N° 30 del 02/08/2008

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N° 30 del 02/08/2008
EBOLI BATTIPAGLIA, VERSO L’ OSPEDALE UNICO
AQUARA: TERRITORIO DEVASTATO PER LA FONDOVALLE
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Ann o X n°30 www.unicosettimanale.it - 02 agosto 2008 € 1,00
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Cilento, una terra
da modernizzare
di Domenico De Masi
Parità di giorni e di spettacoli, quest’anno il Ravello Festival ha incrementato del 15 per cento le
presenze di spettacoli e del 52 per
cento gli incassi. Ciò significa che,
quando si costruisce un “sistema”
turistico fatto di mare, mostre, concerti, buoni alberghi, cucina genuina e accoglienza raffinata, non
c’è monnezza che tenga. Ma soprattutto significa che una regione
polifonica come la Campania non
può svilupparsi se non investe
energie economiche e organizzative sulla provincia che, rispetto a
Napoli, possiede le maggiori riserve ancora inesplorate di natura e
di cultura. Il Cilento ne offre
l’esempio più eloquente. 270mila
abitanti distribuiti in una ottantina
di Comuni a sud di Salerno, 22 dei
quali hanno meno di mille abitanti.
Una fitta rete di piccoli centri equamente distribuiti tra mare, collina e
montagna, quasi a formare altrettanti quartieri di una cittadina
ideale, immersa nel verde dei boschi che coprono il 22 per cento
dell’intera superficie . Qui, a Velia,
Parmenide e Zenone esplorarono
l’essenza dell’umana avventura.
Qui, a Satolla, Gian Battista Vico
disegnò i corsi e i ricorsi della storia. Qui, a Paestum, Goethe si commosse davanti ai templi insuperati.
Dunque, nella nostra società postindustriale, dove l’emozione,
l’estetica, la qualità della vita emergono di giorno in giorno come valori dominanti e dove natura e
cultura sono convocati per sviluppare l’economia attraverso il turismo, nulla mancherebbe al Cilento
per essere un miraggio afferrabile,
un luogo di appagamento felice. Invece la popolazione diminuisce:
emigrano soprattutto i giovani diplomati e laureati, che, dopo aver
assorbito per venti anni le energie
familiari, se ne vanno ad arricchire
le già ricche regioni del Nord. Qui
molto più che del resto d’Italia
l’economia è ancora legata all’agricoltura e alla pesca, che insieme trattengono il 17 per cento
della popolazione attiva. Il resto
opera in un terziario frammentato e
senza slancio. Tra il cittadino e lo
Stato, l’Unica istituzione radicata
nella cultura consolidata del Cilento è la famiglia, ancora affetticontinua a pag. 4
6:45 Milano-Malpensa decollo
Amaro spoil system
in salsa cilentana
Per l’inaugurazione si aspetterà Augusto Strianese
di Antonello Caporale
Il silenzio operoso del ministro
dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sta producendo i primi risultati sul campo. Ha decapitato
il Parco nazionale del Cilento,
cacciato il presidente che si era
presentato alla comunità abolendo i riti di un ceto politico piuttosto nullafacente, insaziabile
nella propria avidità, a volte corrotto, quasi sempre inerme di
fronte agli scempi che hanno devastato una delle coste più belle
d’Italia.
Infatti per una bizzarra (e davvero
non più replicabile) coincidenza
astrale era stato indicato alla presidenza del Parco il sociologo
Domenico De Masi. La disperazione in cui si era trovato il presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino, colmo fino
alla testa dei rifiuti napoletani, e
la debolezza politica del ministro
uscente Alfonso Pecoraro Scanio,
Aquara- Roccadaspide
Ponte Mainardi via ai lavori
Il 9 agosto ore 22:00 a Laurino (Piazza Magliani)
G IN O PAO LI q uint e t
(Enrico Rava, Danilo Rea, Roberto Gatto, Rosario Bonaccorso)
A PAGINA 10
Agricoltura, la provincia padrona del suo futuro
di Bartolo Scandizzo
L’occasione offerta dal convegno convocato per presentare i risultati dei
Pit (Piani Integrati Territoriali) di tre
aree importanti della provincia (AgroNocerino, Picentini e Piana del Sele)
è stata anche una buona opportunità
per tracciare la linea di sviluppo su cui
si deve incamminare l’economia provinciale.
“I fondi del Pse per l’agricoltura (194
mln) saranno gestiti dalle province!
Nella prossima primavera a Paestum,
nell’area archeologica, sarà organizzata, insieme al consorzio di tutela
della mozzarella di bufala campana,
una grande manifestazione per la valorizzazione della mozzarella!
La borsa del turismo archeologico assumerà un ruolo sempre più centrale
nel Mediterraneo e, pertanto, allargherà i suoi orizzonti!
Sia la Borsa verde, sia Exposcuola daranno ulteriore impulso al turismo
rurale e ambientale e a quello scolastico!
La proposta d’inserire la Dieta Mediterranea tra il patrimonio Unesco, darebbe ulteriore slancio alle produzioni
tipiche del territorio!”
Ha ragione Alfonso Ruffo, direttore
del Denaro e moderatore del tavolo
del convegno, a commentare: “In
trenta minuti sono state date molte
notizie di prima pagina”.
Infatti non gli si può dare torto se si
considera che sono stati Corrado
Martinangelo ed Angelo Villani ad
elencare le novità che investiranno la
provincia di Salerno nel prossimo futuro in settori vitali per lo sviluppo di
un territorio in deficit economico nei
confronti della media nazionale ed eu-
ropeo.
I piccoli imprenditori, invece, riuniti in
un forum di preparazione al convegno,
alla presenza di Franco Iuliano, vice
presidente della provincia, hanno lamentato la scarsa attenzione alla promozione dei prodotti tipici e di
nicchia e le difficoltà a penetrare perfino il mercato locale.
Per la camera di commercio è intervenuto Innocenzo Orlando che ha rivendicato il merito delle varie
istituzioni che operano in provincia di
saper lavorare con spirito di squadra:
“dal ’92 ad oggi le aziende che si sono
incamminate sui mercati esteri sono
passate da 300 a 1385. Questo a testimonianza di un percorso virtuoso
che la CC e la provincia hanno saputo
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avevano prodotto in limine mortis
(febbraio di quest’anno) una concertazione anomala e partorito
una indicazione di qualità, autorevole, estranea alle beghe locali,
distante dalle responsabilità che
hanno trasformato il Parco più
grande d’Italia in un ammasso di
clientele, una rete vergognosa di
collusioni che invece di promuovere e tutelare il territorio lo
hanno debilitato e asservito.
CONTINUA A PAGINA 4
Albanella Matinella
Agropoli
2
N°30 02 agosto 2008
Costituita la società Agropoli ser viz i srl
Alfieri:”Uno strumento strategico per offrire sefvizi eccellenti alla comunità”
Costituita formalmente la “Agropoli
Servizi Srl”, società in house a totale
capitale pubblico, alla quale sono
stati affidati la manutenzione generale sul territorio comunale, il servizio affissioni e la gestione dei
parcheggi. Dopo il passaggio e l’approvazione nei mesi scorsi in Consiglio comunale è stato, quindi,
nominato il Consiglio di Amministrazione composto dal presidente
Vito Rizzo e dai consiglieri Pasquale
Volpe e Giorgio Cafasso (Collegio
dei revisori: presidente Massimo Romano, componenti Luigi Rizzo ed
Ernesto Narbone).
«L’Amministrazione comunale –
commenta il sindaco di Agropoli,
Franco Alfieri - si dota di uno strumento che riteniamo fondamentale e
strategico per la nostra città. E’ intenzione, infatti, partire immediatamente, rendendo operativa la
“Agropoli Servizi” alla quale ven-
Vito Rizzo nuovo presidente
dellʼAgropoli servizi srl
gono affidati i servizi di manutenzione del territorio comunale, in particolare del verde pubblico, di
affissione, per evitare il fenomeno
del manifesto selvaggio, oltre che di
gestione dei parcheggi a pagamento
attraverso gli ausiliari del traffico.
Vogliamo che attraverso questa società si raggiungano risultati importanti e si arrivi ad un livello
A Parer mio...
eccellente di offerta dei servizi».
«La costituzione di “Agropoli Servizi Srl”, società in house con forte
controllo del Comune di Agropoli –
spiega, quindi, il primo cittadino
agropolese - dovrà rappresentare una
realtà industriale nel settore dei servizi, capace di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio di
riferimento e di svolgere un ruolo di
leadership per le utilities locali, in
grado di dare, nel tempo, continuità,
stabilità e miglioramento al servizio
reso ai cittadini. L’obiettivo è creare
un operatore che sviluppi ed implementi progetti innovativi nel territorio comunale, quale l’estensione
della rete e dei servizi necessari al
governo della nostra città e, più in
generale, significativi investimenti in
mezzi, strumenti di ricerca, innovazione tecnologica con i conseguenti
incrementi dei livelli qualitativi dei
servizi al cittadino».
di Catello Nastro
Es t at e 2008... Il rit orno delle t ardone
“ Vengo in villeggiatura ad Agropoli da
circa trent’anni. La prima volta che
sono venuta con la mia famiglia avevo
ventisette anni e non ero ancora sposata. Ora sono vedova. Mio marito,
buonanima, mi ha lasciato già da tre
anni. Comunque sulla spiaggia di San
Marco tengo molti amici. Sa, ho quasi
quaranta anni e non mi sento ancora
vecchia…” Fin qui il discorso fila. Ma
ragionandoci bene, se la signora viene
in villeggiatura nel nostro paese da
trenta anni, e quando è venuta la
prima volta aveva ventisette anni, sta a
significare che la signora non tiene
quaranta anni, bensì cinquantasette,
cioè quasi sessanta… E’ semplicemente un calcolo matematico. Ma ai
nostri tempi la scienza ha fatto
enormi progressi e se una donna che
ha circa sessanta anni, ne dimostra
meno di quaranta, il fatto e del tutto
normale. Un lifting, un’abbronzante
speciale, un poco di silicone, un trucco
costoso ma non esagerato ed ecco
che si ha lo sconto sull’età. Hai sessanta, togli venti, mostri quaranta.
Uno sconto, in offerta speciale, di
oltre il trenta per cento. E vi pare
poco. Nemmeno in periodo di recessione in un supermercato discount
alla periferia del paese di provincia.
Fatto sta che le “over sessanta” vestono alla moda, anche senza spendere molti soldi, con minigonne o in
lungo fanno bella figura, il “soutiengorge” mette in risalto le antiche
poppe adeguatamente lucidate a spirito e gomma lacca come un ottocentesco cassettone di epoca Luigi
Filippo, bombato da fare concorrenza
alle notevoli curve della nobildonna
sessantenne. E poi il profumo: dove lo
mettiamo? A cinque metri di distanza
già invade le narici. E’ il primo attacco.
Poi per il complesso di Edipo, che non
abbandona mai i cosiddetti “mammaruli” il davanzale, ben lucidato, ben sostenuto, ben sorretto, ben esposto,
ben proporzionato, bene in tutto insomma. Questa è la considerazione
da fermo. In movimento poi, l’attrazione fatale aumenta dell’ottanta per
cento. La tardona sa camminare, muovendo magari le antiche chiappe a
tempo di tango o di valzer. Il tre quarti
del tempo è la vera specialità dell’estate agropolese – e cilentana in genere - . Taratatatà…zà zà zà…
taratatarà…zà zà zà… E così via in un
concerto che si lascia seguire per diecine di metri. Sia ben chiaro che non
sono un guardone. Ma uno storico.
Uno storico del tempo che sa vagliare, osservare e valutare gli eventi
della storia contemporanea ed attuale. Corso Garibaldi, ad Agropoli, è,
a mio avviso, la più grande vetrina di
questa mobilissima esposizione. Centinaia di esemplari, al tramontar del
sole e fino a tarda notte, si esibiscono
in un fisico concerto di movimenti e
di visione che forse l’Azienda di Soggiorno e Tuirismo di Agropoli, dovrebbe far pagare il biglietto, anche
profumato, per assistere a questi concerti, o defilée, eleganti, di classe, liberi,
gratuiti,
internazionali.
Certamente ci sono i casi XXL, ottava
misura, chiappe super maxi, super
extra, chiappone che, a mio avviso, dovrebbero portare i catarifrangenti per
non ostacolare a addirittura abbattere
quelle esili, iponutrite, tipo grissino,
delle fanciulle sedicenni a dieta forzata,
che mangiano a pranzo un sedano ed
a cena un cetriolo. E la domenica, per
festeggiare, mangiano un cavolo. Ed a
questo punto, cari lettori, come uomo,
sebbene quasi settantenne, come cronista attento ed oculato, come buongustaio, come anziano e come ex
antiquario, urlo dalla gioia della bellezza stagionata: evviva le over sessanta! Ndr. Questo articolo è stato
scritto il 23 luglio del 2008.
Domani, giovedì 24, si terranno le
elezioni per il rinnovo del direttivo del
Centro Sociale Polivalente “città di
Agropoli” . Catello Nastro è il candidato numero uno della lista numero
tre. Non so se sarò eletto. Se sarò
eletto mi perderò lo spettacolo. Se
non sarò eletto, la sera, seduto davanti
al Bar di Corso Garibaldi di mio nipote Antonio ( che mi fa lo sconto sul
limongello di ottima qualità e sempre
ben freddo), mi procurerò la goduria
di questi continui, ritmici, ben proporzionati, eleganti viagrani concerti.
Peraltro gratuiti e non vietati ai minori
di settanta anni. Buona estate a tutti!
E ricordatevi che…gallina vecchia fa
buon brodo!!
«L’idea dell’Amministrazione comunale – afferma Vito Rizzo – è
quella di realizzare dei servizi efficienti grazie alle professionalità specifiche che una società pubblica è in
grado di offrire. Ci sentiamo, quindi,
fortemente responsabilizzati e, con i
consiglieri del CdA, Pasquale Volpe
e Giorgio Cafasso, il collegio dei revisori e quanti saranno chiamati a lavorare all’interno della società,
garantiremo ai cittadini il massimo
impegno e la migliore qualità dei servizi offerti».
Daniela De Martino
Lavori a getto
continuo...
Dopo l’inaugurazione del parcheggio Foce Testene, un’area che ha garantito circa 70 posti auto realizzati
a sosta gratuita oltre ad una rivalorizzazione di una zona che fino a
poco tempo fa era degradata, si è
assistito all’iniziativa “Trentova illuminata”.
La zona che va da San Francesco a
Trentova sarà completamente illuminata in modo da garantire una
favolosa passeggiata anche di notte
in uno degli angoli più panoramici e
suggestivi di Agropoli. Il sindaco
Franco Alfieri ha manifestato la sua
soddisfazione definendo questa iniziativa entusiasmante perché questa zona è caratterizzata dallo
splendido panorama che affaccia
sul Golfo di Salerno. Oltre a queste iniziative, la città di Agropoli ha
compiuto dei passi in avanti dato
che ha intensificato i controlli contro l’abusivismo commerciale a tutela sia degli acquirenti sia delle
attività commerciali. Un’attività di
primo piano molto buona è stata
svolta dalla Polizia Municipale che,
congiunta con i Carabinieri, ha condotto una serie di controlli sulle
spiagge del litorale di San Marco al
termine della quale, nella giornata
di lunedì 21 luglio, sono stati denunciati tre venditori ambulanti extracomunitari e posta sotto
sequestro la merce che sarà donata in beneficenza all’Associazione Aiuto alla Vita di Agropoli.
Infine, un’altra importante iniziativa
sta per essere portata al termine e
riguarda lo sport. Si effettuerà l’ennesimo torneo di “Slam Basket”
che, oltre a favorire lo sviluppo e il
progresso di questa disciplina, garantirà una buona affluenza di pubblico. Esso si svolgerà nella
piazzetta antistante il Comune di
Agropoli, precisamente in “Piazza
della Repubblica”. Il torneo partirà
il 3 agosto e si concluderà l’8 agosto.
Luca Pisani
N°30 02 agosto 2008
Capaccio
Maria: “Veni, vidi... divisi”
Sfiduciata la consiglieraVicidomini
Quel “Non ci rappresenti” gliel’hanno
scritto sui muri del paese con un manifesto dove la grafica raffinata faceva
da contraltare alle rasoiate dei concetti
espressi. Sono gli “stazionati” di oggi,
ieri le donne e gli uomini delle liste di
Gigino Di Lascio. “Non si tratta così
una signora”, è la risposta che più o
meno, con sms, telefonate private ed
un manifesto del comune, è arrivata
alla maestra del Cafasso, ma con cattedra a Capaccio Scalo. Poi ognuno se
la tira dalla sua parte. Comincia Lorenzo Tarallo:”Le porte del Pd sono
aperte. Doveva già essere candidata
con noi. Durante le ultime comunali
non potemmo farlo”. Per un diktat di
chi? Poi c’è Catarozzi: “Può tornare
nel Pdl”, come se da quei paraggi la
Vicidomini non fosse già passata.
ENZO SICA. Solidarietà a Maria
Vicidomimi, ma non deve dimenticare che sei stata eletta per fare
l’opposizione
Il conflitto Prc / Vicidomini era da prevedersi. Maria, donna sensibile ed
amante dell’impegmo sociale e culturale, ha definito la sua candidatura in
un contesto di stima nei confronti di
quel prezioso bagaglio umano e culturale del compianto Gigino Di Lascio
e non tanto per una condivisione dell’impianto programmatico ideologico
complessivo. Adesso quel deficit di
integrazione diventa scontro, non ne
condivido tutti i toni. Mi sembra fuori
luogo ad esempio parlare di conflitto
di interesse riferendosi al coinvolgimento di un professionista serio e di
grande livello che saprà sicuramente
proseguire il cammino delle procedure
della finanza di progetto avviate dal
mio direttore Fabio Spagnuolo ed arenatesi nelle mani dell’attuale super direttore Silenzio… Ben altri sono e
sono stati i conflitti di interessi e a dire
il vero quando qualche esponente
della medesima area politica comunista di Capaccio è andato a chiudersi un
po’ di spiaggia per realizzarsi un lido,
in quel caso non ho visti manifesti con
la denuncia di conflitto di interessi.
Tuttavia la stima ed il bene per Maria
non mi sottraggono da una riflessione
che vorrei tanto fungesse da “tirata
d’orecchie. Non riesco a concepire un
sistema democratico senza il confronto con un’opposizione funzionale
alla dialettica democratica e Maria dovrebbe esserne il vessillo.
Debbo dire che non lo è stato, almeno
fino ad ora. Non comprendo tale appiattimento, né capisco come lei
possa condividere l’atteggiamento di
un Mazza che sappiamo bene quali radici ha, ed io l’ho capito a mie spese.
Oggi il Paese comincia a sentirsi allo
sbando, davvero. L’Amministrazione
comunale in panne, un Sindaco che
parla del suo primo anno di governo. .
. Voglio ricordargli che ha superato i
12 anni di governo da sindaco e che è
disonesto ribaltare le rsponsabilità su
chi ne ha due alle spalle, con qualche
risultato di cui oggi si gloria (differenziata). Ma lo sconforto principale
nasce quando ci si è resi conto dell’assenza di un’opposizione compatta
che con Troncone, Mauro e Voza,
possano dar voce al Paese stufo, deluso, offeso, mortificato, costretto al
silenzio. C’è da aspettarsi che questa
opposizione nasca nella maggioranza
stessa? Speriamo presto.
Ps: Mi trovo fuori, a Caprera, ad ap-
prezzare un posto
meraviglioso
dove si sono consumati gli ultimi
giorni di quella
grande esperinza
umana ed ideale
di Garibaldi, ma
anche un mare meraviglioso. Noi alla
fine di questa estate, invece dovremo
andare a Salerno da De Luca ed a Napoli da Bassolino per ringraziare entrambi per come con la munnezza e
con l’inquinamento dell’intero golfo
di Salerno quest’anno hanno saputo
rovinare la nostra intera economia
che a settembre piangerà lacrime
amare.
Enzo Sica
ROSARIO CATAROZZI. “Lo scontro tra lo schieramento della sinistra antagonista e Maria Vicidomini è di natura
politica o morale? C’entra il fatto che il
figlio ha ricevuto un incarico dal comune di Capaccio, come allusivamente
indica il manifesto? Quanto alla prima
considerazione ritengo che la parola
spetti agli elettori di Maria ed al rap-
dalla prima
Provincia protagonista...
guidare sfruttando al massimo le potenzialità della società Intertrade.”
“Le agricolture sono in provincia di
Salerno- ha affermato Martinangelocon la delega piena alla gestione dei finanziamenti dei programmi integrati,
possiamo dimostrare che questo territorio sa essere padrone del suo futuro. Dobbiamo mettere insieme i
progetti di filiera e coniugare in modo
sistematico il turismo e il cibo”.
Villani si è spinto più in là! Pur rico-
noscendo che “siamo di fronte ad una
crisi economica planetaria” si dice
convinto che è questo il momento di
alzare la testa e di giocare bene le nostre carte: “dodici bandiere blu testimoniano che la nostra provincia è
ancora un’oasi ambientale e appetibile
per il turismo balneare. Dobbiamo
però potenziare i nostri porti turistici,
attrezzarci con un circuito di campi da
golf, potenziare fin da subito l’aeroporto di Pontecagnano che il 2 ago-
sto “decolla” e completare l’interporto di Battipaglia. Lo sviluppo necessita di infrastrutture di grande
respiro e, nei prossimi cinque anni faremo di tutto per realizzarle”.
In tema con il convegno anche l’intervento di Vincenzo Lavarla, eurodeputato, che sta tentando di far inserire
la Dieta Mediterranea tra il patrimonio Unesco.“Questo sarebbe un vero
volano per i nostri prodotti tipici”.
porto fiduciario tra eletto ed elettori, farebbe bene quindi Maria a consultare i
suoi mandatari e ad assumere la decisione che ne consegue.
Né conosco gli accordi che hanno portato Maria Vicidomini alla candidatura
in uno schieramento per lei molto innaturale, Maria è una liberale riformista
che ha l’intelligenza e l’autonomia di
pensiero tipico dei socialisti liberali. E’
forte e matura abbastanza per non lasciarsi irretire dalle lusinghe del potere
o disorientare dalle obiezioni alle quali
è oggi sottoposta. Io le consiglio di rispondere, per il suo ruolo, alla sua coscienza; a domandarsi sempre se
votando le delibere proposte al consiglio comunale si fanno gli interessi di
qualcuno o invece della nostra collettività!
Quanto alla seconda considerazione la
respingo con decisione, il dr. Delli Santi
è una buona risorsa professionale,
un’intelligenza tecnica di cui il nostro
comune farebbe un errore a privarsi. A
Maria dico inoltre che le porte del
grande Partito del Popolo delle Libertà
sono sempre aperte. Le esprimo quindi
la mia solidarietà ed un invito a partecipare nell’immediato ai lavori del Centro
Studi Socio-Economici Paestum 2000,
laboratorio di idee e programmi che io
ed altri amici stiamo portando avanti e
che poniamo alla piu’ generale attenzione del quadro socio-politico di Capaccio-Paestum. All’amico Gaetano
Tolomeo, Presidente di Paestum TV,
chiedo di intrattenerci nel salotto televisivo per una trasmissione sull’argomento.
