Per concludere “i libri da leggere non potranno essere
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Per concludere “i libri da leggere non potranno essere
Per concludere “i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, […] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale […] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”. C ari amici e gentili amiche, nella calza della Befana abbiamo trovato una inaspettata notizia, le dimissioni del nostro Presidente Aniello Veneri. Sono stati ben sedici anni di intenso lavoro, di ambiti traguardi, inaspettati per un piccolo sodalizio locale come il nostro. Devo all’amico Aniello il merito di avermi fatto avvicinare ad un mondo filatelico fino ad allora poco praticato: la Storia Postale e gli enigmi tariffari. Al filatelico vanno gli auguri della redazione per un futuro colmo di ogni soddisfazione e che possa essere foriero di nuovi traguardi, mentre all’amico un abbraccio fraterno. Da tempo si discute sulla non lettura del notiziario, la redazione nonostante abbia inserito un errore nel precedente notiziario, nessuno lo ha riscontrato. Ed allora sveliamo. Sulla copertina del numero di novembre/dicembre era stato inserito come anno il 2016. L’anno nuovo, da subito, ha suscitato accese discussioni sul nuovo programma filatelico reso noto dopo la seduta della Consulta del 17 dicembre scorso. Forse esso è figlio delle mutazioni epocali accadute in seno al MiSE. Infatti, nella Consulta per l’emissione delle carte valori postali e filatelia: in FSFI, USFI e la Divisione filatelica di poste italiane sono stati esautorate un sol colpo. I risultati sono stati tangibili: ripetizioni commemorative/celebrative a breve distanza di tempo, completa disattesa degli enunciati leggibili sul sito ministeriale, fondamentali e necessari per l’emissione di qualsiasi valore. Ci fermiamo qui, già troppo inchiostro è stato versato. IL PRESIDENTE CARICHE SOCIALI BIENNIO 2016/2018 PAG.3 LE DIMISSIONI DEL NOSTRO PRESIDENTE E LE ELEZIONI PER IL RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI PAG. 3 ACCANIMENTO ... POSTALE! PAG. 4 A PROPOSITO DI TIMBRI PAG. 6 APPUNTI IN DUE PARTI E UNA PREMESSA SULLA SERIE “MACHIN” DI GRAN BRETAGNA – PREMESSA PAG. 8 INCONTRO FILATELICA PAG. 8 ALLA DIVISIONE DI POSTE ITALIANE LETTERA APERTA A….PAG. 11 SUL NOSTRO SITO: WWW.FILATELICISALERNITANI.IT SI PUÒ LEGGERE E/O SCARICARE TUTTI I PRECEDENTI NUMERI DE “L’OCCHIO DI @RECHI“ 2 CARICHE SOCIALI BIENNIO 2016/2018 seguito delle dimissione del nostro Presidente Aniello Veneri, in concomitanza con la decadenza per fine mandato di tutte le cariche sociali, il giorno 20 febbraio 2016 si è tenuta l’Assemblea Ordinaria e dal successivo Consiglio Direttivo del 27 febbraio è scaturito il seguente assetto societario: • Presidente SERGIO MENDIKOVIC A • Vice Presidente GIUSEPPE PREZIOSI • Segretario/Tesoriere GIUSEPPE IENNACO • Altri componenti del C.D.: ANNA PROCIDA (Delega alla filatelia giovani e scuole) • ALDO IANNUZZI (Delega al web). Collegio dei ProbiViri/Revisori dei Conti: • GENNARO PERSICO (Presidente) • FRANCESCO COLACE • LUIGI LANGELLA. Alla nuova compagine sociale vanno tutti i migliori auguri di un proficuo lavoro e che si possano mantenere i traguardi sino ad ora ottenuti. LA REDAZIONE LE DIMISSIONI DEL NOSTRO PRESIDENTE Venerdì 8 gennaio, ai membri del Consiglio, è giunta di buon mattino una e-mail con la quale l’amico Aniello Veneri rassegnava irrevocabilmente le sue dimissioni da Presidente della nostra Associazione. Tale decisione ha suscitato in tutti il più vivo sconcerto anche perché essa è giunta a poche settimane dalla scadenza naturale del mandato. Abbiamo immaginato che gravi devono essere stati i motivi che hanno spinto Veneri a tale decisione “irrevocabile”. Tutti sappiamo le difficoltà a cui ha dovuto far