Aspetti teorici e applicativi della Sand Play Therapy

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Aspetti teorici e applicativi della Sand Play Therapy
Associazione Italiana per la Sand Play Therapy
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Aspetti teorici e
applicativi della
Sand Play
Therapy
Milano, 12-13 Giugno 2009
Facoltà di Psicologia
Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Con il patrocinio di:
Dipartimento di Psicologia
ATTI DEL CONVEGNO “ASPETTI TEORICI E APPLICATIVI DELLA SAND PLAY THERAPY”
COMITATO SCIENTIFICO
Prof. ssa Simonetta M. G. ADAMO, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Prof. Marco GARZONIO, Associazione Italiana per la Sand Play Therapy, AISPT
Prof. Romano MADERA, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Dott. ssa Chiara A. RIPAMONTI, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Dott. ssa M. Rosaria Fontana, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Dott. Emanuele Preti, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Sig.ra Anna Moretti, Associazione Italiana per la Sand Play Therapy, AISPT
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO “BICOCCA”, 12-13 GIUGNO 2009
ATTI DEL CONVEGNO “ASPETTI TEORICI E APPLICATIVI DELLA SAND PLAY THERAPY”
INDICE DELLE SESSIONI
SESSIONE 1
Gioco e creatività
p.5
M. Garzonio
Il gesto della trascendenza messo in gioco
p.5
R. Madera
SESSIONE 2
Psicoterapia analitica e setting con la Sand Play Therapy
p.6
D. Tortolani
La relazione che prende forma:
importanza delle immagini di transfert nell’analisi con la Sand Play
p.7
R. Napoliello
SESSIONE 3
Il cibo-mondo e le sue rappresentazioni:
il gioco della sabbia nei disturbi del comportamento alimentare
p.8
F. Montecchi
La specificità della Sand Play Therapy nella riparazione dell’esperienza traumatica:
il percorso verso l’integrazione del complesso autonomo
p.9
W. Bosio Blotto
SESSIONE 4
Lo “spazio libero e protetto” della Sand Play Therapy nella presa in carico
multiprofessionale in un servizio sanitario territoriale.
Aspetti metodologici e clinici.
p.10
E. Contardi
Sand Play e Psicosomatica:
l’uso della Sand Play come processo riparativo nella dissociazione fra mente e corpo
p.10
M. Talamini
SESSIONE 5
Esperienze cenestesiche non verbalizzabili espresse attraverso la Sand Play Therapy
p.11
A. Mazzarella
“Come in un film”.
I disturbi della coscienza nella Sand Play Therapy
p.11
V. La Spina
SESSIONE 6
Le mani che parlano nella sabbia e nel disegno
p.12
C. A. Ripamonti
Il simbolismo dell’acqua nella pratica analitica svolta con la Sand Play Therapy
p.12
P. Manzoni
Indice dei Relatori
p.13
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ATTI DEL CONVEGNO “ASPETTI TEORICI E APPLICATIVI DELLA SAND PLAY THERAPY”
RIASSUNTI DELLE COMUNICAZIONI
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ATTI DEL CONVEGNO “ASPETTI TEORICI E APPLICATIVI DELLA SAND PLAY THERAPY”
PRIMA SESSIONE
Discussant: Prof. ssa Daniela Tortolani
“GIOCO DELLA SABBIA” E CREATIVITA’
M. Garzonio
L’intervento prende le mosse dalle riflessioni di carattere filosofico e antropologico che sono state
svolte intorno alla tematica del “gioco” per passare più specificatamente all’esame dell’argomento
sotto il profilo psico-pedagogico (Margaret Lowenfeld) e sotto quello più proprio della psicoanalisi,
con le suggestioni di autori come Freud, Winnicott, Jung.
