Introduzione

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angelo sraffa
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Introduzione
1. Un percorso di ricerca.
« Sraffa lo intravidi ieri un istante. Compare come una meteora per poi
scomparire per una settimana. In quanto a libertà ed autonomia non ci si può
lamentare! … ». Così scrive il giovane Carlo Rosselli, assistente volontario in
Bocconi, presso l’Istituto di Economia politica, nell’anno accademico 1923-241.
Angelo Sraffa della Bocconi è, al tempo, il Rettore. La cattedra, invece, l’ha
all’Università di Torino, dove insegna diritto commerciale e, proprio a quell’epoca, sta collaborando efficacemente con Luigi Mangiagalli, per la fondazione
dell’Università degli Studi di Milano, dove si sarebbe trasferito e avrebbe presieduto la neonata Facoltà di Giurisprudenza.
Al contempo, è impegnato su molti altri fronti e in quello stesso periodo
partecipa, a Roma, alle sedute della commissione d’Amelio, per la stesura del
progetto di un nuovo codice di commercio. Non si può, poi, non menzionare
una delle attività che più gli stanno a cuore, la direzione della Rivista di diritto
commerciale, fondata insieme a Cesare Vivante nel 1903, una ‘sua’ creatura, cui
dedica costante impegno ed inesauribili energie. Infine, ma non da ultimo, è
anche un professionista stimato e un avvocato di successo.
Un giurista a tutto tondo, nonché un accademico di lunga e vasta esperienza;
un manager (specialmente per la sua Bocconi), con iniziative e proposte spesso
Lettera di Carlo Rosselli alla madre Amelia, datata Milano, 7 febbraio 1924, in Epistolario familiare. Carlo, Nello Rosselli e la madre (1914-1937), Milano, 1979, p. 211. Rosselli ottiene il posto
di assistente volontario in Bocconi per l’anno accademico 1923-24 grazie all’intervento di Gaetano
Salvemini proprio presso Angelo Sraffa, come egli stesso scrive alla madre, da Marina di Pisa, il 21
luglio 1923 (ibidem, p. 172): da ultimo, n del corno, Carlo Rosselli a Milano, in Carlo Rosselli:
gli anni della formazione e Milano, a cura di n del corno, Milano, 2010, pp. 9-19. Sui rapporti
con gli Sraffa, sia di Rosselli, sia di Salvemini, v. meglio oltre.
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brillanti, ma anche uno studioso dall’ingegno acuto e penetrante, bibliofilo e
amante della storia, in particolare di quella risorgimentale italiana. Soprattutto,
è capace di organizzare e coordinare iniziative culturali di spessore, tra cui la
sezione di diritto privato dell’Enciclopedia Treccani.
Così, Angelo Sraffa si presenta, da subito, come un uomo dalla personalità
coinvolgente e affascinante: alto e severo, sempre affabile, dai giudizi però taglienti, secondo la testimonianza di colleghi, amici, allievi2. In effetti, tale emerge
il suo spirito anche dalla corrispondenza a vario titolo conservata3.
La sua figura, di quelle che, anche solo a prima vista, non lasciano certo
indifferenti, è stata già oggetto di attenzione approfondita, con riferimento al
suo operare in ambiente universitario milanese, e ciò non per caso. Sraffa, che
nasce a Pisa nel 1865 da una famiglia ebrea di commercianti e nella città natale
si laurea, elegge presto Milano come centro dei suoi interessi professionali. Comincia a frequentarla quando è ordinario a Parma e nel capoluogo lombardo
viene fondata la Bocconi4; vi trasferirà, poi, lo studio legale e la famiglia.
Proprio gli studi di Marzio Achille Romani sulla storia della Bocconi5 e sui
personaggi che ne guidano e determinano le sorti nei primi anni (innanzitutto
Questo profilo emerge, tra l’altro, dai contributi di Lorenzo Mossa, Mariano d’Amelio, Francesco Carnelutti, Mario Rotondi, Aurelio Candian e Mario Casanova, confluiti nel primo numero
della Commerciale uscito dopo la morte di Angelo e a lui dedicato, sotto la nuova direzione di Alberto Asquini, Giuseppe Valeri e Lorenzo Mossa, in «Rivista del diritto commerciale e del diritto
generale delle obbligazioni » (d’ora innanzi, RDC), 1938, I, pp. 6-70. Il fascicolo commemorativo
si apre con un ritratto di Sraffa, scelto dalla vedova: v. la lettera di Irma Tivoli, del 27 febbraio
1938, a Girolamo Palazzina, in Archivio Storico Università Bocconi (d’ora innanzi ASUB), Resti
1-2. Si chiude con un indice incompleto dei suoi scritti ed è edito anche in estratto come Angelo
Sraffa, Milano, Vallardi, 1938.
3 Tra l’altro, v. la ricca silloge di lettere, tratte dall’Archivio Resti, ASUB e dall’archivio Luigi Einaudi della Fondazione Einaudi di Torino, riprodotte in appendice al volume collettaneo Angelo
Sraffa, a cura di P marchetti – m a romani, Milano 2009, pp. 167 ss., della serie I Maestri
della Bocconi, edito per i tipi UBE, con contributi di Piergaetano Marchetti, Marzio A. Romani,
Gigliola di Renzo Villata, Francesca Pino, Mauro Langfelder, Cinzia Di Deo, Annamaria Monti,
all’oggi il più recente studio sul giurista toscano.
4 t Bagiotti, Storia della Università Bocconi 1902-1952, Milano, 1952, spec. pp. 123 ss.; l
lenti, Gli ottant’anni della Bocconi, Con un’introduzione e una testimonianza di g sPadolini,
appendice di l valiani, Firenze 1984, pp. 23 ss.
5 m a romani, «Bocconi über alles!». L’organizzazione della didattica e la ricerca, in m cattini,
e decleva, a de maddalena, m a romani, Storia di una libera università, II, L’Università
Commerciale Luigi Bocconi dal 1915 al 1945, Milano, 1997, pp. 105 ss. Nello stesso volume, v.
anche a de maddalena, L’aula e l’ufficio: il consiglio direttivo dell’Università Bocconi al lavoro
(1915-1945), pp. 249 ss.; m a romani, L’amico di ieri, di oggi, di sempre: Girolamo Palazzina e
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Leopoldo Sabbatini6), o, ancora, l’edizione dei carteggi tra Girolamo Palazzina
(il primo segretario dell’università) e Giovanni Gentile7 hanno contribuito a
chiarire l’ampiezza e la qualità dell’azione di Angelo Sraffa presso l’ateneo privato, sin dai tempi della fondazione, nel 19028, durante il rettorato, dal 1917 al
1926 e, successivamente, in seno al consiglio di amministrazione, fino al 19349.
Ne emerge un quadro ricco e vivace della sua attività e delle dinamiche relazioni intrattenute con i colleghi, chiamati a collaborare a un corso di laurea in
economia che si vuole all’avanguardia, nei piani di studio e nell’organizzazione
interna di ciascun insegnamento10.
Inoltre, lo si accennava, egli è tra i fautori della costituzione di una Facoltà di
Giurisprudenza a Milano e, di recente, Gigliola di Renzo Villata e Gian Paolo
i suoi studenti (1910-1970), in Costruire la classe dirigente. Lettere a un Maestro, Milano, 2007,
pp. 1-58; da ultimo, id , « Giudicando secondo giustizia »: Angelo Sraffa alla Bocconi, in Angelo
Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit., pp. 3-18.
6 m a romani, Costruire le istituzioni. Leopoldo Sabbatini (1860-1914), Soveria Mannelli, 1997.
7 g Palazzina, Faremo grande università. Girolamo Palazzina – Giovanni Gentile: un epistolario
(1930-1938), a cura di m a romani, Milano, 1999. V. anche G. Palazzina, Da ieri ho l’inferno
nel cuore. Girolamo Palazzina – Giovanni Gentile un epistolario (1939-1944), a cura di m a
romani, Milano, 2000.
8 Sul contributo di Sraffa nel primo decennio della Bocconi, cf. anche a de maddalena, L’aula
e l’ufficio. Il Consiglio direttivo dell’Università Bocconi al lavoro, in m cattini, e decleva, a
de maddalena, m a romani, Storia di una libera università, I, L’Università Commerciale Luigi
Bocconi dalle origini al 1914, Milano, 1992, pp. 145 ss.
