Scarica il rapporto Economia intermedio 2010
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Istituto di Studi e Ricerche Azienda Speciale Massa-Carrara RAPPORTO ECONOMIA INTERMEDIO MASSA-CARRARA DICEMBRE 2010 L’ISTITUTO DI STUDI E DI RICERCHE, è Azienda Speciale della Camera di Commercio di Massa-Carrara, partecipata da Amministrazione Provinciale, Comunità Montana della Lunigiana, Comuni di Massa e Carrara. E’ stata costituita nel 2000. _________________________________________________________________________ Redazione: Massimo Marcesini, Daniele Mocchi, Coordinamento generale: Alberto Ravecca __________________________________________________________________________ © 2010 Camera di Commercio di Massa-Carrara © 2010 Istituto di Studi e di Ricerche SOMMARIO PRESENTAZIONE I DINAMICA DELLE IMPRESE 3 CRESCE L’EXPORT E RIPRENDONO LE VENDITE ALL’ESTERO DI MARMO LAVORATO 8 NON VEDE L’USCITA DALLA CRISI IL MERCATO DEL LAVORO 12 IL CREDITO: SI E’ FERMATO IL RALLENTAMENTO DEI PRESTITI ALLE IMPRESE 17 L’INDUSTRIA: UNA RIPRESA A MACCHIA DI LEOPARDO 21 CRISI PROFONDA PER L’ARTIGIANATO 28 IL COMMERCIO: ANCORA CRISI PROFONDA 30 IL PORTO: GRAZIE AI “ROTABILI” SI CRESCE 34 IL TURISMO: UNA STAGIONE QUALUNQUE, MA CON QUALCHE NOTA POSITIVA 37 AGRICOLTURA: STAGIONE OK PER VINO E OLIO 43 PRESENTAZIONE Nella sua costante attività di osservazione dell’evoluzione dell’economia provinciale, l’ISR ripropone, come di consueto, una breve sintesi dell’andamento congiunturale dell’anno in corso, attraverso l’analisi dei principali settori produttivi: un adempimento, come dire, ordinario che si sostanzia nell’utilizzo dei dati disponibili, rinviando naturalmente all’appuntamento con la presentazione del Rapporto annuale la valutazione più completa ed approfondita dei risultati del 2010. Semmai qualcosa di straordinario può essere considerata l’attenzione che, in questa circostanza, è stata posta per documentare se e in quale misura l’economia locale stia superando la crisi del biennio precedente. In questo senso, qualche elemento di conoscenza sufficientemente attendibile è stato prodotto, per lo meno relativamente ad alcuni comparti più significativi. Non è possibile, invece, fornire risposta esaustiva ed univoca, in quanto gli indicatori di crisi perdurante si contrappongono a segnali di recupero, in qualche caso in misura abbastanza evidente. E, pur tuttavia, non ci sentiamo di ripetere lo slogan delle luci e delle ombre, proprio perché le differenze riscontrate sono più marcate. Tutto questo contribuisce semmai a complicare il compito di coloro, compreso lo stesso ISR, che desiderino poter esprimere giudizi meno problematici e più sicuri. I Il Direttore ISR Alberto Ravecca II DINAMICA DELLE IMPRESE L’impresa continua ad essere considerata dagli italiani una risorsa importante per rispondere alle sfide più difficili, come quella della perdita del lavoro, assumendosi nuove responsabilità e affrontando il mercato. A livello nazionale, nei primi nove mesi dell’anno in corso, il bilancio demografico è positivo per oltre 60mila imprese. A fronte del perdurare degli effetti della crisi, il dato positivo dal punto di vista strutturale è pertanto costituito dalla persistente vitalità demografica del sistema delle imprese italiane, testimoniata dalla notevole stabilità della nascita di nuove imprese. In questo contesto determinato dalla crisi economica internazionale e dal prolungarsi dell’attesa per la ripresa anche lo spirito imprenditoriale della provincia di Massa-Carrara non si è indebolito. Vengono confermate anche nei primi nove mesi dell’anno 2010 le tendenze positive che si erano registrate a fine 2009, quando si era evidenziato un saldo positivo di 240 nuove imprese, con una media d’anno del +1,10%, chiaramente superiore sia al dato medio della regione Toscana (+0,38%), sia a quello medio nazionale (+0,28%). I primi nove mesi dell’anno in corso mostrano come a dispetto di una crisi senza uguale, come quella di questi due ultimi anni, il tessuto imprenditoriale continui a mostrare una straordinaria vitalità. Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2010, le nuove iscrizioni al Registro delle Imprese gestito dalla Camera di Commercio di Massa-Carrara sono state pari a 1.186 unità. Poiché le cessazioni di attività sono state 920, il saldo è risultato positivo di 266 nuove imprese, determinando un tasso di crescita del +1,2%. Tasso che registra un andamento più soddisfacente rispetto a quanto registrato sia a livello regionale (+1,1%) sia nazionale (+0,1%). Sembrerebbe che la crisi pur destando profonda preoccupazione nel sistema imprenditoriale locale, non impedisca dunque a chi si trova sul mercato di fare 3 tutto il possibile per restarci, resistendo alla tentazione di ridimensionare o chiudere l’attività. In questa circostanza possiamo affermare che esiste veramente “un caso Massa-Carrara”, in senso positivo, tant’è che limitatamente al terzo trimestre dell’anno in corso, tra luglio e settembre, la nostra provincia ha registrato addirittura il 19° miglior risultato imprenditoriale nel panorama nazionale: un risultato da sottolineare anche alla luce delle persistenti criticità mostrate da alcuni dei settori economici più importanti del nostro tessuto produttivo. Le imprese apuane aumentano, anche se tale dato deve essere accolto, come sempre, con la dovuta cautela, e deve essere letto alla luce del fattore della stagionalità che tende a caratterizzare alcuni comparti locali come quello turistico. Nella disamina settoriale il dato più eclatante viene registrato, anche in questi primi mesi del 2010, dal settore delle cosiddette “imprese non classificate”, settore che fa riferimento a quelle unità imprenditoriali che all’iscrizione non dichiarano un’attività economica ben definita ed il cui numero è destinato a diminuire nei mesi successivi: per queste attività il saldo è positivo di 248 unità (+22,2%), ossia di un valore leggermente inferiore all’incremento complessivo (266 attività). Una ricerca particolareggiata, per individuare in quali settori economici possono essere collocate le imprese che inizialmente sono state identificate come non classificabili, pone in evidenzia come più della metà di tali attività sono riferite ai Ristoranti e bar ed alle Attività commerciali, con prevalenza di quelle al dettaglio su quelle all’ingrosso. Seguono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere, i Servizi pubblici, sociali e personali e le Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca. L’andamento positivo è quindi la conseguenza di andamenti settoriali distinti anche se per alcuni si tratta di valori di riferimento abbastanza modesti. Positivi i dati provenienti dal comparto delle Costruzioni, anche se con valori modesti: nei primi nove mesi del 2010 il settore edile ha mostrato una variazione positiva di 20 unità, risultato determinato da un dato negativo per le Costruzioni di edifici, compensate con un bilancio positivo per i Lavori di costruzione specializzati. 4 Note negative in generale dal settore Manifatturiero, che negli ultimi nove mesi diminuisce di una ventina di unità, a causa soprattutto di una riduzione del comparto della Nautica. Perdono anche la Lavorazione lapidea e le Apparecchiature elettriche. Andamento positivo interessante invece sia per l’Industria alimentare, Industria tessile e per le attività legate alla Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica. Mostra un saldo positivo di 4 unità per una crescita complessiva del +2,4% il comparto Estrattivo. Per quanto concerne il settore Commerciale osserviamo complessivamente una tenuta con un saldo positivo di 11 unità (+0,2%) dovuto alla diminuzione delle imprese commerciali all’ingrosso, compensate dall’andamento delle attività inerenti il commercio al dettaglio. Si contraggono altresì di una decina di unità il settore legato ai Servizi finanziari (0,5%), sia quello delle Attività immobiliari (-0,9%). Dinamiche interessanti invece per le Attività dei servizi dʹinformazione (+15 unità, +4%). Al’interno dei servizi si deve osservare il buon risultato dei Servizi per edifici e paesaggio, l’Istruzione e l’Assistenza sanitaria e le altre Attività professionali. In diminuzione le Attività sportive, d’intrattenimento e di divertimento. 5 Movimprese nel periodo gennaio-settembre 2010 Settore Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni non Saldo d'ufficio Tasso di crescita Agricoltura, silvicoltura pesca 1.085 1.063 45 62 -17 Estrazione di minerali da cave e miniere 158 99 5 1 4 -1,6 2,4 Attività manifatturiere 2.640 2.227 84 104 -20 -0,7 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 14 13 4 0 4 40,0 Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 56 47 2 2 0 0,0 Costruzioni 4.028 3.766 252 232 20 0,5 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 6.528 5.867 257 246 11 0,2 Trasporto e magazzinaggio 609 546 14 23 -9 -1,5 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 1.868 1.623 89 68 21 1,2 Servizi di informazione e comunicazione 396 355 20 5 15 4,0 Attività finanziarie e assicurative 371 358 20 22 -2 -0,5 Attività immobiliari 866 780 13 21 -8 -0,9 Attività professionali, scientifiche e tecniche 508 456 16 12 4 0,8 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... Istruzione 565 510 27 24 3 0,5 1 0 0 0 0 0,0 69 65 3 1 2 3,0 Sanità e assistenza sociale 87 77 3 1 2 2,4 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 382 331 7 11 -4 -1,1 Altre attività di servizi 848 827 37 45 -8 -0,9 6 Imprese non classificate 1.150 24 288 40 248 22,2 Massa-Carrara 22.229 19.034 1.186 920 266 1,2 Toscana 417.543 367.237 23.173 18.806 4.367 1,1 Italia 6.115.323 5.291.575 315.620 308.954 6.666 0,1 Elaborazione ISR su dati InfoCamere 7 CRESCE L’EXPORT E RIPRENDONO LE VENDITE ALL’ESTERO DI MARMO LAVORATO Come sta andando l’interscambio provinciale nel 2010? E la ripresa economica c’è o invece è ulteriormente rinviata? La difficile risposta a queste importanti domande, aventi ad oggetto lo stato di salute dell’economia locale, può essere in parte ottenuta attraverso l’analisi degli andamenti economici dei primi