fronte Aniello per seguire le attività del nostro sodalizio operando professionalmente lontano da Salerno. Tale lontananza, peraltro non gli ha impedito di interessarsi per l’emissione di ben due francobolli che fanno riferimento alla nostra città (quello per la Scuola Medica Salernitana e l’altro per il Giardino della Minerva). Ancor più qualificanti sono stati, a mio parere, le tre “giornate” a tema tenutesi nel salone della Camera di Commercio di Salerno in due pomeriggi dei mesi di dicembre 2013, 2014 e 2015 in concomitanza con la grossa kermesse delle “Luci d’Artista”, manifestazione ormai affermata a livello nazionale e internazionale. Grazie anche all’inserimento del nostro Presidente nei direttivi della FSFI e del CIFO, hanno partecipato alle manifestazioni, oltre ad esponenti della cultura locale, personaggi del calibro di Fabio Bonacina, Michele Caso, Bruno Crevato Selvaggi, Claudio Manzati, solo per ricordare i “filatelici” più noti. Particolare da non trascurare e molto interessante è la grande mole di richieste pervenute da ogni angolo d’Italia, sia al nostro sodalizio che allo sportello filatelico di Salerno Centro, da parte dei collezionisti dell’annullo filatelico dell’ultima conferenza, come evidenziato anche dalla mail inoltrata dal referente di poste italiane per la filatelia locale l’ing. Vitale. Pur tra ostacoli e incomprensioni, egli ha tracciato un itinerario per l’Associazione che fornirà un viatico per chi gli succederà nella carica. A Sergio Mendikovic, nostro vice Presidente, fac totum, e figura innovativa di studioso della filatelia, va l’augurio di guidare con mano ferma la fase di transizione. Ad Aniello Veneri, un saluto riconoscente da parte di tutti noi con la speranza di ricevere ancora in avvenire i suoi “fermi” consigli. GIUSEPPE PREZIOSI 3 ACCANIMENTO ... POSTALE! oco tempo fa un collega mi ha segnalato un oggetto postale in franchigia indirizzato a “Prignano Cilento”. All’inizio non vi diedi la giusta attenzione e lo guardai svogliatamente. A poco a poco, però, una vocina, incominciò a ronzare nel cervello. Comprai l’oggetto, da un sito on-line, per pochi euro; costarono quasi di più le spese postali. In attesa che mi giungesse incominciai ad esaminare l’unica immagine disponibile, il recto della missiva, pieno di informazioni. Timbro in blu: Comando Deposito 57° reggimento. Quattro belle bollature: Napoli 15 OTT 1864 Prignano Cilento 21, 23, 25 e 27 OTT 1864. Si nota a prima vista che in fureria avevano commesso un errore di trascrizione della località di destino “Brignano” ed allora le poste di Napoli istradarono la lettera verso il principato Citra cassando l’errata destinazione e scrivendo “Prignano” (intendendo Cilento). Ma anche quest’ultima destinazione non doveva essere P Paullo (e non Paulla come annotato al recto), quindi Prignano sulla Secchia. Ma è il verso che ci dimostra che, con sano olio di gomito e abnegazione ai doveri d’ufficio, ed i postini avranno consumato molte scarpe, la posta intendesse recapitare ciò che gli veniva affidato. Andiamo ad elencare i timbri, quelli visibili e che siamo riusciti a decifrare, presenti al retro. Ovviamente coloro i quali volessero cimentarsi a decifrarli tutti, non esitassero a contattarmi per ricevere le scansioni del documento: Prignano Cilento: 17, 22, 26, e 27 OTT 1864; Napoli: ?, 28 e 30 OTT 1864 Salerno: 16, 23, 25, 28 e 30 OTT 1864 Genova: 3 NOV 1864 Piacenza: 4 NOV 1864 Modena: 5 NOV 1864 Sassuolo: 5 NOV 1864 Perciò la lettera, partita il 15 OTT 1864, giunse presumibilmente a Prignano sulla Secchia il 5 NOV 1864, oggi in perfetta media, essendo in franchigia. Ma all’epoca il dovere doveva prevalere. Poiché, a questo punto, come si dice, l’appetito vien mangiando, ho ricercato qualche nota storica sul 57° Reggimento. La Brigata Abruzzi, composta dal 57° e 