3
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Capaccio-Paestum
N°30 02 agosto 2008
“Paestum è un pensiero antico per una mente giovane”
Compagni di mer enda g rande successo di pubblico e critica
In fondo Oscar se l’è meritata! Se l’è
cercata e l’ha trovata la situazione
che lo ha portato alla consacrazione
nella sua Paestum.
Accade di rado che un capaccese di
sopra riesca a sfondare il muro di
gomma che viene eretto nei confronti degli artisti nostrani che difficilmente trovano spazio nei “grandi”
eventi usa e getta destinati al consumo estivo di un pubblico sempre
più stanco di sentire il trito e ritrito
di battute scontate e senza retroterra
culturale.
Infatti, a parte qualche strapuntino di
comparsate amatoriali in “piazzetta”
l’arena dei templi è appannaggio di
organizzazioni esterne che rastrellano risorse pubbliche e private e
poco lasciano sul territorio.
Il merito dell’autore viaggia di pari
passo con la bravura degli attori,
Pierluigi Iorio e Massimo Pagano, in
grado di reggere la scena senza sbavature. Si tratta di due comici che
non hanno bisogno dei fuochi pirotecnici per coprire i vuoti di genialità
che fatalmente si aprono nel corso di
una commedia.
Il pubblico, poi, ha completato
l’opera con la sua partecipazione all’inizio, un po’ distaccata, ma immediatamente messo in sintonia dalla
partenza scoppiettante dei due
“pazzi”.
E solo due pazzi potevano investire
credibilità e parte della loro carriera
professionale per seguire Oscar nell’incredibile sfida dell’arena dei tem-
pli. Il culmine, a mio avviso, lo si è
avuto quando Iorio si è esaltato recitando brani della “Giulietta e
Romeo” di Shakespeare: il salto linguistico, l’intensità espressiva, la
fluidità dei gesti si sono contrapposti con la traccia mediterranea dei
“Compagni di merenda”. In quel
momento, Iorio, ha dato prova di
grande destrezza interpretativa base
essenziale per i successi futuri. È giusto anche riconoscere i meriti di Pagano, altra
colonna su cui si è retta l’intera impalcatura della messa
in scena. La tempistica e la
padronanza del gesto mimico
del “compagno di merenda”
hanno esaltato in pieno il
ruolo del personaggio.
Dopotutto, anche per Nicodemo vale il detto: “Nemo
profeta in patria”.
La commedia che ha già avuto il suo
successo a Roma a Studio 1 e al Testaccio con dieci repliche, finalmente
ha avuto la sua consacrazione a Paestum. Il bello è che è successo in
piena estate surclassando ben più
blasonate manifestazioni dotate di
ben altri budget. I numeri parlano da
soli: 1300 spettatori contro i “molto
meno” di altre iniziative analoghe,
ad ingresso libero che a stento riescono a coprire i blocchi di sedie
posti al centro dell’arena dei templi.
E vale la pena ricordare che a fronte
di un contributo di 1.500 euro da
parte del comune di Capaccio, ne
sono
state
spese altrettante per il server, assistenza, Siae,
vigili del fuoco, noleggio oggetti
scenici, montaggio quinte, marche
da bollo ... Gli attori si sono esibiti
gratis con la sola prospettiva di “vendere” lo spettacolo in altre realtà
(contatti, per ora, ci sono con Potenza e Pescara).
Pertanto, solo la disponibilità dei due
interpreti, ottimamente assecondati
da Paola Salurso e Daiana Rizzo, ha
consentito al numerosissimo pubblico intervenuto di godere una serata bella e appassionata di teatro
fatto in casa: quasi un prodotto tipico
locale che parte alla conquista del
mondo.
Bisogna dare atto a Enzo Di Lucia,
assessore alle manifestazioni, di aver
intuito l’importanza della proposta di
Oscar Nicodemo e di averla inserita
nella programmazione dando il via
ad un molto probabile successo su
scala nazionale.
Di Iorio ha chiuso la serata visibilmente soddisfatto per il successo di
pubblico, ma anche esausto per l’intensità della rappresentazione che
non lascia spazio a pause di “rilassamento”,.
Oscar Nicodemo, infine, modo suo,
ha fatto la sua comparsa sulla scena
lasciata per intero agli attori, con il
suo ultimo aforisma: “ Paestum è un
pensiero antico per una mente giovane”.
Borgo Carillia,
7-8-9 agosto è festa
per il cinquantenario
Borgo Carillia compie mezzo secolo di vita e festeggia con un
ricco programma composto da
messe commemorative, dibattiti
e spettacoli musicali.
Il 7 agosto si terrà (alle 18.30) la
benedizione della pietra commemorativa, segue alle 19 la Messa
in piazza ed alle 20.30 il covegno
sull’intervento della Riforma Fondiaria con Antonio Di Feo
(sindaco), Antonio Valiante
(vicepresidente della Regione),
Angelo Villani (presidente
dell’amministrazione provinciale),
Angelo Capo (preside e storico delle lotte contadine), Raffaele Barone (preside Istituto
Agrario), Giuseppe Fresolone (storico), Antonio
Manzo (giornalista) e conclusioni affidate all’eurodeputato
Vincenzo Aita. Coordina la discussione Oreste Mottola.
L’8 ed il 9 agosto il programma si
allarga allo sport con (l’8) le amichevoli di calcio fra i borghi della
Riforma e le Carilliadi. E’ previsto
il conferimento di attestati celebrativi alle famiglie degli assegnatari.
Continua dalla prima
Continua dalla prima
Cilento, una terra da modernizzare
Amaro spoil system in salsa cilentana
di Antonello Caporale
vamente indissolubile (i divorziati
sono meno dell’1 per cento) ma già
demograficamente modernizzata (il
70 per cento dei nuclei familiari è
senza figli o ha un figlio soltanto).
In mezzo, tra cittadino e Stato, vi è
una mousse politica prevalentemente screditata, unita e divisa da
interessi contingenti, sradicata da
qualunque ideologia, senza piani
precisi per il futuro. Questa mousse
ha sperperato gli aiuti pubblici impiegandoli in imprese insensate; Ha
devastato il territorio con una speculazione demenziale, parimenti efferata nei centri costieri e in quelli
interni; ha assicurato al Cilento un
reddito pari alla metà di quello Veneto; ha creato un patrimonio edilizio fatto per il 36 per cento di case
vuote; ha desertificato un paesaggio
collinare che copre con le sue imprevedibili bellezze il 67 per cento
dell’intero territorio; ha invaso le
zone balneari con un turismo massificato, che riesce a saturare i posti
letto solo per il 26 per cento. Contro
questa situazione aberrante, creata
da operatori famelici e ignoranti,
tanto guardinghi quanto aggressivi,
lotta disperatamente un popolo modernizzatore fatto di giovani meritevoli e tuttavia disoccupati, di preti
impegnati e tuttavia rimasti senza
gregge, di donne battagliere e tuttavia esasperate da un maschismo arcaico, di genitori tenerissimi e
tuttavia abbandonati da figli emigrati, di intellettuali coltissimi e tuttavia condannati a vivere in una
palude di ignoranza parimenti ali-
mentata dall’ottusità conservatrice
e dalla stupidità mediatica. È dunque persa ogni battaglia di modernizzazione? Tutt’altro! Il Cilento
rappresenta l’area campana con
maggiore potenziale di sviluppo. Le
sue coste, benché mortificate dalla
speculazione rapace, riservano ancora tesori di bellezze incontaminate, disponibili per un turismo di
alta qualità. Il suo associazionismo
culturale mette a disposizione del
territorio una “università invisibile”
che fa del Cilento l’area più intellettualizzata della regione. La sua
rete di imprenditori e di professionisti, esasperata dal prezzo finora
pagato al clientelismo miope, è impaziente di novità e di trasparenza.
Tutto è pronto, dunque, per un salto
del Cilento dal torpore rurale allo
sviluppo postindustriale.
Domenico De Masi
De Masi, che fa il professore universitario ma conosce a meraviglia
la tecnica della promozione mediatica, ha raso al suolo i riti consunti
di una politica arruffona, ignava.
E ricondotto le azioni di comunicazioni nella più agguerrita forma
di propaganda, utilizzando a piene
mani il vocabolario berlusconiano.
Gli incontri li ha chiamati convention (convescion?); i sindaci li ha
retrocessi di grado incontrando
prima gli operatori turistici. Ha rivoluzionato l’organizzazione del
personale e ridato a persone che
erano state abituate soltanto a sbadigliare, capacità di azione e autonomia professionale.
In un deserto di idee e di azioni, le
innovazioni di De Masi - modeste
nella entità - sono subito apparse
rivoluzioni epocali. Il fatto che
questo presidente riuscisse a ridurre al silenzio i responsabili
degli scempi passati ha causato un
clima di simpatia generale, di attesa costruttiva, di sostegno piuttosto vasto e incondizionato.
Si era dunque sulla strada buona
quando, driin, è squillato il telefono. Era Stefania Prestigiacomo,
il ministro operoso, la donna silenziosa che analizza prima di deliberare, conosce prima di decidere,
ascolta prima di parlare. A De
Masi ha chiesto di confermare le
dimissioni che, in gesto di cortesia,
le erano state recapitate. “Sa, ho
pressioni dal territorio...”.
Le pressioni, dunque. Lo spoil system, allora. In una variegata e
stupefacente altalena di propositi
irragionevoli che si sono succeduti,
qualcuno ha persino suggerito al
ministro di affidare, in sostituzione
di De Masi, a Emanuele Filiberto
(il principino!) la tutela della lontra e delle abetaie, la pulizia del
mare e delle coste.
Stefania proprio non sapeva in
quale guaio si sarebbe cacciata.
Da due settimane è asfissiata dalle
proteste, dalle invocazioni pro De
Masi. Un blog raccoglie le firme a
sostegno del presidente cacciato;
le associazioni dei volontari piangono, gli albergatori annunciano
serrate. Firme, petizioni, un baillamme imprevisto.
La Prestigiacomo ancora non ha
accettato le dimissioni. Immobile,
frastornata da tutto questo chiasso,
intrappolata nell’idea, che ora risulta perdente, dello spoil system:
cacciare e a prescindere, come direbbe Totò.
Sta ripassando il manualetto del
bravo ministro. Al primo punto c’è
scritto: “Conoscere prima di deliberare”. Se avesse saputo...
(segnala una storia a:
a. caporale@repubblica. it)
N°30 02 agosto 2008
Cilento
5
“Bisogna combattere una lotta di mentalità con una politica che non crede nel territorio”
Intervista ad Angelo Loia, musicista cilentano al 100%
“Penso che difficilmente alla festa del
Po, quella promossa dalla Lega, invitino Pino Daniele, o che il 2 giugno il
testimonial sia Emanuele Filiberto. Bisogna considerare il contesto in cui
avviene una manifestazione (festa religiosa, di partito, di puro divertimento), la spesa possibile, e non
trascurare i talenti locali”. È il commento sarcastico ma sereno di Angelo Loia, musicista cilentano, attivo
soprattutto sul versante etnico, a riguardo della querelle Tatangelo avvenuta a Vallo della Lucania. “Credo che
le circostanze debbano essere rispettate, sempre” - commenta il promotore del Progetto Oiza -. In
quanto poi al cachet, si sarebbe potuta invitare per una tal cifra Noa, artista internazionale, impegnata con
l’Unicef e attiva nella sua testimonianza per la pace, anche nel delicato
rapporto tra Israele e Palestina”. E
per quanto riguarda la sensibilità del territorio? “Spesso i
comitati feste sono miopi, e dimenticano i talenti di casa”.
La conversazione avviene in un posto
senza tempo, al “Vuttaro” di Trentinara. Dopo esserci arrampicati per
un vicolo adiacente l’antica chiesa,
siamo entrati in una cantina con annesso giardino; e qui inizia la meraviglia di sedersi ad un vecchio tavolo di
legno e bere da vasi di terracotta,
come agli inizi del secolo scorso, il
fresco vinello del Maresciallo. Ma la
conversazione, aspettando le specialità di Alfonso Longo va avanti, arricchita da un contesto che più etnico
non si può, con cibi semplici, profumati e genuini, serviti con discrezione
e in maniera eccellente. Non sembra
invece addolcito dalla bontà del
posto e delle vivande il chitarrista
pellarese, che non lesina commenti. E
ne ha ben diritto dopo che, lasciata
Milano con un diploma del prestigioso conservatorio, ha preso un
Treno a Sud, titolo autobiografico di
un suo pezzo, per contribuire alla
causa artistica e morale dell’amato
Cilento. “Dobbiamo combattere una
lotta di mentalità. Abbiamo una politica che parte da qui ma che non
crede nel territorio: è come un musicista che per non fare flop inserisce
nell’album dei pezzi di grido!”, dice
con tono deciso accarezzandosi il
pizzetto.
I Grandi eventi? “Sì, due milioni di
euro per promuovere la provincia di
Salerno e applaudire i Subsonica che
hanno dato un grande messaggio:
quale? Lo stesso dicasi per Grignani.
Quindi mi chiedo, o meglio, chiedo ha
chi ha l’onore di gestire organizzazioni e budget connesso: un turista
cosa vede del Cilento ai Grandi
eventi?”. Loia spiega che non è
contrario a promuovere il
territorio, ma che c’è modo e
modo per spendere un così
grande finanziamento. “Con
soli 100.000 euro avrebbero potuto
promuovere almeno cinque realtà cilentane, qui e all’estero! Al Meeting
del Mare di Camerota non c’è stato
nemmeno un rimborso spese per chi
ha suonato: quando si inizierà a capire che il lavoro va pagato? Mi sento
offeso di come siano stati spesi questi soldi e di questa politica miope”.
Veniamo a te: dopo l’abile arrangiamento delle canzoni di
zio Nello (Aniello De Vita Ndr) a
quando un lavoro tuo al
100%? “C’è da dire che con il lavoro
fatto cantano con me tre generazioni
di pubblico dai 13 ai 50 anni, mica
male! Nel prossimo album invece ci
sarà l’80% di testi e musiche mie”.
Hai messo su Progetto Oiza:
di che si tratta? “È un progetto
per la promozione del territorio, i
nostri musicisti sono tutti cilentani,
non napoletani o di Salerno, poiché
crediamo ancora in questa terra.
Quando un’artista cilentana canta in
diverse regioni o all’estero, spesso
porta altre realtà, non la nostra. Sono
infatti ben rappresentate Napoli o la
Puglia, ad esempio, ma noi? Il Cilento,
anche qui, continua a registrare lacune”. Iniziano le portate della cuoca
Cristina: funghi di Caselle, una ricotta
appena fatta, calda, farcita con fiori di
acacia, finocchio ed erbe selvatiche,
un caciocavallo, tutto locale, come le
canzoni di Loia. Allora, che opportunità offre questa terra
all’arte? Il Cilento non offre opportunità, c’è bisogna di lavorare, anzi
lottare tanto”. Faccia lei delle
proposte. “Perché non si attiva un
gemellaggio tra città diverse e i propri artisti? Qual è il posto per gli
scambi culturali in Campania? C’è necessità di nuove energie e Rotte Mediterranee, che il 7 agosto continua
il suo percorso ad Ascea e il 10 a
Vallo della Lucania con il progetto
Sottotono, è utile per essere un
controaltare ad uno sviluppo culturale che tarda ad arrivare, correndo il
rischio di dimenticare la reale identità del territorio”.
Nicola Nicoletti
XXXIII Sagra del Fusillo Felittese
Dal 13 al 24 agosto il paese delle
Gole del Calore ospita la kermesse
che unisce gastronomia, cultura natura e spettacolo.
Il fascino dei luoghi, il magnetismo
di certi angoli del centro antico che
evocano gesta storiche neanche tanto
remote, la bontà dei sapori, sono, da
sempre, gli elementi distintivi di Felitto, cuore verde del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
L’edizione 2008 della “32esima edizione della Sagra del Fusillo Felittese” si preannuncia ricca di
appuntamenti irrinunciabili; il primo
è senz’altro con lo squisito fusillo,
fatto di ingredienti semplici, così
come semplice è la tradizione gastronomica felittese.
Molte le novità previste a Felitto dal
13 al 24 agosto, e non mancheranno
momenti musicali e culturali, con dibattiti su tematiche strettamente legate al territorio. Previste anche una
mostra fotografica su foto riguardanti il passato felittese, dalla fine
dell’ ’800 agli anni ‘70 del Novecento” , intitolata “I segni del
tempo”, arricchita di quadri raffiguranti scorci del centro storico, a cura
IL PROGRAMMA
Dal 13 al 24 Agosto
Sagra del Fusillo Felittese
Mostra fotografica “I segni
del tempo”
Centri storici del Cilento...
Questi sconosciuti
I centri storici identificano il “fulcro”
antico di una città o di un paese, con
gli edifici e i monumenti che risalgono
ai primi insediamenti delle comunità.
Anche per i paesi della Valle del Calore tale definizione è particolarmente
adatta. Nei primi anni del Novecento
si è incominciato a salvaguardare la
parte più “vecchia” delle città. Gli
anni Settanta e Ottanta hanno, invece,
portato uno sconvolgimento del tessuto urbano dei nostri centri storici.
Vi è stato un vero e proprio sfacelo
delle opere storiche e urbanistiche.
Gli amministratori, soprattutto, nei
suddetti anni hanno permesso a taluni “supporters” la costruzione di
“orrendi” edifici nelle immediate vicinanze di opere di grande valenza
storica e architettonica. Il Castello Filomarino di Roccadaspide, la Chiesa
Madre San Giovanni Battista e il Castello della Vigna della Corte di Castel San Lorenzo sono “imprigionati”
da costruzioni a dir poco di cattivo
gusto. Nei nostri piccoli centri i diversi portali in pietra che un tempo facevano bella mostra sulle facciate
delle antiche dimore gentilizie sono rimasti ben pochi. Anche i portoni in
legno hanno lasciato il posto all’alluminio anodizzato di colore argento o
oro. Alla luce di tutto ciò, che possiamo fare? Cerchiamo di salvare il
salvabile. L’obiettivo principale rimane la salvaguardia dei monumenti,
dei portali in pietra serena e dei portoni di legno di fattura tradizionale
che costituiscono elementi essenziali
per l’immagine dei nostri centri storici. Questi spazi possono essere salvaguardati, solo se ci sono gli uomini.
Il problema dei centri storici è che
spesso non ci sono più uomini che ci
vivono. Il centro storico si riduce solo
a scenografia teatrale, esso giorno
per giorno si svuota e si degrada. Gli
amministratori e i cittadini devono coniugarne la tutela con spazi dove le
persone possano vivere in maniera armoniosa soddisfacendo i loro bisogni
e i loro desideri.
Pietro Accarino
Buon
Compleanno
13 Agosto
“Rievocazione storica in costume del passaggio di
Federico II”
di Antonio Suriano, e la mostra di
pittura personale di Rita Corrente.
Nel corso della serata inaugurale ci
sarà a cura della Pro Loco di Roccadaspide la “Rievocazione storica in
costume del passaggio di Federico
II”.
Il 23 agosto invece si terrà la alla
quale parteciperanno 150 atleti provenienti da tutto il mondo.
Ad animare le serate, non mancheranno appuntamenti con la musica
popolare.
Anche per quest’anno sarà riproposto il pacchetto turistico “Un giorno
a Felitto” che permetterà ai visitatori,
nei giorni della sagra, e per tutto il
prosieguo dell’anno, di godere il meglio di Felitto: visita al centro storico
e al Museo della Civiltà Contadina,
escursione nelle splendide e famosissime Gole del Calore, pranzo naturalmente a base di fusilli e altre
specialità locali e infine il meritato
relax presso la piscina comunale. Il
tutto ad un costo di 25 euro.
23 Agosto
Tappa conclusiva della maratona internazionale con atleti
provenienti da tutto il mondo
Domenica 3 agosto è un giorno
molto speciale: la piccola
Cristina Laurito compie due
anni. Tantissimi auguri a lei, a
Per informazioni:
www.prolocofelitto.it
mamma Lucia e papà Enzo da
Marianna e da tutta la redazione di Unico
6
Roccadaspide
N°30 02 agosto 2008
Corriroccadaspide 2008, fantastico bis di Antonello Barretta
250 podisti rinforzati da 100 piccole promesse
Roccadaspide, luglio 2008.
Raddoppia il portacolori (nella foto di
Lucio Schiavo) della Podisti Cava Picentini Costa D’Amalfi aggiudicandosi, per distacco, anche la XV
edizione della corsa podistica regionale, vanto della neo “città” della “castagna” dalla quale è stata
patrocinata e sostenuta. Tra le
donne affermazione della deliziosa
Michelle Hushion, inglesina tutto
grinta e cuore, tesserata con il Club
Sportivo Universitario-Idea Atletica
Aurora Battipaglia. Si è quindi internazionalizzata la competizione sportiva che è divenuta appuntamento
irrinunciabile per i podisti regionali.
Si sono ritrovati in 250 (un record!),
per un pomeriggio all’insegna dello
sport e dell’amicizia, vivacizzato ed
arricchito, per colori e calore, da tantissime piccole promesse (circa 100),
dalle quali, di certo, un futuro campione che sarà orgoglio anche di
questa generosa terra.
Da mozzafiato il percorso di 8 km circa che
ha risaltato le qualità tecniche degli
atleti partecipanti ma, soprattutto, le
arcinote e suggestive meraviglie storiche/architettoniche e paesaggistiche. Dal maestoso Castello feudale
dei Filomarino (ora della Famiglia Giuliani), finalmente visitabile, alla splendida Chiesa della Natività Beata
Maria Vergine (le Altre, purtroppo, ancora interdette al culto), al civettuolo e
caratteristico centro storico, ai rigogliosi castagneti.
Assai graditi i
premi assegnati ai vari classificati,
nello specifico prodotti alimentari
del Parco Nazionale Cilento e Vallo
di Diano, oltre alla degustazione di
bocconcini di bufala campana, offerti
dal Caseificio “La Contadina” di Altavilla Silentina. Non si è smentita
l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Atletica Sporting Calore”, che
ancora una volta ha raccolto abbon-
Roccadaspide, sfilata di moda
Il surrealismo di Maddalena Stoppiello
Una piazza XX Settembre gremita
ha assistito, il 25 luglio, alla sfilata di
moda “Fashion night” organizzata
dalla stilista Maddalena Stoppiello di
Roccadaspide. E proprio l’attaccamento al suo paese, ha spinto la ragazza a riproporvi l’evento per il
terzo anno consecutivo. «Mi avevano
proposto di organizzare fuori la manifestazione- esordisce MaddalenaMa ho voluto realizzare qualcosa di
tutto mio a Rocca. La sfilata è una
mia creatura e la devo crescere, perciò ho curato tutto nei minimi dettagli».
La serata, presentata da Tonino Battagliese, definito dalla stilista il suo
«supporto morale» ha unito moda,
arte, canto, ballo e sport targati
“Rocca”. Le coreografie dei balletti
sono state curate da Angela De
Rosa, Marina Lettieri ha presentato
brani musicali, le 24 modelle erano
ragazze del posto che hanno aderito
spontaneamente alla sfilata ed Antonella Auricchio ha fornito loro l’oggettistica varia.
