Carlo Francesco Dotti. Il grande Architetto che progettò il portico di

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Carlo Francesco Dotti. Il grande Architetto che progettò il portico di
Carlo Francesco Dotti.
Il grande Architetto che progettò il portico di San Luca
a 250 anni dalla sua scomparsa.
A 250 anni dalla morte di Carlo Fancesco Dotti, la Fondazione del Monte ne celebra la
figura e l’opera con un convegno organizzato per domani, martedì 20 ottobre alle ore
15.30 presso l’Oratorio di San Filippo Neri, in via Manzoni n.5
Il convegno vedrà la partecipazione dei maggiori studiosi e storici dell’arte
Gli interventi
Anna Maria Matteucci
La matrice comacina di Carlo Francesco Dotti
Deanna Lenzi
Un progetto del Dotti per il completamento della cattedrale di Bologna
Carlo De Angelis
Il mancato intervento del Dotti per la cupola di San Pietro a Roma
Gabriella Sapori
Carlo Francesco Dotti e Prospero Lambertini – l’Architetto e l’Arcivescovo nella chiesa di
San Giovanni Battista a Minerbio
Ombretta Bergomi
Un’aggiunta al catalogo di Carlo Francesco Dotti: l’edificio con la torretta a Castel San
Pietro Terme
Per ricordare l’architetto Carlo Francesco Dotti nel duecentocinquantesimo dalla
morte.
Nel 2009 cadono i 250 anni dalla morte di Carlo Francesco Dotti (1669-1759), uno
degli architetti più importanti della prima metà del Settecento, a Bologna e nello Stato
Pontificio. Nonostante egli fosse nato nei pressi di Como, è da ritenersi bolognese a
tutti gli effetti, avendo trascorso la maggior parte della sua vita in questa città dove,
intorno alla metà del Seicento, vennero ad abitare il nonno e poi il padre, entrambi
architetti di discreto nome.
Dopo aver appreso il mestiere in famiglia, sino alla soglia dei novant’anni Carlo
Francesco frequentò con passione il cantiere, ritenendo che l’architettura si dovesse
sviluppare in dinamico rapporto tra progettazione ed esecuzione. Perciò oltre che della
direzione artistica si occupò dell’organizzazione del lavoro e della scelta dei materiali
da utilizzare, anche per superare i difficili problemi statici che talora gli si presentarono.
Portò a termine la ricostruzione della Basilica di San Domenico senza abbattere il tetto,
e dedicò alla realizzazione del Meloncello e del Santuario della Beata Vergine di San
Luca quasi quarant’anni della sua vita. Queste opere sono tra le più importanti da lui
lasciate a Bologna, insieme all’Osservatorio, noto come Specola, e alla solenne
Biblioteca dell’Istituto delle Scienze. Ripristinò, inoltre, il Teatro Marsili, intervenne nei
palazzi Monti e Agucchi, costruì lo scalone del palazzo Davia Bargellini, restaurò e
ampliò molti edifici del contado.
Nella progettazione delle chiese egli mantenne coerenza ed omogeneità di
atteggiamento culturale rispetto agli esempi seicenteschi, adottando tipologie
paradigmatiche che personalizzò con l’alleggerire le strutture portanti e i motivi
decorativi e col dare luminosità diffusa agli ambienti. Riuscì così a ridurre l’eccessiva
solennità del classicismo seicentesco cui si ispirava, e utilizzò il motivo della colonna
libera e le paraste fortemente aggettanti per suddividere ed enfatizzare lo spazio.
Tenutosi, perciò, in equilibrio tra tradizione e rinnovamento diede forma ad un
classicismo scenografico assai gradito al pubblico, frutto dell’accostamento di
eleganza, buon gusto e magnificenza.
In veste di Architetto del Senato intrattenne rapporti stretti con il cardinale Prospero
Lambertini, poi Benedetto XIV, con cui scambiò un fitto epistolario attualmente oggetto
di approfondimento. Dal porporato gli giunsero suggerimenti e consigli volti a rendere
idonee e funzionali per le celebrazioni del culto le chiese in cui prestò la sua attività.
Inoltre lasciò scritti sulle tecniche costruttive.
A questo celebre artista, nel lontano 1968, Anna Maria Matteucci ha dedicato una
monografia, riedita nel ‘69 con ampliamenti e aggiornamenti. Per la conoscenza di
Carlo Francesco Dotti è fondamentale anche il contributo di Anja Buschow Oechslin,
che nel 1971 ha studiato le sue opere nell’ambito della produzione degli architetti
bolognesi del Settecento; e nel 1992 ha redatto esaurienti biografie di lui e del figlio,
l’architetto Gian Giacomo, per il Dizionario Biografico degli Italiani. Non va poi
dimenticato il contributo di Francesco Ceccarelli e Pier Luigi Cervellati nel volume Da
un palazzo a una città, del 1988; e di Anna Maria Matteucci nel libro La Basilica di San
Luca in Bologna (1993), in cui si analizza la struttura architettonica del Santuario e del
Meloncello, scenografica costruzione progettata dal Dotti e ispirata ad una invenzione
di Francesco Galli Bibiena. Di quest’ultimo problema si è occupato anche Carlo De
Angelis in un intervento al convegno del 2002, Un passamano per San Luca, (2004).