40 anni fa Profondo Rosso Dario Argento: “Bellissima

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40 anni fa Profondo Rosso Dario Argento: “Bellissima
40 anni fa Profondo Rosso Dario Argento: “Bellissima storia scritta d’un fiato”
“Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo”, spiega Dario Argento al
fattoquotidiano.it. “Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L’ho
scritta in pochi giorni tutta d’un fiato.
Fu miracoloso
. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l’ha girato”. Sua la
sceneggiatura di
Profondo Rosso
, sua la regia, sua la scelta dei
Goblin
e della filastrocca nenia di
Giorgio Gaslini
come leitmotiv terrificante della presenza dell’assassino, sue le mani che stringono colli,
accoltellano, spingono teste contro gli spigoli dei caminetti per spappolare dentature e crani:
“Ho seguito il mio istinto – continua Argento – anche per il titolo che, per molto tempo, prima
delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c’era. Prima ho sviato la
stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare
La tigre con i denti a sciabola
, poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente
Profondo Rosso
. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo
Rosso Profondo. Per fortuna che m’impuntai”.
Sul set del film, girato in alcuni studi di posa ed esterni a Roma, ma soprattutto in memorabili
esterni notte a Torino – si veda la sequenza del primo omicidio in piazza C.L.N. con tanto di
baretto alla Hopper ricostruito in un angolo -, Argento conobbe l’attrice Daria Nicolodi e se ne
innamorò: “È il film più bello di Dario”, racconta al fattoquotidiano.it
Gabriele Lavia
, nel film è Carlo l’amico del protagonista Marc/David Hemmings. “Nella regia si avverte
qualcosa in più, una strana cosa che credo sia l’amore, quello di Dario per Daria”. L’attore di
origine siciliana che proprio in quegli anni interpretò parecchi titoli thriller e horror (
Zeder
di Avati e ancora
Inferno
di Argento) ricorda con affetto il set di
Profondo Rosso
: “Mi alzavo alle 6 del mattino a Milano per girare lo sceneggiato tv Marco Visconti e alle 17
arrivava una Lancia della produzione di Dario per portarmi a Torino sul set del film.
Giravamo sempre di notte
e per almeno una settimana credo di non aver mai dormito – continua Lavia -. La scena in
piazza CLN fu molto complessa e spettacolare. Venne usato un innovativo dolly Chapman
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40 anni fa Profondo Rosso Dario Argento: “Bellissima storia scritta d’un fiato”
lasciato in Italia da una produzione americana. Comunque
Profondo Rosso
è davvero bello, e lo posso dire da poco tempo perché il film non l’ho mai voluto vedere se non
pochi anni fa assieme a mia figlia”.
Numerosi gli aneddoti di scena del film che ultimamente si possono ritrovare anche nel libro
autobiografico
di Dario Argento,
Paura
, edito da Einaudi. Tra i tanti, come l’uso di cocaina sul set o la microcamera snodabile Snorkel
per carrellate ravvicinate sugli oggetti, ne va ricordato uno davvero singolare: dopo aver tolto
l’intervallo durante
Quattro mosche di velluto grigio
, Argento non volle che si entrasse in sala a
Profondo Rosso
iniziato.
La paura è un sentimento che va servito per bene
, senza troppe distrazioni, perché come l’oramai 75enne regista romano ha sempre raccontato:
“Finché là fuori c’è una persona da spaventare potrò dirmi una persona felice”.
di Davide Turrini per ilfattoquotidiano.it
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