LIBER 25 - aprile 2016.pub
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LIBER 25 - aprile 2016.pub
Liber Notiziario Bibliografico della Biblioteca Civica ‘A.Corghi’ di Ciriè Anno VI, n°25, Aprile 2016 Gentilissimo lettore, ecco il venticinquesimo numero di Liber con il quale sottoponiamo alla Sua attenzione 30 pagine dedicate alle nuove acquisizioni della Biblioteca Civica Alvaro Corghi di Ciriè, con numerose proposte di lettura. Le ricordiamo che Liber potrà essere consultato dagli appassionanti di libri sia in forma cartacea presso la Biblioteca sia in formato elettronico sul sito internet del Comune di Cirié. (www.cirie.net). Arturo Brachetti Tanto per cambiare Baldini & Castoldi Renzo è un bambino particolare: poco interessato ai giochi dei suoi coetanei, è attratto dai vestiti. Ma non per vanità. A lui interessano quelli altrui, perché li vede come maschere, gli danno la possibilità di diventare qualcun altro. Insieme alla magia, che scopre grazie a un parroco curioso e amico, trasformarsi diventerà la sua più grande passione. Anche in seminario, dove andrà per far stare tranquilli i suoi genitori, continuerà a vestire i panni di personaggi nuovi e fantasiosi: da un sacerdote a un’elegante signora della Torino bene, dal marito della signora al suo antico maestro delle elementari. Il tutto per stupire, sbalordire, perché, dentro di sé, Renzo sente che interpretare qualcun altro è il modo più divertente, oltre che il più sincero, di essere se stessi. Renzo intraprenderà quindi una carriera a teatro, che sembra sul punto di decollare. Finché non si imbatterà in un’antica amicizia che torna a fargli visita tentando di sabotarlo e tarpargli le ali. PAGINA 2 Giuseppe Tornatore La corrispondenza Sellerio Una storia d’amore ai tempi di Internet. Emozioni e sentimenti a confronto con le tentazioni e le insidie del virtuale. «Ciò che vi accingete a leggere è il romanzo La corrispondenza, tratto dall’omonimo film. Un’originale e formidabile opportunità per restituire alla parola scritta la supremazia usurpata dall’immagine. Una ragionevole occasione per riscattare tutto ciò che lo schermo cinematografico deve o preferisce sottintendere» (Giuseppe Tornatore). Tiziano Scarpa Il brevetto del geco Einaudi Si fanno chiamare Cristiani Sovversivi. C'è chi li considera dei terroristi, e chi invece pensa che siano un toccasana per il nostro spompato Occidente. Agiscono sullo sfondo, mentre in primo piano si alternano le avventure di due personaggi che hanno molto in comune, anche se non lo sanno ancora. Il primo è Federico Morpio: artista a Milano, ex giovane, si ritrova solo e senza soldi. Ha un dubbio che lo angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall'ambiente dell'arte perché non aveva gli agganci giusti o non, piuttosto, per la sua mancanza di talento? Lo scoprirà unendosi a un gruppo di ambiziosi sognatori. La seconda è Adele, una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da impiegata, vive sola. Una notte incontra un essere domestico e prodigioso: la sua vita ha una svolta, comincia a frequentare persone speciali. Insieme a loro concepisce un piano inaudito. Come i suoi protagonisti, questo romanzo si getta nella mischia della nostra epoca. Colpi di scena e accelerazioni improvvise si mescolano a incursioni nella natura e nell'arte: il brulicare di creature nelle periferie urbane, le chiese, i musei, le mostre di arte contemporanea. Ma intanto, su ogni dettaglio della vita e della morte vigila un'entità umbratile, che dice misteriosamente di essere "l'Interrotto". PAGINA 3 Elda Lanza La bambina che non sapeva piangere Salani La notizia è su tutti i giornali: il ricco barone De Brusset è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco nella sua abitazione milanese. Sul luogo del delitto, gli agenti hanno trovato anche la figlia Gilla, diva della televisione caduta in disgrazia, sporca di sangue e sconvolta. Il linciaggio mediatico è immediato, e la posizione di Gilla sembra indifendibile, tanto più che la donna, in stato catatonico per il trauma, non può testimoniare. Nessuno ritiene che il caso necessiti di chiarimenti. Nessuno, tranne Max Gilardi. Per lui, novello Ulisse, in perenne tensione tra il richiamo dell'avventura e la nostalgia della sua Napoli, sta per cominciare il gran viaggio. Elda Lanza, giunta al suo quinto libro incentrato sull'avvocato partenopeo, ci accompagna con naturalezza in un cammino che attraversa l'Italia intera. Antonio Manzini Cinque indagini romane per Rocco Schiavone Sellerio Questi cinque racconti sono stati pubblicati per la prima volta in altrettante raccolte a tema di autori vari pubblicate dal 2012 in poi da Sellerio. Protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, un personaggio fuori dagli schemi: scontroso, irritabile, trasgressivo al limite del lecito, ma con un senso della giustizia tutto suo. Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare lo sguardo dolente del neorealismo e la risata sfrontata di una commedia di avanspettacolo. Giuseppe Cattozzella Il grande futuro Feltrinelli Amal nasce su un’isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri, soldati che in una mano impugnano il fucile e nell’altra il libro sacro. Amal è l’ultimo, servo figlio di servi pescatori e migliore amico di Ahmed, figlio del signore del villaggio. Da piccolo, una mina lo sventra in petto e ora Amal, che in arabo significa speranza, porta un cuore non suo.Amal e Ahmed si promettono imperitura amicizia, si perdono con i loro sogni in mezzo al mare, fanno progetti e dividono le attenzioni della affezionata Karima. Vivono un’atmosfera sospesa, quasi fiabesca, che si rompe quando le tensioni che pesano sul villaggio dividono le loro strade. In questo nuovo clima di conflitti e di morte anche Hassim, il padre di Amal, lascia il villaggio, portando con sé un segreto inconfessabile... PAGINA 4 Mariapia Veladiano Una storia quasi perfetta Guanda Un amore così perfetto. O è solo la storia eterna della vittima e del seduttore? Lui è il proprietario e l’anima di un’azienda di design per collezioni di moda, carte e oggetti. Lei, Bianca, insegnante di discipline pittoriche in un liceo delle arti, gli propone una serie di disegni ispirati ai fiori. Disegni bellissimi, luminosi, unici. Lui se ne innamora e, come fa sempre, decide di prendere non soltanto l’opera ma anche l’artista, singolare e incantevole come quei disegni. Comincia il corteggiamento, ma presto si accorge di essere lui ad avere bisogno di lei, conquistato e allo stesso tempo sconcertato dalla sua purezza quasi spirituale, dalla sua natura appassionata ed esigente, dalla gratuità dei suoi gesti, dalla sua vita con il figlio Gabriele in una casa piena di piante e di acqua che fa pensare a un piccolo paradiso. Bianca vuole credere a quell’amore, si abbandona. Ma lui ha già ottenuto ciò che voleva e, a poco a poco, come fa sempre, inizia ad allontanarsi. Il mondo intorno osserva immobile. È la provincia elegante e crudele della chiacchiera, che spiuma la verità e la sparge dalle finestre dei palazzi. Tutti a vedere. Tutti pronti a dire come va a finire quando si entra nel gioco di un seduttore. Ma non sempre le storie sono già scritte dall’inizio. Gianluca Morozzi Radiomorte Guanda Vi presentiamo i Colla: l’incarnazione di un ideale. Padre di successo, madre affettuosa, figlio maggiore bello e capace, figlia minore intelligente e sensibile. Cosa fanno di mestiere? Sono mercanti di felicità. Mostrano al mondo che diventare come loro si può, basta acquistare il bestseller di Fabio Colla La famiglia felice al tempo della Crisi. Milioni di lettori lo hanno già fatto e oggi i quattro sono invitati a parlare della loro ricetta infallibile in una sperduta radio di provincia. Ma una volta entrati in studio, senza cellulari per non disturbare la trasmissione, l’intervista prende una piega spiacevole. Le domande si fanno incalzanti. Poi le porte si chiudono. Infine Kristel, la giovane dj, comunica soavemente che uno dei quattro non uscirà vivo di lì. Chi? Lo decideranno loro. Non esiste un modo per salvarsi. Ma è possibile ritardare il gran finale comprando tempo in cambio di parole: raccontando i più terribili segreti. E dal passato dei Colla riemergono gli incubi rimossi della «famiglia perfetta». Sospinti dalla paura, i Colla mostrano il loro vero volto. E il mito dell’armonia familiare si dissolve in una trama sempre più nera… In questo romanzo dal ritmo serrato Gianluca Morozzi ritrova le atmosfere e la suspense di Blackout, chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese. PAGINA 5 Danilo Naretto Un uomo di nessunissima importanza Il Risveglio “Sia che io mi abbia ad essere fortunato nella vita, o no, certo è che un ignoto, un oscuro, un volgare non lo sarò mai”. Così scriveva un giovanissimo Piero Martinetti, che si stava perfezionando a Lipsia, accanito studente, alla costante ricerca del perfezionamento del suo talento, di cui era ben consapevole. Il futuro lo attendeva alla cattedra di filosofia teoretica all’Università di Milano, dal 1906 al 1931, e ancora di più quale autore di straordinari saggi in cui coniugava la razionalità, la libera ricerca, e un profondo senso morale e religioso. Poi lo scontro con il regime fascista, il rifiuto di prestare il giuramento di fedeltà