TOUR DEL VIEUX CHAILLOL IN 5 GIORNI

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TOUR DEL VIEUX CHAILLOL IN 5 GIORNI
Access
Dalla N85 imboccare la D16 in direzione di Lallée, seguire la D16a e poi la
D316. Imboccare la prima strada a destra dopo Entrepierre.
TOUR DEL VIEUX CHAILLOL IN 5
GIORNI
Parcheggio consigliato
Alla borgata les Paris.
Transport
Fermata a Saint-Firmin, sulla linea di bus Grenoble-Gap (a 2 km da les Paris)
Information desks
Per conoscere lo stato di percorribilità dei sentieri ed avere una migliore
conoscenza del territorio si consiglia di informarsi anticipatamente :
Casa della valle dello Champsaur
Informazioni e documentazione, mostre temporanee. Vendita di
prodotti e opere del Parco. Nello stesso spazio, home office
turistico di alta Champsaur. Ingresso libero. Tutte le animazioni
del Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Tel : 04 92 55 95 44
http://www.ecrins-parcnational.fr/ [email protected]
05260 Pont-du-Fossé
Lat : 44.6672009826 Long : 6.22795078095
Casa del Parco dello Valgaudemar
Informazioni, documentazione e una reception con mostre
permanenti e temporanee. La Maison du Parc è etichettato
"Turismo e disabilità". Ingresso libero. Tutte le animazioni del
Parco sono gratuite salvo indicazione contraria.
Tel : 04 92 55 25 19
http://www.ecrins-parcnational.fr/ [email protected]
Ancien Asile Saint-Paul
05800 La Chapelle-en-Valgaudemar
Valgaudemar, Champsaur - Chauffayer
Duration
5 days
Lunghezza
96.7 km
Dislivello
5854 m
Difficulty
Difficile
Tipo
Itinérance
Practice
A piedi
Temi
Fauna
Rifugio
Storia ed
architettura
Attribution:Le Vieux Chaillol et le hameau de Laye (Pascal Saulay - PNE)
Il Tour del Vieux Chaillol è un GR tra paesi che
collegano l’alta montagna della vallata Valgaudemar
ai paseaggi boschivi di Champsaur.
Proposto qui in cinque tappe, questo itinerario
escursionistico si snoda intorno al massiccio sullo
spartiacque tra il Champsaur e il Valgaudemar. Il punto
culminante del tour è il Vieux Chaillol, a 3163 m. A VillarLoubière nel Valgaudemar e al rifugio di Pré de la
Chaumette l’itinerario si congiunge al GR 54, che ha
caratteristiche decisamente più sportive.
Lat : 44.8183643717 Long : 6.19371249101
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Tour du Vieux Chaillol
- Tapa 3 di 5
- Tappa 1 di 5
– Tappa 2 di 5
- Tappa 4 di 5
- Tappa 5 di 5
Questo itinerario si snoda nel cuore del Parco nazionale > Il Parco nazionale è un territorio
naturale, aperto a tutti ma soggetto ad una specifica regolamentazione che è utile conoscere per
organizzare il proprio soggiorno.
Propulsé par http://geotrek.fr
Itinerario
Dalla borgata les Paris addentrarsi costeggiando un canale d’irrigazione, nella
lunga e diritta valle di Valgaudemar. Da Villar-Loubière al rifugio di Pré de la
Chaumette attraverso i colli di Vallonpierre, di Gouiran e della Vallette, il
sentiero comincia a salire e il paesaggio cambia con il grandioso circo glaciale
del Gioberney. Questa parte del tour, che si trova praticamente nel Parco
nazionale degli Ecrins ed è in comune con il GR 54, richiede uno sforzo
maggiore, ricompensato però dal paesaggio e dall’ambiente di alta montagna.
