I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con margini vicini

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I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con margini vicini
I ricavi 2013 di Recordati in crescita a 900 milioni con
margini vicini al 25%
Recordati conferma la capacità di crescere sui mercati internazionali più promettenti e si appresta
a varcare la soglia dei 900 milioni di ricavi entro
il 2013 salvaguardando una redditività vicina al
25% in termini di Ebitda margin; dimensione
considerata più che soddisfacente dalla maggioranza degli analisti.
Obiettivi di grande valenza poiché saranno conseguiti pur in presenza del permanere delle
difficoltà in alcuni fra i principali mercati storici della multinazionale milanese.
E tutto ciò sarà possibile se non subentreranno fattori straordinari ad oggi non ipotizzabili e se il
gruppo riuscirà a perseguire quella politica di sviluppo esogeno al servizio della quale potrebbe
apportare sino ad oltre 300 milioni pur mantenendo il rapporto debiti/Ebitda inferiore all’unità;
dimensione considerata più che compatibile sia economicamente che strutturalmente, pur
considerando stabile l’apprezzata politica sui dividendi.
Sperlatura
Riempimento tubi
Riempimento liquidi
Impianto preparazione pomate e liquidi
Filmatura
Confezionamento fiale
Confezionamento
Giovanni Recordati, racconta gli obiettivi del gruppo Recordati
Una scelta resa possibile grazie una generazione di cassa netta anti dividendo compresa fra i 100
e i 120 milioni medi annui e che si innesta nella storica politica di crescita esogena perseguita con
determinazione da un management che ha saputo contrastare il permanere delle difficoltà sui
mercati più maturi ricercando nuovi medicinali da commercializzare anche sui nuovi mercati scelti
con una logica di entrare nelle aree limitrofe più promettenti. Un percorso che ha visto Recordati
espandersi progressivamente ai principali mercati dell’Est Europa, oltreché in Russia e Turchia,
mentre nel contempo lavorava sull’efficienza e sull’attento controllo dei costi.
Una strategia ribadita oggi con forza in quanto, come puntualizza Giovanni Recordati, presidente,
amministratore delegato e direttore generale dell’omonimo gruppo, “la strategia di sviluppo nelle
aree più promettenti è una scelta obbligata per poter continuare a crescere, mentre la scelta di
rafforzare il ruolo nei farmaci per la cura delle malattie rare è dettata anche dalle potenzialità
reddituali che questo business presenta”.
Ed è anche per questo che noi, prosegue il capo azienda, “continueremo a lavorare per
consolidare il nostro ruolo nelle aree storiche, aumentare il peso nei Paesi di più recente
insediamento, con focus su Centro ed Est Europa oltreché Turchia, espandere l’attività nei farmaci
per la cura delle malattie rare a partire dagli Stati Uniti, che è il primo mercato mondiale anche per
queste attività e rafforzare il parco prodotti sia acquisendo portafogli sia sviluppando in modo
organico le nostre attività storiche quali i farmaci per la cura dell’ipertensione, del colesterolo e
dell’ipertrofia prostatica benigna”.
Una strategia di crescita che ha visto un’accelerazione nei passati trimestri considerando che nel
corso del 2012 sono state formalizzate numerose operazioni: l’acquisto di Farma-Projekt, società
attiva dal 2003 nella commercializzazione di farmaci in Polonia, il secondo mercato farmaceutico
dell’Europa centro orientale; l’acquisto di un portafoglio prodotti in Russia composto da cinque
linee commercializzate anche negli altri Paesi della CSI, aree ad alto potenziale di crescita;
l’acquisto di sei prodotti di automedicazione (OTC) in Germania con elevato potenziale di
commercializzazione. Il tutto, ricordano alla Recordati, mentre prosegue lo sviluppo organico come
testimonia anche l’annuncio dell’inizio dello studio clinico di fase III per NX-1207 in Europa con
Nymox pharmaceutical corporation, società americana con la quale Recordati ha siglato nel 2010
un accordo di licenza europea per lo sviluppo e la commercializzazione in Europa, Russia, CSI,
Medio Oriente, Nord Africa e Sud Africa di NX-1207, un farmaco per la cura dell'iperplasia
prostatica benigna.
