Diversamente Bianca - Consorzio Monviso Solidale
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Diversamente Bianca - Consorzio Monviso Solidale
alessandro astegiano Photo Graphic Designer Comunicato Stampa Si rende noto che la mostra fotografica realizzata da Alex Astegiano presso il Centro Diurno di Saluzzo “Diversamente Bianca” verrà presentata nella prestigiosa cornice del Salone del Gusto di Torino. La mostra è visibile dal 21 al 25 ottobre nell'aula seminario G all'Oval - Lingotto Fiere. Gli orari sono quelli di apertura dell'Oval: venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00. 30 Immagini di reportage sul lavoro dei ragazzi del Centro (Giorgio, Stefano e Giuseppe) all’allevamento delle galline. Un libro di 64 pagine con altrettante immagini e testi presentato del Consorzio Monviso Solidale di Fossano che ha patrocinato il progetto ideato da Lele Odiardo e Claudio Latino con l’appoggio di Paolo Viano In collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità ONLUS Diversa mente Bianca Fotografie di Alex Astegiano Consorzio Monviso Solidale La Gallina Bianca di Saluzzo e i Ragazzi del Centro Diurno “Le Nuvole” Nel 2001 il centro diurno socio terapeutico educativo Le Nuvole di Saluzzo ha avviato il "Progetto Gallina Bianca" in collaborazione con l'Istituto Tapparelli d'Azeglio. Esso consiste nel recupero e allevamento di questa varietà zootecnica ricercata per la sua carne ma ormai quasi scomparsa dalle cascine del saluzzese. Ben presto la Gallina Bianca è diventata assai prestigiosa grazie alla valorizzazione di cui è stata oggetto da parte di Slow Food e anche il lavoro svolto dal centro diurno ha ottenuto numerosi riconoscimenti, rendendo visibile il servizio al di fuori dei soliti ambiti di intervento. Il "Progetto Gallina Bianca" si rivolge ad alcune persone diversamente abili inserite al centro diurno per le quali non è previsto o prevedibile un inserimento lavorativo. Questo perché, a fronte di capacità lavorative potenziali (deambulazione, manualità, altre autonomie di base), esse non possiedono competenze relazionali sufficientemente compatibili con quelle richieste in un ambito lavorativo vero e proprio. L’attività riassume quindi in sé le prerogative del lavoro (orari definiti, relazione con clienti e fornitori, continuità dell’impegno nel tempo, retribuzione) mediate però dalle esigenze educative. Il progetto si colloca in una più ampia prospettiva di sviluppo e riconoscimento della propria identità personale, della quale l'aspetto lavorativo rappresenta una componente significativa (con le sue implicazioni individuali e sociali). Diversamente Bianca IL CENTRO DIURNO Il Centro Diurno Socio Terapeutico Educativo Le Nuvole di Saluzzo è un servizio del Consorzio Monviso Solidale, l’ente gestore dei servizi socio-assistenziali che unisce 58 comuni dell’area territoriale di Saluzzo, Savigliano e Fossano. La struttura accoglie persone ultraquattordicenni con grave disabilità mentale, anche associata a menomazioni o disabilità fisiche e sensoriali, tale comunque da non consentire di raggiungere livelli di autonomia personale e di responsabilità sociale congrui all’età e al contesto di appartenenza. Esso si pone come strumento di supporto alle famiglie al fine di permettere l’effettivo mantenimento del soggetto disbile nel proprio contesto di vita in alternativa all’istituzionalizzazione. Opera al fine di garantire una dignitosa crescita umana e sociale attraverso il recupero delle capacità intellettive, sociali e di autonomia personale compromesse dalla natura dell’handicap. Le Nuvole, che raccoglie l’eredità dei Centri di Lavoro Protetto istituiti dalla Provincia di Cuneo negli anni settanta, si articola in laboratori in cui si svolgono attività di carattere lavorativo, artistico/espressivo ed educativo; i gruppi sono seguiti da personale qualificato (Educatori Professionali, Operatori Socio-Sanitari) che agisce sulla base di progetti individualizzati che tengono conto dei bisogni e delle risorse di ognuno. Sempre di più si fa strada l’idea di un centro aperto al territorio, luogo di sperimentazione di nuove forme di intervento e collaborazione tra soggetti diversi, in definitiva promotore di una nuova cultura dell’handicap nella realtà dei servizi e nella società civile. Diversamente Bianca CONSORZIO MONVISO SOLIDALE FOSSANO – SAVIGLIANO – SALUZZO L’obiettivo del Consorzio Monviso Solidale è promuovere con determinazione e coerenza i valori che fanno di ogni essere umano una persona unica, preziosa, portatrice di valori inalienabili. Il Consorzio gestisce direttamente servizi territoriali e a domicilio, residenze per anziani non auto sufficienti e disabili gravi, Centri Diurni per portatori di