9 Il suo nome compare per l’ultima volta tra i membri del consiglio di amministrazione dell’Università Commerciale «Luigi Bocconi» nell’Annuario 1933- 1934, Milano, pp. 41-42. Il carteggio
tra Sraffa, Donna Javotte Bocconi e il senatore Gentile del febbraio-marzo 1934, relativo alle
dimissioni di Angelo, è ora edito in appendice a Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani,
cit., pp. 230-232. La lettera di Sraffa a Gentile, spedita da Rapallo il 28 febbraio 1934, è invece
presso l’Archivio della Fondazione Gentile – Roma (d’ora innanzi Fondazione Gentile), Sraffa
Angelo a Gentile Giovanni.
10 Sui giuristi in Bocconi e sul programma didattico dell’ateneo privato, espressione di un innovativo connubio tra scienze economiche e scienze giuridiche, P.L. Porta, Istituzioni e centri di
elaborazione della cultura economica, in Milano e la cultura economica nel XX secolo, I, Gli anni
1890-1920, a cura di P l Porta, Milano, [1998], pp. 172-175 e in part. p. 174: « …l’Università
Bocconi rappresenta il primo nucleo di insegnamento giuridico ad essere istituito e consolidato
nella città, prima della quasi contemporanea fondazione delle due Facoltà giuridiche milanesi
negli anni Venti ». Sul rapporto tra discipline giuridiche e economiche, v. anche a cardini,
L’economia e gli economisti a Milano: i rapporti con le discipline giuridiche e amministrative, in
Milano nel primo novecento. Protagonisti e problemi della cultura economica, a cura di P l Porta,
Milano, 1996, spec. pp. 19-21.
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Massetto ne hanno messo in evidenza l’essenziale contributo per l’avvio proprio
dell’Università degli Studi di Milano11.
Ancora, estremamente significativi e, in qualche misura, riflesso dei legami
accademici, sono i rapporti che Sraffa intrattiene con il mondo economico e
bancario, in particolare, con alcuni dei suoi protagonisti di maggior spicco12.
Quanto al profilo scientifico, data la centralità del suo pensiero nell’opera di
rinnovamento della commercialistica in un’epoca di transizione, tra Otto e Novecento, quando, tra l’altro, economia e società, in Italia, intraprendono la via
dell’industrializzazione e della modernità, oltre ad alcune voci enciclopediche13,
a lui si riferiscono per brevi, significativi cenni gli studi più generali sulla cultura
giuridica italiana del periodo, così come i contributi su singoli protagonisti e
temi della scienza del diritto del tempo14.
Infine, si può ricordare che del giurista toscano si parla, come di uno stimato
docente universitario, nei numerosi scritti sul figlio Piero, celebre economista
m g di renzo villata – g P massetto, La ‘seconda’ Facoltà giuridica lombarda. Dall’avvio
agli anni Settanta del Novecento, in Annali di storia delle università italiane, 11/2007, pp. 65 ss.;
m g di renzo villata, Angelo Sraffa a Giurisprudenza: tra Parma, Torino e Milano, in Angelo
Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit., pp. 19-43, spec. pp. 31 ss. Cf. anche g Biraghi, La
fondazione della Università di Milano, Milano, 1929, in part. pp. 137 ss ; g Bognetti, La cultura
giuridica e le Facoltà di Giurisprudenza a Milano nel secolo ventesimo. Abbozzo di una storia, Milano, 1991, pp. 43 ss., nonché e decleva, Milano città universitaria, in cattini, decleva, de
maddalena, romani, Storia di una libera università, cit., II, cit., in part. pp. 31-44 e pp. 63-75.
12 Sui legami tra Sraffa e il milieu finanziario e bancario italiano, rinvio a f Pino, Economia, finanza, banca: un «ponte» tra economia e diritto, in Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani,
cit., pp. 65-90. V. comunque meglio oltre.
13 Sraffa Angelo, in Enciclopedia italiana, vol. 32 [pubblicato nel 1936], Roma, 1950, p. 430; m
rosBoch, Angelo Sraffa, in Maestri dell’Ateneo torinese dal Settecento al Novecento, a cura di r
allio, Torino, 2004, pp. 390-391.
14 P grossi, « La scienza del diritto privato ». Una rivista-progetto nella Firenze di fine secolo.
1893-1896, Milano, 1988, pp. 187 ss.; id , Scienza giuridica italiana. Un profilo storico, Milano
2002, in part. pp. 56-57, 94 ss. e passim; g alPa, La cultura delle regole: storia del diritto civile
italiano, Roma, 2000, pp. 245 ss.; a Padoa schioPPa, Storia del diritto in Europa. Dal medioevo
all’età contemporanea, Bologna, 2007, p. 616. Il nome di Sraffa ricorre, tra l’altro, nelle pagine di
c salvi, La giusprivatistica tra codice e scienza, in A. schiavone, Stato e cultura giuridica in Italia
dall’Unità alla Repubblica, Roma-Bari, 1990, in part. p. 240; r teti, Codice civile e regime fascista:
sull’unificazione del diritto privato, Milano, 1990; F. ciPriani, Storie di processualisti e di oligarchi.
La procedura civile nel Regno d’Italia (1866-1936), Milano, 1991; I. stolzi, L’ordine corporativo:
poteri organizzati e organizzazione del potere nella riflessione giuridica dell’Italia fascista, Milano,
2007; La giustizia contrattuale: itinerari della giurisprudenza italiana tra Otto e Novecento, a cura di
g chiodi, Milano, 2009. Da ultimo, P marchetti, L’eredità di Angelo Sraffa, in Angelo Sraffa,
a cura di marchetti – romani, cit., passim.
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trasferitosi nel 1927 a Cambridge per lavorare con Keynes. Sono preziosi soprattutto i saggi di Nerio Naldi, in quanto tesi a ricostruire le vicende familiari
di casa Sraffa: benché incentrati su Piero e sulla sua formazione, non mancano
di far luce sulla personalità del padre15.
La fama internazionale di Piero ha decisamente superato quella del genitore:
nel 1961 è insignito, all’Accademia delle Scienze di Stoccolma, della Söderström
Gold Medal, un premio che si considera il precursore del Premio Nobel per
l’Economia16. A lungo le sue idee fanno scuola e sono dibattute, gli studi sul
suo pensiero sono tuttora in corso17. Ciò detto, non sembra che la figura di
n naldi, Infanzia, adolescenza e prima giovinezza di Piero Sraffa: 1898-1916, Discussion Papers
del Dipartimento di scienze economiche, Roma, 2002; id , Piero Sraffa in his family: 1898 to 1916,
in Economic Theory and Economic Thought. Essays in honour of Ian Steedman, edited by J vint,
J s metcalfe, h d Kurz, n salvadori, P samuelson, London, 2009, pp. 257-282. V. anche
id , Some notes on Piero Sraffa’s biography, 1917-1927, in «Review of Political Economy», X, 4,
1998, pp. 493-515; id , Dicembre 1922: Piero Sraffa e Benito Mussolini, in «Rivista italiana degli
economisti», III, 2, 1998, pp. 269-297; id , Piero Sraffa a Perugia: novembre 1923 – febbraio 1926,
in «Il Pensiero economico italiano», VI/1998/1, pp. 105-131; id , Piero Sraffa: emigrazione e attività scientifica fra gli anni Venti e gli anni Quaranta, in Convegno internazionale Piero Sraffa (Roma,
11-13 febbraio 2003), Roma, 2004, pp. 81-121; id , Piero Sraffa: interesse e profitto. Sraffa visto
da Nerio Naldi, Roma, 2008, spec. pp. 23 ss. Cf. altresì P l Porta, Piero Sraffa (1898-1983), in
«Rivista internazionale di scienze economiche e commerciali», 1984, 1, pp. 14-20; l Pasinetti, In
memoria di Piero Sraffa: economista italiano a Cambridge, in «Economia politica. Rivista di teoria e
analisi», a. II, n. 3, 1985, pp. 315-332; id , Piero Sraffa (1898-1983): breve saggio bio-bibliografico,
ibidem, pp. 333-341; id , Intervento, in Piero Sraffa e l’Economia Politica degli Anni ’80, Milano,
1989, pp. 9-14; J -P Potier, Un économiste non conformiste. Piero Sraffa (1898-1983). Essai biographique, Lyon, 1987, trad. it. Piero Sraffa. Biografia, Roma, 1990, spec. pp. 7 ss.; id , Qualche
nota sulla biografia di Sraffa alla luce delle carte conservate a Cambridge, in Piero Sraffa. Contributi
per una biografia intellettuale, a cura di m Pivetti, Roma, 2000, pp. 25 ss.; a roncaglia, Sraffa.