introdotto da Giovanni Gentile. Da notare che Martinetti fu uno dei dodici renitenti su milleduecentocinquanta docenti di Università e Accademie. Anche per questo, la sua coerenza tra vita e pensiero, la sua statura morale, furono di riferimento a molte altre personalità di rilievo, basti citare Norberto Bobbio, Aldo Capitini e Ludovico Geymonat. “Non ho giurato (e credo così anche gli altri undici) per un motivo religioso, per non subordinare le cose di Dio alle cose della terra”. In dignitosa povertà si ritirò allora in una frazione di Castellamonte, in provincia di Torino, continuando i suoi studi che sfociarono in altre opere filosofiche di rara profondità e chiarezza, sempre fedele alla voce divina della coscienza e al rispetto della vita di ogni essere vivente. Questo libro vuole essere una sorta di introduzione, e un omaggio, ad un pensatore affascinante, di levatura europea, che testimoniò con la sua onesta vita quel che un giorno disse agli studenti universitari: “Accanto alla laurea, agli studii che vi daranno il pane, coltivate altri e più nobili studii disinteressati: l’arte, la letteratura, la storia, la filosofia; e più tardi non lasciatevi mai assorbire interamente dalle occupazioni professionali, non lasciatevi ridurre a dei meccanismi, conservate nella vostra vita un retrobottega tutto vostro e libero, che sia per voi come un rifugio dalle volgarità della vita.” PAGINA 6 Andrea Camilleri Noli me tangere Mondadori Laura è giovane, bella e molto amata. Ha sposato un famoso scrittore che la venera, lei stessa scrive, va a teatro, è un'esperta storica dell'arte. È capace di concedersi emozioni intense con altri uomini, quando lo desidera, senza farsi travolgere dal senso di colpa. È generosa di sé e delle proprie ricchezze. Ma, in certi momenti, su di lei cala un cono d'ombra. "Ho il ghibli" dice, secondo l'immagine evocata da uno dei suoi amanti: perché davvero è come se si alzasse nel suo cuore il temibile vento del deserto, che la prostra e la costringe a giorni di reclusione durante i quali nessuno deve azzardarsi a toccarla. Poi torna la bonaccia, e Laura è di nuovo la donna volubile ma anche luminosa che tutti ammirano. Fino a che, una notte, Laura scompare. Incontrando chi l'ha conosciuta, il commissario Maurizi - uomo colto e fine indagatore dell'animo umano - capirà che di Laura, come di una divinità antica, ognuno ricorda un volto diverso. Al primo sguardo sembra una donna facile, che non vuole perdere una sola occasione. E invece le tracce che portano a lei sono quelle invisibili lasciate dalle domande che si è posta senza tregua, dalla tensione bruciante nascosta in ogni suo gesto... proprio come nel movimento dei corpi al centro dell'affresco del Beato Angelico che Laura stessa aveva saputo interpretare con una intuizione straordinaria, quello dedicato alle parole che Gesù dice a Maria Maddalena dopo essere risorto: Noli me tangere, non toccarmi. Guido Davico Bonino (a cura di) Il libro della sera Un anno di letture da tenere sul comodino Rizzoli La sera, dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, abbiamo spesso il desiderio di leggere per svagarci, per rilassarci, per viaggiare con il pensiero. "Il libro della sera", con la guida di Guido Davico Bonino, ci conduce in un percorso di letture che ci tiene compagnia per tutte le sere dell'anno: dal 1° gennaio al 31 dicembre, passi tratti da capolavori di ogni tempo e paese, dai più celebri ai più singolari. Un vero e proprio viaggio nell'anima dell'uomo, senza limiti di luogo, attraverso le parole di poeti e pensatori, giornalisti e scienziati, filosofi e politici, per tornare su passi noti e prediletti e scoprirne di nuovi e insoliti. PAGINA 7 Francesco M. Cataluccio Vado a vedere se di là è meglio Sellerio "Sono stato allevato in tre lingue morte (l'ebraico, l'aramaico e lo yiddish, alcuni questa non la considerano nemmeno una lingua) e in una cultura che si è sviluppata in Babilonia: il Talmud. Il cheder dove studiavo era una stanza dove il maestro mangiava e dove dormiva. Lì non studiavo aritmetica, geografia e storia, ma le leggi che governano i sacrifici offerti in un tempio distrutto duemila anni fa". Questa frase del grande scrittore Isaac Bashevis Singer rende l'idea dell'esperienza umana e spirituale, più unica che rara, in cui questo libro indaga. Si parla dell'opulenta fioritura letteraria e filosofica della cultura ebraica dell'Europa centro-orientale: un'enorme provincia di imperi, divisa tra decine di stati e popoli, resa vivacissima metropoli dall'inspiegabile cosmopolitismo di una comunità transnazionale, ospitante una folla di irrequieti sperimentatori di