handicap e per anziani non auto sufficienti, oltre a gruppi – appartamento per neo maggiorenni. La bella esperienza proposta in questa pubblicazione rappresenta l’ennesima conferma di quanto di bello e di buono può nascere quando si ha l’intuizione, e il coraggio, di spendersi per mettere in rete esperienze che a prima vista possono apparire “marginali”. Marginale infatti era fino a poco tempo fa l’ animale protagonista di questa avventura, addirittura in via di estinzione appariva la cultura del suo allevamento, socialmente marginali molte delle persone che se ne sono occupate. Eppure…Eppure mettendo con costanza l’una accanto alle altre tutte queste “marginalità” si scopre che esse possono generare una filiera produttiva, tornare a rendere economicamente, far riscoprire come raffinata cultura un patrimonio di conoscenze che, sepolto dalla polvere del tempo, fino a ieri appariva inutile. La realtà è, come tante esperienze di servizio sociale possono dimostrare, che la “marginalità” così come la “diversità” in realtà non esistono. Possono esistere solo per contrasto con una cultura dell’efficienza che da sola, lo sappiamo bene, non è sufficiente a dare senso all’esistenza: né a quella individuale né a quella collettiva. Se non altro per suggestione, trovo poi una notevole affinità tra questa esperienza e una convinzione che ho gradualmente maturato in questi anni. E’ la convinzione che a decidere della efficacia di un intervento non è tanto la uniformità delle prestazioni assicurate, quanto piuttosto quei dettagli che consentono a chi le riceve di sentirsi riconosciuto nella sua unicità di persona. In questi dettagli è nascosta la sottile, ma a mio avviso decisiva differenza, tra l’equità e la gratuità, tra il “dare per dovere” e il “dare per far vivere”, tra il sopravvivere e il vivere. L’entusiasmo, la passione, l’orgoglio con cui, di questo progetto, ne parlano le tante persone che se ne sono occupate credo siano da classificare proprio nella categoria della gratuità. Quando la storia affronta delle svolte forse la cosa più importante non è quella di fare cose straordinarie, ma di piantare “semi buoni”. In profondità. Il tempo che viviamo, almeno a me, sembra uno di questi momenti. Chissà che questa esperienza non possa rappresentare per questo tempo uno di quei “semi buoni”….. nella speranza che la “Gallina bianca” non lo individui troppo in fretta. Dr. Silvio Crudo Ex Presidente del Consorzio Monviso Solidale Diversamente Bianca Se con riabilitazione educativa intendiamo un processo di soluzione di problemi mediante il quale si porta una persona disabile a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, sociale ed emozionale, l’obiettivo del nostro consorzio non poteva che essere quello di favorirne l’inserimento in qualsiasi contesto di vita proponendone la partecipazione attiva alle iniziative in esso contenute. È questo il filo conduttore che ha guidato la scelta delle nostre attività in questi anni e che, nello specifico, ha determinato l’adesione del centro diurno Le nuvole al progetto “Gallina bianca”. Molte cose sono cambiate da quando nel 1983 ho cominciato a lavorare in un centro diurno per disabili. Sono cambiati i luoghi, le attrezzature, i mezzi di trasporto, le tecniche educative, le modalità di gestione. Anche le persone, le loro emozioni, i loro sorrisi, le loro paure, le loro gioie sono cambiate, pur essendo sempre le stesse. Sono le persone che ogni giorno si ritrovano per affrontare difficoltà e soddisfazioni, per rispondere alle richieste degli operatori, delle attività e di tutto ciò che ci circonda. Ed è proprio ciò che ci circonda che richiede di adattarci a situazioni nuove, alcune impreviste e altre scaturite dall’estro del momento o dall’adesione a un’idea che miracolosamente ci apre una strada nuova, un nuovo orizzonte. Essere coinvolti diventa allora il modo per misurarci in gesti nuovi, idee, progetti; ci obbliga ad avere bisogno dell’altro; a comprendere come il tempo che non vediamo è qualcosa che ci appartiene, che esistono un prima e un dopo; che la logica deve essere ricercata nell’intreccio degli eventi quotidiani; che parole come “percezione” “attenzione” e “memoria” hanno un valore relativo se non sono riferite ad atti concreti; che la vita di una gallina può diventare motivo di interesse e che quell’interesse costituisce un elemento importante anche per la nostra vita. Tutto ciò che facciamo altro non è se non il risultato di gesti semplici ed è proprio da quei gesti che impariamo a vivere acquisendo sul campo capacità che non “passano” attraverso il linguaggio verbale troppe volte abusato. La capacità di sentirsi vicino, la capacità di accogliere l’altro, di comunicargli la tua