mesi dell’anno in corso. Al momento sono disponibili alcuni indicatori produttivi tra i quali i dati sull’export del primo semestre 2010: in tal senso, se si guarda al dato complessivo, si nota che le esportazioni della provincia di Massa-Carrara registrano una crescita del +5,7% rispetto al corrispondente periodo del 2009, in costante incremento se ricordiamo che anche il consuntivo 2009 che si era chiuso con un +31,2%. Nello stesso arco di tempo, assistiamo anche ad un positivo bilancio sia per la regione Toscana, cresciuta del +14,1% (aveva chiuso il 2009 con un -8,9%), sia per l’Italia, in aumento del +12,4% (aveva chiuso il 2009 con un -21%). Il comparto che fa da traino all’aumento dell’export, la stessa cosa si era già verificata a consuntivo 2009, è quello delle macchine ed apparecchi meccanici, e cioè la crescita delle vendite all’estero del Nuovo Pignone. Ma anche non tenendo conto di questa componente, nei sei mesi dell’anno in corso, le nostre esportazioni risultano in variazione positiva addirittura del +10,9%. Interscambio commerciale in valore Massa Carrara I semestre 2010 Gruppi EXP2009 EXP2010 Valori in Euro Val. ass. Val. % Inc. % Diff. 10-09 Pietra, sabbia e argilla 51.437.547 68.172.271 16.734.724 32,5 9,2 Prodotti chimici di base 9.281.687 22.803.911 13.522.224 145,7 3,1 Pietre tagliate, modellate e finite 111.932.867 111.753.370 -179.497 -0,2 15,0 Macchine di impiego generale 227.393.879 411.770.278 184.376.399 81,1 55,3 Altre macchine di impiego generale 213.780.927 40.837.296 -172.943.631 -80,9 5,5 Altre merci 21.230.218 18.234.427 -2.995.791 -14,1 2,4 100,0 Massa-Carrara 704.598.048 744.961.843 40.363.795 5,7 Toscana 11.210.367.825 12.789.132.758 1.578.764.933 14,1 Italia 143.953.618.256 161.788.445.673 17.834.827.417 12,4 Elaborazioni ISR su dati Istat Ragionamenti un po’ più articolati riguardano il settore lapideo. Nel primo semestre dell’anno marmo e granito lavorato, la componente di maggiore rilevanza del settore lapideo, ha registrato, rispetto al primo semestre del 2009, e in continuità con quanto si era già osservato in tutti i trimestri dell’anno 2009, una perdita in valore di circa 180 mila euro (-0,2%); attenuando comunque le perdite dei periodi precedenti ed arrestando la caduta che ormai si verificava in maniera sistematica da circa ben nove trimestri. Nel secondo trimestre dell’anno in corso vi è stato infatti un interessante recupero delle vendite di materiale lavorato tanto da compensare le diminuzioni di circa 3,7 milioni di euro (-7,3%) registrate nei primi tre mesi del 2010. Un segnale che speriamo venga confermato nei mesi a venire e che potrebbe testimoniare l’inizio di una nuova ripresa produttiva: il secondo trimestre del 2010 ha registrato un variazione positiva del +6,1%, in valore assoluto un aumento di 3,6 milioni di euro. La restante componente lapidea corrispondente a materiale grezzo, con un valore superiore ai 68 milioni d’euro, ha ottenuto una crescita nei primi sei mesi dell’anno del +32,5%, rappresentando il 9,2% del totale dell’export provinciale. Pertanto, con valori molto accentuati, la vendita del materiale direttamente estratto dal monte continuerebbe a non risentire della difficile situazione dei mercati internazionali, con tendenze positive, che si sommano ai già positivi consuntivi degli anni 2007, 2008 e 2009. 9 Interessante il confronto tra il distretto apuo-versiliese e quello veneto. La crisi del lapideo nel distretto veneto ha raggiunto valori ben più gravi di quelli registrati nel distretto apuano anche se gli ultimi dati sembrerebbero quantomeno attenuare nell’anno in corso gli andamenti negativi. Nei primi sei mesi del 2010 il distretto apuo-versiliese ha esportato 236 milioni di prodotti lapidei (+9,3%), contro i 195 milioni circa ottenuti dal distretto veneto delle province di Vicenza e Verona (-0,1%). In una cornice complessiva di diminuzione di quote di export il nostro sistema locale ha perso meno rispetto a quello veneto, mantenendo la leadership riconquistata nel panorama nazionale nel corso del 2009. La spiegazione fondamentale va ricercata soprattutto nella pesante crisi del granito che influisce di più sul distretto veneto, dove questo materiale si lavora maggiormente, rispetto a quanto avviene nel nostro territorio. Infatti, il comprensorio veneto conferma nella vendita di materiali lavorati una contrazione del -2,5% anche nel primo semestre dell’anno 2010, che si somma alla fortissima caduta registrata a consuntivo 2009 che era stata pari al -28%, in valore assoluto meno 147 milioni di euro. In sintesi, si confermano per i materiali lavorati nel territorio apuano le diminuzioni riconducibili alla contrazione del principale mercato di riferimento, quello degli Stati Uniti, la cui crisi immobiliare continua a determinare pesanti ripercussioni sulla nostra produzione di materiali per l’edilizia, anche se il secondo trimestre dell’anno mostrerebbe netti segnali di ripresa. Per il materiale grezzo, ancora in aumento nell’export, il principale acquirente continua, anche nel primo semestre del 2010, ad essere la Cina, con una quota pari al 26% sulle esportazioni totali del marmo estratto al monte, per un valore assoluto di 17,8 milioni di euro, in crescita rispetto ai primi sei mesi del 2009. Seguono India (16%), Algeria (10%), Libia (9%) e Tunisia (8%). Interscambio commerciale lapideo I semestre 2010 BB081-Pietra, sabbia e argilla 2009 2010 Diff. Val ass. Diff. Val. % Distretto Apuo-Versiliese 60.446.163 78.303.714 17.857.551 29,5 di cui Massa-Carrara 51.437.547 68.172.271 16.734.724 32,5 Distretto Veneto 14.931.702 19.222.794 4.291.092 28,7 10 Italia 158.180.873 199.745.641 41.564.768 26,3 CG237-Pietre tagliate, modellate e finite 2009 2010 Diff. Val ass. Diff. Val. % Distretto Apuo-Versiliese 155.712.259 157.902.293 2.190.034 1,4 di cui Massa-Carrara 111.932.867 111.753.370 -179.497 -0,2 Distretto Veneto 180.216.852 175.751.033 -4.465.819 -2,5 Italia 567.889.953 572.597.545 4.707.592 0,8 Totale produzione lapidea Distretto Apuo-Versiliese 2009 2010 Diff. Val ass. Diff. Val. % 216.158.422 236.206.007 20.047.585 9,3 di cui Massa-Carrara 163.370.414 179.925.641 16.555.227 10,1 Distretto Veneto 195.148.554 194.973.827 -174.727 -0,1 Italia 726.070.826 772.343.186 46.272.360 6,4 Elaborazioni ISR su dati Istat 11 NON VEDE L’USCITA DALLA CRISI IL MERCATO DEL LAVORO Non essendo ancora disponibili i dati a livello provinciali sull’occupazione, di fonte Istat, presentiamo, per quanto riguarda mercato del lavoro locale, i principali risultati dell’indagine Excelsior 2010, il sistema informativo di Unioncamere e Ministero del lavoro che analizza il fabbisogno occupazionale delle imprese nell’anno in corso. Un primo elemento di riflessione concerne la propensione ad assumere personale dipendente che viene desunta dalla percentuale di imprese che hanno indicato di voler effettuare assunzioni nel 2010. Nonostante le aziende siano più ottimiste circa l’andamento corrente di ordini e produzione, la percentuale di coloro che intervistati hanno dichiarato di assumere personale si ferma ad una soglia del 18% circa del totale, un valore leggermente superiore a quanto registrato nel 2009 (+0,5%), ma ancora in netto ritardo rispetto alle previsioni formulate nel biennio 2007-08 che si attestavano mediamente attorno al 26%. . In valore assoluto le assunzioni previste raggiungeranno le 2.310, mentre le uscite saranno 3.220 unità, per un saldo negativo di -920 unità. 12 Nella disamina per settori economici evidenziamo che la percentuale di imprese disposte ad assumere dovrebbe essere poco più elevata nell’industria (18,7%), rispetto ai servizi (18%). In particolare rileviamo che nel settore industriale il comparto delle costruzioni mostrerebbe segnali di vivacità maggiore, mentre segnerebbe il passo, ancora una volta, l’industria dei metalli, chimica-plastica, estrazione e lavorazione minerali non metalliferi. La principale motivazione per l’assunzione è risultata essere, come nell’anno 2009 anche se con valori inferiori, quella dovuta alla sostituzione di dipendenti indisponibili, in uscita o in maternità, ferie, malattia o aspettativa; la pensano così il 34% delle imprese, dato quasi identico a quello registrato a livello regionale e nazionale. Tutte le aziende che invece hanno manifestato di non prevedere assunzioni nel 2010, il 77% del totale a livello locale, un dato leggermente inferiore alla media Toscana, lo hanno motivato principalmente con l’adeguatezza della dimensione attuale dell’organico rispetto alle aspettative di crescita previste. Il totale delle assunzioni non stagionali previste dalle imprese per il 2009 distinte per tipo di contratto mostra come il 24% circa saranno assunzioni a tempo indeterminato, un valore in crescita rispetto all’anno precedente. Il risultato della provincia apuana è superiore rispetto a quello medio regionale pari al 22% ma ancora molto distante dal 32% della media nazionale. Nella distinzione per settore produttivo registriamo valori molto più accentuati nel comparto industriale, dove è più elevata al probabilità di ottenere il cosiddetto “posto fisso”: un valore del 48% che significa quasi una assunzione a tempo indeterminato ogni due, mentre totalmente diverso è il discorso per le assunzioni previste nel settore dei servizi dove tale percentuale non arriva al 13% del totale. Dall’indagine sembrerebbe in crescita la difficoltà di reperimento del personale non stagionale, stante probabilmente il miss-match tra domanda e offerta ovvero l’esistenza sul mercato di quella categoria di unemployed i quali, nonostante abbiano ricevuto proposte professionali, hanno preferito declinarle, principalmente a causa di una differenza tra domanda e offerta lavorativa: solitamente si tratta di individui, anche laureati, che non accettano occupazioni non pertinenti al loro percorso formativo. La richiesta di lavoratori immigrati subirà anche quest’anno un leggero ridimensionamento: sul totale delle assunzioni non stagionali previste, sia a tempo indeterminato che determinato, riguarderà infatti il 22% dei posti disponibili, il valore