Il Piano Regolatore Sociale di Roma
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Il Piano Regolatore Sociale di Roma
Comune di Roma Assessorato Politiche Sociali Il Piano Regolatore Sociale di Roma Sintesi Cos’è il Piano Regolatore Sociale ? E’ il documento programmatico triennale che definisce le politiche sociali del Comune di Roma per i prossimi tre anni. E’ formato dal Piano Cittadino e da 19 Piani di Zona Municipali. Il Piano ha lo scopo di impegnare l’amministrazione comunale nella programmazione, nella progettazione e nella realizzazione del sistema cittadino dei servizi e degli interventi sociali. Allo stesso tempo esso rappresenta lo strumento con cui leggere le politiche cittadine di sviluppo dal punto di vista del bisogno (grazie al lavoro di mappatura realizzato), della domanda sociale, dei diritti sociali e di standard urbani fondati su processi di sostenibilità sociale, ambientale e territoriale. All’analisi del territorio ed alle linee strategiche di intervento si affiancano centinaia di progetti di intervento concreti, cittadini e municipali, tutti con tempi di realizzazione precisi. Lo scopo è quello di favorire lo sviluppo di un welfare unitario. La definizione del Piano Regolatore Sociale si pone in linea con l’applicazione della recente normativa in campo sociale, socio-sanitario e degli ordinamenti relativi alle funzioni e alle competenze degli enti locali. In particolare, la legge-quadro 328/2000 prevede la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali per una protezione sociale attiva, capace di mettere in campo opportunità, servizi e trasferimenti economici a sostegno delle persone e delle famiglie. Come è “fatto” il Piano Regolatore Sociale? Il Piano è costituito da un Piano Cittadino e da 19 Piani Municipali, realizzati dai Municipi, nonché da 5 accordi di programma sottoscritti con le Asl romane. Il Piano Cittadino (208 pp.) contiene un analisi sugli scenari cittadini, l’indicazione sui principi ed obiettivi strategici per i prossimi tre anni, l’individuazione delle azioni di welfare, delle azioni di sistema, delle azioni di integrazione con le politiche cittadine, ed una parte con l’indicazione e le schede dei diversi progetti obiettivo. I Piani di zona Municipali comprendono analisi del territorio (dati sulla popolazione) e linee di intervento e schede progettuali, generalmente definite per macro aree di intervento. 1 Quali sono i “principi di fondo” del Piano Regolatore Sociale? Sono quattro, condivisi e discussi nell’ambito dei lavori di costruzione del Piano Cittadino e dei Piani Municipali: 1- Responsabilità civiche e solidarietà: mettere al centro del nuovo sistema degli interventi e dei servizi sociali le responsabilità diffuse della Comunità locale. 2- Diritti sociali da promuovere, tutelare e rendere esigibili: definire piani di intervento e modalità di accesso che consentano a ciascun abitante di veder rispettati i propri diritti, Far cioè diventare gli interventi sociali un’area di diritti esigibili. 3- Qualità come strategia di cambiamento: La qualità degli interventi sociali deve essere monitorata e misurata attraverso specifici indicatori. 4- Integrazione per lo sviluppo sociale, uscire dalle emergenze e combattere l’esclusione: Prioritaria l0’integrazione con le politiche sanitarie, formative, dell’occupazione dell’abitare delle infrastrutture. Quali sono gli “obiettivi primari” del Piano Regolatore Sociale? Il Piano individua tre obiettivi primari per “dare corpo” ai principi sopra indicati: 1- L’Assicurazione di livelli essenziali delle prestazioni sociali su tutto il territorio cittadino 2- La riduzione delle difficoltà e delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi e agli interventi sociali 3- L’ampliamento e la diversificazione della platea dei beneficiari degli interventi sociali Come è’ stato “costruito” il Piano Regolatore Sociale? La costruzione è stata avviata con un kit di strumenti presentati e consegnati formalmente alla città in un'affollata e partecipata "quattro giorni" alla fine di gennaio 2002. Il repertorio comprendeva un Documento-base con relative “Linee guida del Piano Regolatore Sociale per la Città di Roma”, una Guida alla Progettazione per la costruzione dei Piani di zona Municipali e la “mappatura” territoriale consegnata a ciascun municipio come base per la rilevazione di bisogni, domande e risorse. Sulla base di queste indicazioni, la costruzione del Piano è avvenuta su tre livelli: 1. livello cittadino con iniziative articolate