E, per l’ambito sportivo, una rappresentanza del calcio rocchese ha salutato i presenti dal palco. Il filo
conduttore della serata è stato il
surrealismo anche perché «Voglio
che i miei abiti facciano sognare le
ragazze come delle principesse»,
racconta la giovane stilista formatasi
all’accademia di Perugia. Il suo
“Magda style” veste tutte le ragazze,
taglie forti comprese, e spazia dalla
praticità quotidiana con magliette,
jeans e minigonne all’eleganza degli
abiti da sposa, che confeziona nel
suo atelier a Roccadaspide. E pensare che Maddalena, classe ’79, aveva
cominciato a studiare filosofia. «Mi
sono accorta che studiavo più per
passione che per uno sbocco lavorativo.
Come stilista, invece, voglio creare e
rivalutare questo ruolo che molti accostano ancora alla figura della
sarta». Con le sfilate precedenti,
Maddalena ha ottenuto notevoli riscontri che le hanno permesso di
organizzare delle serate anche nei
paesi limitrofi.
Ma resta la volontà di «Presentare i
miei modelli sempre prima a Roccadaspide, anche se queste esperienze
nelle nostre realtà, daranno i loro
frutti in futuro», continua “l’imprenditrice in rosa” di Doglie, che è coadiuvata dalla madre Cesarina
Ricciardella e dalla sarta Rosetta
D’Angelo.
E sull’impegno certosino nel suo lavoro conclude che «In ogni abito è
importante il minimo dettaglio come
il bottone che, a secondo della posizione e cucitura, può dargli una diversa sembianza e vestibilità». Parole
della stilista Maddalena Stoppiello.
foto Albanese
Francesca Pazzanese
danti frutti in termini di convinti apprezzamenti per l’evento proposto,
di certo il più significativo ed atteso
della Valle del Calore. Più che legittima, quindi, la soddisfazione di
Francesco Maiese, presidente del Sodalizio organizzatore, secondo cui,
come ha tenuto a sottolineare in
chiusura della manifestazione : “L’ottima riuscita di questa edizione ci gratifica e sprona a fare sempre di più.
L’impegno in proposito profuso dai tesserati Sergio Civita, Carmine Polichetti
(detto Marco), Pasquale Cosimo Gorrasi,
Carmine Babboni,Tonino Cammarota e
Pasquale Capo è stato determinante.
Ed è a loro, ma anche e soprattutto ai
tanti Volontari e soggetti sostenitori, per
i quali mi riservo un diverso attestato di
riconoscenza per il concreto apporto
fornito, rivolgo, attraverso questo settimanale, calorose espressioni di gratitudine più che certo che, con la tenacia
ed il supporto dimostrati, la sedicesima
edizione, già programmata per sabato,
11 luglio 2009, sarà ancora una fantastica avventura!”
Osvaldo Ignarro
In breve...
Discar ica
incendiat a
Si è incendiata l’ex discarica di
Roccadaspide in località Vesole. Il
vecchio sito, non più utilizzato da
tempo, ha preso fuoco: incendio
doloso o no? Non è dato sapere!
Dall’Amministrazione comunale
nessun commento. Per l’ufficio
tecnico è tutto a posto.
“Il fumo si vedeva già ieri mattina ,
- afferma una signora – ma l’odore
non era ancora percepibile. Nel
pomeriggio il vento ha cambiato
direzione e ha cominciato a soffiare in senso contrario e il fumo
nero ha invaso la vallata”.
Alcuno ha temuto che l’aria divenisse irrespirabile, che potesse in
qualche modo nuocere alla nostra
salute. La maggior parte della
gente, invece, neanche si è accorta
del problema né si è resa conto
dell’incidente.
G.C.
Rianimazione,
ci sono solo le
macchine
Per errore sono stati riportati i
tempi, ancora da definire, dell’attivazione della rianimazione nell’articolo pubblicato nel numero
precedente di Unico, a firma di
Francesca Pazzanese. I tempi
brevi di una settimana si riferivano, esclusivamente, ai lavori in
corso per l’impianto erogatore di
gas medicale. Ciò non toglie, che
la realizzazione di un’apparecchiatura a norma, in sostituzione
della precedente, sia indice di
una prossima apertura della rianimazione. Con il nuovo impianto, difatti, vengono
somministrati i medicinali ai pazienti intubati.
Uno
Agosto 2008
“Mangiamu e bevimu
che chest’ n’avimu”
Usi civici,
Magliano reclama
le terre delle castagne
Fondovalle: non cominciamo bene
di Cosmo Guazzo
La crisi della Cooperativa “Val Calore” produce individualismo,
scarsa attenzione al territorio e poco
interesse su investimenti e sul futuro dell’intera area. A fronte di
tante emergenze, sociali ed economiche, che attanaglia la vita attuale,
come si colloca la Cooperativa “Val
Calore”, di cui abbiamo ampiamente parlato sul numero del Valcalore di luglio u. s.? Quest’azienda
ha acuito le incertezze, circa la sopravvivenza in questa zona. I terreni sono pressoché incolti. Il
numero degli addetti diminuisce a
vista d’occhio. Nelle campagne
sono di moda i cartelli “Vendesi”.
Molti produttori, che avevano al
loro attivo una buona piantagione di
viti, si sono organizzati con vere e
proprie cantine private. Le olive,
che sono l’altro prodotto per eccellenza della Valle del Calore, stanno
subendo un decremento produttivo
non indifferente, nonostante la
bontà e la qualità universalmente riconosciuta dell’olio delle “Colline
salernitane”. Ecco, perché, tutti i
benpensanti, gli agricoltori, gli operatori del credito, gli artigiani, auspicano che quest’azienda risolva al
più presto i suoi problemi gestionali, e possa ritornare fiorente. La
predetta, è stata sempre un indotto
ed un riferimento, ed il fiore all’occhiello della Valle del Calore.
Quante iniziative ha ospitato in passato! Quanti politici, hanno fatto le
loro carrellate elettorali, utilizzando
l’azienda. Nel privato dei ragionamenti e nelle famiglie ci si auspica
che ci possa essere un “messia”, ovvero una soluzione definitiva, che
possa risolvere la crisi. A fronte di
tutto ciò, vi è un credito che si
espande. Cresce la Banca di Credito
Cooperativo di Aquara, che è presente oltre la Valle del Calore e registra un fatturato sempre in
crescendo. Nel contempo, gli individualismi, aumentano, in quanto
non si crede più nell’associazionismo, dovuto alla delusione della
problematica “Cantina sociale” o
Cooperativa “Val Calore”. Sta prevalendo un individualismo sul
piano produttivo, e prevale una vecchia regola che “le società” non
sono positive. Si diceva da queste
parti, che “tre sono troppi e due
sono pochi”. Le associazioni non
continua a pagina due
AQUARA
Mainardi, Enzo Luciano sostiene che
si sta devastando il territorio
“…e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà?...”
E’ l’immagine di una celebre canzone d’Adriano Celentano.
Non stiamo, però, parlando della Milano del noto cantautore ma, semplicemente, di Mainardi, unica frazione
d’Aquara, luogo in cui lo scenario che da un po’ di tempo
appare agli occhi dei cittadini e dei passanti è assai simile a quello cantato dal celebre molleggiato.
Sono passati, infatti, circa dieci mesi dalla posa della
prima pietra per la costruzione della famigerata Fondo-
valle, la strada che collegherà i paesi interni della valle
del Calore alla statale 19, vicino allo svincolo autostradale di Campagna.
A Mainardi, zona scelta come sede logistica del cantiere,
già si vede lo scheletro dell’imponente opera, il problema
è che insieme allo scheletro sono ben visibili tutte le altre
frattaglie.
I cittadini, infatti, dapprima entusiasti nel vedere, finalmente, dopo quaranta anni di promesse, l’inizio dei
continua a pag. due
ROCCADASPIDE
Anime vive e anime mor te
Sono trecento, non si sa quanto giovani
e forti, sicuramente sono in ansia per il
fatto che non riescono a ricollocare
presso un medico di base il loro libretto
sanitario.
Questo succede a Roccadaspide nel
2008! Il tutto comincia con l’andata in
pensione di un medico di base che, per
tempo, ha avvisato i suoi pazienti di scegliere un nuovo medico. I più lesti sono
riusciti a scegliere tra gli altri che operano nel comune, qualcuno si è appoggiato a medici di comuni vicini, in
trecento sono rimasti al palo in quanto
coperti tutti i “vuoti” disponibili presso
gli altri medici, si sono ritrovati nell’impossibilità di trovare un buco utile nel
quale infilarsi.
Il motivo è semplice nella sua drammaticità: l’Asl SA-3 non ha provveduto a
convenzionare un altro medico che sostituisse il dottore in quiescenza. Pertanto, le trecento anime “vive” si sono
messi in non tanto “speranzosa” attesa
che si liberasse qualche spazio presso
gli altri medici. Si racconta che alcuni si
presentino sistematicamente allo sportello del distretto sanitario di Roccadaspide a chiedere se si è liberato un
posticino a seguito di morte naturale di
qualche “sfortunato” assistito che, a questo punto, può fare a meno del servizio.
Col tempo, il più lentamente possibile, il
problema si risolverà naturalmente. Ma
per chi ha problemi di assistenza si
trova di fronte ad un vero e proprio
dramma. Soprattutto nel caso di persone anziane che hanno bisogno di medicine e di ricette per poter continuare
cure che non possono essere interrotte.
Infatti, se pur il servizio di assistenza è
garantito dal ruolo di supplenza degli
altri medici, dalla guardia medica e dal
pronto soccorso dell’ospedale, esiste
anche un problema di tetto di prescrizione della medicine previsto per gli altri
medici. Questi hanno dei parametri previsti dalla legge che sono commisurati al
numero dei loro assistiti, per cui c’è una
difficoltà reale difficilmente superabile
con la buona volontà che non manca.
Molti dei trecento, e soprattutto quelli
più anziani, hanno pensato bene di rivolgersi al vecchio medico, ormai in pensione, per chiedere consiglio o per
chiedere intercessione presso gli altri
medici al fine di “collocarsi”. Purtroppo,
oltre all’umana e professionale comprensione, non può spingersi. Per lui solo
l’amarezza di non aver potuto assicurare a tutti gli ex assistiti la continuità
dell’assistenza. Alle anime vive in cerca
delle anime morte per occuparne il
posto una sola richiesta: preghino prima
di tutto per conservarsi in salute e poi
per quelle che se ne sono andate facendo spazio nelle liste degli assistiti.
velina
Il comune di Magliano rivolge
istanza alla Regione Campania,
per il ricensimento delle piante
di castagno e ripropone di applicare sulle piante in eccesso
l’uso civico.
Protestano i cittadini in modo
civile e secondo le regole.
I cittadini si riservano nel futuro
di realizzare una rivolta fiscale e
plateale che consisterà nel bruciare pubblicamente tutti i ruoli,
castagnali e anche di altra natura,
emessi dal comune di Magliano.
Della questione, ne parliamo con
il dr. Raffaele Caroccia (Dirigente medico U.O. - S.A.S. (Servizio Assistenza Sanitaria) del
Distretto Sanitario di Roccadaspide, cittadino di Magliano e sostenitore della battaglia in difesa
del suo territorio.
Il dr. Caroccia ci riferisce che:
“da una ricerca fatta all’Archivio
di Stato, la prima divisione del
demanio è datata 1 ottobre 1638
con assegnazione delle terre all’ex stato di Magliano.
Questa suddivisione dei terreni
demaniali dura fino al 1722,
quindi dopo qualche tempo l’ex
stato di Magliano torna nella promiscuità. Il 14/12/1810 l’ordinanza Giampaolo risolve in parte
le promiscuità tra l’ex stato di
Magliano e il comune di Stio
Gorga. Nel 1846, con la nomina
dell’agente demaniale Nicolantonio Causale (agente demaniale in
Corleto) si risolvono le altre promiscuità, tra cui quelle della
montagna Piano in cui è presente
al momento questo contenzioso.
Ma è con il R.D. del 23/01/1936
che si procede all’assegnazione
dell’uso civico ai cittadini residenti. L’istruttoria è affidata al
Perito istruttore demaniale ing.
Dante Bardi, le piante vengono
contate e divise per fasce di produzione, in ceppaie. Con la stessa
ordinanza Bardi si autorizza i cittadini di Magliano ad impiantare
piante di castagno sul territorio
demaniale”. Dr. Caroccia, ci illustri la storia recente… “Per
aggiornare il canone ad uso civico nel 1999, il comune di Magliano rivolge istanza alla
Regione Campania, per il ricensimento delle piante.
continua a pagina due
due
Il Valcalore
continua da pagina uno
Usi civici,
Magliano reclama
le terre delle castagne
I periti inviati dalla Regione, non
solo contano ceppaie e polloni
come piante singole, ma considerano illegittimi possessori i cittadini per le piante cresciute ed
innestate dopo il 1936.
Applicando per queste piante,
censite nel 1936, l’affitto ad un
costo elevatissimo.
Ignorando volutamente che è insito stesso nel concetto di enfiteusi il rilascio di concessione
subordinata all’obbligo di apportare migliorie; ed è ciò che hanno
fatto i cittadini di Magliano.
Nella relazione dei periti si capisce che le piante assegnate nel
”36 sono gli esemplari più annosi
e più sviluppati, mentre le piante
più piccole, quelle in affitto, si
trovano impiantate fra queste, ciò
dimostra che non vi è stato alcun
sconfinamento.
Nella relazione dei periti tutti i
possessori di piante in eccesso rispetto al 1936 sono considerati
possessori illegittimi, ed anche
coloro che, nel corso degli anni,
tramite dei veri e propri rogiti, e
con l’assenso del comune che ha
variato l’intestatario del canone,
hanno comprato il diritto all’uso
civico.
Del resto ci sono esempi di rogiti,
depositati all’archivio di stato, tra
la curia e privati cittadini dove
questi per decine di anni hanno
pagato il canone regolare.
Nel 2001 i cittadini di Magliano
inoltrarono un centinaio di ricorsi
avverso la determinazione degli
usi civici di applicare l’affitto, e
con decreto del 2006 tutti questi
ricorsi vennero respinti.
In seguito a pressione da parte
dell’amministrazione, tesa a difendere i diritti dei cittadini, la
Regione sollecita il comune a dotarsi di un regolamento con la
promessa che sulle piante censite
in eccesso sarebbe stato applicato
l’uso civico. Ma, nonostante la
spesa affrontata dal Comune per
stilare il regolamento, la Regione
con il decreto n. 45 del 14/05/08
lascia le cose invariate.
Non si capisce questo accanimento verso la comunità di Magliano, visto che la nostra
montagna confina con quella di
Roccadaspide, Monteforte Cilento e Felitto dove si paga un misero canone e per la verità a
Roccadaspide non pagano nemmeno quello.
In seguito a questo ultimo atto
della Regione un centinaio di
possessori si stanno attrezzando
per inoltrare ricorso al T.A.R.
Fino a questo punto la nostra protesta, come si vede, è stata condotta in modo civile e secondo le
regole, riservandoci nel futuro
una rivolta fiscale e plateale che
consisterà nel bruciare pubblicamente tutti i ruoli, castagnali e
anche di altra natura, emessi dal
comune di Magliano.
Intanto, c’è da dire che il giorno
10/07/2008 il Comune suddetto,
con una delibera di consiglio,
resa immediatamente esecutiva,
ripropone alla Regione di applicare sulle piante in eccesso l’uso
civico, visto il malcontento che è
tangibile tra i possessori”.
Cosmo Guazzo
Agosto 2008
Intervista al presidente della Pro-Loco di Castel San Lorenzo - Guido Mucciolo
“Recupereremo gli antichi giochi castellesi”
Incontro nel tardo pomeriggio di
sabato 19 luglio, il presidente
Guido Mucciolo.
Lo intervisto nel suo podere
mentre è dedito ai lavori dell’orto. Vista la così longeva presidenza, gli chiedo subito.
Da quanto tempo sei presidente
della Pro-Loco?
“Sono otto anni”.
Che significa per te la ProLoco? “Per me la Pro-Loco è qualcosa
che
va
al
di
là
dell’associazionismo, soprattutto,
è una grande famiglia, coloro che
la compongono non sono collaboratori ma amici”.
Quale sarà il programma della
Festa dei 7 Vini D.O.C di quest’anno?
“La linea sarà quella degli anni
precedenti, daremo soprattutto
maggiore risalto, con degli stand,
ai prodotti del territorio”.
Alla luce della crisi in cui versa
la Cooperativa “Val Calore”, la
Festa dei 7 Vini D.O.C ci sarà?
“Si , nonostante le numerose difficoltà, la festa ci sarà”.
Qualcuno vi “accusa” di concentrare tutte le vostre attenzioni
sulla Festa dei 7 Vini. È vero?
“Non è vero, infatti ci siamo adoperati non solo per la Festa dei
Vini, ma anche per altre iniziative.
Difatti, stiamo lavorando ad una
manifestazione che riguarderà gli
antichi giochi tradizionali castellesi”.
Come è andata la prima edizione
dello “Scazzatiello Castellese”?
“Per me è riuscita, nonostante la
poco pubblicità rivolta all’evento.
Questa festa è stata voluta dopo
aver avuto l’iscrizione all’Albo
Regionale dei Prodotti Tipici.
Per tutto ciò bisogna ringraziare
l’On. Gennaro Mucciolo per averci
aiutato e indirizzato presso lo studio del dr. Eugenio Jorio e della
Dott.ssa Giovanna Santucci che
hanno seguito le fasi di lavorazione dello “scazzatiello”. Questa
operazione è costata alla Pro-Loco,
5.000 Euro. Per quanto riguarda
tale prodotto, insieme all’Ente Provinciale per il Turismo, siamo stati
promotori di una manifestazione
che si è svolta a Dussendorf.
Nella suddetta, inoltre, tramite noi,
sono stati reclamizzati i Vini della
Val Calore e quelli dell’azienda
Mucciolone”.
Far parte dell’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), che
vantaggi vi ha portato?
“Abbiamo maggiore visibilità
anche a livello nazionale con una
semplice quota associativa di 50
euro”.
Quali sono i programmi futuri
della Pro-Loco?
“In base al programma stilato per
l’anno 2008 vorremmo convocare
tutte le Pro_Loco facenti parte del
Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano per promuovere
l’iniziativa “Girogustando per il
Parco”, in pratica una giornata per
ogni paese, ove si faranno gustare i
propri prodotti tipici”.
Salutandoci, Guido replica: “Invito
tutti voi lettori alla 14° Edizione
della Festa dei 7 Vini D.O.C dal 12
al 19 Agosto”.
Pietro Accarino
da pagina uno
Mainardi, territorio devastato denuncia Luciano
lavori, ora sembrano più realisti e
meno euforici poiché è vero che i lavori sono iniziati ma con essi è cominciato un indescrivibile scempio
di terreno e un trambusto inenarrabile, oltre a vari problemi.
A renderlo noto, oltre ai cittadini e
a tutti i passanti, è soprattutto Vincenzo Luciano, consigliere alla Comunità Montana Alburni e membro
dell’opposizione
del
comune
d’Aquara.
È davvero un fiume in piena Luciano
a proposito dei lavori per l’edificazione della Fondovalle: “Sono molto
irritato poiché sembra quasi che
questi lavori siano stati abbandonati
a se stessi, vi è uno spreco di territorio davvero esagerato, i cantieri
procedono l’attività in piena assenza
di direzione tecnica, estirpano piantagioni d’ogni tipo per impiegare
terreno di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. Lasciano i
mezzi e i vari attrezzi usati dovunque, persino davanti alle case della
gente, per non parlare dei massi di
pietra e degli accumuli di terra depositati dappertutto.
Sembra quasi che tutto si stia compiendo senza alcun rispetto per il
territorio e, soprattutto, senza tener
conto che questa zona, come quella
dei pressi delle Grotte di Castelcivita, in cui avvengono le stesse cose,
potrebbe essere una delle più affascinanti del parco del Cilento e Vallo
di Diano” ha affermato, appunto, il
consigliere.
Ed effettivamente non si può contraddirlo, poiché lo scenario che
presentano questi luoghi, in seguito
all’inizio dei lavori per la Fondovalle
non è diverso da quello descritto da
Luciano.
Inoltre, i cittadini hanno subito, mesi
addietro, l’esproprio dei terreni la
successiva estirpazione delle varie
piantagioni però i pagamenti agli
espropriati ancora non sono avvenuti. Questo, per una popolazione
che vive, soprattutto, grazie all’agricoltura è davvero devastante poiché
non ricevendo i soldi delle proprietà
di cui sono stati privati non possono
investire acquistandone altre.
Molte, però, sono le persone che
continuano a sperare, che credono
che questa strada possa portare
grande sviluppo per il paese, tuttavia persino il progresso da ricavarne
è stato inteso male.
“Sono deluso anche perché molti
credono che la Fondovalle possa rivelarsi produttiva qualora vi costruiscano, in adiacenza, distributori
di benzina e industrie di ogni tipo, dimenticando che il progresso nel nostro parco deve essere ottenuto con
la valorizzazione delle nostre risorse”, ha continuato, adirato, Luciano,
“nessuno
pensa
all’ottimizzazione di aziende agrituristiche che esaltino i prodotti tipici,
alla ripresa dei lavori per il centro
lontra, alla creazione di un’area picnic sempre più efficiente e attrezzata
in modo da incuriosire e attirare i
turisti. La strada serve, appunto, a
rendere il territorio più facilmente
raggiungibile a migliorare, in modo
definitivo, la viabilità delle zone interne, non a distruggere, in maniera
selvaggia, quelle perle che i nostri avi
ci hanno lasciato e a creare una più
rapida via di fuga per i giovani.
Purtroppo sembra che lo scempio
continui poiché nessuno, né gli amministratori comunali, né gli amministratori provinciali, né quanti si
dovrebbero interessare alla direzione tecnica dei lavori, creda nello
sviluppo della zona”.
Tuttavia, un bagliore di speranza, affinché i lavori vengano ripresi in
modo diverso c’è: è negli occhi dei
giovani di Aquara, e degli altri paesi
interessati come Controne e Castelcivita, che si sono mobilitati coscienti del fatto che si sta
proseguendo nella direzione sbagliata.
“I giovani non vogliono andarsene,
vogliono rimanere nella loro terra
per contribuire al progresso di questi luoghi e già si stanno impegnando
per far comprendere, a chi di dovere, che desiderano uno sviluppo
compatibile con il loro prezioso territorio e non solo delle colate di
asfalto e cemento.
D’altronde non è ancora troppo
tardi per cambiare metodo ed evitare di devastare, ulteriormente, il
territorio” ha concluso Luciano promettendo di organizzare, prossimamente, un’assemblea pubblica in cui
si discuta con i cittadini e le autorità
del problema.
In effetti è triste guardare inutili
muri di cemento, improduttivi territori sradicati e accumuli di attrezzi
qua e là nei pressi di zone importanti del nostro parco.
Eppure per cambiare scenario basterebbe che ognuno s’impegni fino
in fondo nel proprio lavoro, i tecnici,
le amministrazioni, le autorità e
anche i cittadini rivendicando i loro
diritti per non subire passivamente
lo scempio della loro terra.