disponibilità costante sono elementi determinanti nelle relazioni di tutti i giorni. Certe capacità non si apprendono e forse non tutti le hanno, ma questo le galline bianche lo hanno già capito da un pezzo. Giuseppe Migliaccio Dirigente del Consorzio Monviso Solidale Diversamente Bianca Viviamo nella società dei consumi, una società che ha fatto dell’efficienza, o meglio di ciò che essa crede efficienza, un credo. È una menzogna, quella dell’efficienza, perché sappiamo che la società dei consumi per sopravvivere ha bisogno di disattendere le promesse che fa. Continuiamo a produrre bisogni per non soddisfarli scientemente, e la spacciamo per efficienza: il nuovo che spazza via il vecchio, sempre più velocemente, senza nessuna memoria per il passato. La società dei consumi, lo dice la parola stessa, consuma: brucia, spreca, butta via, non rigenera, elimina ciò che non ritiene efficiente. Neanche considera ciò che appare già “consumato”: il vecchio, il marginale, l’obsoleto, il produttivo in maniera differente. E molto si perde: in cultura, in piacere, in umanità, in benessere. Anche la Terra ne patisce, e i danni che le abbiamo causato sono sempre più evidenti, sempre più allarmanti. Ma il vecchio, il marginale, l’obsoleto hanno un pregio: sanno, e hanno memoria. Questo sapere è la cosa più preziosa, è addirittura tanto importante da contenere gli antidoti ai mali che ci siamo procurati abbagliandoci con il consumismo. È un sapere che fa parte di un sistema più complesso, a tratti incomprensibile, ma che funziona benissimo da sempre: la Natura. Credo che un progetto come quello descritto in questo libro sia il trionfo di questo tipo di sapere, e non a caso il progetto per realizzarsi si è servito di ciò che non serviva alla società dei consumi: anziani, disabili, spazi da riqualificare, anche una razza di galline, la bianca di Saluzzo, che era destinata alla scomparsa, visto che non rispondeva ai canoni della società usa e getta. Leggete questa pubblicazione, guardate le belle immagini di cui è corredata: capite di cosa stiamo parlando. Il vero sapere e la vera umanità stanno qui: era sufficiente mettere insieme i pezzi di un mosaico, vedere quello che gli altri non vedono e creare una speranza, nonché un modello. Iniziamo tutti a guardare ciò che crediamo di non avere tempo o voglia di vedere, guardiamo per un po’ la realtà che ci circonda con altri occhi, in altri angoli, e sono sicuro che in ogni territorio sapremo scoprire che la felicità in fondo è soltanto a un passo da casa nostra. Ma sempre senza frenesia, mi raccomando, ché, come già si scriveva nel manifesto Slow Food del 1989, troppo spesso la confondiamo con l’efficienza. Carlo Petrini Presidente di Slow Food Internazionale Diversamente Bianca Alex Astegiano Nato nel 1966 a Savigliano (Cuneo) dove vive e lavora. Freelance, grafico pubblicitario, fotografo. Cofondatore e cantante del gruppo rock Marlene Kuntz (1988-1990). Dal 1996 al 2001 opera come Soccorritore specializzato Alpino, dove avvia una ricerca fotografica sull’azione del vento sulla neve: “Pure Wind” (pubblicata su varie riviste e una monografia a tiratura limitata). Nel 1995 al 1998 documenta sul campo la cultura e la religione indiana e buddista, fino al Mahakumbh-Meela del 1998 (l’ultimo giubileo induista del millennio passato), quando segue il pellegrinaggio dalle pianure dell’Uttar Pradesh fino a Gaumuch e da Tapovan (4.500 mt, Himalaya) alle sorgenti del Gange, e poco più su al campo base dello Shivling sul confine indo tibetano. Collabora con: Slow Food, MUST, Rumore, XL di Repubblica, La rivista della montagna, Traffic Torino Free Festival, Nuvolari Libera Tribù, Rumore, Il giornale della musica, Marlene Kuntz, MonfortinJazz. Ha lavorato con i registi: Guido Chiesa, Enrico Verra e Daniele Segre. Ha all’attivo varie mostre di pittura e fotografiche: nel 2006 a Roma al Circolo degli Artisti (per il festival Internazionale della Fotografia) e a Capalbio Art; nel 2007, “Senza posa: il rock a scatti” (Suoneria di Settimo Torinese, Mostra internazionale d’arte contemporanea a Saluzzo). Tiene una rubrica fotogiornalistica chiamata “Desco Music” sulla rivista mensile Slowfood, con Alberto Campo, rapportando cibo e musica con musicisti nazionali e internazionali. Ha ritratto: Robert Wyatt, Marlene Kuntz, Patti Smith, Iggy Pop, Nico, Vinicio Capossela, Roy Paci, Manuel Agnelli (Afterhours), Shane Mc Gowan, PGR, Kings of Convenience, Perturbazione, Julian Cope, Max Gazzè, Subsonica, Antony & the Johnsons, New Order, Asia Argento, Violante Placido, Carmen Consoli, Cocorosie, Aphex Twin, Franz Ferdinand, Manu Chao, Africa Unite, Vivienne Westwood, Stefano Bollani, Enrico Rava, Piero Pelù, Willy De Ville, e molti altri.