Dall’aspetto teorico si passerà quindi a quello applicativo, terapeutico e clinico in particolare. E ciò
avverrà seguendo l’esperienza che Dora M. Kalff ha condotto nell’approntamento della metodica da
lei messa a punto: la “Terapia del gioco della sabbia”. In particolare verranno indicati i criteri
fondanti di tale approccio psicoterapeutico, la loro relazione stretta con il pensiero psicoanalitico e
le applicazioni di questo, le specifiche valenze che la Sand Play Therapy presenta in rapporto con la
creatività. E’ la liberazione di energie e la scoperta delle possibilità d’incanalamento di queste che
può dare senso al vivere e alla sofferenza, che può portare alla trasformazione.
La dinamica relazionale, il processo individuativo, lo spazio espressivo e di crescita sperimentati
saranno resi evidenti attraverso i “racconti” clinici e verranno documentati anche grazie alla
presentazione di quadri significativi tratti da alcuni casi.
IL GESTO DELLA TRASCENDENZA MESSO IN GIOCO
R. Madera
Nel Gioco della Sabbia in analisi con gli adulti, proprio la relativa estraneità, o non immediatezza,
del gioco al giocatore rispetto allo psichismo conscio e alle sue dimensioni concettuali e descrittive,
in ogni caso rispetto alla discorsività, può attivare altre dimensioni dello psichismo meno
controllate nella loro portata di senso. Il nesso fra le varie scene di gioco poi rimane quasi sempre
fuori dalla portata di comprensione della coppia analitica, il momento della revisione delle sabbie,
alla fine dell'analisi, può quindi costituire un momento privilegiato per intravedere un senso
possibile all'orientamento di vita non prodotto dalle riflessioni e dalle decisioni dell'Io. Si tratta
dunque di una potenzialità mitobiografica, di trascendimento del senso che l'Io attribuisce, o nega,
per parte sua, all'esistenza. Su questo tema verterà il mio contributo, illustrato anche da qualche
scenario di gioco.
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SECONDA SESSIONE
Discussant: W. Bosio Blotto
PSICOTERAPIA ANALITICA E SETTING CON LA SAND PLAY THERAPY
D. Tortolani
Ci possiamo interrogare su quale sia il compito di un analista che usi questa tecnica e come
l’immagine entri nell’analisi attraverso un mezzo anziché attraverso l’uso della parola.
Secondo il mio punto di vista, l’immagine realizzata può essere vista come l’esposizione di
contenuti presenti nel preconscio del paziente e che, per questa loro vicinanza alla coscienza,
possono venir rappresentati senza il filtro delle parole, che però possono accompagnare la
costruzione, o come contenuti archetipici, che fluiscono immediatamente nella scena al momento
opportuno. Ciò ne facilita l’impiego come mezzo adatto ai bambini a agli adolescenti, ma gli analisti
che lo adottano per gli adulti sanno quale ricchezza di contributi dia, proprio perché permette ai
contenuti profondi di emergere senza bisogno di passare attraverso gli schemi intellettivi, che sono
di ostacolo in alcuni pazienti o in alcuni momenti, in cui difese particolarmente attive bloccano
l’espressività verbale o contenuti troppo pregnanti sono praticamente intraducibili attraverso gli
schemi usuali.
I contenuti così rappresentati possono, a volte, divenire immediatamente chiari a chi ha realizzato
la scena, oppure no: compito dell’analista è quello di rendere possibile alla coscienza
l’assimilazione dei contenuti dinamicamente espressi, legando i momenti costruttivi con quelli
espressivi ed riconnettendo entrambi all’esperienza “esterna” del paziente nel mondo e a quella
“interna” che si manifesta nel transfert.
L’immagine viene così reinvestita dei significati profondi che l’hanno creata e diviene di nuovo
carica dei moti pulsionali che l’hanno fatta scaturire dalle profondità dell’essere, ricca, tramite la
presenza analitica, della possibilità riflessiva, che la libera dal mero gioco estetico rendendole
significato e dignità trasformativa.
L’immagine, secondo l’insegnamento di Jung, diviene il tramite, lo psicopompo dell’inconscio, il
mezzo di comunicazione tra paziente ed analista, tra conscio ed inconscio.