Solo così la Fondovalle porterebbe,
davvero, al raggiungimento di uno
sviluppo continuamente produttivo
per la zona e nella piena tutela dell’ambiente che, purtroppo, attualmente non viene salvaguardato.
Alessandra Pazzanese
N°30 02 agosto 2008
Altavilla-Albanella
“Non offrirò mai il caffè a Peduto e Di Feo”
9
Il fatto
Una discussione sui criteri di attribuzione degli incarichi “culturali”
Lo confesso, certe volte – se penso a
quello che accade nel mio paese
d’origine – mi sento come il generale
Aureliano Buendìa che partecipò a
diciassette guerre perdendole tutte. E
lui, quand’era ancora colonnello, ci
aggiungeva anche trentadue sollevazioni civili, tutte fallite, inutile dirlo.
Il professore Fernando Iuliano potrà
spiegarlo a chi di dovere che è l’eroe
di “Cent’anni di solitudine”, di Gabriel Garcia Marquez. Poi ci sono
delle giornate caratterizzate da improvvisi scatti, slalom entusiasmanti
e m’illudo di nuovo di rimettermi in
pari. Il 9 agosto sarò ad Agropoli, al
Castello Medioevale, per parlare
della mia produzione culturale, e non
ho invitato il mio sindaco a parteciparvi. Di seguito capirete il perchè.
Ed ancora: il giorno di Ferragosto il
gruppo Rizzoli - Corriere della Sera
venderà oltre un milione di copie di
una storia ambientata in Africa ma
che ha come protagonista un altavillese, Carmine Iorio. La penna brillante di Gian Antonio Stella,
giornalista e scrittore di fama, gli ridarà quella rivincita che la fucilazione dell’oasi di Gialo, avvenuta nel
1928, gli negò. Quell’italiano che si
trasformò in beduino arabo per agguantare un’identità diversa da quella
di “carne da macello” alla quale il colonialismo italiano italiano l’aveva
destinato. Un personaggio da film, il
nostro Carmine Iorio. Ne ho scritto
anch’io, nonostante mio nonno Amerigo intimasse il silenzio al solo sentirne parlare: “Citto!, che è
vergogna”, diceva. Con altri “maledetti”, penso a Francesca Cerniello,
l’amante di Gaetano Tranchella,
come ai discendenti diretti dell’artista Solimena, hanno contribuito a
creare quell’aureola romantica ed avventurosa che permea il nostro paese
e che affascina chi ne viene a contatto. E’ soprattutto questo, non l’acqua della Fontana dei “Franci”, o i
meloni scuri di una volta, che faceva
restare sulla nostra collina, per tutta
la vita, il forestiero di passaggio. Una
politica intelligente di promozione
A LBANELL A
IL PARERE DEI LETTORI. Il politico (il sindaco Antonio Di Feo) ed il
burocrate (Giancarlo Peduto) responsabili di quest’ultima vicenda. Intervieni nella discussione inviando una mail a: redazioneunicosettimanale.it
turistica e dei nostri prodotti tipici doveva cominciare da qui. Personalità
come padre Candido Gallo, Tesauro
Olivieri, Rosario Messone e Francesco Di Venuta dovevano essere coccolate ed agevolate. Gli altavillesi
che assicurano professionalità riconosciuta nel mondo dei mass media
–, a prescindere da chi scrive queste
noterelle, sono in diversi. Tra i quali
alcuni giovani molto brillanti e assai
promettenti. No, non ci sarà mai un
Oscar per loro, e meno male vista la
grancassa un po’ eccessiva, giusta per
gli sportivi ma disdicevole per gli uomini di penna, ma vivaddio, un po’ di
considerazione in più non guasterebbe.
La lunga premessa mi serve per arrivare all’ultimo bando pubblico bandito dal nostro comune. Ohibò,
nientemeno una selezione pubblica,
per selezionare un addetto stampa al
quale affidare anche la gestione di alcuni eventi culturali. Logica avrebbe
voluto che fra i locali, o almeno con
chi potesse sfoggiare genitori indigeni o una moglie del posto, fosse
stato scelto il meglio su piazza. Invece no. Eliminato (incredibile!, dicendolo esplicitamente nel bando)
con ogni valore al curriculum, ai titoli professionali o alle esperienze
(pur richieste) si è preferito una no-
mina “fiduciaria” per un non altavillese. E non si tratta di Vittorio Sgarbi
o di Gian Antonio Stella. E’ evidente
che al duo Giancarlo Peduto (il burocrate, responsabile degli affari generale) – Antonio Di Feo (sindaco) è,
come si dice in questi casi, sfuggita
insieme la frizione e l’acceleratore. In
un campo delicato qual è la comunicazione e la cultura si è messo nero
su bianco che si preferiva fare una
nomina più che clientelare, dalla natura francamente del tutto oscura.
Anch’io ho presentato domanda, curriculum e titoli e ... sic stantibus
rebus preferisco continuare a fare ciò
che faccio che mettermi a capire cosa
passa per la testa a Peduto – Di Feo,
ahimé oggi ancora le due figure apicali del mio paese. E poi mi piace essere un po’ vanitoso, immaginarmi
come il Buendìa di Marquez.
I due nostri eroi sappiano che sono
forti perché garanti degli equilibri di
una vera e propria poliarchia, che da
troppi anni ingessa tutti e tutto. C’è
decisamente bisogno di alternanza, di
aria nuova, perché la democrazia
quando ne è priva così a lungo non
funziona, e la deriva che ne segue è
spesso costellata non dalla corruzione
monetaria (che è sempre comprensibile e finanche socialmente accettabile) ma da quella peggiore, dell’etica
individuale e collettiva, che va ad inficiare i modelli e gli esempi ai quali
sono molto sensibili le generazioni
più giovani. L’immobilismo imposto,
la logica del cane che non mangia
cane o dello scagli la prima pietra
solo chi è senza peccato, non sono dimostrazioni di saggezza: ammazzano
la capacità di intraprendere ed il valore del merito. Deprimono un’intera
comunità. Io mi tiro fuori, esco dal
gregge, perché amo il poeta greco
Kavafis, soprattutto quando dice: “E’
bello difendere Termopili/ anche se lo
sappiamo che alla fine i barbari passeranno”. E noi, i barbari ce li abbiamo in casa. Gli offriamo il caffè al
bar, la domenica mattina. Io, se mai
l’ho fatto, mi chiamo fuori, giuro che
non lo farò più.
Oreste Mottola
5° palio delle contrade
15 - 18 Agosto 2008 Piazza Martiri del Lavoro
Fervono i preparativi per la 5^ edizione del Palio delle Contrade Albanellesi,
una
manifestazione
ludico-storica per la promozione del
territorio, delle tradizioni e della cultura della Valle del Sele, organizzata
dall’Associazione G.A.R. e A.M. di
Matinella.
La manifestazione, nata nel 2004,
esalta un’antica tradizione ludica - tipica della cultura della Valle del Sele
- fatta di giochi e competizioni che
un tempo arricchivano la vita prettamente agricola dei nostri paesi.
Dal 15 agosto p.v. le Contrade storiche di Albanella si sfideranno in competizioni tradizionali per la vincita
della “Pietra del Palio”, un trofeo in
pietra locale in cui è incisa la mappa
del territorio di Albanella e che di
anno in anno viene assegnata alla
contrada vincitrice del Palio: ogni
anno infatti la “Pietra” viene messa
in palio dalla Contrada vincitrice
della precedente edizione; la contrada vincitrice della “Pietra” la detiene per un anno intero fino
all’inizio della successiva edizione.
La manifestazione non ha risvolti puramente ludici, ma ha un alto contenuto sociale e culturale dacché è
volta alla riscoperta e alla riconsiderazione di antiche tradizioni presenti
nelle nostre comunità e alla rivalutazione del dialetto locale, attraverso
l’uso di nomi e terminologie riferite
alla vita agricola del passato. Valori
che appartenevano principalmente a
una cultura agricola che fino agli anni
‘50 permeava ogni tipo di attività sociale, finanche, per l’appunto, le ore
dedicate allo svago e al divertimento.
Da qui è nata la volontà dell’associazione di rispolverare alcune antiche
competizioni, con le quali una volta i
giovani del tempo misuravano la loro
capacità e la loro abilità.
Il grande lavoro dell’organizzazione
è stato quello di convertire in competizioni alcune attività prettamente
agricole e l’uso di particolari attrezzi
dell’antichità.
In questo modo, accanto a competizioni “classiche”, come la Corsa con
i Ciucci e il Tiro alla Fune ne sono
state affiancate alcune che prevedono tradizionali usanze o l’utilizzo
di antiche attrezzature una volta
usate per l’agricoltura e che sovente
vedevano i vari “Parsunal” (Personale
di operai del Caporale che gestivano
i lavori nei campi per conto terzi) in
sfida tra loro in gare di destrezza e
celerità (chi impiegava meno tempo
nel lavoro dei campi riscuoteva maggiore “appetibilità” sul mercato del
lavoro proprio perché riconosciuto
come più abile).
Questo il significato della riproposizione di antiche competizioni come
la Corsa cu’ ‘u Strascicu, la Corsa cu’
i baiardi, la Gara cu’ ‘u Cuofano, ‘a
Cuccuma e ‘a Graticedda.
La partecipazione della città di Albanella al Palio, allo stesso modo, è
stata una delle soddisfazioni più belle
in questi ultimi anni nel panorama
dell’associazionismo locale. Mai, infatti, si era assistito ad una manifestazione
che
vedesse
la
partecipazione di più di 300
persone (i contradaioli gareggianti)
quali “attori principali” dell’iniziativa.
Rilevante il successo di pubblico registratosi nelle edizioni passate, con
più di 10.000 presenze complessive
nelle 4 serate della manifestazione
La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Albanella, della
Pro-Loco di Albanella, dell’Azienda
Autonoma Soggiorno e Turismo di
Paestum e dell’Ente Provinciale Turismo di Salerno.
Associazione Gar e Am
“Non esiste delitto, inganno,
trucco, imbroglio e vizio che non
vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi
segreti, descriveteli, rendeteli
ridicoli agli occhi di tutti e prima
o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di
per sé non è forse sufficiente,
ma è l’unico mezzo senza il
quale falliscono tutti gli altri.” Joseph Pulitzer
Come si assegna un incarico da
Responsabile
dell’Ufficio
Stampa del Comune di un centro di 7000 anime nel Cilento?
Ad Altavilla Silentina (in provincia di Salerno, mica in Calabria)
non vanno troppo per il sottile.
Sei laureato allo IULM? Non
basta. Un master alla Bocconi?
Non serve. Stage all’estero più
esperienza di lavoro decennale
presso la Pubblica Amministrazione? Non è un titolo. Hai
scritto libri di successo? Chi se
ne frega!. L’unico criterio per
l’affidamento dell’incarico – si
legge nel Bando ufficiale pubblicato nella bacheca comunale e
sul sito Internet istituzionale
del Comune(www.comune.altavillasilentina.sa.it), su cui tra
l’altro non è più reperibile, - “è
l’affidamento fiduciario”. All’articolo 5 (relativo ai Criteri per
il conferimento degli incarichi)
si legge infatti che, a seguito di
tale disposizione, per l’incarico
in questione : “non è posta in
essere alcuna procedura concorsuale o paraconcorsuale,
non sono previste graduatorie,
attribuzione di punteggi o altre
classificazioni di merito, nemmeno con riferimento all’ampiezza, frequenza e numero
degli incarichi già svolti dai concorrenti (circostanze che non
costituiscono titolo di preferenza) o all’esperienza maturata”. Per concludere poi con
un capolavoro di beffardaggine
istituzionale che recita così: “il
curriculum professionale,
così come gli altri elementi integ ranti la domanda, hanno il solo
scopo di manifestare la
disponibilità
all’assunzione dell’incarico, il
possesso delle condizioni
richieste e la conoscibilità dei soggetti interessati”. A ciò vanno poi aggiunti
i tempi ristrettissimi di pubblicizzazione del Bando, pubblicato il 9 luglio 2008 e scaduto il
19 luglio 2008: soli 10 giorni.
Uno dei due (!) partecipanti al
concorso (che l’ha visto per
caso e si ho voluto pigliare lo
sfizio di porre il problema)
nonché giornalista di esperienza pluridecennale (ovviamente scartato) ha scritto
tutto il suo rammarico di
“whatchdog of democracy” che
deve assistere impotente a simili episodi di calpestìo dei diritti civili da parte di chi
sarebbe invece deputato a garantirli ai propri concittadini ed
elettori. Poco importa se sotto
tutele legali o istituzionali. E
calpestando anche vecchi rapporti d’amicizia.
10
Eventi estivi
SICIGNANO DEGLI ALBURNI
Mostre d’arte
“Donna Più”
Sicignano immerso nel verde situato alle pendici dei monti Alburni, nel parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano, ricco di
tradizioni antiche, con i suoi due
castelli risalenti al IX e X secolo e
numerose chiese e monumenti,
proporrà nel mese di agosto (6-78) una tre giorni interamente dedicati all’Arte. L’Associazione
“Donna Più” organizza: - 6 agosto
ore 20:30 - inaugurazione mostra
collettiva di arte contemporanea e
concerto musicale di un gruppo
emergente i “MICROLUX”; Interverranno pure diverse personalità
e artisti cui scultori, pittori e fotografi; - 7 agosto ore 10:00 - per la
gioia dei più piccoli e non, disegni
sull’asfalto dal tema: “IL
MONDO DEI CARTONI ANIMATI”, a cura di 5 artiste: Rossella Mastalia, Claudia Cimino,
Francesca Tortorella, Palmira Onnembo e Linda Branchicella; ore
20:30 apertura mostra; - 8 agosto
ore 20:00 - apertura mostra con
successivo intrattenimento musicale e buffet finale.
L’evento sarà arricchito da effetti
scenografici con installazioni
video e artistici. Tutto ciò si svolgerà all’ingresso del centro storico
ai piedi del castello, nel portico di
un seminario risalente al Settecento.
Attraverso queste manifestazioni
si cercherà di sensibilizzare e avvicinare le persone all’Arte, ancora non del tutto inserite in
questo mondo , per certi versi,
visto come effimero.
‘A Chiena appuntamenti della settimana a Campagna
Sotto il segno dell’acqua e dell’arte
A CHIENA
Palio dell’Acqua (27 Luglio e 3 e 9
Agosto in Piazza Melchiorre Guerriero
- 10 Agosto lungo Corso Umberto I, il
tutto per due ore, a partire dalle 14.30,
e con ricchi premi in palio), che prevede gare e prove di agilità da affrontare nell’acqua, o ancora “a Chiena
Acqua Drink” (ore 12.00 del 3 e 10
Agosto), aperitivo domenicale nella e
della Chiena, o il “Chiena Jazz Festival” (4-5-6 Agosto). Da non perdere,
poi, i “Portoni Ghiottoni” 2008 (1-2-3
Agosto). Queste le “chiene” programmate: 19 e 20 Luglio; 26 (“a secchiata”) e 27 Luglio; 2 e 3 Agosto; 9 e 10
Agosto (ore 14.30 - 16.30). Si chiuderà il 16 Agosto con l’attesissima e
gremitissima “Chiena di mezzanotte”.
Eevento “Spazi Espositivi Camp’
Art” 2008
(a cura del Laboratorio ZEZA)
Sabato 2 Agosto - Oree 19.30, Piazza
“Giovanni Palatucci”, Spazi Espositivi
Musica presenta la Rassegna Tomato
Live”, Rassegna musicale di giovani
gruppi emergenti;
Mercoledì 6 Agosto - Ore 24.00 Prima
Estemporanea notturna in occasione
della Notte Bianca di Campagna;
Domenica 10 Agosto - Ore 14.00
Fiume Tenza “Seconda guerra dei colori”;
MOSTRE d’ARTE
di Città a cura Laboratorio Zeza
Dal 26 al 31 Luglio
“Mangiamu e bevimu
che chest’ n’avimu”
GUAZZO
vengono favorite, ma si preferiscono solo quelle che fungono da
cassa di risonanza del governo locale. Le amministrazioni locali,
concentrano i loro interessi sulle
proprie municipalità, senza che ci
possa essere una progettualità comprensoriale e di bacino. Le pro
loco, che per tradizione e antonomasia, dovrebbero promuovere “il
luogo” da un punto turistico, culturale e gastronomico, assumono iniziative maggiormente di tipo
gastronomico, quasi a voler coniugare il vecchio detto. “Mangiamu e
bevimu che chest’ n’avimu”. In
tutto questo contesto, che cosa ci si
può augurare! Cosa si può scrivere,
dire o fare! Quale sarà il futuro di
questo territorio! Una volta si parlava del “privilegio di una lunga
solitudine”, quando ci si riferiva al
Cilento.
Frazione di S. Maria La Nova “Antichi
Sapori Contadini”
Dall’8 al 13 Agosto
Frazione di Serradarce - Sagra del Castrato al ragù
io a 5 per giovani calciatori
Dal 2 al 5 Agosto
Largo G.C. Capaccio - 750° Anniversario Costituzione Confraternita S.
Maria della Neve.
Manifestazioni organizzate dall’Associazione Onlus “A casa di Maggie”, in collaborazione con
l’Associazione “Giovanni Palatucci”
Giovedì 7 Agosto Ore 21.30, P.za
“Giovanni Palatucci” – Manifestazione “Bau - Bau
Croquettes Party”
(musicisti campagnesi a confronto
“futuro contro passato”, clown per
bambini, proiezione
dvd “I cani guida
per i non vedenti” +
Panini
e
bevande);Domenica 10 Agosto Ore 10.30 - San
Bartolomeo, Manifestazione denominata “Aperitivo al
Centro Studi Giovanni Palatucci”
(visita guidata all’Itinerario della
Memoria e della
Pace: Proiezione film + Aperitivo).
26a Rassegna dell’Acqua - La
“‘CHIENA”
Iniziative programmate da “Spazio
Utopia” Contemporary Art, Via Cesarano, 17: Ex Cinema Teatro Comunale, Via Mercato:
Sabato 9 Agosto, ore 21, Video Festival dell’Acqua (edizione 2007 e 2008);
Luoghi esterni e interni:le Piazze del
Centro Storico-antico, il Corso Umberto 1° e sul fiume Tenza - Installazioni; Performances; Azioni-blitz
Mario Onesti
Per la sesta edizione della Manifestazione,
JazzinLaurino presenta un ricco calendario
di appuntamenti di qualità
da pag. uno
di COSMO
N°30 02 agosto 2008
Programma
Mercoledì 6 agosto 2008
19:00 CONCERTO SEMINARISTI
“GIG WORKSHOP”
Piazza A. Magliani - Laurino
22:30 ROBERTO GATTO quartet
(Luca Mannutza – piano, Daniele
Tittarelli - sax
Luca Bulgarelli – contrabbasso,
Roberto Gatto – batteria)
Teatro Comunale– Laurino
Ingresso 10€
Giovedì 7 agosto 2008
19:00 CONCERTO SEMINARISTI
“GIG WORKSHOP”
Piazza A. Magliani - Laurino
22:30 MARE NOSTRUM
RICHARD GALLIANO-PAOLO
FRESU
JAN LUNDGREN
(Richard Galliano-fisarmonica,
Paolo Fresu-tromba
Jan Lundgren-piano)
Piazza Plebiscito - Piaggine
Ingresso 13 €
Venerdì 8 agosto 2008
19:00 CONCERTO SEMINARISTI
“GIG WORKSHOP”
Piazza A. Magliani - Laurino
22:30 DOC CONCERT
(Danilo Rea - piano, Roberto
Gatto - batteria,
Maria Pia De Vito – voce, Marco
Tindiglia - chitarra,
George Garzone - sax,
Paolino Dalla Porta – contrabbasso)
Chiesa S.Pietro e Paolo XII sec.
Stio
Sabato 9 agosto 2008
19:00 CONCERTO SEMINARISTI
“GIG WORKSHOP”
Piazza A. Magliani - Laurino22:30
UN INCONTRO DI JAZZ
(Gino Paoli, Flavio Boltro, Danilo
Rea,
Roberto Gatto, Rosario Bonaccorso)
Piazza Magliani - Laurino
Ingresso 20 €
Domenica 10 agosto 2008
19.00 SALERNO STREET PARADE Marching dixieland Band Laurino
21:00 CONCERTO FINALE DEI
SEMINARISTI
Piazza A. Magliani – Laurino
Lunedì 11 agosto 2008
21:00 CROSSOVER QUARTET
(C. Bolling)
Antonio Cimino (flauto),
Francesco Langone (chitarra),
Cosimo Lingardo (contrabbasso),
Fabio Schiavo (pianoforte)
SaccoTUTTE LE SERE JAM SESSION AL PUB “30&31”
DALLE ORE 00:30 ALLE 3:00
I
Agosto 2008
Anno VI N.6 Nuova serie
Direttore responsabile Oreste Mottola
BATTIPAGLIA
Mal Comune
EBOLI
VERSO L’OSPEDALE UNICO DELLA PIANA
Il paese delle risse
di Ernesto Giacomino
di Fra.Fae
Se son rose fioriranno, disse qualcuno nel giugno del 2007. Difatti
nel paniere elettorale c’era di tutto
- vecchi garofani sbiaditi, margherite, edere rinsecchite e fasci
avvelenati – fuorché quello. Pure
un sole che rideva, va’ (che poi,
cosa ci sia da ridere non l’ha mai
capito nessuno): ma di rose, a
parte le spine, nemmeno l’ombra.
E alla fine i risultati si sono visti:
maggioranza costantemente inesistente, sindaco dimissionario per
vocazione già dal giorno seguente
il ballottaggio, spettro dell’ennesimo commissariamento alle porte
(e con questo avremmo superato
pure il record storico di commissari alternatisi in “Distretto di Polizia”). Tutto preventivabile, per
carità: non credo si potesse seriamente immaginare che gli stessi
personaggi, pacificamente inconcludenti già quand’erano alleati,
ora avrebbero potuto far meglio
presentandosi addirittura come rivali.
Barlotti si avvia ormai ad essere il
secondo “sindaco desaparicido”
della storia battipagliese (per fortuna solo politicamente, e non fisicamente
come
il
Rago
buonanima): ma non tutti, nel
fondo-fondo dell’animo, riusciranno davvero a fargliene una
colpa. Almeno in termini di malafede, voglio dire. Paga di certo lo
scotto di aver creduto – almeno
inizialmente - che la politica fosse
esattamente quella trattata sui libri
di educazione civica; che esistesse
una destra imprenditoriale contrapposta a una sinistra sociale;
che gli assessori rappresentassero
l’esecutivo cittadino e potessero
legittimamente esternare pareri
tecnici senza il bavaglio dei consiglieri; soprattutto, che la conduzione clientelare della cosa
pubblica fosse acqua passata,
asciugata a spazzola e phon dall’ondata giustizialista di Mani Pulite.
Avesse guardato meglio i risultati
elettorali, avesse interpretato con
più calma i voti trionfalmente incassati da certi consiglieri, magari
sarebbe asceso a Palazzo con
un’ottica meno idealista. Avrebbe
Nel paese delle risse, la media è
di quattro a settimana, nella città
che si vede dimezzata l’ultima
“fabbrica” produttiva (l’ospedale),
nel comune dove tutti parlano,
parlano, parlano senza un briciolo
di evidente competenza, si è consumata una settimana per stomaci
d’acciaio. Proviamo a raccontarla.
