TRAPPOLE DI COPPIA: LA DIPENDENZA AFFETTIVA
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TRAPPOLE DI COPPIA: LA DIPENDENZA AFFETTIVA
F.I.D.A.P.A. - B.P.W. Sezione di Ravenna CASA MATHA SCHOLA PISCATORUM TRAPPOLE DI COPPIA: LA DIPENDENZA AFFETTIVA Rachele Nanni – Neuropsicologa, Psicoterapeuta Cell: 347-1211409 COPPIA “Molte delle più intense emozioni umane sorgono durante la formazione, il mantenimento, la distruzione ed il rinnovarsi dei legami affettivi…” Quando diciamo che due persone sono una coppia? Quando riconosciamo che due persone stanno insieme e non sono solo amici, né hanno semplicemente una avventura di sesso? Come riconosciamo in noi stessi i segnali dell’amore, quelli che ci fanno rendere conto dell’importanza di una persona che ci sta vicino e che sono determinanti quando si è incerti fra due persone e non si riesce a decidere? PROVIAMO A CHIEDERCI ✘ Con chi mi piace passare il mio tempo, a chi mi piace stare vicino in modo particolare? MANTENIMENTO DEL CONTATTO ✘A chi mi rivolgo quando sono turbato, ho un problema o non mi sento bene? RIFUGIO SICURO ✘Chi non sopporto che mi stia lontano o semplicemente mi manca molto quando non c’è? ANSIA DI SEPARAZIONE ✘Su chi sento di poter contare e so che farebbe il possibile per aiutarmi se ne avessi bisogno? BASE SICURA ✘Di chi mi fa piacere prendermi cura e soddisfare i desideri? Chi desidero mi riconosca importante? ACCUDIMENTO ✘Con chi desidero realmente intrattenere una intimità sessuale? DESIDERIO SESSUALE SISTEMI MOTIVAZIONALI INNATI: INGREDIENTI DI UN RAPPORTO DI COPPIA ATTACCAM ENTO ACCUDIME NTO COOPERATIV O SESSUALE AGONISTIC O SISTEMI MOTIVAZIONALI INNATI Possono essere definiti dei programmi comportamentali che caratterizzano i rapporti sociali nelle diverse specie animali. Essi si attivano in presenza di alcuni stimoli interpersonali e si modulano in maniera specifica in base all’apprendimento individuale. SITUAZIONE ATTIVANTE EMOZIONE VALUTAZIONE PERSONALE Poiché questi sistemi appaiono analoghi in tutti gi individui di una stessa specie e omologhi negli individui di specie diverse possiamo desumere la loro origine evoluzionistica comune e una base innata. COMPORTAMENT O ATTACCAMENTO E’ il primo sistema motivazionale ad attivarsi dopo la nascita e spinge il neonato a ricercare e mantenere il contatto con un adulto protettivo e accudente. All’interno di questa prima relazione ciascuno di noi ha vissuto uno stato di NATURALE DIPENDENZA Il bisogno totale ed inconsapevole del cucciolo di un adulto accudente per sopravvivere e crescere. La qualità di questa relazione nel tempo ha dato vita: ✘Alla nostra capacità di modulare progressivamente le emozioni; ✘Al modo in cui entriamo in relazione con l’altro; ✘Alla fiducia delle nostre qualità e competenze. NATURALE DIPENDENZA PRIMARIA E’ lo stato in cui il neonato dipende totalmente dalla madre e percepisce il soddisfacimento dei propri bisogni come un tutt’uno con i propri stati interni. FIDUCIA INTERNA NATURALE DIPENDENZA SECONDARIA E’ lo stato in cui il bambino avverte che i propri bisogni sono soddisfatti da una persona diversa che può essere più o meno disponibile, affidabile e presente. FIDUCIA NELL’ALTRO MODULARE LE EMOZIONI Quando un genitore si sintonizza con le emozioni del suo bambino, le accoglie e le restituisce a lui in modo coerente, comprensibile e misurato sta insegnando al proprio figlio a fare altrettanto. a madre ed il padre forniscono al figlio sensibilità, affidabilità, protezione, reciprocità, conforto ma anche frustrazioni proporzionate alle sue capacità di tollerarle, limiti, regole. Quando un bambino si trova a giocare per breve tempo da solo, ad addormentarsi e confortarsi, fiducioso nella possibilità di ottenere protezione in caso di bisogno, sta imparando a modulare le proprie emozioni. ENTRARE IN RELAZIONE CON L’ALTRO Un bambino che ottiene risposte sufficientemente coerenti ed adeguate ai