TRAPPOLE DI COPPIA: LA DIPENDENZA AFFETTIVA

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TRAPPOLE DI COPPIA: LA DIPENDENZA AFFETTIVA
F.I.D.A.P.A. - B.P.W.
Sezione di Ravenna
CASA MATHA
SCHOLA PISCATORUM
TRAPPOLE DI COPPIA:
LA DIPENDENZA AFFETTIVA
Rachele Nanni – Neuropsicologa, Psicoterapeuta
Cell: 347-1211409
COPPIA
“Molte delle più intense emozioni umane
sorgono durante la formazione, il
mantenimento, la distruzione ed il
rinnovarsi dei legami affettivi…”
Quando diciamo che due persone sono una coppia?
Quando riconosciamo che due persone stanno insieme e non sono solo amici,
né hanno semplicemente una avventura di sesso?
Come riconosciamo in noi stessi i segnali dell’amore, quelli che ci fanno
rendere conto dell’importanza di una persona che ci sta vicino e che sono
determinanti quando si è incerti fra due persone e non si riesce a decidere?
PROVIAMO A CHIEDERCI
✘ Con chi mi piace passare il mio tempo, a chi mi piace stare vicino in modo particolare?
MANTENIMENTO DEL CONTATTO
✘A chi mi rivolgo quando sono turbato, ho un problema o non mi sento bene?
RIFUGIO SICURO
✘Chi non sopporto che mi stia lontano o semplicemente mi manca molto quando non c’è?
ANSIA DI SEPARAZIONE
✘Su chi sento di poter contare e so che farebbe il possibile per aiutarmi se ne avessi
bisogno?
BASE SICURA
✘Di chi mi fa piacere prendermi cura e soddisfare i desideri? Chi desidero mi riconosca
importante?
ACCUDIMENTO
✘Con chi desidero realmente intrattenere una intimità sessuale?
DESIDERIO SESSUALE
SISTEMI MOTIVAZIONALI INNATI:
INGREDIENTI DI UN RAPPORTO DI COPPIA
ATTACCAM
ENTO
ACCUDIME
NTO
COOPERATIV
O
SESSUALE
AGONISTIC
O
SISTEMI MOTIVAZIONALI INNATI
Possono essere definiti dei programmi comportamentali che caratterizzano i
rapporti sociali nelle diverse specie animali.
Essi si attivano in presenza di alcuni stimoli interpersonali e si modulano in
maniera specifica in base all’apprendimento individuale.
SITUAZIONE
ATTIVANTE
EMOZIONE
VALUTAZIONE PERSONALE
Poiché questi sistemi appaiono analoghi in tutti gi
individui di una stessa specie e omologhi negli
individui di specie diverse possiamo desumere la loro
origine evoluzionistica comune e una base innata.
COMPORTAMENT
O
ATTACCAMENTO
E’ il primo sistema motivazionale ad attivarsi dopo la nascita e spinge il neonato a
ricercare e mantenere il contatto con un adulto protettivo e accudente.
All’interno di questa prima relazione ciascuno di noi ha vissuto uno stato di
NATURALE DIPENDENZA
Il bisogno totale ed inconsapevole del cucciolo di un adulto accudente per
sopravvivere e crescere.
La qualità di questa relazione nel tempo ha dato vita:
✘Alla nostra capacità di modulare progressivamente le emozioni;
✘Al modo in cui entriamo in relazione con l’altro;
✘Alla fiducia delle nostre qualità e competenze.
NATURALE
DIPENDENZA
PRIMARIA
E’ lo stato in cui il neonato
dipende totalmente dalla
madre e percepisce il
soddisfacimento dei propri
bisogni come un tutt’uno
con i propri stati interni.
FIDUCIA INTERNA
NATURALE
DIPENDENZA
SECONDARIA
E’ lo stato in cui il bambino
avverte che i propri bisogni
sono soddisfatti da una
persona diversa che può
essere più o meno
disponibile, affidabile e
presente.