Ma c’è pure altro poiché, come ricorda il capo azienda, “la nostra storica politica di sviluppo vedrà
presto importanti novità a partire dalla volontà di portare a termine una operazione importante per
rafforzare il nostro ruolo nei farmaci orfani destinati alla cura delle malattie rare negli Stati Uniti; il
mercato più importante al mondo anche per questi farmaci”. Novità dovrebbero presto emergere
anche in Turchia, “ove investiremo circa 50 milioni di euro per realizzare un nuovo stabilimento per
soddisfare lo sviluppo atteso sul mercato interno e quello previsto nei Paesi emergenti ove noi
siamo presenti e vogliamo pure crescere”.
Una strategia che sarà perseguita grazie anche alle nuove risorse che saranno dedicate alle
acquisizioni: fino a 300 milioni pur nel rispetto di un rapporto debiti/Ebitda mantenuto al di sotto
dell’unità, anche se la leva risulterà decisamente superiore all’attuale che vede per fine anno un
debito vicino ai 50 milioni con Ebitda nell’ordine dei 200 milioni salvo sorprese. Il tutto, comunque,
“nel pieno rispetto della solidità patrimoniale e della compatibilità economica che storicamente ci
caratterizza, salvaguardando nel contempo una politica di dividendi che vede l’assegnazione ai
soci del 50% dell’utile”.
Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, ma presenti nei conti in esame come
emerge dai dati dei primi nove mesi. Un periodo caratterizzato da un progresso del 6,8% a 620
milioni dei ricavi nonostante la flessine del 3,2% in Italia e merito lo sviluppo dell’11% di quelle
attività internazionali che nel 2012 hanno beneficiato della politica di crescita esogena sopra
richiamata fra cui il consolidamento dell’acquisizione conclusa a fine 2011 in Turchia. Buone
notizie anche sul fronte reddituale poiché l’ebitda si è collocato poco al di sopra dei 150 milioni con
margini in lieve flessine al 24,3% nonostante l’impatto della richiamata riduzione delle spese
sanitarie in molti Paesi del Europa occidentale, Italia inclusa.
E se non subentreranno fattori straordinari il 2012 dovrebbe chiudersi con un fatturato in crescita di
quasi l’8% al di sopra degli 820 milioni mentre l’Ebitda dovrebbe collocarsi nell’intorno dei 200
milioni con margini nell’ordine del 24,5% e cioè sostanzialmente stabili rispetto al 24,6% del 2011
merito anche al lancio dei nuovi prodotti e ad una attenta politica di contenimento dei costi.
Risultati grazie ai quali l’utile netto dovrebbe fissarsi a circa 120 milioni con margini costanti al 15%
circa.
Uno scenario che dovrebbe riproporsi pure nel 2013. Il prossimo anno, se non subentreranno
fattori straordinari ad oggi non ipotizzabili, dovrebbe infatti chiudersi con ricavi in ulteriore crescita
e ipotizzabili al di sopra dei 900 milioni pur salvaguardando margini al di sopra del 24 per cento.
Struttura vertici
Organigramma gruppo
Stato Patrimoniale e grado di copertura
Conto economico e indici di bilancio
Torte
Dati storici
Analisti - Il buy è dominante e solo Exane consiglia di vendere
Intermonte conferma l’outperform su Recordati con target a 9,3 euro perché “la stabilizzazione
delle vendite di lercanidipina e lo sviluppo commerciale della matrice nuovi prodotti/nuovi mercati
supportano la visibilità sulla crescita attesa degli utili e sulla generazione di cassa, evidenziando la
sottovalutazione del titolo”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “valutiamo
positivamente i risultati conseguiti dal management oltreché il rigore e la coerenza nell’esecuzione
della strategia predisposta per lo sviluppo del Gruppo”.
Equita mantiene l’hold con prezzo obiettivo a 7,1 euro poiché “in questo momento i multipli
restano interessanti, ma dopo il recente rimbalzo l’upside si è ridotto e non vediamo catalisi
particolari per sovraperformare, anche se apprezziamo le strategie messe a punto da un
management che negli ultimi trimestri è riuscito ad accelerare sul versante della crescita esogena
centrando alcune acquisizioni interessanti”.
Banca Akros mantiene l’accumulate e alza il target da 7 a 7,3 euro poiché “Recordati è
sottovalutata sia rispetto ai principali peers europei del farmaceutico sia per la forte capacità di
generazione di cassa. Questo anche perché apprezziamo la penetrazione dei mercati ad alti tassi
di crescita dell’Est Europa e lo sviluppo del portafoglio prodotti”. Siamo positivi anche perché,
completa l’analista, “l’azienda ha dimostrato di saper compensare l'impatto negativo delle misure di
austerity oltreché quelle originate dalla penetrazione dei farmaci generici in Italia e in Francia”.
