Fondazione Aiutiamoli a Vivere

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Fondazione Aiutiamoli a Vivere
giornale della fondazione
AIUTIAMOLI A VIVERE
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: "Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 2, DCB (Cremona C.L.R.)"
Aiutiamoli a Vivere - Marzo 2013 / anno 17 / numero 1
e-mail: [email protected] • web site: http//www.aiutiamoliavivere.it
Non abbiate paura!
APRITE LE PORTE ALL’ACCOGLIENZA
BILANCIO
SPESE AMMINISTRATIVE 2013
ENTRATE GENERALI 2013
DESCRIZIONE
PREVENTIVO
PRATICHE ACCOG.ZA MINORI
251.000,00
VOLI AEREI ACC. MINORI
640.000,00
VOLI AEREI ORDINARI
31.500,00
PROGETTO. SCUOLA FABBRICA
10.000,00
PROGETTO. VACANZE LAVORO
46.000,00
PROGETTO TIR DELLA SPERANZA
14.000,00
PROGETTI SANITARI
30.000,00
PROGETTO AFRICA
50.000,00
DESCRIZIONE
PREVENTIVO
SPESE PER SEDE MINSK
42.000,00
SPESE PER SEDE TERNI
25.000,00
AIUTIAMOLI A VIVERE
SPESE DI SEGRETERIA
PROGETTO SERGIO GALLIA
6.500,00
800,00
SPESE DI CANCELLERIA
1.100,00
SPESE TELEFONICHE
28.500,00
SPESE DI SPEDIZIONE
6.200,00
SPESE ASSICURATIVE
54.000,00
ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI
43.500,00
VALORI BOLLATI
MICROPROGETTI IN BELARUS
28.500,00
SPESE TIPOGRAFICHE
2.200,00
VIAGGI FORMATIVI PER LE FAMIGLIE
19.200,00
SPESE PUBBLICITARIE
3.200,00
CONVEGNO NAZIONALE
40.000,00
CONTRIBUTI A FONDAZIONE
14.500,00
ATTREZZATURE D'UFFICIO
2.500,00
CONTRIBUTI PER COMITATI
19.200,00
MANUTENZIONE ATTREZZ. UFFICIO
5.800,00
SPESE PER AUTOMEZZI
4.200,00
RIMBORSI DA ASSICURAZIONE
5.600,00
ENTRATE DI BENEFICENZA IN BELARUS
7.500,00
CONTRIBUTO 5 X MILLE
600,00
RIMBORSI SPESE VIAGGIO
32.000,00
COMPENSI A COLLABORATORI
24.000,00
90.000,00
INTERESSI BANCARI
1.200,00
TOTALI
1.348.200,00
SPESE EROGAZIONI FONDAZIONE 2013
DESCRIZIONE
IMPOSTE E RITENUTE PREVIDENZIALI
3.200,00
SPESE PER ADEGUAMENTO AMM.VO
(Consulenza fiscale)
16.000,00
PREVENTIVO
SPESE PER VOLI AEREI PER ACCOG.ZA BAMBINI
610.000,00
SPESE VOLI AEREI ORDINARI
31.500,00
SPESE PER GIORNALE DELLA FONDAZIONE
14.000,00
PROGETTO SCUOLA FABBRICA
10.000,00
PROGETTO VACANZE LAVORO
46.000,00
PROGETTO TIR DELLA SPERANZA
14.000,00
PROGETTI SANITARI
25.000,00
PROGETTO AFRICA
50.000,00
SPESE DI RAPPRESENTANZA
2.400,00
SPESE VIDEO E FOTOGRAFICHE
1.600,00
SPESE PER GIORNALI, LIBRI E RIVISTE
900,00
SPESE BANCARIE
PROGETTO SERGIO GALLIA
1.600,00
TOTALI
257.800,00
6.500,00
FORUM STUDENTI 2013 - BAMBINI E DISABILITA'
19.500,00
ADOZIONE STUDENTI UNIVERSITARI
39.500,00
MICROPROGETTI IN BELARUS
28.500,00
VIAGGI FORMATIVI PER FAMIGLIE
17.000,00
CONVEGNO NAZIONALE
32.000,00
CENTRO STUDI
30.400,00
GIROFONDI A COMITATI
19.200,00
RIMBORSI SPESE INTERPRETI
33.200,00
RIMBORSI QUOTE REGIONALI
RIEPILOGO GENERALE 2013
TOTALE
ENTRATE GENERALI
1.348.200,00
21.000,00
SPESE AMMINISTRATIVE
257.800,00
RIMBORSI PER RICOVERI OSPEDALIERI
5.600,00
SPESE PER EROGAZIONI
1.090.400,00
BENEFICENZA IN BELARUS
7.500,00
TOTALE SPESE
1.348.200,00
FONDO IMPREVISTI
12.000,00
FONDO DI RISERVA
18.000,00
TOTALI
1.090.400,00
N.
1
Anno 17
Iscrizione Tribunale di Terni n. 2
del. 27/03/1998
Editore:
Fondazione Aiutiamoli a Vivere
Via XX Settembre, 166 - Terni
Stampatore:
Società Editrice Lombarda srl
Via De’ Berenzani, 6 - Cremona
Fotolito impianti:
Bama - Vaprio d’Adda (MI)
La Redazione della Fondazione:
Fabrizio Pacifici - Enrico Cherubini
Sandro Bernardi - Davide Bonetti
DISAVANZO DI GESTIONE
Direttore responsabile
Alberto Favilla
Periodico Trimestrale stampa in 8.000 copie
Spedire i testi e fotografie alla redazione
Davide Bonetti
Via Agordat, 2 - 20127 Milano
tel. 02 36633057
[email protected]
///
FONDAZIONE
AIUTIAMOLI A VIVERE
Sede Nazionale
Via XX Settembre, 166
05100 Terni
Tel. 0744/279560-220079
Fax 0744/282460
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c/c postale: IT27 H076 0114 4000 0001 2001 053
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V
edendo le immagini che
scorrevano sul mio
computer, dal letto dell’ospedale dove è tuttora ricoverato Padre Vincenzo, era arrivata la notizia che la Chiesa
aspettava, forse senza saperlo,
da quasi 1700 anni, da quando
con Teodosio, imperatore Romano, la religione cristiana,
diventata religione di Stato,
aveva potuto finalmente uscire
dalla clandestinità, mostrarsi a
viso aperto, puntare ad avere i
suoi luoghi di culto e a farli
sempre più grandi, più ricchi,
più sontuosi e splendidi.
I suoi paramenti si fecero preziosi; i suoi vasi sacri, prima di
coccio o di vetro o di metallo
vile, cominciarono a prediligere l’oro e con l’oro comparvero
anche le gemme preziose.
clesiastici erano secondi solo a
quelli del re, tanto che non di
rado proprio per il dominio di
quelle terre si combatterono
autentiche crociate e guerre
rovinose tra Chiesa e Stato.
Col tempo tutto questo crebbe
a dismisura, fino a rappresentare veri oltraggi alla semplicità evangelica. I patrimoni ec-
Eppure la Chiesa può vantare il
più povero e innamorato di
Madama Povertà, come il giullare di Dio, Francesco d’Assisi.
Ma perché scrivere tutto questo mentre scorrevano le immagini dell’elezione di Papa
Francesco vicino ad un letto di
ospedale dove, mestamente ed
emotivamente, assistevo a questo evento con un padre fran-
AIUTIAMOLI A VIVERE
Pazienza, sobrietà, impegno:
elementi fondamentali
in Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”
per seguire l’insegnamento di Francesco
AIUTIAMOLI A VIVERE
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cescano come Padre Vincenzo?
Perché è come si vivesse un segno e durante questa nuova
primavera che sta vivendo la
chiesa di Roma ritrovi la varietà dei suoi segni, dei suoi nomi, delle sue parole, di tutto
ciò che ha portato a dire a Papa
Francesco nella sua prima
omelia che la Chiesa deve ritrovare se stessa: “Altrimenti
sarebbe una semplice ONG caritatevole”.
Io e Padre Vincenzo ci siamo
guardati e abbiamo cominciato
a sorridere, ricordando tutte le
volte che quella frase ricorreva
nei nostri ragionamenti.
Avevamo con tutte le nostre
forze lavorato per riconoscere
la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” Organizzazione Non Governativa e da sempre abbiamo
pensato che la solidarietà si potesse concretizzare attraverso
l’accoglienza temporanea di un
minore straniero e che questa
azione, centrale, per le famiglie italiane potesse far determinare quella spinta, quella
voglia e quella passione indispensabile per concretizzare
l’aiuto umanitario, il sostegno,
l’educazione e le cure di tutte
quelle popolazioni infantili in
difficoltà nei luoghi e nei terri-
tori dove la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” vorrebbe arrivare.