La biografia, l’opera, le scuole, Roma, 1999; id , Piero Sraffa. His life, thought and cultural heritage,
London – New York, 2000; id , Piero Sraffa, Basingstoke, 2009, nonché K BharadwaJ, Piero
Sraffa: The Man and the Scholar, in Piero Sraffa. Critical Assessments, ed. by J c wood, London
– New York, 1995, vol. I, pp. 30 ss.; f ranchetti, Introduzione, in P sraffa, Produzione di
merci a mezzo di merci. Premesse a una critica della teoria economica, Torino, 1999, spec. pp. XI ss.
16 The Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel fu istituito nel
1968 e conferito per la prima volta nel 1969.
17 Tra l’altro, v. i volumi collettanei The Legacy of Piero Sraffa edited by h d Kurz and n salvadori, Cheltenham, 2003, 2 voll.; Piero Sraffa: The Man and the Scholar. Exploring his unpublished
Papers, edited by h d Kurz, l Pasinetti, n salvadori, London, 2009. Da ultimo, si segnalano
il Celebratory Seminar: 50 years since the publication of Piero Sraffa’s Production of Commodities
by Means of Commodities organizzato a Cambridge, Queen’s College, il 9 luglio 2010, i cui atti
sono in corso di pubblicazione e il convegno internazionale Sraffa’s Production of Commodities by
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Sraffa senior sia da considerare di secondo piano, né al confronto del figlio, né
in generale, anzi, piuttosto il contrario18.
Al di là di una qualsiasi analisi dei rapporti interfamiliari, che esulano dal
presente studio19, si devono riconoscere ad Angelo indubbie qualità scientifiche e professionali, una particolare sensibilità e apertura verso l’estero, una
non comune capacità organizzativa e, non da ultimo, una grande passione per
la sua materia, il diritto commerciale, di cui egli ha una visione ampia, dotta e
pragmatica ad un tempo.
Pare che si dichiarasse, di frequente, « un antiteorico » e che un giorno avesse
confidato al giovane Mario Casanova uno « scherzoso progetto … di un manifesto giuridico antidogmatico. Ma, nella sostanza, questa sua profonda avversione
era un portato, forse la manifestazione più intesa, del suo spirito scientifico »20.
Per lui, infatti, come recitano le dispense che raccolgono gli insegnamenti
di un suo corso torinese, « …la materia commerciale è principalmente quella
costituita dai rapporti sociali, che si estrinsecano nella intermediazione tra i
produttori e i consumatori di cose e di altri beni, come il lavoro umano »21. Sua
caratteristica riconosciuta e, probabilmente, retaggio più prezioso (del tutto
condivisibile appare, ancora oggi, la valutazione di Mario Casanova), sono,
infatti, l’« amore per la concretezza » e una « visione integrale » del fenomeno
giuridico, mai isolato da quello economico, sociale e anche morale22.
È questo, dunque, il tema centrale che vorrei qui affrontare, l’approccio di
Sraffa al diritto, nel tentativo di ricostruire il suo apporto agli sviluppi della
scienza giuridica commercialistica nel XIX e, soprattutto, nel XX secolo, quale
Means of Commodities 1960-2010 svoltosi dal 2 al 4 dicembre 2010 presso la Facoltà di Economia
« Federico Caffè » dell’Università degli Studi di Roma Tre.
18 Cf. le considerazioni di marchetti, L’eredità di Angelo Sraffa, cit., pp. 121-141.
19 Sui rapporti di famiglia a casa Sraffa si veda m langfelder, A Marzio con gli Sraffa, Sesto S.
Giovanni, 2008; id , Il mondo di Angelo Sraffa: la famiglia, gli amici, in Angelo Sraffa, a cura di
marchetti –romani, cit., pp. 93-118.
20 m casanova, Angelo Sraffa – Le opere minori, in RDC, 1938, I, pp. 63-65, in part. p. 64 (il
medesimo contributo commemorativo, con il titolo La lotta commerciale nel pensiero di A. Sraffa,
è anche in id , Opuscoli di vario diritto (1926-1967), I, Milano, 1968, pp. 409-411).
21 Regia Università di Torino, Corso di diritto commerciale del Prof. Angelo Sraffa, compilato da
Raymond Ottolenghi, laureando in giurisprudenza, Torino, 1922, p. 12 (nel prosieguo, Corso
di diritto commerciale [Torino 1922]). Su tale concezione del diritto commerciale, sensibile alla
lezione di Alfredo Rocco, v. oltre, cap. 5.
22 « Volle … rendersi conto delle necessità del suo tempo; darsi, nei confronti di sentenze e di
leggi, a una incessante e talvolta ingrata fatica di rinnovatore e di critico; assurgere insomma a
coraggioso ed operoso interprete della comune coscienza giuridica »: casanova, Angelo Sraffa –
Le opere minori, cit., p. 65. Sui rapporti tra Sraffa e Casanova, v. oltre, cap. 5.
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emerge dai suoi scritti e dalla cura della Rivista di diritto commerciale, dalla sua
collaborazione all’Enciclopedia italiana e alle commissioni per la riforma della
legislazione commerciale e dall’attività di docenza, oltre che da quella professionale di avvocato23.
2. Le carte e i libri.
Quanto alle carte di Sraffa, nonostante le ricerche, condotte in tante direzioni diverse, esse, purtroppo, all’oggi, risultano perdute, sia quelle personali, sia
quelle di studio24. La villa di San Michele di Pagana, nei pressi di Rapallo, nel
Levante ligure, dove Angelo si spegne nel dicembre del 1937 e dove aveva trasferito, da Milano, anche i suoi libri25, è venduta, vuota, dal figlio e dalla moglie,
direttamente dall’Inghilterra, il 23 febbraio 194026.
Irma Tivoli, la vedova di Angelo, da Cambridge, dove raggiunge Piero dopo
la morte del marito, invia infatti disposizioni circa tutto ciò che era rimasto in
casa e doveva essere sgomberato, come testimonia la sua corrispondenza con
la sorella Ada Pontecorvo, tra l’inverno e la primavera del 1940. In particolare,
si raccomanda perché fossero conservati, oltre ai libri, tutti i documenti, la
corrispondenza, gli oggetti personali, che Ada stessa avrebbe dovuto scegliere,
I primi esiti di questa ricerca sono confluiti in a monti, « …più un imprenditore che un
operaio del diritto»: la ricerca e la professione, in Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani,
cit., pp. 47-63.
24 Più in generale, le carte della famiglia Sraffa non sono state, all’oggi, ritrovate: naldi, Piero
Sraffa e gli economisti torinesi, cit., p. 227. In proposito, sono infinitamente grata a Nerio Naldi,
per aver condiviso con me gli esiti delle sue lunghe e approfondite ricerche sulla famiglia Sraffa,
consentendomi così di tentare ulteriori strade, che però, purtroppo, sono risultate infruttuose per
ciò che concerne le carte di Angelo.
25 Che i libri di Angelo fossero stati trasferiti tutti nella villa di San Michele di Pagana lo conferma
anche l mossa, Angelo Sraffa, in RDC, 1938, I, p. 9, laddove narra delle peregrinazioni professionali che Angelo affronta durante la sua carriera « …portando con sé, in ogni nuova sede, sino
al rifugio ultimo di Rapallo, la libreria amata che gli ricordava il principio ».
26 L’atto notarile di vendita di Villa San Michele, strada di Santa Margherita, 181 bis, comune di
Rapallo, per tremila e cinquecento sterline, stipulato a Cambridge il 23 febbraio 1940 da Piero,
proprietario, e Irma, usufruttuaria, con il marchese Demetrio Imperiali di Francavilla, cittadino
ungherese, è conservato in Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, A 4/5/7. Gli Sraffa,
all’inizio, non intendono vendere, poi si persuadono, forse per le insistenze degli Imperiali: cf. i
documenti conservati ibidem, A 4/4/47-49.