58° Reggimento venne costituita con decreto del 24 gennaio 1861. Fonti evidenziano la partecipazione alla lotta al brigantaggio con la 7ª compagnia. Partecipò nel 1866 alla III Guerra d’Indipendenza, nel 1870 alla presa di Roma, quindi alla Campagna Italo Turca 1911-1912 e al conflitto mondiale 1915-1918. Con la legge del 11 marzo 1926 ”ordinamento dell'esercito” divenne 57° Reggimento Fanteria corretta in quanto, eseguite con grafia minuta e diversa, troviamo due annotazioni: “sulla Secchia” e “Paulla”. Si può ben capire la curiosità nel ricevere quanto acquistato per poter verificare innanzitutto se contenesse il prezioso contenuto e se al verso ci fosse qualche altra annotazione. Mai tanta attesa fu suffragata da gioia, quello sperato s’era avverato. La missiva è un Certificato d’Iscrizione ai Ruoli, datato Napoli 14 ottobre 1864, del soldato Luigi Filippo Bentivogli, classe 1841, nato a Prignano, nel mandamento di Montefiorino - circondario di 4 (Abruzzi), articolato in due battaglioni, ed in seguito alla costituzione delle brigate su tre reggimenti, fu assegnato alla IX Brigata di Fanteria, assieme al 49° “Parma” e al 79° "Roma", andando poi a confluire nella divisione “Piave”. SERGIO MENDIKOVIC 5 A PROPOSITO DI TIMBRI eggevo proprio ieri l’altro sul n. 53 dell’”Arte del francobollo” lo sfogo dell’onorevole e filatelico Giorgio Benvenuto, già capo del sindacato CISL e per questo ben addentro al mondo dei postali, che sono stati per lungo tempo roccaforte del sindacato cattolico. Ma questo non c’entra se non per sottolineare che il comportamento di Poste italiane è quasi normale, e quello del personale pure. Se ciò che era un pachiderma si dimezza (ed anche più) a qualcosa si dovrà pur rinunciare soprattutto se le macchine si moltiplicano e le funzioni del personale pure. Oltretutto lo stesso personale (proprio quello destinato alla posta lettere) è spesso avventizio, come si suol dire “a tre mesi”, e quindi si dovrebbe ritenere fortunato l’onorevole che un “piego di libri” come quello riprodotto sia stato recapitato ben 4 o 5 volte senza che sparisse dalla circolazione. Io sono stato meno fortunato: al secondo tentativo, per una lettera che avrebbe richiesto un solo bollo e per di più meccanico, essa è scomparsa. Qualcuno alla distribuzione l’avrà riconosciuta (era affrancata con due 45 cent commemorativi di alcuni anni fa e con un 5 cent “lettera volante”) e l’ha fisicamente eliminata. L classe, normale e “large”) e una decina, egualmente autoadesivi, delle ultime serie “Natale”. Ovviamente il formato prevalente era il “Siracusana” o il “Castelli” rovesciato e quasi tutti i valori della serie Machin erano dell’ultimo tipo con l’inchiostro cangiante a scrivere in modo ondulato “Royal mail” e con le “ellissi” che, a sentire le autorità postali di sua maestà, dovrebbero servire per favorire il distacco dal supporto siliconato, oltre che a rendere difficile la falsificazione, aiutati in questo anche dai dentelli saltati, uno per parte, sui due lati verticali. Quando io parlo di “sacchetto della spesa” intendo letteralmente un sacchetto di plastica grande di un supermercato con dentro oltre 10.000 pezzi, una cosa veramente da rabbrividire: il solo suddividerli per formato e se adesivi o meno ha richiesto una trentina di ore di assiduo lavoro. E allora? Direte voi. Allora, rispondo io, tutto il mondo è paese, o meglio le autorità postali di ciascun paese seguono un loro disegno imperscrutabile, privilegiando l’uno o l’altro comportamento, e l’uno o l’altro tipo di prodotto. Cominciamo col dire che le tariffe inglesi sono, in questo momento, nettamente più basse delle corrispondenti italiane. Per limitarci all’interno, avremo la “first class”, ovvero “prioritaria” fino a 100 g a 63 pence, pari a 0,89€, la “first class large”, ovvero “prioritaria” oltre