FIDUCIA
NELL’ALTRO
MODULARE LE EMOZIONI
Quando un genitore si sintonizza con le emozioni del suo
bambino, le accoglie e le restituisce a lui in modo coerente,
comprensibile e misurato sta insegnando al proprio figlio a fare
altrettanto.
a madre ed il padre forniscono al figlio sensibilità, affidabilità, protezione,
reciprocità, conforto ma anche frustrazioni proporzionate alle sue capacità di
tollerarle, limiti, regole.
Quando un bambino si trova a giocare per breve
tempo da solo, ad addormentarsi e confortarsi,
fiducioso nella possibilità di ottenere protezione in
caso di bisogno, sta imparando a modulare le proprie
emozioni.
ENTRARE IN RELAZIONE CON
L’ALTRO
Un bambino che ottiene risposte sufficientemente coerenti ed adeguate ai propri bisogni
svilupperà una percezione dell’altro significativo come benevolo e affidabile. Tenderà a
comportarsi in modo fiducioso nei confronti del mondo e delle nuove relazioni affettive.
DIVENTERA’ UN PARTNER TENDENZIALMENTE
AFFIDABILE E RASSICURANTE
Un bambino che ottiene risposte rifiutanti o distratte, risposte che inibiscono le proprie
richieste costruirà una rappresentazione dell’altro come distante, poco disponibile o a sua
volta troppo bisognoso. Tenderà in futuro a non fidarsi delle relazioni intime, a non
esplicitare i propri bisogni, ad
DIVENTERA’ UN PARTNER EVITANTE
Un bambino che ottiene risposte incostanti, inaffidabili ed intrusive, risposte che troppo
spesso male interpretano le proprie richieste tenderà ad enfatizzare le proprie emozioni a
rivendicare in modo esasperato e talvolta manipolativo i propri bisogni attraverso strategie
passive o aggressive.
DIVENTERA’ UN PARTNER COERCITIVO
FIDUCIA NELLE PROPRIE
QUALITA’ E COMPETENZE
“Un bambino gioca in un parco, sotto lo sguardo vigile
della mamma che lo incoraggia a fare amicizia con gli altri
bambini. Si arrampica sullo scivolo mentre la mamma lo
guarda e quando si lascia scivolare giù è pronta ad
accompagnare il suo entusiasmo con un ohhhh….”
ATTACCAMENTO
ESPLORAZIONE
Quanto più l’attaccamento è sicuro quanto più viene incoraggiata una
esplorazione fiduciosa e ampia che rafforza l’AUTONOMIA,
l’AUTOSTIMA e la convinzione del bambino di essere in grado di
affrontare le difficoltà.
Un bambino gioca in soggiorno
La mamma si allontana o
si distrae per lungo
tempo senza avvertire il
bambino
La madre interviene in
continuazione nel gioco
iperstimolando l’attenzione
del bambino con inviti,
richieste, azioni costanti
La madre si impegna nelle
faccende domestiche
lasciando il bambino giocare
solo non lontano dalla sua
presenza.
ANSIA, INIBIZIONE
DELL’ESPLORAZIONE,
CONTROLLO
SCARSA AUTONOMIA
EMOTIVA ED
ESPLORATIVA
GRADUALE FIDUCIA
NELLE PROPRIE
CAPACITA’ DI
ESPLORARE, GIOCARE
E REGOLARSI
STARE SOLO IN PRESENZA DI UNA BASE SICURA
è fondamento della capacità di divertirsi, calmarsi, rassicurarsi e regolare le
proprie emozioni.
NATURALE DIPENDENZA RELATIVA
PARTNER
AMICI
VALORI
FAMIGLIA
SE’
INTERESSI
LAVORO
La quantità e la qualità delle funzioni soddisfatte da una relazione
può dipendere:
 dall’età,
 dalla fase in cui si trova il rapporto
 dalle caratteristiche della nostra personale storia affettiva.