più basso degli ultimi quattro anni, con 13 assunzioni minori nell’industria rispetto ai servizi. Una situazione simile si verificherà anche a livello regionale e nazionale, dove le percentuali di immigrati assunti risulteranno leggermente inferiori a quelle indicate dalle imprese apuane. Il personale immigrato assunto avrà bisogno in 3 casi su 4 di un corso di formazione, il 27% avrà un’età inferiore ai 29 anni ed il 35% non possederà nessuna esperienza specifica nel settore dove andrà a lavorare. Le previsioni di assunzione dei giovani con meno di 30 anni consentono di rilevare che saranno effettuate con una percentuale complessiva del 33% circa, pari a 490 unità, sul totale dei posti disponibili a livello locale; un valore leggermente superiore a quello indicato dalle imprese toscane ma inferiore a quelli delle aziende nazionali e decisamente in calo rispetto agli anni precedenti, con variazioni in diminuzione di circa 6 punti rispetto al 2009. Con riferimento alle specifiche indicazioni formulate dalle imprese per l’assunzione di personale femminile si può rilevare una percentuale di donne potenzialmente assumibili dalle imprese della provincia pari al 15% dei posti disponibili per il 2010, un valore minore rispetto a quanto indicato sia a livello nazionale 17% che anche toscano 20%. Il dato previsionale, se si esclude l’anno 2008, risulta il peggiore degli ultimi 6 anni ed in diminuzione rispetto all’anno passato di ben 11 punti percentuali, che in valori assoluti significa passare da 348 unità a 216, con un saldo negativo di ben 132 unità di genere femminile di cui non si prevede l’assunzione. Le assunzioni a tempo determinato con carattere stagionale previste nel 2010 dovrebbero essere state circa 810, in diminuzione di circa 290 unità rispetto al 2009, con un’incidenza del 35%, in diminuzione di 10 punti, sul totale delle assunzioni previste nella provincia di MassaCarrara: un valore più elevato rispetto al dato nazionale e leggermente inferiore nel raffronto con quello medio regionale. Come abbiamo già sottolineato in passato questo dato esprime una forte incidenza della stagionalità a livello economico locale con tutte quelle attività legate al sistema turistico che incidono fortemente sulle assunzioni totali che vengono effettuate in provincia; non è pertanto azzardato affermare che quasi un’assunzione ogni due sia legata ad un periodo di tempo molto limitato, in pratica quello estivo. 14 Il 33% delle imprese apuane intervistate ha effettuato nel 2009 attività di formazione, percentuale che risulta la più elevata dell’ultimo quinquennio ed in crescita di otto punti rispetto al 2008, con valori superiori sia alla media della regione Toscana sia dell’Italia. Un ulteriore indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro è quello inerente la Cassa Integrazione Guadagni. A fine 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria, in provincia di Massa-Carrara, sono state ben 922.101, in crescita del 138% rispetto al 2008, in valore assoluto sono state assegnate 534.649 ore in più. Nei primi nove mesi dell’anno in corso si è invece assistito ad una diminuzione del -37,5%, un andamento in linea con quanto avvenuto a livello regionale e nazionale. La cassa integrazione straordinaria, che a fine 2009 aveva registrato 1.249.617 ore, in crescita del 314% rispetto al 2008, ha anch’essa ottenuto nel periodo gennaio-settembre 2010 una diminuzione nell’ordine del -11,2%, mentre a livello nazionale e regionale si è assistito a forti incrementi. Un aumento molto significativo si è invece ottenuto per la cassa in deroga con un valore pari a 660.162 ore, in aumento del 330% rispetto ai primi nove mesi del 2009. In sintesi possiamo osservare che gli aumenti considerevoli avvenuti nel corso del 2009 si sono attenuti nei primi nove mesi dell’anno in corso anche se nel complesso delle ore complessive autorizzate di cassa integrazione guadagni si registra un segno del +8,2% rispetto al 2009, comunque notevolmente inferiore alla regione Toscana che si attesta ad un +65% ed all’Italia che mediamente ottiene un +50%. Movimenti e tassi previsti per il 2010, per settore di attività e classe dimensionale Movimenti previsti nel 2010 (v.a) Entrate TOTALE INDUSTRIA Industrie dei metalli, chimica-plastica, estrazione e lavoraz.minerali 15 Uscite Saldo Tassi previsti nel 2010 Entrata Uscita Saldo 2.310 3.220 -920 7,1 9,9 -2,8 750 1.310 -560 5,1 9 -3,8 80 190 -110 1,6 3,7 -2,1 Altre industrie 210 630 -420 3,7 11,3 -7,6 Costruzioni 460 490 -30 11,5 12,3 -0,8 SERVIZI 1.560 1.920 -360 8,6 10,6 -2 Commercio al dettaglio e all'ingrosso 370 390 -20 6,4 6,7 -0,4 Alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici 630 700 -70 20,9 23,3 -2,4 Servizi finanziari e operativi 130 150 -30 4,6 5,6 -1 40 120 -80 2,5 7,2 -4,7 300 400 -100 7,7 10,1 -2,5 90 150 -60 10,5 17,9 -7,5 1.380 1.780 -400 9,9 12,7 -2,9 360 560 -200 3,8 5,9 -2,1 Servizi di informazione e servizi avanzati alle imprese Trasporti, sanità e istruzione Altri servizi alle persone CLASSE DIMENSIONALE 1-9 dipendenti 10-49 dipendenti 50 dipendenti e oltre 570 890 -320 6,3 9,8 -3,5 58.020 71.030 -13.010 7,6 9,3 -1,7 CENTRO 165.500 197.840 -32.340 7 8,4 -1,4 ITALIA 802.160 980.550 -178.390 7 8,5 -1,5 TOSCANA Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2010 Cassa Integrazione Guadagni 2009 (Gennaio-Settembre) Ore Ore autorizzate Totale ore autorizzate agli autorizzate agli Operai Impiegati 2010 (Gennaio-Settembre) Ore Ore autorizzate Totale ore autorizzate agli autorizzate agli Operai Impiegati Var. 2009-2010 (GennaioSettembre) Ore Ore autorizzate Totale ore autorizzate agli autorizzate agli Operai Impiegati Massa Carrara Ordinaria 625.229 36.355 661.584 384.429 28.736 413.165 -38,5 -21,0 Straordinaria 812.392 173.992 986.384 707.113 169.008 876.121 -13,0 -2,9 -37,5 -11,2 Deroga 132.163 21.028 153.191 552.124 108.038 660.162 317,8 413,8 330,9 Totale 1.569.784 231.375 1.801.159 1.643.666 305.782 1.949.448 4,7 32,2 8,2 14.681.037 1.693.206 16.374.243 9.668.872 1.026.898 10.695.770 -34,1 -39,4 -34,7 3.991.805 1.659.834 5.651.639 11.051.558 2.998.964 14.050.522 176,9 80,7 148,6 Toscana Ordinaria Straordinaria Deroga 2.093.714 234.252 2.327.966 12.705.852 2.936.065 15.641.917 506,9 1.153,4 571,9 Totale 20.766.556 3.587.292 24.353.848 33.426.282 6.961.927 40.388.209 61,0 94,1 65,8 Italia Ordinaria Straordinaria Deroga Totale 348.300.625 66.754.759 415.055.384 225.273.094 50.424.791 275.697.885 -35,3 -24,5 -33,6 97.989.176 37.497.816 135.486.992 273.674.121 90.434.584 364.108.705 179,3 141,2 168,7 52.399.790 11.934.786 67.622.410 285.866.890 316,5 466,6 344,3 43,8 79,4 50,5 498.689.591 116.187.361 64.334.576 218.244.480 614.876.952 717.191.695 208.481.785 925.673.480 Elaborazioni ISR su dati Inps 16 IL CREDITO: SI E’ FERMATO IL RALLENTAMENTO DEI PRESTITI ALLE IMPRESE Nei primi sei mesi del 2010 i depositi bancari in provincia di Massa-Carrara hanno superato i 2,2 miliardi euro, un valore in crescita del +4,6% rispetto allo stesso periodo dall’anno precedente. La crescita dei depositi nel resto della regione è stata del +6,2%. In ambito locale sono cresciuti in misura abbastanza uniforme sia i depositi delle famiglie che quelli delle imprese: quelli delle famiglie del +4,7%, quelli delle imprese del +4,3%. Se la crescita della raccolta bancaria presso l’utenza privata, ormai, non è più una novità ed è ancorata alla volontà delle famiglie di detenere disponibilità liquide, piuttosto che titoli rischiosi, vista la crisi economica e l’instabilità finanziaria che continuano a persistere, la novità del 2010 è la buona ripresa della raccolta delle nostre imprese. Ripresa che, tuttavia, non riesce ancora a mitigare del tutto le perdite dei mesi precedenti e soprattutto non è ancora equiparabile a quella toscana, nella quale, nello stesso periodo di riferimento, i depositi delle imprese sono cresciuti di quasi il +14%. Questo piccolo recupero di liquidità da parte del sistema imprenditoriale è legato in parte ad un leggero miglioramento delle performance aziendali rispetto alla crisi del 2008-2009, e ad in parte ad un arresto della riduzione del credito. Infatti, gli impieghi concessi dal sistema bancario alle imprese della nostra provincia (corretti degli effetti delle cartolarizzazioni e al netto degli insoluti e sofferenze) a giugno 2010 hanno interrotto la loro discesa negativa, come ben illustra il grafico sottostante, attestandosi sugli stessi livelli dell’anno precedente. Sebbene siamo lontani dalle crescite pre-crisi, quando gli incrementi tendenziali degli impieghi toccavano anche la doppia cifra percentuale, con giugno si è raggiunto un primo passo sul ritorno verso una situazione più positiva e in linea con gli standard precedenti. Nel resto della regione, la ripresa dei finanziamenti al sistema imprenditoriale sembra essersi già avviata, dal momento che a giugno la variazione ha messo a segno un +5,7% rispetto 17 all’analogo periodo del 2009, un incremento che, in parte, spiega anche il forte rimbalzo dei depositi regionali. Inoltre, in questi mesi, sotto la spinta di mutui sempre più appetibili, si è consolidata la crescita degli impieghi alle famiglie locali. A giugno 2010, i finanziamenti all’utenza privata sono aumentati in sede provinciale del +5,0%, ma è da almeno settembre 2009 che i segni sono positivi. In regione, i prestiti alle famiglie hanno denunciato, per l’analogo periodo, un incremento più contenuto (+2,3%). Nel complesso, le erogazioni di credito all’intera economia provinciale sono cresciute nei primi 6 mesi dell’anno in corso del +1,6%, a fronte di una sostanziale stazionarietà regionale (+0,1%). Evoluzione tendenziale degli impieghi netti (corretti per le cartolarizzazioni) alle famiglie, alle imprese e al totale economia della provincia di Massa-Carrara, negli ultimi 9 mesi. 6,0 Totale Famiglie 5,4 Imprese 5,0 5,0 4,0 3,0 3,0 2,0 1,6 2,0 0,5 1,0 0,0 -0,4 -1,0 -2,0 -2,7 0,0 -0,6 -1,9 -2,4 -3,0 -4,0 Set. 2009 Dic. 2009 Mar. 2010 Giu. 2010 Fonte: Elaborazioni ISR su dati Banca d’Italia, sede di Firenze Se nel corso del 2010 si è arrestato il credit