su due piani: un’attività centrale di concertazione, coprogettazione, coordinamento ed elaborazione delle azioni strategiche di sistema con il supporto dell’Ufficio centrale di Piano e della Commissione di esperti; un lavoro di raccordo interassessorile per l’individuazione e la definizione degli assi trasversali di politiche integrate in un’ottica di Piano Regolatore Sociale per orientare socialmente l’impatto complessivo delle politiche pubbliche di settore; 2. livello municipale mediante un processo di costruzione partecipata e negoziata dei Piani di zona municipali, che ha visto il coinvolgimento e la mobilitazione degli attori sociali presenti a livello microterritoriale; 3. livello intermunicipale attraverso le conferenze sanitarie locali e gli accordi di programma congiunti per ciascuna Azienda sanitaria locale referente dei rispettivi municipi. 2 Presso il Dipartimento Comunale Politiche Sociali è stato insediato un “Ufficio di Piano” i cui componenti sono: Giovanni Devastato, Francesca Marchetti, Maria Luisa Mirabile, Martino Rebonato, Alfonsina Rinaldi e Giovanbattista Sgritta. Cosa sono i “Laboratori di co-progettazione? Durante la fase di “costruzione” del Piano Regolatore Sociale ci si è avvalsi di occasioni di confronto su diversi temi del welfare”: i laboratori sono stati, a livello cittadino, 16, ognuno su un diverso aspetto. Ad essi hanno partecipato tutte le diverse realtà con esperienza specifica sul tema. Quante persone hanno partecipato alla costruzione del Piano? Complessivamente oltre 6.000 persone hanno contribuito in maniera concreta (laboratori di co-progettazione, assemblee cittadine e municipali, focus group) alla realizzazione del Piano. Ai soli laboratori hanno partecipato 2.463 persone e 595 associazioni. Cos’è il Piano di zona municipale? E’ lo strumento di programmazione triennale del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali a livello del singolo Municipio. Costituisce una parte integrante del Piano di zona cittadino. per la prima volta i Municipi si sono trovati a governare e definire un articolato processo di programmazione sociale con caratteristiche partenariali ed interistituzionali. Infatti tutti i Municipi hanno consegnato il rispettivo Documento di Piano, contribuendo, così, a fornire l’intelaiatura sostanziale del Piano cittadino in una logica di orizzontalità delle pratiche di sviluppo sociale del territorio. In tutti i Municipi sono stati istituti gli Uffici di Piano che hanno coordinato le attività di costruzione dei Piani di zona. Cosa sono i “livelli di azione”? Il Piano prevede il passaggio graduale di servizi strutturati in base alle diverse categorie di beneficiari ad un sistema territoriale ad impronta universale articolato in sei “livelli di azione”: 123456- azioni per facilitare l’accesso al sistema degli interventi e dei servizi sociali promozione e sostegno delle responsabilità civiche interventi territoriali di “prossimità” percorsi di inclusione sociale per la crescita dell’autonomia servizi residenziali interventi e servizi di emergenza sociale 3 Interventi organizzati per categorie di destinatari • Anziani • Minori • Disabili • Adulti indigenti • Immigrati • Tossicodipendenti • Altri… • • • • • • Interventi organizzati per "livelli di azione" l’accesso ai servizi le responsabilità civiche i servizi di prossimità i percorsi di inclusione sociale le strutture residenziali l'emergenza Cosa sono le “Azioni di Welfare”? Sono volte al consolidamento, adeguamento o creazioni ex novo di interventi e servizi per i cittadini, in particolare per quelli più in difficoltà, assicurando i livelli essenziali delle prestazioni sociali previste. Il Piano ne individua 6, per ognuna stabilisce obiettivo e misure: Quadro sintetico delle azioni di welfare Livello Obiettivi Promuovere l’accesso di tutti i cittadini ai 1. servizi, rimuovendo gli ostacoli comunicativi, Accesso ai servizi e fisici, culturali e burocratici che oggi ne alle opportunità impediscono od ostacolano la fruizione. Rafforzare le responsabilità diffuse e i legami familiari, comunitari e di vicinato, come espressione di cittadinanza attiva e prevenzione del disagio e dell’insicurezza 2. sociale; dare opportunità a tutti, anche a chi si Responsabilità civiche trova in condizioni di fragilità, di essere una “risorsa” e non un “problema” per la comunità; promuovere e sostenere l’esercizio da parte dei cittadini di funzioni di interesse pubblico. 