propri bisogni svilupperà una percezione dell’altro significativo come benevolo e affidabile. Tenderà a comportarsi in modo fiducioso nei confronti del mondo e delle nuove relazioni affettive. DIVENTERA’ UN PARTNER TENDENZIALMENTE AFFIDABILE E RASSICURANTE Un bambino che ottiene risposte rifiutanti o distratte, risposte che inibiscono le proprie richieste costruirà una rappresentazione dell’altro come distante, poco disponibile o a sua volta troppo bisognoso. Tenderà in futuro a non fidarsi delle relazioni intime, a non esplicitare i propri bisogni, ad DIVENTERA’ UN PARTNER EVITANTE Un bambino che ottiene risposte incostanti, inaffidabili ed intrusive, risposte che troppo spesso male interpretano le proprie richieste tenderà ad enfatizzare le proprie emozioni a rivendicare in modo esasperato e talvolta manipolativo i propri bisogni attraverso strategie passive o aggressive. DIVENTERA’ UN PARTNER COERCITIVO FIDUCIA NELLE PROPRIE QUALITA’ E COMPETENZE “Un bambino gioca in un parco, sotto lo sguardo vigile della mamma che lo incoraggia a fare amicizia con gli altri bambini. Si arrampica sullo scivolo mentre la mamma lo guarda e quando si lascia scivolare giù è pronta ad accompagnare il suo entusiasmo con un ohhhh….” ATTACCAMENTO ESPLORAZIONE Quanto più l’attaccamento è sicuro quanto più viene incoraggiata una esplorazione fiduciosa e ampia che rafforza l’AUTONOMIA, l’AUTOSTIMA e la convinzione del bambino di essere in grado di affrontare le difficoltà. Un bambino gioca in soggiorno La mamma si allontana o si distrae per lungo tempo senza avvertire il bambino La madre interviene in continuazione nel gioco iperstimolando l’attenzione del bambino con inviti, richieste, azioni costanti La madre si impegna nelle faccende domestiche lasciando il bambino giocare solo non lontano dalla sua presenza. ANSIA, INIBIZIONE DELL’ESPLORAZIONE, CONTROLLO SCARSA AUTONOMIA EMOTIVA ED ESPLORATIVA GRADUALE FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITA’ DI ESPLORARE, GIOCARE E REGOLARSI STARE SOLO IN PRESENZA DI UNA BASE SICURA è fondamento della capacità di divertirsi, calmarsi, rassicurarsi e regolare le proprie emozioni. NATURALE DIPENDENZA RELATIVA PARTNER AMICI VALORI FAMIGLIA SE’ INTERESSI LAVORO La quantità e la qualità delle funzioni soddisfatte da una relazione può dipendere: dall’età, dalla fase in cui si trova il rapporto dalle caratteristiche della nostra personale storia affettiva. Una ricerca condotta da Hazan e Hutt (1991) su gruppi di bambini, adolescenti ed adulti dimostrò come, già a partire dagli 11 anni, la maggioranza degli intervistati tendesse a rivolgersi maggiormente ai coetanei per ricevere conforto emotivo e sostegno, mentre i genitori venivano percepiti la fonte prioritaria di sicurezza e le persone di cui si soffriva maggiormente la mancanza fino all’avanzata adolescenza. Il 90% degli adulti, invece, indicava come fonte di vicinanza emotiva, di conforto e di sicurezza il proprio partner. Un’altra ricerca di (Hazan e Zeifman) condotta intervistando adulti fra i 18 e gli 82 anni ha sottolineato il ruolo della dimensione temporale del rapporto. Coloro che avevano iniziato un rapporto da più di 2 anni indicavano il proprio partner come non solo come colui di cui: ✘ si gradiva la vicinanza, ✘ dal quale ci si sentiva confortati in caso di stress fisico o emotivo, ✘ma anche come colui la cui assenza creava ansia, ✘ e come colui su cui si sente di poter contare. Queste ultime 2 dimensioni erano indicate solo da 1 terzo dei soggetti il cui rapporto durava da meno di 2 anni. I rapporti amorosi della vita adulta attingono allo stesso patrimonio esperienziale consolidatosi nel corso dell’infanzia… CON ALCUNE DIFFERENZE 1. L’attaccamento infantile è tipicamente COMPLEMENTARE E’ il bambino che dipende e riceve protezione e cura da un genitore accudente 2. Quello adulto è più tipicamente RECIPROCO Entrambi i partner si scambiano tenerezza e