Papa Francesco invita tutta la
Chiesa e i suoi fedeli a “CAMMINARE ed EDIFICARE“ così
come fece Francesco d’Assisi
con la Chiesa di San Damiano e
come ci hanno insegnato a fare
tutti i volontari della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” che
in questi primi vent’anni della
sua storia non hanno mai
smesso di edificare attraverso
l’azione concreta dei Tir della
Speranza, delle Vacanze-Lavoro, della Scuola Fabbrica e soprattutto non hanno mai
smesso di camminare attraverso il sostegno alle famiglie italiane e ai Comitati che si prodigano volontariamente ogni
giorno per non far mancare l’amore, la fratellanza verso
chiunque lo chieda.
Questo è il nostro essere francescani dal giorno della costituzione della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, dal suo diventare e operare come Organizzazione Non Governativa
nel mondo: un francescanesimo ispirato a Francesco Vescovo romano, versione moderna
e credibile di Francesco d’Assisi, abbastanza distante da quel
brand nel quale Assisi non sta
più per Francesco, nel quale,
invece, Francesco sta sempre
più per Assisi.
Un’aria nuova, in questa nuova
primavera che si respira in
ogni piega della Fondazione
“Aiutiamoli a Vivere”, a cominciare dall’impegno profuso dai
volontari appartenenti ad ogni
livello dell’organizzazione, tutti protesi a cercare soluzioni
per aiutare le famiglie ospitanti, per aiutare i Comitati ad abbattere le spese, ad operare per
conoscere nuove soluzioni in
ogni campo e in ogni contesto,
insieme tutti in CAMMINO per
EDIFICARE, senza mai stancarsi, perché consapevoli di
quanto realizzato e vogliosi di
costruire un nuovo protagonismo con azioni di concreta solidarietà.
Fabrizio Pacifici
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Non cessa l’emergenza ed il disagio
(accoglienza, accoglienza)
no; forse abbiamo smarrito la strada dell’essere famiglia, dell’essere comunità.
Nella vita molti fanno quello che possono e
non quello che vorrebbero perché condizionati; nella vita ogni atteggiamento e
ogni decisione hanno un prezzo, anche se
si pagherà dopo.
Quante volte incontriamo persone - o
magari noi stessi – che, vittime di sconforto, affermano: “quel paese, quei bambini, sono irrecuperabili, perché la loro
vita è spesa nel torpore e nella nullità
quotidiana; quindi, è inutile sperperare
energie e denaro in Belarus ed è opportuno aiutare coloro che vivono accanto
a noi e che appartengono al nostro popolo”.
Chi non viene disturbato dal non essere
interessato dal dolore di questo Paese,
che continua a trovarsi in continua
emergenza, e non cerca di fare alcunché
per soccorrere, mi auguro che lui e la
sua famiglia continuino la loro vita abitudinaria fatta di piccole cose.
Noi li ignoriamo, probabilmente non sanno cos’è il dolore e l’abbandono, la sofferenza e l’empatia, ma questa è la vita.
Bisogna scegliere chi amare; dobbiamo
continuare con tutte le nostre forze ad impegnarci per accogliere i minori in difficoltà di questo paese; dobbiamo con calore,
con convinzione, con sicurezza, con chiarezza, con profondità di animo, ritornare a
parlare al nostro interno e all’esterno, per
far comprendere la necessità dell’accoglienza; perché solo attraverso questo strumento si coglie l’osmosi di emozioni positive e negative, si coglie l’essenza del vissuto quotidiano dell’infanzia che ha bisogno
e della realtà in cui è immersa.
Solo così si realizzerà la storia futura della
Fondazione; noi non possiederemo mai la
verità se non saremo disponibili ad accettare anche ciò che non ci aspettiamo.
Solidarietà e sobrietà, per alimentare speranza nei giovani.
Se insieme alla testa non useremo il cuore
e l’anima, non aiuteremo nessuno.
Lino Dal Monte
AIUTIAMOLI A VIVERE
L
a sala è gremita, mai in questi anni la
presenza è stata così alta, non può
certamente essere solo dovuta al celebrarsi del ventennale di vita della Fondazione.
Nel viso delle persone si legge il desiderio di
partecipare, di confrontarsi, di parlare ed
esprimere il senso dell’appartenenza e della
volontà di essere promotori di solidarietà.
Tutto questo si verifica nonostante tutti
noi siamo coinvolti in un periodo di transizione e di smarrimento sociale: è un segnale costruttivo e tranquillizzante.
Fra i molti ruoli che la vita ci assegna, alcuni ci sono imposti ed altri li scegliamo; di
tutte le scelte essere volontari per garantire la dignità delle persone e, in special modo, permettere il sogno del consegnare “la
chiave della libertà” a tutti i bambini è un
diritto ed un privilegio; non esiste compito
etico superiore a questo.
Da sempre viene affermato, e ne siamo
convinti, che il bene e la ricchezza della
Fondazione è rappresentato dai minori in
difficoltà e dalle famiglie accoglienti o vicine che compongono i Comitati.
La Fondazione è l’unica ONG italiana che
può presentarsi come depositaria di un capitale umano e di vissuto sociale che permette di essere un esempio concreto e realizzativo nell’ascoltare, nell’affrontare e nel
tentare di risolvere con cuore e coscienza
le problematiche che affliggono i minori in
difficoltà e il vissuto che li circonda.
L’accoglienza è la trasformazione della carità in solidarietà.
L’accoglienza ci pone come interlocutori
dei bisogni e ci insegna a non fornire giudizi irrazionali e precostituiti.
In questi 20 anni di vita della Fondazione
sono passati migliaia di minori e di famiglie nella storia della nostra organizzazio-
ne; tutte e tutti hanno inciso nella
coscienza , nel modo di agire, dando una lettura diversa del fare volontariato.
Affermo con convinzione che, senza la presenza delle famiglie accoglienti, la Fondazione rientrerebbe
nel cammino piatto di tutte le ONG
attive al servizio del disagio.
Noi celebriamo la vita e la vita dignitosa con tutta la sua sofferenza possibile: è un dono ed un miracolo insuperabile
ed imperdibile; se vi è qualcosa di sacro
sulla terra, è il vivere con dignità ed il cercare di fare vivere con dignità.
A fine maggio 2012, il terremoto infierisce
sull’Emilia con conseguenze devastanti;
immediatamente le nostre famiglie e i nostri Comitati, dopo un momento di smarrimento e di perplessità, con raziocinio, con
saggezza e con infinito senso del vivere insieme, decidono di continuare a fare accoglienza.
Quale prova maggiore può esserci
del desiderare di
accogliere nella
propria famiglia
un minore in difficoltà pur vivendo un momento
altamente traumatico e drammatico?
Hanno compreso e vissuto nel
loro intimo che
l’accoglienza, pur fatta nel disagio, era il
solo segnale per ricominciare il cammino
della normalità, era un messaggio lanciato alle singole famiglie, alla comunità intera, affinché si unissero tutte le forze per
allargare e condividere il valore della solidarietà.
In questi anni di crescita impetuosa e tumultuosa, siamo stati fagocitati dai troppi problemi burocratici e finanziari; lentamente,senza accorgercene abbiamo
perso lo smalto per dialogare, presenziare, illustrare, ascoltare, vivere il quotidiano delle famiglie accoglienti e di quelle
potenziali, fatto di dubbi, di
bisogni, di incertezze, di richieste, di slancio solidale,
di visioni sfocianti in verità
diverse.
Dobbiamo riacquisire, se in
parte era smarrito, il dono
del rispetto della sensibilità
altrui e comprendere il dono della disponibilità.
Forse il nostro cuore è divenuto secondario rispetto al
peso dei bisogni materiali
che incombono e ci pressa-
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7
PROGETTI SANITARI:
STAGE DI CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE IN BIELORUSSIA
I chirurghi italiani hanno eseguito complesse operazioni di
labiopalatoschisi in equipe con
i colleghi bielorussi, molto interessati alle moderne tecniche di intervento correttivo di
gravi malformazioni funzionali ed estetiche.
Del gruppo operatorio faceva-
Foto 1
no parte i due giovani chirurghi venuti in Italia varie volte
ad acquisire nuove tecniche
d’intervento presso i due ospedali italiani.
Tutto il personale dell’ospedale
ha collaborato con entusiasmo
dandoci la soddisfazione di vedere il nostro lavoro molto
condiviso e apprezzato.
Il primo giorno sono
state effettuate 25
consultazioni
con
ampia
discussione
sulle urgenze dei vari
casi, sulle tecniche di
intervento ricostruttivo da applicare e
sulla composizione
del gruppo operatorio.
Il secondo e il terzo giorno sono stati dedicati alle
operazioni vere e proprie, che hanno risolto in modo pressoché
perfetto gravi malformazioni labiali e del
palato che hanno
comportato complessi innesti ossei. Tutte
le operazioni
sono state trasmesse in diretta dalle 9.00 alle
15.00 in una sala conferenze e seguite con attenzione da circa 20/25
chirurghi maxillo-facciali provenienti dalle
varie regioni della Bielorussia.
Poiché non era disponibile un particolare tipo di telecamera da poter applicare alla lampada scialitica, è
stato necessario che un
assistente ed io, dandoci
spesso il cambio, funzionassimo da videoperatori. Alla fine di ogni
operazione avevamo le
braccia di legno, ma la
soddisfazione di vedere
Foto 2
Foto 3
tanti medici attenti a seguire
ciò che avveniva in sala operatoria compensava ampiamente
la fatica.