Sicurezza a Eboli, voto 2:
se in un piccolo paese come il nostro si verifica una rissa ogni due
giorni, con quattro ricoverati in
ospedale (mandibola spaccata,
naso fratturato, mano spezzata,
testa aperta a metà) c’è sicuramente qualcosa che non va. Sull’assessore al ramo e sul sindaco
che lo ha nominato, inutile sprecare altro inchiostro. L’appello va
alle forze dell’ordine, ai carabinieri. E’ possibile avere una pattuglia, elasticamente fissa, intorno a
piazza Carlo Levi, slargo dove si
spaccia e ci si spranga per i motivi
più banali. Attendiamo una risposta. Nei fatti. Non con le chiacchiere dei politici. Buon lavoro.
Lidi ebolitani, voto 3:
per quindici giorni, 50 bambini del
rione Pescara, cresciuti in famiglie
disagiate, attendono un bagno a
mare. Un tuffo sacrosanto, negato
da un razzismo strisciante. Per
quindici giorni, Officina Koinè
cerca invano un lido ebolitano disponibile a ospitare gli scugnizzi
ebolitani. Porte sbattute in faccia,
temporaggiamenti imbarazzati. La
storia vile si conclude a fine luglio,
grazie alla sensibilità di un operatore turistico napoletano. L’onta
resta, ma almeno ad agosto, però,
grazie al Galatea Village, i bambini
andranno a mare. Lezione di stile.
E cultura.
Provincia di Salerno, voto 3:
lo scacco non è ancora matto, ma
l’operazione della guardia forestale è andata molto vicino al ko
tecnico. Sequestrata la Casina
Rossa, lungo la litoranea di Eboli,
l’amministrazione provinciale si è
chiocciata in un lungo silenzio. Alcuni lavori non sono in regola,
questa la contestazione. E soprattutto, sono lavori in difformità, rispetto al progetto iniziale. Le
ipotesi di reato sono penali, non
Continua a pagina II
Quello di Eboli che fine farà?
(Fra. Fae.)
Tempi duri per il nostro amato sindaco. Accerchiato da una corte di vanesi incompetenti, giulivi manichini
per le sfilate lampeggianti, Martino
Melchionda vive la sua estate più
drammatica. Iniziata a giugno, con
la morte di due ragazzi a mare, sulla
spiaggia libera senza bagnini comunali. Estate proseguita a Santa Cecilia, dove sindaco e politici sono stati
sbattuti in coda alla processione di
san Vito, a causa dell’arrivo delle
ecoballe a Coda di Volpe. Stava rifiatando, il nostro amato sindaco.
Era uscito dal tunnel. Aveva convocato i familiari, si era barricato in
un’agenzia di viaggi, pronto a partire per il Nuovo Mondo (l’America,
ndr) quando il compagno di partito,
l’ex Udeur mastelliano, Federico Pagano, gli ha rifilato uno scherzetto
da prete, di cattivissimo gusto. Il dimezzamento dell’ospedale di Eboli.
L’amico del PD, il Pagano già medico al Maria Santissima Addolorata, per salvare i numeri da
bocciatura dell’ospedale di Battipaglia, ha chiamato Melchionda e gli
ha spiegato: “Ne Martì, io ho un
problema. E lo devo risolvere”.
Uscito da poco dall’agenzia di
viaggi, Melchionda si è detto disponibile a tutto. Ai compagni del Pd
niente si nega. Solo che il tutto,
spesso si traduce in una cambiale pesante. E non a caso, Pagano gli ha
replicato: “Martì, io ti devo chiudere
il pronto soccorso, la pediatria,
l’ostetricia, l’ortopedia, la rianimazione e le sale operatorie all’ospedale di Eboli”. Tradotto, facciamo di
Eboli un ospizio per anziani. E non
se ne parla più. La comunicazione
telefonica sarà stata disturbata. Perchè il sindaco in costume, con le valige in mano, moglie e figli al
seguito, già immerso con i pensieri
sulle dorate spiagge di Copacabana,
non ha profferito parola. Al che, il
vispo Pagano ha fatto valere la regola del silenzio assenso. E vai. Salvato l’ospedale di Battipaglia, gli
amici politici del posto, ma chissenefrega dell’ospedale di Eboli. Se il
sindaco tace, lo possiamo pure chiudere. L’Asl coglie queste occasioni
al volo. Senonchè, la scandalosa
proposta di Pagano è stata captata
dai sindacati ospedalieri. Quei rompicoglioni che ogni tanto fanno
anche il loro mestiere, accantonando
le lotte sugli straordinari, sui privilegi della casta sanitaria. I sindacati
hanno dato subito battaglia: “faremo
le barricate se vogliono chiudere il
pronto soccorso e gli altri reparti”
hanno urlato Emiddio Sparano e Antonio Ristallo. Giunto alla stazione
ferroviaria di Eboli, dove lo attendeva la coincidenza con l’aeroporto
di Pontecagnano, per imbarcarsi sull’aereo per il Brasile (non è quello di
Mastella), il nostro amato sindaco è
stato praticamente scosso dai sindacati: “ma che fai, ma dove vai, ma
vieni qui, dobbiamo salvare l’ospedale”. Dismessa la camicia palmata,
gli infradito Guru, il costume Dolce
e Gabbana, l’abbronzante con la modella in topless, il nostro amato sindaco ha rinunciato alle vacanze. E
dopo una settimana di stand by, si è
fatto spiegare dai sindacati quel che
stava succedendo.
Continua a pag. III
Continua a pag. III
II
La storia
Agosto 2008
segue dalla prima
Carmine Iorio, Il Lawrence di Altavilla
Mal Comune
di Ernesto Giacomino
Alzi la mano chi ha mai sentito, magari soltanto di sfuggita, questo
nome: Carmine Iorio.
Uno, due, davvero pochi. Eppure la
singolarissima vicenda esistenziale
di questo personaggio, venata di sfumature romanzesche e anticolonialiste e per certi tratti affine a quella del
ben più famoso Lawrence d’Arabia,
potrebbe tranquillamente rappresentare il soggetto di un film o di un romanzo d’avventura alla Emilio
Salgàri, per intenderci.
Ma andiamo per ordine.
Carmine nasce l’8 dicembre del 1892
ad Altavilla Silentina, provincia di
Salerno. Rimasto orfano in tenera
età, è costretto a guadagnarsi la pagnotta facendo il guardiano di cavalli
e bufale. A 17 anni prende in moglie
una compaesana ma, insofferente e
ribelle di natura, alla sua compagnia
preferisce di gran lunga quella dei
compagni di osteria, abbandonandosi
con loro ai piaceri del gioco e del
vino.
È il settembre del 1912 quando nella
vita del ventenne altavillese si materializzano parole e concetti fino ad
allora sconosciuti: Patria, servizio
militare. Lo Stato reclama i suoi figli
e Carmine, al pari di tanti coetanei, è
costretto ad abbandonare il paesello e
ad arruolarsi come fante nel glorioso
Regio Esercito. Ma non certo per fare
“il militare a Cuneo“, per rubare una
battuta di Totò, giacché erano quelli
anni caldissimi, con la prima guerra
mondiale dietro l’angolo e l’Italia,
reduce da un breve conflitto contro la
Turchia, intenta ad accaparrarsi il suo
bel “posto al sole“.
Occupata la regione libica della Cirenaica, gli italiani doveva guardarsi
però da una dura resistenza da parte
di alcune tribù beduine, i Senussi in
primis, che mal digerivano le pillole
di civilizzazione e di democrazia
somministrate a forza dalla novella
Roma imperiale. E proprio in questo
bollente scenario ritroviamo il nostro
Carmine, dislocato con il suo reggimento nel campo di Toerg.
In quel lembo di terra arida dimenticata da Dio e dagli uomini trascorrerà
quattro
lunghi
anni,
accumulando una notevole esperienza bellica e guadagnandosi una
promozione a tiratore scelto per aver
fatto secchi numerosi “barbari infedeli“. Ma nell’animo del soldato
Iorio cresce l’insofferenza per la disciplina e la dura e noiosa vita militare, una miscela esplosiva se unita
alla tendenza ad alzare facilmente il
gomito e all’innata attitudine alla
rissa.
E proprio da una furibonda zuffa tra
commilitoni scoppiata durante una
festa che prende inizio la sua straordinaria avventura. È una torrida serata di luglio del 1916. Carmine,
rinchiuso con alcuni commilitoni a
smaltire la ciucca in una baracca che
fungeva da prigione del campo,
spinto dai fumi del vino e dal caldo
Carmine Iorio,
dopo la cattura
torrido della notte africana, pensa
bene di prendere una boccata d’aria
e, abbattuta la porta a spallate davanti
ai compagni sbigottiti, con passo incerto si incammina senza meta nel
buio. Dopo aver girovagato ubriaco
nel deserto per alcune ore, vinto dal
sonno, crolla sfinito nei pressi di una
palma. Si sveglierà il giorno dopo legato mani e piedi in groppa ad un
cammello, catturato dalla scorta personale del leader Senusso Omar elMuktàr.
La sua sorte sembra segnata: forca.
Ma il fato aveva deciso diversamente, poiché, pochi attimi prima di
essere giustiziato, uno dei capi beduini, tale Saied el-Redà, si accorge
di quel piccolo fucile ricamato sulla
divisa dell’italiano: «sono un fuciliere scelto» urla Carmine, in un
moto d’orgoglio. Una frase che gli
salverà la pelle. El Redà gli concede
la grazia, ma vuole qualcosa in cambio: bisogna accoppare due capi di
una tribù nemica. Un compito facile
facile per il fuciliere Iorio. Tempo
qualche ora e i rivali del Senusso cadranno uno dietro l’altro sotto le sue
pallottole.
Con questo colpo gobbo Carmine si
guadagna la fiducia del capo, che lo
prende sotto la sua ala protettrice, nominandolo istruttore militare dei suoi
figli. Da questo momento la sua vita
cambia definitivamente: abbandonata ogni speranza di ritornare tra i
connazionali, che lo avevano nel frattempo condannato a morte per diserzione, si rassegna a vivere in mezzo
ai Libici, adottandone i costumi.
Si fa crescere la barba, impara velocemente l’arabo, sposa una bellissima donna della tribù che lo rende
padre di due figli e -almeno di facciata- si converte all’Islam, assumendo il nome di Yusuf el-Muslim.
Conversione reale o no, l’ex soldato
Iorio dimostra sempre più una viva
dedizione alla causa dei ribelli, nella
cui miseria forse si rispecchia, e ben
presto comincia a partecipare in
prima persona alle sortite contro
l’esercito italiano, impegnandosi,
però, a non sparare direttamente ai
suoi vecchi commilitoni. Immaginate
la sorpresa, durante i combattimenti,
di quei soldati italiani che ascoltano,
nella confusione delle urla provenienti dallo schieramento nemico,
una voce che impreca e insulta in uno
spiccato dialetto salernitano…
Carmine combatte al fianco dei Senussi per ben undici anni, organizzando e guidando decine di
scorribande contro gli invasori. In
breve diventa uno dei massimi capi
della rivolta, percorrendo paradossalmente una carriera impensabile
nell’esercito italiano per un miserabile come lui. In Africa è un leader
rispettato ed idolatrato, a capo di un
piccolo esercito che arriva a contare
qualche migliaio di beduini fedelissimi, pronti a dare la vita per lui.
Intanto la notizia “vergognosa“ che
un disertore italiano è a capo di una
fazione ribelle giunge a Roma, dove
è lo stesso ministro delle colonie Federzoni, pressato dal Duce, a telegrafare al governatore della Cirenaica
un ordine perentorio: il traditore va
catturato e fucilato, costi quel che
costi!
Più facile a dirsi che a farsi. Carmine
risulta un fantasma imprendibile, autore di attacchi mordi e fuggi degni
della migliore guerriglia organizzata.
Ma la pressione aumenta, sono migliaia i guerriglieri uccisi o catturati
mentre il cerchio intorno al ribelle di
Altavilla si stringe inesorabilmente.
La resa dei conti arriva nel 1927,
quando l’adorata moglie Teber viene
catturata. Carmine non regge, il dolore e l’amore lo accecano. E gli
fanno dimenticare ogni prudenza.
Con i pochi superstiti del suo gruppo,
tenta un impossibile blitz nel campo
italiano per liberare l’amata. Quel
che accade dopo non è molto chiaro:
venduto da alcuni beduini collaborazionisti, tradito dalla stessa moglie,
divenuta nel frattempo amante di un
ufficiale italiano, non si sa.
Carmine cade in trappola.
La condanna per un traditore, per di
più rinnegatore della fede cristiana, è
scontata: fucilazione alla schiena.
Stavolta non si scappa, lo sa bene
anche lui che trascorre l’ultima notte
a scrivere alla madre e pregare la
Madonna del Carmine per farsi perdonare quella lunga parentesi islamica.
Poi, presentatosi dignitosamente al
comandante del plotone di esecuzione, rifiuta i sacramenti e ogni
abiura della nuova fede. Una scelta
motivata con lucidità: «se ora rinnegassi l’Islam sarei considerato un traditore anche dal mio nuovo popolo e
i miei figli sarebbero in pericolo spiega in un italiano stentato, respingendo l’interprete, messo dai suoi
connazionali lì in segno di estremo
disprezzo- Muoio da musulmano,
così sarò ricordato come un martire».
Pochi attimi dopo una scarica lo abbatte.
È l’alba del 18 dicembre 1928.
Raffaele Avallone
preso atto che la metrica elettiva
del cittadino battipagliese medio
non è fatta di opere strutturali,
piani di riforma, intese programmatiche per lo sviluppo; passa per
cose notoriamente più semplici
tipo il posto al figlio disoccupato,
la concessione per il sottotetto,
l’incarico pubblico al nipotino
fresco laureato. Passa per le fontane ornamentali, le siepi, il fresco davanti casa, i fuochi della
Festa, le processioni, il vigile
amico che ti evita la multa.
Qui da noi, un tot di consiglieri
per un tot di promesse ciascuno
non sommano un piano di ripresa
seria della città: semplicemente,
diventano migliaia e migliaia di
impieghi, incarichi, fuochi, siepi,
amici. Un pesante debito di riconoscenza che poi non si può ignorare, giacché si siede sulla
poltrona insieme all’eletto, la
sforma, la rompe, la annulla. La
poltrona diventa, sempre e immancabilmente, un’entità multifaccia
con
cui
diventa
improponibile qualunque accenno
di dialogo: che sia di destra, centro, sinistra, soggiorno o ammezzato. Per cui, hai voglia a parlare
di Fondi Europei, se prima non
dai alla famiglia Tizio Caio – portatrice ufficiale dei suoi bravi quaranta, cinquanta voti - il permesso
per l’allargamento del pergolato.
Non c’è all’ordine del giorno, ma
il sottotesto di ogni adunanza –
ufficiale o informale - è sempre
quello.
Non è un guaio a retaggio esclusivo di questa amministrazione, ci
mancherebbe. Per la verità è un
insano debito ereditario che affonda le radici nella notte dei
tempi: ma è certo che il nostro celeberrimo masochismo di fondo
non ci aiuterà a saldarlo. Da anni
la vita politica di questa città è un
interminabile solitario che non
riesce, semplicemente perché
piuttosto che cambiare il mazzo
truccato confidiamo che la differenza possa farla l’ordine di uscita
di quelle stesse, poche carte che
riteniamo assolutamente insostituibili.
Il diktat futuro, dunque, è quello
di allontanare non solo i politicamente incapaci, ma soprattutto gli
incapaci dalla politica. Il che va
fatto possibilmente a breve, prima
che il ricambio generazionale
sversi fra candidati ed elettori
queste nuove leve cittadine al pascolo nelle piazzette, ‘sti ragazzotti rissosi e costosi che ignorano
la grammatica e stentano a leggere qualcosa di più dell’etichetta
di una birra. A quel punto, quanto
a miglioramenti (non solo di
azioni, ma addirittura di pensiero)
staremmo davvero messi male.
Eboli
Agosto 2008
III
CRISI BUFALA. Le proposte di Cuomo alla Camera dei Deputati
“Finanziamenti straordinari per la pubblicità e attenzione ai prezzi”
Riconoscimento alla storia e identità produttiva della nostra zona
“Sorvegliarne il prezzo alla produzione ed al consumo e rilanciare con
la pubblicità”. E’ la ricetta di Antonio
Cuomo, deputato del Pd e membro
della commissione agricoltura per
quella mozzarella che piace sempre a
tutti, vip e comuni mortali, ma che
accusa sempre più difficoltà congiunturali. “Occorre salvare la filiera bufalina non solo della mia
Piana del Sele ma dell’intera Campania. Si tratta non solo di posti di lavoro e di un’economia ma
dell’identità stessa dei nostri territori”. Antonio Cuomo è nato ad
Eboli. “Perché è nell’ebolitano che
nell’Ottocento cominciarono a porre
le premesse della fortuna di questo
formaggio che ora è conosciuto in
tutto il mondo. E fu dalla vicina Battipaglia che cominciarono ad indu-
strializzare la produzione”, racconta.
Ora però allevatori e caseifici sono
in crisi.
Le vendite, dopo la tempesta mediatica sull’inesistente diossina, non ripartono. Tra Altavilla ed Albanella,
dove sono concentrati molti alleva-
menti, tante piccole stalle sono a rischio chiusura perché hanno già ricevuto la disdetta degli acquirenti del
latte. Cuomo porta le loro ragioni in
seno alla commissione agricoltura
della Camera dei Deputati. Sono
suoi gli emendamenti che cercano di ottenere i fondi per
la grande campagna pubblicitaria a sostegno delle
produzioni titiche della Campania
per contenere l’impatto economico
derivante dall’emergenza rifiuti. E
per monitorare l’andamento dei
prezzi. “Voglio sostenere misure
strutturali, non voglio essere accusato di chiedere mance di tipo assistenziale”, precisa. Di questi tempi
l’accortezza è necessaria se si vuole
ottenere ascolto. Cuomo si rivolge
anche a “Mister Prezzi”, il Garante
della sorveglianza dei prezzi. “Dovrà
intervenire – chiede il deputato di
Eboli – quando verificherà, mediante
le indagini conoscitive, nel caso in cui
risulti uno scostamento tra il prezzo
alla produzione ed il prezzo al consumo superiore al 30%”. La proposta
di Cuomo è che il Garante convoca
i soggetti interessati al fine di favorire
un accordo per ridurre gli eventuali
eccessi di prezzo al consumo e determinare l’incremento di consumi
del prodotto sostenendo le categorie produttive. Si cerca così di limitare al massimo il “ricarico”
dell’intermediazione fra i prezzi alla
produzione ed al consumo finale.
Un’accortezza fondamentale in questi frangenti, dove nei budget
delle famiglie, si riduce anche la spesa
per l’alimentazione.
dalla prima
L’ospedale di Eboli che fine farà?
Cioè, il funerale dell’ospedale di
Eboli. Guerriero nell’anima, Martino
Melchionda ha strappato i biglietti
carioca e ha chiamato un collaboratore anonimo del Partito Democratico. Che, ignorante supremo tra gli
ignoranti, ha scritto un comunicato
anonimo. E stupidissimo. “Il Partito
Democratico si oppone con forza
(badate, con forza) alla chiusura del
reparto di pediatria all’ospedale di
Eboli”. Ohibò, stanno smantellando
il pronto soccorso (70 mila presta-
zioni all’anno), la migliore rianimazione a sud di Salerno, l’ortopedia
che ha ridato la vita a persone di 90
anni, l’ostetricia con numeri superiori a tutti gli altri ospedali dell’Asl
Salerno 2, e il Pd...??? difende la pediatria. Roba da manicomio politicocriminale.
Sarà che Melchionda si sarà spiegato
in italo-brasiliano con il suo scriba
del Pd. Sarà che il cortigiano di turno
non ha mai seguito i problemi dell’ospedale. Ma accaparrarsi la cloche
dell’aereo, mentre il velivolo sta
crollando, se non è una scelta stupida, è una mossa sicuramente
idiota. “Disconosco ufficialmente
quel comunicato” ha dichiarato Cosimo Cicia, assessore imbarazzato e
infermiere capo a Battipaglia, rinsa-
vendo da alcune dichiarazioni in libertà rilasciate di buon ora (8,30 di
mattina) a Rdl. A leggere quel comunicato, in effetti, c’è da mettersi le
mani nei capelli. Nel PD, ancora si
chiedono, quale sia la differenza tra
pediatria e pronto soccorso. A mettere la penna in mano a tutti, si fanno
guai seri. A fare i giornalisti a chiacchiere, è fin troppo facile.
E infatti, la figuraccia del Pd è stata
clamorosa. Difendere il reparto di
pediatria, con lo sfacelo che vuole
fare Pagano, è come rifare gli Europei di calcio con Luca Toni, attaccante unico. Un disastro. Comunque,
abbandonata le prospettive vancanziere, salutato il Brasile e il volo da
Pontecagnano, il sindaco, nostro
amato, ha convocato i sindacati in
segue dalla prima
Le pagelle
di Francesco Faenza
5
vanno confuse con il gioco dell’oca
e il “fermo un giro”, come qualche
politico ha tentato di camuffarli.
In attesa che si concludano le indagini, complimenti a Marta Santoro e alla sua guardia forestale.
Per l’amministrazione provinciale,
la figuraccia non si cancella con il
tempo. Post scriptum. In località
Angona, i residenti attendono ancora l’illuminazione dell’obesa e
buia rotatoria di Cariello.
Fiat lux...speriamo presto.
Anas, voto 4:
il numero fa praticamente media.
Tra i lavori rapidi, per riaprire
l’uscita sud di Eboli. E l’idea “assasina” di costruire una doppia
curva, subito dopo l’uscita nord di
Eboli.
Con due morti schiacciati contro
le barriere di cemento (non è
colpa dell’Anas, a quanto pare),
l’ente che gestisce l’autostrada poteva, senza dubbio, trovare una soluzione migliore della doppia
curva a gomito, quella sorta sulla
corsia nord, al chilometro 30.
Due camionisti accappottati, diversi altri incidenti. Se anche la polizia stradale allarga le braccia
sconsolata, qualche problema serio
ci sarà.
Cancellate quell’obbrobrio criminale.
Prima che scorra altro sangue.
comune. E finalmente, dopo 10
giorni di polemiche, è stato elaborato
un documento politico.
“No alla chiusura dei reparti ospedalieri”. Sicuramente meglio della
prima balorda uscita.
Il problema del Pd, ora, è che Pagano
ha una pettorina precisa. Di due consonanti: P e D. Partito Democratico,
appunto.
Ma tu guarda un pò. Chi vuol dimezzare e affossare l’ospedale di
Eboli sta nello stesso partito del sindaco. Ma tu guarda un pò, l’ospedale
più produttivo dell’Asl a sud di Salerno, deve salvare i numeri da retrocessione dell’ospedale di Battipaglia.