crunch, tuttavia, la qualità del credito ha continuato a peggiorare. Il tasso di decadimento, che è l’indicatore più fine per misurare la rischiosità di un sistema, è aumentato negli ultimi dodici mesi nella nostra provincia di mezzo punto, passando dall’1,6% al 2,1%. Analoga tendenza si è verificata a livello regionale. La crescente insolvenza ha riguardato, indistintamente, sia l’utenza privata che quella corporate 18 del nostro territorio, ma è soprattutto nella seconda che si avvertono i segni peggiori, dal momento che il corrispondente tasso di sofferenza è quasi triplo rispetto a quello delle famiglie. Che quantitativamente l’insolvenza sia aumentata lo dimostra anche l’incremento degli affidati in sofferenza, ovvero di coloro che non riescono ad estinguere il proprio credito: a giugno di quest’anno, questi sono saliti a 2.576, aumentando di oltre 200 unità rispetto a dicembre 2009 e di ben 400 negli ultimi dodici mesi. Sul versante dei tassi di interesse, il nostro territorio continua a mostrare saggi superiori alla media regionale. A giugno di quest’anno, il tasso medio applicato su finanziamenti a breve termine sia alle famiglie sia alle imprese è rimasto fermo al 6,5%, distanziandosi dal target regionale di 16 decimi di punto. Si tratta, come noto, di un gap che, per motivi strutturali, il nostro territorio si porta dietro ormai da diverso tempo, e che negli ultimi 18 mesi a questa parte è oscillato tra i 10 e i 18 decimi di punto, come ben illustra il grafico sottostante. Per i finanziamenti a media e lunga scadenza, invece, la nostra provincia paga sostanzialmente lo stesso costo della regione: attualmente il tasso medio complessivo per le imprese e famiglie locali su operazioni di questo tipo si aggira attorno al 3%. Depositi e impieghi, per tipologia di utenza, nel primo semestre 2010. Variazioni tendenziali. Massa-Carrara, Toscana. Dati per residenza della controparte Tipologia di utenza MASSA CARRARA TOSCANA DEPOSITI (al netto dei pronti contro termine) Famiglie 4,7 3,6 Imprese 4,3 13,9 Totale Famiglie e Imprese 4,6 6,2 IMPIEGHI (al netto di sofferenze e pronti contro termine)* Famiglie 5,0 2,3 Imprese 0,0 5,7 Totale Economia 1,6 0,1 Fonte: Banca d’Italia, sede di Firenze. * Dati corretti per le cartolarizzazioni Il tasso di decadimento (nuove sofferenze rettificate/prestiti inizio periodo) per tipologia di utenza, nel primo semestre 2010 e 2009. Massa-Carrara, Toscana 19 Territorio Periodo Massa-Carrara Toscana Famiglie Imprese Totale Giu 2010 1,0 2,8 2,1 Giu 2009 0,5 2,2 1,6 Giu 2010 1,2 2,7 2,0 Giu 2009 0,8 2,1 1,5 Fonte: Banca d’Italia Evoluzione dei tassi di interesse a breve termine applicati dalle banche alle famiglie e imprese negli ultimi 18 mesi. Massa-Carrara, Toscana 9,5 9,0 8,9 Toscana Massa-Carrara 8,5 7,7 8,0 7,5 7,0 6,7 7,3 6,5 6,1 6,5 6,2 6,5 6,0 5,9 5,5 5,0 5,1 4,5 5,2 5,1 dic-09 mar-10 4,8 4,9 4,0 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 Fonte: Elaborazioni I.S.R. su dati Banca d’Italia 20 giu-10 L’INDUSTRIA: UNA RIPRESA A MACCHIA DI LEOPARDO Molte rilevazioni e stime fatte lo scorso anno lasciavano presagire per il 2010 una ripresa dell’attività produttiva per le nostre specializzazioni. A ben guardare, invece, fino alla prima metà dell’anno questa ripresa sembra ancora essere in là da venire, anche se certamente le nostre imprese non sono più dentro alla crisi del biennio 2008-2009. Dalla nostra indagine sulle imprese manifatturiere della provincia con oltre 10 addetti emerge, in generale, un ammorbidimento delle dinamiche negative, ma i problemi sembrano ancora restare sul tappeto, a partire da quelli occupazionali. Più precisamente, quello che oggi sembra presentarsi è soltanto una ripresa a macchia di leopardo: presente nelle medie e grandi imprese, ed in taluni settori produttivi, come la meccanica, molto fiacca, se non addirittura inesistente, invece, nel lapideo e, in generale, nelle tante piccole attività caratterizzanti il nostro tessuto imprenditoriale. 21 Vediamo nel dettaglio come è andata la congiuntura industriale locale nei primi 6 mesi del 2010. Nel periodo analizzato, la produzione industriale si è contratta del -2,7%, il fatturato ha perduto il -2,4%, contro invece andamenti discretamente positivi della Regione, che per entrambe le variabili, hanno sfiorato quasi il +5%. Questi dati testimoniano come la nostra industria, a differenza di quella toscana, non ha ancora raggiunto il giro di boa, ma tuttavia ha attenuato nettamente le perdite dell’anno precedente. Per rivedere andamenti analoghi, bisogna infatti tornare indietro di 21 mesi, ovvero al momento appena precedente lo scoppio della grave crisi finanziaria. Se in generale, quindi, l’inversione di rotta non c’è ancora stata, la novità di questa prima metà del 2010 è che le medie e grandi imprese sono tornate a produrre performance positive, dopo essere state le ultime a resistere alla crisi. La produzione industriale delle unità con più di 50 addetti è infatti aumentata del +6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e il fatturato addirittura del +8%, toccando livelli che non si ricordavano dalla fine del 2007. Si tratta di una novità importante per il ruolo che queste imprese hanno avuto e continuano ad avere su tutto il tessuto produttivo locale e per la loro capacità di trasmettere segnali positivi all’intera economia del territorio. Nello stesso periodo, invece, le imprese più piccole hanno registrato un calo della produzione del -4,9% ed uno del fatturato del -4,7%; perdite, però, che anche in questo caso sono decisamente più contenute rispetto a quelle dei mesi precedenti. Ma perché l’industria da noi non è ripartita come nel resto della Regione? Quello che è mancato alle nostre imprese, specificamente a quelle di minore dimensione, in questa prima fase di 2010 è la risposta del mercato nazionale, ma in parte anche di quello estero. Gli ordinativi interni, infatti, hanno continuato a calare, così come quelli esteri, toccando nelle imprese più piccole riduzioni rispettivamente nella misura del -3,7% e del -2,7%. Al contrario, le industrie con oltre 50 dipendenti hanno invece nettamente aumentato il loro portafoglio ordini (interni +13,5%, esteri +8,0%), a testimonianza di una maggiore capacità di intercettare i segnali di risveglio di molti mercati, a partire da quelli internazionali. E’ evidente come il mancato decollo di questi mercati nelle unità di più ridotte dimensioni abbia avuto l’effetto di continuare a mantenere a basso regime l’utilizzo della capacità produttiva, che resta sotto il 70% di quella massima. 22 Inoltre, se a questo aspetto, aggiungiamo quello dei prezzi, che continuano nella loro discesa (-0,7%), si può ragionevolmente pensare che le nostre imprese abbiano provveduto di più in questi mesi ad alleggerire i propri magazzini, piuttosto che ad incrementare la produttività aziendale. Non a caso, l’occupazione del settore ha continuato a contrarsi anche in questa prima fase, riducendosi nella misura del -2% negli ultimi 6 mesi, e di oltre il -13% negli ultimi 2 anni, che in termini assoluti vuol dire circa 1.500 occupati in meno. La congiuntura industriale di Massa-Carrara nel primo semestre del 2010. Variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Produ- Fattu- Ordini Ordini zione rato interni esteri Settori e Tipologie dimensionali Grado Prezzi utilizzo produzione impianti Tessile e abbigliamento 7,4 4,2 1,8 3,6 88,3 1,6 Legno e mobilio 5,5 9,1 3,3 0,0 66,6 2,3 Chimica-gomma-plastica e altri min non metalliferi 4,9 7,6 6,7 7,5 80,2 -3,4 Taglio, modellatura e finitura della pietra -9,1 -6,8 -4,8 -8,0 68,6 -0,7 Metalli -3,3 -2,8 0,9 3,5 74,8 -0,1 Meccanica, elettronica e altri mezzi di trasporto 7,1 8,1 -0,1 2,8 71,5 0,2 Industria nautica: costruzione di navi e imbarcazioni -6,5 -10,2 -3,7 -0,8 62,2 -4,3 Riparazioni -5,0 -7,2 -2,7 -3,3 52,8 1,1 Varie -3,3 -2,9 -2,7 -3,7 73,7 0,6 Fino a 49 addetti -4,9 -4,7 -3,7 -2,7 69,7 -0,8 Da 50 addetti in su 6,1 8,0 13,5 8,0 65,5 -0,3 TOTALE PROVINCIA -2,7 -2,4 -1,4 -1,1 69,2 -0,7 4,9 5,2 2,6 5,4 73,3 0,9 TOTALE TOSCANA Fonte: Elaborazioni ISR su dati Unioncamere Toscana – Istituto Tagliacarne Per quanto concerne i singoli settori, persistono anche in questo primo semestre del 2010 le difficoltà del lapideo, la cui produzione è scesa del -9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche la nautica da diporto continua a rimanere in acque agitate (produzione 6,5%) e lontana dalle performance pre-crisi, mentre ha completamente invertito la tendenza la meccanica, la cui produzione è schizzata al +7% grazie al sostegno della domanda estera. Ottimi i risultati anche del tessile-abbigliamento (+7,4%), del legno e mobilio (+5,5%) e della chimica (+4,9%), mentre soffrono ancora i metalli (-3,3%), nonostante un leggero miglioramento nei primi 3 mesi dell’anno, e le riparazioni (-5,0%). 23 Anche le previsioni per il terzo trimestre dell’anno sembrano improntate al cauto ottimismo. Si avverte in particolare un clima positivo tra gli imprenditori locali per la domanda estera (le differenze tra ottimisti e pessimisti sono positive di 15 punti), mentre continua a prevalere maggiore incertezza per la domanda interna e soprattutto per l’occupazione. Evoluzione trimestrale tendenziale della produzione industriale a Massa-Carrara e in Toscana, nell’ultimo quinquennio Fonte: Elaborazioni ISR su dati Unioncamere Toscana – Istituto Tagliacarne A proposito dei due principali settori industriali del territorio, lapideo e meccanica, ISR ha presentato recentemente due ricerche, l’una volta a soddisfare la curiosità di che fine fanno i nostri marmi nel mercato cinese, l’altra invece tesa a misurare l’impatto diretto, indiretto e indotto della meccanica nel sistema economico provinciale. Riguardo alla prima ricerca sul lapideo in Cina, abbiamo cercato di rispondere a 3 interrogativi: 1. quante tonnellate di nostro marmo grezzo vengono lavorate in Cina? 2. che uso ne fanno i cinesi di questi lavorati? 