Il quarto giorno i professori
Brusati e Marchetti hanno tenuto una serie di lezioni su vari argomenti, tendenti ad illu-
Foto 4
AIUTIAMOLI A VIVERE
D
al 11 al 15 marzo si è
svolto a Minsk, nell’Ospedale pediatrico n° 4,
uno stage di chirurgia maxillofacciale organizzato dalla Fondazione “Aiutiamoli a vivere”,
al quale hanno partecipato i
professori Roberto Brusati dell’Ospedale S. Paolo di Milano e
Claudio Marchetti dell’Ospedale S. Orsola Malpighi di Bologna.
AIUTIAMOLI A VIVERE
8
Foto 5
Foto 6
Foto 7
Foto 8
strare metodiche sia semplici
che di avanguardia,con lo scopo di evitare che il primo intervento, sbagliato, abbia ripercussioni negative sui successivi, non essendo più possibile correggerli in modo ottimale.
In definitiva, anche a parere di
tutti i medici bielorussi, è stata un’esperienza molto positiva ma soprattutto formativa,
che ha risposto così alle intenzioni iniziali del progetto: la
formazione di un piccolo
gruppo di chirurghi in grado
di essere loro stessi dei formatori nella loro patria.
Sapere poi che, due giorni dopo lo stage, uno dei medici ha
effettuato con successo un’operazione con il metodo illustrato dal prof. Brusati ci ha
fatto capire ancora di
più la validità del
progetto.
Un grazie sentito all’ufficio di Minsk e
alla dottoressa Marianna Zorich, che
mi hanno aiutato nel
coordinamento
di
tutta l’organizzazione in Bielorussia.
Foto 9
Enrico Cherubini
Le foto 1-2-3 si riferiscono alle consultazioni preoperatorie, le
foto 4-5-6 riguardano momenti delle operazioni, le foto 7- 8 illustrano le lezioni post operatorie, mentre la foto 9 è relativa alla conferenza finale dello stage.
9
Progetto A.S.U.:
un aiuto concreto per un futuro ormai prossimo
D
i solito presentiamo i numeri di
questo progetto, ma questa volta,
con il contributo degli interpreti che
nelle varie università hanno affiancato
l’Amministratore della Fondazione
Luciano Braconi, vogliamo presentarvi alcuni dei 250 studenti che hanno
beneficiato di questo progetto.
L’appuntamento per la consegna delle borse di studio, infatti, è anche
l’occasione per ascoltare i giovani
universitari bielorussi che raccontano le proprie esperienze, i propri sogni e aspettative per un futuro che è
sempre più vicino e in qualche caso è
già iniziato.
• Università Statale di Medicina di
Minsk
sità a fare gli onori di casa per
esprimere la gratitudine verso la
Fondazione e le famiglie italiane
che contribuiscono al Progetto
A.S.U. e richiedere nuove collaborazioni.
Nel 2013 la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, in collaborazione
con la Regione Veneto e il Centro
Servizi per il Volontariato di Rovigo, promuove uno stage, nel periodo dal 24/03 al 04/04, con 14
studenti universitari bielorussi
Martines Innokenty, Moskalenko
Roman e Radiuk Galina conseguiranno la laurea a maggio. Roman è
già impegnato con i corsi di pratica
presso il Pronto Soccorso di Minsk,
mentre Galina e Innokenty sono in
attesa di un posto di praticantato.
• Università Statale di Gomel –
Università di Politecnico
Khakimoncikova Alesia: frequenta
il 4° anno della Facoltà Tecnologica Meccanica; sarà un futuro ingegnere; ha fatto parte della delegazione bielorussa che è venuta in
Italia dal 29/11/2012 al 10/12/12
per partecipare a uno stage di perfezionamento sulla costituzione
dei Comitati in Bielorussia e sulla
insieme a 14 studenti italiani,
sul volontariato, la progettualità e la cooperazione internazionale e sulla comunicazione.
Nel mese di Maggio, nei giorni
10 – 11 – 12, presso l’Università
I.P.Shamiakina di Mozir verrà
realizzato il 3° Forum degli
Studenti. Tra le altre prove è richiesta anche la presentazione
di un progetto di solidarietà, da
parte delle Università, dal titolo
“Bambini e disabilità”. I progetti
saranno discussi e premiati all’interno del Forum con un contributo economico importante per la
loro realizzazione.
Verrà inoltre organizzato il 1°
Concorso Canoro “Radio Friends
e Son” fra i ragazzi di tutte le Università della Bielorussia che ha la
finalità di diffondere il Progetto e
raccogliere fondi a sostegno dei
progetti di Volontariato.
Luciano Braconi
pubblicizzazione delle iniziative
tramite Radio Friends.
• Università Statale di Gomel –
Università del Trasporto
Hilevich Galina: al 5° anno della
Facoltà di Costruzioni, si laurea il
prossimo anno e lavorerà per una
compagnia edile.
Matveeva Eughenia: al 5° anno
della Facoltà, è già un’esperta della Gestione dei Trasporti e già è
occupata presso un’azienda specializzata.
Safonava Yulia: anche lei al 4° anno della Facoltà delle Costruzioni e
prenderà la laurea al 30/06/13. Frequenta già un corso di specializzazione.
AIUTIAMOLI A VIVERE
I
l Progetto Adozione Studenti Universitari (A.S.U.), grazie ai contributi delle famiglie e dei Comitati italiani, ha
distribuito nel 2012 in Belarus
250 borse di studio ad altrettanti studenti. Si sono laureati ben
41 studenti mentre 1 ragazzo si
è ritirato dagli studi e 3 sono
stati espulsi per scarso rendimento.
L’Organizzazione del I° Forum
degli Studenti, nel 2011 a Minsk,
è stata la svolta per far conoscere
il Progetto A.S.U. nel mondo universitario bielorusso.
La collaborazione fra la Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” e le Università che ospitano i ragazzi beneficiari delle borse di studio aumenta ogni anno sempre di più.
Ad ogni nostro viaggio per la consegna delle borse di studio troviamo sempre i Rettori delle Univer-
AIUTIAMOLI A VIVERE
10
• Università statale di Gomel –
Università di Medicina
Antisihanovich Yulia: 4° anno
della Facoltà Terapeutica. La responsabile elogia la ragazza per il
suo impegno nello studio che la
porterà sicuramente verso la libera professione nel campo della riabilitazione.
Maslovskij Serghei: 3° anno di
Diagnostica; il suo sogno è quello
di specializzarsi e lavorare in
Ospedale.
Pikulin Yuri: 5° anno della Facoltà
Terapeutica. Lavora già in una Clinica di Gomel.
Vegera Svetlana: al 4° anno di Medicina. Spera di cominciare subito
a lavorare, perché vuole aiutare la
sua numerosa famiglia, in quanto
suo papà è lontano da casa e da
tempo non dà sue notizie.
• Università I.P. Shamiakina di
Mozir
Dubrovski Egor e Kalitinonkov
Nikolai: frequentano il 5° anno
della Facoltà di Tecnologia. Si laureano a giugno e hanno già un posto di lavoro.
Kascevarova Anna: 4° anno della
Facoltà di Filologia. Il suo obiettivo è quello dell’insegnamento.
Kozinets Daria: frequenta il 2° anno di Pedagogia e Metodologia. Fa
già pratica presso un asilo vicino
casa e i bambini la entusiasmano.
Litinova Vera: è al 3° anno di Giurisprudenza, la sua seconda laurea
dopo quella Pedagogica. Ha già
una famiglia alla quale dedica gran
parte della giornata, ma lo studio
procede ottimamente. Il suo obiettivo è quello di diventare un bravo
giudice.
Martinovich Maria: 4° anno di Cultura Fisica. Ancora non ha deciso
se entrare nel mondo dello sport
(Atletica) o dedicarsi all’insegnamento.
Anatoli Melekhavets: al 5° anno
della Facoltà Fisica e Matematica,
decisamente preferisce l’insegnamento.
Nazharchuk Alexander: 2° anno di
Educazione Fisica, si dedicherà allo sport.
Stepantsova Viktoria: al 3° anno
della Facoltà di Pedagogia e Metodologia dell’insegnamento prima-
rio, al conseguimento della laurea
si dedicherà ai metodi di insegnamento alle scuole elementari.
Tsiblienko Nadesda: al 5° anno della Facoltà di Tecnologia ed è già
impegnata nella pratica. La sera,
per mantenersi agli studi, fa la tassista. La ragazza ha anche vinto il
3° Premio fra i dieci candidati delle varie Università al Forum degli
Studenti 2012.
Yanscina Oksana: studia le lingue
straniere ed è al 3° anno. Ha detto
che preferisce l’italiano perché è
una lingua molto dolce.
• Università A.S. Pushkina di
Brest
Busco Yulia: 3° anno della Facoltà
di Geografia con specializzazione
Turismo ed Ospitalità. Ha fatto già
esperienze lavorative nel campo
del turismo accompagnando gruppi a Parigi, Copenaghen e Berlino.