Una ricerca condotta da Hazan e Hutt (1991) su
gruppi di bambini, adolescenti ed adulti dimostrò
come, già a partire dagli 11 anni, la maggioranza degli
intervistati tendesse a rivolgersi maggiormente ai
coetanei per ricevere conforto emotivo e sostegno,
mentre i genitori venivano percepiti la fonte
prioritaria di sicurezza e le persone di cui si soffriva
maggiormente la mancanza fino all’avanzata
adolescenza.
Il 90% degli adulti, invece, indicava come fonte di vicinanza emotiva, di
conforto e di sicurezza il proprio partner.
Un’altra ricerca di (Hazan e Zeifman) condotta intervistando adulti fra i 18 e gli 82 anni ha
sottolineato il ruolo della dimensione temporale del rapporto.
Coloro che avevano iniziato un rapporto da più di 2 anni indicavano il proprio partner come non
solo come colui di cui:
✘ si gradiva la vicinanza,
✘ dal quale ci si sentiva confortati in caso di stress fisico o
emotivo,
✘ma anche come colui la cui assenza creava ansia,
✘ e come colui su cui si sente di poter contare.
Queste ultime 2 dimensioni erano indicate solo da 1 terzo dei soggetti
il cui rapporto durava da meno di 2 anni.
I rapporti amorosi della vita adulta attingono allo stesso patrimonio
esperienziale consolidatosi nel corso dell’infanzia…
CON ALCUNE DIFFERENZE
1. L’attaccamento infantile è tipicamente COMPLEMENTARE
E’ il bambino che dipende e riceve protezione e cura da un genitore
accudente
2. Quello adulto è più tipicamente RECIPROCO
Entrambi i partner si scambiano tenerezza e accudimento e interesse
3. L’attaccamento amoroso adulto scaturisce solitamente a seguito di una
attrazione erotica, quindi dal sistema motivazionale SESSUALE
SISTEMA MOTIVAZIONALE SESSUALE
L’attrazione sessuale gioca un ruolo fondamentale nella nascita e nella
scelta iniziale di un partner affettivo ma non nel mantenimento del legame
stesso.
Dal punto di vista evoluzionistico gli scambi sessuali, in verità, servono a
creare il contesto che porta alla formazione di legami sentimentali funzionali
alla miglior cura della prole.
Questo perché nella specie umana un legame sessuale può assicurare solo
la riproduzione ma non il successo riproduttivo.
Fare l’amore senza riuscire a trovare nell’altro anche
calore, comprensione e tenerezza porta rapidamente
alla fine di un legame che rimane occasionale.
ATTACCAME
NTO
COERCITIVO
ESPONE in modo intenso le
proprie emozioni di rabbia, paura o
bisogno di conforto che diventano
immediatamente percepibili tentando,
inconsapevolmente, di indurre l’altro al
soddisfacimento dei propri bisogni.
ATTACCAMEN
TO EVITANTE
EVITA e reprime principalmente le
proprie emozioni più autentiche, nei
rapporti affettivi può essere distante ma
anche eccessivamente compiacente,
accudente o controllato in modo da
“funzionare” in modo apparentemente
ineccepibile.
ATTACCAMENTO COERCITIVO
Le persone coercitive non si fidano mai veramente dell’altro di cui temono il tradimento, il
disinteresse, la trascuratezza, l’abbandono. Adottano quindi comportamenti orientati a
controllarlo e a mantenere l’attenzione del compagno rivolta a sé.
RABBIA – la persona coercitivamente rabbiosa ha paura di essere raggirato, tenta di
imporsi in modo rivendicativo, iroso, aggressivo ed esplicitamente controllante.
PAURA – la persona coercitivamente timorosa si mostra fragile e vulnerabile,
continuamente bisognosa di rassicurazione, cura e conforto. In questo modo induce
nell’altro comportamenti accudenti e premurosi.
