il rapporto di coppia può migliorare

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il rapporto di coppia può migliorare
IL RAPPORTO DI COPPIA PUÒ MIGLIORARE
A cura del Dott. Luigi Mastronardi (psicologo/filosofo).
Note biografiche. Sito personale: www.luigimastronardi.it/
C'era una volta un romano che ripudiò la moglie. Gli amici lo ammonivano
dicendo: "Non è forse saggia? non è bella? non è feconda?". Il marito allora si
tolse la scarpa... e disse: "Non è bella questa scarpa? non è nuova? però
nessuno di voi sa dove mi sfrega il piede" (Plutarco, scrittore greco, 45 ca.125).
Uno dei problemi delle coppie in crisi è la ferma convinzione che le cose non
possano migliorare. Questa convinzione porta con sé una sensazione di
impotenza e impedisce di mettere in atto delle strategie di cambiamento volte
a ritrovare il benessere nella coppia. E' stato invece osservato che basta che
uno solo dei due cominci ad effettuare qualche cambiamento in meglio perché
il rapporto ne tragga giovamento; inoltre, il cambiamento di uno dei due
partner provoca dei cambiamenti anche nell'altro.
Certo non è facile iniziare il cambiamento. Quello che può succedere quando si
prende in considerazione l'idea di cambiare è che ci troviamo di fronte ad
atteggiamenti mentali o opinioni radicate che indeboliscono la motivazione.
Raramente queste opinioni risultano valide. Vediamo, quindi, quali sono le più
frequenti e quale può essere il modo per affrontarle:
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"Il mio partner è incapace di cambiare". Questa asserzione è
praticamente sempre sbagliata. Non esistono persone incapaci di
cambiare. Il nostro sistema nervoso centrale è organizzato in maniera
tale da spingerci all'apprendimento di modi di vedere e strategie sempre
nuovi e migliori. I nuovi schemi di pensiero o modelli di comportamento
che aumentano il piacere e diminuiscono la sofferenza sono destinati a
soppiantare quelli vecchi. Quindi, se nell'ambito del rapporto di coppia si
riescono a sperimentare modi di vedersi e di comportarsi più
soddisfacenti dei precedenti, ci ritroveremo quasi automaticamente ad
utilizzare queste nuove modalità che ci arrecano maggior piacere.
"Non c'è nulla che possa modificare il nostro rapporto". Questa è
un'affermazione forte e, come tutte le affermazioni che contengono
termini tipo 'tutto' o 'nulla' va verificata. Cominciamo con il mettere a
fuoco quali sono i problemi specifici del nostro rapporto. Creiamo un
elenco di questi problemi ponendoli in ordine di difficoltà crescente.
Cominciamo quindi da quello che ci sembra più facile da affrontare,
sforziamoci consapevolmente di applicare delle strategie mirate alla
risoluzione del problema e osserviamo i risultati. Di solito se si è motivati
e si comincia con un problema di facile soluzione i risultati sono positivi.
E questo può indurre un pizzico di ottimismo in noi e nel nostro partner,
motivarci ad andare avanti e affrontare problemi sempre più complessi.
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"Le cose non faranno che peggiorare". Il timore di essere
nuovamente feriti, può renderci pessimisti e riluttanti a coinvolgerci di
nuovo nella relazione ("Se le mie speranze si ridestassero, finirei con il
soffrire ancora", " Meglio non aspettarsi più niente"). Questo
atteggiamento di ritiro è senz'altro comprensibile, ma non è
indispensabile. Esistono sempre delle ragioni per cui vale la pena di
lasciarsi nuovamente coinvolgere. Anche solo per un momento,
allontaniamo da noi la cappa di pessimismo e di timore e volgiamo
l'attenzione a queste ragioni: cerchiamo di prestare attenzione agli
aspetti positivi del nostro rapporto. Ci renderemo conto che sono più di
quanto immaginiamo, anche se col tempo abbiamo finito col darli per
scontati e non notarli più.
"Se abbiamo bisogno di occuparci del nostro rapporto c'è
qualcosa che non va". Innamorarsi è facile, ma per sviluppare e
consolidare un rapporto occorrono riflessione e impegno. Due partner
iniziano la vita in comune con modi di vivere, abitudini e atteggiamenti
che possono essere molto diversi. E' necessario impegnarsi per
sviluppare capacità di adattamento reciproco, per imparare a comporre le
divergenze e trovare l'armonia nel rapporto.
"Ormai il danno è troppo grande". Questa affermazione va valutata
realisticamente. Fino a quando non avremo tentato qualche rimedio
essenziale, non possiamo avere la certezza che il nostro rapporto sia
arrivato ad un punto di rottura irreparabile.
Una volta riconosciute e affrontate queste opinioni disfattiste vediamo cosa
possiamo concretamente fare per migliorare il nostro rapporto di coppia:
1. Consideriamo gli aspetti piacevoli del rapporto. Quando una coppia
attraversa un periodo difficile entrambi i partner sembrano provare una
sorta di 'amnesia' rispetto a ciò che ciascuno ama nell'altro. I pregiudizi
negativi ci possono impedire di vedere ciò che nella coppia sta
funzionando bene e ciò che apprezziamo nel partner.