accudimento e interesse 3. L’attaccamento amoroso adulto scaturisce solitamente a seguito di una attrazione erotica, quindi dal sistema motivazionale SESSUALE SISTEMA MOTIVAZIONALE SESSUALE L’attrazione sessuale gioca un ruolo fondamentale nella nascita e nella scelta iniziale di un partner affettivo ma non nel mantenimento del legame stesso. Dal punto di vista evoluzionistico gli scambi sessuali, in verità, servono a creare il contesto che porta alla formazione di legami sentimentali funzionali alla miglior cura della prole. Questo perché nella specie umana un legame sessuale può assicurare solo la riproduzione ma non il successo riproduttivo. Fare l’amore senza riuscire a trovare nell’altro anche calore, comprensione e tenerezza porta rapidamente alla fine di un legame che rimane occasionale. ATTACCAME NTO COERCITIVO ESPONE in modo intenso le proprie emozioni di rabbia, paura o bisogno di conforto che diventano immediatamente percepibili tentando, inconsapevolmente, di indurre l’altro al soddisfacimento dei propri bisogni. ATTACCAMEN TO EVITANTE EVITA e reprime principalmente le proprie emozioni più autentiche, nei rapporti affettivi può essere distante ma anche eccessivamente compiacente, accudente o controllato in modo da “funzionare” in modo apparentemente ineccepibile. ATTACCAMENTO COERCITIVO Le persone coercitive non si fidano mai veramente dell’altro di cui temono il tradimento, il disinteresse, la trascuratezza, l’abbandono. Adottano quindi comportamenti orientati a controllarlo e a mantenere l’attenzione del compagno rivolta a sé. RABBIA – la persona coercitivamente rabbiosa ha paura di essere raggirato, tenta di imporsi in modo rivendicativo, iroso, aggressivo ed esplicitamente controllante. PAURA – la persona coercitivamente timorosa si mostra fragile e vulnerabile, continuamente bisognosa di rassicurazione, cura e conforto. In questo modo induce nell’altro comportamenti accudenti e premurosi. BISOGNO DI CONTATTO – la persona desiderosa di contatto affettivo mostra esplicitamente i propri affetti e la propria passione, lo fa in modo enfatico, talvolta eccessivo e non sempre rispettoso dei desideri dell’altro che spesso finisce per sentirsi inadeguato. OTELLO IL COERCITIVO RABBIOSO Otello cerca un amore passionale e totale ma non può mai rassicurarsi di averlo veramente trovato. Non supera mai la fase dell’innamoramento e la sua ansia di separazione è sempre all’estremo. Per quanti sforzi faccia Desdemona non riesce a tranquillizzarlo, egli immagina sempre di essere ingannato. Otello odia Desdemona quanto più si accorge di dipendere da lei. “Ti avrò uccisa e potrò ancora amarti… Confessa lealmente il tuo peccato perché anche se tu lo negassi e con giuramento, punto per punto, non potresti attenuare né distruggere quella forte convinzione della tua colpa che mi fa delirare. Tu devi morire.” ATTACCAMENTO EVITANTE Le persone evitanti si distanziano dalle proprie emozioni più autentiche. Possono apparire fredde ed autosufficienti o al contrario affettuose e tenere ma, anche in questo caso agiranno, conformandosi alle aspettative genitoriali: mostrarsi forti, generosi, autonomi, protettivi. Partono dal presupposto di dover contare sempre su se stessi mentre l’altro è troppo fragile, bisognoso, incapace o inadatto. RABBIA – la persona che reprime la rabbia assume frequentemente uno stile di relazione acquiescente e premuroso. Può essere affettuoso ma in modo poco assertivo, eccessivamente orientato all’altro. Ama in modo idealizzato. PAURA – il tipico personaggio forte, coraggioso e protettivo nei confronti della famiglia, del partner, della società. Anche in questo caso però i bisogni più autentici di conforto e protezione vengono repressi. BISOGNO DI CONTATTO – l’uomo o la donna che non devono chiedere mai… le relazioni affettive sono scambi fugaci, spesso più orientati al sesso più che all’amore. Ammettono con difficoltà il proprio