i 100 g o fuori formato a 95 pence, pari a 1,35 €. I costi per la posta ordinaria sono rispettivamente € 0,77 e € 1,05. Diciamo pure che l’uso del francobollo in Gran Bretagna è cosa assolutamente normale. Non esistono “cosi neri”, vi sono però D’altra parte, se il CMP competente per territorio vuol fare il proprio dovere il risultato non è dei migliori. Il corpo bollante è troppo corto per annullare tre, dico tre francobolli posti uno di fianco all’altro. Ma neanche questa circostanza che mi è capitata è l’argomento di questo breve scritto. In realtà stavo selezionando in questi giorni il solito sacchetto per la spesa di francobolli arrivati dalle “suorine” che, caso strano, questa volta era ripieno di francobolli inglesi e, a seguire, polacchi e maltesi, con una spruzzatina di francesi, australiani, statunitensi, tedeschi, spagnoli, etc. Il periodo d’uso era concentrato quasi completamente tra il 2011 e il 2013 e, per la Gran Bretagna, su quattro o cinque valori della serie Machin (gli autoadesivi di prima e seconda degli autoadesivi distribuiti dalle macchinette che hanno tutto l’aspetto di normali francobolli, e dei grossi autoadesivi (anch’essi “tagliuzzati”) che vengono realizzati al momento ma che, 6 se non scritti, chiudilettera. possono fungere anche porzione minimale della posta lavorata, meno del 3%. E in ogni caso esso è visibilissimo per via della colla che, ufficialmente idrosolubile, è talmente tenace da provocare la distruzione parziale del francobollo se si tenta di distaccarlo dal suo primitivo supporto, distruzione favorita anche dalle ellissi intagliate che, invece di essere strumenti antifalsificazione, si rivelano piuttosto utili come anti riciclo. Quanto sino ad ora scritto sul Regno Unito si ripete in modo molto simile in Irlanda, Francia, Stati Uniti e Canada, mentre a Malta, dove la bollatura è un optional, il riciclo sarebbe facilissi mo perché i francob olli non sono autoadesivi. Certamente però la realtà maltese non è quella inglese o americana. In tutti questi stati prima ricordati, guai ad immergere in acqua i valori ordinari autoadesivi: il disastro è assicurato a prescindere che la mancata bollatura da parte degli impiegati francesi o statunitensi sia un evento piuttosto raro. Del tutto diverso l’atteggiamento delle poste tedesche dove l’idrosolubilità della colla autoadesiva è pienamente rispettata. Ma in Germania bollano tutto, anche i francobolli autoprodotti. Tra le maglie dei Briefzentrum, che dovrebbero somigliare ai nostri CMP ma che sono molto più numerosi sul territorio, non passa nulla e quindi, come per la Spagna e i paesi scandinavi, non è necessaria una colla falsamente idrosolubile. In conclusione, ha ragione l’onorevole Benvenuto a scrivere “che è inutile timbrare le lettere perché i francobolli adesivi non sono riutilizzabili” o meglio, ha quasi ragione, resta il fatto che per chi colleziona storia postale o, semplicemente, francobolli usati, questo “lassismo e superficialità” è un ulteriore incentivo a chiudere gli album e a dedicarsi alla raccolta dei tappi delle bottiglie di birra (con tutto il rispetto per i raccoglitori di tappi di bottiglie). GIUSEPPE PREZIOSI da Per ritornare all’argomento iniziale, oltre un terzo dei francobolli esaminati non sono stati bollati dai poco solerti impiegati di sua maestà. Grosso modo si può calcolare che su 100 francobolli, 70 sono regolarmente annullati, 25 non lo sono e circa 5 recano un deturpante annullo a penna. Nessuno degli autoadesivi venduti dalle macchinette o prodotti al momento sono stati annullati. D’altra parte i vecchi annulli tondi manuali sono rarissimi. La stragrande maggioranza della posta è annullata con delle targhette rettangolari realizzate da vecchie stampanti a getto d’inchiostro e recano, quasi sempre, un messaggio di propaganda