Verbale CPP 4 del 29-03-2007 - Parrocchia di San Bonifacio

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Verbale CPP 4 del 29-03-2007 - Parrocchia di San Bonifacio
Verbale del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Comunità
di Sant’Abbondio in San Bonifacio
Riunione straordinaria del 29 marzo 2007
G
iovedì 29 marzo 2007 alle ore 20.30 presso la Sala del “Centro S.Giovanni Bosco” si riunisce
in seduta straordinaria e allargata il Consiglio Pastorale della Comunità di Sant’Abbondio in
San Bonifacio (d’ora in avanti C.P.P.) per esaminare e discutere il tema “i cristiani e la pace”, secondo le
indicazioni emerse nel C.P.P. del 15 marzo u.s.
Presiede il Parroco Don Giuseppe Miola, segretario verbalizzante è Silvano Perlini.
In apertura Don Giuseppe saluta i pochi presenti (25 in tutto) e ricorda l’importanza di questo
C.P.P sulla pace (“Pace a voi” è il saluto del Cristo risorto); il recente caso “Dal Molin” rischia di dare
una impronta politica a questo tema: è necessario non farsi strumentalizzare da nessuna parte politica e
ricordare le tante guerre sia “dichiarate” (e dimenticate, come ad esempio in Darfur, Cecenia,
Somalia/Etiopia, Centro Africa) che “non dichiarate” (come nella terra stessa di Gesù). Don Giuseppe
ringrazia il gruppo di lavoro (Marco Bertagnin, Lucia Pavan,Giuseppe Piasentin, Daniela Santolin) che
presenterà le proprie conclusioni e passa quindi la parola a Giuseppe Piasentin.
Piasentin, avvalendosi di PC, videoproiettore e della propria presentazione in formato Powerpoint,
inizia esprimendo la propria delusione per l’apparente scarso interesse suscitato da questo tema nel
C.P.P. precedente.
Gli interrogativi di fondo sono tre:
• Le guerre sono tutte uguali o c’è una guerra “buona”?
• La Chiesa è pro o contro la guerra?
• La Chiesa ha il diritto di esprimere la propria opinione su di un tema “politico”?
Il relatore passa in rassegna i diversi punti, ricordando alcune espressioni di Don Primo
Mazzolari e smontando anche la teoria della guerra “difensiva”: nella guerra non vince nessuno, non i
militari, tanto meno la popolazione civile; la guerra, inoltre, è causa di indicibili sofferenze. La Chiesa
dovrebbe quindi essere “contro” la guerra, ed in ogni caso ha il diritto, sancito anche dalla Costituzione
Italiana, di esprimersi anche su temi politici.
Piasentin conclude il proprio intervento unendo suggestivamente il messaggio evangelico “Ecco,
io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi” alla celebre immagine dell’anonimo studente cinese che fermò a
mani nude i carri armati in piazza Tien A Men.
La parola passa a Lucia Pavan che, sempre avvalendosi dei medesimi mezzi multimediali, inizia
a presentare il proprio intervento dal titolo “La pace nella Bibbia”. Gli episodi bellici dell’Antico
Testamento appartengono al genere della letteratura epica: manca l’«eroe», chi vince è sempre Jahvhé,
anche grazie all’opera di grandi personaggi (Davide, ecc.). Nell’A.T. l’espressione “Dio degli Eserciti”
ricorre ben 284 volte. Spesso ricorre nei Profeti la visione di una umanità pacificata. Nel Nuovo
Testamento Gesù si colloca nella linea profetica e messianica dell’A.T. Certo, la pace ha un costo.
Alle 21.30 Lucia Pavan chiude il proprio intervento, ringrazia i relatori ed apre il dibattito.
Viene fatto notare come si vadano a cercare problemi planetari e magari non ci si accorga di quello
che ci circonda da vicino. Don Giuseppe replica, ricordando che convertirsi alla pace è un impegno
personale, ma che è ugualmente obbligatorio per il cristiano non “nascondere la testa sotto la sabbia”,
proclamando la propria opinione, fatta salva la laicità dello stato.
Altri fa notare che è necessario un vero e proprio “metodo della pace”, che è un ribaltamento della
prospettiva, ponendo al centro il perdono: dare il perdono agli altri per poter ottenere il perdono da
Dio.
Da altra voce si richiama il fatto che la guerra nasce dall’egoismo che c’è nel cuore dell’uomo.
Per altri ancora, la pace è importante come scelta di vita, è necessario partire dal “piccolo” (famiglia,
ambiente di studio e lavoro, ecc.) per allargare sempre di più.
Una parte non trascurabile del dibattito è legata al problema della strumentalizzazione politica delle
opinioni dei cattolici; viene fatto notare come sia un rischio da correre, non si deve aver paura di
esprimersi, agendo anche concretamente, nelle scelte quotidiane (Commercio Equo e Solidale, ecc.).
Una parte dei presenti, tuttavia, pensa che queste opinioni vengano strumentalizzate in chiave
antiamericana. Don Giuseppe ricorda che, benché all’ingresso del Palazzo dell’Onu sia riportata
paradossalmente la frase di Isaia “Forgeranno aratri dalle loro lance”, il diritto di veto rappresenta di fatto
una profonda ingiustizia da eliminare.
Un altro intervento ricorda la necessità di distruggere il muro di omertà che protegge gli interessi
economici legati alla guerra.
Don Luigi afferma che il caso “Dal Molin” aleggia quasi come uno spettro sul Consiglio: tutti lo
sottintendono, nessuno ne parla apertamente; anche la Chiesa, tuttavia, pur prendendo aperta posizione
sui “Dico”, è scandalosamente latitante su altri problemi. Don Luigi propone la redazione di un
documento da rendere pubblico. L’ipotesi raccoglie ampi consensi, Don Guido suggerisce anche di
raccogliere più informazioni specifiche sul caso “Dal Molin”.
Alcuni presenti, ed anche Don Giuseppe, ricordano che tuttavia il tema della serata è “il cristiano e
la pace”, non è una serata specifica sul caso “Dal Molin”.
Viene espressa anche la richiesta di un incontro pubblico sul tema, con l’intervento di esperti, che
possa essere importante momento di crescita. Il Consiglio, invece, fa propria l’opinione di affidare ad
un gruppo di lavoro l’incarico di redigere un documento che possa proporre una visione condivisa
dell’argomento.
In chiusura il Parroco ringrazia tutti per la partecipazione alla discussione; alle ore 22.45 la seduta è
tolta.
Il segretario
Il Presidente