bisogno di amore. DON GIOVANNI LA PAURA DEL CONTATTO La strategia del Don Giovanni si basa sul non coinvolgimento affettivo e sul non mostrare sentimenti ed emozioni, in particolar modo quelli relativi allo sconforto ed all’ansia. Le sue relazioni sono intensamente sessuali ma non affettive e comunque ha il bisogno di cambiare continuamente partner prima di coinvolgersi troppo. Eh! Consolatevi; non siete voi, non foste, e non sarete né la prima, né l’ultima. Guardate: questo non picciol libro è tutto pieno dei nomi di sue belle: ……. Osservate, leggete con me. …….In Italia seicento e quaranta; In Almagna duecento e trentuna; Cento in Francia, in Turchia novantuna; Ma in Ispagna son già mille e tre. ACCUDIMENTO La ricerca ci dice che lo stile di accudimento attraverso il quale ci prendiamo cura dei nostri figli e delle persone che amiamo, è considerevolmente influenzato dallo stile di attaccamento Tende a trasmettersi fra le generazioni e ad influenzare in maniera significativa la scelta del partner I soggetti sicuri più frequentemente scelgono partner sicuri. Stile controllante frequentemente si associa a scelta di partner sfuggenti, acquiescenti o iperaccudenti. Stile distanziante o iperaccudente, spesso scelgono partner fragili o egocentrici che gli richiedono attenzioni continue DIPENDENZA AFFETTIVA La Dipendenza Affettiva costituisce un disturbo fortemente radicato nella personalità e caratterizzato dalla tendenza ad instaurare rapporti asimmetrici, in cui uno dei due riveste il ruolo di “donatore d’amore” a senso unico e vede nel legame con l’altro l’unica ragione della propria esistenza. EBREZZA – la sensazione che il dipendente prova in presenza del partner gli è indispensabile per stare bene e non riesce ad ottenerla in altri modi TOLLERANZA – il dipendente ricerca quantità di tempo sempre maggiori da dedicare al partner riducendo sempre di più la propria autonomia e le relazioni con gli altri ASTINENZA – l’assenza del partner getta il dipendente in uno stato di vuoto e totale disperazione DIPENDENZA AFFETTIVA SCHEMA DI SE’ INADEGUATO E FRAGILE “Senza di lei sono perso!” NECESSITA’ DI ESSERE PRESENTI NELLA MENTE DELL’ALTRO “Quando è in giro con le amiche non si ricorda neanche se esisto. Non lo sopporto, mi fa sentire terribilmente vuoto.” DESIDERIO DI IPER-CONTROLLO “Prima era diverso, viveva a casa mia, non conosceva quasi nessuno, dipendeva totalmente da me. Ero io il suo unico punto di riferimento. Ora ha amici, è autonoma. Mi da fastidio qualunque cosa faccia con altre persone senza di me” DIPENDENZA AFFETTIVA STATO DI VUOTO DISORGANIZZATO – causato dalla rottura o dalla minaccia di rottura della relazione. “Quando sono sola, è come una paralisi. Mi sento persa, un nulla.” DEFICIT NELLA RAPPRESENTAZIONE AUTONOMA DEGLI SCOPI “Non so dire che cosa mi piaccia veramente. Quando mi propose di andare in vacanza sul Mar Rosso mi è sembrata una fantastica idea. Si lamenta che non ho mai iniziativa ma a me va bene quello che vuole lei.” STATO DI COERCIZIONE E RIBELLIONE “I propri bisogni non riconosciuti ed espressi si manifestano sotto forma di rabbia improvvisa o di senso di costrizione o di sensazioni somatiche di panico.” THOMAS E TEREZA: L’INTERDIPENDENZA DEGLI OPPOSTI TEREZA – “La madre le spiegava continuamente che essere madre significava sacrificare ogni cosa. Tereza ascoltava e credeva che il valore supremo della vita sia la maternità e che la maternità sia un grosso sacrificio. E se la maternità è l’incarnazione del sacrificio allora il destino di figlia è la colpa che non si potrà mai espiare.” “Tereza appare ai miei occhi come il prolungamento del gesto con il quale la madre si era lieberata della propria vita di donna giovane e bella. Quel gesto della madre violento ed autodistruttivo è rimasto in Tereza, è diventato Tereza.” THOMAS – “Così, in poco tempo, Thomas riuscì a liberarsi di una moglie, di un figli, di una madre