Mediobanca ripropone il neutral con target a sei euro in quanto “tratta agli stessi multipli dei
concorrenti e non ci aspettiamo sorprese sugli utili, che dovrebbero centrare gli obiettivi della
società e le stime di consensus”. Questo anche se, conclude l’analista, “Recordati è ben gestita e il
titolo è difensivo poiché il modello di business presenta un tasso di rischiosità molto basso”.
Centrobanca rilancia il Buy con target a 7,2 euro perché “apprezziamo la solidità patrimoniale e la
buona redditività oltreché la strategia di sviluppo per acquisizioni di società o linee di prodotti OTC
nei paesi a maggiore potenziale di sviluppo (Est Europa, Russia e Turchia, ove verrà realizzato
anche un nuovo stabilimento). Nel contempo ci piace lo sviluppo negli Usa nel business degli
Orphane drugs per la cura delle malattie rare da cui ci attendiamo ritorni interessanti”. Siamo
positivi anche perché, conclude l’analista, “il calo delle vendite di lercanidipina e la concorrenza dei
generici sono più che compensate dal buon andamento nei nuovi prodotti commercializzati”.
Merrill Lynch reitera il buy con prezzo obiettivo a 7 euro perché “i ricavi continuano a crescere
nonostante la pressione sui prezzi e la concorrenza dei generici grazie anche al lancio di nuovi
prodotti e alla politica di crescita esogena che ha permesso al gruppo di aumentare l’esposizione
verso mercati in crescita come Russia, Est Europa e Turchia”.
Jefferies ribadisce il buy e alza il target da 7,1 a 7,3 euro poiché “riteniamo positiva la recente
acquisizione di integratori e marchi OTC e in Russia in quanto le consente di sfruttare la propria
infrastruttura e aumentare la propria presenza nel segmento in più rapida crescita del mercato,
mentre i margini beneficiano della capacità di mantenere un buon controllo dei costi”.
Credit Suisse mantiene il neutral con target a 6,5 euro merito “la stabilità del dividendo e perché
gli effetti negativi derivanti dal declino del vecchio portafoglio cardiovascolare sono bilanciati dalla
crescita conseguita tramite la vendita di nuovi prodotti e la progressiva espansione sui mercati
emergenti”.
Le quotazioni salgono a 6,3 euro e si riduce il gap dal massimo 2012
Recordati consolida il positivo trend che ha caratterizzato il titolo in Borsa negli ultimi sei mesi e nei
primi tre giorni della settimana si mantiene prossima ai 6,3 euro di mercoledì 7 novembre.
Quotazione esattamente uguale a quella del venerdì precedente, il 2 novembre, quando la
multinazionale farmaceutica milanese ha registrato il massimo del 2012. Valore, quest’ultimo, che
riavvicina i prezzi attuali al massimo degli ultimi cinque anni e cioè a quegli 7,8 euro del primo
giugno 2011. Un picco raggiunto dopo un percorso durato quasi un triennio e cominciato
nell’ottobre del 2008, quando il 28 dello stesso mese il titolo ha toccato 3,68 euro, il minimo da fine
2007.
Da allora, e grazie anche alle iniziative predisposte dall’azienda per allontanare le preoccupazioni
sugli effetti della scadenza del brevetto di lercanidipina prevista per il 2010, il titolo ha ripreso forza
e il trend si è via via consolidato merito pure alla capacità di esecuzione di un management che ha
centrato i target indicati. Il sentiment positivo si è così rafforzato permettendo al titolo di
raggiungere il massimo sopra ricordato.
Un trend a cui ha però fatto seguito un brusco ridimensionamento poiché il titolo si è allineato al
crollo dei mercati finanziari e nei primi 19 giorni di agosto è passato da 7,5 a 6,4 euro perdendo il
15% in quindici giorni Borsa; dinamica proseguita nei mesi successivi tanto che, salvo alcuni
rimbalzi, il 14 maggio 2012 è stato segnato il minimo dell’anno al di sotto dei 5 euro. Da allora, e
salvo i soliti saliscendi, Recordati ha imboccato un trend crescente che ha portato le quotazioni
sino ai citati 6,3 euro di venerdì 2 novembre. Trend sostenuto dalle raccomandazioni degli analisti,
che a larga maggioranza suggeriscono l’acquisto, mentre uno solo di loro consiglia di vendere.