BISOGNO DI CONTATTO – la persona desiderosa di contatto affettivo
mostra esplicitamente i propri affetti e la propria passione, lo fa in modo enfatico, talvolta
eccessivo e non sempre rispettoso dei desideri dell’altro che spesso finisce per sentirsi
inadeguato.
OTELLO
IL COERCITIVO RABBIOSO
Otello cerca un amore passionale e totale ma non può mai rassicurarsi di
averlo veramente trovato. Non supera mai la fase dell’innamoramento e la sua
ansia di separazione è sempre all’estremo. Per quanti sforzi faccia Desdemona
non riesce a tranquillizzarlo, egli immagina sempre di essere ingannato. Otello
odia Desdemona quanto più si accorge di dipendere da lei.
“Ti avrò uccisa e potrò ancora amarti…
Confessa lealmente il tuo peccato perché
anche se tu lo negassi e con giuramento,
punto per punto, non potresti attenuare
né distruggere quella forte convinzione
della tua colpa che mi fa delirare.
Tu devi morire.”
ATTACCAMENTO EVITANTE
Le persone evitanti si distanziano dalle proprie emozioni più autentiche. Possono
apparire fredde ed autosufficienti o al contrario affettuose e tenere ma, anche in
questo caso agiranno, conformandosi alle aspettative genitoriali: mostrarsi forti,
generosi, autonomi, protettivi.
Partono dal presupposto di dover contare sempre su se stessi mentre l’altro è troppo
fragile, bisognoso, incapace o inadatto.
RABBIA – la persona che reprime la rabbia assume frequentemente uno stile di
relazione acquiescente e premuroso. Può essere affettuoso ma in modo poco assertivo,
eccessivamente orientato all’altro. Ama in modo idealizzato.
PAURA – il tipico personaggio forte, coraggioso e protettivo nei confronti della
famiglia, del partner, della società. Anche in questo caso però i bisogni più autentici di
conforto e protezione vengono repressi.
BISOGNO DI CONTATTO – l’uomo o la donna che non devono chiedere
mai… le relazioni affettive sono scambi fugaci, spesso più orientati al sesso più che
all’amore. Ammettono con difficoltà il proprio bisogno di amore.
DON GIOVANNI
LA PAURA DEL CONTATTO
La strategia del Don Giovanni si basa sul non coinvolgimento affettivo e sul non
mostrare sentimenti ed emozioni, in particolar modo quelli relativi allo sconforto ed
all’ansia. Le sue relazioni sono intensamente sessuali ma non affettive e comunque ha il
bisogno di cambiare continuamente partner prima di coinvolgersi troppo.
Eh! Consolatevi; non siete voi, non foste, e non
sarete
né la prima, né l’ultima.
Guardate: questo non picciol libro è tutto pieno
dei nomi di sue belle:
……. Osservate, leggete con me.
…….In Italia seicento e quaranta; In Almagna
duecento e trentuna; Cento in Francia, in
Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.
ACCUDIMENTO
La ricerca ci dice che lo stile di accudimento attraverso il quale ci prendiamo cura dei
nostri figli e delle persone che amiamo, è considerevolmente influenzato dallo stile di
attaccamento Tende a trasmettersi fra le generazioni e ad influenzare in maniera
significativa la scelta del partner
I soggetti sicuri più
frequentemente
scelgono partner
sicuri.
Stile controllante frequentemente si
associa a scelta di partner sfuggenti,
acquiescenti o iperaccudenti.
Stile distanziante o iperaccudente,
spesso scelgono partner fragili o
egocentrici che gli richiedono
attenzioni continue
DIPENDENZA AFFETTIVA
La Dipendenza Affettiva costituisce un disturbo fortemente radicato nella
personalità e caratterizzato dalla tendenza ad instaurare rapporti asimmetrici, in cui uno
dei due riveste il ruolo di “donatore d’amore” a senso unico e vede nel legame con l’altro
l’unica ragione della propria esistenza.
