RADON - precauzioni e rimedi

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RADON - precauzioni e rimedi
Prodotti naturali e Tecnologie per la Bioedilizia, la Bioarchitettura, il Risanamento Ecologico ed il Risparmio Energetico Ù
Radon 4: precauzioni & rimedi
A: prima di edificare
Le caratteristiche note, o misurate, del suolo, sotto il profilo delle emissioni radioattive, e la tipologia della costruzione che si intende realizzare possono fornire indicazioni, seppu‐
re di larga massima, sulle eventuali concentrazioni di Radon che potranno caratterizzare l’edificio, tenuto conto che le misure, ove previste, dovranno interessare differenti pro‐
fondità e, in ogni caso, sino a profondità superiori, di alcuni metri, rispetto alla prevista quota di scavo delle opere di fondazione. La valutazione delle misure richiede, in ogni caso, l’opera di operatori specializzati (pro‐
fessionisti o funzionari ARPA o ISPRA), in grado di interpretare correttamente i rilievi ef‐
fettuati, anche alla luce delle variabili che lo scavo stesso potrà apportare alla situazione originaria del terreno (1). (1) = A solo titolo di esempio i terreni argillosi specie se compatti, garantiscono, in genere, una bassa concentrazione di radon, per l’impermeabilità che li caratterizza. La possibile perforazione degli strati argillosi, eventualmente arrecata dagli scavi, può però modifi‐
care radicalmente la situazione comportando rischi Radon prima inesistenti, così come è possibile evincere dalla figura sopra riportata. B: magisteri per edificare
L’efficiente difesa dal gas Radon si basa tanto su interventi adeguati che sulla scrupolosa esecuzione dei lavori di dettaglio. La maggiore attenzio‐
ne deve essere comunque rivolta alle opere di fondazione, tenendo in at‐
tenta considerazione che, tutte le strategie che mirano a “separare” dal suolo i locali, contribuiscono a proteggere dal radon.
La soluzione ideale è rappresentata una platea continua, in conglomerato cementizio armato, di spessore indicativo pari a cm 30, ricoprente l’intera superficie orizzontale dello scavo (2), non perforata o, ove perforata, a‐
deguatamente sigillata con prodotti idonei (per esempio Radoplug).
In alternativa alla platea continua, l’isolamento può essere realizzato inserendo una specifica barriera (**). (**) = Membrane multistrato, fibrorinforzate, provatamente impermeabili al gas Radon, prodotte per estrusione e successiva lamina‐
zione di polietilene ad alta densità (HDPE) interposte fra strati di polietilene lineare a bassa densità (LLDPE), o di resine poliolefiniche interposte fra strati in foglio di alluminio, di produzione DuPont o di altri fornitori qualificati. Per le situazioni meno severe i magisteri potranno essere meno complessi e di costo più limitato. A titolo di esempio, nella progettazione dell’edificio, può essere contemplata la realizzazione di un vespaio o di adeguate intercapedini, coadiuvati da accorgimenti atti a favorire una buona ventilazione, naturale, con apposite bocchette opportunamente distanziate (o‐
gni 2 metri lineari) che, ove necessario, potranno essere integrate da apparecchi per la ventilazione indotta. Anche la collocazione , al disotto del piano di getto e su vespaio, di un adeguato numero di pozzetti di raccolta (almeno 1 ogni 250 m2), collegati fra loro e con l’esterno dell’edificio, può dare buoni risultati e potrà essere ancora una volta inte‐
grata da apparecchiature per la ventilazione indotta. C: materiali per edificare
In presenza di significative concentrazioni di Radon nel sottosuolo l’importanza dell’eventuale ulteriore ridotta emissione, a carico dei materiali da costruzione, può passare in secondo piano. In questi casi, infatti, debbono essere privilegiate le pro‐
prietà isolanti, nei confronti del Radon stesso. A titolo di esempio, nella costruzione di murature interrate, la preferenza dovrà essere accordata al calcestruzzo, rispetto ai mattoni pieni, ed a questi ultimi, rispetto ai mattoni forati, ferma restando l’attenzione scrupolosa da riservare ai dettagli (giunti, connessioni, ecc.) che dovran‐
no essere accuratamente sigillati con materiali adeguati (p.e. = Radoplug) Radon 4 – Febbraio 2010 – Pagina 2 / 3 D: interventi sull’esistente
Per graduare correttamente il tipo e l’entità dei provvedimenti di bonifica, eventualmen‐
te necessari, è indispensabile disporre delle informazioni inerenti i valori delle effettive concentrazioni di Radon nel sottosuolo e nell’edificio, la collocazione dell’edificio stesso, la sua morfologia ed esposizione, la disposizione degli elementi strutturali e di confina‐
mento orizzontale e verticale, la tipologia e disposizione degli impianti, ecc. è altresì con‐
sigliabile ricorrere ad un tecnico sicuramente qualificato. Gli interventi richiesti, infatti, possono ridursi a semplici accorgimenti di igiene domestica, così come possono contemplare modifiche più sostanziali. Fra i rimedi più semplici, volti a ridurre la concentrazione di radon nelle abitazioni possono essere annoverati: A
B
C
D
E
F
G
H
l’incremento del ricambio d’aria nei locali aumentando la ventilazione naturale attraverso porte e finestre.