che caldeggia ad esempio l’inserimento del numero di codice postale o sottolinea l’impegno di Royal mail per la ricerca sul cancro alla prostata. Ho calcolato che il “danno” economico, che potrebbe derivare dalla mancata bollatura della corrispondenza, ammonta a circa 200 sterline ogni 1.000 incassate. Eppure, a quanto pare, alle autorità postali inglesi il rapporto sembra conveniente, forse perché il riuso dei francobolli non bollati interessa una 7 APPUNTI IN DUE PARTI E UNA PREMESSA SULLA SERIE “MACHIN” DI GRAN BRETAGNA PREMESSA I consulta decapitata dai vertici filatelici (ma non da qualche commerciante), etc. E allora? Direte voi. Di chi la colpa e i francobolli a che servono? Non chiedetelo in giro. Alla prima domanda vi trovereste al centro di un rimpallo di responsabilità, tra Poste Italiane (che deve fare utili), il MISE (che deve fare soldi), i commercianti (che sanno che la base collezionistica si va restringendo e che puntano tutto su quello che fu e su un mercato di nicchia e danaroso). Alla seconda domanda l’unica risposta possibile è: a nulla. Ma allora se i francobolli non servono a nulla, figli reietti di chi dovrebbe venderli e usarli, vale la pena collezionarli e a che servono le varie manifestazioni che gli stessi collezionisti e le Poste organizzano? A niente, se tutti hanno dovuto riconoscere il flop persino dell’ultima Italiafil di Firenze. E stiamo parlando di Firenze, non di Canicattì, che poi, ormai, a sud del punto mediano italiano (Rieti), di manifestazioni nazionali neanche a parlarne. Purtroppo la verità è che la forza contrattuale del collezionismo italiano è molto scarsa. Una volta il rapporto era diverso e allora non si approfittò. Ed è anche vero che, in modo anomalo, la politica della mano tesa è stata portata avanti da una sola parte, dall’altra, blandizie e strizzatine d’occhio al commercio e alla stampa organizzata. Il risultato è questo triste che abbiamo sotto gli occhi, con chi, addirittura, spera che il MISE metta a segno qualche altro colpaccio o inventi rarità per rivitalizzare un comparto che è come un pugile più che suonato a cui si pensa di vibrare un potente pugno per scuoterlo, senza rendersi conto di condannarlo al definitivo ko. E pensare che non volevo sfogarmi sulla situazione dei decrepiti collezionisti italiani, ma volevo scrivere degli appunti sulla serie britannica “Machin”, un mondo tutto da scoprire. n questi giorni sono stato impegnato in un lavoro molto faticoso: ritagliare alcune migliaia di autoadesivi in modo tale da ridurre al minimo la carta di contorno senza intaccare la dentellatura. Credetemi, non è cosa facile, soprattutto se i francobolli sono piccoli, all’incirca del formato della “Siracusana”. Intendiamoci, non stiamo parlando di francobolli italiani. Non ricordo di averne mai visto un quantitativo simile. Mi sovviene vagamente di averne ritagliati molti ai tempi dei “cosi” dorati, poi il quantitativo è andato scemando, avvicinandosi allo 0. E qui non parliamo di commemorativi che, dall’anno scorso, sono introvabili usati. Stiamo parlando di ordinari, della volgare “lettera che vola”. Sinceramente, avete mai visto una consistente accumulazione dell’80 cent dell’ultima ordinaria? E non parliamo del 75, dell’85 e persino dell’ultimo 95, per non ricordare l’euro o persino il 20 cent. Niente, scomparsi, volatilizzati nel nulla… o forse non stampati e non venduti. La battaglia condotta da Poste Italiane contro la filatelia contemporanea, con il supporto convinto di alcuni commercianti, collezionisti e giornalisti insipienti, è riuscita in pieno. Poste Italiane, soprattutto da quando è diventata S.p.A., considera i francobolli una scocciatura se usati postalmente, una fonte di reddito da rivalutare costantemente se destinati ai collezionisti gonzi. Ormai lo scollamento è totale. Cosi