Da questo punto il Champsaur si percorre lungo un sentiero balcone. Dal
rifugio di Pré de la Chaumette, nella valle di Champoléon, costeggiare
l’impetuoso torrente Drac Blanc, che si incassa in una valle austera dapprima
da est verso ovest, per cambiare poi direzione da nord a sud, allargandosi su
verdi pascoli e bagnando numerose borgate. Si tratta di una valle larga, in cui
si possono ritrovare già le influenze mediterranee, che la rendono affascinante
per il suo paesaggio più rurale che montano, per le sue borgate e paesini con
le case coperte da tegole e per i suoi ariosi boschi di larici.
⚠ Avviso
Fare riferimento alle raccomandazioni specifiche di ogni tappa.
Profilo altimetrico
Sulla strada...
Il canale di Herbeys
Quota minima : 906 m
Quota maxima : 2664 m
'J'
La Chiesa parrocchiale di SaintMaurice 'B'
Le cascate e i panorami sulla
valle 'K'
Le "cime" dell'Olan
Un percorso pieno di storia
'C'
Le omelette di Andrieux
'D'
Scrofularia di primavera
'E'
Civetta di Tengmalm
Chamois
I mirtilli
'F'
'G'
'M'
Un habitat tradizionale
L’aquila reale
'N'
'O'
'P'
La via clause
'I'
'L'
La toponimia del Valgaudemar
La toune
'H'
Gli Oules del diavolo
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 2/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Le colture foraggere
'A'
'Q'
Il rifugio del Clot Xavier Blanc
'R'
Gli uccelli d’alta quota
Geologia impressionnista
Il rifugio di Vallonpierre
Le Sirac
'U'
Crave à bec rouge
Champoleon
'AE'
Le Aiguilles di Famourou
Merlo d’acqua
'AG'
L’architettura di Champsaur
La Cappella di Petetes
'Y'
Il bocage
'Z'
Rondine delle rocce
'AJ'
'AK'
La ricchezza ornitologica
'AA'
Paesaggi d’altri tempi
'AF'
La toponimia di "Champsaur"
'W'
Rifugio del Prato della
Chaumette 'X'
Il tardon
'T'
'AD'
Il canale di Mal Cros
'V'
Camoscio
Borels
'S'
Le colture foraggere
'AB'
'AC'
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 3/10 - Edizione del 30 septembre 2015
'AM'
'AL'
'AH'
'AI'
TOUR DEL VIEUX CHAILLOL IN 5
GIORNI
Valgaudemar, Champsaur - Chauffayer
Il canale di Herbeys
'A'
Gli abitanti di Valgaudemar cercano da molto tempo di
controllare i corsi d’acqua per compensare le deboli
precipitazioni estive. Il canale di Herbeys è tuttora
funzionante e viene regolarmente utilizzato, permettendo
così, con i suoi oltre 600 litri di acqua al secondo, di irrigare
"da fermo" 289 ettari di terreno nei comuni di Chauffayer e
di St-Jacques. Lungo circa 28 km, fu costruito per iniziativa di
François Dupont de Pontcharra des Herbeys. La manutenzione del canale è
effettuata ogni anno dai membri del sindacato dei fruitori, che per diversi
giorni sono occupati con la manutenzione del canale e il consolidamento delle
volte.
(Attribution : Olivier Warluzelle - PNE)
La Chiesa parrocchiale di Saint-Maurice
'B'
Costruita dai monaci cluniacensi, questa chiesa è la più
antica tra tutte quelle delle valli del Champsaur e del
Valgaudemar: la sua esistenza è attestabile sin dalla fine del
XI secolo. Il campanile quadrangolare appartiene al repertorio
tradizionale lombardo. L’interno, piuttosto semplice, è
composto da tre navate con volta a crociera e un’abside.
Risparmiata dalle guerre di reglione del XVI secolo, il primo
restauro della chiesa data 1668.
(Attribution : Pierre Dumas - PNE)
Le "cime" dell'Olan
'C'
L'Olan è una cima maggiore del massiccio degli Écrins, che
culmina a 3564 metri ed è composto da tre cime, di cui la più
alta è la cima nord. La prima ascensione alla vetta centrale
del monte Olan risale all’8 luglio 1875, alla vetta nord al 29
giugno 1877 ad opera del famoso alpinista W.B. Coolidge e
della sua guida Almer. L’ascensione per la via normale, con
partenza dal rifugio de l'Olan, accompagnati da una guida se
non si hanno conoscenze di alpinismo, può rappresentare un buon obiettivo
nel Valgaudemar.