3. su quali mercati vengono piazzati? Partendo dalle statistiche internazionali, le nostre stime ci dicono che in Cina vengono lavorati ogni anno 8,5 milioni di marmi grezzi, ovvero ¼ dell’intera movimentazione mondiale. Sui 24 graniti, la quota cinese è ancora più elevata, visto che hanno una produzione locale di silicei molto abbondante. Questi 8,5 milioni sono il frutto di 5 milioni di importazioni di materia prima dal resto del mondo e di 3,5 milioni di escavato locale. Nell’ambito di questa ingente movimentazione, il Distretto di Carrara incide su questo fabbisogno solo in minima parte, tra il 2 e il 2,5%, la quota italiana non è molto più alta. E’ anche vero però che, se guardiamo ai soli dati sull’import, il nostro Distretto esporta marmo grezzo in Cina in quantità pari ad un intero Paese come la Grecia, che, è bene ricordarlo, è il 5° fornitore internazionale di materia prima in quel Paese, escludendo l’Italia. Il nostro territorio, infatti, esporta laggiù circa 200 mila tonnellate di grezzi, poco invece di lavorati (10 mila). Per i nostri operatori, quindi, la Cina rappresenta una fetta di mercato importante, sempre più strategico, per due ordini di motivi: perché vi destinano una tonnellata su 7 del grezzo scavato, e quindi le nostre imprese al monte, alla fine, sembrano non avere grandi problemi a doversi trovare nuovi sbocchi commerciali; sia perché i cinesi, a differenza di ciò che si può pensare, sono dei buoni pagatori: si calcola che in media paghino i nostri marmi ad un prezzo superiore del 30% a quello che ci viene pagato dal resto del mondo (200 euro a tonnellata, contro i 150 generali). Dalle statistiche internazionali abbiamo evinto inoltre che la Cina è un grandissimo trasformatore anche nel lapideo, perché trasforma praticamente tutto il grezzo che movimenta e solo pochissimo materiale non lavorato prende la strada dell’estero. Una magra consolazione questa, ma non quella di aver scoperto che il 70% di tutto ciò che movimenta e lavora è destinato a soddisfare la domanda interna, e solo il 30% va fuori, e va in primis in Corea del Sud e nel vicino areale. Ultimamente, però, questo grande Paese sta aggredendo anche alcuni mercati a noi tradizionali, come quello USA e Mediorientale. Questa è una considerazione che è emersa sì dalle statistiche, ma soprattutto dalle interviste condotte presso gli operatori locali che vendono marmi ai cinesi, come presso gli stessi operatori cinesi. Che ci hanno detto in particolare i locali e i cinesi? Ci hanno detto che in Cina si vende molto bene il Bianco Gioia ma anche materiali più pregiati. Perché si vende bene? Perché è a sfondo bianco con venatura leggera. Pare addirittura che su questo tipo di marmo, negli ultimi anni, la domanda cinese abbia soppiantato quella spagnola, che è entrata in forte crisi. Come lo 25 utilizzano questo marmo? Entrambe le categorie ci hanno detto che in genere lavorano questo marmo per ottenere pavimenti o rivestimenti interni, mentre viene poco utilizzato per rivestimenti esterni e sculture. L’indagine sulle imprese cinesi, inoltre, ha messo in luce anche altri aspetti interessanti. Mediamente ogni impresa importa 2.500 tonnellate di nostri grezzi all’anno, ovvero 200 tonnellate al mese, ma ve ne sono alcune che arrivano anche a 8.000 tonnellate annue. In genere, queste sono aziende di trasformazione che si trovano nell’enorme provincia del Fujan e tendono normalmente ad approvvigionarsi alla fonte, ma laddove ricorrono ad intermediari, questi sono quasi sempre del loro Paese. Anche l’indagine sul campo ci ha confermato come nel 70% dei casi, il nostro marmo sia destinato al mercato interno e solo nel 30% vada all’estero, nei mercati già citati, come appunto Sud Corea, Singapore, Giappone, ma ultimamente anche Stati Uniti e Medio Oriente. A chi vendono? Soprattutto ai grossisti e alle building company, meno all’utenza finale e, comunque, quasi mai attraverso un intermediario. Queste sono le principali considerazioni che sono scaturite da una ricerca estremamente difficile, che crediamo abbia un grande valore, perché ha cercato di sfatare alcuni luoghi comuni e si è sforzata di comprendere più a fondo un mercato, un continente, che oggi e in futuro sarà sempre più protagonista mondiale del settore. Stime sulla disponibilità di marmo grezzo da parte della Cina e sul suo impiego. Valori in migliaia di tonnellate. Anno 2009 STIME SULLA DISPONIBILITA’ POTENZIALE CINESE DI MARMO GREZZO Produzione di cava stimata di marmo grezzo 3.500 Importazione internazionale (al netto di export) di marmo grezzo 5.000 DISPONIBILITA’ POTENZIALE ANNUA DI MARMO GREZZO 8.500 Esportazione internazionale di lavorati di marmo (al netto di import) tradotti in blocchi, con sfrido al 50% CONSUMO INTERNO ANNUO DI MARMO GREZZO 26 2.600 5.900 Riguardo alla ricerca sull’impatto della meccanica sull’economia locale, le informazioni esistenti sugli effetti diretti e alcune nostre stime originali su quelli indiretti e indotti, evidenziano come abbia raggiunto da almeno un decennio una dimensione di tutto rilievo sul panorama locale. L’impatto complessivo in termini di produzione sfiora nel 2007 il 19% del totale provinciale, mentre supera il 16% in termini di valori aggiunto e di occupazione. Guardando all’occupazione, in special modo, l’indagine mette in luce come, solo in termini di impatto diretto, tale settore generi occupati nella misura di circa 4.300 unità, che vogliono dire un’occupazione superiore a quello generata dalla filiera produttiva del lapideo locale, e nello specifico nelle fasi di escavazione e di lavorazione della pietra, che si ferma a 3.600 addetti. Nel complesso, comprendendo anche l’impatto indiretto e indotto, il settore contribuisce a dare lavoro a circa 12 mila addetti, a generare circa 1,5 miliardi di euro di produzione e 660 milioni di valore aggiunto. Alla luce di queste stime, è evidente quindi il ruolo della meccanica come motore del sistema locale nel doppio senso: nelle fasi di sviluppo il settore spinge l’economia provinciale su tassi di crescita più elevati, ma in fasi di riduzione della produzione l’impatto negativo sul resto dell’economia è altrettanto intenso. Come mostrano le stime provvisorie sviluppate per il biennio 2008-2009 la riduzione dei livelli produttivi della meccanica, che può essere stimata in un 20%, ha avuto pesanti conseguenze a livello di sistema, con una riduzione dei livelli produttivi provinciali che si avvicina al 5% ed una potenziale caduta dei livelli occupazionali di oltre 3.000 unità, di cui circa un migliaio, tra addetti diretti, indiretti e indotti, possono essere riconducibili in maniera plausibile alla chiusura di Eaton. La rapida ripresa della meccanica dalla crisi del 2008-2009, come si evidenzia in questa prima parte del 2010, e più in generale una rinnovata fase di rilancio della competitività anche internazionale del settore possono dunque essere considerate come una delle condizioni essenziali per assicurare a Massa-Carrara una sviluppo economico adeguato alle proprie potenzialità. L'impatto del settore della meccanica a Massa-Carrara nel 1996, 2001 e 2007 (valori % sul totale dell’economia) produzione 1996 2001 valore aggiunto effetti diretti e indiretti 10,8 13,0 27 occupati 8,3 9,9 8,2 9,6 2007 1996 2001 2007 12,7 9,8 9,5 effetti diretti, indiretti e indotti 15,7 13,7 18,8 16,4 18,5 16,1 13,5 16,4 16,1 CRISI PROFONDA PER L’ARTIGIANATO Per l’artigianato toscano, il primo semestre del 2010 si chiude all’insegna di un’ulteriore riduzione del fatturato in tutti i settori: la variazione media è di circa il -10% e se è vero che essa corrisponde alla metà di quella rilevata al termine del primo semestre 2009, è anche vero che rimane più elevata di quella del primo semestre 2008. In pratica non solo non si è riusciti a ripristinare la situazione precedente il 2009, ma si prosegue in una dinamica negativa nell’ambito di una situazione ulteriormente peggiorata. Un bilancio che riguarda tutte le aree territoriali e quasi tutti i comparti produttivi. Per quanto concerne la provincia apuana l’analisi degli indicatori a nostra disposizione, in primis il fatturato, pone in evidenza una diminuzione del -9,5%, la media regionale è stata del -9,8%. A consuntivo 2009 la perdita della provincia di Massa-Carrara si era attestata al -16,5%. Tutti i comparti economici artigiani della provincia mostrano variazioni negative. Perde tutto il sistema manifatturiero -8,3%, in linea con il dato medio regionale del -8,6%. Per il settore dell’edilizia rileviamo una diminuzione del -8,6%, un dato negativo meno pesante di quello medio regionale che si è attestato ad un perdita del -12,4%. La situazione di crisi si evince anche nel settore dei servizi, dove il fatturato delle aziende apuane ha registrato una contrazione nei termini del -12,5% (a consuntivo 2009 era stata del 16,5%), il valore più elevato nell’intero panorama regionale che a sua volta ha mostrato mediamente una diminuzione del -8,4%. Questi dati negativi a due cifre sono calcolati sui valori dell’anno 2009 a loro volta già in rosso. L’aggravamento dello stato di difficoltà dell’artigianato è confermato dalla pesante diminuzione della produzione nel sistema manifatturiero che nel primo semestre del 2010, 28 rispetto allo stesso periodo del 2009, si è contratta in provincia di Massa-Carrara del -37,4%, in linea con il dato medio regionale. Dati ulteriormente negativi si registrano anche per l’andamento degli ordini dove la provincia apuana perde il -30,7%, a fronte di un dato medio regionale del -41,3%. Soffermandoci sui distretti di specializzazione produttiva osserviamo che per la provincia apuana, in linea comunque con quanto è avvenuto nell’altre aree, si registra una variazione negativa anche nella specializzazione economica del lapideo. In questo contesto sono in controtendenza i dati sull’occupazione artigiana che in alcune aree torna a crescere nonostante questo fenomeno possa essere riconducibile, come abbiamo già osservato in passato, al fenomeno della parcellizzazione del settore ed all’entrata sul mercato di chi pur aprendo un’attività spesso continua a lavorare sostanzialmente alle dipendenze di imprese più strutturate. La provincia di Massa-Carrara che a consuntivo 2009 