neri, posta target vari, conti prepagati presso le varie direzioni, etc.: tutto va bene purché non si usi il francobollo per quello per cui viene prodotto e quindi si tagli via una consistente fetta di lavorazione. Se in Posta potessero far scomparire definitivamente i famosi bolli annullatori, i vertici brinderebbero alle maggiori entrate. Hanno fatto di tutto: le raccomandate non affrancabili se si vuole farle viaggiare più veloci, i pacchi che proprio i francobolli non devono vederli, una GIUSEPPE PREZIOSI INCONTRO ALLA DIVISIONE FILATELICA DI POSTE ITALIANE Complice l’anno bisestile, si è tenuto nel primo pomeriggio dello scorso 29 febbraio, presso la sede della direzione generale di Poste italiane a Roma EUR, un incontro tra alcuni soci dell’U.S.F.I. e i vertici della divisione filatelica guidata dal dott. Pietro La Bruna. Scopo principale dell’incontro era l’opportunità di associare a cognomi, spesso evocati in occasione di contatti avuti con la direzione, dei volti e delle personalità, pronte ad illustrare ai presenti i loro compiti nell’ambito della divisione. In realtà l’incontro voleva anche essere una presa di contatto tra i responsabili di 8 Poste italiane e un settore, quello della stampa filatelica, che “fa opinione” tra gli appassionati e pronto a mettere sul tappeto quelli che sono avvertiti come “problemi” da parte dei filatelici. La sparuta ma qualificata pattuglia dell’U.S.F.I. era guidata dal Presidente, dott. Fabio Bonacina ed era composta da: Valeria Vaccari in rappresentanza della stampa professionista e del padre Paolo, da Sergio Mendikovic dei circoli federati, da Emilio Simonazzi e dal sottoscritto e dai non soci: Sergio Castaldo, della Federazione, e Alessandro Capone. suoi collaboratori sono più frequenti. Ad esempio la dott. Modesti si occupa degli abbonamenti, anche on line, e segue il problema dello stock out. Alla dott. Miligi ci si deve invece rivolgere per l’organizzazione di eventi, e quindi anche per gli sportelli temporanei e gli annulli speciali; essa si occupa inoltre della parte grafica del settore parafilatelico (tessere, folder, ecc.). Il dott. Ranaldi cura il retail e la rete vendita diretta, si potrebbe definire il “re” degli sportelli filatelici. Il dott., Della Corte, infine, si occupa di contattare aziende o enti che, avendo in alta opinione la filatelia e trovandosi nelle condizioni di poter commemorare un importante avvenimento, ritengono opportuna l’emissione di un francobollo, in grado di dare visibilità all’azienda stessa. Il dott. Di Rito, che proviene dalla dirposte di Torino, come lo stesso dott. La Bruna del resto, è a capo della pianificazione operativa e segue l’iter delle emissioni dalla stampa alla vendita. Tra quelli del suo staff che i filatelisti hanno certamente conosciuto vi sono: la dott. Antonacci che cura i rapporti con l’I.P.Z.S. dal bozzetto definitivo al prodotto finito e prepara i comunicati stampa interessandosi anche della produzione dei folder, dei Il dott. La Bruna, con l’ausilio di alcune nuovi bollettini e delle tessere filateliche, e la dott. diapositive, ha voluto illustrare innanzitutto i Angarano che, invece, cura il delicatissimo settore compiti di ciascuno dei suoi collaboratori. della distribuzione agli sportelli filatelici, tenendo La divisione si suddivide in tre settori guidati contatto anche con gli attuali 9 referenti di area, 50 rispettivamente referenti di filiale e 7 dai dottori negozi filatelici. Andrea Alfieri, Il dott. Palmacci, alla Corrado Di Rito e dirposte di Roma da Arcangelo lunghissimi anni, è a Palmacci, tre capo del controllo dirigenti che operativo e si interessa operano in stretto principalmente dei contatto con il rapporti burocratici con dott. La Bruna e l’amministrazione e il che, insieme, MISE oltre a stanno sovraintendere il adoperandosi