveva frequentato un mio
corso di microbiologia.
Non avevo voglia di illuderlo: cercare per ore un
bacillo color bordeaux in
centinaia di campi microscopici blu non è il massimo del divertimento, e soprattutto non rende:
l’esame dell’espettorato è per legge gratuito
ed è giusto che sia così, anzi la gratuità di tutto
ciò che concerne diagnosi e trattamento della
tubercolosi è stata per noi una battaglia fondamentale fino a che il Fondo Mondiale ha dato
una risposta adeguata a tale urgenza sanitaria.
Ma finora il Fondo Mondiale si è preoccupato di garantire i flaconi per la raccolta dei
campioni di sputo, i vetrini e i reattivi ma non
di pagare il poveraccio che preleva poi lo sputo
con un bastoncino dal flacone, ne fa uno striscio e lo fissa su una lampada ad alcool che alle
volte ha anche dovuto fabbricarsi da solo con
una lattina di concentrato di pomodoro, che
colora in rosso e poi in blu e in cui per almeno
30 minuti guarda dentro. Decisamente il lavoro
di microscopista è comparabile a un’opera missionaria, si lavora per il bene del prossimo ma
non ha prospettive di lucro.
Babuya ha svolto questo lavoro per almeno 5 anni nel Centro di salute di Kindi, che nel
frattempo si è sviluppato divenendo un grosso
centro ospedaliero, grazie proprio a lui ma anche al misterioso episodio
dell’aereo caduto fra Kindi
e Kinzau nel maggio 2008.
I resti di quel Boeing
precipitato nell’area emanavano gas tossici, e in
quel periodo l’incidenza
delle malattie respiratorie
è aumentata di 10 volte
nei villaggi circostanti. Così, fra maggio e giugno 2008, Babuya ha visto più bacilli che in cinque anni di lavoro, facendo aumentare il tasso
di efficacia delle analisi per la zona sanitaria da
35% a 85%.
Dopo tutto quel lavoro il ragazzo andava
premiato, allora mi sono ricordata che, una volta che mi aveva accompagnato in supervisione per la ricerca di casi di lebbra e tubercolosi,
aveva manifestato il desiderio di proseguire gli
studi all’Istituto Superiore di Tecniche Mediche
(ISTM) di Kenge.
Così l’ho incoraggiato a trasferirsi e a frequentare la scuola. Ora è al secondo anno della sezione “ospedalieri” e farà la tesi proprio su
quella strana epidemia di tubercolosi iniziata
con l’esplosione di quell’aereo. Chissà se sarà
lui a scoprire qualcosa di più.
Chiara Castellani
responsabile Progetto Amici di Kenge
• MEDAGLIE DI LATTA, QUI VINCE LO SPORT. La finale di pallacanestro fra l’Università di Kinshasa (30.000 studenti in almeno 30 differenti facoltà) e l’Università Pedagogica Nazionale (un
migliaio di studenti, per la maggioranza ragazze) è stato un entusiasmante testa a testa fino
all’ultimo minuto. Poi il giubilo dell’Università vittoriosa, e migliaia di studenti che invadono il
campo di gioco. Le medaglie con cui sono stati premiati gli atleti sono di latta gialla. Qui l’oro
delle miniere dell’Ituri, per il quale si è in guerra dal 1996, non ci è passato nemmeno vicino. Eppure non è mancata nemmeno la coppa, sempre di latta gialla e alta 70 centimetri, consegnata
a quei ragazzi dalle mani del Ministro. Per tutti, vincitori e vinti, un grandissimo onore!
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c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 07 J 05018 12101 000000511320), causale “Amici di Kenge”