(Attribution : PNE)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 4/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Le omelette di Andrieux
'D'
Ad Andrieux (Villar-Loubière) il sole non raggiunge la frazione
per ben 110 giorni all’anno! Si narra che il 10 febbraio gli
abitanti si recassero sul ponte per festeggiarne la ricomparsa,
dopo molti mesi di assenza. Ciascuno di loro posava
un’omelette sui parapetti del ponte e si recava nel prato
vicino, dove aveva inizio la farandola, che proseguiva sino al
momento in cui il sole spuntava e in cui gli abitanti andavano
a riprendersi le omelette, che venivano offerte al sole, e rientravano poi con le
loro famiglie per mangiarle.
(Attribution : Dominique Vincent - PNE)
Scrofularia di primavera
'E'
Ci sono piante che non assomigliano a nessun’altra. È il caso
della scrofularia della primavera. La sua altezza (dai 30 agli
80cm), la sua pelosità, il suo stelo quadrato dalle larghe
foglie dentate ed il suo colore verde-giallo formano un
insieme che attira l’occhio. Pianta molto rara nelle « HautesAlpes », la sua area di ripartizione copre tutta l’Europa
centrale e meridionale dai Pirenei alla Russia. La sua data di
fioritura varia da aprile a luglio. Sarebbe probabilmente fuggita dai giardini di
semplici del Medioevo dove i religiosi coltivavano piante medicinali. Il suo
habitat è particolare : ruderi e vecchi muri. Pensate a non coglierla, la sua
osservazione è interessante quanto la sua raccolta.
(Attribution : PNE - Vincent Dominique)
Civetta di Tengmalm
'F'
La civetta di Tengmalm è una specie tipica delle foreste di
coniferi . È presente tutto l’anno nelle zone di montagna di
Francia. In questa foresta, ne vivono alcuni individui che è
difficile scorgere. Facile da riconoscere, la civetta di
Tengmalm ha degli occhi giallo dorato cerchiati di nero e
sormontati da sopracciglia chiare. Annida spesso nei loculi
forati dal picchio nero o nelle cavità naturali degli alberi
vecchi. Si nutre di piccoli mammiferi :topi campagnoli che caccia di notte.
(Attribution : PNE - Combrisson Damien)
Chamois
Le colture foraggere
'G'
Animal emblématique des Alpes, le chamois ou « chèvre des
rochers » porte de courtes cornes noires et crochues. Au
printemps, il est plus facilement observable avec des
jumelles autour des lacs de Pétarel et parfois en solitaire dans
la forêt. Les chèvres et éterlous (jeunes mâles d'un an)
aiment à constituer de grandes hardes ; a contrario, les
boucs restent plutôt isolés pour ne rejoindre les femelles qu’à
la saison des amours. L’hiver, les chamois aspirent à beaucoup de tranquillité
car ils vont survivre en économisant leurs réserves de graisse.
(Attribution : PNE - Dequest Pierre-Emmanuel)
'J'
Le colture foraggere circondano il paese di La Chapelle.
Sfortunatamente questi prati, ricchi di fiori e insetti, sono
sempre più sovente sostituite da prati temporanei, cioé
seminati in alcune stagioni. L’innaffiamento di questi prati
avviene ancora utilizzando i canali, sempre ben tenuti dagli
utilizzatori con il sostegno del parco nazionale. Potrete
ammirare la chiusa del canale della Grande Levée, poco
lontano dal sentiero che si avvicina alla Sèveraisse. Questi canali sono molto
importanti per il mantenimento della flora delle zone umide, come l’erba
milza e la gagea, entrambe specie protette.
