EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA

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EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA
Tesi:“Educazione alla sicurezza. la valutazione del rischio nel laboratorio tecnologico” – spec. biasini Marco matricola
R10986 – relatrice. Prof.ssa maria lorettta pavan
SSIS VENETO - IX° CICLO INDIRIZZO TECNOLOGICO
CLASSE DI ABILITAZIONE A071 – ELABORATO FINALE
EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEL LABAROTARIO TECNOLOGICO
Specializzando: Marco Biasini
Relatrice e SVT: Prof.ssa Maria Loretta Pavan
SSIS Veneto IX Ciclo Ind.Tecnologico – ABILITAZIONE A071 - A.A. 2008/09
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INDICE
1. ABSTRCT
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2. CLASSE
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3. CONTESTO
4. TIPOLOGIA DEL PROGETTO DIDATTICO
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5. AREA TEMATICA DISCIPLINARE
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6. INDICAZIONI NAZIONALI
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7. PREMESSA
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IL PUNTO DI VISTA NORMATIVO
IL PUNTO DI VISTA EDUCATIVO
8. IDEA CENTRALE DI PROGETTO
9. REQUISITI D’ACCESSO
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10. OBIETTIVI
7
11. COLLOCAZIONE TEMPORALE E DURATA
9
12. EQUIPE
13. FASI
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14. METODOLOGIA
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15. PRODOTTO IN USCITA
16. VERIFICA E VALUTAZIONE
17. RIFERIMENTI BIBLOGRAFICI
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ALLEGATO I: Breve guida per la compilazione della scheda di acquisizione
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di informazioni sulle Lavorazioni tramite la matrice del rischio
ALLEGATO II: Verifica sulla sicurezza, le conoscenze basilari
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TITOLO
EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEL LABAROTARIO TECNOLOGICO
1. ABSTRACT DEL PROGETTO
Il Servizio di prevenzione e protezione della scuola dell’Istituto Tecnico Industriale Pacinotti,
insieme ad un equipe
formata da alcuni docenti e da un esperto esterno sulla sicurezza,
promuovono l’aggiornamento del Documento della valutazione dei rischi della scuola.
Il progetto coinvolge i discenti delle classi con la metodologia dei compiti di realtà, grazie allo
strumento d’analisi della “matrice del rischio”.
Nello specifico, la classe II/A è coinvolta nella valutazione dei rischi professionali relativi ad una
lavorazione nel laboratorio di tecnologia: l’uso delle macchine utensili.
L’ itinerario didattico si articola in due fasi: la prima in cui si affronta la conoscenza dei principali
concetti inerenti la sicurezza e il metodo della “matrice del rischio”, la seconda caratterizzata
dall’ analisi e dalla sperimentazione che consente ai discenti di mostrare, grazie allo strumento
della video-ripresa correlata di apposita scheda critica, la corretta esecuzione di una determinata
lavorazione.
L’elaborato costituirà materiale utile sia ai fini dell’aggiornamento del Documento della valutazione
dei rischi, sia di supporto a futuri interventi di formazione.
2. CLASSE
La classe di riferimento a cui è destinato il progetto didattico è la seconda di un Istituto Tecnico
Industriale, la II/A del “Pacinotti” di Venezia.
La classe è costituita da 24 studenti maschi. Sono presenti 2 alunni stranieri, un indiano ed un
cinese, ben inseriti all’interno della classe che parlano e comprendono sufficientemente la lingua.
Il gruppo-classe è abbastanza vivace ed in alcuni casi è necessario un autorevole controllo,
nonostante il comportamento sia generalmente educato e rispettoso delle regole.
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L’impegno è sufficientemente adeguato nella maggioranza degli studenti.
La classe si presenta, nel complesso, interessata all’apprendimento della materia della tecnologia e
soprattutto all’esperienza laboratoriale, partecipando attivamente alle attività proposte.
La preparazione risulta eterogenea: un buon numero di studenti possiede in misura soddisfacente
conoscenze ed abilità, alcuni evidenziano delle lacune attribuibili in parte a ritmi lenti
d’apprendimento, in parte al poco interesse.
