Teleriscaldamento da biomasse

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Teleriscaldamento da biomasse
36 Provincia
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 17 LUGLIO 2013
a
a
Teleriscaldamento
con biomasse
per tre Comuni
Disperso
nell’Adda
Ricerche
senza esito
A
Calolziocorte
Ancora senza esito le ricerche della
persona dispersa nelle acque del fiume Adda, tra le sponde di Calolziocorte e Olginate, nella zona del Lavello. Anche nella giornata ieri sono
proseguite le ricerche da parte dei vigili del fuoco di Lecco con i sommozzatori che sono arrivati da Como.
Presentati in Regione i progetti di Piazzatorre
Sant’Omobono e Alzano, finanziati dall’Europa
Altri impianti ad Adrara San Rocco e Foppolo
FABIO FLORINDI
a Un progetto sull’utilizzo della biomassa forestale al
servizio di piccole reti di teleriscaldamento che vede coinvolti tre comuni bergamaschi. È
stato presentato ieri mattina a
Milano, a Palazzo Pirelli, il progetto Factor 20, cofinanziato dal
programma comunitario «Life+» e dal ministero dell’Ambiente. Promosso e coordinato
dall’assessorato all’Ambiente
regionale, vede la partecipazione anche della Basilicata e della Sicilia. L’assessore regionale,
Claudia Terzi, ha spiegato che
«il tema è di primaria importanza nel quadro delle politiche
ambientali ed energetiche di
Regione Lombardia». E questo
nell’ottica dell’elaborazione del
«nuovo Piano energetico ambientale regionale (Pear), che
sarà lo strumento cardine per il
raggiungimento degli obiettivi
europei di riduzione delle emissioni di gas serra e dei consumi
energetici, nonché di aumento
dell’uso delle fonti energetiche
rinnovabili». Nell’ambito di
Factor 20, in tre comuni del ber-
gamasco (Piazzatorre, Sant’Omobono e Alzano Lombardo)
sono state progettate tre caldaie
a biomasse, che garantiranno
un abbassamento sia del costo
dell’energia che dell’inquinamento ambientale.
La caldaia di Piazzatorre
A Piazzatorre verrà costruita
una caldaia a biomassa della potenza di circa 850 kW con un
micro cogeneratore per la co-
L’impianto più
costoso nel paese
dell’alto Brembo:
spesa di 3,2 milioni
pertura del carico estivo e una
caldaia a metano per integrazione ed emergenza. L’investimento richiesto è di 1,9 milioni di
euro, con una biomassa di 900
tonnellate l’anno e una riduzione di CO2 di circa 450 tonnellate annuali. Il tempo di recupero dell’investimento è stimato
in 12 anni.
L’impianto di Sant’Omobono
A Sant’Omobono Terme, invece, è prevista una caldaia a biomassa della potenza di 1.400
kW (con micro cogeneratore
per la copertura del carico estiva e una caldaia a metano per
l’integrazione e per l’emergenza). In questo caso l’investimento è stimabile in circa 2,5 milioni di euro.
La biomassa richiesta è di
1.600 tonnellate l’anno e la riduzione di anidride carbonica di
800 tonnellate l’anno. Il tempo
di rientro è stimato in otto anni.
Le centrali di Alzano
L’ultimo impianto, ad Alzano
Lombardo, riguarda una o più
centrali termiche a biomassa
dalla potenza complessiva di
circa 3,4 MW. Anche in questo
caso è previsto un micro-cogeneratore per la copertura del carico estivo e una caldaia a metano di integrazione.
La spesa dovrebbe aggirarsi
attorno ai 2,1 milioni di euro, la
biomassa richiesta è di 2.800
tonnellate annue e le emissioni
di CO2 verrebbero ridotte di
a
glio, è inizialmente sembrato
molto grave: a preoccupare erano soprattutto le condizioni
della donna, N. F., 37 anni, di
Romano, alla guida del fuoristrada: è stata estratta dal suo
mezzo e poi messa su una barella spinale dai vigili del fuoco
di Treviglio, intervenuti subito
sul posto con l’ausilio di quelli
di Dalmine.
Passeggera di 89 anni
Dopo l’impatto una Jeep è finita nel fosso che costeggia la strada FOTO CESNI
Una spettacolare carambola di tre
auto i cui occupanti, fortunatamente, se la sarebbero cavata solo con
ferite lievi e un grande spavento.
Questo è stato l’incidente avvenuto ieri pomeriggio, a Treviglio, in
via Pagazzano.
Una Fiat Idea, mentre stava
procedendo in direzione Pagazzano, si è scontrata, con la sua
parte latero-frontale, contro
una Jeep Wrangler che stava
viaggiando in direzione opposta. Il fuoristrada inaspettata-
1.400 tonnellate all’anno. Il
tempo di rientro dell’investimento è stimato in 7 anni.
Gli esempi di Adrara e Foppolo
Nel corso della conferenza sono intervenuti i sindaci di Adrara San Rocco e di Foppolo, per
portare la loro testimonianza. Il
primo cittadino di Adrara San
Rocco, Alfredo Mossali, ha spiegato che l’impianto a biomassa
del suo comune ha permesso di
risparmiare 14.422 euro in 7
mesi, il 29,6%. Entrato in funzione il 4 ottobre del 2012, al 15
maggio scorso il costo energetico relativo all’impianto è stato
di 34.350 euro contro i 48.772
euro delle strutture rimpiazzate. «L’impianto di proprietà comunale, che ha una potenza di
400 kw, riscalda circa 1.400 metri cubi, spegnendo 8 caldaie (7
a metano e una a gasolio)».