Andamento titolo
Coverage and conensus
Stime analisti
Criticità - La riduzione delle spese farmaceutiche e la concorrenza dei generici
Recordati vuole salvaguardare margini reddituali soddisfacenti mentre si profila la possibilità di
raggiungere la soglia del miliardo di ricavi nel 2013 grazie anche all’accorta politica di sviluppo
esogeno rivolta prevalentemente alle aree a maggiore potenziale quali l’Est Europa, la Russia e la
Turchia. Risultati di sicura valenza anche perché saranno conseguiti in presenza di
unacongiuntura che è scivolata nella recessione in molte delle aree di operatività storica a
partire dall’Italia. Uno scenario che preoccupa gli analisti in quanto Recordati dovrà confrontarsi
con lacontinua erosione dei margini in Europa Occidentale a causa della riduzione delle spese
farmaceutiche. Scelta obbligata e diretta conseguenza delle politiche di rigore imposte dalla
ricerca del pareggio di bilancio richiesta dalle autorità comunitarie per salvaguardare un euro che
resta ancora oggi sotto il tiro della speculazione. E tutto ciò si rifletterà inesorabilmente in ulteriori
tagli sui prezzi dei medicinali, mentre lo sviluppo dei generici si riflette sulla redditività. Un fattore
che potrebbe avere ripercussioni particolari in Francia, dove il Governo Holland ha imposto regole
molto severe per favorire lo sviluppo dei farmaci generici. È doveroso infine ricordare che
l’accelerazione della crescita nei Paesi emergenti come sopra indicato e nei farmaci “orfani” negli
Usa apre pure il capitolo della maggiore esposizione al rischio cambi.
Walter Bevilacqua,definisce le strategie di espansione del gruppo Recordati
“Sviluppare le attività della farmaceutica classica nei mercati in espansione, espandere le attività
dedicate ai trattamenti delle malattie rare in tutto il mondo e arricchire il portafoglio attraverso
l’acquisizione e lo sviluppo di nuovi prodotti”. Sono queste le priorità strategiche a cui lavoriamo
come sottolinea Walter
Bevilacqua, direttore
corporate development del
gruppo Recordati.
Più in particolare, prosegue
il direttore, “per quanto
riguarda la diversificazione
geografica è opportuno fare
delle distinzioni poiché nella
farmaceutica classica si
procede per gradi, con passi generalmente su scala nazionale. E ciò richiede organizzazioni
relativamente articolate e portafogli prodotto abbastanza ampi”. Ed è anche per questo che noi,
specifica Bevilacqua, “negli ultimi anni siamo stati particolarmente attivi nella ‘nuova Europa’, ossia
i paesi dell’Europa centro-orientale, la Russia, le repubbliche ex-sovietiche europee e asiatiche, la
Turchia. E ad oggi possiamo constatare di aver fatto molti passi positivi, anche se c’è ancora
lavoro da fare in quest’area”. Una base di partenza che oggi ci permette di “guardare con grande
interesse al Medio Oriente e all’Africa, soprattutto il Nord Africa, mentre per le restanti parti del
mondo attendiamo un momento successivo, anche se non lontanissimo”.
Diverse le opzioni per le attività dedicate ai trattamenti delle malattie rare e farmaci orfani, ove,
seguita Bevilacqua, “i pazienti sono pochi, così come i centri che li sanno curare mentre pure la
squadra necessaria è di piccole dimensioni, anche se di grande specializzazione”. Queste attività,
è doveroso ricordarlo, “sono state in passato un mercato per i soli paesi ricchi, ma questo sta
cambiando velocemente e riteniamo che con i prodotti giusti possiamo espanderci molto più
rapidamente e con minori vincoli, idealmente nel mondo intero”.
Vi è poi i capitolo delle metodologie di individuazione delle aziende target da acquisire ove noi,
precisa il direttore, “abbiamo degli obiettivi specifici che seguiamo con regolarità e con i quali
talvolta intratteniamo relazioni dirette, alcune delle quali poi si sviluppano in opportunità concrete.
Però vale la regola che per acquisire a condizioni ragionevoli nella maggior parte dei casi bisogna
avere una controparte che è già entrata nell’ordine di idee di vendere, o almeno di valutare la
vendita”.
Attività che abbiamo sviluppato con un certo successo poiché Recordati, puntualizza Bevilacqua,
“ha concluso positivamente una discreta serie di operazioni e sviluppato una reputazione di
acquirenti seri e affidabili e una rete di relazioni. Perciò è il mercato stesso che ci aiuta a sapere
quello che succede e soprattutto quello che succederà e che ci porta una serie di opportunità,
alcune delle quali seguiamo. La nostra regola è che valutiamo solo le operazioni che si sposano
con le nostre logiche di sviluppo industriale. Quelle con giustificazione puramente finanziaria non ci
interessano”.