3. Welfare di prossimità 4. Inclusione sociale e autonomia 5. Welfare residenziale Assicurare una presenza solidale sul territorio, andando incontro ai cittadini che non arrivano agli sportelli o agli uffici; operare su strada per una presa in carico delle situazioni di vulnerabilità sociale; intervenire a domicilio per consentire ad un maggior numero di persone di vivere in casa in un ambiente socialmente protetto. Mobilitare tutti gli operatori di prossimità su obiettivi di benessere sociale. Promuovere l’uscita dalla spirale dell’emarginazione e dell’assistenzialismo, rafforzando le capacità e le risorse delle persone attraverso l'accompagnamento sociale in percorsi di inserimento lavorativo, abitativo, economico. Potenziare la rete di accoglienza residenziale, garantendo in tutte le strutture adeguati standard di qualità e di cura, superando l'anonimato dei grandi istituti e promuovendo nuclei a dimensione familiare, ben inseriti nel tessuto cittadino. Misure 1.1. Il Segretariato sociale e le porte sociali 1.2. Semplificazione amministrativa 2.1. Servizio civile e volontariato civico 2.2. Il Centro del volontariato 2.3. La lotta allo stigma e alle discriminazioni 2.4. La responsabilità sociale delle imprese e del mondo produttivo 3.1. Assistenza domiciliare e “pacchetto di servizi” 3.2. Teleassistenza e telesoccorso 3.3. Dimissioni protette 3.4. Centri di sollievo e centri diurni 3.5. Unità di strada ed educativa territoriale 4.1. Contributi economici alle persone e alle famiglie 4.2. Fondazione “Dopo di noi" 4.3. Inserimento - reinserimento socio-lavorativo e lavoro protetto Riforma delle Case di riposo per anziani Residenze Sanitarie Assistenziali e strutture per la lungodegenza 5.3. Accoglienza residenziale per minori 5.4. Strutture di accoglienza 4 6. Interventi di emergenza sociale Gestire efficacemente le situazioni di emergenza sociale per una tempestiva presa in carico di chi si trova ad aver bisogno urgente di soccorso; promuovere il coordinamento tra i servizi di emergenza sociale e altri servizi (sanità, protezione civile, ecc.) 6.1. Sala Operativa Sociale 6.2. Prima accoglienza Stranieri temporaneamente presenti - STP sociale 5 Cosa sono le “Azioni di Sistema”? Sono dispositivi, risorse e servizi che sostengono la programmazione, la realizzazione e la valutazione del sistema dei servizi sociali e ne permettono l’operatività, l’efficacia, la continuità e la crescita. Le “Azioni di Sistema”individuate nel Piano sono 3, ad ogni azione corrispondono alcune “misure”: Quadro sintetico delle azioni e delle misure di sistema Azioni Misure A. Informazione e comunicazione Comunicazione sociale Sistema Informativo Sociale Sistema di assicurazione della Qualità Sociale Carta dei servizi Riforma delle procedure di autorizzazione, accreditamento e affidamento dei servizi Adeguamento, formazione e aggiornamento degli operatori sociali Adeguamento delle risorse logistiche e strumentali Valutazione dei servizi, dei processi e dei risultati Governance della riforma sociale B. Qualità C. Governance Un nuovo paradigma organizzativo Cosa sono le “Azioni di Integrazione”? Sono piani e progetti di integrazione tra le Politiche Sociali e le altre Politiche di sviluppo cittadine. Per ogni azione di integrazione il piano individua progetti specifici. In particolare: Quadro sintetico delle azioni di integrazione Azioni Integrazione con la rete dei servizi sanitari Integrazione socio-lavorativa Integrazione con le politiche della casa e del patrimonio Integrazione con le politiche formative ed educative Progetti Demenze senili Famiglie, infanzia ed età evolutiva Disagio mentale Cittadini stranieri e Nomadi Dipendenze patologiche Riabilitazione Accompagnamento e tutoring in azienda Orientamento ed inserimento socio-lavorativo I laboratori sociali Le cooperative sociali Programma speciale per categorie ad alto disagiosociale Riforma della delibera 163/99 (contributo affitto) Beni sequestrati alla criminalità organizzata Spazi integrati per finalità sociali Adeguamento abitativo per persone in condizioni di disagio Piano di azione cittadino per prevenire e ridurre la dispersione scolastica Inserimento e sostegno agli alunni svantaggiati La “Città educativa” Educazione degli adulti 6 Integrazione con le politiche culturali e sportive Integrazione con le politiche ambientali Integrazione con le politiche della sicurezza Integrazione con le politiche per la multietnicità Integrazione con le Politiche per la Famiglia Nuovi spazi per la fruizione e produzione della cultura diffusa Sport come scambio interculturale