EBREZZA – la sensazione che il dipendente prova in presenza del partner gli è
indispensabile per stare bene e non riesce ad ottenerla in altri modi
TOLLERANZA – il dipendente ricerca quantità di tempo sempre maggiori da
dedicare al partner riducendo sempre di più la propria autonomia e le relazioni con gli
altri
ASTINENZA – l’assenza del partner getta il
dipendente in uno stato di vuoto e totale disperazione
DIPENDENZA AFFETTIVA
SCHEMA DI SE’ INADEGUATO E FRAGILE
“Senza di lei sono perso!”
NECESSITA’ DI ESSERE PRESENTI NELLA MENTE
DELL’ALTRO
“Quando è in giro con le amiche non si ricorda neanche se esisto. Non lo
sopporto, mi fa sentire terribilmente vuoto.”
DESIDERIO DI IPER-CONTROLLO
“Prima era diverso, viveva a casa mia, non conosceva
quasi nessuno, dipendeva totalmente da me. Ero io il
suo unico punto di riferimento. Ora ha amici, è
autonoma. Mi da fastidio qualunque cosa faccia con
altre persone senza di me”
DIPENDENZA AFFETTIVA
STATO DI VUOTO DISORGANIZZATO – causato dalla rottura o
dalla minaccia di rottura della relazione.
“Quando sono sola, è come una paralisi. Mi sento persa, un nulla.”
DEFICIT NELLA RAPPRESENTAZIONE AUTONOMA
DEGLI SCOPI
“Non so dire che cosa mi piaccia veramente. Quando mi propose di andare in vacanza
sul Mar Rosso mi è sembrata una fantastica idea. Si lamenta che non ho mai iniziativa
ma a me va bene quello che vuole lei.”
STATO DI COERCIZIONE E RIBELLIONE
“I propri bisogni non riconosciuti ed espressi si manifestano sotto forma di rabbia
improvvisa o di senso di costrizione o di sensazioni somatiche di panico.”
THOMAS E TEREZA:
L’INTERDIPENDENZA DEGLI OPPOSTI
TEREZA – “La madre le spiegava continuamente che essere madre significava sacrificare ogni
cosa. Tereza ascoltava e credeva che il valore supremo della vita sia la maternità e che la maternità
sia un grosso sacrificio. E se la maternità è l’incarnazione del sacrificio allora il destino di figlia è la
colpa che non si potrà mai espiare.”
“Tereza appare ai miei occhi come il prolungamento del gesto con il quale la madre si era lieberata
della propria vita di donna giovane e bella. Quel gesto della madre violento ed autodistruttivo è
rimasto in Tereza, è diventato Tereza.”
THOMAS – “Così, in poco tempo, Thomas riuscì a liberarsi di una moglie, di un figli, di una
madre e di un padre. Gli era rimasta solo la paura delle donne. Le desiderava ma lo spaventavano.
Tra la paura ed il desiderio dovette crearsi una sorta di compromesso: lui lo indicava con le parole
“amicizia erotica”. Alle proprie amanti dichiarava: soltanto un rapporto non sentimentale, quando un
partner non accampa pretese sulla vita e la libertà dell’altro, può portare alla felicità entrambi.”
“Di nuovo gli venne fatto di pensare che Tereza era un bambino messo da qualcuno in una cesta
spalmata di pece e affidata alla corrente. Non si può certo lasciare che una cesta con dentro un
bambino vada alla deriva sulle acque di un fiume.
THOMAS E TEREZA:
L’INTERDIPENDENZA DELGI OPPOSTI
TERESA – E’ il prototipo della dipendenza amorosa fragile, vulnerabile. La sua
stessa anima di donna sembra risvegliata e resa reale solo da Thomas. Insicura,
costantemente minacciata dal sentimento di perdita, regola i suoi stati interni
monitorando continuamente il marito. Esibisce nei sogni e nella vita la sofferenza
straziante per i tradimenti di lui facendolo sentire sempre colpevole. In questo modo, in
realtà, Tereza controlla completamente Thomas che rinuncerà a tutta la sua vita per lei.