e di un padre. Gli era rimasta solo la paura delle donne. Le desiderava ma lo spaventavano. Tra la paura ed il desiderio dovette crearsi una sorta di compromesso: lui lo indicava con le parole “amicizia erotica”. Alle proprie amanti dichiarava: soltanto un rapporto non sentimentale, quando un partner non accampa pretese sulla vita e la libertà dell’altro, può portare alla felicità entrambi.” “Di nuovo gli venne fatto di pensare che Tereza era un bambino messo da qualcuno in una cesta spalmata di pece e affidata alla corrente. Non si può certo lasciare che una cesta con dentro un bambino vada alla deriva sulle acque di un fiume. THOMAS E TEREZA: L’INTERDIPENDENZA DELGI OPPOSTI TERESA – E’ il prototipo della dipendenza amorosa fragile, vulnerabile. La sua stessa anima di donna sembra risvegliata e resa reale solo da Thomas. Insicura, costantemente minacciata dal sentimento di perdita, regola i suoi stati interni monitorando continuamente il marito. Esibisce nei sogni e nella vita la sofferenza straziante per i tradimenti di lui facendolo sentire sempre colpevole. In questo modo, in realtà, Tereza controlla completamente Thomas che rinuncerà a tutta la sua vita per lei. THOMAS – vive da classico distanziante. Si tiene al riparo da coinvolgimenti pericolosi e costrittivi rifiutando rabbiosamente chi pretende di “incastrarlo”. Thomas rivendica fino all’estremo l’esplorazione libertina del mondo attraverso il sesso. Ma di fronte alla vulnerabilità sofferente di Theresa il suo desiderio di prendersi cura diventa amore. SABINA E FRANZ: L’INCONCILIABILITA’ DEGLI OPPOSTI FRANZ – Franz aveva dodici anni quando il padre abbandonò la madre all’improvviso. Il ragazzo intuì che era avvenuto qualcosa di grave ma la madre velò il dramma dietro parole misurate e neutre. Quello stesso giorno erano andati in città e Franz uscendo di casa si era accorto che la madre aveva ai piedi scarpe diverse. Rimase confuso, voleva farglielo notare ma allo stesso tempo temeva in qualche modo di ferirla….Allora per la prima volta aveva cominciato a capire che cosè la sofferenza. L’aveva amata dall’infanzia fino al momento in cui l’aveva accompagnata al cimite ro e l’amava ancora nel ricordo. Da questo gli veniva l’idea che la fedeltà sia la prima fra tutte le virtù, che la fedeltà conferisca unità alla nostra vita la quale altrimenti si frantumerebbe in migliaia di impresisoni fuggitive. SABINA – Tradire significava uscire dai ranghi e partire verso l’ignoto. Sabina non conosceva niente di più bello che partire verso l’ignoto. Franz avrebbe divorziato e lei avrebbe occupato il posto accanto a lui sull’ampio letto matrimoniale… lei sarebbe stata obbligata a recitare di fronte a tutti. Invece di essere Sabina avrebbe dovuto recitare quella parte. L’amore reso pubblico sarebbe aumentato di peso e sarebbe diventato un fardello. Solo a pensarci, sabina, si curvava sotto quel fardello. SABINA E FRANZ: L’INCONCILIABILITA’ DEGLI OPPOSTI FRANZ - ama in modo idealizzato e totale, donandosi all’altro senza difese. Franz è il cavaliere per il quale “amore significa rinunciare alla forza”. Egli continuerà ad amare “l’impronta dorata” che Sabina aveva lasciato nella sua vita forgiando se stesso su quell’impronta. SABRINA – rappresenta la leggerezza, la fuga da qualsiasi vincolo e costrizione. Sabina a suo modo ama Thomas con il quale aveva condiviso il linguaggio segreto della complicità, l’intensità del segreto, della passione e della libertà. LIBERARSI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA SIGNIFICA RICOSTRUIRE UN SENSO DI SE’ SUFFICIENTEMENTE VALIDO Non si riprende a camminare gettando improvvisamente via le stampelle riabilitando e rafforzando l’arto! L’obiettivo principale della terapia non consiste nel combattere la dipendenza ma nel ricostruire la capacità di regolare le proprie scelte e le proprie emozioni in modo autonomo. IL PRIMO PASSO E’ LA DECISIONE DI