un libro... e gli altri
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un libro... e gli altri
[AL CINEMA IN SALOTTO] [UN LIBRO E... GLI ALTRI] DI MARIAPIA BONANATE DI ROBERTO DI DIODATO Tu chiamale, se vuoi, passioni Un borgo tranquillo, quasi bucolico. Ma d’improvviso esplodono sentimenti che cambiano le vite Irène Némirovsky, uccisa ad Auschwitz nel ’42, è uno dei semi caduti nel fango dei lager che hanno dato splendidi frutti, a conferma che la vita dello spirito vince la morte del corpo. Scrittrice di successo nella Parigi degli anni Trenta, la sua fama è aumentata con le opere postume, come Suite Francese. L’ultima, Il calore del sangue, il cui manoscritto è rimasto a lungo in una valigia, è un intenso racconto ambientato nella campagna francese, a IssyEvéque, nel Morvan, dove la Némirovsky si era rifugiata con la famiglia e fu arrestata con il marito. L’odore dei boschi vivo e aspro in primavera, lo sciabordare del fiume nel silenzio innaturale della notte, le stelle che brillano di luce vivida e cruda, avvolgono le vicende di una famiglia di ricchi proprietari terrieri dove tutto pare quieto e sereno. Anche fuori, nelle strade polverose, dove ci si saluta con poche parole, nelle fattorie dove si festeggia la fine della trebbiatura, nelle chiacchiere d’osteria, tutto pare scorrere senza sussulti. Nessuno s’impiccia dei fatti altrui, è la regola, anche se tutti sanno che nelle dimore all’apparenza confortevoli, dietro le finestre rimaste accese nella notte del Moulin-Neuf, accadono cose di cui non si deve venire a conoscenza. Ma un giorno la vita e il caso, incontrollabili, portano alla luce tradimenti e infedeltà, grettezze e ipocrisie. Allora il calore del sangue che sgorga da cuori insaziabili che hanno bisogno di amare, “di ardere di fuoco qualunque”, fuoriesce dalle dimore, invade le esistenze, le devia dal loro corso naturale, dà corpo alle ombre. Restituisce sogni impossibili alla voce narrante, colui che ha percorso il mondo spinto dal suo giovane sangue caldo, per poi ritornare, respinto dalla vita, al punto di partenza. Scaffale Narrativa Cinque vecchi amici s’incontrano ogni mese al mare in Nova Scotia, in Canada. Persone irreprensibili, fin quando una lettera anonima ne svela la vera identità di ex nazisti, responsabili di efferate crudeltà nella Roma della caccia agli ebrei. Vicende individuali e pubbliche s’incrociano in una forte tensione emotiva, confermando come la grande storia nasce dalle piccole storie (Vladimiro Bottone, Gli Immortali, Neri Pozza, H 17) Donna affascinante, di intelligenza e grandi passioni la quadrisnonna di Andrea di Robilant, che ne racconta con fedeltà alle lettere ritrovate, la movimentata vita a Venezia, 148 MARZO 2009 CLUB3 Irène Némirovsky Il calore del sangue Adelphi, H 11 dove assiste all’arrivo di Napoleone. Poi le frequentazioni di Parigi e Vienna e il ritorno infine nel palazzo sul Canal Grande con Lord Byron come inquilino (Lucia nel tempo di Napoleone, Corbaccio, H 18,60). È un giallo raffinato, un romanzo psicologico e storico, Omicidio a Road Hill House (Einaudi, H 19,50) di Kate Summerscale. Ispirato a un fatto di cronaca dell’800, ha tutti gli ingredienti del genere: una casa isolata nel Wiltshire con dodici persone, sospettate di un efferato delitto, un solerte poliziotto di Scotland Yard che indaga con grande intuito, una famiglia potente che nasconde legami malati e misteri torbidi. Un Giovanni XXIII semplice e spontaneo, immediato ed affettuoso anche negli scritti più ufficiali, capace di stabilire un filo diretto con tutti, ci viene incontro nelle Lettere del pontificato (San Paolo H 32), raccolte da Loris Francesco Capovilla, suo segretario privato. Aiutano a ripercorrere anni indimenticabili fino ai primi passi del Vaticano II. A sira s’addumano i Tv s’astùtano i stiddi (Quando a sera si accende la Tv, si spengono le stelle) è uno dei proverbi siciliani recenti, fra i tanti più antichi, scritti su piastrelle di ceramica in un vicolo di Calatafimi, dove scorre e ci soccorre la saggezza popolare di ieri. Marco Vitale li ha selezionati in un piacevolissimo volumetto, sotto l’egida di Garibaldi e dei Mille, simboli di libertà e d’impegno sociale e politico, per offrirli come riflessione al mondo imprenditoriale che voglia ricuperare un volto umano e all’Italia dissipata dei nostri giorni, perché raddrizzi la schiena e tenti di rinascere (Marco Vitale I proverbi di Calatafimi, Inaz, H 10) Gli artigli sulla città Strozzata dalla camorra, Napoli fatica a ribellarsi Le facce sono giuste. Perché vere. Da delinquenti, che dalla finzione del film sono saltati, più di una volta, nella cruda realtà della cronaca nera. Solo Toni Servillo fa fatica a essere camorrista. Sui territori di Napoli e Caserta non brilla più la luce ridente del sole. Ma quella violetta e fredda delle lampade abbronzanti, nuovo status symbol del camorrista forte, ricco e senza pau- ra. Un’aberrante e volgare immagine capovolta di cavaliere errante, che diventa modello per bambini e giovani di Scampia. Il cuore del film batte in questa mostruosa e sudicia torre di Babele, dove scoppiano urla, spari e sgommate di macchinine e motorini. Uno vero Stato che funziona con proprie regole. Dal libro di Roberto Saviano il regista prende cinque storie, senza però mantenere sempre viva e alta la tensione drammatica. Troppo docu o poco film? Negli extra: Ciro e Marco, backstage, trailer. GOMORRA di Matteo Garrone, con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Salvatore Cantalupo e attori non professionisti. Durata: 130’. Lingua: italiano; sottotitoli: italiano, italiano per non udenti, inglese. Distribuzione: 01. Prezzo dvd: H 16,90.