In futuro, dopo la laurea e un periodo lavorativo di due anni per ripianare il credito verso lo stato
bielorusso, ha l’obiettivo di aprire
un’agenzia viaggi.
Frunze Irina: frequenta il 5° anno
della Facoltà di Matematica con
specializzazione informatica e lingue straniere. la sua aspirazione è
quella di diventare insegnante di
lingue straniere e fra tutte predilige l‘inglese.
Kapuza Ludmila: 4° anno della
Facoltà di Cultura Fisica. Si sta
specializzando nelle attività motorie sportive e la sua aspirazione è
quella di aprire una struttura per
attività di recupero, assistenza e
rieducazione sociale e civile.
Lukianciuk Ilia: 4° anno della Facoltà di Cultura Fisica. È impegnato nel mondo dello sport, nel
campo dell’atletica e del calcio
nella squadra dell’Università. In
futuro pensa di diventare un allenatore di calcio.
Pankratova Anna: 4° anno di Facoltà di Matematica con specializzazione informatica. Sta facendo
pratica in un’azienda locale per la
realizzazione di un programma di
magazzino merci.
• Università J.Kupali di Grodno
Ghilevskaia Vera e Golovach Hanna: al 2° anno di Economia e Gestione. Il loro obiettivo è quello di
fare l’insegnante a tempo pieno.
Lytneva Vera: frequenta il 3° anno
della Facoltà di Biologia ed Ecologia. Il suo sogno è quello di lavorare nel campo della ricerca.
Romanovich Alexandr: è al 5° anno della Facoltà di Economia e sta
già facendo pratica presso uno
studio commercialista.
Scindin Viktor: frequenta il 3° anno di Cultura Fisica e vorrebbe rimanere nel campo dello sport. Attualmente fa parte di una società
locale di atletica.
Shendrikova Tatyana: frequenta il
5° anno di Pedagogia e sta già facendo pratica con il suo bambino.
Fa già la maestra d’asilo.
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LETTERA APERTA
nonostante la crisi economica che
non ha intaccato la capacità di recuperare fondi per i progetti, mi
trovo a constatare che un numero
ridotto di famiglie lissonesi, sedici
per l‘esattezza, hanno deciso di
aderire al progetto d‘accoglienza
per il corrente anno.
Varie concause potrebbero aver
portato a questo.
È forse venuto meno lo slancio altruista che induceva le famiglie a
mettersi in gioco e a partecipare
ai progetti?
Sono motivi famigliari o di altra
natura?
Se la situazione del Comitato lissonese è quella che ho descritto,
immagino quali possano essere le
difficoltà che hanno gli altri Co-
Il Presidente
Ruggero Pezzoni
Questa lettera è stata inviata dal Presidente del Comitato di Lissone al Presidente e al CdA della Fondazione, ai quali rivolge un invito specifico, ma è idealmente rivolta a tutti i membri della Fondazione stessa.
Il documento, partendo dall’analisi di una situazione specifica, di fatto affronta una questione di carattere generale, che
ha trovato spazio più volte nel corso degli ultimi Convegni della Fondazione ma che, per il rilievo che assume nella storia e nella vita quotidiana della Fondazione, merita di essere sempre tenuta in considerazione.
Il Giornale della Fondazione la offre alla riflessione di tutti, invitando chi lo desidera a fornire un proprio contributo
scrivendo al Giornale, che volentieri ospiterà gli interventi pervenuti, in una sorta di confronto virtuale che potrà trovare ulteriore sviluppo nelle specifiche sedi di incontro, locale o nazionale.
AIUTIAMOLI A VIVERE
F
in dalla fondazione del Comitato di Lissone “ Aiutiamoli a Vivere“ , avvenuta
nel 1999, non si è mai affievolito
il mio entusiasmo e la mia attiva
partecipazione ai progetti d‘accoglienza organizzati localmente e
a tutte le numerose iniziative poste in essere da Terni per aiutare i
minori. In questi anni, grazie alla
particolare situazione economica
del territorio nel quale opero, come Presidente non ho mai dovuto affrontare difficoltà insormontabili nel reperire fondi, tanto che
le famiglie aderenti ai progetti
d‘accoglienza non sono mai state
invitate a versare quote di partecipazione alle stese sostenute.
Eppure ora, inaspettatamente,
mitati, soprattutto quelli che
operano in ambiti territoriali duramente colpiti dalla situazione
economica nazionale.
Mi piacerebbe che a queste domande rispondessero i Presidenti
di altri Comitati.
Sento l‘esigenza di confrontarmi
con loro, sia per capire la situazione generale sia per uno scambio d‘idee che possa proficuamente aiutare tutti a trovare possibili soluzioni per la sopravvivenza dei Comitati stessi e per un
rilancio dei progetti.
Vi invito dunque ad organizzare
un incontro in Lombardia e sono
disponibile a offrire una struttura
in grado d‘accoglierVi insieme ai
rappresentanti dei vari Comitati
che vorranno partecipare.
Cordialissimi saluti.
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AIUTIAMOLI A VIVERE
“Progetto Dribin: un cammino di solidarietà”
Il “PROGETTO DRIBIN” è nato
come proposta del Comitato di
Trezzo sull’Adda per cercare di dare continuità al progetto accoglienza della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”, ed è stato poi sostenuto e portato avanti, in questi
ultimi anni, in collaborazione con
altri Comitati.
Con “dare continuità all’accoglienza” intendiamo volere condividere le difficoltà ed intervenire
in aiuto ai bisogni della popolazione del territorio della provincia di
Dribin, con una particolare attenzione verso i bambini.
Il primo grande aiuto dal 2002 al
2006 presso la Scuola Internat
(Istituto) di Riasno e poi, tra i tanti interventi fatti in questi anni
sul territorio della provincia di
Dribin, il Priut di Belaja è stato sicuramente quello più importante:
sistemazione della struttura per
migliorare le condizioni di vita dei
bambini che per brevi e/o lunghi
periodi devono soggiornarvi.
Successivamente si è intervenuti
all’Asilo di Pudovnia: sistemazione di parte della struttura (in particolare i bagni e la pavimentazione dei corridoi) per realizzare “un
campo estivo” sulla provincia. Il
campo estivo è iniziato e lo scorso
anno sono state fatte delle attività
anche con la collaborazione dei
giovani di “Ulipka”, che ogni anno
sono presenti per un periodo di
“animazione” nell’istituto di Riasno e non solo.
Lo scorso anno si è intervenuti al
Centro correzione-sviluppo, insegnamento e riabilitazione di Dribin: sistemazione della struttura
(rifacimento pavimento, porte e
realizzazione di un bagno) per migliorarne l’utilizzo sia da parte dei
bambini e ragazzi portatori di
handicap, sia da parte delle educatrici presenti.
In questi anni, partendo dalla positiva esperienza dell’istituto di
Riasno, i Comitati hanno altresì
raccolto la richiesta di nuove serre agricole, che sono state posizionate in diversi ambiti scolastici
della provincia.
Questi tre interventi (tra i tanti
realizzati), portati a compimento
grazie anche alla fattiva collaborazione delle autorità della provincia di Dribin (che riteniamo fondamentale), evidenziano come attraverso l’aiuto materiale si possa
avere un risvolto sociale importante. È questo sicuramente l’aspetto che ha spinto sinora i Comitati ad impegnarsi molto ed è
su questa linea che pensiamo si
debba continuare.
Il progetto è sostanzialmente sostenuto con raccolta di fondi che i
comitati realizzano attraverso iniziative, manifestazioni, banchi
vendita e con la proposta di “adozione a distanza del progetto”.
Inoltre abbiamo sempre avuto
tanta fiducia (come è sempre avvento in questi anni) nelle donazioni di persone e/o enti.
Il cammino di questa “bellissima
storia di solidarietà” vuol continuare anche in questo anno 2013;
in questi mesi, i Comitati di Trezzo sull’Adda, Filago e Ponteranica, si sono ritrovati a discutere e
programmare il nuovo anno di attività e hanno cercato di trovare
delle soluzioni che tengano presente anche la realtà delle famiglie italiane.
La crisi economica non ci aiuta e
alcune delle nostre famiglie sono
state toccate direttamente dalla
crisi, alcune hanno anche “perso”
il lavoro. Non è facile in questa si-
tuazione programmare un progetto di aiuto; è difficile trovare
fondi economici.
È comunque nostro impegno dare
continuità al:
• “Progetto Accoglienza” dei bambini per una vacanza di risanamento
• “Progetto Dribin” cercando di capire quale possano essere gli interventi futuri e le modalità.
Nella provincia di Dribin sono attivi il Progetto “ Per la Vita” (un
aiuto alla lotta contro alcolismo)
della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” e l’Associazione Giovani
Ulipka (giovani studenti italiani)
che in questi anni sono stati vicini
alle famiglie e ai bambini del territorio.
Sarà nostra premura discutere insieme alle autorità della provincia
di Dribin queste proposte in occasione del nostro prossimo viaggio
in Bielorussia, perché vogliamo
continuare ad essere presenti sul
territorio e solidali, vicini, nelle
nostre possibilità, all’esigenza della popolazione.