segnalava una perdita di addetti del 3,5%, nei primi sei mesi del 2010 mostra un dato positivo del +2,2%, seconda solo alla provincia di Livorno e superiore al dato medio regionale che è risultato del -0,1%. Il perdurare di uno stato di difficoltà dell’occupazione è comunque testimoniato dal numero rilevante di interventi a sostegno del reddito dei lavoratori da parte dell’Ebret, anche se in misura inferiore rispetto ad un anno fa; le pratiche della provincia apuana erano state 29 nel primo semestre del 2009 sono risultate 13 nel primo semestre dell’anno in corso. Ancora in controtendenza troviamo anche la dinamica delle imprese artigiane. In questi primi sei mesi dell’anno 2010, seppur con valori inferiori a quelli dei periodo precedenti, si osserva un dato di crescita imprenditoriale positivo. In specifico tale dato risulta influenzato dalle nascita di imprese edili, le quali continuano ad aumentare in un processo complessivo di parcellizzazione del settore che come abbiamo già evidenziato può essere testimone delle difficoltà dello stesso. Nel contesto locale registriamo che la provincia apuana, con 6.074 imprese, ha ottenuto un aumento del +0,9%, mentre la media regionale ha visto una leggera diminuzione, rispetto alla allo stesso periodo precedente, del -0,2%. In ambito locale la crescita è stata sostenuta dall’edilizia (+67 imprese, +2,4%), ma anche dai servizi con un saldo attivo di 20 unità. Positive anche le dinamiche delle aziende artigiane alimentari e dell’abbigliamento. I dati più negativi 29 riguardano il settore manifatturiero ed in particolare le attività della meccanica con un saldo di meno 24 unità per una flessione del -4,2% Andamento del fatturato, produzione, ordini, addetti e imprese registrate, del settore artigiano della provincia di Massa-Carrara e Toscana nel I° semestre 2010. Fonte: Elaborazioni ISR su dati Osservatorio Regionale sull’Artigianato IL COMMERCIO: ANCORA CRISI PROFONDA Diversamente dall’industria, la congiuntura nel commercio al dettaglio della nostra provincia continua a rimanere molto stagnante. Ma se non è una novità per il piccolo commercio, ormai in crisi da qualche anno, lo sta diventando sempre meno anche per la grande distribuzione, a dimostrazione di quanto diciamo da qualche mese a questa parte, ovvero che gli attuali scenari di consumo, oltre a registrare la presenza di una perdita di potere d’acquisto delle famiglie, stanno annotando anche modificazioni nei comportamenti di spesa dei consumatori, i quali tendono sempre più a privilegiare marche private e hard discount, in luogo delle grandi marche e delle tradizionali catene distributive. Non a caso, anche nei primi sei mesi del 2010, il giro d’affari complessivo del settore ha segnato un altro calo, nella misura del -3,4% in termini correnti, rispetto all’equivalente periodo dell’anno precedente, continuando a mantenere un profilo congiunturale peggiore della media regionale (–3,0%) e di quella nazionale (-2,8%). 30 Negli ultimi 6 anni, inoltre, questo settore non ha mai visto una luce positiva. La crisi non ha fatto sconti a nessuno, anche se continua ad appalesarsi con intensità diversa. Il crollo più evidente continua a registrarsi sui prodotti non alimentari calati su base annua del -3,8% su un primo semestre 2008 che aveva chiuso con un -6,1%. In Toscana la perdita di questo settore è stata altrettanto consistente (-3,5%). Soffrono in modo particolare le attività di abbigliamento e accessori e i prodotti per la casa: entrambi registrano variazioni superiori al 4%. I prodotti alimentari, nonostante siano beni di primaria necessità e quindi limitatamente comprimibili, hanno annotato a livello locale una riduzione delle vendite del -3,3%, una misura identica a quella dell’anno precedente, a fronte di un -2,0% toscano. Inoltre, continua a registrarsi la fuga dai piccoli negozi di vicinato e dalle medie catene distributive: la flessione del giro d’affari nella piccola distribuzione locale è stato del -3,7%, nei medi punti vendita addirittura del -4,8%, variazioni che si vanno a sommare a quelle già ampiamente negative degli anni precedenti. Anche in Toscana, queste due tipologie distributive non se la passano bene: gli esercizi di vicinato denunciano, nello stesso periodo, una perdita anche superiore alla nostra (-4,5%), la media distribuzione contiene il calo al 2,4%. Per quanto concerne la grande distribuzione, è la terza volta di fila che registra cali di fatturato, ma quello degli ultimi 6 mesi è il peggiore di tutti, ed è sintomatico di una situazione di difficoltà che non sembra dipendere soltanto dalla contrazione quantitativa dei consumi, ma anche dal loro profondo cambiamento. Le perdite, infatti, della nostra GDO nella prima metà del 2010 sono ammontate al -1,5%, quando sia negli anni scorsi, sia nel primo semestre di quest’anno in Toscana, sono rimaste soltanto per pochi decimali sotto lo zero. Secondo una recente ricerca, il trend del budget della spesa è calato a livello nazionale del 3% nel primo semestre 2010, e il menù delle famiglie continua ad adattarsi alle nuove necessità. Sembra quasi di assistere ad una “rivoluzione” a tavola: in questi primi 6 mesi dell’anno, 4 famiglie su 10 sono state costrette a “tagliare” gli acquisti alimentari, in particolare frutta e verdura, pane e carne bovina, mentre 6 su 10 hanno modificato il loro menù. Inoltre, il 36% delle famiglie è stato obbligato, a causa delle difficoltà, a scegliere prodotti di qualità inferiore ed 1 famiglia su 3 compra ormai solo dove trova allettanti promozioni. 31 Gli hard discount stanno diventando sempre più una delle mete preferite dei consumatori: la loro quota di mercato sui prodotti agroalimentari ha ormai superato il 10% di quella complessiva. Da ciò si può comprendere come il quadro delle abitudini di spesa sia in continuo movimento, e le famiglie italiane, come quelle locali, siano mosse da maggiore consapevolezza e prestino più attenzione al prezzo, allo scopo di spendere al meglio le risorse disponibili. Si vanno, quindi, a cercare alternative più convenienti, si rincorrono promozioni, si guardano con sempre maggiore interesse alle marche private delle grandi catene distributive. Tutto questo fa sì che l’indice delle vendite non decolli, non solo nel piccolo commercio, ma anche nelle grandi strutture. In un quadro così difficile e in continua evoluzione, non poteva che risentirne anche il clima di fiducia degli operatori che resta al palo, anche se è ancora leggermente positivo. Complessivamente, il 20% dei commercianti locali prevede per i mesi a venire un incremento delle vendite (un anno fa erano il 24%), il 17% una diminuzione (il 19% dodici mesi fa), e il 63% una sostanziale stazionarietà. A livello settoriale, il clima più positivo lo si registra nell’ambito della grande distribuzione, soprattutto alimentare, forse perché dispone di un ventaglio di strategie di uscita più ampio: in questo ambito, solo il 6% degli operatori si aspetta un’ulteriore diminuzione delle vendite per i mesi a venire (un anno fa era il 10%). Gli operatori della piccola e media distribuzione sono invece più scettici: nella piccola i pessimisti sono il 18%, nella media raggiungono addirittura il 27%, e, a differenza dei grandi punti vendita, in questo caso questa componente è maggiore di quella degli ottimisti. Questa scarsa fiducia degli operatori di queste strutture di vendita, per altro non nuova, potrebbe essere dovuta al fatto che nei più vi è la consapevolezza che neppure una ripresa economica riuscirà a portare un po’ di sereno nelle vendite, perché le modificazioni che sono intervenute in questi anni sono di natura strutturale e hanno intaccato nel profondo le scelte di acquisto dei consumatori. Non è un caso che, oggi, il 5% dei piccoli commercianti della nostra provincia abbia in previsione di chiudere la propria attività entro i prossimi dodici mesi. Evoluzione delle vendite complessive nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Periodo I° semestre 2004 - I° semestre 2010. Massa-Carrara, Toscana, Italia Periodi TOTALE 32 Massa-Carrara Toscana Italia I° sem 2004 0,0 -1,1 -0,9 I° sem 2005 -0,9 -1,0 -1,1 I° sem 2006 -1,9 0,6 0,2 I° sem 2007 -0,5 0,3 0,3 I° sem 2008 -3,7 -1,6 -2,6 I° sem 2009 -4,8 -4,7 -4,4 I° sem 2010 -3,4 -3,0 -2,8 Fonte: Elaborazioni ISR su dati Unioncamere Evoluzione delle vendite nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per tipologia distributiva e settore di attività, della provincia di Massa-Carrara. Perido I° semestre2004 - I° semestre 2010 Periodi TIPOLOGIA DISTRIBUTIVA SETTORE DI ATTIVITA' Piccola Media Grande Alimentare Non Alimentare Misto I° sem 2004 -0,9 -2,1 4,2 -0,9 -0,9 3,9 I° sem 2005 -3,1 -3,2 2,2 -2,3 -1,1 2,6 I° sem 2006 -4,4 -2,3 1,7 -1,0 -3,6 2,1 I° sem 2007 -2,0 -0,9 2,0 -1,2 -1,2 2,0 I° sem 2008 -5,2 -4,5 -0,9 -2,1 -5,4 -0,6 I° sem 2009 -5,9 -6,4 -0,3 -3,3 -6,1 0,5 I° sem 2010 -3,7 -4,8 -1,5 -3,3 -3,8 -0,9 Fonte: Elaborazioni ISR su dati Unioncamere 33 IL PORTO: GRAZIE AI “ROTABILI” SI CRESCE 34 A consuntivo 2009 la movimentazione totale di merci del porto di Marina di Carrara registrava una diminuzione del -21%, che si sommava al decremento del -11% registrato nel 2008: negli ultimi due anni si perdevano circa 1 milione di tonnellate di merci e un terzo circa della movimentazione complessiva. I dati congiunturali che osserviamo in questi primi dieci mesi dell’anno in corso mostrano, invece, una nettissima inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti e addirittura la proiezione annuale riporterebbe lo scalo apuano a superare i tre milioni di merce movimentate, recuperando il milione di tonnellate perso nell’ultimo biennio e attestandosi nuovamente sui livelli storici e fisiologici della movimentazione portuale locale. Dopo i primi dieci mesi dell’anno 2010 la movimentazione totale è stata infatti pari a 2,7 milioni di tonnellate, in crescita del +83,9%, in valore assoluto più 1.259.116 tonnellate, sintesi di un incremento degli imbarchi del +63%, più 755.192 tonnellate, e della crescita degli sbarchi del +107,7%, più 503.924 tonnellate. Nel dettaglio possiamo osservare che la movimentazione riguardante i prodotti lapidei, il comparto strategicamente più importante, mostra nel complesso un risultato soddisfacente, un +8,9% totale, determinato da una variazione negativa agli imbarchi, -6,2%, quindi minori esportazioni di materiali locali, ed un +17,5% agli sbarchi, come testimonianza di un interessante ripresa degli arrivi di materiale grezzo, in sostanza granito. Dinamica quest’ultima che mostra una sorta di rilancio della lavorazione e trasformazione di questo materiale, anche se bisogna ricordare che lo scalo di Marina di Carrara è da sempre punto di riferimento delle importazioni di graniti per tutto il territorio nazionale, per cui l’andamento degli sbarchi di blocchi non riflette soltanto le tendenze inerenti il territorio apuano. Anche i granulati e scaglie dopo le pesanti perdite degli esercizi precedenti registrano una crescita del +19,3%, per un totale di 215.119 tonnellate, valori comunque ancora distanti da quelli degli anni precedenti, basti ricordare che a consuntivo 2006 si annotavano imbarchi per più di 750.000 tonnellate. Per quanto riguarda le altre merci, agli imbarchi, otteniamo variazioni negative nell’ordine del -32,5% per i prodotti siderurgici, soprattutto a causa dei tubi Dalmine, movimentazioni compensate dagli sbarchi che segnalano un +84,7%, in particolare grazie ai coils che rappresentano l’80% dei prodotti siderurgici in entrata nello scalo marinello. Nel totale i prodotti siderurgici registrano un -4%. 