Nel congedarsi dal neo servizio sanitario per le malattie dei migranti, il
19 luglio all’ospedale di Eboli,
Federico Pagano ha dichiarato: “ci
vediamo a settembre, per l’inaugurazione dell’emodinamica”. Cinque
giorni dopo, Pagano ha fucilato
pronto soccorso, rianimazione, ostetricia, ortopedia e pediatria. Dell’ospedale di Eboli.
Praticamente mezzo nosocomio ebolitano. A Pagano sfugge una cosa. Al
sindaco, forse, no. Se il suo progetto
va veramente in porto, il Pd, il sindaco Pd di Eboli, la giunta Pd in comune, questa volta non finiranno in
coda alla processione. Ma corrono
ben altri rischi. Non fisici, per carità.
Ma da disastro politico-elettorale, sicuramente. Perchè comunque la voglia
mettere,
propaganda
e
lampeggianti alla mano, Melchionda,
Pagano e Montemarano (la trimurti
del Pd) dovranno spiegarci come
chiederanno i voti a Eboli, dopo aver
chiuso l’ospedale più produttivo a
sud di Salerno. Buone vacanze a tutti.
Agli amici del Pd soprattutto.
IV
Battipaglia
Agosto 2008
Il sindaco desaparecido… uno e due
Dimissioni di Barlotti, questa volta irrevocabili
E due, sì. Due dimissioni in un anno
di governo, la seconda addirittura a
soli due mesi di distanza dalla prima.
Quello che sembra impossibile, impensabile, a Battipaglia non lo è.
Gennaro Barlotti, sindaco della città,
eletto nel giugno del 2007, si è dimesso “irrevocabilmente” dalla carica di primo cittadino.
Ha affidato ad uno scarno comunicato stampa, per poi piombare in un
assordante silenzio, le motivazioni
della propria decisione.
«Sottoscrivo le dimissioni irrevocabili dalla carica di sindaco», si legge
nel comunicato, e ancora: «non
credo che ci siano le condizioni politiche per poter continuare il mio
mandato, nonostante l’impegno di un
gruppo di consiglieri che mi ha sostenuto con grande lealtà e nell’interesse esclusivo della città».
Queste le poche parole con cui Barlotti ha deciso di congedarsi. La decisione, maturata dopo gli incontri
sulla composizione della giunta col
Partito democratico, ha lasciato tutti
di sasso, addetti ai lavori e non.
Caduta come un fulmine a ciel sereno e nel momento meno prevedibile,
proprio
all’indomani
dell’approvazione del discusso bilancio, le dimissioni di Barlotti assumono un significato che va ben oltre
gli incarichi e le deleghe assessoriali,
su cui lo stesso si è impantanato.
Esse, infatti, manifestano la totale disorganizzazione politica, frutto probabilmente di una più grave
confusione sociale, che attraversa la
città da oltre un decennio.
Una politica fatta di schieramenti
fondati su posizioni peronali, disomogenei culturalmente e tenuti insieme da interessi di nicchia e di
potere.
Per non parlare di quel tocco di “improvvisazione al potere” che ha in-
forse sarà ritornato prima che questo testo giunga agli occhi dei nostri lettori, chi lo sa.
Certo è che se le dimissioni non saranno ritirate, questa legislatura
non sarà ricordata ché per la sua
confusione di fatti persone e litigi
senza senso. Scrivere la storia tra-
LA COPERTINA DI UNO DEI LIBRI
CHE HANNO RACCONTATO LA SCOM-
LORENZO RAGO (A DESTRA). SOTTO : IL DIMISSIONARIO
SINDACO BARLOTTI
PARSA DI
curiosito non poco gli osservatori
esterni.
Probabilmente Barlotti avrà voluto
tirare il freno, o magari prendersi
venti giorni di ferie (questo il lasso
di tempo entro cui può ritirare le dimissioni) nella soleggiata Acciaroli,
attraverso un coupe de thèatre, o
forse no.
Forse ritirerà le dimissioni come già
avvenuto a marzo. Forse, oppure no.
Nulla è dato sapere, perché il sindaco
è desaparecido, scomparso, irraggiungibile.
Di sicuro lo sarà ancora per poco,
vagliata di una maggioranza che non
è mai stata fino in fondo tale, è semplice quanto sconfortante. Più di un
anno a disegnare equilibri e a creare
tensioni. Forse Barlotti ha dalla sua
di non essere stato eletto con la forza
dei numeri, di non aver potuto contare su una maggioranza (seppur minima).
Condizione che lo ha costretto a barcamenarsi nell’agone politico alla ricerca di quel piccolo consenso sulla
fiducia personale che ha finito per logorare un po’ tutti, sindaco in testa.
E così, dopo l’incontro col Pd andato
a vuoto all’indomani delle dimissioni e la seguente conferenza
stampa del gruppo democratico in
cui si è segnata la definitiva rottura
di ogni trattativa, la città si ritrova
senza sindaco, e con la prospettiva di
vedersi calsre da Roma un nuovo
Commissario Prefettizio, fino a
nuove elezioni.
In città, infatti, a patto che non rientrino le dimissioni di Barlotti, si è già
riaperta la corsa sfrenata alla poltrona di candidato Sindaco, per l’uno
e per l’altro schieramento.
Da un lato (pdl) si registra l’autoinvestitura di Fernando Zara (tornato
all’ovile dopo l’esperienza mastelliana) contrapposta alla parimenti autonoma e autoritaria candidatura di
Motta (ovvero, si salvi chi può).
Sul fronte Pd, invece, la situazione
sembra meno tesa, con la presenza in
lizza degli potenziali candidati Giovanni Santomauro e Salvatore Anzalone, con quest’ultimo che farebbe
forse anche un passo indietro a favore del primo.
Ma fare di questi ragionamenti significa mettere il carro davanti ai
buoi.
Nei fatti la realtà è un’altra.
Al sindaco di Battipaglia, ad oggi,
infatti, resta la possibilità (e pure abbastanza concreta) di guidare una
maggioranza consiliare composta da
venti consiglieri senza l’ingresso in
giunta del Pd. Grazie, invece, alla fiducia di quattro consiglieri (Dante,
Terribile, Delle Donne e il reintegrato Adesso) che sino ad ora erano
rimasti nel limbo, ma che con i loro
voti potrebbero garantire a Barlotti
una vita, non certo tranquilla, ma
quantomeno speranzosa.
E con i tempi che corrono, pare già
qualcosa.
Valerio Calabrese
La storia...di Stella Cilento
Segregata in casa
per una discussione politica
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intestato a Calore S.r.l.
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pagamento al numero 0828
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dell’abbonato
Ad Angela Radano, 40 anni, due
giorni fa i carabinieri hanno sequestrato l’unico accesso a casa in
esecuzione di una ordinanza del
Comune. Da quel momento la signora Radano non è più uscita di
casa. “Ho presentato tre diversi
progetti per avere un accesso per
il mio casale da poco ristrutturato,
alla pubblica via. Ogni volta mi è
stato respinto con un cavillo diverso. Però a voce mi dicevano di
non preoccuparmi e di realizzarlo.
L’ho fatto e sono sono arrivati i sigilli”. Così Angela Radano, con i
suoi tre figli ed il suo compagno è
“prigioniera” da tre giorni nella sua
abitazione. La storia accade a
Stella Cilento, piccolo centro al
centro del Parco Nazionale. Il sequestro dell’ unico percorso di accesso alla villetta dove abita
disposto dal Comune ed eseguito
dai carabinieri la costringe in casa.
“Sono prigioniera politica”, accusa.
“Non ho votato dove voleva l’ex
sindaco Lisi”. Ma il sindaco si
chiama Antonio Radano. “E’ un mio
parente, bravissima persona, lui
non c’entra. Lisi è il suo vice, ma
comanda lui”. Una vendetta politica
allora? “Non oso pensarlo. Però
ieri sera è venuto l’ex deputato
Brusco a portarmi la sua solida-
rietà. Anche lui ha dovuto scavalcare le catene. Gli ho raccontato
per filo e segno la mia storia. Mi ha
garantito che mi darà assistenza legale”. Alla signora Radano è vicino
tutto il paese. Di uscire dalla sua
casa non ne vuol sapere: «Commetterei un illecito - afferma - per
legge avrei avuto diritto ad un passaggio di un metro e mezzo, che
invece non esiste, quindi resto in
casa insieme ai miei tre bambini».
«Il mio compagno al momento del
sequestro dell’ingresso era al lavoro. Quando è tornato a casa ha
trovato l’ accesso sbarrato da una
catena. Lui entra, ma l’auto resta
fuori.». All’ origine dell’ ordinanza spiega il vicesindaco di Stella Cilento, Pietro Lisi - vi sarebbe la
realizzazione di un’ apertura non
autorizzata. «Quell’ accesso è pericoloso, perchè immette nel pieno
di una curva di una strada comunale. Era stato realizzato in coincidenza con alcuni lavori relativi alla
realizzazione della villa. Da allora nonostante le pressanti richieste
da parte del Comune - non è mai
stato richiuso. La decisione di chiuderlo, non c’entra la campagna
elettorale, l’ abbiamo presa dopo
mesi e mesi di attesa».
N°30 02 agosto 2008
Alburni
15
Ponte sul Calore posata la prima pietra
I tecnici: “entro un anno concluderemo i lavori”
Una popolazione costituita per la
maggior parte da anziani non vivrà
più nel terrore di non riuscire a raggiungere l’ospedale più vicino in
caso di emergenza, durante le stagioni invernali nessuna strada franerà
lasciando una comunità nell’isolamento totale, i cittadini non dovranno più impiegare ben trenta
minuti per raggiungere realtà più
grandi munite di edifici scolastici e
sanitari.
Tutto questo può sembrare scontato
e già reale per moltissimi paesi, purtroppo non è così per Mainardi ed
Aquara separate, da sempre, da Roccadaspide da un solo tratto del fiume
Calore su cui, da secoli, la popolazione sogna un ponte che colleghi facilmente con la cittadina.
Sembra però che finalmente, il sogno
di questa gente, stia per diventare realtà.
Si è tenuta, infatti, mercoledì trenta
luglio, proprio a Mainardi, la manifestazione per la posa della prima
pietra per la costruzione del famigerato Ponte sul Calore.
La cerimonia inaugurale, che ha
dato, ufficialmente, inizio ai lavori
ha visto la partecipazione di tutte le
autorità locali.
Tra i presenti, oltre al sindaco di
Aquara Franco Martino, anche
l’Onorevole Francesco Brusco che
ha ricordato, ai cittadini, quanto sia
stato importante il suo impegno affinché gli enti provinciali finanziassero la struttura.
A sua volta Martino non ha nascosto
la sua soddisfazione: “Ringrazio tutti
i presenti e ci tengo a dire che l’impegno dell’amministrazione comunale affinché il ponte di Mainardi
non rimanesse un sogno, è stato immenso. Non dimentico, però quanto
è stato fatto dalle precedenti amministrazioni e quanto si siano battuti i
precedenti consiglieri di questa terra,
come Luigi Pazzanese, che dal lontano 1988 propose questo progetto,
al fine di non far rimanere questa
splendida zona nell’isolamento”.
Più realista è stato invece il sindaco
di Roccadaspide Girolamo Auricchio: “la realizzazione di un ponte
sul fiume Calore ha una valenza straordinaria sia per i cittadini di Aquara
che per quelli di Roccadaspide; quest’ultimi potranno raggiungere facilmente questo luogo e godere delle
bellezze paesaggistiche che riserva,
a loro volta gli Aquaresi avranno, a
soli dieci minuti di distanza, l’ospedale e i vari enti pubblici del mio
paese. Pertanto quando mi hanno
chiesto di rendere disponibile parte
Torino del XXIII Congresso Mondiale di Architettura
“Transmitting Architettura”
Le tematiche del XXIII Congresso
Mondiale di Architettura 2008, hanno
affascinato le immense platee, seguendo gli oltre seicento interventi
per cinque giorni, in 13 auditorium in
contemporanea nel Lingotto trasformato da Renzo Piano. Torino ha lanciato la sua sfida, rivelandosi ancora
capitale per la sapienza di mostrarsi
negli abiti storici ai visitatori, e per la
cospicua capacità di trasformazione
verso il futuro, esibendo in questa
sede i progetti che modificheranno il
suo skiline urbanistico. Dunque una
Torino accogliente e dinamica sempre più centrale in Europa, che ha
mostrato il suo nuovo volto ai convegnisti con tanta socialità che ha imparato ad esprimersi in maniera
meno sabauda, proponendo iniziative
e mostre di rilevante spessore (come
la rassegna sul Designer nella Reggia
di Venaria). Il tema “Transmitting Architecture”, ha generato un ampio
dialogo a più livelli in cui molti relatori progettisti hanno trasmesso la
passione come educazione, volta a
preservare il valore dell’architettura
e come testimonianza culturale di
un’epoca. I tre temi che la UIA ha
tracciato: Cultura, Democrazia e
Speranza, sono stati il filo conduttore
di significative relazioni e memorabili
Lectio Magistralis, in un congresso
che ha visto un dialogo allargato fra
molteplici discipline e saperi diversi,
per meglio programmare l’habitat del
futuro. Lo stesso ministro Sandro
Bondi ha annunciato che entro luglio
sarà portato all’esame del Consiglio
dei Ministri il disegno di legge-quadro sulla qualità architettonica, con
più elevati standards. Questo può essere un rilancio delle grandi opere e
della qualità dell’architettura in Italia
che dovrà ricercare tempi decisionali
rapidissimi ed un sistema di appalti
più snelli per una più rapida operatività. Da questi nuovi parametri sicuramente scaturirà una diversa qualità
dell’architettura che avrà bisogno di
attitudini molto più forti, abbandonando le sperimentazioni di frontiera
per progettare i nuovi spazi del domani, con alla base una sostenibilità
(sociale, economica, ambientale) auspicando che trovi un giusto equilibrio sul tanto discusso tema
sull’altezza degli edifici.
Così il Lingotto si è dimostrato un
grande contenitore di idee a confronto, dove gli architetti di tutto il
mondo hanno dialogato per migliorare la qualità urbana, considerando i
limiti energetici e ambientali, indirizzati tutti verso l’utilizzo di tecnologie che prevedono l’impiego di
energia prodotta da fonti rinnovabili.
Mentre gli attesi relatori dell’architettura internazionale hanno dibatuto
i
grandi
temi
dell’urbanizzazione contemporanea,
esponendo idee e progetti, fra cui:
Kengo Kuma, Leopoldo Freyrie, Hani
Rashid, Aaron Betsky, Riccardo Cedrone, Massimiliano Fusksas, Stefano
Boeri, Benedetto Camerana, Pier
Paolo Maggiora, Italo Rota, Cino
Zucchi, Joseph Rykwert ed premio
per la pace 2006 Muhammad Yunus.
Dunque i rilevanti temi trattati
hanno potenziato questa “avvincente
forza del futuro”, denominata Architettura, che si è dimostrata ancora
una volta più appassionante dei suoi
protagonisti. Nei vasti padiglioni progetti a confronto, arditezza e sperimentazione nei progetti dell’Oriente,
tecnologia a conciliazione con la storicità dell’Occidente, vetrine di idee
luminescenti per conquistarsi lo spazio del futuro. Una “Speranza”
nuova, non solo quella dettata dal
Convegno si fa strada da sola al padiglione 3, con un progetto in rappresentanza della Campania, dove
l’architetto Riccardo Dalisi, docente
dell’Università di Napoli, ha allestito
con le sue opre pittoriche uno stand
fra i più visitati e discussi, come progetto anticipatore in controtendenza,
proponendo un’architettura fusa
nella natura, ricca di spunti umani che
sappia ripartire dalla storicità, rivolgendosi alla ricerca di una identità
auto rigenerante.
Giuseppe Ianni
del territorio di Roccadaspide per la
realizzazione dell’opera non ho potuto dire di no. Tuttavia sono titubante sui fondi a disposizione, spero,
però, che bastino a concludere il progetto” ha affermato Auricchio.
La soluzione, al problema posto da
Auricchio, però, è stata subito trovata. È stato chiesto, infatti, l’intervento di Luigi Scorziello, presidente
della Banca di Credito Cooperativo
di Aquara: “il territorio, in poco
tempo, potrà cambiare in meglio e
questo Ponte sarà fondamentale poiché resterà l’unico sbocco più breve
sul comune di Aquara, la Fondovalle,
in progettazione, infatti, non attraverserà l’area del fiume. Spero che
la BCC di Aquara e la cassa rurale di
Salerno riescano a contribuire, nei limiti del possibile, alla realizzazione
di quest’opera tanto desiderata dalla
gente”.
A garantire ai cittadini di seguire i lavori per l’edificazione del ponte fin
quando questo non venga, effettivamente, realizzato è stato anche l’assessore alla provincia di Salerno,
Carmine Cennamo.
I mainardesi, anche su quest’opera,
sono fiduciosi, è da anni che vivono
di promesse quindi per non disperarsi hanno imparato a crederci,
hanno applaudito all’intervento del
loro consigliere Pasquale Brenca che
si è rivelato molto ottimista “l’amministrazione comunale ha portato
avanti con tanta caparbietà questo
progetto ed ora siamo sicuri che quest’infrastruttura a breve diventerà
una realtà. Ci tengo a ringraziare i
cittadini che hanno creduto in noi affidandoci la gestione comunale e, in
particolare il sindaco, che è riuscito a
mantenere una promessa fatta al suo
popolo”.
Anche gli altri assessori comunali
come Luigi Mastrantuono e Sandro
Legato hanno espresso il loro entusiasmo riuscendo, persino, a trasmetterlo al popolo, tant’è che tutti i
presenti si sono dimostrati colmi di
esaltazione e hanno dichiarato di credere fino in fondo alla sua realizzazione.
Persino i tecnici del progetto quali
l’ingegnere Michele De Rosa e l’architetto Michele Galardo hanno garantito entro un anno la fine dei
lavori.
Così colmi di ottimismo ed entusiasmo, dopo la posa della prima pietra
, i cittadini hanno festeggiato l’apertura dei lavori con un notevole buffet
di prodotti tipici.
E dopo che tutti hanno parlato, ascoltato, mangiato e bevuto, a coloro
troppo curiosi per non essere ancora
increduli non resta che aspettare per
capire se il sogno diventerà davvero
realtà.
Ma in fondo dodici mesi pure passano…
Alessandra Pazzanese
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N°30 02 agosto 2008
PROGRAMMA
GIOVEDÌ 7 AGOSTO
ORE 19.30 INAUGURAZIONE DEL SALONE E SALUTO DELLE AUTORITA’: Sindaco di Roccadaspide,
Commissario PNCVD, pres. Comunità Montana, Onorevoli, Senatori e
Sottosegretari
ORE 20.00
RELAZIONI INTRODUTTIVE
Aspetti socio - economici e commerciali; Contributi e finanziamenti
nel settore
Relazionano: Corrado Martinangelo
ass. Provinciale all’ agricoltura; la
Tempa Franco Pres. Comunità
Montana, dott. Vezzallini, e il dott.
Veroli.
ORE 21.00
Spettacolo di musica popolare
ORE 24.00
Disco-music con DJ Alexander
e cornetti caldi con crema di castagna
VENERDÌ 8
ORE 20.00
CONVEGNO
Aspetti fito-sanitari e economicicommerciali, relazionano il presidente dell’ass. “Città del castagno”
dott. Romano Veroli e dott. Luigi
Vezzallini
ORE 20.30
Ballo liscio e latino con esibizione
della Mary Dance
ORE 21.00
Spettacolo musicale
SABATO 9
ORE 20.00
CONVEGNO
“La castagna nella dieta mediterranea: qualità organolettiche e
nutrizionali” relaziona la dott.ssa
Marisa Cammarano, biologa
nutrizionista. interventi dal pubblico.
“Sicurezza e prevenzione sulla raccolta e commercializzazione dei
funghi” relaziona dott. Giuseppe
Carratù - Micologo
“Effetti dannosi da funghi” relaziona dott. Arcangelo Saggese Tozzi
ASL/SA2
ORE 21.30
DEFILE’ di MODA 2008
ORE 22.30
MUSICA POPOLARE
ORE 24.00
Disco-music e cornetti caldi con
crema di castagna
DOMENICA 10
ORE 20.30
Presentazione squadra di calcio
A.S.D. Roccadaspide
ORE 21.00
Balli per tutti i gusti con artisti vari,
in compagnia di Mobilya e
Tammurriata Band
ORE 22.30
Saggio della Floppy Dance della
Maestra Floriana
ORE 24.00
Disco-music e cornetti caldi con
crema di castagna
L’associazione Demetra
L’ A s s o c i a z i o n e c u l t u r a l e
“Demetra” con sede legale
in Roccadaspide, tutela la
produzione e il commercio
di un prodotto della Campania, il Marrone di Roccadaspide.
Utilizza un marchio qualitativo e favorisce iniziative tese al recupero di
edifici storici.
Promuove attività socioculturali e l’integrazione
di persone svantaggiate
nei settori della cultura,
artigianato, enogastronomia, ambiente, sport e antiche tradizione popolari.
L’ a s s o c i a z i o n e c o n s i d e r a
il castagno una pianta
simbolo di civiltà e benessere, a tal punto da essere
chiamato
l’albero
del
pane.
La castagna occupa un
posto primario negli ali-
menti genuini, sono salutari, energetiche nonché
curative.
L’ a r e a d i p r o d u z i o n e d e l l e
castagne
comprende
la
provincia di Salerno, in
particolare gli Alburni, il
Calore e parte del Cilento
e coincide inoltre con il
territorio del Parco Nazion a l e d e l C i l e n t o e Va l l o
del Diano.
LUNEDÌ 11
CACCIA ALLE STELLE IN UNA
SERA DI MEZZA ESTATE
Direttamente dal Programma TV
“AMICI” di Maria De Filippi
“ANTONINO”
ORE 21.30
Musica e Balli per tutti con il
gruppo “Gli Angeli del Folk”
ORE 23.00
ESTRAZIONE LOTTERIA
Durante le serate sarà possibile degustare pietanze e dolci a base di castagne. Ingresso al Salone gratuito.
Agosto 2008
Comitato Pro De Masi
Un blog per sostenere il reintegro del
Professore
Dopo le dimissioni di Domenico
De Masi dalla presidenza del Parco
del Cilento su richiesta del Ministro dell’Ambiente sono nate molte
reazioni di solidarietà. Mentre gli
operatori turistici di Costa del Cilento minacciano una serrata se De
Masi non sarà reintegrato, e dopo
la manifestazione di solidarietà dei
dipendenti del Parco apparsa sul
portale italiano dei parchi
(www.parks.it) anche un comitato
è sorto per il reintegro del sociologo romano a capo del Parco.
Il comitato ha aperto un blog
(http://prodemasi.myblog.it) che
raccoglie le manifestazioni di solidarietà di associazioni ambientaliste, società civile e tutti coloro che
hanno apprezzato l’operato dell’expresidente, nome di prestigio anche
a capo del Festival di Ravello.
Obiettivo, raccogliere tutte le manifestazioni di solideratietà a sostegno di una richiesta formale al
Ministro dell’Ambiente di riconsiderare le dimissioni.