Tutto questo sempre con uno spirito di collaborazione.
Laddove è possibile, realizzare gli
interventi di sistemazione/ristrutturazione in collaborazione con
ditte/aziende/persone bielorusse
contando sull’impegno personale
del Presidente e dei suoi collaboratori per il reperimento di tali
risorse.
La presenza dei volontari (Comitati) è comunque garantita con
professionisti italiani (idraulici,
muratori, elettricisti….) per supportare il lavoro ma anche per verificare che gli interventi vengano
realizzati a regola d’arte.
Comitato “ Aiutiamoli a Vivere”
di Trezzo sull’Adda
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ESPERIENZE DI VOLONTARIATO
ALL’UNIVERSITÀ DI BREST
AIUTIAMOLI A VIVERE
L
’”Accademia dei Volontari” è
stata creata nel 2010 presso
la Facoltà di Pedagogia Sociale dell’Università Statale di
Brest “A. Pushkin”. È un’associazione di studenti e professionisti
della Facoltà impegnata in attività
di volontariato: il suo scopo è sviluppare negli studenti – futuri
specialisti nel settore socio umanitario – il loro orientamento professionale attraverso l’incremento
di iniziative di volontariato finalizzate alla soluzione di problematiche educative, psicologiche e di
grande rilievo sociale.
In particolare gli obiettivi dell’associazione sono:
• formare motivazioni, interessi,
attitudini dei futuri professionisti
del settore socio umanitario ad attività volontarie e professionali;
• aggiornare le conoscenze teoriche degli studenti attraverso esperienze pratiche;
• agevolare l’offerta di supporto
sociale, pedagogico e psicologico a
diverse categorie di persone a rischio;
• sviluppare attività di prevenzione nel contesto della diffusione
dell’HIV;
• organizzare attività di informazione per la diffusione del concetto di importanza e dei vantaggi del
volontariato per la società moderna e per la promozione del volontariato tra i giovani;
• creare le condizioni per la diffusione delle attività sociali degli studenti, orientate alla soluzione di
problematiche socio-culturali, psicologiche ed educative, per formare la loro cittadinanza attiva e le loro qualità morali e di leadership;
• istituzionalizzare il volontariato
all’Università;
• raccogliere e diffondere le buone pratiche del volontariato;
• promuovere l’acquisizione da
parte degli studenti di specifiche
esperienze di interazione con diverse tipologie di istituzioni sociali;
• impegnare futuri professionisti
del settore socio-umanitario in
progetti psicologici, pedagogici e
sociali.
L’Associazione include un gruppo
di studenti in rappresentanza delle facoltà di Psicologia, Pedagogia,
Storia, Filologia, Pedagogia sociale (ma è possibile inserire studenti
di altre facoltà desiderosi di essere
coinvolti nelle attività di volontariato).
L’organizzazione delle attività è
basata sui principi di volontarietà
e autogoverno. La struttura gestionale è l’Assemblea generale
dei soci che è eletta dal Consiglio
di Coordinamento dell’Accademia, costituito dai rappresentanti
delle sopracitate facoltà. L’Assemblea esamina i piani di lavoro,
ascolta i rapporti sulle attività del
Consiglio e dei soci. L’organo supremo di autogoverno è il Consiglio di Coordinamento guidato dal
suo Presidente, che è eletto tra i
membri del Consiglio.
La struttura dell’Accademia può
essere così rappresentata:
• il consulente scientifico – Vicerettore dell’Università
• il coordinatore – il decano della
facoltà di Pedagogia Sociale
• il responsabile – studente postuniversitario di Pedagogia
• i docenti - lo staff docente dell’Università
AIUTIAMOLI A VIVERE
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• i curatori – i leader del movimento di volontariato
• i volontari – persone che studiano all’Accademia del Volontariato.
Il lavoro dell’Accademia è svolto
in accordo con la pianificazione e
in corrispondenza con gli orientamenti dell’attività di volontariato,
che sono stabiliti in base alle necessità dei suoi potenziali partecipanti e destinatari:
- orientamento psicologico e pedagogico: riguarda l’impatto sulla
salute, sul comportamento e sullo
stato emotivo dei destinatari e dei
volontari (terapia clown come sostegno socio psicologico dei bambini con bisogni speciali del centro di riabilitazione per l’infanzia
di Brest; sostegno socio pedagogico per le persone con problemi di
vista; sviluppo di progetti sociali
come “La mia mano nella tua” rivolto ai bambini oncologici, “Vai
nella direzione giusta” che riguarda la tratta di persone, “Dottor
Clown” per l’umanizzazione dei
processi di riabilitazione dei minori in ospedale…);
- orientamento sociale: riguarda
il sostegno agli interessi e ai bisogni materiali, morali, familiari e
nazionali (organizzazione di attività di beneficenza e di mutuoaiuto; “Il sole è alla tua piccola finestra” per aiutare le persone sole
in vista del periodo autunno-inverno; “I sogni si realizzano” per
aiutare gli orfani e i bambini con
problematiche nello sviluppo;
“Buon cuore” in aiuto dei veterani
nelle iniziative per le celebrazioni
del Giorno della Vittoria; “ABC
Famiglia” per formare un atteggiamento responsabile dei giovani
verso i futuri legami parentali; organizzazione di iniziative per la
Terza Età in collaborazione con i
centri sociali locali nel distretto
Lenin…)
- orientamento valoriale: per l’educazione a uno stile di vita salutare degli studenti e dei destinatari (informazioni sulla prevenzione dell’HIV tra i giovani, sulla tubercolosi, diabete, alcolismo, consumo di sostanze, fumo alla popolazione cittadina; “pensa adesso al
tuo futuro” è diretto alla prevenzione dell’alcolismo da birra tra i
giovani; “Sii sano” riguarda la tubercolosi…)
- orientamento socio-culturale:
riguarda l’innalzamento del livello culturale, organizzazione di attività di tempo libero (discoteca
tematica per studenti, gare di poster, di disegno su strada, di pubblicità sociale, organizzazione di
concerti, festival, intrattenimenti
per orfani e bambini con bisogni
speciali, salotti letterari, laboratori creativi per anziani soli…)
- orientamento alla prevenzione:
per prevenire le emergenze dei
giovani emarginati (punti informativi sui pericoli di alcool, droghe, fumo, tratta di persone e prevenzione HIV, giochi di ruolo per
formare un’attitudine responsabi-
le ai legami parentali, prevenzione degli abusi sui minori in famiglia…)
- orientamento alla leadership:
formazione di una cittadinanza
attiva negli studenti, sviluppo della loro iniziativa (addestramento
alla leadership, alla comunicazione, gruppi di dibattito, café didattici sulla gestione del tempo, raccolta fondi…)
E necessario organizzare un lavoro speciale con gli studenti per
sviluppare nel contempo attività
accademiche ed extracurricolari
finalizzate all’aiuto, consentendo
ai futuri professionisti dell’area
socio-umanitaria di entrare nella
dimensione sociale, impegnarsi
con la comunità professionale,
poiché la partecipazione al lavoro
volontario può produrre uno stabile orientamento sociale e professionale della personalità, in
grado di percepire a attribuire valori morali, per agire in sintonia
con le proprie convinzioni, offrendo l’opportunità per una piena soddisfazione personale e uno
sviluppo professionale
Tatiana V. Sokolova
Studentessa del Master
di Pedagogia all’Università
di Brest
Responsabile dell’“ Accademia
dei Volontari” dell’Università
di Brest
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Sulle strade dei pacchi
Immediato trasferimento a Rogaciov
sull’autostrada imbiancata. Nevica,
tutto è buio e vuoto, salvo poche luci
che sfilano accanto a noi quali fossero navi lungo la costa di un mare
candido. Saremo alloggiati in due camere presso un ostello per studenti.
Mangiamo in camera un boccone del
cibo che ci siamo portati dall’Italia.
Il mattino ci trasferiamo alla scuola
dove aspetteremo i due TIR bielorussi commissionati dall’ufficio di Minsk
che ci accompagneranno nel nostro
viaggio.
Entriamo nella stanza dove sono accatastati in magico equilibrio, dal pavimento al soffitto, i circa 1800 pacchi e iniziamo a fare i primi controlli.
Arrivano alcuni ragazzi della scuola
che, indossando i loro camici da lavoro, ci aiuteranno a fare il carico.
Spuntano finalmente i due camion e
si presenta la prima difficoltà: la troppa neve impedisce al camionista di
portare il suo mezzo vicino al magazzino. Provvidenziale giunge un trattore che trascina il primo TIR al suo
posto.
Aperto il telo, si spalancano i 15 metri del cassone. Formiamo una catena umana che trasporta il carico. La
procedura è minuziosa, prima si caricano i pacchi dell’ultimo scarico,
via, via tutti gli altri fino a completare con il primo. Vengono verificati
tutti i pacchi con l’elenco, non ci devono essere errori o pacchi mancanti. Per l’una finiamo.