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XVIII
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« visitando ogni cassetto, ogni armadio », buttando via tutto ciò che d’inutile
trovasse ancora »27.
Tra l’altro, Irma vuole salvare il ritratto di Angelo ad opera del pittore Tallone (che Piero, anni dopo, avrebbe donato alla Bocconi)28. Gli oggetti, insieme ai
volumi, dovevano essere trasferiti in un locale da affittare come magazzino. Allo
stato, non è dato sapere se e quali carte di Angelo si decidesse di conservare.
Da ciò che si può ricostruire, effettivamente le casse, con il loro vario contenuto, sono custodite nei pressi di Rapallo, dal 194029, per più di vent’anni,
fino agli inizi degli anni Sessanta, poi sono trasferite altrove e se ne perdono, di
fatto, le tracce30. È anche vero, tuttavia, che, nel corso del tempo, Piero attinge
al loro contenuto e ne dispone in vario modo. Si è detto delle sorti del quadro
di Tallone, si può ancora ricordare come, sempre Piero donasse, o vendesse altri
libri, scelti tra quelli che furono di suo padre. Per certo, quindici casse di libri
giuridici sono inviate alla Bocconi nel 196131 e si aggiungono al primo dono
In particolare, tra tutta la corrispondenza relativa alle operazioni di svuotamento della casa, della vendita dei mobili e quant’altro è necessario in simili occasioni, di cui si occupò materialmente
Ada Pontecorvo, sotto la guida di Irma, v. la lettera spedita dalla stessa Irma, da Cambridge, il
27 febbraio 1940: « Cara Ada, abbiamo venduto la villa agli Imperiali, vuota, ossia senza mobili e
senza libri … Piero è felice di conservare la biblioteca e darà direttamente disposizioni a Caterina
[la custode della villa] perché trovi un locale e vi ritiri tutti i libri incassati, i relativi scaffali e lo
scrittoio a cassetti dello studio di Angelo del secondo piano, su cui ha passato tutta la sua vita di
avvocato ... » (ibidem, A 4/4/3). Irma scriveva anche alla custode della villa, il 28 febbraio 1940:
« … abbiamo venduto la villa, ora bisogna svuotarla, verrà Ada […] il professor Piero vuole
conservare tutti i libri …» (ibidem, A 4/4/15).
28 Irma si raccomanda che sia involto in un telo, non tralascia mai alcun dettaglio nelle sue istruzioni (ibidem, A 4/4/3). Sempre tra le carte di Piero, si conserva copia de Il bocconiano, del luglio
1956, con un articolo di Mario Rotondi su Angelo Sraffa e un’immagine del dipinto (ibidem, A
4/2.2).
29 Le casse con i libri che Piero sceglie di conservare, dopo averne venduti o donati buona parte,
insieme al resto, sono trasportati un paio di mesi dopo la vendita della villa in un locale preso in
affitto da tale Oliva , « è un grande alto stanzone come un garage, situato sulla strada tra la pensione Cuba e quel tea-room elegante », come scrive Ada a Irma il 3 aprile 1940 (ibidem, A 4/4/10).
30 Il 29 giugno 1962, da Genova, Luigi Oliva scrive a Piero, al Trinity (e anche a Mario Rotondi,
a Milano), chiedendo le somme dovute per l’affitto del suo locale adibito a magazzino, dopo che
Piero lo aveva liberato delle sue casse, collocate altrove (ibidem, A 4/12/7). Presumendo che carte
di Angelo fossero ancora conservate insieme ai libri, ho cercato di scoprire dove Piero le avesse
trasferite, senza successo.
31 Si vedano le lettere di ringraziamento pervenute a Piero, quella di Anna Bacigalupo, su carta
intestata Bocconi, del 7 aprile 1961: « … abbiamo ricevuto oggi le quindici casse di libri del prof.
Angelo Sraffa. La ringrazio infinitamente del dono bellissimo che arricchisce la nostra biblioteca
di opere doppiamente preziose … » (ibidem, B 16/1/26), nonché il biglietto di Girolamo Palaz27
angelo sraffa
XIX
della biblioteca giuridica paterna, avvenuto nel 1938. Ancora, nel 1967, Piero
vende ad un collezionista privato una serie di libri di Angelo, per lo più dei
volumi sull’Illuminismo, la Rivoluzione francese e il Risorgimento32.
In sintesi, dunque, sembra proprio che ciò che appartenne a Sraffa senior,
carte e, soprattutto, libri, rimase in Italia. Come si accennava, vi era stata, ancor
prima della vendita della villa, un’importante donazione all’Università Bocconi,
comprendente volumi antichi, edizioni giuridiche rare e la Miscellanea giuridica33. Alcuni dei suoi libri sono successivamente donati a parenti, amici e colleghi34, in parte sono venduti subito35 e, alla fine, ne rimangono ancora parecchi,
dato che, nel magazzino preso in locazione nel 1940, se ne trasportano ben
novantadue casse, divise per categorie36.
Del resto, Ugo Ojetti, che aveva incontrato Angelo a Milano, nel gennaio
del 192537, ne scrive come di uomo di grande cultura: a casa sua, in via Foscolo
zina, che ringrazia e informa Piero di come le quindici casse di libri fossero già state trasportate
in biblioteca, presso la sezione di Lingue, in attesa della più opportuna collocazione (ibidem,
B 16/1/28). Inoltre, Bagiotti, Storia della Università Bocconi, cit., p. 234, rammenta come nel
1950 Piero facesse dono alla Biblioteca dell’Università anche di una «cospicua raccolta di annate
arretrate dell’Economist di Londra».
32 Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, H 2/47. Ringrazio Giancarlo de Vivo per la segnalazione.
33 V. oltre.
34 Per esempio, Irma, il 7 marzo 1940, da Cambridge, scrive all’avvocato Paolo Rossi di Genova,
antifascista, amico di famiglia e futuro presidente della Consulta, offrendogli in dono i ventisei
volumi di Frédéric Masson su Napoleone e la sua famiglia (Trinity College Library, Cambridge,
Sraffa, A 4/4/17). Quanto ai libri giuridici, a parte il lascito alla Bocconi, ricevettero in dono volumi di Angelo Silla Seletti, Lorenzo Mossa, Giuseppe Valeri, Alberto Asquini, Mario Falco (v. il
libro dei conti di Irma del 1938-40, ibidem, A 2/1).
35 V. la lettera di Irma, da Cambridge, alla sorella Ada, del 7 marzo 1940, dove si esprime il desiderio di Piero di vendere la Rivista di diritto commerciale completa e l’Enciclopedia Treccani
(ibidem, A 4/4/4). La Rivista, alla fine, però, non fu venduta nell’immediato (Ada a Irma, Milano,
7 aprile 1940, ibidem, A 4/4/21). Con un biglietto inviato da Milano, il 14 aprile 1938, poi, Piero
stesso informa Luigi Einaudi di aver venduto (malissimo) la biblioteca carducciana del padre a
Hoepli. Inoltre, cede «uno stock di libri vari e alcune incisioni», tutti i giornali – salvo il Risorgimento e la Croce – e la Revue des Deux Mondes: Piero Sraffa a Luigi Einaudi, 14 aprile 1938, in
TFE, LE, b. 2, Sraffa Piero.
36 L’invito di Irma è proprio a dividere i volumi per categorie: libri economici, opuscoli, opere di
Mazzini, storia, risorgimento, rivoluzione francese, Napoleone, romanzi, poesie, giornali, relazioni
parlamentari, riviste, opere letterarie: Irma Tivoli Sraffa a Ada Tivoli Pontecorvo, 7 marzo 1940,
in Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, A 4/4/4. La sorella puntualmente obbedisce: Ada
a Irma, 3 aprile 1940, ibidem, A 4/4/10.
37 Sulle ragioni dell’incontro, vedi oltre, cap. 5.
XX
annamaria monti
1, dove, attiguo, vi era anche lo studio38, due stanze erano adibite a biblioteca.