3. CONTESTO
Il “Pacinotti” è un Istituto Tecnico Industriale facente parte dell’area metropolitana di Venezia,
che risulta caratterizzata dal turismo, dalla formazione superiore, dal terziario avanzato, e da un
sistema produttivo complesso e molto articolato tra cui spiccano il tessile, il meccanico,
l’elettromeccanico, l’elettrico, la cantieristica e che costituisce il tessuto socio-produttivo del nordest d’Italia.
L’Istituto ha un sistema integrato di istruzione – formazione – lavoro e svolge un ruolo di primo
piano nel settore della formazione tecnica, rispondendo alla domanda delle imprese del territorio
che richiedono alla scuola modelli di formazione adeguati alle nuove logiche di produzione.
L’obiettivo è di integrare lo studio delle singole tecnologie industriali con gli aspetti legati alla
gestione delle macchine e degli impianti, all’organizzazione del lavoro e allo sviluppo complessivo
delle risorse umane. Il corso di studi è strutturato in un biennio comune e nei tre trienni di
specializzazione: indirizzo chimico, indirizzo elettrotecnico-automazione ed indirizzo meccanicomeccatronico.
4. TIPOLOGIA DEL PROGETTO DIDATTICO
Il Progetto didattico, che ha come obiettivo l’educazione alla sicurezza quale competenza
trasversale, è di tipo pluridisciplinare. Ogni disciplina custodisce, nell’esecuzione del compito
comune, la propria specificità metodologica ed epistemologica e prevede la collaborazione degli
insegnanti di Tecnologia e Disegno e del relativo assistente tecnico-pratico, dell’insegnante di
Matematica ed un esperto della sicurezza esterno alla scuola.
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5. AREA TEMATICA DISCIPLINARE
Il progetto si colloca nella disciplina “Tecnologia e Disegno Tecnico”, nell’area tematica relativa
alla “Sicurezza nei luoghi di lavoro”. Nello specifico i principali contenuti comprendono:
le norme generali per l’uso delle attrezzature di lavoro, i dispositivi di protezione individuale (DPI),
la valutazione del rischio, i principali requisiti dei luoghi di lavoro, le norme antincendio e la
segnaletica di sicurezza.
6. INDICAZIONI NAZIONALI DI RIFERIMENTO
•
Programma ministeriale A071, definita nel D.M. 9 marzo 1994 (Sostituzione degli
orari e dei programmi di insegnamento vigenti nel biennio degli istituti tecnici industriali…)
in cui tra gli obiettivi di apprendimento lo studente deve dimostrare di essere in grado di
rispettare le norme antinfortunistiche e di sicurezza.
•
D.Lgs 626/94: Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, più specificatamente nel successivo
D.Lgs. 81/08: Testo Unico della Sicurezza, nel quale l'art. 11 prevede: “ L’ inserimento in
ogni attività scolastica di specifici percorsi formativi interdisciplinari inerenti alle diverse
materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della
sicurezza nel rispetto delle autonomie didattiche”.
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7. PREMESSA
1. Dal punto di vista normativo,
il progetto prende spunto da quanto previsto dal D.L.vo 81/08 in materia di sicurezza nei luoghi di
lavoro. Il nuovo Testo Unico identifica la scuola non solo come luogo di lavoro, ma assegna ad
essa un ruolo attivo nella promozione della cultura della prevenzione e della sicurezza (così come
previsto nella legge delega n°123 del 2007 art. 4).
Il
progetto integra il livello didattico, di pertinenza degli insegnanti,
ed il livello tecnico-
organizzativo del Servizio di Prevenzione e Protezione della scuola, coinvolgendo gli allievi nelle
attività di valutazione dei rischi e di gestione della sicurezza nella scuola.
Le finalità del progetto è in primo luogo di sperimentare un modello partecipativo di valutazione
dei rischi, d’ individuazione delle misure di prevenzione e di gestione della sicurezza ed in secondo
luogo di indurre tra gli allievi una maggiore consapevolezza tecnica e civile sul tema della tutela
della salute nei luoghi di lavoro.
Si
procede grazie alla sperimentazione di un modello di percorso didattico sulla sicurezza sul
lavoro con utilizzo del documento di valutazione dei rischi a fini didattici, che risponde a quanto
previsto dalla Circolare n.122100 dove si afferma che "l'attuale normativa di riferimento ed i
principi che la sottendono costituiscono la migliore opportunità per la promozione, a livello
scolastico, di una vera e propria cultura della sicurezza e prevenzione".