La scuola ci ha preparato in un’aula il
pranzo: patate con il pollo, aringa, salame, pane, prosciutto, cetrioli e, al
centro del tavolo, la bottiglia della
vodka e il vino di amarene.
Nel pomeriggio completiamo il carico del secondo TIR.
AIUTIAMOLI A VIVERE
N
uovo viaggio in Bielorussia al
seguito dei TIR “pacchi personalizzati”.
Il mio intento, quando chiesi di partecipare a questa missione, era di conoscere e comunicare a quelle famiglie del mio comitato che, come me,
non sapevano quale fosse la strada
che i nostri pacchi percorrono prima
di giungere ai nostri bambini.
La mia sarà una cronaca (spero il più
fedele possibile) che intende raccontare ciò che avviene a quelle scatole
da noi riempite, indirizzate ai “nostri
bambini bielorussi” e portate alla sede del comitato.
Dai comitati e dalle associazioni, i
pacchi vengono raccolti presso il magazzino di Soresina che stiva e organizza anche i TIR della speranza e le
vacanze lavoro della Fondazione.
Presso il magazzino ci sono dei volontari che organizzano i vari “scarichi” siglando con delle grosse lettere
colorate i vari gruppi di scatole, segnalando il posto dove verranno consegnati, e che preparano tutti gli
elenchi e la documentazione neces-
saria alla spedizione.
Ricevuti tutti i pacchi, entro il mese
di ottobre, vengono caricati due
grossi autoarticolati autorizzati a
viaggi extra nazionali che partiranno
alla volta di Rogaciov in Bielorussia
dove presso una scuola verranno scaricati all’interno di una sala (il teatro), poi sigillata, a disposizione della
dogana che provvederà ai controlli.
Al termine di queste pratiche burocratiche, a dicembre, entra in scena il
gruppo al quale ho partecipato, che
provvederà alla consegna materiale
nei vari punti di scarico.
La pattuglia è composta da Aldo da
Venezia, Angelo e Diego dalla provincia di Bergamo, Aldo Cicoria (capo di
noi tutti e rappresentante della Fondazione) ed io.
Volo su MINSK (fino a qualche anno
fa la spedizione avveniva via terra) e
incontro con le due interpreti: Julia,
moglie di Diego, e Natascha, più il
nostro autista Ivan.
AIUTIAMOLI A VIVERE
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Circa 300 pacchi sono già a destinazione, verranno ritirati dalle famiglie
direttamente qui a Rogaciov.
Non fa troppo freddo (circa - 10 gradi), però soffia un vento che gela il
sudore sulla mia barba.
Il carico è completo, tutti i pacchi sono presenti all’appello scandito da
Diego. I due camion partono per le
destinazioni.
Domattina noi ci divideremo sui due
pulmini: Aldo Cicoria, Angelo, Natasha e il loro autista in direzione nord,
Julia, Aldo, Diego, Ivan ed io in direzione sud.
Il gruppo lavora in piena sincronia, i
miei compagni sono dei veterani che
da anni operano in Bielorussia, e i loro racconti fanno ormai parte delle
vicende epiche della Fondazione.
Tanto entusiasmo e allegria scandiscono il nostro lavoro.
Partenza! Oggi 4 tappe: Bobruisk,
Sosnovibor, Dobrush e Ulukovie.
Chilometri da percorrere: 320 circa.
Nei posti di scarico, le famiglie dei
villaggi vicini, preavvisate, si recano
per ritirare i loro pacchi munite di
un documento d’identità.
I destinatari dei pacchi hanno un numero di telefono al quale trovano dei
responsabili che comunicano l’arrivo
certo delle scatole.
Sulla strada alle 7 è ancora buio e
una macchia azzurra sulla neve accanto alla strada attira la mia attenzione. Non ci sono villaggi in vista,
una bambina tutta sola, alta poco più
di un metro con una giacca a vento
che le arriva alle ginocchia, il cappuccio con il pelo tirato sulla testa,
due gambaletti rossi e uno zainetto
sulla schiena cammina spedita verso
la scuola. È un piccolo fantasma colorato che mi ricorda per chi siamo
in Bielorussia.
Il camion ha i primi problemi, le
strade colme di neve gli impediscono
di avvicinarsi ai magazzini. Il furgone che dovrebbe fare da spola non riesce a partire, il gasolio gela, la temperatura è scesa a - 18.
In Bielorussia hanno iniziato a vendere gasolio a basso costo proveniente dalla Russia e la qualità è pessima.
L’abbiamo visto gelare nell’imbuto
mentre cercavamo di versarlo nel
serbatoio. Rimediamo caricando più
volte il nostro pulmino.
Anche il TIR ha i primi problemi col
carburante, viaggia a scatti con una
media di 30 chilometri all’ora e, alla
fine, si ferma definitivamente.
Cosa fare? I pacchi sono troppi e il
pulmino di Ivan non più sufficiente.
Riusciamo via telefono a trovare un
furgone che ci porta ad un altro scarico. Il camion nel frattempo riparte
ma, dopo 20 chilometri, si ferma
nuovamente con i freni del rimorchio bloccati. È buio ormai. Lasciamo gli autisti del TIR che ci promettono di lavorare tutta notte per risolvere il problema. Raggiungiamo Ulukovie dove ci aspettano per la notte.
Ci ospitano nell’infermeria dell’istituto che accoglie bambini con problemi di crescita. Incontriamo una
ragazza che, parlandoci in dialetto
bergamasco e veneto, ci accompagna
alle nostre camere. La cena ci viene
preparata al refettorio ed è l’occasione per parlare un poco con le responsabili dell’istituto. Purtroppo non abbiamo con noi i pacchi ma speriamo
per il giorno successivo.
Sveglia alle 6 speranzosi ma, le notizie sono pessime; servirebbe un tubicino per freni ma l’unico posto dove
potremmo comprarlo è Minsk, lontanissimo. Partiamo per Dobrush,
scuola del terzo scarico. Julia e Ivan
si attaccano ai telefonini. Dobbiamo
trovare un furgone o un camion ma
sembra impossibile. Inaspettata
giunge la telefonata dall’autista del
TIR: sono partiti e fra poco dovrebbero arrivare. Giunti alla scuola, allertiamo i ragazzi che dovranno aiutarci. Armati di pale partono per smussare dalla neve le curve che portano
alla scuola, nulla più deve impedire
l’arrivo dei doni. Finalmente il camion parcheggia sulla strada di fronte alla scuola. Guardandolo, capiamo
come è stato risolto il problema della
ruota bloccata. Per non sbloccarla è
bastato togliere il pneumatico e, sorreggere il mozzo con una cinghia
viaggiando così zoppo ma non bloccato.
La catena umana si attiva e in poco
tempo il carico è stivato nel salone
della scuola pronto per la distribuzione.
Effettuiamo gli scarichi di Rechiza e
Kalinkovichi. Ottimo, se ci sbrighiamo, recupereremo il tempo perduto.
Risaliamo sul pulmino e partenza.
Fuori dal cancello vediamo il camion
che avrebbe dovuto già essere partito
per la destinazione successiva. Un’altra cattiva notizia, ora altre due ruote
sono bloccate, non si possono certo
togliere anche loro.
La disperazione dura un attimo, Ivan
ingrana la marcia e si mette a rincorrere lampeggiando i fari, un furgone
che ci è passato davanti. L’inseguimento si protrae per una decina di
minuti con noi che “facciamo i fari” e
l’inseguito che accelera. Finalmente
si ferma davanti a casa e Ivan tenta di
convincerlo ad aiutarci. Purtroppo è
già carico per il viaggio del giorno
successivo e non può aiutarci.
È sera e rientriamo mesti alla scuola.
Ma Ivan non è certo rassegnato; si
piazza in mezzo alla strada e attende
al varco furgoni di passaggio. Riesce a
bloccare uno stupendo Mercedes
nuovissimo, tanto che non ha ancora
la targa. Confabula qualche minuto
con l’autista e si avvicina sorridente.
C’ è la disponibilità, bisogna trattare
il compenso. Accordo raggiunto! Il
furgone è grande, riusciamo a caricare più di cento pacchi. Scaricando le
nostre valigie riusciamo a completare il carico sul nostro pulmino.
Giunge anche un altro furgone sul
quale carichiamo LelchitsI.
Via ora per Mozyr con 149 scatole.
Due ore di viaggio e giungiamo allo
scarico. Una folla ci attende, circa 80
genitori ci stanno aspettando, sono le
19,30 e avremmo dovuto essere qui
per le 12,30. La catena stavolta è doppia, potente e rapida.
Ancora un carico per Petrikov, tanti
chilometri e anche una tormenta di
neve e siamo tornati in tabella prevista.
È ora di rientrare a Kalinkovichi, dove Irina e Natasha ci ospiteranno per
la notte. Giungiamo a casa loro a
mezzanotte, declinando l’offerta della cena; troppo stanchi ci mettiamo a
letto.
Il mattino ci sveglia il gatto di casa
passeggiando sulle nostre coperte. In
cucina troviamo Irina con uova all’occhio di bue, caffè e chai bollenti.