La scena che il paziente fornisce è:
- da una parte, la “fotografia” del suo rapporto reale con il mondo esterno che deve essere
analizzato;
- - dall’altra, la rappresentazione di una tematica ben più profonda, che continua ad agire
nell’inconscio come immagine guida per lo sviluppo futuro, senza che ciò sia stato
sottolineato ed interpretato, poiché l’immagine va al di là delle parole e le trascende, così
come certi aspetti prognostici di un sogno rimangono nella mente dell’analista e nel
preconscio del paziente, fino a che non sia giunto il momento adatto alla realizzazione.
Pertanto l’immagine del sogno e della sabbia rimane come l’elemento dinamicamente
attivo, che imprime moto al processo trasformativo.
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LA RELAZIONE CHE PRENDE FORMA:
IMPORTANZA DELLE IMMAGINI DI TRANSFERT NELL’ANALISI CON LA SAND PLAY
R. Napoliello, R. Cagna, E. Palma, C.A. Ripamonti, E. Tramaloni
La comparsa di immagini di transfert, in particolari momenti nella terapia con il Gioco della Sabbia,
determina una trasformazione e talora una svolta nel processo terapeutico stesso, derivante anche
da una trasformazione all’interno della realzione terapeuta - paziente.
Si è pensato, di conseguenza, di raccogliere le immagini di transfert emerse nei vari percorsi di
differenti pazienti, riflettendo e confrontando i vari sentiti controtransferali prima, durante e dopo
la comparsa delle immagini di transfert, in modo da poter approfondire la tematica transferale controtransferale e la sua importanza all’interno della psicoterapia che utilizza anche il gioco della
sabbia, in linea con l’epistemologia junghiana.
Le riflessioni che ne derivano non prescindono dal dibattito attorno alla tematica relazionale,
attivatosi negli ultimi anni tra le differenti scuole di pensiero, e si confrontano con le nuove
conoscenze derivanti dagli studi delle neuroscienze che, portando ad una più ampia comprensione
dei processi mentali, ampliano le prospettive di conoscenza riguardo le ipotesi sui processi di
guarigione che si attivano lungo un percorso psicoterapeutico.
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TERZA SESSIONE
Discussant: M. Talamini
IL CIBO-MONDO E LE SUE RAPPRESENTAZIONI:
IL GIOCO DELLA SABBIA NELLE ANORESSIE E NELLE BULIMIE
F. Montecchi
La bocca nel lattante è il primo organo di senso, comunicazione e sopravvivenza; l’atto del
mangiare è un modo per afferrare il mondo, e la zona orale assume il valore di zona “gnosogena”
perché non è solo fonte di sopravvivenza e di piacere, ma anche di conoscenza e relazione con il
mondo e con la realtà.
Se gli eventi interni o esterni- le cure materne- non garantiscono certezze, nel lattante si sviluppa
una percezione che l’oggetto di cui ha bisogno non è assente, bensì presente ma cattivo: è quello
che la Klein indicò come la fantasia del “seno cattivo” o, in termini archetipici junghiani, la
costellazione del “volto negativo” dell’archetipo materno.
La percezione della assenza come di una presenza cattiva e pericolosa mobilita le istanze
aggressive; la naturale e fisiologica aggressività tenderà ad essere proiettata e attribuita al cibo
attraverso un processo di identificazione proiettiva; il cibo verrà percepito persecutoriamente come
pericoloso e quindi da rifiutare. L’aspetto, l’odore, ma soprattutto i ricordi e i commenti dei genitori
associati all’esperienza consolideranno il rifiuto alimentare.
L’osservazione dell’ esordio precoce delle anoressie e delle bulimie nell’adolescenza e le
caratteristiche osservate ci spingono a considerarle non come uniche sindromi, ma come una
pluralità di forme, distinte per:
• sesso
• modalità di esordio
• psicopatologia
• possibili evoluzione.
La realizzazione della terapia presenta difficoltà nell’avvio, nella prosecuzione e nella conclusione.