35 Segnali negativi provengono complessivamente anche dalle merci “rinfuse”, in diminuzione del -23%, dalle merci varie -1,1%, dalle operazioni di varo -22,4% ed anche da quelle di alaggio -42,6%. Risultati positivi provengono invece sia dalle movimentazioni delle merci in container, in crescita nei primi dieci mesi dell’anno in corso del +14,7%, sia dalle “rotabili”. La positiva novità dello scalo è rappresentata proprio dall’apertura del nuovo traffico dei “rotabili” con la Sardegna, 597.799 tonnellate agli imbarchi ed oltre 684.000 tonnellate agli sbarchi, che hanno determinato una variazione positiva rispetto all’anno precedente superiore al milione di tonnellate; è stata proprio questa crescita della movimentazione dei “rotabili”, di camion e merci, che ha determinato una nuova ripresa degli andamenti portuali e che ha permesso di compensare le perdite degli ultimi anni registrate in altri settori. Ad oggi il peso di questa attività è risultato pari al 46% del totale della movimentazione portuale. Osserviamo, inoltre, che queste dinamiche hanno determinato un calo dell’incidenza dei lapidei sul totale della movimentazione portuale; ad oggi si è ottenuto un valore del 38% il più basso mai registrato nei recenti decenni a Marina di Carrara. In sostanza, mentre il porto mostra una significativa ripresa nei primi dieci mesi dell’anno 2010, questi dati devono essere considerati con le dovute cautele e non possono essere utilizzati come indicatori di una uscita dalla crisi della provincia di Massa-Carrara Movimentazione porto di Carrara nel periodo gennaio-ottobre 2010 e raffronti con lo stesso periodo del 2009. Valori in tonnellate. Periodo considerato: Gennaio-Ottobre DESCRIZIONE MERCE IMBARCHI SBARCHI Diff. % 2009 2010 Diff. % TOTALI 2010 Prodotti lapidei 281.195 263.634 -6,2 494.159 580.769 17,5 775.354 844.403 8,9 Prodotti siderurgici 141.481 95.486 -32,5 45.174 83.447 84,7 186.655 178.933 -4,1 13.715 64.829 372,7 13.715 65.788 379,7 959 di cui coils 2009 2010 Diff. % 2009 di cui dalmine 74.043 33.707 -54,5 4.440 2.090 -52,9 78.483 35.797 -54,4 di cui varie 67.438 60.820 -9,8 27.019 16.528 -38,8 94.457 77.348 -18,1 Rinfuse 800 68.784 53.467 -22,3 69.584 53.467 -23,2 Rotabili 52.550 597.799 1.037,6 60.914 684.204 1.023,2 113.464 1.282.003 1.029,9 Contenitori 66.658 70.981 6,5 23.748 32.711 37,7 90.406 103.692 14,7 Granulati e scaglie 180.273 215.119 19,3 180.273 215.119 19,3 Varie 72.228 56.988 -21,1 6.111 20.528 235,9 78.339 77.516 -1,1 Varo 4.003 3.105 -22,4 4.003 3.105 -22,4 2.453 1.409 -42,6 2.453 1.409 -42,6 701.343 1.456.535 107,7 1.500.531 2.759.647 83,9 Alaggio TOTALE 799.188 1.303.112 63,1 Elaborazioni ISR su dati Porto di Carrara SpA 36 IL TURISMO: UNA STAGIONE QUALUNQUE, MA CON QUALCHE NOTA POSITIVA Per analizzare l’andamento del turismo locale, utilizziamo i dati ufficiali dell’Amministrazione provinciale, non disponendo al momento di stime puntuali sul sommerso e sulle case per vacanza, che saranno invece analizzati in occasione dell’abituale osservatorio sul turismo provinciale. Rimane comunque la consapevolezza che le statistiche ufficiali sono solo una parte, e neppure quella più rilevante, dell’intero fenomeno dei flussi turistici della provincia di Massa-Carrara, al netto di quelli escursionistici, e che dunque stime successive su quell’economia turistica non formalmente rilevata potrebbero correggere in positivo o addirittura peggiorare le presenti considerazioni. I dati relativi ai primi otto mesi della nostra provincia sembrano confermare in pieno le sensazioni purtroppo negative della vigilia, testimoniando un turismo che fatica a decollare. Anche quelli provvisori che arrivano fino a settembre non modificano queste tendenze. Secondo i dati dell’Amministrazione provinciale, infatti, nei primi otto mesi del 2010 nelle strutture ricettive della provincia di Massa-Carrara gli arrivi non hanno superato la fatidica soglia delle 200 mila unità, registrando una decrescita del -1,1%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa soprattutto del calo sulla costa (-2,2%), determinato dalle strutture complementari (-4,9%) per l’abbandono degli italiani (-6,3%). In Lunigiana, al contrario, in questi primi otto mesi i flussi in arrivo sono aumentati rispetto a dodici mesi or sono del +8,5%, per merito soprattutto dell’incremento delle ricettività alberghiere (+15,8%). Il dato - è ovvio - non è confortante ed è sintomatico di una crisi frutto della fragilità del territorio, ma anche di una congiuntura nazionale e internazionale alquanto sfavorevole. Dato che peggiora ulteriormente se si guardano le presenze: quelle attivate nelle medesime strutture ricettive sono diminuite infatti nello stesso periodo del -3,8%, non superando le 1.090 mila giornate. Anche in questo caso, è la costa a trascinare all’’ingiù il risultato, registrando un calo del -4,4% che è negativo sia per il comparto alberghiero che per quello complementare. In 37 generale, si registrano minori giornate di presenza tra gli italiani (-5,4%), mentre crescono quelle degli stranieri (+6,4%), ma in un ordine di grandezza non sufficiente a colmare la perdita dei nostri connazionali. Turismo straniero, per altro che, con 160 mila presenze non determina neanche il 15% del flusso turistico complessivo.Evidentemente, il maltempo che si è abbattuto sul nostro territorio durante alcuni week end agostani non ha favorito l’importante turismo di prossimità. E’ altrettanto vero, però, che questi primi 8 mesi lanciano anche alcune positività: ne sono un esempio gli alberghi in Lunigiana, che hanno aumentato i flussi in entrata del +15,8% e le presenze del +10,3%, rispetto a dodici mesi or sono, con punte di crescita notevoli soprattutto in seno alla componente estera. Lunigiana, il cui flusso turistico complessivo ammonta a poco più di 20 mila presenze in questi primi otto mesi. Altre novità positive sono le strutture alberghiere di più bassa qualità, quelle che evidentemente in momenti di crisi, riescono ancora a resistere al mercato perché offrono prezzi contenuti. O ancora gli agriturismi, nei confronti della componente straniera. Chi invece soffre sono soprattutto i Bed & Breakfast e gli affittacamere, che, su tutto il territorio provinciale hanno perduto quasi ¼ delle presenze dell’anno precedente, le residenze turistico alberghiere (-10,4%), ma anche gli alberghi di media categoria (3 stelle, -4,8%). Restano pressoché sui livelli dello scorso anno i campeggi, con oltre 592 mila presenze complessive, che vogliono dire più della metà (54%) delle giornate di permanenza totali provinciali. I flussi turistici (arrivi e presenze) nelle strutture ricettive ufficiali della Lunigiana e della zona di Costa, per tipologia ricettiva e nazionalità di provenienza. Movimenti totali nei primi 8 mesi del 2010 TERRITORIO TIPOLOGIA RICETTIVA Alberghiero Lunigiana Extralberghiero 10.744 Presenze 26.338 STRANIERI Arrivi 3.944 Presenze 10.111 TOTALE Arrivi 14.688 Presenze 36.449 5.466 18.758 2.570 10.645 8.036 29.403 45.096 232.852 6.514 19.397 20.756 63.807 22.724 65.852 Alberghiero 16.210 61.871 81.268 296.659 Extralberghiero 76.253 651.143 15.947 75.466 92.200 726.609 138.124 883.995 35.344 139.273 Totale Costa ITALIANI Arrivi Totale 38 173.468 1.023.268 Provincia Alberghiero 72.615 259.190 23.341 73.918 95.956 333.108 Extralberghiero 81.719 669.901 18.517 86.111 100.236 756.012 154.334 929.091 41.858 160.029 Totale 196.192 1.089.120 Fonte: Provincia di Massa-Carrara, ufficio Turismo I flussi turistici (arrivi e presenze) nelle strutture ricettive ufficiali della Lunigiana e della zona di Costa, per tipologia ricettiva e nazionalità di provenienza. Variazioni percentuali nei primi 8 mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente TERRITORIO Lunigiana Costa TIPOLOGIA RICETTIVA ITALIANI Arrivi Presenze Arrivi TOTALE Presenze Arrivi Presenze Alberghiero 12,5 3,0 25,9 34,9 15,8 10,3 Extralberghiero -3,3 -1,2 -1,5 9,0 -2,7 2,3 Totale 6,6 1,2 13,5 20,2 8,5 6,5 Alberghiero -1,5 -8,0 10,7 4,4 1,2 -5,6 Extralberghiero -6,3 -4,9 2,3 4,7 -4,9 -4,0 Totale -4,2 -5,7 6,7 4,6 -2,2 -4,4 0,3 -7,0 13,0 7,7 3,2 -4,1 Extralberghiero -6,1 -4,8 1,8 5,2 -4,8 -3,8 Totale -3,2 -5,4 7,7 6,4 -1,1 -3,8 Alberghiero Provincia STRANIERI Fonte: Provincia di Massa-Carrara, ufficio Turismo I flussi turistici (arrivi e presenze) nelle strutture ricettive ufficiali della provincia, per singola tipologia ricettiva e nazionalità di provenienza. Movimenti totali nei primi 8 mesi del 2010 TIPOLOGIA RICETTIVA ITALIANI Arrivi STRANIERI Presenze Arrivi TOTALE Presenze Arrivi Presenze 1 stella 2.313 9.562 809 1.966 3.122 