Ojetti apprezza, in particolare, la « bella raccolta di romantici francesi illustrati:
Gavarni, Daumier, Granville» e l’edizione Champion di tutto Stendhal39. E il
cognato Mariano d’Amelio, nel 1938, ricorda le doti di « formidabile lettore »
e la passione per le belle rilegature artistiche di Angelo, che amava ricevere gli
amici negli « ambienti severi e leggiadri » delle sue biblioteche di Milano e di
Rapallo40.
Piero, dunque, sceglie per sé alcuni titoli, che entrano così nel suo già ricchissimo patrimonio librario, destinato ad accrescersi sempre più, data la sua passione e competenza di raffinato bibliofilo. Cosicché, oggi, un campione esiguo,
ma significativo, dei libri che furono di suo padre è custodito presso la Wren
Library di Cambridge41. Sono testi di vario argomento che, senza dubbio, riflettono i gusti letterari e artistici del giurista pisano, le sue conoscenze e le amicizie,
da Gaetano Salvemini a Nicola Zingarelli, Giovanni Pascoli e Medardo Rosso42.
Sulla casa e lo studio, luoghi speculari di lavoro dell’avvocato, dove si distribuivano i suoi libri, a
caratterizzare una professione ancora a forte connotazione umanistica, a meniconi, La «maschia
avvocatura». Istituzioni e professione forense in epoca fascista (1922-1943), Bologna, 2006, pp. 27
ss. Per l’Ottocento, P Beneduce, Il corpo eloquente. Identificazione del giurista nell’Italia liberale,
Bologna, 1996, pp. 261 ss.
39 u oJetti, I Taccuini. 1914-1943, Firenze, 1954, p. 165. Dal citato libro dei conti di Irma, del
1938-1940, risulta in effetti la vendita, oltre che della raccolta carducciana, della collezione di
opere letterarie romantiche di Angelo (Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, A 2/1).
40 Sulla ricca biblioteca di casa Sraffa, m d’amelio, L’ispirazione umanistica, in RDC, 1938, I,
pp. 15-16.
41 I libri di Piero Sraffa, infatti, sono oggi conservati insieme alle sue carte a Trinity College.
Giancarlo de Vivo ne ha curato un catalogo, di imminente pubblicazione per i tipi di Bernard
Quaritch, London.
42 Ringrazio Giancarlo de Vivo per avermi segnalato i seguenti volumi, identificabili come appartenuti a Angelo Sraffa, nella collezione di Piero Sraffa a Trinity: Orlando Furioso di ludovico
ariosto, a cura di n zingarelli, Milano, 1934, con dedica « Ad Angelo Sraffa con affetto e
gratitudine e ammirazione per gli ozi di Rapallo N. Zingarelli »; e corBino, Annali dell’economia
italiana, Volume primo: 1861-1870 [... Volume quinto: 1901-1914], Città di Castello, 1931-38; g
fumagalli, (a cura di), Chi l’ha detto? Tesoro di citazioni italiane e straniere, di origine letteraria
e storica, ordinate e annotate, Ottava edizione riveduta ed arricchita, aggiunte le frasi storiche della
Grande Guerra e della rinascita nazionale, Milano, 1934, il volume è un omaggio e, tra le pagine,
c’è il biglietto da visita di Angelo Sraffa « Rettore dell’Università commerciale L. Bocconi »; d
martelli, Primi passi, Fisime letterarie, Illustrate all’acquaforte da Telemaco Signorini, Firenze,
1871, con annotazioni manoscritte di Angelo; l h morgan, Ancient society. Or researches in
the lines of human progress from savagery through barbarism to civilization, New York, 1878, con
probabili annotazioni manoscritte di Angelo; Poemetti di giovanni Pascoli, Seconda edizione
raddoppiata, Milano-Palermo, 1900, con iscrizione a matita « regalato ad Angelo Sraffa da Gio38
angelo sraffa
XXI
In conclusione, al di là dei pochi volumi conservati, dalle fonti citate apprendiamo, in particolare, l’amore di Sraffa per Carducci, per la storia, per la letteratura ottocentesca e per la Francia, così come per le opere di Mazzini. Inoltre,
a testimoniare una cultura umanistica e uno spiccato interesse per l’arte43, si
aggiungono i quadri44 e le collezioni di autografi45.
In seguito, come si diceva, anche i libri di Angelo rimasti nelle casse, a Rapallo, a varie riprese sono selezionati da Piero e destinati altrove, mentre delle
carte non si hanno notizie, neppure in momenti successivi.
Quanto alle carte di studio e ai libri lasciati a Milano, nell’ufficio di via Foscolo 1, dalla denuncia dei danni di guerra presentata il 1° settembre 1943 e,
di nuovo, il 3 agosto 1945 dai suoi colleghi Silla Seletti e Vitruvio Carrara46, si
vanni Pascoli »; g salvemini, L’autobiografia di un brigante, estratto da Lares, « Bullettino della
Società di Etnografia Italiana », 1914, Fascicolo I, con dedica « Ad Angelo Sraffa ricordo affettuoso G. Salvemini »; l n tolstoy, Résurrection. Première et deuxième partie [Troisième Partie],
Paris, 1900, 2 voll., con annotazione di appartenenza alla biblioteca di Angelo Sraffa; a soffici, Il
caso Medardo Rosso, Preceduto da L’impressionismo e la pittura italiana, Firenze, 1909: varie tavole
recano note manoscritte di Rosso, tra cui un messaggio ad Angelo, una dedica a Irma. Piero tiene
per sé anche un paio di titoli giuridici della biblioteca paterna: il volume di P rossi, Scetticismo
e dogmatica nel diritto penale, Messina-Milano, 1937, con dedica « al prof. Angelo Sraffa, devoto
omaggio di Paolo Rossi », nonché t mommsen, Disegno del diritto pubblico romano, Traduzione
e postille di P Bonfante, Milano, [1893?].
43 Cf. il ricordo di A. saPori, Angelo Sraffa. Come l’ho conosciuto, in RDC, 1945, I, pp. 170-173
(tratto da id , Mondo Finito, ed. 1946), in part. p. 170: « Per me la figura di Angelo Sraffa è inquadrata in due cornici: quella dell’Università Luigi Bocconi … e quella della sua casa, all’angolo
di Piazza del Duomo. … sontuosa la casa di Sraffa con le sale piene di libri e di opere d’arte …
». Al di là del caso specifico, sulla diffusa propensione letteraria e artistica degli avvocati, lungo
l’Ottocento e nel Novecento, m soresina, Professioni e liberi professionisti in Italia dall’Unità
alla Repubblica, Firenze, 2003, pp. 82-83.
44 Dopo la morte di Angelo e la partenza della moglie per Cambridge, nel 1938, una Risurrezione
di Lazzaro di Giulio Romano è depositata, da Raffaele Mattioli, nel caveau della Comit e un De
Nittis presso amici a Genova: così risulta dal libro dei conti di Irma (Trinity College Library,
Cambridge, Sraffa, A 2/1). Sull’acquisto del quadro di Giulio Romano da parte di Angelo, v. i
documenti del 1935, ibidem, C 57.
45 naldi, Infanzia, adolescenza e prima giovinezza di Piero Sraffa, cit., p. 19 dell’estratto, segnala,
in particolare, le venti lettere autografe di Antonio Labriola a Angelo Camillo De Meis, raccolte
da Angelo e ora conservate a Trinity College Library, Cambridge, tra gli autografi di Piero Sraffa,
con segnatura B 47/1-20. Sulla collezione di Piero, m m augello, Dalla collezione di autografi
di Piero Sraffa: tre lettere inedite di Maffeo Pantaleoni, in «Il Pensiero economico italiano»,
VI/1998/1, pp. 263-275, in part. p. 265.
46 Ex allievi di Sraffa a Parma e quindi suoi fidati collaboratori di studio, dei quali si dirà meglio
nel prosieguo.
XXII
annamaria monti
apprende che, oltre a mobili ed arredi, nell’incendio di parte dell’edificio, sviluppatosi a seguito dei bombardamenti alleati sulla città, nell’agosto del 1943,
proprio dove era stata la stanza di Angelo, sono distrutti circa seimila volumi di
opere e riviste giuridiche, insieme ai fascicoli e ai faldoni archiviati negli scaffali
del corridoio47.