per delicatissimo settore accelerare i degli acquisti e vendite cambiamenti e lo (dott. Riccioni), con la svecchiamento redazione dei bilanci e della divisione. la valutazione dei costi Il primo si – benefici. interessa dello sviluppo commerciale e i contatti da parte dei filatelisti con i 9 Il dott. La Bruna ha concluso la presentazione sottolineando la dedizione operativa dei presenti ma ricordando anche che il settore filatelico è impegnato in una operazione di rinnovamento, semplificazione e ottimizzazione dei costi. Ha voluto ad esempio ricordare la collaborazione con tre importanti aziende del settore (Bolaffi, Marino e Vaccari), il continuo monitoraggio dell’operatività degli sportelli filatelici, pronti se necessario ad un aggiornamento delle sedi e del numero, la ricerca costante di semplificazione dei rapporti col MISE (un ente dello Stato che si interfaccia con una compagnia quotata in borsa), lo studio di prodotti più graditi al mondo della filatelia. Ad alcune domande da lui stesso sollecitate ha risposto che sarebbe opportuno che i “cosi neri” sparissero, sostituiti da “automatici da sportello” con supporto figurato seguendo il modello inglese, tedesco, irlandese o spagnolo. Non ha potuto però garantire una maggiore “diffusione” dei francobolli tra gli utenti. È il traffico postale privato che ha subito un calo drastico per via dell’utilizzo sempre meno frequente della lettera scritta. Gli risulta peraltro che alcune aziende che hanno provato a tornare alla “materiale affrancatura” hanno ricevuto una positiva risposta da parte della clientela. Non deve essere solo la divisione filatelica a invogliare l’utenza all’uso del francobollo ma l’utenza stessa a convincersi della sua opportunità. E che si, occorre che dirposte e MISE prendano in seria considerazione la possibilità di incrementare i punti vendita dei prodotti postali, non più limitandoli alle rivendite di generi di monopolio ma estendendoli alle edicole, ai supermercati e ai centri commerciali. Si rende comunque conto di dover combattere una dura battaglia anche con i rappresentanti dei tabaccai che, se da un lato non vogliono vendere i francobolli, considerando l’agio troppo bassa ed elevata la perdita di tempo e la burocrazia per procurarseli (in media una mezza giornata), dall’altra non vorrebbero che altri lo facessero. Forse una semplificazione burocratica potrebbe scuotere un settore in crisi dal momento che sembra esistere ancora una potenziale clientela. Ritiene anche che alcune commemorazioni andrebbero riviste destinandole a soggetti con più appeal sul grande pubblico. Si augura quindi che la nuova consulta di cui presenta l’organigramma possa incidere con più forza sul centro decisionale. Al termine dell’incontro i dott. La Bruna e Bonacina hanno espresso l’auspicio che esso possa ripetersi, allargando i temi trattati, nella certezza che sia questa la strada da seguire per favorire il colloquio tra Poste e i filatelisti, nell’interesse di entrambi. GIUSEPPE PREZIOSI 10 LETTERA APERTA A…. C aro dr. Deambrosi, quando lessi il suo editoriale sul n. 55 dell’Arte del francobollo mi sentii come San Paolo sulla via di Damasco. Che idea, quella di una Fondazione per favorire la pubblicazione di “libri, cataloghi o studi filatelici” degni di nota ma scritti da chi non ha la possibilità di pubblicarli! In questo modo potrebbero vedere la luce lavori di studiosi del settore, ricchi di idee ma poveri di mezzi. Volevo rispondere di getto in modo entusiastico ma poi… Il primo dubbio che si insinuò sottile fu: Chi deciderà se un’opera è degna di pubblicazione o no? Ovviamente saranno quelli che faranno parte della Fondazione o meglio i membri più autorevoli o coloro che avranno investito di più nell’operazione. Ciò mi portò a concludere che, alla fine, quelli che avrebbero deciso