Mark Kane Goldstein, psicologo dell'Università della Forida ha ideato un
metodo semplice ma molto efficace per aiutare le coppie in crisi a
concentrarsi di nuovo sugli aspetti positivi del rapporto. Chiede ad
entrambi i coniugi di registrare graficamente, su una carta millimetrata,
tutte le azioni piacevoli del partner, attribuendo loro un punteggio da 1 a
10 a seconda della soddisfazione che hanno provocato.
Goldstein ha notato un miglioramento del rapporto nel 70% delle coppie
che avevamo usato tale metodo. Un altro metodo consiste nell'invitare
entrambi i partner (o anche uno solo dei due) ad attaccare degli adesivi
in posti non visibili degli abiti dell'altro e staccarne uno ogni volta che il
partner fa un gesto cortese nei propri confronti. Di solito alla fine della
giornata sono stati staccati tutti...
2. Cerchiamo di intuire i bisogni reciproci e di soddisfarli. E'
incredibile quanto un rapporto possa migliorare con questo
accorgimento. Si instaura una sorta di circolo "virtuoso", per cui il
partner che nota il comportamento dell'altro volto a dargli piacere a sua
volta si sente più bendisposto nei suoi confronti e si sforza di intuire e
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fare ciò che può dargli piacere o sollievo. 3. Forniamo informazioni
precise per guidare la condotta dell'altro. Cerchiamo di far capire al
nostro partner cosa desideriamo quando usiamo termini astratti quali
gentilezza, comprensione, amore etc.
Se gli forniamo informazioni più precise possiamo guidare la sua
condotta. Tali informazioni vanno fornite nel modo più franco e diretto,
senza sarcasmi, accuse o insinuazioni. Può darsi che per 'gentilezza'
intendiamo che si offra di fare delle telefonate per noi, ma non è detto
che il partner debba per forza saperlo. Non dimentichiamo, infine, di
'ricompensare' in qualche modo ogni comportamento corretto dell'altro
(con un cenno di apprezzamento, o un bacio, ad es.); in questo modo
aumenteremo la probabilità che tale comportamento si ripeta.
Manifestiamo affetto, sollecitudine, calore. Non diamo niente per
scontato. Facciamo sentire al pater che ciò che facciamo per lui non è un
"dovere", bensì è frutto dell'impegno e del sentimento.
Accettiamo il nostro partner. Il che non significa diventare "ciechi"
rispetto ai difetti dell'altro, quanto pensare che si può lavorare insieme
per migliorare. L'ergersi a giudice del nostro compagno non ha altro
effetto che farlo mettere sulla difensiva, rendergli difficile il lasciarsi
andare e fidarsi di noi.
Siamo sensibili ed empatici. L'attenzione e la partecipazione empatica
ai timori e alle difficoltà del partner è essenziale per ridurre sofferenze
inutili. Se la sensibilità non è una nostra dote naturale possiamo
coltivarla. Se ci sembra che il nostro partner reagisca in maniera
eccessiva a determinati nostri comportamenti, anziché criticarlo e
mantenerci sulla difensiva, cerchiamo di fermarci a considerare quale
potrebbe essere il problema sotteso al suo atteggiamento.
Proviamo ad esaminare con molto tatto, insieme a lui, quali potrebbero
essere i suoi timori o le sue preoccupazioni segrete. Resistiamo alla
tentazione di attribuire ogni sua reazione esagerata a qualche sgradevole
tratto del carattere e cerchiamo di vederla come il segnale di una
vulnerabilità nascosta.
Usiamo comprensione. Cerchiamo di vedere le cose con gli occhi del
partner, non solo con i nostri. Mettiamoci nei panni dell'altro. 8.
Coltiviamo l'intimità. Coltivare l'intimità significa tante cose: rivelarsi i
segreti più riposti, che non si rivelerebbero ad altri; fare insieme le
piccole cose di ogni giorno; ritagliare spazio e tempo per i rapporti
sessuali. 9. Offriamo sostegno. Diamo al nostro partner un senso di
sicurezza, facendogli capire che può fare affidamento su di noi nei
momenti difficili.
Se pensiamo che il nostro rapporto sia in crisi, non perdiamo tempo ad
incolparci a vicenda. Non importa stabilire chi abbia torto o ragione, ma
mettere in atto nuove strategie atte a consolidare il rapporto. Non è necessario
che entrambi i partner si muovano contemporaneamente. Basta che uno dei
due prenda l'iniziativa di ridare vigore al rapporto o di arrestarne il
deterioramento prima che sia troppo tardi.
Se si è imboccata la direzione giusta probabilmente si muoverà anche l'altro
partner. Ci si potrà accorgere che, anche senza la sua partecipazione attiva, i
propri cambiamenti avranno su di lui un effetto positivo. Inoltre, quasi sempre
uno dei due è più preparato, più pronto ad iniziare il cambiamento, perché ha
più strumenti, è più motivato o anche semplicemente perché soffre di più.
Naturalmente può capitare che uno dei due partner o entrambi presentino dei
tratti di personalità tali da rendere davvero ardua la convivenza. Ma di questo
potremo renderci conto solo dopo esserci sforzati davvero di migliorare le cose.
E anche in questo caso, non diamoci per vinti. Se siamo davvero motivati, con
l'aiuto di un professionista e il nostro impegno potremo farcela.