Grati salutiamo e ripartiamo per verificare se il TIR è risorto nuovamente.
Il miracolo non è avvenuto. Ci mancano ancora gli scarichi di Glinka,
Pinsk e Telekani.
17
A
goglio, fieri di aver compiuto la nostra missione.
A consuntivo, abbiamo consegnato a
dei bambini che ci aspettavano circa
1800 pacchi e percorso con i nostri
pulmini circa 2900 chilometri.
Tutti a nanna in un’unica camerata.
La mattina è il profumo del caffè di
Aldo che ci sveglia.
Sono le cinque e ancora 220 chilometri ci separano dall’aeroporto. Sul
pulmino stracarico barzellette si alternano a sonore russate, per fortuna
“Ivan il Grande” veglia su tutti noi.
Questo che vi ho raccontato è solo
“l’ultimo stadio” di un’organizzazione grande e precisa.
Le persone che la realizzano, dai volontari alle interpreti, agli autisti sono persone animate da un’energia
che travolge e, a volte, supera i limiti.
Un ultimo pensiero prima di chiudere.
A volte, parlando con le altre persone
del nostro comitato, a Rosangela e a
me è capitato di sentire alcuni discorsi in merito all’opportunità o meno di
inviare ai nostri bambini, per Natale,
il dono del pacco. Valutare se fosse
meglio spedire loro del denaro con il
quale potessero acquistare ciò che
vogliono.
Di sicuro credo che sarebbe meglio e
più facile, per noi prendere semplicemente delle banconote dal portafoglio e metterle in una busta.
Di sicuro sarebbe meno faticoso per i
volontari se il numero dei pacchi fosse inferiore.
Ma noi pensiamo che sarebbe un errore. Mai regaleremmo a una persona a cui vogliamo bene del denaro se
non fosse lei che ce lo chiedesse.
Recuperare la scatola, scegliere con
che cosa riempirla, cercare il dono
più gradito, quello che esprime meglio il nostro pensiero, chiuderla,
controllare che tutto sia corretto,
mettere l’indirizzo e spedirla, attiva
quel movimento che ci rimette in
contatto con Nastia e la sua famiglia
e, per noi, ciò è cosa buona.
Il racconto di un’insegnante incontrata in una scuola mi ha confermato
la nostra convinzione: “mio figlio, ormai universitario, ancora riceve il suo
pacco dalla famiglia italiana e l’attesa
è ancora così grande che mai mi permetterebbe di aprirlo prima di lui”
Raffaele Vezzola
Comitato Santa Barbara Lodrone (Tn)
nche quest’anno siamo riusciti a portare a termine il progetto “ Pacchi Personalizzati”. Ci sono state delle difficoltà. Pochissimi Comitati hanno rispettato il termine stabilito per la consegna dei pacchi. Circa il 70 % dei pacchi sono stati consegnati
nel periodo indicato come “in via eccezionale”.
Da quel momento è iniziata una corsa contro il tempo per selezionare, catalogare, raggruppare per indirizzi i pacchi, individuare
i referenti per i 21 punti di scarico, preparare dei pacchi personalizzati per i bambini degli Istituti che si sobbarcano questo impegno, prenotare il Tir, siglare tutti i pacchi per renderli facilmente individuabili per le consegne. Abbiamo deciso, calcolato il volume dei pacchi, di prenotare un camion con rimorchio anzichè due Tir, per risparmiare sulle spese di spedizione. Purtroppo , per
la presenza di numerosi “pacchi” fuori misura (biciclette e varie attrezzature sanitarie)che davano un ingombro difficilmente calcolabile, non siamo riusciti a caricare circa 100 pacchi. Abbiamo rimediato con una spedizione “Groupage” dei pochi pacchi rimasti. Le pratiche doganali sono andate bene, i documenti di sdoganamento erano pronti prima dell’arrivo dei nostri volontari.
Julia ha avuto una disavventura nel viaggio per la Bielorussia. La partenza era nel giorno del caos ferroviario di Trenord e ha
perso l’aereo. È partita due giorni dopo. All’arrivo hanno trovato le temperature invernali bielorusse: tra i 10 e i 20 gradi sottozero e neve.
Un Tir è riuscito a fare solo poche tappe di quelle previste (si trattava di fare oltre 1000 Km con dieci scarichi), ma grazie all’intraprendenza di Ivan i nostri volontari sono riusciti con mezzi di fortuna a consegnare tutti i pacchi nei tempi stabiliti. Il secondo Tir non ha avuto problemi; in compenso dopo l’ultima consegna si è rotto il furgone su cui viaggiavano Aldo e Angelo che sono stati recuperati sempre da Ivan alla fine del proprio percorso. Ivan è l’autista del furgone che accompagna molti di noi nelle visite in Bielorussia, ma è molto più di un autista, è uno di noi (inteso come Fondazione Aiutiamoli a Vivere).
Realizzare questo progetto è sempre un’avventura, anche per la stagione in cui si realizza.
Tenteremo di anticipare un po’ i tempi, anche se non sarà facile. Siamo riusciti, nonostante le disavventure a contenere i costi
(abbiamo speso meno dello scorso anno) e con i tempi che corrono, l’aspetto economico è essenziale. È auspicabile che sempre
più le famiglie aderiscano a questo progetto, che rimane valido anche per chi ha cessato di accogliere i bambini in Italia, ma mantiene ancora rapporti con la famiglia bielorussa.
Alessandro Tironi
AIUTIAMOLI A VIVERE
Per fortuna Sasha, l’autista del Mercedes, ci aveva dato il suo numero di
cellulare.
Cinque minuti ed è con noi. Due scarichi sul suo furgone e l’ultimo sul
nostro pulmino con ancora 300 chilometri da percorrere.
Gli inconvenienti dei giorni passati
ci hanno ormai vaccinato. Negli ultimi tre scarichi tutto è filato liscio,
arriviamo a TELEKANI dove dormiremo e ci giunge la notizia che anche la spedizione diretta a nord ha
avuto un problema. Tutti gli scarichi (Kostiukovici, Klimovichi, Dribin, Sklov, Vitebsk, Liozno, Vetrino,
Molodechno, Minsk, Molchad, e
Zhabinka) sono avvenuti ma il loro
pulmino si è rotto e sono a piedi.
Tocca ad Ivan mettersi in viaggio,
170+170 chilometri per recuperare
i naufraghi.
A sera, tutti di nuovo riuniti. Finalmente una doccia calda ed un’allegra
cena nella mensa dell’istituto con le
due responsabili.
Una telefonata ci riporta a Kalinkovichi. La polizia stradale ci chiede informazioni in merito ad un camion
fermo, davanti ad una scuola, che
crea problemi al traffico e gli autisti
sostengono di essere parte di un aiuto umanitario. Ne sappiamo qualche
cosa?
Poveri autisti, sono ancora bloccati.
Un poco di stanchezza ma tanto or-
AIUTIAMOLI A VIVERE
18
“Aiutiamoli a Vivere” x 5 x 1000 = 5000
“Aiutiamoli a Vivere”
Fai questa moltiplicazione ideale di solidarietà, cerca insieme a noi
altri cinque amici che possano sostenere la Fondazione attraverso
l’apposizione della propria firma e l’inserimento del Codice Fiscale:
91017220558; come risultato vedremo il volto dei nostri bambini illuminarsi di rinnovata speranza.
Diventa insieme a noi moltiplicatore di solidarietà:
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c) La deducibilità nei limiti del 2% del reddito complessivo dichiarato
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L’angolo della posta
CROLLA IL TETTO DELLA CENTRALE DI CHERNOBYL
Sulla stampa francese (L’Express –
12/2/2013) è apparsa la notizia del
crollo di una parte di tetto e di un
muro della sala turbine a pochi metri dal sarcofago del reattore 4 della
centrale nucleare di Chernobyl. L’episodio, senza vittime, ha interessato una zona che non è oggetto di lavori in corso e viene considerato di
scarso rilievo dalle autorità bielorusse. Tuttavia il personale dei
gruppi francesi che lavorano al can-
tiere di confinamento del sarcofago
è stato evacuato per precauzione e
sono in corso misurazioni del livello
di radioattività.
Greenpeace Russia esprime preoccupazioni sulla stabilità del sarcofago, che vengono respinte dalla direzione della centrale. I lavori comunque dovrebbero riprendere a breve,
dopo un sopralluogo dei responsabili della centrale, e dovrebbero
concludersi alla fine del 2015.
(N.d.R.)
ESPERIENZA DI OSPITALITÀ
Nel mese di settembre abbiamo desiderato vivere personalmente l’esperienza di accogliere nella nostra
casa una bambina bielorussa, e il
nostro pensiero è tornato su quella
poesia di Helen Walter, che ci fu
mostrata al nostro primo incontro
con il Comitato di Vignate di Aiutiamoli a Vivere e dice così:
Senti un po’: /chiudi gli occhi e concentrati. /Cerca di immaginare una
persona, /proprio come te, /della
tua stessa età / e di circa la stessa
altezza, / pressoché la stessa stazza,
/ con gli stessi capelli /e le stesse
speranze e idee. / Solo che un giorno / Le sue speranze sono state distrutte. / Sta soffrendo per colpa del
vento. / Perché il vento ha soffiato
nella loro direzione / In quella giornata fatidica del 1986. /Tu la puoi
aiutare.