Caratteristica dell’ intervento formativo è il coinvolgimento dei ragazzi nella valutazione dei rischi
professionali relativi ad una specifica lavorazione che si svolge nel laboratorio di tecnologia
(lavoro alle macchine utensili).
Gli indirizzi degli istituti tecnici-professionali (come nel nostro caso l’ I.T.I.S “Pacinotti”di Venezia),
hanno obblighi di strutturazione e di gestione del sistema sicurezza, riconducibili ai seguenti
aspetti:
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•
I laboratori scolastici sono assimilati a luoghi produttivi, per cui devono rispondere ai
requisiti indicati nell’art. 33 del D.Lgs 626/94. Gli studenti di una scuola superiore sono
considerati nel decreto legislativo 626/1994 come lavoratori, in particolare
per quanto
riguarda la loro presenza nelle officine e nei laboratori.
•
Equiparazione in ambito scolastico delle figure preposte alla sicurezza:
il dirigente scolastico è equiparato al datore di lavoro
Ciò risulta particolarmente importante nei contesti educativi nei quali gli allievi sono impegnati in
attività di laboratorio, dove lavorare sui meccanismi di percezione individuale e collettiva del
rischio e sulla loro influenza nei comportamenti costituisce il prerequisito per garantire efficacia
alle misure di prevenzione sulle attrezzature, macchine ed ambienti.
Per questo,
oltre alla legge di riferimento nazionale, i contenuti relativi alle tematiche della
sicurezza del mondo lavoro, affrontati nel progetto didattico, sono presenti all’interno dei
programmi delle singole discipline (come nel caso della tecnologia e disegno) e nei POF degli
istituti scolastici.
Nello caso dell’ I.T.I.S “Pacinotti”, come espressamente citato nel POF: “l’attenzione alla sicurezza
ed all’ igiene è un atteggiamento culturale che viene promosso all’interno di tutta l’attività
didattica. Esso comprende da un lato l’analisi dei pericoli e la valutazione dei rischi; dall’altro il
criterio della progettazione ergonomica finalizzata alla prevenzione”.
2. Dal punto di vista educativo,
l’educazione alla sicurezza si definisce come competenza “trasversale”.
La questione dell’educazione alla sicurezza nei giovani si inserisce senza dubbio nell’ambito della
salvaguardia della salute nei luoghi di lavoro, ma si configura anche e soprattutto come problema
psicopedagogico.
Educare alla sicurezza significa portare il giovane, sin dalla più tenera età, a costruire dentro di sé
atteggiamenti di responsabilità, autocontrollo, esame di realtà, valutazione del rischio e coscienza
dei propri limiti. Sono tutte queste dimensioni che crescono e si strutturano insieme alla
personalità e ne fanno parte; aiutare il giovane a costruirle è compito delle agenzie di formazione,
come la scuola.
Educare alla sicurezza diventa un compito trasversale, che non può fermarsi alla tematica della
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sicurezza sul lavoro, ma deve interessare tutti i comportamenti di vita: dalla sicurezza nei
comportamenti relativi alla salute e al benessere personale (alimentazione, igiene, uso di sostanze
nocive, condotte sessuali …), al rispetto per l’ambiente, all’osservanza delle regole della strada,
alla prudenza in tutti i comportamenti quotidiani.
Tale educazione, non può dunque limitarsi ad essere una “materia scolastica”, fatta di momenti
strutturati dove si elargiscono informazioni.
Questi momenti sono senz’altro importanti e necessari, ma sono l’attenzione e la presenza
quotidiana dell’educatore sulle condotte sicure di routine in tutti gli ambiti della vita, che possono
incidere sugli atteggiamenti. La sicurezza, in una parola, non è solo un sapere o un saper
fare: è un saper essere, un atteggiamento trasversale, che si traduce in comportamenti
usuali, abitudinari, ordinari.
8. IDEA CENTRALE DEL PROGETTO
La tematica della sicurezza riveste limitato interesse nei
ragazzi ed è spesso percepita distante dalla loro
quotidianità. Per ovviare a tale situazione si propone un
approccio basato sul coinvolgimento attivo dei ragazzi
grazie all’ apprendimento esperienziale.
