Sibelius - Asforin
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Sibelius - Asforin
Progetto “Sibelius suite in LA + per Trio d’Archi”. Concerto Chiesa del Carmine Avellino di G. Coppola L. Quartieri F. Renna E. Spatola INDICE Introduzione storica all’Opera di Sibelius GIANDOMENICO COPPOLA Caratteristiche acustiche della sala LUANA QUARTIERI Materiale usato e Tecniche di registrazione GIANDOMENICO COPPOLA Fase di registrazione ed editing ETTORE GENNARO SPATOLA Fase di Mix e Mastering FRANCESCO RENNA INTRODUZIONE STORICA ALL’OPERA DI SIBELIUS Giandomenico Coppola Note sull’ Autore Jean Sibelius nacque nel 1865 a Hämeenlinna nel Granducato di Finlandia, sotto il dominio russo. La sua famiglia, per metà svedese, decise consapevolmente di mandare Jean in un'importante scuola di lingua finlandese. Ciò deve vedersi come parte della più ampia crescita del movimento dei fennomani, un'espressione del nazionalismo romantico che sarebbe diventata una parte cruciale della produzione artistica e delle idee politiche di Sibelius. Le sue composizioni più note sono Finlandia, Valzer Triste, il Concerto per violino e orchestra, la suite Karelia e Il cigno di Tuonela (un movimento della suite Lemminkäinen), ma egli scrisse molta altra musica, tra cui altri pezzi ispirati al Kalevala, sette sinfonie, oltre cento Lieder per voce e pianoforte, musica corale e musica rituale massonica, musiche di scena per 13 drammi, un'opera (Jungfrun i tornet), musica da camera tra cui la… Opera 1 tempo JS 186 2° tempo 3° tempo 4° tempo Suite in La maggiore per trio d'archi (1889) 1. Prelude vivace 2. Andante con moto 3. Menuetto 4. Andante sostenuto 5. Gigue – Allegretto Organico: violino, viola, violoncello Composizione : 1889 Prima esecuzione: Helsinki, 13 aprile 1889 Edizione: Warner/Chappell Music Finland, Helsinki, 1999 Parzialmente perduto CARATTERISTICHE ACUSTICHE DELLA SALA Luana Quartieri Brevissima premessa tecnica sulla qualità sonora di un ambiente chiuso Quando ascoltiamo il suono prodotto da una sorgente sonora (es. un'orchestra) in un ambiente chiuso il suono percepito da un ascoltatore è costituito da due contributi: • il suono diretto costituito dall'onda sonora che raggiunge direttamente l'ascoltatore partendo dalla sorgente. • il suono riflesso che raggiunge l'ascoltatore solo dopo aver subito riflessioni (anche multiple) da parte delle pareti, del pavimento, degli ostacoli (es. poltrone, altre persone del pubblico). Ovviamente tale suono raggiungerà l'ascoltatore con un certo ritardo rispetto al suono diretto. L’insieme di tutte le riflessioni (che giungono con ritardo non unico) determineranno una "coda sonora" che persiste anche una volta cessata l'emissione da parte della sorgente. Pertanto la qualità dell’acustica di una sala è determinata: 1) Dal ritardo fra il suono diretto e quello riflesso. 2) Dalla durata della coda sonora quando il singolo impulso sonoro è cessato. • Per ciò che riguarda il ritardo, gli esperimenti hanno determinato che quando esso è < 50 ms, il cervello integra i vari contributi e il soggetto percepisce il suono come unico e rinforzato. Invece quando il ritardo è compreso fra 50 e 80 ms il soggetto comincia a percepire un quasi-eco che disturba l’ascolto. Infine superati i 100 ms di ritardo si percepisce una eco ben distinta . Conseguenza di ciò è che il fondo delle sale viene reso acusticamente assorbente, per evitare che le persone sedute nelle prime file percepiscano un ritardo significativo fra il suono diretto e quello riflesso dalla parete di fondo. Nella Chiesa del Carmine di AV la parete di fondo è costituita in parte da materiale ligneo e in parte da materiale cementizio. Ciò determina una non trascurabile riflessione