(Attribution : Cédric Dentant - PNE)
I mirtilli
'H'
Il mirtillo è un piccolo arbusto fitto, con rami verdi e spigolosi
e piccole foglie tenere, ovali e finemente dentellate. I fiori
color vinaccia sono solitari e a forma di campana e
producono, a partire dal mese di agosto, delle bacche
commestibili dalla polpa viola, colore da cui deriva il nome
popolare del mirtillo "bocca nera". In questa zona versanti
interi in quota si ricoprono di rosso vivo, ben visibile in
autunno. Pare che il suo nome scientifico "vaccinium" (dal latino vacca) derivi
dal fatto che il mirtillo costituisce un complemento alimentare per la fauna
baccivora (ovvero che si nutre di bacche), frugivora o erbivora.
(Attribution : PNE - Albert Christophe)
Gli Oules del diavolo
'I'
La parola "oule" deriva dal latino olla, che siginfica pentola.
Le Oules del diavolo sono formate da una successione di
cascate all’interno di una stretta gola. Con il passare del
tempo l’acqua e i sassi della Séveraisse hanno eroso la dura
roccia, scavando e lucidando le cavità e dando loro delle
forme spettacolari. Tuttora vi sono delle barriere, installate in
seguito ad alcuni incidenti mortali.
(Attribution : Adeline Gautier - PNE)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 5/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Le cascate e i panorami sulla valle
'K'
Lungo il percorso scoprirete le cascate di Combefroide e del
Casset, sul versante a bacìo della valle. L’itinerario offre
anche una graziosa vista panoramica sui lati est e ovest della
valle della Sèveraisse, all’altezza della borgata di Casset.
Dalla frazione del Rif du Sap un bel profilo dalla valle
testimonia l’erosione dei ghiacciai del quaternario.
(Attribution : Olivier Warluzelle - PNE)
Un percorso pieno di storia
'L'
Il ponte del Casset è l’ultimo ponte antico a non essere stato
portato via dalle piene della Sèveraisse. Sulla riva destra di
questa magnifica opera detta “romana” vi è la frazione
Casset, che deve il suo nome alla grande casse che la
delimita. Questo paese, come quello di Bourg, fu
parzialmente sommerso da una frana. Rif du Sap fu invece
travolto da una valanga che nel 1944 spazzò via le case della
parte altra della frazione. La frazione Clot fu inondata nel 1928 e
abbandonata completamente nel 1934, quando un incendio distrusse la quasi
totalità delle abitazioni.
(Attribution : Jean-Claude Catelan (collection))
La toponimia del Valgaudemar
'M'
Valgaudemar, nome altisonante dalle sillabe di bronzo che
risuonano nelle nostre orecchie. Alcuni sostengono che
questo nome evochi la valle di Maria: Gaude Maria "rallegrati,
Maria", sebbene sia più credibile pensare che sia legato al
nome Gaudemar, nome che fu portato tra gli altri dall’ultimo
re di Burgondes (524), popolo germanico che invase queste
regioni nel 406. Nei testi antichi si legge Vallis Gaudemarii dal
1284. Le leggende, la poesia e l’immaginazione distorcono spesso la ricerca
dell’origine dei nomi.
(Attribution : Dominique Vincent - PNE)
Un habitat tradizionale
'N'
Nelle borgate di Casset, Bourg e Rif du Sap si può trovare
qualche vecchia casa tipica del Valgaudemar. Qualche tetto
in paglia, "tounes" (ingressi a volta delle abitazioni),
pavimentazioni in pietra… sono interessanti esempi di
architettura che meriterebbero di essere conservati. Meno
costosa e di più facile manutenzione, la lamiera ha
progressivamente sostituito la paglia sui tetti.
(Attribution : Dominique Vincent - PNE)
La via clause
'Q'
In alcuni tratti del percorso camminerete tra due muretti di
pietra. Queste "vie clause" sono state costruite per impedire
agli animali domestici che salivano all’alpeggio di calpestare
e mangiare l’erba dei prati che era loro destinata per
l’inverno. La più notevole di tutte si trova all’uscita della
vecchia borgata del Clot ed è stata recentemente restaurata
dal Parco nazionale degli Ecrins.