Il/la paziente utilizza la figura del terapeuta così come usa il cibo; come provoca i propri genitori
rifiutandosi di mangiare cercherà di provocare il terapeuta rifiutandosi di parlare.
Il/la paziente si accosta con diffidenza e ostilità ad un trattamento psicoterapeutico che vede
minaccioso. È quindi importante che la relazione sia sfumata o mediata da un "terzo spazio": in ciò
il “Gioco della Sabbia” si inserisce come utile strumento, in quanto questi rischi vengono ridotti.
Inoltre la rappresentazione costruita con le proprie mani fa percepire al paziente di esserne
l’artefice di poter tenere il controllo anche se poi, come dice Jung, “spesso accade che le mani
sappiano svelare un segreto intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente”.
Nella presentazione verranno mostrati diversi quadri di sabbia, che mostrano come le diverse
forme si esprimono nella sabbiera con caratteristiche specifiche, da cui è possibile comprendere il
senso della patologia alimentare.
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LA SPECIFICITA’ DELLA SAND PLAY THERAPY
NELLA RIPARAZIONE DELL’ESPERIENZA TRAUMATICA:
IL PERCORSO VERSO L’INTEGRAZIONE DEL COMPLESSO AUTONOMO
W. Bosio Blotto
La relatrice intende riflettere sulla specificità che questo metodo ha nella riparazione
dell’esperienza traumatica precoce, con particolare riguardo ai complessi genitoriali.
Com’è noto, più precocemente queste esperienze si inscrivono nell’Inconscio e nel corpo, più
difficilmente sono contattabili e integrabili. Sulle loro ceneri si costruiscono dei complessi genitoriali
che, proprio in virtù della immaturità della coscienza di chi li subisce, diventano autonomi,
continuano a “ mangiare energia” e spandere la loro influenza negativa e coattiva sulla vita di chi li
ha subiti e sembra condannato a continuare a subirli.
L’utilizzo della Sand Play mette sovente in evidenza come i pazienti, utilizzando un linguaggio
arcaico e mitologico, possano mostrare l’ andamento regressivo e poi evolutivo e riparatorio
dell’energia psichica, processo che aiuta a contattare il complesso e poi ad integrarlo.
Le immagini condivise nella nuova situazione relazionale permettono di raggiungere lo strato
dell’Inconscio collettivo, ovvero le potenzialità universalmente umane, e da lì ritrovare la
possibilità di contrastare l’autonomia e l’isolamento coattivo del complesso riportando il transfert e
il controtransfert in un terreno di vitale normalità.
La relatrice intende dimostrare come l’uso dell’immagine possa agire sulla psiche della coppia
analitica, nutrendo e fecondando la comprensione e l’atteggiamento di entrambi.
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QUARTA SESSIONE
Discussant: M. Garzonio
LO SPAZIO “LIBERO E PROTETTO” DELLA SAND PLAY THERAPY NELLA PRESA IN CARICO
MULTIPROFESSIONALE IN UN SERVIZIO SANITARIO TERRITORIALE.
ASPETTI METODOLOGICI E CLINICI.
E. Contardi
L’intervento si propone di evidenziare come la Sand Play Therapy, nei suoi aspetti concettuali,
metodologici e clinici, possa essere particolarmente stimolante anche nell’impostazione degli
interventi diagnostici e terapeutici, nella quotidianità di un ambulatorio sanitario territoriale.
In particolare, la relatrice porterà alcune riflessioni ed esperienze relative al proprio lavoro di
psicologa e psicoterapeuta in un Ambulatorio territoriale di Neuropsichiatria Infantile di Torino.
In particolare, il concetto di “spazio libero e protetto” della Sand Play Therapy può rappresentare
un valido riferimento nella presa in carico multiprofessionale, caratteristica di un ambulatorio
pubblico, di un lavoro terapeutico ben integrato con gli altri interventi sanitari, ma protetto da
contaminazioni e confusioni di ruolo.