CAMBIARE Intraprendere il cammino del cambiamento significa assumersi una nuova responsabilità su se stessi. “Se un individuo è capace di amare positivamente, ama anche se stesso; se può amare solo gli altri, non può amare affatto.” Erich Fromm Decidere di cambiare è faticoso! Significa decidere che, costi quel che costi, si è disposti a compiere tutti i passi necessari per prendersi cura di se stessi! Tutta la fatica fatta per cercare di cambiare l’altro deve essere ora indirizzata a cambiare se stessi, con l’aiuto di qualcuno che ci accompagni in un cammino impegnativo! Questo passo richiede un impegno ed una cura totale nei confronti di sé! PSICOTERAPIA RICONOSCERE IL RAPPORTO FRA STATI EMOTIVI E CREDENZE GENERALI SU DI SE’ Il terapeuta aiuta la persona a ridefinire le componenti dello stato mentale doloroso evidenziando il rapporto fra STATI EMOTIVI CREDENZE SUL SE’ “Oggi mi sono di nuovo sentita malissimo. Ho pensato che la mia vita non ha senso…. Avevo paura di rimanere di nuovo sola. Mi sembrava di essere buttata dentro un vortice…. Se solo qualcuno mi aiutasse… ma poi penso che nessuno mi può aiutare… e io non ce la posso fare… mi sento senza scopo, impotente…” Terrore di abbandono Sensazione di non potercela fare da sola Vuoto disorientante Non ho uno scopo ed una direzione PSICOTERAPIA CONDIVIDERLI CON IL TERAPUTA COME NUOVA BASE SICURA VALIDANTE La VALIDAZIONE EMOTIVA consiste nell’esperienza di sentirsi compresi e non giudicati per ciò che si prova. Anche durante il trattamento può verificarsi una esperienza di DIPENDENZA TRANSITORIA dal terapeuta. Questo stato costituisce un esperienza potenzialmente molto positiva se utilizzata come PALESTRA di allenamento a nuove modalità relazionali. Compito del terapeuta sarà allora quello di accogliere i sentimenti di attaccamento ma al tempo stesso incoraggiare progressivamente le autonomie, le esplorazioni di sé, la tolleranza delle frustrazioni. PSICOTERAPIA GRADUALE COSTRUZIONE ED ESPLORAZIONE DI BISOGNI, DESIDERI, SCOPI PERSONALI Il terapeuta sostiene il paziente in una sorta di SCOPERTA GUIDATA del quotidiano. In questa fase di esplorazione non è necessario “sentire il desiderio” di compiere l’azione ma porsi con il semplice “atteggiamento dell’esploratore”. “Fare questa cosa può piacermi?” Scegliere di fare almeno una cosa al giorno in assoluta autonomia: ✘ Leggere il giornale, ✘ Fare ginnastica, ✘ Scrivere un diario, ✘ Ascoltare musica ✘ Frequentare alcuni amici, ✘ Iscriversi ad un corso… SE’ PSICOTERAPIA TOLLERANZA DELLE EMOZIONI FRUSTRANTI E DELLA SOLITUDINE Per il dipendente affettivo solitudine significa terrore di vivere nel dolore dell’abbandono e nel vuoto di obiettivi. Questa stessa solitudine può però essere percepita diversamente accettando che a piccole dosi possa farci bene. La solitudine ci permette di avvicinarci a noi stessi mentre l’isolamento è un muro che impedisce agli altri di accostarsi. Il peso della solitudine diventa più leggero quando la trasformiamo in un appuntamento con ciò che siamo. La solitudine rappresenta un passaggio obbligato verso un amore sano. “Dopo un anno di piccole solitudini la mia esistenza è diventata molto più semplice. Ho smesso di stordirmi e di distrarmi da me stessa. Mi apro maggiormente agli altri perché ho scoperto il mio valore.” Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni e insieme nella silenziosa memoria di Dio. Ma vi sia spazio nella vostra unione, tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore: piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane. Cantate e danzate insieme e state allegri ma ognuno di voi sia solo come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale. Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; le colonne del tempio si ergono distanti e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro. Kahlil Gibran Rachele Nanni – Neuropsicologa, Psicoterapeuta Tel: 347-1211409