(Attribution : Bernard Guidoni - PNE)
Il rifugio del Clot Xavier Blanc
'R'
Curioso che questo rifugio sia stato costruito sotto la strada
che sale al Gioberney a una quota di soli 1397 m. Il fatto
strano è che si trova in quel luogo da oltre un secolo, molto
prima che la strada fosse costruita! In effetti, questa
costruzione semplice e solida apparteneva alla Valgodemar
Mining Company che sfruttava il ricco sottosuolo di questa
zona estraendo rame e piombo argentifero. Quando le attività
di estrazione cessarono, il CAF acquistò l’edificio e gli diede il nome di Xavier
Blanc, in ricordo di uno dei soci fondatori del CAF, senatore delle HautesAlpes.
(Attribution : Dominique Vincent - PNE)
L’aquila reale
'O'
Golden eagleTra La Chapelle e Le Clot non è raro osservare
l’aquila reale in volo sui pendii soleggiati. Questo maestoso
rapace dal piumaggio scuro talvolta arricchito con belle
macchie bianche sotto le ali, durante l’estate si trova in
compagnia del biancone, più piccolo e molto chiaro, e del
grifone, più grande ma con la coda corta, che vive sovente in
gruppo. Nulla di strano in tutto ciò, perché sui pendii a bacìo
questi uccelli trovano correnti ascendenti termiche che permettono loro di
volare in alto e percorrere grandi distanze.
(Attribution : Damien Combrisson - PNE)
La toune
'P'
Caratteristica architettonica del Champsaur-Valgaudemar, la
toune è un portico con volta a botte che si trova sulla facciata
principale dell’abitazione. Ripara l’ingresso della casa e della
scuderia e permette talvolta di immagazzinare il materiale,
come la legna, all’asciutto. La toune era sovente intonacata
di bianco per riflettere il calore del sole. Gli abitanti della casa
vi si sistemavano per fare piccoli lavori come ricamare e
rammendare
(Attribution : Dominique Vincent - PNE)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 6/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Gli uccelli d’alta quota
'S'
L’autunno è la stagione delle migrazioni. La montagna, con
inverni troppo rigidi, perde temporaneamente i suoi abitanti.
Alcuni di loro migrano verso quote più basse, in valle o sui
litorali, come il sordone, il codirosso, l’organetto o il fanello
eurasiatico. Altri partono per un lungo viaggio verso i paesi
caldi. Il Sahara offrirà un inverno clemente al codirossone,
allo stiaccino e al culbianco. La bigiarella sceglie invece
l'oriente. E durante l’estate tutto questo bel mondo si ritrova in montagna, un
rifugio in cui la biodiversità e la varietà di invertebrati è ancora preservata. Gli
alpeggi collaborano alla riproduzione di tutte queste specie, decisamente in
diminuzione e che vale la pena proteggere.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Geologia impressionnista
'T'
Dalla chabournéite, un minerale endemico del Valgaudemar,
alle rocce cristalline del gneiss del Sirac, dalla depressoine di
Vallonpierre formata da rocce sedimentarie allo spettacolo
offerto da scisto e carniola del Col des Chevrettes, questo
giro ad anello vi catapulta nella storia. Ondulazioni e colori si
dipingono davanti ai vostri occhi come una tavolozza
impressonista.
(Attribution : Dominique Vincent et Bernard Guidoni - PNE)
Il rifugio di Vallonpierre
'U'
Un laghetto, una bella prateria di alpeggio, il Sirac che
veglia... l’atmosfera magica ispirò nel 1942 la costruzione di
un rifugio a 2270 m di quota. Ma, vittima del suo successo, il
rifugio fu sostituito nel 2000 da un altro, più grande, con 37
posti letto invece dei precedenti 22. Questo nuovo edificio è il
primo rifugio moderno costruito senza materiali importati, ma
con le pietre estratte dal luogo. La sua semplicità e il timpano
in "pas de moineau" sono stati ispirati dal "piccolo rifugio", che è stato
conservato e ospita l’aiuto gestore.