l’apporto di impianti di ventilazione artificiale opportunamente collocati. il miglioramento dell’isolamento dell’edificio dal suolo, attraverso la sigillatura di crepe, fessure, tubazioni, ecc., al fine d’impedire l’ingresso del Radon nell’abitazione. l’installazione di dispositivi atti ad aumentare la pressione all’interno dei locali. l’apporto di rivestimento in calcestruzzo al pavimento della cantina e/o dei locali a contatto con il suolo, interponendo, se necessario/possibile, una membrana isolante. l’adozione di provvedimenti atti alla ventilazione naturale dei vespai. L’installazione di dispositivi atti ad assicurare una conveniente ventilazione artificiale dei vespai.
La costruzione di un pozzetto interrato, corredato da un adeguato sistema di aspirazione. E: interventi sull’esistente - note
Areazione naturale (A): La frequenze areazione degli ambienti può comportare vantaggi accettabili. Le limitazioni che derivano dall’elevata densità del Radon rispetto all’aria, che non consentono, con la sola frequente areazione dei locali, la completa bonifica di livelli di inquinamento significativi (medi – elevati). Areazione indotta (B): L’installazione di impianti di ventilazione, opportunamente collocati, costituisce un sensibile miglioramento rispetto all’areazione naturale riducendone gli inconvenienti in ordine alle perdite di calore. Le limitazioni che derivano dall’elevata densità del Radon rispetto all’aria ne risultano ridotte, seppure non completamente annullate. Sigillatura delle vie di accesso (C): è il metodo da porre in essere in ogni caso, anche ad integrazione degli altri sistemi de‐
scritti. L’obiettivo è rappresentato dalla tutte le possibili vie di ingresso del Radon attra‐
verso la sigillatura con idoneo materiale (per esempio Radoplug) delle fessure, delle giunzioni pavimento‐pareti, dei passaggi dei servizi, (idraulici, termici, delle utenze, ecc.). Scheda Tecnica 07.04.01 Pressurizzazione dell’edificio (D): Consiste in un incremento della pressione interna, ottenuta con l’ausilio di specifici ventilatori, volta a contrastare la risali‐
ta del Radon dal sottosuolo. Ventilazione naturale del vespaio (E): La costruzione di bocchette di ventilazione del vespaio, ove esistente porta alla diluizione del Radon, presente nell’aria ed alla riduzione quantitativa del Radon che può entrare nell’edificio. Ventilazione indotta del vespaio (F): L’installazione di dispositivi di ventilazione, in corrispondenza delle bocchette di cui sopra è un ausilio in grado di aumen‐
tare sensibilmente l’efficienza del sistema. Radon 4 – Febbraio 2010 – Pagina 3 / 3 Costruzione di pavimenti in calcestruzzo ove mancanti (G): La costruzione di un rivestimento in calcestruzzo delle opere di contatto con il sottosuolo, ove mancante, costituisce un importante contributo alla riduzione del rischio Radon. Depressurizzazione del suolo: la tecnica del “pozzetto” (H): Rappresenta la tecnica più consigliata in situazioni di elevate concentrazioni di Radon, spe‐
cie in assenza di piani interrati (cantine, ecc.) così come in mancanza di intercapedini valide. Consiste nella costruzione di uno o più pozzetti interrati, ai quali collegare un adeguato si‐
stema di aspirazione, volto all’estrazione dell’aria inquinata dal Radon. Presuppone una progettazione particolarmente accurata per conseguire risultati affidabili. F: un occhio al riscaldamento
Le stufe a legna, ove sprovviste di rifornimento d’aria dall’esterno, favoriscono la depressione nell’ambiente, rispetto all’esterno. Il riscaldamento a pavimento, degli ambienti a contatto con il sot‐
tosuolo, possono comportare la dilatazione delle fessure e delle connessioni eventualmente presenti o determinarne di nuove. Un impianto di condizionamento con ricambio d’aria forzato, al contrario, ri‐
duce la penetrazione e la concentrazione del gas Radon. Bibliografia
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“Il radon rappresenta un pericolo per la nostra salute” Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige ‐ 2008 “Il Radon, questo sconosciuto” Quaderni – Maggio 2008 “Radon” U.S. Surgeon General Richard H. Carmona in January 2005 “What is Radon” ‐ Alabama Department of Public Health Division of Radiation Control 2003 “La protezione dalle radiazioni ionizzanti” – Napoleone Bellina – Hoepli ‐ 1981 "Who Handbook on Indoor Radon. A Public Health Perspective" ‐ Rapporto Oms – 29/09/2009 “Radon, la situazione in Italia” – Ispra ‐ 2009