Il blog nei suoi primi nove giorni di
vita registra oltre 120 commenti,
molti dei quali firmati da personalità politiche locali. In molti sostengono il coraggio dei primi mesi
di presidenza del professore romano, i suoi modi ‘rivoluzionari’,
l’ampio coinvolgimento delle diverse parti sociali negli incontri del
Parco degli ultimi sei mesi. Tra i
nomi di spicco a firmare i propri
commenti il presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani “Il
contributo del professor De Masi e
la sua competenza sono stati straordinari”. Ma anche il comico Enrico Bertolino che sottolinea:
“Sotto l’aspetto dell’integrità e
l’etica [..] l’amico Mimmo De
Masi può essere considerato assolutamente idoneo e compatibile con
qualsiasi incarico”, segue il professor Achille Bonito Oliva e diversi
sindaci. Tra questi, i sindaci di Prignano Cilento, di Corleto Monforte, e il primo cittadino di
Castellabate Constabile Maurano,
di centro-destra, che lascia il suo
commento di supporto scrivendo
“Il prof. De Masi ha dato prova di
una impostazione di gestione svincolata dagli apparati e tale da porre
concrete basi per un rilancio del
territorio”.
Marco Valente
Il Valcalore
tre
Cervati, ennesima delusione per il rifugio chiuso
Intanto il comune di Sanza ha sistemato il sentiero che porta in vetta
Un altro anno è passato. Sul Cervati
alcune novità e una conferma! Le
novità riguardano il sentiero sistemato e “cartellonato” da parte del
comune di Sanza che ha provveduto
alla realizzazione di un progetto che
favorisce l’accesso alla montagna da
parte di turisti ed escursionisti. Perfino le baite realizzate in cima, a ridosso della chiesa e della grotta della
Madonna della Neve, sono ora a disposizione di chi vuole fermarsi la
notte in quota.
Si vocifera che per il 4 agosto anche
il tratturo della Festola sarà ripristinato all’uso di chi possiede fuoristrada o trattori per consentire
l’arrivo in cima a chi vuole fare il
pellegrinaggio in onore della Madonna della grotta.
I margini della grande chiaria delle
Chianodde sono già occupati da
tende poste in opera dai giovani che
annualmente vanno a “svezzarsi” all’ombra del lato Nord del Cervati.
E proprio qui, a quota 1670 metri
che troviamo l’immancabile conferma: il rifugio ancora, inesorabilmente chiuso!
Eppure è già stato inaugurato più di
una volta con immancabili foto di
politici, sindaci e assessori. Indimenticabile quella con Marco Di
Lello che promise di portare a camminare nelle faggete il governatore
Antonio Bassolino.
Come sono state ampiamente impresse sulla carta stampata anche le
promesse dei politici locali che, a parole, non hanno mai negato impegno
e determinazione.
La stessa associazione che avrebbe
(il condizionale è d’obbligo) preso in
gestione la struttura oggi è costretta
ad arretrare di fronte a problemi burocratici posti in essere dall’amministrazione.
La sostanza è sempre la stessa: non è
verosimile che uno schieramento
così variegato di volontà a fare una
cosa, non riesca nemmeno a spostare
di un millimetro la situazione di partenza.
Infatti, il rifugio è inesorabilmente
chiuso e indisponibile per chi cammina in montagna. Ai tempi della
sua realizzazione lo scopo principale
era quello di offrire riparo ai pastori
ed
ai
taglialegna che frequentavano gli alti
pascoli e la faggeta.
Oggi il suo ruolo,
come è avvenuto
in altri centinaia di
casi, dalle Alpi
agli Appennini,
sono usati per dare
un punto di riferimento e di appoggio a quanti si
muovono in montagna per diletto e
per passione.
Insomma, anche la trentennale questione dell’aeroporto di Pontecagnano ha trovato soluzione, perfino
l’autostrada Sa-Rc vede la fine del
tunnel. Confidiamo che col tempo
anche chi si sposta tra le Gravocciole
e il Piano degli Zingari possa avere
l’opportunità di potersi “rifugiare”
nella struttura costruita e ristrutturato
per quello scopo.
velina
Il 2° Salone della Castagna alla Frescura del Principe a Roccadaspide
Caiazzo: “Festa, convegni, affari e un pizzico di solidarietà”
Antonella Caiazzo è la presidente
dell’associazione “Demetra”. È una
donna attiva, cortese, capace di comunicare con proprietà di linguaggio
e ha chiari gli obiettivi da raggiungere. Crede fortemente nella necessità di fare sistema e di operare
sinergicamente con l’intero mondo
associativo al fine di creare un sub
strato culturale su cui fondare il rilancio del territorio sia sotto il profilo economico che sociale. La
politica traccia confini e linee difficilmente valicabili, ecco perché ha dato
vita, con un gruppo di amici, all’associazione Demetra. Infatti, l’associazionismo smussa gli angoli, facilità
l’ingresso nel gruppo di soggetti
poco inclini a farsi “definire”, aiuta i
giovani a fare pratica associativa
senza grosse responsabilità. Insomma, è un apprendistato culturale
che fa bene anche alla politica.
“L’Associazione culturale Demetraspiega la presidente- è nata il 19
marzo 2007 da 9 soci fondatori. A
questi si sono aggiunti 50 soci ordinari. Nel 2008 vi è stato un incremento nelle iscrizioni: oggi siamo più
di cento. I soci provengono da più
parti della provincia e sono animati
dagli stessi scopi associativi: valorizzare i prodotti tipici, in particolar
modo il Marrone di Roccadaspide.”
Che rapporti ha con la politica l’associazione?
L’Associazione Demetra è apolitica.
Io faccio politica ma so tenere separati i ruoli.
Il Salone della Castagna può
considerasi un’altra sagra?
Il Salone della Castagna e Prodotti certificati assume un aspetto diverso rispetto alle tante “feste o sagre” che
si svolgono tutti gli anni nelle varie
località produttrici di castagne. Si
tratta di una manifestazione congressuale pluritematica che ha come
compito importante quello di ampliare il mondo e il modo di conoscere e riconoscere tale prodotto.
Nella prima edizione del Salone della Castagna avete già
raggiunto parte di questi
obiettivi?
Sono stati messi in contatto gli operatori del settore a livello Regionale
e Nazionale con quelli internazionali.
La castagna è un prodotto di ottima
qualità, molto apprezzato, ma ricordato solo in un breve periodo dell’anno. Il Ministero delle Politiche
Agricole, con l’allora ministro Gianni
Alemanno, ha riconosciuto al Marrone di Roccadaspide il marchio IGP.
La scorsa edizione ha registrato
oltre 5000 presenze e sono stati sottoscritti 1000 contratti per la campagna dell’autunno 2007.
Il 2° Salone della Castagna è
alle porte. Quali sono le novità?
L’edizione 2008 del salone è dedicata, oltre alla castagna, ai prodotti
Doc, Dop, Igt e Igp. Nei giorni
7/8/9/10/11 agosto nei castagneti di
Roccadaspide presso la “Frescura del
Principe”. La manifestazione si svolgerà con il patrocinio del Ministero
dell’Ambiente, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Ministero
delle politiche Giovanili, Regione
Campania, Provincia di Salerno, Assessorato all’Agricoltura, Camera di
Commercio di Salerno, Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano,
Comunità Montana “Calore Salernitano”.
Molto importanti i temi dei convegni che tratteranno degli aspetti
socio-economici, fitosanitari ed economici, oltre che dei finanziamenti
nel settore agro-alimentare.
Quali istituzioni e quali ospiti
hanno dato la loro adesione?
Corrado Martinangelo, assessore
provinciale all’agricoltura, Girolamo
Auricchio, sindaco di Roccadaspide,
il commissario del parco Cilento e
Diano, Franco Latempa, presidente
della Comunità Montana Calore Salernitano, la Coop.Valcalore, la Coop
il Marrone, le Associazioni Dieta mediterranea, Città del castagno e
Orizzonte onlus.
Orizzonte Onlus è un’associazione che si occupa di disabili. Come mai è coinvolta
nella manifestazione?
Nell’ambito della manifestazione abbiamo preso un’iniziativa dal nome
“La castagna per la solidarietà”.
Parte del ricavato delle serate di
festa verrà devoluto all’Associazione
Orizzonte Onlus, per la realizzazione di un centro residenziale per
i diversamente abili che sarà costruito probabilmente a confine tra
Capaccio e Agropoli.
Tania Lombardo
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N°30 02 agosto 2008
N°30 02 agosto 2008
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Diano
Teggiano, Campagna di sensibilizzazione
“Se stasera guido io bevo analcolico”
È partita lo scorso 25 luglio e proseguirà per tutta l’estate nel territorio
del Vallo di Diano, la campagna di
sensibilizzazione al guidatore scelto
denominata “Se stasera guido io
bevo analcolico”, curata dalla cooperativa sociale Iskra di Sala Consilina, in collaborazione con il Ser.T di
Sant’Arsenio, nell’ambito del progetto Equipe lavoro di strada del Comune di Teggiano e dei progetti del
Piano Sociale di Zona Ambito S4,
nel quale rientrano il Centro giovanile KSK di Sala Consilina, Sportello Donna di San Pietro al Tanagro,
Equipe lavoro di strada Liberamente
di Polla e il Centro Sportello giovani
Sarabanda di Sassano. Giunta alla
sua quarta edizione, la campagna di
sensibilizzazione “Se stasera guido
io bevo analcolico” vedrà impegnati
sul campo gli operatori della Cooperativa Sociale Iskra che interverranno tra i giovani del Vallo di Diano
nel corso di diversi momenti di animazione che prevedono l’utilizzo
dell’etilometro. In questo modo gli
operatori cercheranno di diffondere
e promuovere tra i ragazzi, l’idea del
guidatore scelto, ovvero della persona sobria che accompagna i propri
amici a casa nelle uscite serali.
La campagna coinvolge anche gli
esercenti dei locali che hanno aderito
all’iniziativa e gli organizzatori delle
manifestazioni inserite nel programma di interventi. Gli esercenti
dei locali partecipano all’iniziativa
organizzando una serata musicale e
inventando un cocktail analcolico al
costo di un euro per il guidatore
scelto che avrà anche in regalo una
maglietta con il logo della manifestazione e dei locali. Dopo la prima
tappa di Sala Consilina, dunque, la
campagna proseguirà per tutta
l’estate toccando diversi comuni del
comprensorio: Atena Lucana, Montesano Scalo, San Pietro al Tanagro,
Sassano, Padula, e Teggiano. Le manifestazioni che hanno aderito sono
invece Voci dal Sud, in programma
a Sant’Arsenio il 23 e 24 agosto, e
Negro di Pertosa dal 28 al 31 agosto.
SALA CONSILINA – GENNARO
CAMPITELLI, RESPONSABILE
DELLA CGIL VALLO DEL
DIANO, ANTICIPA LE PROPOSTE DELLA PRIMA EDIZIONE
DELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA
“FILM-LAVOROIMMIGRAZIONE”
La città di Sala Consilina si prepara
ad accogliere la prima edizione della
rassegna cinematografica “Film-Lavoro-Immigrazione”, in programma
nella prima settimana di ottobre, promossa dalla Cgil del Vallo di Diano,
in collaborazione con il Piano Sociale di Zona S4, l’Arci e il comune
di Sala Consilina. “Abbiamo voluto
promuovere questa iniziativa –
spiega Gennaro Campitelli, responsabile della Cgil di Sala Consilina e
del Vallo di Diano – perché pensiamo che il cinema sia uno dei me-
Chi cerca...
trova
dium più immediati ed efficaci per
far conoscere nelle scuole oltre a
problematiche come la precarietà, il
lavoro nero, la sicurezza nei cantieri
e nelle fabbriche anche le trasformazioni sociali e culturali che comportano i nuovi processi migratori e
certe storiche battaglie di civiltà del
movimento operaio”.
La rassegna infatti coinvolgerà le
scuole secondarie del Comprensorio
e sarà l’occasione per affrontare il
tema del lavoro e dell’immigrazione
in quanto emancipazione, disagio sociale, problematicità, conflitto di
classe, aggregazione sociale, confronto di valori e tradizioni.
Numerosi i lungometraggi e cortometraggi che saranno proposti nel
cartellone della prima edizione di
“Film-Lavoro-Immigrazione”: tra
gli altri titoli “Placido Rizzotto”, del
2000, di Pasquale Scimeca che racconta come e perché il 10 marzo del
1948 il segretario della Camera del
lavoro Corleone scompare e viene
assassinato, e il capolavoro di Elio
Petri “La classe operaia va in Paradiso”, pellicola del 1971, vincitore
del Grand Prix per il miglior film al
Festival di Cannes del 1972, con un
memorabile Gian Maria Volonté nei
panni di un operaio di una fabbrica
del milanese che da stacanovista del
lavoro a cottimo, passa a contestatore. Con la pellicola di Petri è la
prima volta che il cinema italiano
entra in una fabbrica analizzandone
il sistema e il rapporto tra macchina
e uomo.
La direzione artistica della rassegna
è affidata al cinecronista
Mimmo Mastrangelo
“ESTATE
SASSANESE
2008”
8-9- ago Sagra degli Antichi Sapori
Spettacolo pirotecnico
Silla
Villa comunale
15-16-17 ago
Spettacolo musicale
Festa di San Rocco
Loc. San Rocco
19 ago
“I giovani e lo sport”
Silla Villa comunale
22-ago
Concerto di Anna Tatangelo
Festa del Cuore Immacolato
Varco Notar Ercole
27- ago Cinema sotto le stelle
“La moglie bellissima” di L. Pieraccioni Centro storico
Piazza Umberto I
28-ago “La Grande Musica”
Concerto Orchestra Filarmonica a
Fiati di Noicattaro con programma
lirico sinfonico Centro storico
Piazza Umberto I
29-ago Concerto dei Collage
Festa di San Giovanni
Centro storico Piazza Umberto I
30-31ago
1-set
“Settembre al Borgo”
Sagra e spettacoli Centro storico
Piazza Umberto I
21-set
Festival delle ciaramelle e strumenti
della cultura popolare del Vallo di
Diano Festa del SS. Crocifisso
Centro storico Piazza Umberto I
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Laureata in lettere impartisce lezioni, scuole elementari, medie, università. 347 6413913
20
N°30 02 agosto2008
N°30 02 agosto 2008
“Luglio mi ha fatto una promessa”
La Certosa di San Lorenzo
contesa tra cultura e politica
Nel mese di luglio si concentrano
tre attività imprescindibili dell’individuo moderno: la visione del Tour
de France, l’organizzazione delle
ferie agostane e la redazione di petizioni. In occasione del premio giornalistico “Lamberti Sorrentino”, i
cronisti di guerra presenti a Sala
Consilina hanno sollecitato interventi di rimozione (recentemente
eseguiti) di opere d’arte immorali
all’interno della Certosa di San Lorenzo a Padula. Al di là dello stridore determinato dall’accostamento
di motivi profani alla dimensione
del sacro, la cultura della convulsa
contemporaneità richiede l’adesione
ad una linea di pensiero che ne suggerisca una corretta interpretazione.
La triennale “Le opere e i giorni” ha
saputo egregiamente affrontare questa distorsione del presente, in
quanto, come afferma Achille Bonito Oliva, “l’arte deve saper suscitare sorpresa” nel visitatore di una
mostra.
Tornando al punto di partenza, non
comprendo le ragioni di questo documento. Esso parte dall’accusa di
violazione della spiritualità certosina.
E che dire, allora, delle trasmissioni
televisive (di spettacolo leggero)
realizzate nei locali del complesso
architettonico in disparate circostanze? Cosa dire della messe di
convegni per nulla riconducibili alla
rievocazione storica, religiosa, culturale ed etnografica del monumento? E ancora:vogliamo parlare
della perigliosa situazione dei dipendenti della chartreuse, da un
anno e mezzo chiusa al martedì per
carenza di personale? Forse che non
si può parlare, in questi casi, di violazione della ieraticità, della purezza
certosina?
Il nostro provincialismo mi lascia
sgomento: se anche la cultura assurge a terreno di conquista ideologica (prima ancora che politica),
sarà impensabile dare spessore e solidità ai nostri eventi, alle nostre
proposte intellettuali. Queste prese
di posizione non sono suffragate da
un’attenzione completa ai temi che
concernono la qualità del turismo, a
partire dalla progettazione di un impianto inedito dell’offerta ricettiva,
che investa sull’intero anno solare,
piuttosto che sul solo periodo
estivo. Avere a cuore la Certosa di
San Lorenzo significa motivarne
concretamente i propositi di rinnovamento, sui quali, a breve, sarà obbligatorio discutere. Attaccare in
superficie le mostre che vengono organizzate nei suoi spazi, sulla base
di un manicheismo strumentale,
ostacola l’emancipazione culturale
del territorio.
Carmine Marino
Domenico Zirpoli
espone ad Auletta
Dal 5 al 20 agosto, lo Jesus di Auletta ospiterà la mostra di pittura di
Domenico Zirpoli. Domenico Zirpoli, originario di Pertosa ha una
formazione tutta artistica: autodidatta; scuola libera del nudo sotto
direzione L. Zarotti dell’Acc. Belle
Arti, Venezia. Tra i premi e concorsi
cui ha partecipato ed esiti conseguiti: - 3° e 4° Concorso Int. Pittura
Baldassare Longhena; - 1980 e
1981: Premio Int. Città di Mestre;
1983: Mostra di Pittura Contemporanea “Santhia”; Premio Naz.
“Gaudenzio Ferrari”, (premio Presid. della Repubblica); 1984: Premio Interregionale Pittura Scultura
e Grafica, Scorzè (VE); - 1984 e
1985: Premio Naz. d’Arte Zelarino;
XXXIII Fiera del quadro Galleria S.
Vidal Venezia; - 1986: Premio Internaz. Arte Sacra Mater Cristi (Il
premio); Comune di Venezia Ass.
alla ,Cultura Fond. Bevilacqua La
Masa, “ un quadro per il Malì”, Mestre. Mentre tra le mostre personali
vanno annoverate: Galleria “La
Roggia”, Treviso; Collettive: Milano - Roma - Firenze - Pescara Salerno - Napoli; In occasione della
mostra internazionale” Ruga
Giuffa” del 1998 premiato con il
“Leone D’oro” del Comune di Venezia il Sindaco Cacciari Io definiva: un campano inseritosi
lodevolmente nel contesto artistico
veneto premiato in Italia, Europa e
oltre oceano il che fa onore a noi
veneti e alla terra che gli diede i natali Le incisioni di Domenico Zirpoli tra pensiero e sentimento. Nelle
incisioni di Domenico Zirpoli si avverte subito che ogni soggetto è so-
Padula, il Torneo Semilampo di Scacchi Play-off
Memorial Bruno Marsicovetere
Padula, agosto 2008. Il Circolo Sociale
Carlo Alberto – 1886 organizza un
evento speciale per il prossimo 24
agosto, il I Torneo Semilampo di Scacchi con Play-Off, dedicato alla memoria di Bruno Marsicovetere, valido
per le variazioni Elio-Rapid. Sarà presente a Padula il campione nazionale
del 2007, i rappresentanti delle istituzioni locali e della Federazione Nazionale Gioco Scacchi.
L’evento avrà luogo in Piazza Umberto I, dove tutti i partecipanti si riuniranno alle ore 9:00. il sorteggio è
previsto per le ore 10:00 e le competizioni inizieranno alle ore 10:30.
Dopo la pausa pranzo alle ore 15:00
si riprenderanno i giochi presso la
sede del Circolo Carlo Alberto –
1886. In sede vi sarà la fase conclusiva del torneo e la premiazione. Il
Presidente del Circolo Carlo Albero
1886, Felice Tierno, esprime il suo
entusiasmo riguardo a questa prima
edizione del torneo di scacchi di Padula. “Questo torneo nasce proprio
dall’idea finalizzata al ricordo di questo giovane scomparso lo scorso
mese di agosto. Il torneo di scacchi è
stato scelto appunto perché Bruno
Marsicovetere amava molto gli scacchi. Il torneo era nato come una manifestazione di carattere locale e con
grande piacere abbiamo visto che
l’idea è piaciuta ai vertici della Federazione Nazionale ed Internazionale
di Scacchi. Abbiamo
avuto dalla Federazione
dei suggerimenti nel costruire e realizzare questo evento del prossimo 24 agosto.
Questa data del 24 agosto a Padula è
stata inserita nel calendario nazionale
della Federazione Nazionale. Il torneo di Padula è valido a tutti gli effetti
come punteggio per tutti i tesserati
e non come una semplice manifestazione. Ciò ci rende molto orgogliosi.
Vogliamo così, rendere questo torneo un appuntamento fisso nel corso
degli anni”. L’obiettivo di questa manifestazione in primis è il ricordo di
Bruno Marsicovetere, un altro obiettivo importante è quello di valorizzare Padula e le sue ricchezze
artistiche, culturali e storiche. I concorrenti che desiderano pernottare a
Padula avranno una convenzione spe-
21
Diano
ciale realizzata appunto per il 24 agosto prossimo. Prenderanno parte a
questa iniziativa promozionale l’Hotel Villa Consilinum, gli agriturismi Il
Castagneto e Alvaneta, il Grand Hotel
Certosa; il ristorante Lo Scrigno e la
Taverna il Lupo; il ristorante La Locanda dei
Trecentoe il
ristorante
Da Angiulino, il Picchio Nero
ed altri ancora. Il torn
e
o
semilampo
di scacchi
play-off ha avuto il patrocinio del Comune della Città di Padula, del MPR
BCC Monte Bruno di Roscigno e di
Laurino e dell’ICA s.r.l. Imprese Costruzioni Associate. Si ha anche la collaborazione dell’Associazione Amici
del Presepio di Padula, il Coordinamento Ambientale della Comunità
Montana del Vallo di Diano, l’Associazione Culturale Il Pensatoio ed altre
ancora. Le iscrizioni sono aperte fino
a giorno 23 agosto 2008, per informazioni riguardanti al torneo si possono contattare i seguenti numeri
telefonici: 0975 778588 oppure 347
6786189
Patricia Luongo
prattutto un pretesto per esprimere
il suo trasognato senso della vita, l’
immedesimarsi nelle cose e la capacità di trasmettere le proprie sensazioni da cui spesso emana un
vago senso di malinconia che, in
fondo, evidenzia la sua sensibilità e
il suo stile. La indiscussa maturità,
l’equilibrio compositivo e la continua ricerca qualitativa all’interno di
realtà in perenne evoluzione giustificano le sue scelte figurative ispirate a temi di ampio interesse quali
il paesaggio e la figura umana. La
sua arte è essenzialmente emozionale poiché, per un irrefrenabile bisogno interiore, scava nel profondo
tutto quanto colpisce la sua immaginazione traducendo le proprie impressioni e i significati attraverso i
virtuosismi del segno che creano
sfumature, valori tonali e suggestivi
effetti plastici i cui ritmi esecutivi si
pongono come espressione sofferta
tra pensiero e sentimento confluiti
da una sorta di contemplazione elegiaca. Zirpoli incide le sue opere su
lastre di zinco rame proponendo un
discorso quasi bidimensionale che
talvolta pare travalichi i valori intrinseci per esaltare il messaggio
che proviene dalle significative visioni veneziane, da cui deriva un
senso di pace, oltre che da assolati
paesaggi campestri o quiete visioni
fluviali ma soprattutto dalla drammatica potenza espressiva della tecnica esecutiva.
