Eccoci. Siamo sull`autobus: chi scatta foto agli amici e chi parla

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Eccoci. Siamo sull`autobus: chi scatta foto agli amici e chi parla
Eccoci. Siamo sull’autobus: chi scatta foto agli amici e chi parla. Stiamo andando in gita, o come
dicono gli adulti “visita d’istruzione”, alla Cittadella Mediterranea della Scienza. Molti di noi ci
sono già stati alle elementari, ma è sempre bello tornare in posti speciali che facciano ricordare il
passato.
Siamo arrivati, eccola di fronte a noi. Un attimo di esitazione, una breve verifica per vedere se ci
siamo tutti e poi si entra: un cortile e una strada che svolta a sinistra. Proseguiamo in quella
direzione. La nostra classe conoscerà “ i materiali del futuro”.
Ci siamo divisi in 2 gruppi misti su due tavoli separati, per poter lavorare meglio. La guida del
nostro gruppo è Fabio Vischi a cui poniamo alcune domande; risponde cortesemente col sorriso
sulle labbra, felice dell’inaspettata intervista.
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Qual è il suo ruolo alla Cittadella della Scienza?
Sono un coordinatore degli animatori, ovvero mi occupo di formare le nuove guide. Inoltre,
studio i materiali del futuro in laboratorio.
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Da quanti anni lavora qui e da quanto tempo è attiva la struttura?
Lavoro qui da 6 anni, cioè da quando è stata aperta la Cittadella.
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Perché ha scelto questo mestiere?
L’ho scelto perché penso sia lo “stile del futuro” e sento di essere utile alla scienza
occupandomi dei nuovi materiali.
Ora si può iniziare. Come introduzione ci viene detto chi ha inventato la scienza e cos’è. Poi ci
viene spiegato cos’è un atomo e la sua composizione: “un piccolo sistema solare”, ci viene detto,
“al centro un nucleo di protoni e neutroni e intorno gli elettroni”.
Dopodiché, ci viene proposto un esperimento con due palline, una di titanio cristallino e una di
lega di zirconio amorfa. I due oggetti vengono fatti rimbalzare su una superficie piana e la lega
amorfa (creata in laboratorio) dà un risultato spettacolare: rimbalza un sacco di volte.
E dopo questo, un altro esperimento che risulta davvero interessante: stavolta una molla
realizzata con nichel e titanio. Uno di noi prova a tirarla e rimane nella posizione appena
allungata, così proviamo a riscaldarla tramite l’utilizzo di un phon e…la molla torna magicamente
nella sua posizione originaria! La nostra guida ci spiega pazientemente che si chiama “lega a
memoria di forma”, cioè il materiale “si ricorda” della sua forma e con un po’ di calore la
riassume dopo essere stato deformato.
Quello che mi colpisce di più forse è l’impiego di una boccettina con dell’oro ridotto in
piccolissimi frammenti: serve a curare i tumori. E’ una cura del futuro, ancora in fase di
sperimentazione, ma se davvero funzionasse, quante persone potrebbero guarire? Potrebbero
avere una speranza anche i casi più difficili?
Ci spostiamo all'altro tavolo, dove ci mostrano i cosiddetti “materiali del futuro”. Incredibili. Un
tessuto fatto con “siero di latte”, e chi l’avrebbe mai detto?
Muri fatti di plastica, ottimi in caso di terremoti e inoltre sono isolanti termici ed acustici. Chissà
come sarebbe abitare in una casa del genere…
Poi, un pannello contenente cristalli liquidi: con un po’ di corrente elettrica diventa trasparente,
senza è opaco e non permette di vedere dall’altra parte. Ottimo come “tapparella del futuro”,
no?
Pavimento di marmo e problemi con l’acido? Perché non risolvere con il nuovo marmo antiacido?
E infine, stanchi del solito termometro? Ecco che arriva il termometro innovativo: un pratico
cerotto da applicare sulla pelle.
Si conclude così la visita alla Cittadella della Scienza, lasciandoci fantasticare sul domani. Sui
materiali del futuro.
Chiara Causio, Teresa Cuzzola, Francesca Veneziani