In questo desolato panorama, si segnala come, tra i documenti e i ricordi di
famiglia raccolti dal figlio Piero a Cambridge48, nei carteggi di alcuni colleghi
di Angelo, conservati tra Milano e Torino (Mario Falco, Luigi Einaudi, Attilio
Cabiati, Giuseppe Prato) e in altri fondi archivistici (in particolare a Roma, alla
Fondazione Giovanni Gentile e all’Archivio Storico della Treccani) è stato possibile recuperare numerose sue lettere che, insieme ai suoi lavori editi e ad altri
materiali documentari relativi alle sue molteplici attività (soprattutto in ambito
accademico e legislativo), consentono di tracciare le linee del suo ricchissimo,
personale contributo alla scienza giuridica e non solo.
Più in generale, infatti, data l’ampiezza della rete di relazioni di Angelo Sraffa, composta da amici, colleghi, allievi – tutti, decisamente, di spicco – e considerata la centralità dei ruoli da lui rivestiti nel corso della sua carriera, attraverso
lo studio della sua figura si apre uno spaccato affascinante della società civile,
della vita economica e politica e, soprattutto, della cultura italiana ed europea
del primo Novecento.
3. La Miscellanea e la biblioteca giuridica.
Se, purtroppo, è vero che libri e carte di Angelo sono oggi, per lo più, dispersi, occorre dire che almeno si sono salvate, giungendo fino a noi, due sue
collezioni di rilievo, che perciò acquistano un significato del tutto speciale, al
Tra l’altro, risulta che lo studio si componesse di sei locali, tre dei quali sono distrutti nell’incendio propagatosi dal piano terra (dai locali occupati da Motta), mentre gli altri tre subiscono
gravi danni. Ringrazio di cuore Chiara Seletti per le copie di questi documenti e per aver condiviso
con me, insieme alla sorella Elena, i suoi ricordi.
48 Si tratta, essenzialmente, della sezione A, Personal and family papers delle carte di Piero Sraffa,
oggi presso la Wren Library del Trinity College di Cambridge, dove sono conservate, tra l’altro,
le lettere di Irma e i documenti sulla vendita della villa di Rapallo, citati alle note precedenti. Cf.
J smith, An archivist’s apology: the papers of Piero Sraffa at Trinity College, Cambridge, in «Il
Pensiero economico italiano», VI/1998/1, pp. 39-54, ora in The legacy of Piero Sraffa, cit., vol. 2,
pp. 626-641; id , Le carte di Sraffa presso la biblioteca del Trinity, in Piero Sraffa. Contributi per
una biografia intellettuale, cit., pp. 15-24, nonché g de vivo, Some notes on the Sraffa Papers,
in Piero Sraffa’s Political Economy, cit., pp. 157-164.
47
angelo sraffa
XXIII
di là del loro valore intrinseco. Si tratta, innanzitutto, della sua Miscellanea,
una raccolta di estratti e opuscoli in materia giuridica, tramandatasi in una veste organica e, a quanto risulta, originale; inoltre, si conserva un complesso di
opere antiche e moderne, di diritto commerciale, che facevano parte della sua
personale biblioteca giuridica. Sia la Miscellanea, sia i volumi, come anticipato,
sono stati lasciati alla Bocconi49.
Paolo Greco50, nel discorso inaugurale di un anno accademico, il 1938-1939,
infausto, per la promulgazione delle leggi razziali51, non spende che poche parole per ricordare Angelo (spentosi il 10 dicembre del 1937), rese ancora più
tristi dal non poter esprimere pienamente rimpianto e gratitudine; al contempo,
sempre con grande brevità, ringrazia la sua famiglia, per il dono all’Università
delle sue scelte collezioni librarie52.
Premesso infatti che Angelo non lascia alcuna disposizione testamentaria53,
sono Irma e Piero a interpretarne il desiderio di lasciare la sua biblioteca di
opere giuridiche all’ateneo, cui il loro caro aveva dedicato per lunghi anni «
la miglior parte » di se stesso54. Così Piero, nell’aprile del 1938 offre al rettore
Grazie a Marisa Santarsiero, Direttrice della Biblioteca Bocconi, e ai suoi collaboratori, queste
collezioni sono state di recente valorizzate, con la dettagliata catalogazione della Miscellanea, oggi
pienamente fruibile per gli studiosi (v. il Catalogo del fondo «Miscellanee giuridiche», febbraio
2008, http://lib.unibocconi.it), e il recupero del fondo librario Sraffa, cui si è dedicata Cinzia Di
Deo (v. c di deo, La biblioteca Sraffa, in Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit.,
pp. 143-163).
50 Su Paolo Greco (1889-1974), ordinario di diritto commerciale a Macerata, Parma e Torino, dal
1935 al 1959, rettore della Bocconi dal 1938 al 1945, v. Maestri della Facoltà di Giurisprudenza
torinese. Paolo Greco, Milano, 1991, in part. il contributo di g cottino, pp. 49ss.
51 Le leggi razziali investono significativamente anche il corpo docente e studentesco della Bocconi: romani, « Bocconi über alles! », cit., pp. 209 ss.
52 La relazione è pronunciata il 12 novembre 1938, si legge in Università commerciale Luigi Bocconi, Annuario 1938-39, Milano, 1939, in part. p. 6.
53 È Piero stesso a ricordarlo a Mario Rotondi, Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, C
273/2(-3). In particolare, dall’atto notarile di vendita della villa di San Michele di Pagana, del
23 febbraio 1940, si evince che la successione di Angelo, apertasi il 10 dicembre 1937 (denuncia
n. 18, vol. 273, registrata a Rapallo il 28 marzo 1938), è curata da un notaio genovese (atto 29
dicembre 1937, notaio Antola, registrato a Rapallo, il 4 gennaio 1938, n. 332): ibidem, A 4/5/7.
54 Così Angelo Sraffa a Ettore Bocconi, il 26 ottobre 1926, allorché rassegna le dimissioni da rettore: « […] L’essere stato associato in questo periodo di progresso, come Capo dell’Istituto, alle
sue fortune, è per me la migliore ricompensa della modesta opera mia nella Bocconi, alla quale
ho dedicato questi anni la miglior parte di me stesso … ». La lettera, conservata in ASUB, è in
appendice a Storia di una libera Università, II, cit.
49
XXIV
annamaria monti
Gustavo del Vecchio quei « libri che furono il suo strumento di lavoro »55. Il
dono è accolto con entusiasmo, perché « un segno perenne della sua opera è
così assicurato alla nostra Università »56.
Risulta altresì che Piero subito arricchisce il lascito dei volumi con una raccolta di periodici e, appunto, la Miscellanea57, insomma « una scelta e copiosa
biblioteca giuridica, già nota al mondo degli studiosi », formata da Angelo con
intelligenza e passione nel corso della sua vita58.
Per quello che riguarda la Miscellanea, « famosa nella vasta cerchia degli
studiosi che frequentavano l’ampio studio-biblioteca del professor Sraffa »59,
ordinata da lui stesso in centoquarantotto contenitori in pelle, ciascuno con il
proprio titolo, raccoglie circa duemila e settecento documenti a stampa, editi
tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento: Angelo li colleziona
durante la sua carriera (sembra che, di norma, li ricevesse direttamente in omaggio). I singoli contributi dei vari autori, di frequente, recano infatti una dedica,
che può denotare legami più profondi della semplice colleganza accademica o
professionale.
Si succedono quindi, divisi per autori60 e, più spesso, per argomenti, articoli
pubblicati in riviste italiane e straniere, soprattutto francesi e tedesche; saggi
Piero Sraffa a Gustavo del Vecchio, Milano, 14 aprile 1938, ASUB, 103/2, ora in appendice a
Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit., p. 234.
56 Gustavo del Vecchio a Piero Sraffa, 16 aprile 1938, nonché Giovanni Gentile a Girolamo Palazzina; Giovanni Gentile a Piero Sraffa, 15 aprile 1938; Piero Sraffa a Giovanni Gentile, 26 aprile
1938, ASUB, 103/2, ora in appendice a Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit., pp.
235-236. In merito, de maddalena, L’aula e l’ufficio, cit., p. 435; romani, « Bocconi über alles!
», cit., pp. 208-209; di deo, La biblioteca Sraffa, cit., pp. 144-148. V. anche Bagiotti, Storia della
Università Bocconi, cit., p. 160 e p. 240.