I bambini sono quelli che hanno più
pagato per questa situazione; io e
mio marito abbiamo capito pertanto che ospitare, accudire, prendersi
cura, aiutare, accompagnare questi
bambini, non doveva essere una
esperienza banale, ma una vera
“ACCOGLIENZA” predisponendo
un atteggiamento interiore, un modo di essere e di porsi in relazione
con “l’altro”, facendo spazio dentro
se stessi, aprendosi a considerare il
bambino, a conoscerlo e riconoscerlo.
Abbiamo condiviso anche con le altre famiglie ospitanti le stesse emozioni, le stesse idee, rendendoci partecipi del destino di persone “estranee”, con un “comune sentire”. La
sensazione reale che ti accompagna
dal primo giorno è quel “mi fido di
te”, un messaggio, una richiesta che
tanti bambini bielorussi ci rivolgono con gli occhi, con i sorrisi, con
gli abbracci.
Abbiamo accolto Sasha con la gioia
nel cuore, offrendole la semplicità e
l’esempio di una famiglia serena,
abbiamo lasciato spazio alla sua
personalità, imparando ad ascoltare, ad accogliere ciò che voleva comunicare, sorprendendoci per le
piccole cose che ci ha saputo donare. Le abbiamo offerto le cose essenziali per la sua vita, senza farci coinvolgere dalla voglia di “dare”. È stato bello capire che nella diversità
linguistica ci è stata l’opportunità di
scoprire che il linguaggio del cuore
è stato il miglior canale comunicativo.
Abbiamo conosciuto così anche alcune maestre dei bambini, gli accompagnatori, le interpreti, delle
persone veramente “belle dentro”,
capaci di costruire un legame di affetto, di sincera amicizia, solo condividendo gli stessi obiettivi, senza
false ideologie o discriminazioni di
pensiero, cultura.
È stato difficile il momento del distacco, dei saluti all’aeroporto, sia
con gli adulti, sia con i bambini, è
stato come perdere una parte di noi
che ormai era entrata nel loro mondo, fatto di semplicità, di concretezza, di veri rapporti di condivisione:
un vuoto interiore che verrà colmato nuovamente con il prossimo periodo di permanenza in Italia, il
quale ci regalerà ancora emozioni
indimenticabili!
Maria Elena Genovini
e Fabrizio Piacenti
Comitato di VIGNATE (MI)
AIUTIAMOLI A VIVERE
NUOVE SPERANZE DI VITA IN
BIELORUSSIA
Fonti d’agenzia (BELTA) riferiscono del primo trapianto di cuore pediatrico in Bielorussia. L’operazione, durata più di 4 ore, è avvenuta
lo scorso 13 febbraio presso il Centro di Ricerca Cardiologica di
Minsk su una bambina di 11 anni
affetta da cardiomiopatia dilatativa
congenita e ha visto l’intervento di
un team di 12 specialisti del centro,
guidati dal Prof. Yuri Ostrovsky. La
piccola paziente ha già lasciato il
reparto di terapia intensiva ed è in
buone condizioni. Il Direttore del
Centro, Alexander Mrochek, ha riferito che altri 5 bambini sono in
attesa di trapianto, che dovrebbe
avvenire in un prossimo futuro. Nel
corso del 2012 in Bielorussia sono
stati effettuati 21 trapianti di cuore
su pazienti adulti e, in generale,
274 trapianti organici: la cifra colloca la Bielorussia al primo posto in
questo settore tra gli stati che appartengono alla CSI (Comunità di
Stati indipendenti, dell’ex URSS)
con un dato di 29 trapianti per milione di abitanti, rispetto ai 9.1 della Russia e ai 2.2 dell’Ucraina.
(N.d.R)
AIUTIAMOLI A VIVERE
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IL PAESE SOSPESO
Quando vuoi bene a qualcuno non
conta dove si trova, ma conta solo
che tu possa ascoltare la sua presenza nel tuo cuore.
L’età, gli acciacchi, l’incertezza hanno segnato il cammino fatto all’interno della Fondazione e tante volte
mi ritrovo a pensare al niente; che
bello non pensare a niente, non pensare a niente è avere per intero l’anima propria.
Rivivendo gli ultimi vent’anni della
mia vita, ritrovo in continuazione e
totalmente la Fondazione e la Belarus, un intreccio di vissuto che mi
ha forgiato il vivere.
Dovrei avere imparato a lavorare insieme costruendo comunicazione,
conoscenza, fiducia. Considerare la
visione e il sentire degli altri come
insegnamento di verità diverse. Sminuire il mio desiderio per non limitare il desiderio degli altri. Praticare
la passione come base di lavoro produttivo e solidale. Rinviare giudizi,
per proporre e scambiare osservazioni; tutti siamo meritevoli e rispettabili indipendentemente dai risultati,
perché ciascuno impara attraverso
l’esperienza personale e da quella
degli altri.
È doloroso e impegnativo il cammino del convivere, pensare di non riuscire sufficientemente a rendere
proficuo l’impegno e il lavoro quotidiano ed essere logorati da una situazione in continua sospensione e
fluttuazione del paese Belarus e del
mio vivere quotidiano.
Sono in un guscio di cartone e ascolto ciò che racconta il vento, eppure
sono ancora qua e ogni volta assaporo l’aria pungente della solitudine.
Attraversiamo un periodo di transizione, un periodo cupo e di volgarità, un periodo segnato da chiusure
ed egoismi, un periodo dove regna
l’imperativo del distruggere.
Non pensare a niente è il vivere intimamente il flusso e il riflusso della
vita; allora scopro che la Fondazione
è fatta da uomini e donne umili, giusti, impegnati, silenziosi, sempre al
lavoro, disponibili alla solidarietà.
Questa è la fortuna e la ricchezza
della Fondazione. Questa è stata ed è
la mia fortuna: essere stato accettato
e accolto all’interno di questa famiglia, essere stato istruito a crescere
ed essere al servizio.
Dico a me stesso, e vorrei potere dire
ai miei compagni di viaggio, al quasi
mio paese Belarus:
“lasciati andare, andrai ovunque,
sino alle porte del cielo, e sarai vento, vento per sempre, voglio pensarti e vederti con gli occhi del cuore in quell’angolo di cielo azzurro
dove stanno le persone buone, dove
non vi è dolore e paura”.
Lino dal Monte
CERCANDO MARIA
“La storia di una bambina che non
puo’ farne dimenticare migliaia
d’altri”.
In occasione del 27° anniversario
dello scoppio della centrale di
Chernobyl, al cinema Garden di
Clusone (Bg) a cura dell’associazione Aiutiamoli a Vivere -Altopiano di
Clusone verrà proiettato il film
“CERCANDO MARIA”. Ci sarà una
proiezione giovedi 18 aprile alle ore
21.00 per tutto il pubblico, alla
quale sarà presente il regista dell’opera Franco Diaferia, mentre al
mattino del giorno 19 aprile ci sarà
una proiezione per gli alunni delle
scuole superiori. Tutto questo av-
viene grazie alla disponibilità della
Parrocchia di Clusone e della Fondazione Cariplo.
La pellicola narra di un gruppo di
giornalisti che, incaricati di realizzare ricerche su argomenti connessi all’incidente alla centrale giapponese di Fukushima, si imbattono in
un episodio del 2006 relativo a una
bambina, di nome Maria, accolta
per un soggiorno terapeutico e poi
trattenuta in Italia dalla famiglia
ospitante e nascosta, fino all’esplodere del caso a livello internazionale. L’indagine giornalistica si sposta
allora a Kiev, dove un sacerdote
cattolico mostra di sapere molte
cose su quella vicenda e più in generale sul movimento delle adozioni internazionali, ma andando alla
ricerca della piccola Maria scoprirà
molte verità dolorose.
“Cercando Maria” – afferma il regista – contiene nel titolo una doppia
valenza: il riferimento religioso al
fatto che un prete cattolico sia protagonista della vicenda, ma soprattutto che tutto ciò che accade nel
film sia generato dalla volontà di
operare in favore della bambina
quale metafora e trasposizione di
tutti i bambini che vivono condizioni di forte disagio.
Comitato dell’Altopiano
di Clusone- AAV
Consegnato il primo premio
della sottoscrizione a premi nazionale
È stata consegnata alla famiglia MANTOVANELLI ELISA del Comitato
di Vigasio (VR) l’autovettura CAPTIVA CHEVROLET, 1° premio della
sottoscrizione a premi nazionale organizzata dalla Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” in occasione del suo ventennale (1992 -2012).
Un grazie a tutti i comitati della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” ONG
che hanno partecipato alla
sottoscrizione a premi e che
hanno reso possibile tale
evento con l’auspicio che i
fondi raccolti possano continuare a sostenere lo sforzo
delle famiglie italiane che
continuano incessantemente a rendere possibile l’accoglienza temporanea di un
bambino bielorusso.