Coinvolgimento del volontariato civico nella cura del verde Opportunità di lavoro per impresa sociale e persone svantaggiate Utilizzo sociale degli spazi verdi cittadini Piani ed azioni di controllo della qualità dell’aria Rete di solidarietà fra condomini Sportello per vittime di reato Mediazione dei conflitti Educazione alla legalità Servizio civile volontario Tutela donne e minori vittime di violenza familiare Sportello legale per anziani Prevenzione incidenti domestici Sicurezza stradale Dialogo fra le comunità cittadine Elezione consigliere aggiunto Osservatorio sulla società multietnica Sostegno alla genitorialità Coordinamento con Assessorato specifico I Piani Regolatore Urbanistico e Sociale sono integrati fra loro? I piani sono fra loro fortemente correlati. Si è deciso di introdurre una modalità di progettazione degli spazi urbani che parta dalla lettura dei bisogni sociali dei quartieri della città. In particolare nell’ambito del Piano Regolatore Sociale vengono individuate una serie di azioni specifiche: Azione Integrazione con il Piano Regolatore Urbanistico Progetti Valutazione dell’impatto sociale dei nuovi interventi urbani Abitazioni protette per la terza età La città e il riequilibrio della rete dei servizi sanitari Nuovi spazi urbani per lo sviluppo sociale Il polo tecnologico dell’economia sociale Il Centro del Volontariato Il centro per il diritto alla mobilità dei portatori di handicap 7 Cosa sono i “Progetti Obiettivo”? Sono piani di intervento settoriale per specifici gruppi target (bambini e ragazzi – anziani – immigrati – richiedenti asilo e rifugiati – popolazioni Rom – tossicodipendenti – persone senza fissa dimora – ecc…). 1. Diritti e opportunita’ dei bambini e dei ragazzi e sostegno del compito genitoriale ed educativo degli adulti 2. Valorizzazione e sostegno delle persone anziane 3. Promozione e tutela della salute 4. Prevenzione e contrasto delle dipendenze 5. Integrazione sociale delle persone immigrate 6. Tutela delle persone vittime della tratta e ridotte in schiavitu’ 7. Accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati 8. Tutela e integrazione sociale dei gruppi e delle persone in poverta’ estrema 9. Interventi a favore dell’integrazione delle comunita’ rom 10. Piano regolatore sociale: una lettura di genere 11. Interventi a favore delle persone con disagio mentale 12. Interventi a favore delle persone con handicap 13. Interventi a favore dei detenuti e degli ex detenuti Cos’è il Fondo Comunale per le Politiche Sociali? E’ il fondo istituito per l’attuazione del Piano Regolatore Sociale. E’ “alimentato”: • • • • • • • • da risorse del Comune da risorse trasferite dal Fondo Sociale regionale (Legge 38/96) da risorse previste da leggi di settore, a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali da risorse non finalizzate del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, ex art. 20 legge 328/2000 da risorse provenienti da altri settori della Pubblica Amministrazione da risorse provenienti dai Fondi Strutturali Europei dalla partecipazione degli utenti ai costi delle prestazioni sociali da donazioni, liberalità e altre risorse Cosa sono gli “accordi di programma” per i piani di zona? Sono gli accordi rispetto agli interventi con valenza socio-sanitaria siglati fra con le Asl romane nell’ambito delle conferenze sanitarie locali (alle quali siedono la Asl del territorio, i presidente dei Municipi ed il delegato del Sindaco presso la Asl). Gli accordi di programma sono stai raggiunti con tutte e 5 le Asl cittadine. Cos’è l’ISEE? E’ l’Indicatore Economico di Situazione Economica Equivalente, un indicatore che serve a misurare la situazione economica di coloro che chiedono di accedere ai servizi. Il Piano prevede l’estensione graduale di questo strumento e l’applicazione alla maggior parte dei servizi entro il 2003. Ciò consentirà a tutti i cittadini di accedere ai servizi ed alle prestazioni sociali, introducendo forme di compartecipazione dei costi, con l’individuazione delle condizioni per l’eventuale esenzione. 