57 Girolamo Palazzina a Giovanni Gentile, 15 aprile 1938, ASUB, 103/2, ora in appendice a Angelo Sraffa, a cura di marchetti – romani, cit., pp. 234-235.
58 Del dono della biblioteca giuridica di Sraffa alla Bocconi danno notizia anche alcuni quotidiani,
innanzitutto il Corriere della Sera del 15 maggio 1938, quindi Il Sole, del 17 maggio 1938, L’Italia,
del 18 maggio 1938, nonché Vita universitaria, del 5 giugno 1938. Piero conserva tra le sue carte
i ritagli di questi giornali (Trinity College Library, Cambridge, Sraffa, A 4/1/16.1-16.4).
59 Così recita il trafiletto apparso sul Corriere della Sera, il 15 maggio 1938, nella cronaca milanese, il più ricco di notizie in merito, a ennesima conferma degli stretti legami tra l’ateneo di largo
Notari e il quotidiano di via Solferino. Di recente, sul legame impersonato per vent’anni da Luigi
Einaudi, l einaudi – l alBertini, Lettere (1908-1925), a cura di M.A. romani, con prefazione
di M. monti, Milano, 2007.
60 Tra i faldoni ad personam, due contengono alcuni scritti di Angelo stesso (non tutti vi sono
raccolti); tre sono riservati da Sraffa agli estratti di Gustavo Bonelli; uno è per Pietro Bonfante;
due per Ulisse Manara; uno per Alfredo Rocco e Luigi Franchi; uno per Vittorio Scialoja, tre per
55
angelo sraffa
XXV
confluiti in volumi collettanei; tesi di dottorato discusse presso Università estere;
recensioni. Gli argomenti spaziano dalle società commerciali alle assicurazioni,
dai titoli di credito, alle obbligazioni, al fallimento, dal diritto romano a quello
marittimo e internazionale, dal penale, alla procedura civile, dalla storia del
diritto alla più specifica storia del diritto commerciale. L’impressione, per certi
faldoni, è che vi confluiscano i materiali utilizzati da Angelo per preparare i suoi
stessi scritti61.
Se l’idea di creare una Miscellanea di questo tipo non è di per sé particolarmente originale62, nel caso di Sraffa, la collezione di opuscoli e estratti, di varia
provenienza, offre chiara prova dell’ampiezza dei suoi contatti e della sua rete
di relazioni, oltre che del tipo di rapporti che egli intrattiene con tanti esponenti
della scienza giuridica italiana e straniera del suo tempo.
La forte connotazione internazionale del suo profilo culturale, che si lega
alla ferma consapevolezza di potere e dovere trattare alla pari, senza complessi
di inferiorità, con interlocutori stranieri63, insieme alla sua costante attenzione
per ciò che si studia all’estero e, di conseguenza, all’importanza attribuita alla
conoscenza delle lingue straniere64, si riflettono anche nella composizione della
sua biblioteca giuridica. Quantomeno, nei libri che possono identificarsi come
suoi, perché recano il suo ex libris.
Il fondo librario, infatti, è stato pazientemente ricostruito proprio attraverso
l’ex libris di Angelo, che se ne fece realizzare uno di suo gusto, come molti altri
collezionisti e bibliofili, tra fine Ottocento e primo Novecento. In particolare,
nella scelta dell’immagine, due figure di donna, l’una con uno specchio, l’altra
con una bilancia (quindi, probabilmente, Prudenza e Giustizia) e del motto
– Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris – si riconoscono, innanzitutto, i suoi
Gino Segrè; uno per Giacomo Venezian. Si trovano comunque contributi di questi autori anche
in altri faldoni della Miscellanea, sotto i singoli argomenti.
61 V. meglio oltre.
62 Miscellanee celebri sono quelle di Francesco Carrara: da ultimo, m P geri, Nel laboratorio di
Francesco Carrara: le miscellanee giuridiche, Torino, 2003, in part. pp. 11 ss. Altre interessanti miscellanee sono quelle di Leone Bolaffio, oggi conservate insieme ai suoi libri presso l’Archiginnasio
di Bologna: di deo, La biblioteca Sraffa, cit., in part. nota 14, p. 149 (su Bolaffio, v. oltre, cap. 1).
63 Esemplare il suo prodigarsi, da Rettore della Bocconi, con la Serena Foundation di Londra: da
ultimo, romani, « Giudicando secondo giustizia », cit., pp. 13-14.
64 Angelo legge francese, inglese, tedesco e spagnolo; scrive francese e tedesco. Cf. il suo «stato
matricolare» presso il Ministero dell’Educazione Nazionale, in Archivio Centrale dello Stato
(d’ora innanzi ACS), Ministero della Pubblica Istruzione (d’ora innanzi MPI), Direzione generale
Istruzione Superiore, fascicoli personale insegnante e amministrativo, II versamento, 2a serie, b.
149.
XXVI
annamaria monti
interessi storici e scientifici. Nel senso che Angelo non inventa e non chiede
a nessun artista di immaginare per lui alcunché, semplicemente fa abilmente
riadattare la marca tipografica che i ginevrini De Tournes usavano, tra Sei e
Settecento, per le loro edizioni in folio, marca che aveva potuto ammirare – lasciandosene ispirare – sul frontespizio della sua copia dei Discursus legales de
commercio dell’Ansaldi65.
In effetti, la parte più preziosa della sua raccolta, i circa centotrenta volumi
antichi, sono le opere degli autori del diritto commerciale d’età moderna. Sono
i lavori di quella scienza giuridica commercialistica che muove i primi passi nel
Trecento, attraverso i pareri di Baldo degli Ubaldi, per poi svilupparsi con Scaccia, della Torre, fino a Casaregi e agli altri che, sulla scia di Benvenuto Stracca,
proseguono nella cosiddetta ‘laicizzazione’ del diritto commerciale, affrancandolo dagli studi teologici e moralistici, rendendolo a tutti gli effetti materia autonoma di studio scientifico. L’intendimento era di offrire sistemazione teorica
a una prassi in continua evoluzione, ad opera soprattutto della giurisprudenza
delle corti mercantili e, prima fra tutte, della Rota genovese.
Angelo, persuaso dell’importanza della ricostruzione storica degli istituti,
ai fini di una loro migliore comprensione nel presente, ama consultare quegli
antichi testi, le più significative fonti del diritto commerciale dell’età moderna,
dottrinali e giurisprudenziali, che poi puntualmente cita nei suoi lavori. Non
mancano, dunque, tra i suoi volumi, i ‘classici’ della commercialistica cinque,
sei e settecentesca.
Si riscontra una speciale predilezione per il De mercatura di Stracca, di cui
possiede nove edizioni, probabilmente scovate una ad una, forse, vien da pensare, seguendo le indicazioni minuziose contenute in un saggio di Luigi Franchi
del 1888, che conserva nella sua Miscellanea66: a questo proposito, tra i suoi
pezzi più preziosi, spiccano senz’altro i due esemplari della prima edizione di
Stracca, del 1553, per i tipi di Paolo Manuzio67.
Questa sua particolare affezione per il giurista anconetano si manifesta anche
nel 1909, quando, in occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita,
Sraffa chiede un contributo su di lui, da pubblicare nella Rivista di diritto com-
a ansaldi, Discursus legales de commercio et mercatura, Coloniae Allobrogum: apud frates De
Tournes, 1698. Ringrazio Lorenzo Sinisi per il prezioso aiuto e rinvio, per ulteriori approfondimenti, alle pagine di di deo, La biblioteca Sraffa, cit., pp. 148 ss.
66 l franchi, Benvenuto Stracca. Giureconsulto anconitano del secolo XVI. Note bio-bibliografiche, Roma, 1888.
67 B. stracca, De mercatura, seu mercatore tractatus, Venetiis: Paolo Manuzio, 1553. Una delle
due copie possedute da Sraffa non reca l’anno di edizione sul frontespizio.
65
angelo sraffa
XXVII
merciale, al collega e amico Alessandro Lattes68, a suo giudizio il « più grande
storico del diritto commerciale che abbia l’Italia »69.
