Gli_Autori_files/Intervista a Giulietta Bandiera
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Gli_Autori_files/Intervista a Giulietta Bandiera
dalla rivista PSICODINAMICA giugno 2008 Dialoghi con l’Angelo: Una docu-fiction che ha intrecciato la mission di alcuni di noi di Susanna Garavaglia GIULIETTA BANDIERA – AUTRICE DOMANDA: Come ti è nata l’idea di scrivere il film sui “Dialoghi con l’Angelo”? RISPOSTA: Fin dalla prima volta che ho aperto quel libro, ho visto scorrere davanti a me le immagini di quanto vi veniva narrato, quasi si trattasse di miei ricordi personali. Quasi fossi stata una testimone diretta di quegli eventi, pure così lontani da me nello spazio e nel tempo. Pensare di farne un film è stato un impulso spontaneo, ma per fare un vero film ci volevano troppi soldi. Non intendevo rinunciare al progetto e ho trovato una soluzione alternativa parlando con il mio amico Gabriele Fonseca, che stava mettendo su una sua casa di produzione. Abbiamo così deciso di farne un documentario con delle parti di fiction che potessero raccontare anche ciò di cui non esisteva altra documentazione visiva. D: Com’è nato l’amore per questo libro? R: Questo libro è stato uno dei più grandi incontri della mia vita. Era la metà degli anni Novanta e già da qualche tempo mi interessavo di angeli, d quando ero stata salvata miracolosamente da un incidente d’auto che avrebbe potuto costarmi la vita. Pur essendo all’epoca agnostica e non praticante, avevo avuto una vivida visione angelica, che ha messo in moto una ricerca che mi ha condotta più lontano di quanto non potessi immaginare. Mi ha portata a ritrovare la fede in Dio e a lasciarmi guidare, sia nella mia vita, che nella mia professione, dal contatto con l’angelo, divenuto per me nel tempo un’esperienza molto diretta e personale. Nel frattempo avevo trovato nel libro “Angeli” di Paola Giovetti, una citazione dal libro ungherese “Dialoghi con l’Angelo”: quelle parole mi avevano profondamente colpita e mi misi alla ricerca del libro, senza riuscire a trovarlo perché la prima casa editrice che lo aveva pubblicato in italiano era successivamente fallita. Ne trovai una copia alla Biblioteca Braidense di Milano. Aprii il volume, ne lessi due o tre frasi e scoppiai a piangere di commozione. Per non disturbare gli altri lettori, dovetti abbandonare il libro sul banco della biblioteca e uscire di corsa all’aperto, per dare libero sfogo ai singhiozzi. Era la conferma che aspettavo da sempre a proposito dei messaggi che io stessa ricevevo e che evidentemente provenivano dalla medesima fonte spirituale. Le parole avevano lo stesso ritmo, la stessa vibrazione che io stessa sentivo nel mio cuore, erano il riconoscimento di un grande dono ricevuto, la traccia della Grazia insinuatasi nella mia vita. D: In che cosa i “Dialoghi con l’Angelo” sono attuali? R: Sebbene siano stati trascritti 60 anni fa, questi messaggi parlano a ciascuno di noi oggi, con una puntualità impressionante, poiché il messaggio contenuto nel libro è un messaggio universale. E quindi eterno. E ciò che eterno è sempre attuale. D: Una citazione in particolare che sia la risposta ai cambiamenti di questo nostro tempo? R: Tutto intorno a voi è distruzione, ma in voi è l’eterno rinnovamento. Non abbiate paura! D: Quale dei personaggi del libro ti somiglia di più? R: Mi sono sempre identificata con Hanna, colei che dà voce al messaggio dell’angelo, a beneficio degli altri e di noi lettori. Anch’io presto me stessa come strumento quella stessa voce. Anch’io cerco di trasmetterla, come posso e con i mezzi a mia disposizione, sia attraverso il mio modo di essere, che attraverso il mio lavoro nel campo della comunicazione. D: Quale citazione è più significativa per te, in questo momento della tua vita? R: Quando in te non ci sarà più nulla di superfluo, potrai amare. D: Il dono che hai ricevuto nella tua vita scrivendo questo film e seguendone la lavorazione? R: Secondo la Cabala ebraica gli angeli sono 72 e ciascuno di questi spiriti celesti influenza con le sue caratteristiche un certo periodo dell’anno. Io sono nata il 22 gennaio, sotto l’influenza di Umabel, l’angelo dell’amicizia. Questo film è proprio il risultato dell’amicizia che mi lega a tante persone che sono state con me in questa bellissima avventura: a cominciare da Gabriele Fonseca, Dede Riva, Luigi Cosi, Francesca Sebastiani, Fabrizio Kofler e tutti gli altri che ci hanno aiutato a realizzarlo. Da Bernard e Patricia Montaud, a Stefano Tonelli, a Paola Giovetti, a Giuliano Ricupero, fino a Carmen, Tina, Patrizia e tante altre meravigliose persone con le quali settimanalmente condividevo, all’Ispa di Milano, le meditazioni angeliche ispirate proprio all’insegnamento dei “Dialoghi”. D: Con quale criterio hai scelto le testimonianze del film? R: Volevamo che fossero persone e personaggi già a conoscenza del libro e che si fossero già lasciati ispirare dal messaggio angelico, nella loro vita e nel loro lavoro. Il regista tedesco Wim Wenders per esempio, il quale ci ha rivelato di essersi