8 Cos’è il Sistema Informativo Sociale? La Legge 328/2000 (art. 21) prevede l’istituzione del sistema informativo dei servizi sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali; per disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessari alla programmazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche sociali; per la promozione e l’attivazione di progetti europei; per il coordinamento con le strutture sanitarie, formative, con le politiche del lavoro e dell’occupazione. Alle regioni, alle province e ai comuni è demandato il compito di individuare le forme organizzative e gli strumenti necessari ed appropriati per l’attivazione e la gestione del sistema informativo dei servizi sociali a livello locale. Il sistema informativo costituisce un elemento essenziale del Piano regolatore sociale; la base, a partire dalla quale diviene possibile conoscere le esigenze della popolazione, stabilire a priori l’entità dei fabbisogni atti a soddisfarle e quindi valutare, a posteriori, i risultati raggiunti. Presso l'Assessorato per le politiche sociali e la promozione della salute sarà istituito un apposito ufficio operativo che, in rete con i 19 Municipi romani, svolgerà i seguenti compiti: • • • • • Rilevare, misurare e “mappare” i bisogni sociali della cittadinanza mediante la progettazione e lo svolgimento di indagini e l’analisi secondaria di dati provenienti da fonti statistiche, dagli archivi, da studi e ricerche di settore; rilevare e misurare la domanda esplicita di prestazioni e servizi da parte dei cittadini. A tale scopo, è prevista l’adozione di schede di rilevazione uniformi e la costituzione di un sistema di rete informatizzato. Sarà così possibile raccogliere e archiviare in banche dati il complesso delle informazioni afferenti ai diversi servizi in modo da consentire, a regime, l’interrogazione dati a fini conoscitivi, gestionali e di programmazione; effettuare il censimento dei servizi e degli interventi, monitorarne l’andamento e il funzionamento, valutandone la diffusione e la distribuzione sul territorio sia in rapporto all’evoluzione dei bisogni sia alle dimensioni della domanda; offrire informazioni sistematiche sugli interventi e i servizi utilizzabili dai cittadini (back office a disposizione dei segretariati sociali e dei servizi informativi terrritoriali) offrire informazioni e dati per la valutazione del sistema di interventi e servizi in relazione agli obiettivi di programmazione e alle aspettative dei cittadini. Come proseguirà l’iter di approvazione del Piano? Dopo l’approvazione in Giunta Comunale, il Piano verrò sottoposto al Consiglio comunale entro l’autunno. Il Consiglio ha però già approvato all’unanimità, lo scorso mese, una deliberazione sulle “linee di indirizzo per la predisposizione del Piano Regolatore Sociale. Con tale atto il Consiglio ha deliberato i seguenti “indirizzi al Sindaco e alla Giunta”: 1. Predisporre il Piano Regolatore Sociale, sulla linea tracciata dal documento-base "Verso il Piano Regolatore Sociale", integrando le diverse politiche urbane per favorire lo sviluppo di una città socialmente - compatibile. In particolare il Piano di zona cittadino e i Piani di zona municipali dovranno contenere indicazioni e linee operative in merito alla riforma del bilancio sociale; alla semplificazione e trasparenza dei criteri per l'affidamento degli interventi al Privato Sociale (accreditamento); all'esercizio dell'accesso della cittadinanza ai servizi e agli interventi sociali, assicurando le opportune forme di partecipazione ai costi (ISE); alla previsione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, sia a livello municipale che cittadino, nonché le opportune forme di coordinamento; all'attivazione del Sistema Informativo Sociale; alla riforma delle IPAB., all'integrazione socio sanitaria 9 .Il Piano Regolatore Sociale non solo allo scopo di impegnare l’amministrazione comunale nella programmazione, progettazione e realizzazione del sistema cittadino dei servizi e degli interventi sociali, ma deve essere anche lo strumento attraverso il quale il "sociale" interpella e orienta le politiche sanitarie, urbanistiche e abitative, le politiche culturali , della scuola e dei servizi per l’infanzia, della formazione e del lavoro, dell’ambiente, dei trasporti, delle periferie, delle pari opportunità tra uomini e donne, dei tempi e degli orari che si vivono in città, favorendo una crescita complessiva del benessere nella città, perché sia più accogliente per tutti, più vivibile, più “socialmente – compatibile 2. Sostenere e coordinare la programmazione centrale e dei Municipi, attraverso opportuni strumenti e servizi di accompagnamento e assistenza tecnica, nonché mediante l'attivazione di un vasto programma di aggiornamento, riqualificazione, formazione e ri-organizzazione operativa. 3. Stabilire una forte e sistematica relazione con la Regione Lazio per l'individuazione degli ambiti territoriali e i criteri di riparto dei finanziamenti della Regione e dello Stato, nel rispetto della centralità e ruolo di Roma capitale d'Italia. 