sarebbero stati i soliti noti, gli stessi che normalmente rifiutano gli studi “meritevoli” perché non prevedono un ritorno economico o perché lo “scrittore” è un illustre sconosciuto che non frequenta il circuito delle mostre e dei convegni e magari non ha mai acquistato nulla dai commercianti che contano o che si è disaffezionato dalle recenti emissioni del tricamere per raggiunta sazietà, in pratica tutti coloro che lei ha citato come certi membri partecipanti. Ricacciai però indietro questo primo dubbio e mi dissi che era una cattiveria indegna dell’iniziativa. Poi però riconsiderai la mia storia. Anch’io ero stato un autore “incompreso” tanto che alla fine mi ero improvvisato editore di me stesso a costo di regalare il frutto della mia fatica e rimetterci le spese. Ma, in fondo, il costo non era stato esorbitante. C’era voluta una pazienza infinita e una dura lotta contro gli ostacoli incontrati sul cammino, ma alla fine ce l’avevo fatta. Avevo però imparato che il prezzo di una pubblicazione tradizionale può essere suddiviso, grosso modo, in: 10% all’autore, 15% all’editore, 15% al distributore, 20% al libraio, 40% allo stampatore – rilegatore, perché la stampa in rotocalco costa e se l’opera dovesse contenere qualche immagine a colori le proporzioni nei ricavi cambierebbero ancora. E poi, come giustamente lei ha osservato, non servono centinaia di copie di un libro che ne venderà, ai prezzi correnti, al più qualche decina. Occorre evidentemente abbattere i costi della stampa e per far ciò bisogna optare per la moderna tecnologia. Oggi un libro si può stampare su ordinazione (l’Unificato insegna) ed allora perché insistere su una metodologia editoriale superata? Senza contare che se proprio qualcuno vuol “farsi leggere” c’è la rete a disposizione dove si può mettere quel che si vuole (anche “fesserie”) a costi ridicoli. È evidente perciò che i problemi per l’autore – editore “fai da te” sono altri. Si tratta semmai dell’impossibilità di far entrare la sua opera nei circuiti della distribuzione e soprattutto di combattere con uno Stato fiscale esoso e ottuso. In pratica, passare attraverso la distribuzione, significa dare un valore monetario alla propria opera con tutto quel che ne consegue sul piano burocratico – amministrativo. A questo punto la Fondazione, intesa nel senso tradizionale, serve a poco; magari se servisse a “divulgare” le opere stabilendo come prezzo il solo costo della carta, dei toner, del legatore e dell’ammortizzamento di una stampante laser per carta formato A3, avrebbe un senso, se vuol essere senza scopo di lucro, ma ciò che dovrebbe curare soprattutto è l’aspetto fiscale e distributivo, sempre che gli amici filatelici decidano di leggere, cosa di cui dubito molto. E qui mi taccio perché penso di aver ben chiarito il mio pensiero. Mi creda sempre suo fedele lettore. GIUSEPPE PREZIOSI 11 QUOTA SOCIALE 2016 Sono in riscossione le quote associative per l’anno 2016. L’importo è rimasto invariato ed è pari ad € 35,00 che potrà essere pagato direttamente al Tesoriere Giuseppe Iennaco oppure tramite ricarica postepay al n°4023 6005 9188 5886 intestata al presidente Sergio Mendikovic, con preghiera di dare comunicazione del pagamento in quanto l’accredito risulta anonimo: tramite mail [email protected] o telefonicamente cell. 338.968.36.48 Si reiterano le agevolazioni, già proposte negli anni scorsi, in merito alla iscrizione al ns. sodalizio: • € 20,00 per i non residenti nella ns. provincia - € 25,00 per le associazioni; BUONA PASQUA Cont@tti Red@zione Staff Redazione: Sergio Mendikovic - Aniello Veneri e Giuseppe Preziosi Per suggerimenti, segnalazioni, correzioni, critiche, apprezzamenti, chiarimenti, offerte di collaborazione e quant’altro, potete contattare: [email protected] - [email protected]. - [email protected] 12