Antonella Citro
Montesano sulla Marcellana
ricorda Filippo Gagliardi
Ciclo di eventi organizzati a Montesano sulla Marcellana l’ 11 ed il 12
Agosto in occasione del 40° anno
dalla morte di Filippo Gagliardi, Madrina Barbara Chiappini.
Come ricordato anche dai due giornalisti Stella e Rizzo nel loro libro “
LA DERIVA “, Filippo Gagliardi è
stato un esempio di personaggio
positivo e da imitare tra i poveri
emigranti del sud Italia. Filippo
nasce a Montesano in una famiglia
molto povera, parte giovanissimo
per il Venezuela in cerca di fortuna…e la trova, fino ad arricchirsi
a dismisura. Ma il Gagliardi si è distinto per essere stato un grande
benefattore.
Negli anni cinquanta e sessanta usò
il suo ingente patrimonio per alleviare le problematiche della sua
terra d’origine e non solo: progettò
e regalò acquedotti, scuole in Italia
e in America del Sud, cattedrali
post-moderne e caserme ai Carabinieri.
“Dove c’era bisogno di aiuto ...c’era
Don Felipe”.
Ebbe le chiavi della città di Philadelphia e fu insignito della Stella d’ Italia al valore civile.
Morì giovane nel 1967 ed è seppellito nella Cappella di famiglia a Montesano Sulla Marcellana, ai confini
della Basilicata nell’ultimo paese
della provincia di Salerno.
Il Premio farà da apripista alla prossima costituzione della Fondazione
Filippo Gagliardi che avrà le duplici
finalità della gestione del patrimonio
storico e culturale lasciato dal Gagliardi e della realizzazione di una
serie di attività e di eventi collegati
alla figura di questa illustre persona
in qualità di benefattore ma anche
di emigrante.
In Farmacia
Cerotti per il
cuore e
rischio di
ustioni
I cerotti medicati sono speciali formulazioni farmaceutiche in grado di
liberare il farmaco nell’organismo in
quantità e velocità controllata. In
commercio esistono numerose
forme farmaceutiche dalle quali il rilascio può essere ritardato, o mediante le quali la velocità e la durata
della liberazione del principio attivo
possono essere programmate. L’impiego di tali formulazioni consente
di controllare il livello ematico del
farmaco, diminuire il numero di
somministrazioni giornaliere, evitare
fenomeni di sotto- o sovra- dosaggio e minimizzare gli effetti collaterali indesiderati. Con un’unica
somministrazione é possibile mantenere costanti le concentrazioni
plasmatiche per un periodo prolungato di tempo. Tutto questo aumenta il rispetto del regime
terapeutico da parte del paziente
perché la diminuzione del numero
di somministrazioni permette di ridurre, anche, il rischio di dimenticanze. Ogni cerotto è composto da
diversi strati con funzioni specifiche,
uno resistente all’acqua, un altro
strato contiene la sostanza attiva, un
altro ancora ne regola il rilascio e infine uno strato che aderisce alla
cute.
Non molti sanno però che c’è rischio di ustioni con i cerotti transdermici che contengono uno
strato di alluminio, specialmente
quando il paziente è sottoposto a
uno shock elettrico (defibrillazione)
oppure ad un intenso campo magnetico. Pertanto, devono essere
prese delle precauzioni durante la
terapia con il defibrillatore quando
viene eseguita una risonanza magnetica (RM).
Nonostante sia noto che i pazienti
con dispositivi metallici impiantati
non possono sottoporsi a RM perché le onde radiomagnetiche prodotte possono indurre una corrente
elettrica capace di riscaldare il dispositivo metallico impiantato, non
è altrettanto noto che l’alluminio
presente in alcuni cerotti agisce
come un conduttore elettrico, riscaldandosi.
Alcuni articoli pubblicati negli USA
indicano l’insorgenza di ustioni di
secondo grado in pazienti che indossavano cerotti contenenti alluminio durante la RM.Ad esempio, un
sistema transdermico contenente
nitroglicerina e alluminio ha causato
una scottatura in un paziente che si
sottoponeva ad una RM. Altri avvenimenti riguardavano pazienti che
utilizzavano cerotti alla nicotina e
che si erano sottoposti anch’essi alla
RM provocandosi un’ustione. Non
sono molti i cerotti che contengono
alluminio ad esempio abbiamo:Adesipress TTS1 e TTS2, Betesil cer medicati, Catapresan TTS1 e TTS2,
Niquitin cer transd,Mediplaster cer
transd, Neupro. La presenza di uno
strato di alluminio spesso non è
chiaramente indicata nell’etichetta,
ma di solito può essere rilevata
semplicemente esaminando la superficie adesiva: se è lucido e riflette
la luce, il cerotto contiene uno
strato di alluminio. Se non si è sicuri
che il cerotto transdermico non
contenga materiale conduttore, è
meglio rimuoverlo prima della risonanza magnetica e, se le circostanze
lo consentono, prima di una defibrillazione esterna.
Alberto Di Muria
[email protected]
Cultura
22
N°30 02 agosto 2008
Sessa Cilento Ecomuseo Wireless
VI edizione
L’obiettivo superamento del digital divide
Sessa Cilento entra nel Parco
Progetti Regionali con la “Telematizzazione dei Centri Storici”,
progetto strettamente commesso
all’ Ecomuseo wireless che raccorda un progressivo ma interessante progetto di valorizzazione
del proprio patrimonio culturale
e ambientale, dalla Pinacoteca
Comunale dedicata al Paesaggio, al Centro Recupero Rapaci,
dalla via dei Mulini, alle significative attività delle Confraternite,
dalla
valorizzazione
dell’ampio e interessante complesso di Santa Maria degli Eremiti a San Mango.
Ai progetti del programma
PRUSST della Provincia di Salerno, ma soprattutto alla volontà e impegno per assegnare
al Palazzo Coppola di Valle Cilento di proprietà della Provincia di Salerno la destinazione ad
ECOMUSEO del Parco.
Obiettivo del progetto è il superamento del cosiddetto digitale
divide attraverso la realizzazione di una infrastruttura di
rete Internet a banda larga distribuita capillarmente sul territorio del Comune che sia in
grado di garantire connettività
ad alta velocità (da 11 a 54
Mbit al secondo) permettendo
l’implementazione di una serie
di servizi telematici volti a migliorare servizi ai cittadini e
alle imprese oltre alla fruibilità
e la valorizzazione turistica del
territorio, in particolare:
a) l’erogazione di servizi ai cittadini o le imprese, che siano in
grado di costituire una comunita’ locale virtuale aperta, via
rete, con il resto del mondo.
Da tali presupposti, il progetto
si pone l’obiettivo di costituire
un’aggregazione di servizi di innovativi – che elevi il livello
tecnologico e faciliti il processo
di fruizione degli stessi servizi –
contribuendo allo sviluppo del
contesto territoriale
di riferimento, attraverso il raggiungimento di precisi
obiettivi, correlati
ad altrettanti benefici attesi:
- facilitazione del
processo di fruizione di servizi da
parte delle comunita’ locali;
reingegnerizzazione e riorganizzazione dei processi
interni, accelerando
la modernizzazione
e la digitalizzazione
della pubblica amministrazione;
-creazione di economie di scala, dovute
al miglior utilizzo
di risorse sia umane
che tecnologiche, ottenute mediante l’utilizzo di un’unica
piattaforma comune;
- maggiore partecipazione del
cittadino e/o impresa alle attivita’ dell’amministrazione.
b) Tale rete punta inoltre alla valorizzazione territoriale attraverso la riproduzione su idonee
periferiche di rete interna ed
esterna della qualità territoriale
espressa dai patrimoni naturali e
culturali in via di restauro e valorizzazione e di quelli ancora
da valorizzare.
c) Sviluppare una rete VoiP e
Video - Audio Guide intelligenti
( moderni palmari dotati di
un’antenna (RfId) di ultima generazione) in grado di sviluppare una rete di comunicazione
autonoma e assistenza al cittadino e al turista circa gli itinerari e i punti di interesse
territoriale.
Il progetto finanziato nell’ambito del Parco Progetti apre ad
una innovazione unica e lungimirante in un territorio pregno
di storia e cultura ma anche rappresentativo di scelte sostenibili
e orientate alle future generazioni.
E da qui il Comune intende ripartire per dare un indirizzo sostanziale
al
progetto
dell’Ecomuseo che sarà presentato in un apposito incontro pubblico nel mese di settembre.
Particolarmente soddisfatto il
Sindaco di Sessa che ha avuto
modo di sottolineare la capacità
dell’Amministrazione di uno
sguardo strategico grazie anche
al competente contributo dell’Arch. Domenico Nicoletti che
cura il Piano Strategico e Strutturale del Comune in una visione territoriale innovativa e
capace di coniugare l’innovazione e la sostenibilità.
Fra. Sca.
“Ottati nell’arte” 2^ edizione”
Regolamento e modalità di par tecipazione
Il Comune di Ottati e l’accademia internazionale “Tullio
Grassi” di arte, lettere,
scienze e problematiche sociali con il patrocinio
della regione Campania
della provincia di Salerno
dell’E.P.T. di Salerno
dell’Associazione Italiana dei
Paesi Dipinti
indicono la 2^ edizione del premio
internazionale
di pittura, narrativa e poesia
“Ottati nell’Arte”
REGOLAMENTO
Il concorso, che non ha scopo di
lucro, intende promuovere l’arte e la
cultura nelle sue esplicitazioni più
genuine e motivate.
Disposizioni:
SEZIONE PITTURA
I partecipanti devono inviare n. 2
foto di due opere di pittura eseguite
con qualsiasi tecnica e a tema libero.
Prima della premiazione, gli artisti
vincitori, che saranno avvertiti con
congruo anticipo, dovranno far pervenire all’organizzazione le opere
originali premiate che saranno in
esposizione nel giorno della cerimonia di premiazione.
SEZIONE NARRATIVA
Gli autori dovranno far pervenire n.
1 racconto inedito non superiore a 7
cartelle dattiloscritte in 5 copie di
cui una sola firmata con indirizzo e
breve curriculum dell’autore.
SEZIONE POESIA
Poesia in lingua
Poesia in vernacolo
Le poesie in lingue straniere do-
vranno
essere
corredate da traduzione in lingua
italiana.
Ogni
autore
dovrà far pervenire agli organizzatori 2 poesie in
5 copie, non superiore a 30 versi di
cui
una sola
opera dovrà essere firmata con indirizzo e breve curriculum dell’autore.
Le opere devono pervenire agli organizzatori entro e non oltre il 16
agosto 2008 al seguente indirizzo:
2° premio internazionale
“Ottati nell’Arte”
Comune di Ottati via XXIV
Maggio n. 53
84020 Ottati (SA)
farà fede la data di spedizione postale.
A parziale copertura delle spese organizzative e previsto un contributo
di € 10,00 esso dovrà pervenire con
versamento sul cc. postale n.
18982843 intestato al Comune di
Ottati. La giuria, qualificata, i cui giudizi sono insindacabili ed inappellabili, verrà resa nota al momento
della premiazione. Sono previsti
premi in denaro e in coppe, targhe e
medaglie anche istituzionali. Oltre al
1° al 2° e al 3° premio la giuria si riserva la facoltà di attribuire, motivandoli, altri riconoscimenti.
Il concorso è aperto ad autori che al
momento della partecipazione abbiano compiuto 18 anni.
La cerimonia di premiazione si svolgerà nella seconda metà del mese di
settembre.
Per ulteriori informazioni è possibile
telefonare al numero 328 5391868.
Il Sindaco
L’Assessore alla cultura
Dott. Pasquale Marino
Martino Luongo
OTTATI ETNOMUSICA
FESTIVAL
9 e 10 agosto 2008
Giunge alla sesta edizione OTTATI ETNOMUSICA FESTIVAL, organizzato
dalla Consulta dei Giovani di Ottati in
collaborazione con la Pro Loco locale e
l’Associazione Daltrocanto, e con il patrocinio del Comune di Ottati, della
Provincia di Salerno e della Regione
Campania.
Sarà di nuovo l’antica e suggestiva
Piazza Umberto I a ospitare due serate
di musica da non perdere.
Sabato 9 agosto la scena sarà tutta
per Quartaumentata, folkband tra
le più solide e conosciute del panorama
musicale calabrese. Il loro sound, nel
solco della più autentica world music, è
un impasto di musica tradizionale calabrese, funk, afro, pop; i loro testi narrano la vita, i problemi e le speranze
della gente del Sud. Il gruppo vanta la
presenza d’eccezione,alle percussioni e
alla batteria,di Massimo Cusato, oramai
riconosciuto talento che, nonostante la
giovane età, ha già all’attivo un lungo
elenco di importanti collaborazioni con
musicisti quali, a esempio, Eugenio Bennato, Massimo Ranieri, Niccolò Fabi.
Domenica 10 agosto sarà la volta
degli Skaramanzia, che propongono
una miscela originale di ska e punk con
diverse influenze mediterranee. Il
gruppo siciliano spazia dal divertimento
disimpegnato ai temi sociali più attuali:
orgogliosi delle loro radici e sostenitori
dell’idea di “musica utile”, cantano non
solo contro la mafia, ma anche contro
lo sfruttamento, la guerra, l’ipocrisia
della società moderna.La chiusura della
serata sarà affidata al Pozzo di San
Patrizio, una delle giovani band italiane
più apprezzate all’estero. Il gruppo salernitano, pur mantenendo una predilezione per la musica popolare
irlandese, ha ormai maturato uno stile
che spazia dal folk balcanico al reggae,
dal rock progressivo al funky, dallo ska
al jazz. Una affascinante babele di suoni
e di lingue, per una energia sonora da
brivido. Il Festival conferma, anche quest’anno, un rapporto privilegiato con il
Commercio Equo e Solidale, accogliendo i gazebo di due consolidate realtà salernitane – Equazione e Bottegaia
– che esporranno strumenti musicali e
prodotti dei Paesi in via di Sviluppo.
OTTATI ETNOMUSICA FESTIVAL,
inoltre, vuole essere anche l’occasione
per trascorrere un piacevole soggiorno
apprezzando al meglio le bellezze del
paese: dalle 9.00 alle 18.00 saranno disponibili visite guidate gratuite alla
Mostra permanente di pittura
all’aperto: ottanta pitture murali di
affermati artisti - veri e propri quadri incorniciati e protetti - allestite lungo tre
itinerari che si snodano nel centro storico a formare un importante percorso
culturale.
Informazioni:
Carmine Bollettino – 335 5907827 Andrea Pugliese – 348 5468443
Gianluca Marino – 380 4221517
N°30 02 agosto 2008
Gli itinerari del gusto
23
I sapori dell’estate con gli chef dell’Hotel Esplanade di Paestum
Siamo in piena estate. Ha già fatto
molto caldo e ne farà ancora. Dopo
tutto quello che è successo (spazzatura, crisi, euro) i turisti sono pochi,
ma fortunatamente di qualità. Gente
che apprezza le cose belle, l’arte, la
natura incontaminata e la buona cucina. È bello vedere che tanti sono
stranieri. Sembra quasi che l’emergenza spazzatura abbia allontanato
soprattutto i “turisti monnezza”,
quelli che fanno confusione, spendono poco e sono un danno per tutti.
Si spera che proprio questo sia l’anno
del rilancio. Come spesso accade, da
un disastro può nascere qualcosa di
positivo. Alle nostre zone basta poco
per essere competitive: aggiustare le
tante strade malridotte, tenere pulito
(e qui ci stiamo riuscendo abbastanza
bene), qualche collegamento in più
ed il gioco è fatto. Il resto lo hanno
fatto la natura e gli imprenditori locali. Ho già scritto che da noi, e soprattutto a Paestum, ci sono gli
alberghi più belli dell’Italia balneare.
Funzionali, eleganti e con un ottimo
rapporto qualità prezzo. Pochi giorni
fa, chiacchierando con Sabatino Cresciullo, lo chef di cucina dell’Hotel
Esplanade di Paestum, ho avuto
l’idea di chiedere ad alcuni dei suoi
ragazzi di preparare una ricetta da
proporvi, naturalmente utilizzando
gli ingredienti del nostro territorio e
della nostra tradizione. Ad ogni specialità ho abbinato un vino della nostra provincia.
La prima ricetta è un antipasto ed è
stata proposta proprio dallo chef, Sabatino Cresciullo, cilentano verace
di Pattano, frazione di Vallo della Lucania. Sabatino, 48 anni, ha una
lunga esperienza alle spalle. Tra i
tanti alberghi che ha frequentato ricorda con piacere il King’s di Palinuro e il Pineta Mare di
Castelvolturno. Inoltre vanta una
lunga esperienza in Argentina dove è
stato per l’apertura di diversi ristoranti italiani.
Questa la sua ricetta, semplice e appetitosa:
Sabatino Cresciullo
Tortino di polipo con patate, pomodorini e rucola
Ingredienti:
polipo, patate, rucola, pomodorini,
olio extravergine d’oliva Cilento
Dop, succo di limone, sale e pepe.
Procedimento: bollire il polipo e le
patate separatamente. Dopo tagliare
il tutto a cubetti. Mescolare bene i
due ingredienti e condire con sale,
pepe ed olio. Formare dei tortini
riempiendo degli stampini d’alluminio e far riposare per circa un’oretta.
Sformare su un piatto freddo, decorare con rucola e pomodorini e condire con olio extravergine e succo di
limone. Riempi
Vino consigliato: Fiano Paestum Igt,
I vini del Cavaliere, Az. Cuomo – Capaccio Paestum
La seconda ricetta è stata preparata
da Francesco Castellano, 23 anni, di
Casoria (NA). Ha avuto esperienze
alle Arcade di Roma e in diversi catering del napoletano. Alla cucina
dell’Esplanade assiste lo chef nella
preparazione dei primi piatti. Ecco la
sua proposta:
Francesco Castellano
Linguine con sgombro e pomodorini
Ingredienti per 4 persone:
350 g di linguine, 4 sgombri freschi,
200 g di pomodorini freschi, olio extravergine d’ oliva, 1 cipolla, mezzo
bicchiere di vino rosato, sale e pepe.
Procedimento: pulire il pesce, renderlo a filetti e tagliarli a pezzetti. Dorare la cipolla tritata nell’olio, unire i
pezzetti di sgombro, sfumare con il
vino rosato, salare, pepare e far rosolare dolcemente. Unire i pomodorini tagliati a metà e cuocere per 20
minuti circa. Con il sugo ottenuto
condire la pasta che nel frattempo
sarà stata cotta in abbondante acqua
salata.
Vino consigliato: Rose d’Autunno,
Rosato Paestum Igt, Alfonso Rotolo
di Rutino
La specialità che segue è proposta da
Gianluigi Casillo, capaccese, 34
anni. All’Esplanade ricopre il ruolo
di secondo chef ed è responsabile dei
secondi piatti. Prima di arrivare
all’Esplanade ha avuto esperienze a
Taormina e a Sestriere (Grand Hotel
Principe di Piemonte) oltre ad una
parentesi a Villa Crespi di Orta San
Giulio, noto locale stellato Michelin
del Piemonte. La sua ricetta:
Gianluigi Casillo
Bocconcini di tonno con spinaci all’olio e scampo reale
Ingredienti per 4 persone:
600 g di tonno fresco, 400 g di spinaci freschi, 10 ml di olio extravergine d’oliva del Cilento, 30 g di aglio,
4 scampi grandi freschi, 10 ml di vino
bianco secco, sale q.b.
Procedimento: tagliare il tonno a
bocconcini e pulire gli spinaci. Mettere in padella dell’olio extravergine,
una parte dell’aglio e successivamente i bocconcini di tonno, salare e
in seguito bagnare con il vino bianco.
In un’altra padella con il resto dell’aglio saltare gli spinaci. Cuocere gli
scampi al vapore. Preparare il piatto
con gli spinaci sopra i bocconcini di
tonno. Versare la salsetta ottenuta durante la cottura del tonno. Metterci
sopra lo scampo e condire con un leggero filo d’olio extravergine.
Vino consigliato: Pietraincatenata,
Fiano Paestum Igt, Maffini di Castellabate
600 g di melanzane tipo lungo, 300 g
di mozzarella di bufala pestana, 2
grandi pomodori maturi, 8 pomodorini, aglio, origano, olio extravergine
d’oliva Cilento Dop, basilico, sale e
pepe.
Procedimento: tagliare le melanzane
a fette regolari e cuocerle alla griglia.
Sbollentare i pomodori in acqua bollente, pelarli e tagliare la parte esterna
a piccoli cubetti. Tagliare la mozzarella a fettine della stessa grandezza
delle melanzane. Intercalare una fetta
di melanzane con la concassé di pomodoro condita con origano, basilico, sale, pepe e olio d’oliva, una
fetta di mozzarella. Continuare con
un’altro strato finendo con la melanzana. Tagliare i pomodorini in quattro. Far rosolare in padella i
pomodorini con olio extravergine
d’oliva e uno spicchio d’aglio intero,
sale, pepe, qualche foglia di basilico
a julienne ed un poco d’origano. Mettere il millefoglie di melanzane in
forno per 10 minuti circa a 180°. Disporlo al centro del piatto con intorno
i pomodorini sauté.
Vino consigliato: Cilento Rosso Doc,
Marino di Agropoli.
Bruschette con “percoche” della
Piana del Sele
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pane brioche, 150 g di formaggio spalmabile, 4 percoche (pesche gialle) mature, 50 g di nocciole,
1 cucchiaino di cannella in polvere,
pepe fresco macinato al momento, 40
g di burro.
Procedimento: sbucciare le “percoche” e tagliarle a spicchietti. Far tostare le nocciole in un padellino
antiaderente senza alcun condimento,
poi tritarle grossolanamente. Mettere
in una terrina le percoche, unire le
nocciole, la cannella, un pizzico di
pepe e mescolare bene. Grigliare le
fette di pane da entrambe le parti,
spalmarle con il formaggio, distribuirvi sopra le percoche piccanti e
servite.
Vino consigliato: Perella, Fiano Paestum Igt, De Conciliis di Prignano
Cilento.
Buone vacanze a tutti e buon appetito.
A cura di Diodato Buonora
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In Redazione
Ora è la volta di Vincenzo Abbatiello, 21 anni, di Durazzano (BN).
Ha frequentato la famosa scuola alberghiera “Le Streghe” di Benevento
ed ha avuto esperienze a Rimini e in
La quarta ricetta è opera di un commis di cucina, cioè quei giovani che
stanno imparando la professione di
cuoco e cercano di farlo negli alberghi o ristoranti che si avvalgono di
validi chef. Per questo motivo Vincenzo Venale di Maddaloni (CE),
dopo la scuola alberghiera di Piedimonte Matese e piccole esperienze in
ristoranti del casertano, è giunto alla
“ corte” di Cresciullo. Ecco cosa ci
propone:
Millefoglie di melanzane e mozzarella di bufala pestana
Ingredienti per 4 persone:
alcuni alberghi del Beneventano. Ha
molta fantasia e, già giovanissimo,
vuole il suo spazio importante. Basta
guardare la ricetta che ci propone:
Vincenzo Cuoco, Enza Marandino
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