4. Verificare le esperienze realizzate da altre grandi città italiane ed europee, mediante opportuni scambi e confronti mirati alla diffusione delle migliori prassi. 5. Promuovere un investimento straordinario per l 'accrescimento delle competenze tecniche ed organizzative dell'intero sistema operativo, con particolare riferimento alla ri/qualificazione dei saperi di figure professionali in grado di sostenere la progettazione, l'implementazione, la realizzazione e la valutazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. 6. Assicurare un continuo monitoraggio del processi e la valutazione dei risultati, con il concorso dei cittadini e delle loro rappresentanze, prevedendo che il sistema integrato degli interventi e dei servizi stabilisca adeguati livelli e standard qualitativi e quantitativi. .Particolare attenzione dovrà essere posta nella definizione di Indicatori di qualità dei servizi e degli interventi erogati. 7. Favorire la più ampia comunicazione a tutta la cittadinanza e agli attori sociali sul percorso intrapreso per la predisposizione del Piano Regolatore Sociale, favorendo la partecipazione di tutti gli attori sociali, in particolare di quelli meno rappresentati e tutelati.; 8. Tenere informato il Consiglio Comunale sullo stato di avanzamento del Piano Regolatore Sociale, attraverso il coinvolgimento attivo delle Commissioni Consiliari competenti in materia. X Autunno X X X X Luglio Maggio X X Giugno Aprile Avvio del processo di co-progettazione Attivazione dell'Ufficio di Piano (V Dipartimento) Istituzione dei Gruppi di Piano (UOSECS) Tavoli di concertazione e laboratori di co-progettazione Preparazione dei Piani di zona Invio Piani di zona municipali al V Dip. per parere di congruità Stipula di intese programmatiche a livello locale Approvazione dei Piani di Zona municipali Sottoscrizione dell'accordo di programma per il Piano di Zona Linee di indirizzo del Consiglio Comunale Adozione del Piano Regolatore Sociale Approvazione del Consiglio Comunale Marzo Gennaio Azione Febbraio I tempi del Piano Regolatore Sociale: X X X X X X X X X X 10 Alcuni dei progetti inseriti nel Piano Regolatore Sociale di Roma Sostegno ai care givers Realizzazione di servizi di “sollievo” rivolti a sostenere coloro che assistono persone anziane in modo continuativo – sostegno alle reti di auto-aiuto – attivazione di albi cittadini per i collaboratori domestici Abitazioni protette per la terza età Soluzioni allogiative che consentano agli anziani di vivere una vita autonoma in ambienti “protetti”, evitando la istituzionalizzazione Polo tecnologico dell’economia sociale Per consentire all’impresa sociale non profit di usufruire di spazi attrezzati per le attività produttive, per le attività di studio e ricerca, per le attività formative, per quelle di progettazione e fund rising Centro del Volontariato Centri territoriali, uno per municipio, come quello già attivato in Prati, ed un Centro Cittadino Centro per il diritto alla mobilità dei portatori di handicap Centro dedicato alla produzione ed installazione di ausili per la guida di vetture, scuola guida, conversione di mezzi di serie Fondazione “Dopo di noi” Entro il 2003 la creazione di una Fondazione di Partecipazione che raccoglie contributi sia da Enti Pubblici che da enti privati e persone fisiche da destinarsi a programmi per l’accompagnamento all’autonomia di persone disabili che ancora vivono in famiglia Case famiglia per madri condannate Per madri condannate o ex detenute con bambini fra gli 0 ed i 10 anni) Segretariato Sociale e Porte Sociali Organizzato su base municipale, con operatori formati e preparati. Una sorta di “sportello unico” per i cittadini Responsabilità sociale delle imprese Accordo con il mondo dell’impresa e del commercio di Roma su obiettivi etici e sociali (bilancio sociale allargato) Volontariato civico degli anziani Obiettivo: 5.000 anziani volontari a Roma entro il 2004 Dimissioni protette Sistema integrato socio-sanitario per la dimissione protetta dagli ospedali, con piano di interventi socio-sanitari a domicilio, in accordo con ospedali e medici di famiglia. Prevista l’attivazione di Unità Valutative Territoriali S.T.P. Sociale Sperimentazione dell’attivazione dell’STP Sociale per i casi di fragilità sociosanitaria che possono riguardare persone straniere non in possesso di titoli di soggiorno, analogamente a quanto previsto in campo sanitario 11