sonora. È quindi ragionevole considerare una configurazione microfonica adeguata. Pertanto la qualità dell’acustica di una sala è determinata: 2) Dalla durata della coda sonora quando il singolo impulso sonoro è cessato. • Per ciò che concerne la durata della coda sonora, fondamentale si è rivelato lo studio di Wallace Sabine, che riuscì a imbrigliare questo complesso fenomeno in una semplicissima e utilissima formula (che porta il suo nome): T60 = 1,161 * Volume / S_assorbimento Cioè il tempo di riverbero (durata della coda sonora) è direttamente proporzionale al volume della sala e inversamente proporzionale all’assorbimento sonoro dell’ambiente. Per dare il senso pratico di ciò che stiamo dicendo è utile ascoltare un suono asciutto (cioè senza riflessioni) e lo stesso suono in cui è presente una coda riverberante. Confronto fra suono asciutto e riverberante Suono senza riverbero Suono con riverbero Da un punto di vista tecnico si può affermare che, per ridurre la coda riverberante è utile posizionare il microfono (direzionale, cioè cardioide con lobo stretto) vicino allo strumento. Tutto ciò suggerisce, prima di decidere quale materiale di registrazione utilizzare e quale configurazione microfonica adottare di fare un calcolo di massima del tempo di riverbero della Chiesa insieme con una valutazione delle sue caratteristiche acustiche naturali. In letteratura è reperibile il tempo di riverbero ottimale per ciascuna situazione reale. Nel seguito è riportato un diagramma da cui si evincono i tempi ottimali. Tempi di riverbero ottimali Come si vede nel nostro caso il tempo ottimale (a 500 Hz) è circa 1,9 s. Un calcolo veloce del tempo di riverbero della chiesa scelta per l’esibizione del trio d’archi, porta al seguente risultato T60 = 2,1 s Consideriamo l’ approssimazione di shoe-box: Rivestendola con i materiali realmente presenti, otteniamo … Nell’ipotesi di shoe-box rivestita dai materiali realmente esistenti si ottiene in prima approssimazione T60 = 2,1 s. CONTO SHOE-BOX VELOCE T60= 2,1s H 7 L 17 W 10 V= coeff Sup_pareti laterali 1190mc alfa_S 238 0,06 14,28 Sup_altare 70 0,03 2,1 Sup_fondo 70 0,03 2,1 Sup_soffitto in legno 170 0,4 68 Sup_pavimento 170 0,03 5,1 718mq alpha_S TOT T60 91,58 2,1s … un tempo di riverbero di 2,1 s è superiore all’ottimale previsto in queste situazioni (1,8 s). Ciò significa che in post produzione bisognerà intervenire per correggere questo piccolo difetto della sala. MATERIALE USATO E TECNICHE DI REGISTRAZIONE Giandomenico Coppola Cinque microfoni a condensatore con diagramma polare cardioide Neumann KM184. Cinque Cavi XLR Subciabatta con ingressi XLR Rack vista anteriore Preamplificatore Digimax presonus Preamplificatore Focusrite Octopre Scheda Audio Digidesign Rack vista posteriore: cablaggio Preamplificatore cuffie con quattro uscite cuffia Due paia di cuffie chiuse La sala del concerto (vista d’insieme) Configurazione AB AB: A distanza dagli interpreti per la ripresa degli strumenti e dell’ambiente circostante. Configurazione LCR LCR: (left-centre-right) per riprendere gli strumenti in prossimità della cassa di risonanza. Configurazione LCR I microfoni erano orientati tra ciascuna tastiera e le buche ad «f» dei tre strumenti, al fine di esaltarne il timbro evitando di riprendere le risonanze nella parte medio-grave dei registri. I microfoni erano collegati alla subciabatta, a sua volta collegata al preamplificatore Digimax Presonus che provvedeva ad alimentare i microfoni con la Phantom (48 V). Il preamplificatore per cuffie era implementato all'uscita cuffie della scheda audio Digidesign. FASE DI REGISTRAZIONE ED EDITING Ettore Gennaro Spatola Fase di registrazione Pc usato: Macintosh • • • • Amplificatore