E per valutare al meglio il valore delle aziende da acquisire, specifica il direttore di Recordati,
“usiamo le tecniche standard, sviluppando anche i vari profili di rischio delle operazioni. Guardiamo
più al profilo dei flussi di cassa che a quello contabile”. Per noi, prosegue è fondamentale avere
un piano chiaro di integrazione e su come aggiungere valore al nostro obiettivo in quanto “quasi
sempre le acquisizioni si svolgono in condizioni competitive, e questo risulta in multipli elevati
rispetto ai risultati storici. Perché l’acquisizione sia vantaggiosa per l’acquirente occorre quindi
utilizzare le nuove possibilità offerte dall’operazione per sviluppare l’attività del gruppo e
aggiungere valore.
Di conseguenza l’obiettivo per noi è desiderabile solo se riteniamo che integrato nel nostro gruppo
migliorerà rispetto alla sua situazione attuale”.
I multipli, concludono alla sede romana, “sono molto variabili in funzione di quello che gli acquirenti
ritengono sia tasso di crescita del mercato target e della specifica situazione competitiva, e meno
sensibili di quanto si possa pensare alle oscillazioni di breve termine del mercato azionario. Nel
nostro settore, comunque, i multipli sono quasi sempre più di 10 volte il risultato operativo”.
Diego Provvedini racconta i nuovi progetti nelle aree terapeutiche
“Attualmente ci stiamo dedicando alla ricerca e allo sviluppo di nuovi trattamenti in quattro aree
terapeutiche. Siamo storicamente presenti nell’area cardio-vascolare, principalmente con il nostro
calcioantagonista antiipertensivo originale lercanidipina, e continuiamo a lavorare in quest’area con
l’obiettivo di sviluppare nuove combinazioni e dosaggi” illustra Diego Provvedini, direttore drug
development del gruppo Recordati.
Oltre a quest’area, prosegue il direttore drug development, “siamo sempre stati attivi anche
nell’area urologica nella quale abbiamo sviluppato un trattamento originale per l’incontinenza
urinaria, il flavossato, e recentemente la silodosina, ossia un nuovo farmaco per il trattamento
sintomatologico dell’iperplasia prostatica benigna”.
In questo momento, racconta Provvedini, “siamo concentrati su un trattamento molto innovativo,
sempre per l’iperplasia prostatica benigna, che produce un beneficio di lunga durata, e siamo attivi
anche nell’area relativa alla dislipidemia, area nella quale stiamo già commercializzando in alcuni
paesi europei una nuova statina per il controllo dei livelli di colesterolo, la pitavastatina”.
Per noi è anche prioritaria l’area delle malattie rare dove, aggiunge il direttore drug development,
“siamo specializzati nei disturbi metabolici di origine genetica che si presentono prevalentemente
nell’infanzia e che se non sono trattati possono essere mortali o portare a gravi danni del sistema
nervoso centrale e altri organi”.
Considerando le varie fasi di sviluppo clinico, specifica Provvedini, “che vanno dalla fase 1 alla
fase 3, cioè dalla fase iniziale nella quale si determina l’efficacia e la sicurezza di un nuovo
farmaco fino alla fase finale necessaria per richiedere l’approvazione per la sua
commercializzazione e che coinvolge centinaia di pazienti, abbiamo complessivamente 15 progetti
in sviluppo. I più importanti riguardano l’urologia, in particolare per quanto riguarda l’iperplasia
prostatica benigna e la vescica iperattiva che porta all’incontinenza urinaria”.
In merito ai costi e alle tempistiche di sviluppo di un farmaco per la sua approvazione commerciale,
sottolineano alla Recordati, “la cifra può variare a seconda dello stadio di sviluppo dal quale si
parte e dal tipo di prodotto. Per questo motivo non è facile generalizzare, ma si può approssimare
una cifra vicina ai 300 - 500 milioni di euro che tiene conto di tutti i progetti non andati a buon fine.
Per quanto riguarda le tempistiche, in media 10 anni è un lasso di tempo abbastanza vicina alla
realtà. A questa durate bisogna poi aggiungere il tempo necessario per richiedere ed avere dagli
enti regolatori l’autorizzazione per l’immissione in commercio del nuovo farmaco. La fase chiamata
‘regolatoria’ può durare anni”.