lasciato guidare dall’ispirazione angelica nella realizzazione del suo film-capolavoro “Il cielo sopra Berlino”, in cui il suo sforzo è stato proprio quello di guardare il mondo nella prospettiva da cui lo vedono gli angeli! Anche il grande filosofo Raimon Panikkar, al quale Gabriele aveva già dedicato un altro documentario dal titolo “La Concordia e l’Armonia” conosceva bene i Dialoghi. L’unico dei nostri intervistati che non aveva ancora letto il libro era il professor Ervin Laszlo, anche lui, come Panikkar, candidato al premio Nobel per la Pace. Per lui abbiamo fatto un’eccezione, visto che è ungherese d’origine e che ha ricordi personali delle vicende e dei luoghi nei quali l’esperienza dei “Dialoghi” nasce e si sviluppa. Si trattava dunque di un testimone prezioso, al quale abbiamo procurato il libro, dandogli l’opportunità di leggerlo prima di realizzare l’intervista. E siccome fra tutti i luoghi che Laszlo poteva scegliere per venire a vivere in Italia, ha scelto il suggestivo borgo di Montescudaio, in Toscana, dove vive da sempre uno dei più grandi pittori di angeli che io conosca, ovvero Stefano Tonelli, abbiamo pensato che, già che c’eravamo, potevamo inserire anche lui nelle nostre interviste. Non a caso Tonelli è un grandissimo estimatore dei “Dialoghi”, dai quali ha tratto grande ispirazione per le sue opere. D: Cosa porta di nuovo oggi questo film? R: La mia speranza è che porti speranza. D: Quale circuito di distribuzione avete previsto per diffonderlo? R: Per il momento è disponibile in libreria, in una confezione che comprende il DVD e un libretto in cui sono presenti tutte le interviste in versione integrale (distribuzione Anima Edizioni) ma ci auguriamo di riuscire a farlo trasmettere presto anche in televisione. E non solo in Italia. Il libro è già stato tradotto infatti nel mondo in 16 lingue diverse. D: Che cosa si troverà fra le mani chi lo acquisterà? R: Credo che questo film sia uno strumento capace di dare la carica, di incoraggiare chiunque ad adempiere al compito per il quale è venuto al mondo. E’ una storia vera, in cui il male è stato trasformato in bene. In cui il dolore ha portato ad una grande rinascita. Un miracolo possibile nella vita di chiunque, se ci si crede e se si è disposti ad impegnarsi in prima persona per cambiare le cose in noi e intorno a noi. D: Questo dunque potrà far crescere gli spettatori? R: La storia che raccontiamo prova che ciascuno può davvero essere ciò che ha scelto di essere, se lo vuole davvero. Tutto dipende da noi. Sempre. D: Perché è bello lavorare con Gabriele? R: Conosco Gabriele da 25 anni e per me, più che un amico, è un fratello. Oltretutto siamo conterranei, salentini entrambi ed entrambi dotati di un profondo senso del meraviglioso. Fin da quando eravamo ragazzi, abbiamo sempre avuto l’abitudine di pensare in grande. Di osare l’inosabile. Ricordo una volta in cui eravamo a Cannes, sulla terrazza del Palazzo del Cinema e sotto di noi scorrevano le maggiori celebrità. Io ero una giornalista alle prime armi, lui un apprendista regista. Ci siamo guardati e, ridendo, ci siamo detti “Ma lo vedi dove siamo? Al di sopra di tutti!!” Ma la nostra non era arroganza. Soltanto entusiasmo. D: Del rapporto con i coniugi Montaud cosa ci dici? R: Un altro incontro magico. Sapevo che Bernard Montaud era la persona che si era occupata di Gitta Mallasz (l’unica sopravvissuta dei quattro contattisti dei “Dialoghi”) negli ultimi anni della sua vita, trascorsi in Francia. Ma non immaginavo che ne fosse anche l’erede spirituale. Ricordo che telefonai al numero della sua associazione Art’As e mi rispose sua moglie Patricia, in perfetto italiano. Ancora ricordo la sorpresa e il sollievo nello scoprire che lei era di origine torinese e che quindi tutti i nostri contatti sarebbero stati facilitati dalla possibilità di parlare la stessa lingua. Fu un incontro memorabile. “Voilà l’Italie!” ha esclamato Patricia accogliendoci e ci ha poi raccontato che Gitta era morta, qualche anno prima, con il cruccio di non essere riuscita a divulgare i “Dialoghi con l’Angelo” in Italia, come avrebbe voluto, dove per problemi legati alla diffusione, il libro era ancora pressoché sconosciuto. Noi eravamo dunque la risposta alle loro preghiere. Non solo, avevamo anche il progetto di realizzare un documentario; un altro sogno che Gitta non era riuscita a realizzare in vita. Ci aveva provato, per la verità, prima di noi, un giornalista francese, ma il risultato non era stato all’altezza delle aspettative. Patricia e Bernard sono diventati per noi oggi un’altra famiglia. Due persone che, non solo hanno ereditato da Gitta l’amore per il messaggio angelico, ma che in base ad esso hanno cambiato radicalmente la loro vita. Oggi hanno fondato in Francia, nella regione dell’Indre, il centro “Amici di Gitta Mallasz” che raccoglie tutte le esperienze nate nel mondo intorno al messaggio dei “Dialoghi”; un luogo bellissimo e benedetto, che consiglio a tutti di visitare. Quanto a loro, li amiamo ed è come se li avessimo sempre conosciuti.