THOMAS – vive da classico distanziante. Si tiene al riparo da coinvolgimenti
pericolosi e costrittivi rifiutando rabbiosamente chi pretende di “incastrarlo”. Thomas
rivendica fino all’estremo l’esplorazione libertina del mondo attraverso il sesso. Ma di
fronte alla vulnerabilità sofferente di Theresa il suo desiderio di prendersi cura diventa
amore.
SABINA E FRANZ:
L’INCONCILIABILITA’ DEGLI OPPOSTI
FRANZ – Franz aveva dodici anni quando il padre abbandonò la madre all’improvviso. Il ragazzo
intuì che era avvenuto qualcosa di grave ma la madre velò il dramma dietro parole misurate e neutre.
Quello stesso giorno erano andati in città e Franz uscendo di casa si era accorto che la madre aveva
ai piedi scarpe diverse. Rimase confuso, voleva farglielo notare ma allo stesso tempo temeva in qualche
modo di ferirla….Allora per la prima volta aveva cominciato a capire che cosè la sofferenza.
L’aveva amata dall’infanzia fino al momento in cui l’aveva accompagnata al cimite ro e l’amava ancora
nel ricordo. Da questo gli veniva l’idea che la fedeltà sia la prima fra tutte le virtù, che la fedeltà
conferisca unità alla nostra vita la quale altrimenti si frantumerebbe in migliaia di impresisoni fuggitive.
SABINA – Tradire significava uscire dai ranghi e partire verso l’ignoto. Sabina non conosceva
niente di più bello che partire verso l’ignoto. Franz avrebbe divorziato e lei avrebbe occupato il posto
accanto a lui sull’ampio letto matrimoniale… lei sarebbe stata obbligata a recitare di fronte a tutti.
Invece di essere Sabina avrebbe dovuto recitare quella parte. L’amore reso pubblico sarebbe
aumentato di peso e sarebbe diventato un fardello. Solo a pensarci, sabina, si curvava sotto quel
fardello.
SABINA E FRANZ:
L’INCONCILIABILITA’ DEGLI OPPOSTI
FRANZ - ama in modo idealizzato e totale, donandosi all’altro senza difese.
Franz è il cavaliere per il quale “amore significa rinunciare alla forza”. Egli
continuerà ad amare “l’impronta dorata” che Sabina aveva lasciato nella sua
vita forgiando se stesso su quell’impronta.
SABRINA – rappresenta la leggerezza, la fuga da qualsiasi vincolo e
costrizione. Sabina a suo modo ama Thomas con il quale aveva condiviso il
linguaggio segreto della complicità, l’intensità del segreto, della passione e
della libertà.
LIBERARSI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA
SIGNIFICA RICOSTRUIRE UN SENSO DI SE’ SUFFICIENTEMENTE VALIDO
Non si riprende a camminare gettando
improvvisamente via le stampelle
riabilitando e rafforzando l’arto!
L’obiettivo principale della terapia
non consiste nel combattere la
dipendenza ma nel ricostruire la
capacità di regolare le proprie scelte
e le proprie emozioni in modo
autonomo.
IL PRIMO PASSO E’ LA DECISIONE DI CAMBIARE
Intraprendere il cammino del cambiamento significa
assumersi una nuova responsabilità su se stessi.
“Se un individuo è capace di amare positivamente, ama
anche se stesso; se può amare solo gli altri, non può
amare affatto.”
Erich Fromm
Decidere di cambiare è faticoso!
Significa decidere che, costi quel che costi, si è disposti a compiere tutti i
passi necessari per prendersi cura di se stessi!
Tutta la fatica fatta per cercare di cambiare l’altro deve essere ora indirizzata
a cambiare se stessi, con l’aiuto di qualcuno che ci accompagni in un cammino
impegnativo!