SAND PLAY E PSICOSOMATICA:
L’USO DELLA SAND PLAY COME PROCESSO RIPARATIVO
NELLA DISSOCIAZIONE FRA MENTE E CORPO
M. Talamini
E' presentata una situazione terapeutica con un paziente di circa 30 anni affetto da DBP (Disturbo
Borderline di Personalità) e afflitto da un persistente "mal di testa", per mettere in rilievo quanto
l'applicazione della Sand Play Therapy in tale situazione sia un efficace veicolo terapeutico per
portare sollievo ai sentimenti intollerabili del paziente, figlio unico di immigrati provenienti dal Sud
Italia, artigiano orafo, che soffre da anni di terribili mal di testa, aggravatisi dopo la morte della
madre.
Il dolore psichico, non avendo trovato acceso alla mentalizzazione, si è trasformato in un
lancinante dolore fisico, per la cui intensità e resistenza a ogni trattamento farmacologico,
sembrava essere nella realtà un fattore invalidante nell'ambito lavorativo, mentre, al contrario, è
risultato essere il solo mezzo a disposizione del paziente per creare i suoi oggetti più belli.
Solo con l'uso della Sand Play il paziente ha potuto a poco a poco liberare immagini, creare
contesti e attivare ricordi della sua infanzia che erano stati tenuti ben celati a se stesso e al
mondo, senza ricorrere alla difesa del sintomo.
La Sand Play si è mostrata essere il mezzo più delicato per procedere verso la trasformazione
del sintomo "mal di testa" nel " male nella testa" e per condurre il paziente verso la
consapevolezza della sua sofferenza psichica.
La terapia con la Sand Play, alternata alla terapia verbale vis à vis, ha tuttavia attraversato aree
pericolose, in cui la regressione ha potuto essere contenuta proprio dallo “spazio libero e
protetto” della sabbiera.
La terapia si è conclusa dopo circa due anni, sia perchè il sintomo si era alleggerito, sia perchè si
è dovuto tener conto che una totale remissione del sintomo corporeo, in pazienti con gravi
disturbi della personalità, a volte può riattivare dinamiche profonde che è più saggio non portare
alla luce.
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QUINTA SESSIONE
Discussant: P. Manzoni
ESPERIENZE CENESTESICHE NON VERBALIZZABILI ESPRESSE ATTRAVERSO LA SAND PLAY
THERAPY
A. Mazzarella
La Sand Play Therapy può offrire uno spazio privilegiato e protetto per esprimere esperienze
profonde archetipiche non risolvibili a livello verbale. Nella mia esperienza ho trovato molto utile
un confronto tra la dimensione simbolica espressa nei quadri di sabbia, le immagini archetipiche di
alcuni sogni particolari e l'emergenza di una dimensione spirituale.
Sarà presentato il caso clinico di un paziente nel quale, a seguito di una crisi matrimoniale, si
nasconde un complesso edipico che si risolve dopo un incesto secondario e l'emergere di una
forte tensione spirituale.
“COME IN UN FILM”.
I DISUTRBI DELLA COSCIENZA NELLA SAND PLAY THERAPY
V. La Spina
La Sand Play Therapy consente di rilevare immagini di artefatti prodotti dal paziente nell’ambito
della relazione di psicoterapia analitica. Ipotizzando che gli oggetti utilizzati nella sabbiera
corrispondano a oggetti psichici del paziente, le fotografie scattate alla fine della seduta
corrispondono a una mappa del mondo psichico del paziente così come si è costellato nell’ambito
della relazione con l’analista; una mappa definibile, in analogia col termine neuroimaging, come
psychoimaging.
Si riportano diverse immagini di sabbie prodotte da un paziente affetto da disturbo d’ansia
generalizzato con disturbi della coscienza (derealizzazione, depersonalizzazione, stati crepuscolari),
illustrandone la storia clinica e i sintomi che l’hanno condotto in terapia, e descrivendone la
situazione di base caratterizzata da carenza e incostanza degli oggetti interni e dalla tendenza a
polarizzare l’attenzione verso eventi passati.