L’impianto a biomasse di
Foppolo, invece, è in fase di autorizzazione e dovrebbe essere
terminato entro la fine del 2014.
A presentarlo sono stati il sindaco, Giuseppe Berera, e il progettista, Damiano Zambelli di
Brembilla. Il costo totale del
progetto è di 3,2 milioni di euro
e il tempo di recupero dell’investimento sull’opera è stimato in
6 anni. Nell’impianto entreranno 2.200 kW ed usciranno 270
kW elettrici e 1.900 kW termici. La rete sarà lunga circa 1,2
km e coinvolgerà 11 utenze
(condomini e la piscina comunale). ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
R. A.
a
Carambola di auto
Tanto spavento
ma ferite lievi
A
Treviglio
A Foppolo la piscina sarà riscaldata da una centrale a biomasse
Per tutta la giornata, con una
breve pausa, la zona del fiume
Adda è stata perlustrata dai sommozzatori che si sono mossi con
l’utilizzo di un gommone, in particolare nella zona dell’ex ponte
ferroviario tra Calolziocorte e
Olginate, dove era stata fatta la
segnalazione attorno alle 8 di lunedì, di una persona che era entrata vestita nel fiume e poi non
era stata più vista. Era scattato
così l’allarme: sul posto erano arrivati i vigili del fuoco di Lecco,
l’ambulanza dei «Volontari del
soccorso» di Calolziocorte per il
servizio del 118 e una pattuglia di
carabinieri.
Le ricerche di ieri hanno interessato anche il tratto del fiume
tra l’ex ponte ferroviario fino alla palude di Brivio, dove le correnti del fiume sono più forti e si
formano delle sacche. Intanto,
dalle informazioni che sono trapelate, dovrebbe trattarsi di un
uomo di 82 anni, di origine straniera. Sulla vicenda indagano i
carabinieri di Calolziocorte. Le
ricerche, secondo quando confermato dai vigili del fuoco di
Lecco, dovrebbero ancora proseguire oggi con il coinvolgimento ancora dei sommozzatori che
continueranno a scandagliare le
due sponde del fiume. ■
mente, vista la differenza di
mole con la piccola monovolume, ha avuto la peggio: dopo
l’impatto si è infatti girato su se
stesso, ribaltandosi sul fianco
nel fosso irriguo che costeggia
la strada. La Fiat Idea ha invece continuato la sua corsa per
poi andare in testacoda dopo
essere finita contro un’altra auto, una Fiat Panda, che stava
procedendo pochi metri più indietro della Jeep Wrangler.
L’incidente, che è accaduto
intorno alle 18 ed è stato rilevato dalla polizia locale di Trevi-
Una volta trasportata all’ospedale di Treviglio però il suo
quadro clinico è risultato non
serio.
Sono finite all’ospedale anche le due donne che erano a
bordo della Fiat Idea: al volante una sessantaduenne, C. I. D.,
a fianco D. G., di 89 anni, entrambe di Treviglio. A quest’ultima, vista la sua età avanzata,
è stata data particolare attenzione: il personale medico di
soccorso del 112 giunto sul luogo dell’incidente ha infatti
provveduto a immobilizzarle il
collo con un collarino. Anche
loro comunque se la sono cavata con ferite lievi.
Non ha invece avuto bisogno
di essere portato all’ospedale il
conducente della Panda, 44 anni di Romano: secondo quanto
ha riferito, la responsabilità dell’incidente sarebbe della conducente della Fiat Idea che a un
certo punto avrebbe iniziato,
forse abbagliata dal sole, a spostarsi nel centro della strada invadendo quindi la corsia opposta dove stava sopraggiungendo la Jeep Wrangler. ■
Pa. Po.
Airone bianco a Vertova
Preso e portato all’oasi Wwf
A
Vertova
Un airone bianco maggiore, specie
rara per le nostre zone montane, ha
fatto tappa a Vertova. Era stato avvistato domenica nelle acque del
torrente omonimo, nel tratto finale
che attraversa il paese.
Ed è rimasto lì fino a ieri quando due agenti della polizia provinciale lo hanno catturato con
un retino per portarlo nell’oasi
di Valpredina dove è stato visitato. Non presentava traumi o
lesioni evidenti ma appariva
piuttosto debole, forse per scarsa nutrizione. Per Vertova questo esemplare di airone ha costituito una presenza straordinaria e insolita: piumaggio candido, becco giallo, altezza circa
un metro, portamento regale,
movimenti lenti, qualche tentativo di breve volo che aveva fatto pensare a un’ala ferita che i
veterinari hanno escluso, tanto
che, trascorsi alcuni giorni di terapia alimentare, verrà liberato.
Nel tratto urbano del torrente Vertova non sono rare le presenze di aironi cinerini, germani, gabbiani e altra avifauna acquatica. E quella parte del corso d’acqua è stata scelta dalla
Provincia come zona di ripopolamento e nella sua corrente
prosperano trote e avannotti. ■
F. I.
L’airone bianco catturato ieri dalla Polizia provinciale a Vertova
L’esemplare era stato avvistato domenica e non era in grado di volare