(Attribution : Olivier Warluzelle - PNE)
Le Sirac
'V'
Au sud du massif des Écrins, le Sirac est le dernier grand
sommet avec ses 3441 m. Il se dresse fièrement tout au fond
de la vallée de la Séveraisse. Régulièrement au cours de
cette randonnée, vos yeux se lèveront enchantés pour saluer
ce Seigneur et sa couronne. Vous passerez à ses pieds et
serez surplombés par ses glaciers suspendus. Magique !
(Attribution : Mireille Coulon - PNE)
Crave à bec rouge
'W'
Le crave à bec rouge est un oiseau surprenant à bien des
égards. Il vit près des falaises et joue avec les nuages, brisant
le silence d’un cri bref, strident, presque métallique. Sollicités
par l’écho venu des parois, ses comparses lui répondent. La
démarche assurée et le pas cadencé, le crave à bec rouge
arpente méticuleusement l’alpage en petit groupe pour y
trouver vermisseaux et criquets du pâturage. Excepté
quelques courtes incartades saisonnières liées à la nourriture disponible, le
crave est sédentaire.
(Attribution : Mireille Coulon - PNE)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 7/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Rifugio del Prato della Chaumette
'X'
La capanna pastorale di Champoléon viene costruita per gli
allevatori della valle nel 1921. Fu restaurata per la prima
volta nel 1972. Due anni dopo, il « Club alpin français » (CAF)
ne assume la gestione per garantire un riparo agli
escursionisti sempre più numerosi del GR54. Diventato
troppo piccolo, il rifugio viene ricostruite nel 1979 sui ruderi
di una vecchia frazione e diventa il « Pré de la Chaumette ».
Le pietre da paramento sono state tagliate proprio sul sito di Chamoléon. Le
imponenti pietre piatte del tetto sottolineano uno sforzo di integrazione nel
paesaggio. Ancora oggi, i greggi di ovini sono « ammontagnati » alla fine di
giugno e visitati una volta la settimana.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Merlo d’acqua
'Y'
Il merlo d’acqua è facile da osservare purché si sia discreti.
Vive lungo i fiumi e i torrenti di montagna. Uccellino rosso e
grigio, dalla coda corta, ha il becco sfilato, una macchia
bianca dal mento al petto. Questo sorprendente passera ha la
particolarità di camminare al fondo dell’acqua, a
controcorrente, alla ricerca di cibo. Si appiattisce e si
aggrappa al fondo con le dita, apre gli occhi, protetti
dall’onda da una fine membrana e individua così vermi, larve, piccoli crostacei
e pesci.
(Attribution : PNE - Chevalier Robert)
Camoscio
'Z'
Animale emblematico delle Alpi, il camoscio o « capra delle
rocce » indossa delle piccole corna nere e uncinate. Alla
stregua dello stambecco, è più facile da osservare col
binocolo. Le capre ed i giovani maschi di un anno
(« éterlous ») formano volentieri dei grandi gruppi ; al
contrario, i maschi rimangono piuttosto isolati e raggiungono
le femmine solo alla stagione degli amori. In inverno, i
camosci hanno bisogno di molta quiete, perché dovranno sopravvivere
risparmiando le loro riserve di grasso.
(Attribution : PNE - Albert Christophe)
Rondine delle rocce
Borels
'AA'
La rondine delle rocce indossa un piumaggio dalle tonalità
beige poco contrastate. È capace di eseguire delle prodezze
in volo, qualità indispensabile per catturare la grande
quantità di insetti di cui si nutre. In primavera, appena ha
identificato una barra rocciosa sicura, la rondine delle rocce
trasporta senza tregua, col becco, fango e fili di vegetali. Con
quest’unico attrezzo, fissa saldamente ogni elemento
dell’edificio alla roccia grazie ad un sapiente miscuglio di saliva e di acqua.