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SESTA SESSIONE
Discussant: V. La Spina
LE MANI CHE PARLANO NELLA SABBIA E NEL DISEGNO
C. A. Ripamonti
Il modello psicoanalitico classico si basa essenzialmente sullo scambio verbale tra terapeuta e
paziente e non considera le potenzialità insite nel linguaggio non verbale, che trova nelle mani il
veicolo d'eccellenza per esprimersi. Le mani che manipolano la materia o le mani che utilizzano
una matita creano delle immagini che parlano dell'anima o psichè dell'individuo. Laddove la parola
ha difficoltà a esprimersi, il gesto diventa veicolo del linguaggio simbolico.
Questo intervento verterà sulla presentazione di un caso clinico in cui il gioco della sabbia è
utilizzato all'interno di un modello psicoterapeutico - psicoanalitico, insieme al disegno.
Obiettivo è quello di mostrare come l'uso integrato dei due strumenti permetta, attraverso l'analisi
delle immagini, di individuare significati simbolici tra loro sovrapponibili e di cogliere indicazioni
relative alla diagnosi e al processo terapeutico.
IL SIMBOLISMO DELL’ACQUA NELLA PRATICA ANALITICA SVOLTA CON LA SAND PLAY THERAPY
P. Manzoni
Il soggetto di questa relazione è un tema trasversale e ricorrente nei casi, che riferiscono del
processo individuativo che si svolge sia nel paziente adulto che nel bambino: le diverse forme di
rappresentazione dell’acqua, che lo “spazio libero e protetto “ della sabbiera, con il suo fondo
azzurro, favorisce.
Il simbolismo dell’acqua è potente e complesso, snodandosi tra il limite della devastazione operata
dalle inondazioni, sino ad esprimere la tensione creatrice più vitale.
Esso è evidente anche nei sogni: rispetto ad alcune patologie in particolare, quali ansia, panico,
disturbi del comportamento alimentare ed obesità, disturbi psicosomatici, non è infrequente che
l’origine del disagio caratterizzato dall’atteggiamento di immediatezza irriflessiva, sia espresso nel
linguaggio onirico sotto la forma di presenza di acque invasive e pericolose.
Immagini che evocano ad esempio la presenza di forti temporali, venti impetuosi che fanno
traballare la casa del paziente; allagamenti o minacciosità di acque che rendono difficile la
possibilità di transitare, di andare oltre.
Il tema dell’invasività può essere letto nella sua essenza come assenza di contraddizione, dominio
dell’unilateralità dell’uno, dell’identico a sé. Le acque invadenti riportano cioè ad un eccesso di
natura, di vita, di amore. Un “amore” che mangia, che divora l’altro da sé nel rapporto.
L’ evolutività del percorso guidato dall’inconscio, conduce spesso il paziente ad individuare
modalità con le quali superare il problema dell’acqua minacciosa, per poterne recuperare l’enorme
potenziale di fertilità.
La pratica analitica basata sulla Sand Play Therapy offre al paziente l’opportunità di esprimere
questo passaggio simbolico in modo più duttile che non il lavoro psicologico limitato verbale.
Il paziente, infatti, può scoprire il fondo azzurro che giace sotto la sabbia, oppure rappresentare
l’acqua con diversi materiali e atteggiamenti di copertura e scoperta.
E, nello svolgersi del cammino, elabora immagini di ricerca delle sorgenti, di individuazioni di
ponti, di percorsi fluviali, di foci e di mari.
La relazione commenterà alcuni quadri di sabbia, tratti da più casi, considerati emblematici
rispetto a questo tema trasversale, desumendone
alcune osservazioni e considerazioni di
sintesi.