Questo passo richiede un impegno ed una cura totale nei confronti di sé!
PSICOTERAPIA
RICONOSCERE IL RAPPORTO FRA STATI EMOTIVI E
CREDENZE GENERALI SU DI SE’
Il terapeuta aiuta la persona a ridefinire le componenti dello stato mentale doloroso
evidenziando il rapporto fra
STATI EMOTIVI
CREDENZE SUL SE’
“Oggi mi sono di nuovo sentita malissimo. Ho pensato che la mia vita non ha senso….
Avevo paura di rimanere di nuovo sola. Mi sembrava di essere buttata dentro un
vortice…. Se solo qualcuno mi aiutasse… ma poi penso che nessuno mi può aiutare… e
io non ce la posso fare… mi sento senza scopo, impotente…”
Terrore di abbandono
Sensazione di non potercela fare da sola
Vuoto disorientante
Non ho uno scopo ed una direzione
PSICOTERAPIA
CONDIVIDERLI CON IL TERAPUTA COME
NUOVA BASE SICURA VALIDANTE
La VALIDAZIONE EMOTIVA consiste nell’esperienza di sentirsi compresi e
non giudicati per ciò che si prova.
Anche durante il trattamento può verificarsi una esperienza di
DIPENDENZA TRANSITORIA dal terapeuta.
Questo stato costituisce un esperienza potenzialmente molto positiva se utilizzata
come PALESTRA di allenamento a nuove modalità relazionali.
Compito del terapeuta sarà allora quello di accogliere i sentimenti di attaccamento ma
al tempo stesso incoraggiare progressivamente le autonomie, le esplorazioni di sé, la
tolleranza delle frustrazioni.
PSICOTERAPIA
GRADUALE COSTRUZIONE ED ESPLORAZIONE DI
BISOGNI, DESIDERI, SCOPI PERSONALI
Il terapeuta sostiene il paziente in una sorta di SCOPERTA GUIDATA del
quotidiano.
In questa fase di esplorazione non è necessario “sentire il desiderio” di compiere l’azione
ma porsi con il semplice “atteggiamento dell’esploratore”.
“Fare questa cosa può piacermi?”
Scegliere di fare almeno una cosa al giorno in assoluta autonomia:
✘ Leggere il giornale,
✘ Fare ginnastica,
✘ Scrivere un diario,
✘ Ascoltare musica
✘ Frequentare alcuni amici,
✘ Iscriversi ad un corso…
SE’
PSICOTERAPIA
TOLLERANZA DELLE EMOZIONI FRUSTRANTI E DELLA
SOLITUDINE
Per il dipendente affettivo solitudine significa terrore di vivere nel dolore dell’abbandono
e nel vuoto di obiettivi. Questa stessa solitudine può però essere percepita
diversamente accettando che a piccole dosi possa farci bene.
La solitudine ci permette di avvicinarci a noi stessi mentre l’isolamento è un muro che
impedisce agli altri di accostarsi. Il peso della solitudine diventa più leggero quando la
trasformiamo in un appuntamento con ciò che siamo.
La solitudine rappresenta un passaggio obbligato verso un amore sano.
“Dopo un anno di piccole solitudini la mia
esistenza è diventata molto più semplice. Ho
smesso di stordirmi e di distrarmi da me stessa.
Mi apro maggiormente agli altri perché ho
scoperto il mio valore.”
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni e insieme nella
silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione, tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore: piuttosto vi sia un moto di mare tra le
sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri ma ognuno di voi sia solo come sole sono le corde del liuto,
benché vibrino di musica uguale.
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini; le colonne del tempio si ergono distanti e la quercia e il cipresso
non crescono l’una all’ombra dell’altro.
Kahlil Gibran
Rachele Nanni – Neuropsicologa, Psicoterapeuta
Tel: 347-1211409