(Attribution : PNE - Coulon Mireille)
'AD'
E’ il borgo più importante del comune di Champoléon (non vi
è alcuna borgata con questo nome). Sino alla prima guerra
mondiale, verso il 1914, la valle viveva come in un circuito
chiuso per tutto ciò che riguarda il necessario alla sussistenza
quotidiana. A Borels si potevano trovare un tessitore di lana e
di canapa, un mugnaio e panettiere, un fabbro, un muratore,
una sarta e nelle altre borgate un sabotier, due mugnai, un
segatore, un falegname ebanista, due calzolai. Questi ultimi due lavoravano a
domicilio.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Paesaggi d’altri tempi
'AB'
Percorrendo la valle di Champoléon avrete già avuto modo di
notare lo spazio considerevole occupato dal letto del Drac. Si
narra che, quando questa valle contava circa 600 abitanti
(nel 1789, mentre oggi sono 110), essi si gettassero il
martello da una riva all’altra di questo torrente impetuoso.
L’abbondanza di manodopera permetteva di costruire e di
mantenere muretti e dighe raccogliendo la terra che veniva
trasportata a spalle dai lavoratori o a dorso di mulo. In seguito alle
inondazioni e alle alluvioni devastanti del 1914, il Drac portò via terre e
pascoli e diverse borgate, come quella di Gondouins, furono abbandonate.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Champoleon
'AE'
Nel 1789, alle ventiquattro domande poste dai procuratori
degli Stati Generali del Dauphiné, i Consoli di Champoléon
risposero: "Champoléon si trova nel più spaventevole dei
paesi del Haut-Dauphiné. Vi sono, all’interno della comunità,
16 villaggi molto isolati e incassati nella montagna … 80
famiglie e 600 anime. I tetti delle case sono tutti in paglia […]
i fiumi e i torrenti provocano gravi danni". Di fatto, nel 1790,
nel giorno di Ognissanti, la Chiesa di Champoléon fu distrutta da un’alluvione
e una parte del cimitero scomparve, portando con sé lontano da Champoléon
bare e cadaveri.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Il tardon
'AC'
Il tardon è un agnello allevato negli alpeggi del massiccio
degli Ecrins. Questo agnello è celebrato durante la fiera
agricola di Champolléon, che si tiene ogni autunno e che
celebra la vita pastorale, riunendo allevatori, pastori e grande
pubblico con un programma che va dalla vendita di pecore al
mercato dei produttori, dai piatti a base di tardon agli
intrattenimenti animati.
(Attribution : PNE - Vincent Dominique)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 8/10 - Edizione del 30 septembre 2015
Le Aiguilles di Famourou
'AF'
Scolpite da tempo e intemperie nell’arenaria del Champsaur
ci si può divertire a riconoscere qui una testa con un cappello,
la un animale o una gigantesca lama. Se ci si avvicina, alcune
di esse paiono immobili sentinelle che vegliano, in un
millenario equilibrio inquietante, sulla valle del Drac e sui colli
Bayard e di Manse, verso Sud-Ovest.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Il canale di Mal Cros
La Cappella di Petetes
'AG'
Sebbene dall’estate del 1819, in seguito ad una siccità
particolarmente devastante, si impose l’installazione di un
sistema di irrigazione per il Champsaur, i lavori di costruzione
di un canale ebbero inizio solo nel 1871. Dal ghiacciaio di Mal
Cros, a 2750 metri d’altitudine, fu costruito con muretti a
secco e legno di larice a partire dal colle della Pisse.
L’irrigazione delle colture era effettuato al livello del bacino di
ripartizione delle acque tramite un sistema di chiuse. Terminato nel 1878, il
canale rimase in funzione solo 27 anni, in quanto i lavori di manutenzione
risultavano troppo onerosi.
(Attribution : Gabriel Gonsolin - PNE)
La toponimia di "Champsaur"
'AH'
Al nome "Champsaur" sono attribuite una dozzina di origini.