cuffie. Software usato Pro Tool 9 HD recording. Creazioni tracce 5 audio, 1 master fader con Mixer da software. Mediante il Pan abbiamo indirizzato i microfoni per la stereofonia. Microfonazione AB Traccia 1: left Mic. Violino: left Traccia 2: right Mic. Viola: center Mic. Violoncello: right Formazione del Gruppo Registrazione Mic. AB + Mic. Violino + Mic. Viola + Mic. Violoncello Post produzione : Editing Finestra “Edit” di Pro Tools Post produzione : Editing • Ascolto attento di tutte le esibizioni (sia delle prove che del concerto) • Comparazione attenta delle esecuzioni • Evidenziazione delle fasi interessanti mediante apposizione di markers, ponendo particolare attenzione all’ascolto delle risonanze sia della stanza (ambiente) che dei musicisti Attraverso l’utilizzo degli strumenti di Pro Tools si è passati alla fase dell’editing vero e proprio. • Sostituzione di tracce audio del concerto con parti delle prove. Post produzione : Editing • Taglia e copia di parti delle rispettive regioni per rendere l’ascolto fluido e consono all’esigenze degli esecutori. • Modifica dei volumi dei musicisti ottenuta attraverso la funzione «volume» presente su ogni singola traccia . • Ripulitura delle tracce audio da eventuali rumori indesiderati negli intervalli del concerto. FASE DI MIX E MASTERING Francesco Renna Fase di Mix e Mastering Per queste due fasi abbiamo operato all’interno della sessione di Pro Tools per mixare le nostre 5 tracce audio. Il panning ha riprodotto fedelmente la microfonazione dal vivo, creando la giusta collocazione spaziale fra gli strumenti. La coppia A-B è stata direzionata nel mix rispettivamente a sinistra e a destra, mentre violino, viola e violoncello hanno seguito fedelmente la collocazione della microfonazione L-C-R. Automatizzazioni ed equalizzazione I volumi delle tracce degli strumenti sono stati automatizzati per seguire al meglio le dinamiche della Suite. Non è stata applicata la stessa scelta per la ripresa A-B, perché la sua funzione è stata quella di dare per lo più ambiente, suono e profondità alla tracce finali. Per quanto concerne l’equalizzazione delle tracce, abbiamo applicato un EQ 3-7 della Avid negli Inserts degli strumenti, mentre la ripresa A-B non ha subito lo stesso trattamento. Attraverso il nostro equalizzatore parametrico, abbiamo voluto ammorbidire il suono degli archi, intervenendo per lo più sulle alte frequenze. Riverbero La fase di riverbero ha seguito un importante processo di automatizzazione. È stata innanzitutto creata una traccia stereo ausiliare Aux Rev nella quale sono stati inoltrati i Sends A-E delle tracce singole. In seguito abbiamo scelto un Valhalla Reverb per dare un suono più armonioso agli strumenti e alla stanza. La fase più delicata però è avvenuta durante l’automatizzazione del riverbero. Su richiesta degli strumentisti, abbiamo provveduto a dare dinamicità all’effetto stesso, creando giochi di volume fra le dinamiche forti e quelle più deboli. A dinamica più debole è stato applicato un volume di riverbero più basso, e viceversa. Mastering Per la fase finale di mastering siamo intervenuti sul Master Fader del Mixer. Su questa stessa traccia è stato applicato un compressore API 2500. Mastering Abbiamo impostato entrambi i moduli in modo da avere un segnale in uscita che rispettasse le dinamiche e controllasse eventuali picchi. Limiter L2 Ultramaximizer della Waves. Esportazione Il bounce è stato ultimato mettendo in registrazione una nuova traccia stereo nominata masteraudio, nella quale abbiamo inserito tutti gli ingressi del Bus 35-36. Dalla traccia stereo che ne è conseguita, sono state quindi adeguatamente esportate le 4 tracce che compongono l’intera Suite. FINE