Diritto e dovere di andare a scuola Ritengo che per i bambini e gli
Transcript
Diritto e dovere di andare a scuola Ritengo che per i bambini e gli
Consegna - Elabora un testo argomentativo in cui esprimi la tua opinione relativamente al dirittodovere all’istruzione obbligatoria e gratuita per infanzia e adolescenza. Diritto e dovere di andare a scuola Ritengo che per i bambini e gli adolescenti, cioè per coloro che, in quanto minorenni, ancora non sono cittadini in grado di esercitare autonomamente tutte le prerogative della cittadinanza e che, in quanto in età evolutiva, sono suscettibili di rapidi cambiamenti in vista dell’acquisizione di una maturità fisica e psicologica, andare a scuola sia un diritto e al tempo stesso un dovere. Nel mondo, tuttavia, alcuni Paesi poco sviluppati, arretrati economicamente e/o caratterizzati da un’impostazione politico-culturale incline a considerare i minori o le donne come soggetti deboli da sfruttare o da porre sotto tutela, ci offrono la testimonianza di quanto questo diritto sia ancora lontano dall’affermrsi universalmente come tale, malgrado l’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, risalente al 1948, affermi che “ogni individuo ha diritto all’istruzione”. Secondo un rapporto diffuso il 29 gennaio 2014 dall’Unesco, l’organizzazione dell’Onu che tutela l’istruzione, la scienza e la cultura, nel mondo ci sono ancora 57 milioni di bambini e bambine a cui non viene data un’istruzione, vale a dire uno su dieci1. La storia di Malala Yousafzai, una ragazza del Pakistan che nella sua vita ha lottato per ottenere la libertà di studio, dimostra che in alcune realtà si può arrivare a uccidere pur di impedire a gruppi di individui di frequentare una scuola in cui imparare senza censure, né tabù2. Malala, che due anni fa ha rischiato di morire vittima di un attentato repressivo talebano solo perché difendeva la possibilità per una ragazza di studiare, ha ottenuto quest’anno il premio Nobel per la pace proprio perché è diventata il simbolo di tutti coloro, in particolare donne, che ambiscono alla libertà di istruzione, ma vedono calpestata con violenza questa legittima rivendicazione. Tale libertà è un diritto che ogni persona in questo mondo deve rivendicare. Non ci devono essere persone che hanno più competenze e informazioni di altre, dal momento che solo “il sapere rende liberi”, come affermava nel V secolo a.C. il celebre filosofo greco Socrate. Perché ciò sia possibile, però, è necessario che gli Stati investano sull’istruzione, destinando parte cospicua delle risorse rese disponibili dalla comunità in strumenti che consentano a chiunque di dedicarsi con successo allo studio, a prescindere dalle proprie condizioni economico-sociali. Infatti, perché un individuo possa concentrare i suoi primi sedici/diciotto anni di vita all’istruzione, quest’ultima deve essere fruibile senza barriere, quindi deve essere accessibile a tutti, compresi i soggetti deboli, come i minori provenienti da famiglie povere o da ambienti culturalmente deprivati; come i disabili, privi di autonomia personale; come gli orfani, privi di una famiglia propria; come i profughi, privi della loro patria. 1 Cfr. http://archivio.internazionale.it/news/istruzione/2014/01/29/il-diritto-allistruzione-e-ancora-negato Si può leggere la storia di questa giovane paladina del diritto allo studio nel libro “Io sono Malala”, scritto da lei con la collaborazione della giornalista Christina Lamb e pubblicato in traduzione italiana dalla Garzanti nel 2013. 2 Il sapere, dunque, ci libera: in che senso? Noi siamo davvero liberi quando non ci sono ombre dentro di noi, zone buie che ci consegnano in balia di eventi e persone. E solo la conoscenza può illuminarci, dissipando le tenebre dell’ignoranza, del pregiudizio, della creduloneria. E’ l’istruzione ad offrici l’opportunità di conoscere noi stessi e il mondo. Senza di essa rimaniamo prigionieri e viviamo un’esistenza assai più limitata di quella cui potremmo aspirare, riducendo anche il contributo che possiamo dare a chi ci circonda. Se non conosciamo, ad esempio, non possiamo neppure sapere che tutti siamo titolari di una serie di diritti fondamentali, quelli ribaditi dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, diritti a cui corrispondono altrettanti obblighi (la libertà di ognuno, infatti, finisce dove inizia quella degli altri: se tutti abbiamo diritti, tutti abbiamo l’obbligo di rispettare anche i diritti altrui), quindi l’istruzione è la chiave di accesso a tutte le potenzialità che ci riguardano in quanto uomini e donne, cittadini di una nazione e parte integrante del cosmo. Ribadisco che andare a scuola è anche un dovere: ognuno ha il diritto di ricevere un’istruzione, ma ha anche l’obbligo di impegnarsi nel processo di apprendimento, non vanificando le risorse che la comunità ha reso disponibili per lui. Un ragazzo che frequenta una scuola senza studiare, infatti, non fa fruttare l’investimento che la società sta facendo su di lui, sprecando i mezzi spesi e perdendo l’opportunità di migliorare se stesso e il suo mondo. Dopo aver ricevuto un’istruzione, quindi, ognuno deve condividerne i benefici, restituendo alla comunità umana ciò che si è avuto. In che modo? Col proprio lavoro, prestato in maniera onesta e competente; col proprio comportamento civico, ispirato a correttezza e rispetto del bene comune; con il proprio impegno di essere umano, che non fa scivolarsi addosso il dono prezioso e terribile della vita, ma lo onora con entusiasmo, impegno, passione. ______________________ Fonti interessanti accessibili via Internet: http://daccessddsny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NR0/043/88/IMG/NR004388.pdf?OpenElement http://www.ohchr.org/EN/UDHR/Pages/Language.aspx?LangID=itn http://archivio.internazionale.it/news/istruzione/2014/01/29/il-diritto-allistruzione-e-ancora-negato http://www.videsitalia.it/content/581/diritto-allistruzione-e-alla-formazione http://www.unicef.it/doc/2789/istruzione.htm http://www.treccani.it/scuola/tesine/diritto_allo_studio/8.html http://win.genitoridemocratici.it/docs/unidir.pdf