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INDICE DEI RELATORI
in ordine alfabetico
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ATTI DEL CONVEGNO “ASPETTI TEORICI E APPLICATIVI DELLA SAND PLAY THERAPY”
Wilma Bosio Blotto
Dott.ssa Wilma Bosio Blotto, Psicologa Analista e Psicoterapeuta
Membro Didatta AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Didatta CIPA / IAAP (Centro Italiano di Psicologia Analitica - International Association of Analytical
psychology)
[email protected]
Emilia Contardi
Dott.ssa Emilia Contardi, Dirigente Psicologo ASLTO1 - Torino, Psicoterapeuta
[email protected]
Marco Garzonio
Prof. Marco Garzonio, Psicologo Analista, Psicoterapeuta
Presidente dell'AISPT (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy), Membro Didatta AISPT / ISST
(Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for Sand Play Therapy)
Membro d Didatta CIPA / IAAP (Centro Italiano di Psicologia Analitica - International Association of Analytical
Psychology)
[email protected]
Vito La Spina
Dott. Vito La Spina, Psichiatra presso l’Unità Operativa di Patologia Forense della ASL 1 - Sassari Psicologo
Analista e Psicoterapeuta
Membro Ordinario AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Ordinario AIPA / IAAP (Associazione Italiana di Psicologia Analitica - International Association of
Analytical Psychology)
[email protected]
Romano Madera
Prof. Romano Madera, Professore Ordinario di Filosofia Morale e di Pratiche Filosofiche presso la Facoltà di
Scienze della Formazione, Università degli Studi di Milano-Bicocca
[email protected]
Paola Manzoni
Dott.ssa Paola Manzoni, Psicologa Analista e Psicoterapeuta
Membro AISPT (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy)
Socio ISST (International Society for Sand Play Therapy)
Vice Presidente CEPEI (Centro di Psicologia Evolutiva Intersoggettiva)
[email protected]
Adriana Mazzarella
Dott.ssa Adriana Mazzarella, Medico Chirurgo, Psicologa Analista e Psicoterapeuta
Membro Didatta AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Didatta CIPA / IAAP (Centro Italiano di Psicologia Analitica - International Association of Analytical
psychology)
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Francesco Montecchi
Prof. Francesco Montecchi, Neuropsichiatra, Psicologo Analista, Psicoterapeuta
Già Primario di Neuropsichiatria dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma
Professore a contratto dell’Università “La Sapienza” di Roma
Presidente della Onlus “La cura del Girasole”
Membro didatta dell’AIPA / AISPT / ITRI
[email protected]
Rosa Napoliello
Dott.ssa Rosa Napoliello, Medico Chirurgo, Psicologa Analista, Psicoterapeuta
Membro Didatta AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Didatta CIPA / IAAP (Centro Italiano di Psicologia Analitica - International Association of Analytical
Psychology)
[email protected]
Chiara A. Ripamonti
Dott.ssa Chiara A. Ripamonti, Ricercatrice in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di
Milano-Bicocca
Psicologa Analista e Psicoterapeuta
Membro Ordinario AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Didatta CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica)
Membro Ordinario IAAP (International Association of Analytical Psychology)
[email protected]
Milvia Talamini
Dott.ssa Milvia Talamini, Psicologa Analista e Psicoterapeuta
Membro Didatta AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
[email protected]
Daniela Tortolani
Prof.ssa Daniela Tortolani, Psicologa Analista, Psicoterapeuta
Membro Didatta AISPT / ISST (Associazione Italiana per la Sand Play Therapy - International Society for
Sand Play Therapy)
Membro Didatta AIPA / IAAP (Centro Italiano di Psicologia Analitica - International Association of Analytical
Psychology)
[email protected]
Acronimi:
AIPA: Associazione Italiana di Psicologia Analitica
AISPT: Associazione Italiana di Sand Play Therapy
CIPA: Centro Italiano di Psicologia Analitica
IAAP: International Association of Analytical Psychology
ISST: International Society for Sandplay Therapy
CEPEI: Centro di Psicologia Evolutiva Intersoggettiva
ITRI: Associazione di Terapia Relazionale Integrata
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