L’idea generale è l’acquisizione di un metodo di
osservazione, analisi e proposta di interventi di prevenzione/protezione a partire dalla riflessione
sull’importanza dei comportamenti adottati. Perciò si impegnano gli allievi in un compito di
realtà, i cui risultati possano essere direttamente visibili per essere
utilizzati dal Servizio di
Prevenzione della scuola.
Gli allievi acquisiscono conoscenze e competenze sulla valutazione dei rischi, partendo dal
laboratorio, fulcro dell’azione didattica negli istituti tecnici industriali.
Si utilizza l’attività nei laboratori scolastici (che sono per legge assimilati ai luoghi produttivi per
cui devono rispondere agli stessi requisiti normativi sulla sicurezza) per far cimentare gli allievi
nell’attività di valutazione dei rischi, attraverso l’analisi di situazioni realistiche, opportunamente
caratterizzate e circoscritte dai docenti.
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9. REQUISITI D’ ACCESSO DI TECNOLOGIA
Per affrontare l’attività proposta si ritengono necessari i seguenti requisiti:
Conoscenze
Conoscere le caratteristiche operative delle principali macchine utensili con le relative norme
antinfortunistiche.
Abilita’
Saper descrivere alcuni semplici procedimenti di lavorazione delle principali macchine utensili.
Saper analizzare e schematizzare le varie fasi di lavorazione.
Competenze
Lavorare alle macchine utensili: tornio parallelo.
Saper leggere e redigere un semplice foglio di lavorazione.
10. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Conoscenze
•
Appropriarsi dell’uso tecnico dei principali termini del mondo della
sicurezza sul lavoro.
“prevenzione”, “pericolo”, “rischio”, “buone prassi”, riferimento al D.Lgs. 81/08, art.2.
•
Conoscenza dei contenuti del Documento della valutazione dei rischi (in riferimento art. 3,
4, 5, 8 e 9 Dl.Lgs. 626/94).
•
Conoscenza della matrice del rischio.
Abilita’
•
Descrivere correttamente, secondo il metodo proposto, le modalità di svolgimento delle
lavorazioni.
•
Saper agire in modo responsabile nei luoghi di studio e di lavoro.
•
Saper utilizzare la “matrice del rischio”.
•
Sapere individuare le criticità principali di natura sia tecnica che procedurale ed
organizzativa.
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•
Saper individuare tipologia e tempistica negli interventi di miglioramento delle condizioni di
sicurezza.
Competenze
•
Esser in grado di procedere nella valutazione dei rischi attraverso l’esame di situazioni
realistiche.
•
Essere in grado di redigere una procedura di lavoro corretta.
•
Mettere in relazione un processo lavorativo con i possibili rischi derivanti da esso e
associarvi le pratiche di valutazione e di prevenzione.
11. COLLOCAZIONE TEMPORALE E DURATA
L’attività didattica rientra per buona parte all’ interno del programma di Tecnologia e Disegno del
secondo anno degli Istituti Tecnici Industriali. Il suo svolgimento è previsto verso la fine del
secondo quadrimestre nel mese di maggio. Il totale ore annuale disciplinare ammonta per le classi
seconde a circa 190 ore (con frequenza settimanale di 6 ore) di cui 90 dedicate alla parte tecnicopratica, almeno 60 ore dedicate al disegno e le restanti 40 alla parte teorica di tecnologia.
Il progetto didattico prende avvio alla fine del secondo quadrimestre, nel mese di maggio, ed è
articolato in 9 incontri della durata complessiva di 17 ore, di cui 12 nella disciplina di Tecnologia e
disegno, 2 ore con l’insegnante di Matematica, 2 ore con l’ esperto esterno nella sicurezza.
Si veda nel dettaglio la tabella delle fasi.
12. EQUIPE
Il gruppo di lavoro è costituito dal docente di Tecnologia e Disegno e dall’assistente tecnicopratico del laboratorio, dal docente di Matematica (che è anche addetto del SSP dell’istituto
scolastico)
e
da
un
esperto
dei
Dipartimenti di Prevenzione delle ASL o
dell’INAIL. La progettazione comune
richiede
preventivamente
sei
ore,
distribuite all’ inizio, in itinere ed alla
fine dello svolgimento dell’attività.
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