Tra i testi moderni, poco più di ottocento volumi, poi, si contano i contributi
dei giuristi suoi contemporanei, italiani e stranieri, soprattutto francesi e, in misura di poco inferiore, tedeschi, per non dire di alcuni lavori di autori spagnoli
e di altri di diritto anglosassone (mai però in lingua inglese), oltre che dei testi
legislativi in materia commerciale dei vari paesi europei, dalla Svizzera al Belgio,
fino alla Russia e al Brasile. Tra le fonti meno scontate, si segnala uno studio
sulla legislazione commerciale della Cina, del 192470.
Gli argomenti ricorrenti sono specialmente il diritto societario, quello fallimentare, assicurativo, della navigazione, delle cambiali e della proprietà intellettuale. Si trovano pure contributi importanti in settori diversi dal commerciale,
quali il diritto civile, processuale e anche quello romano. Le lacune evidenti nella
raccolta potrebbero essere dovute alle ragioni più disparate, non da ultimo al
fatto che, verosimilmente, non tutti i libri giuridici di Angelo furono lasciati da
Piero alla Bocconi.
Comunque sia, a sfogliarli oggi, quei volumi più o meno antichi, rari o importanti, che già nascevano come libri d’uso di avvocati e giuristi del passato,
paiono trasmettere ancora, con il loro evocativo ex libris, la passione e l’impegno
del giurista pisano per lo studio del diritto. « Un antiteorico », dice di se stesso
Angelo, ma non certo privo di dottrina e di cultura storico giuridica: i suoi libri
li utilizza, li legge, li conosce.
E che, ai libri, Sraffa ci tenesse in modo particolare, come ausilio indispensabile alla ricerca, risulta evidente, tra l’altro, dall’impegno profuso in Bocconi, fin
dall’inizio e poi da rettore, per arricchire, incrementare e portare a livelli di eccellenza una biblioteca che egli contribuisce in modo significativo ad avviare71.
A. lattes, Lo Stracca giureconsulto, in RDC, 1909, I, pp. 624-649. Su Alessandro Lattes (18581940), professore di storia del diritto italiano a Genova, vittima, nel 1938, delle leggi razziali, A.
Padoa schioPPa – e d’amico, Giuristi e diritto nell’Istituto Lombardo dell’Ottocento, in L’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, III – Storia della Classe di Scienze Morali, a cura di
m vitale, g orlandi, a roBBiati Bianchi, Milano, 2009, p. 464.
69 Così dice Sraffa di Lattes, in un biglietto a Raffaele Mattioli, in Banca Intesa, Archivio Storico, Banca Commerciale Italiana 2. Amministratori Delegati, Carte Mattioli A-Z, Numero 268,
Spinedi-Sraffa, 1929-1945, n. 4.
70 Cf. il Catalogo del fondo Angelo Sraffa, dicembre 2009, http://lib.unibocconi.it.
71 Il suo è un continuo, infaticabile segnalare a Sabbatini, a Palazzina, a Pagliari cataloghi, esemplari imperdibili, oppure intere biblioteche da acquistare o acquisire a vario titolo: di deo, La
biblioteca Sraffa, cit., pp. 153-154. Per il contributo attivo, quale bibliotecario, del giovane Raffaele
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XXVIII
annamaria monti
Nel 1925, in particolare, ne affida la responsabilità a un amico di suo figlio,
in quel momento in difficoltà per motivi politici, Fausto Pagliari. Cremonese,
laureato in scienze economiche a Ca’ Foscari, di fede socialista, dal 1904 collaboratore della Critica Sociale, per interessamento di Carlo Rosselli e Piero Sraffa
ottiene l’incarico in Bocconi72, dopo che il regime aveva smantellato la Società
Umanitaria di Milano, dove era uno dei dirigenti, essendo stato, tra l’altro, il
principale collaboratore di Augusto Osimo73.
L’adoperarsi di Angelo per una costituenda biblioteca universitaria, a vantaggio soprattutto degli studenti e dei giovani ricercatori, è documentato anche nel
caso della neonata Statale di Milano. Come primo preside della facoltà di Giurisprudenza, si prodiga, infatti, per dotarla di un adeguato patrimoni librario:
« Con l’efficace aiuto del preside della facoltà prof. Sraffa e del prof. Ferruccio
Bolchini … e, in grazia delle benevoli disposizioni del sen. Raimondi presidente
della Corte di appello, si concordò la cessione all’università, a titolo di deposito,
della libreria dell’antico Senato di Milano e di quella legata alla Corte dall’avv.
Segrè … »74.
Mattioli, f Pino, Raffaele Mattioli tra economia e bibliografia (1922-1925), in «Il pensiero economico italiano», VIII/2000/1, spec. pp. 38-42; ead., Economia, finanza, banca, cit., pp. 77-78.
72 Sul contributo di Fausto Pagliari (1878-1960) al socialismo italiano, la bibliografia è vasta, il
rinvio si limita qui al numero speciale, a lui dedicato, di Critica Sociale, suppl. al fasc. n. 24 del
20 dicembre 1960, dove si raccolgono anche i contributi di Libero Lenti, Ferdinando di Fenizio,
Aldo De Maddalena, Armando Sapori, Girolamo Palazzina, che lo ricordano in Bocconi. Cf.
altresì g Berta, L’Italia delle fabbriche. Ascesa e tramonto dell’industrialismo nel Novecento,
Bologna, 2006, spec. pp. 25 ss.; id , Carlo Rosselli e la teoria economica dell’azione sindacale, in
Carlo Rosselli: gli anni della formazione, cit., pp. 57-67. Su Pagliari in Bocconi, A. saPori, Mondo
finito, II ed., Milano-Varese, 1971, pp. 225-226; Bagiotti, Storia della Università Bocconi, cit.,
pp. 240-243; lenti, Gli ottant’anni della Bocconi (1902-1983), in id , Gli ottant’anni della Bocconi, cit., pp. 34-35; romani, « Bocconi über alles! », cit., passim; l guatri, Li ho visti così 1.
Protagonisti di Università, industria, banca, professione nell’ultimo mezzo secolo, interviste di E.
Zampollo, Milano, 2009, pp. 133-141. Da ultimo, c di deo, Pagliari, Fausto, in preparazione
per gli aggiornamenti on line (http://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/dbbi20.htm, ultimo accesso
novembre 2011) del volume g de gregori, s Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del
XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990, Roma, 1999.
73 e decleva, Etica del lavoro, socialismo, cultura popolare. Augusto Osimo e la Società Umanitaria, Milano, 1985, spec. pp. 43 ss.; c g lacaita, Istruzione e lavoro nel socialismo milanese
all’inizio del ‘900, in Cultura, istruzione e socialismo nell’età giolittiana, a cura di l rossi, Milano,
1991, pp. 75-98. Cf. altresì il volume collettaneo commemorativo Il modello Umanitaria. Storia,
immagini, prospettive, Milano, 2003, passim.
74 Biraghi, La fondazione dell’Università di Milano, cit., pp. 197-198, anche per ulteriori notizie
sulla costituzione della biblioteca giuridica. Cf. altresì di renzo villata – massetto, La ‘secon-
angelo sraffa
XXIX
Sraffa, perciò, animato, per un verso, dallo spirito del bibliofilo e del collezionista, ma anche guidato da un interesse non fine a se stesso per il passato e
per l’evoluzione storica del diritto, che lo aiuta a meglio cogliere i temi dell’attualità, lavora tra i libri e per i libri. Pare quindi calzante, nei suoi confronti,
quanto scrive Michele Sarfatti: « …in sostanza le attività degli ebrei italiani si
accentravano intorno alla stoffa e – in secondo luogo – al libro », laddove, per
libro, si intende sia la produzione e la vendita di prodotti tipografici, sia la loro
valorizzazione, cioè l’insegnamento75.
daÕ Facoltˆ giuridica lombarda, cit., pp. 83-84.
75 m sarfatti, Gli ebrei negli anni del fascismo: vicende, identitˆ, persecuzione, in Storia dÕItalia,
Annali, 11, Gli ebrei in Italia, a cura di C. vivanti, II. DallÕemancipazione a oggi, Torino 1997,
in part. p. 1652: la considerazione è riferita agli ebrei negli anni Trenta del XX secolo, ma pare
adattarsi perfettamente alla famiglia Sraffa e alle scelte di Angelo, su cui v. meglio oltre.