11.528 2 stelle 13.889 39.266 3.093 8.005 16.982 47.271 39 3 stelle 42.162 134.249 14.724 45.988 56.886 180.237 4 stelle 6.685 19.076 3.999 13.503 10.684 32.579 RTA 7.566 57.037 716 4.456 8.282 61.493 TOT ALBERGHIERO 72.615 259.190 23.341 73.918 95.956 333.108 Campeggi e V.T. 60.336 558.719 7.190 34.183 67.526 592.902 Affittacamere e C.A.V 9.756 57.089 1.736 7.469 11.492 64.558 Altri Esercizi 9.775 48.242 8.242 38.018 18.017 86.260 di cui Agriturismi 1.852 5.851 1.349 6.441 3.201 12.292 81.719 669.901 18.517 86.111 100.236 756.012 154.334 929.091 41.858 160.029 196.192 1.089.120 TOT EXTRALBERGHIERO TOTALE Fonte: Provincia di Massa-Carrara, ufficio Turismo I flussi turistici (arrivi e presenze) nelle strutture ricettive ufficiali della provincia, per singola tipologia ricettiva e nazionalità di provenienza. Variazioni percentuali nei primi 8 mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente TIPOLOGIA RICETTIVA ITALIANI Arrivi STRANIERI Presenze Arrivi TOTALE Presenze Arrivi Presenze 1 stella -8,4 3,4 3,6 15,1 -5,5 5,3 2 stelle 12,1 3,6 8,6 2,3 11,4 3,4 3 stelle -6,5 -8,9 14,9 9,9 -1,7 -4,8 4 stelle -13,3 1,1 -1,0 -1,9 -9,1 -0,2 RTA 62,3 -12,5 323,7 28,7 71,4 -10,4 TOT ALBERGHIERO 0,3 -7,0 13,0 7,7 3,2 -4,1 Campeggi e V.T. -0,5 -0,1 -7,8 -0,4 -1,3 -0,1 Affittacamere e C.A.V -12,7 -25,0 -1,3 -21,3 -11,1 -24,6 Altri Esercizi -36,0 -29,5 -4,6 -0,1 -24,6 -19,0 di cui Agriturismi -23,1 -12,6 -6,2 15,8 -16,8 0,3 TOT EXTRALBERGHIERO -6,1 -4,8 1,8 5,2 -4,8 -3,8 TOTALE -3,2 -5,4 7,7 6,4 -1,1 -3,8 Fonte: Provincia di Massa-Carrara, ufficio Turismo 40 Recentemente sono usciti gli ultimi dati comprensivi anche del mese di settembre, che sembrano confermare nella loro totalità l’andamento dei primi otto mesi. Infatti, secondo le prime indicazioni, tra gennaio e settembre i flussi di presenza nella nostra provincia sono diminuiti del -3,8% e gli arrivi del -1,0%, alla stessa stregua di quanto è accaduto fino ad agosto. A settembre, le presenze totali avevano superato le 1.212 mila unità, gli arrivi le 220 mila unità. Per quanto concerne le tipologie ricettive, con settembre sembra essersi aggravata ulteriormente la situazione dell’alberghiero, visto che il calo delle presenze è ulteriormente sceso rispetto a quello rilevato ad agosto, toccando il -5,5%. Al contrario, con l’ultimo mese recupera un po’ l’extralberghiero, anche se rimane in terreno negativo: la variazione dei flussi di presenza, infatti, si attesta al -3,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto concerne la nazionalità di provenienza, la maggior differenza rispetto ai primi otto mesi, è l’attenuazione del tasso di crescita delle presenze straniere: dal +6,4% di gennaioagosto si passa al +4,6% dei nove mesi, rallentamento che riguarda soprattutto l’extralberghiero. Per gli italiani, invece, il dato più recente conferma quello di agosto: le presenze dei nostri connazionali continuano a segnare una contrazione di oltre il -5%. I flussi turistici (arrivi e presenze) nelle strutture ricettive ufficiali della provincia, per singola tipologia ricettiva e nazionalità di provenienza. Variazioni percentuali nei primi 9 mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Gennaio/Settembre 2010 Alberghiero Arrivi Extralberghiero Presenze Arrivi Totale Presenze Arrivi Presenze Valori assoluti Italiani 80.313 286.775 89.945 735.596 170.258 1.022.371 Stranieri 28.299 91.313 21.540 99.019 49.839 190.332 108.612 378.088 111.485 834.615 220.097 1.212.703 Totale Variazioni % 2010 su 2009 Italiani -0,7 -8,8 -4,8 -3,8 -2,9 -5,2 Stranieri 9,9 6,8 1,3 2,7 6,0 4,6 Totale 1,9 -5,5 -3,7 -3,0 -1,0 -3,8 Fonte: Provincia di Massa-Carrara, ufficio Turismo 41 42 AGRICOLTURA: STAGIONE OK PER VINO E OLIO Nel bilancio di fine 2009 si segnalava che le aziende agricole ottenevano un saldo negativo di 11 imprese, frutto di ben 97 cessazioni a fronte di 86 iscrizioni, con un totale di imprese agricole registrate pari a 1.193 unità, per un tasso di sviluppo negativo del –0,9%. Nei primi nove mesi dell’anno in corso, gennaio-settembre, la situazione non si è modificata e la base imprenditoriale del comparto agricolo locale, raffrontata con lo stock di fine 2009, ha ottenuto un saldo negativo ancora più consistente e pari a -17 imprese, risultato da 62 cessioni d’attività a fronte di 45 iscrizioni, con un totale di imprese agricole registrate a fine settembre 2010 pari a 1.085 unità. Il tasso di sviluppo negativo è stato del –1,6%, ed è stato determinato da un tasso di natalità del 4,1% a fronte di un tasso di mortalità del 5,7%; si conferma quindi la fase di ridimensionamento e scrematura di imprese che da tempo è l’elemento strutturale specifico del settore, anche se in questi primi nove mesi dell’anno in corso questa dinamica risulta leggermente più accentuata rispetto al passato. In maniera più dettagliata possiamo osservare che nella disaggregazione per comparti economici la quasi totalità delle aziende registrate, 1.000 unità, sono riconducibili alle coltivazioni agricole e produzioni di prodotti animali, caccia e servizi connessi, seguono con 61 unità la silvicoltura ed utilizzo aree forestali, ed infine con solo 24 imprese registrate la pesca e acquacoltura. Nella distinzione territoriale evidenziamo che la maggior parte delle aziende agricole apuane sono riconducibili all’entroterra lunigianese dove si trovano il 75,9% del totale delle imprese. Il comune leader è Fivizzano che con 194 unità imprenditoriali nel settore agricole rappresenta il 17,9% del totale provinciale; segue il comune di Massa con 147 unità e con un peso del 13,5% e poi tutti gli altri comuni con valori inferiori: Pontermoli (8,6%), Aulla (8,1%), Carrara (7,6%), Zeri (6,8%), Fosdinovo (6,3%), Licciana Nardi (6%), Filattiera (4,9%), Mulazzo (8,6%), Villafranca (3,1%), Montignoso (3%), Bagnone (2,9%), Casola (2,4%), Tresana (2,3%), Comano (1,5%) e Podenzana (1,3%). Per quanto riguarda invece l’analisi più strettamente congiunturale possiamo evidenziare, grazie ad alcune valutazioni di esperti di settore, gli andamenti che si sono affermati in questi mesi per la raccolta dell’uva e per quella delle olive. 43 Per quanto concerne le produzioni olivicole sembrerebbero più tranquillizzanti, rispetto al passato, le dichiarazioni dei produttori, non essendo condizionata la raccolta dalla presenza della mosca olearia, una larva che minaccia gli oliveti e provoca danni sotto l’aspetto sia quantitativo che qualitativo. L’olivicoltura rappresenta uno dei principali comparti dell’agricoltura locale con circa 1.500 olivicoltori e circa 300.000 piante. Un settore dove si muovono storiche realtà e nuove generazioni di imprenditori. Presenza costante in orti domestici e terreni agricoli, importante fonte di reddito per l’agricoltura professionale con una trentina di aziende produttrici di olio extravergine d’oliva Igp e una nicchia significativa di ulteriori produttori, la campagna olivicola 2010 si presenta con tutte le caratteristiche di un’ottima annata in virtù anche delle condizioni meteorologiche abbastanza favorevoli e degli sporadici, per non dire inesistenti, in particolare nella Lunigiana, attacchi della mosca olearia. Se qualche attacco c’è stato, è successo nella zona di costa, ma è rimasto molto isolato. Gli operatori di settore affermano, sulla base delle prime valutazioni, che si otterrà una produzione a livello di quantitativi e qualitativi molto buona. L’andamento generale sembra positivo anche se la resa sarà leggermente inferiore alla media. La fase di raccolta porterà nei frantoi della Provincia tra i 55 e i 60.000 quintali di olive per una produzione di olio che dovrebbe oscillare tra i 6.000 e i 6.500 quintali. Secondo un indagine di Coldiretti attualmente sono 870 gli ettari impegnati ad oliveti sul territorio provinciale: 650 ettari in Lunigiana dove saranno raccolti circa 38.000 quintali di olive, e 220 nella zona di costa con circa 20.000 quintali. Ed è proprio nella Lunigiana che si trova il grosso della produzione con i comuni di Fosdinovo, Fivizzano, Podenzata, Mulazzo e Casola. Quintali Area Quintali olive (q) Ettari Costa 20 220 Olio 2/2,5 Lunigiana 38 650 4/4,5 870 6/6,5 Totale 58 Dati Coldiretti Massa Carrara 44 Per quanto riguarda invece la raccolta dell’uva, secondo gli operatori, la stagione è stata caratterizzata da una vendemmia di qualità, ma con un leggero calo di produzione, in alcuni casi i produttori stimano addirittura una contrazione del 20% della propria produzione. Se dal punto quantitativo si avrà una diminuzione, causata soprattutto dalle dinamiche meteorologiche (piogge dei mesi estivi), soprattutto agosto, ma anche dell’attacco, se pur contenuto e tenuto sotto controllo dei funghi (in particolare la peronospora), dal punto di vista qualitativo andrà molto meglio. Sia per i vini Doc Candia dei Colli Apuani sia per tutti gli altri vini che si producono in provincia, come il Doc Colli di Luni, l’Igt Val di Magra e l’Igt Toscano, sembrerebbe che la produzione di vino sia risultata, a fine vendemmia 2010, come abbiamo detto inferiore a quella dell’anno precedente dal punto di vista quantitativo, ma ad un livello più che soddisfacente sotto l’aspetto qualitativo del prodotto finale. Inoltre ricordiamo che dopo una lunga attesa la farina Dop della Lunigiana otterrà, dopo quello nazionale, il riconoscimento della Comunità Europea, premio all’eccellenza lunigianese. Infine dobbiamo sottolineare che varie aziende agricole del territorio provinciale hanno subito, nelle ultime settimane di ottobre e le prime di novembre, a causa delle fortissime piogge, ingentissimi danni: frane e smottamenti hanno messo a dura prova la tenuta del territorio e le stesse attività produttive agricole. Aziende Agricole al 30 settembre 2010 Comune Registrate Inc. % AULLA BAGNONE CARRARA CASOLA COMANO FILATTIERA FIVIZZANO FOSDINOVO LICCIANA NARDI MASSA MONTIGNOSO MULAZZO PODENZANA PONTREMOLI TRESANA VILLAFRANCA ZERI 88 31 83 26 16 53 194 68 65 147 33 41 14 93 25 34 74 8,1 2,9 7,6 2,4 1,5 4,9 17,9 6,3 6,0 13,5 3,0 3,8 1,3 8,6 2,3 3,1 6,8 45 Totale MS 1.085 Dati. Elaborazioni ISR su dati Infocamere 100,0 46