Nel caso del nuovo prodotto, l’iperplasia prostatica benigna, annuncia Provvedini, “potrebbe
arrivare sul mercato nel 2016. Visto il carattere molto innovativo del prodotto oltre al cambiamento
costante delle condizioni di prezzo e di rimborso dei sistemi sanitari europei, è difficile oggi fare
una stima dei ricavi che potrebbe generare questo prodotto”.
Per i nuovi progetti invece, conclude il direttore drug development, “ricerchiamo prodotti nelle
nostre aree di expertise ma anche nelle aree correlate (metabolismo, diabete uro-oncologia).
Abbiamo creato tre comitati di analisi e valutazione dei nuovi prodotti e progetti e ci avvaliamo di
un gruppo di esperti interni ed esterni che valutano la portata strategica di ogni prodotto. L’attività
di questi comitati è più che triplicata negli ultimi tre anni, con un aumento considerevole del livello
scientifico e terapeutico potenziale dei prodotti esaminati. Siamo ora considerati come un partner
di riferimento in Europa”.
Marco Liguori definisce il piano strategico di Orphan Europe del gruppo Recordati
“Una delle priorità strategiche di Orphan Europe, la società del gruppo Recordati dedicata ai
trattamenti delle malattie rare, è quella legata all’accrescimento della nostra presenza
internazionale principalmente attraverso accordi di licenza per i nostri prodotti con aziende
farmaceutiche locali, in particolare in Asia e in Sudamerica” dichiara Marco Liguori, direttore
generale attività malattie rare.
Nello specifico, prosegue Liguori, “una
presenza diretta nei paesi a più alto
potenziale di crescita e nei quali esiste una
legislazione favorevole ai prodotti orfani é in
corso di valutazione e l’espansione
geografica mirata alla globalizzazione del
portafoglio sarà un fattore determinante della
crescita di Orphan Europe nei prossimi
anni”.
Alla diversificazione geografica, prosegue il
direttore generale dell’attività malattie rare,
“è affiancata anche un’espansione nel
portafoglio prodotti nell’ambito delle malattie
rare e ultra-rare, attraverso l’acquisizione di
nuovi trattamenti, oltreché ad un maggior
focus sullo sviluppo di nuovi prodotti e di ulteriori indicazioni dei prodotti esistenti. Il tutto con la
nostra volontà di consolidare i rapporti privilegiati e di partenariato con gli specialisti nell’ambito
delle malattie rare e le associazioni di pazienti al fine di rispondere nel miglior modo possibile alle
loro esigenze tramite programmi di collaborazione scientifica e di educazione”.
Una strategia questa, dichiara Liguori, “che ha visto già con l’acquisizione di Orphan Europe la
volontà del gruppo di diversificare il proprio modello di business attraverso l’acquisizione di prodotti
e competenze nell’ambito di un settore altamente innovativo, nel quale vi è una mancanza di
opzioni terapeutiche. Le malattie rare rappresentano infatti un grande problema sanitario, essendo
potenzialmente mortali e cronicamente invalidanti”.
Inoltre, ricordano alla Recordati, “è un settore relativamente protetto dalla crisi dal momento: la
Commissione Europea e la maggior parte delle autorità nazionali hanno identificato il settore delle
malattie rare come prioritario nell’allocazione di fondi e di investimenti”.
E per il prossimo futuro “contiamo di sviluppare l’attività sia attraverso l’acquisizione di nuovi
prodotti, sia attraverso l’espansione geografica in paesi dove non siamo ancora presenti con i
nostri prodotti”. Questo anche se è doveroso ricordare che, aggiungono alla Recordati, “lo sviluppo
di farmaci per il trattamento di malattie rare è un processo molto costoso, come lo è lo sviluppo di
ogni farmaco. E il risultato di questi sforzi deve essere tale da poter consentire il recupero dei costi
oltreché la prosecuzione degli investimenti nel futuro. Ma poiché il numero di pazienti che
presentano queste malattie è molto esiguo, il prezzo di vendita dei prodotti deve essere
necessariamente alto”.
È doveroso infine ricordare che, completa Liguori, “l’attività dedicata alle malattie rare è integrata
nel gruppo Recordati e ciò permette di usufruire di sinergie che diversamente non si potrebbero
avere. Condizione merito la quale, complessivamente, la redditività di questa attività si posiziona in
linea con quella del resto del gruppo”.
12 novembre 2012 - 09:04:02