L’etimologia meno verosimile è di fatto la più carina e
corrisponde a "campo d’oro", poiché Napoleone avrebbe
annotato, scoprendo il paese, "Che bel campo d’oro!" Si può
trovare anche il "campo delle lucertole" (sauros in greco
significa "lucertola") o il "campo dei Saraceni" (campus
sauracenorum) per via delle loro numerose invasioni nel
territorio. Ma l’etimologia più credibile deriverebbe da "campus saurus", il
campo o la campagna di Saurus, nome del proprietario terriero dell’epoca.
(Attribution : IGN)
L’architettura di Champsaur
'AI'
I paesaggi e le case attuali non sono frutto del caso, ma
portano le tracce di uomini che, spinti più dal desiderio di
favorire la funzionalità delle costruzioni rispetto al lato
estetico, hanno sviluppato il miglior rapporto possibile con il
loro paese. La zona nord-sud della valle del Drac, regione
sovente spazzata da un vento freddo, era caratterizzata dal
paesaggio a bocage e le costruzioni sono molto attaccate le
une alle altre, con un muro cieco rivolto a Nord. La disposizione dei balconi,
rivolti a est come a St-Michel-de-Chaillol o St-Julien-en-Champsaur, riflettono
la ricerca di sole, proprio come le facciate delle case, che sono sovente dotate
di un portico.
(Attribution : Marc Corail - PNE)
Tour del Vieux Chaillol in 5 giorni - Page 9/10 - Edizione del 30 septembre 2015
'AJ'
Questa cappella non solo è una notevole opera di arte
popolare, ma è anche la protagonista di una curiosa storia. I
"Petêtes" sono in questo caso delle statuine. Si narra che nel
1730 un pastore di nome Pascal, che a tempo perso faceva
anche il muratore, iniziò a intagliare delle pietre. Continuò a
intagliare per tutto l’inverno e, quando ne ebbe incise a
sufficienza, cominciò a scavare e a sistemare pietra su pietra.
Quando ebbe finito, la borgata di Aubérie aveva una graziosa cappella di
montagna. Il pastore però, aveva creato sulla facciata della cappella delle
specie di nicchie. Ricominciò a lavorare la pietra, con ancora più minuziosità e
passione, poiché stava scolpendo delle statuine. Dopo ben undici anni di
lavoro, nel 1741, la sua opera era finita e Pascal eresse una croce
monumentale di fronte alla cappella.
(Attribution : Hervé Cortot - PNE)
Il bocage
'AK'
Il bocage, un tipo di paesaggio piuttosto diffuso nella Francia
prebellica, conserva qui, a oltre mille metri di quota,
un’interessante varietà, formata da un reticolo di coltivazioni,
prati e boschi che si rivela assai favorevole a una gran
quantità di volatili, tra cui numersoi passeri comuni (averla,
stiaccino, zigolo, quaglia, torcicollo…) il cui numero in Francia
è talvolta in preoccupante diminuzione. La ricchezza è quindi
data dalla rarità di esemplari!
(Attribution : PNE)
La ricchezza ornitologica
pigliamosche…
'AL'
Trent’anni di meticolosi censimenti hanno permesso di
identificare 220 specie diverse di uccelli presenti in valle. Una
ricchezza eccezionale, sia per quanto riguarda la varietà del
paesaggio (bocage, zone umide, boschi e alta montagna) che
per la posizione del Champsaur: un territorio nord alpino ma
decisamente aperto a sud verso Manse e Bayard, favorevole
ai flussi migratori di garzette, alzavole, falchi cuculi,
(Attribution : Damien Combrisson - PNE)
Le colture foraggere
'AM'
Quando non sono stati sconvolte dalle moderne tecniche di
fertilizzazione e di insilamento queste colture possono
ospitare una cinquantina di specie vegetali. Le più importanti,
quali il narcissus poeticus, la barba di becco, la salvia
patensis, l’onobrychis, il botton d’oro rallegrano il paseaggio
alternandosi con le loro diverse variazioni di colori.
(Attribution : PNE)
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