modi di esprimersi. Ed erano tutti, oltre che intellettuali, anche eroi timidi, poveri poeti, eccentrici viveur, avventurieri, spiriti eccelsi, asceti, santi bevitori, burloni divini. Oggi sono fantasmi di un mondo cancellato. Ma hanno lasciato una traccia tenace e nascosta in alcuni artisti e intellettuali che si sono coraggiosamente opposti, fino a pochi anni fa, al totalitarismo sovietico. Valentina D’Urbano Quella vita che ci manca TEA Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C’è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un’apicultrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l’infanzia, quando viveva su un’isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo. Ma adesso il destino ha deciso di darle un’altra possibilità. C’è un’eredità che l’aspetta là dove tutto è cominciato, su quell’isola dove è stata felice. C’è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c’è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L’unico posto dove il cuore può essere davvero libero. PAGINA 8 Fabio Volo La strada verso casa Mondadori Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Sembra dire a tutti: amatemi pure, ma tenetevi lontani. Andrea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fatto le cose come andavano fatte. È sposato con Daniela, una donna sobria ed elegante. Insieme avrebbero potuto essere perfetti. Marco invece ha molte donne, e Isabella. Lei è stata la sua prima fidanzata. Con lei ha passato quelle notti di magia in cui la bellezza dilata il tempo e la felicità strappa le promesse. Ma neanche con lei è mai riuscito a decidersi, a capire che la libertà non è per forza mancanza di responsabilità. E così continua a vivere in folle, senza mai mettere una marcia, fare una scelta. Se non che a volte la vita che hai sempre tenuto sotto controllo inizia a cadere a pezzi. Il nuovo romanzo di Fabio Volo racconta la storia di due fratelli che gli eventi costringono ad avvicinarsi, a capirsi di nuovo. E di un inconfessabile segreto di famiglia che li segue come un fantasma. Racconta una grande e tormentata storia d'amore che attraversa gli anni, e come tutte le grandi storie d'amore ha a che fare con le cose splendide e con quelle terribili della vita. Racconta il dolore che piega in due e la felicità che fa cantare inventandosi le parole. Ci fa ridere, commuovere, emozionare. Christian Raimo Tranquillo prof, la richiamo io Einaudi Le interrogazioni, i compiti, il tempo che non passa mai, sono gli incubi di qualunque studente. Tranne che in questo libro, dove è il professore a non essere preparato. Nato su Facebook e diventato molto rapidamente un fenomeno virale, Tranquillo prof, la richiamo io racconta di un docente non autorevole, spaventato, in cerca di riconoscimento, alle prese con degli studenti straordinariamente precisi, attenti, consapevoli del proprio ruolo. Attraverso telefonate, mail, sms, appuntamenti in chat, si srotola una divertentissima quanto atipica e struggente storia d'amore: con tanto di innamorato respinto (il prof), amata sfuggente (la classe), attacchi di gelosia (per la supplente) e paura dell'abbandono (ogni volta che una vacanza si avvicina)... Sembra il mondo alla rovescia, invece è la rappresentazione clinica della crisi dei presunti adulti, personaggi fragili e alla deriva. Una tragicommedia surreale. Una buffissima operetta morale. PAGINA 9 Paolo Rumiz La cotogna di Istambul Feltrinelli Un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco. Racconta di Max e Masa, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell'inverno del '97. Un amico gli presenta la misteriosa Masa Dizdarevi´c, "dagli occhi grandi e dai femori lunghi", austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa. Un'attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d'amore che Masa gli aveva cantato. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un'avventura che porta Max nei luoghi magici di Masa, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione. Nuova edizione completamente riveduta. Lia Levi Il braccialetto Edizioni E/O Un ragazzo ebreo e uno non ebreo aspirano segretamente a scambiarsi i ruoli. Corrado, quindicenne, ha partecipato all'abbattimento dei busti di Mussolini e dei fasci littori la notte del venticinque luglio. È ebreo e si aspetta che il nuovo governo abolisca le leggi razziali. È sicuro che il prossimo anno scolastico potrà frequentare in mezzo agli altri il mitico liceo Visconti, ma i giorni passano senza che nulla cambi, anzi... Leandro abita in una grande e vecchia casa piena di ombre e misteri con un'anziana parente russa e, fin dal primo momento in cui ha incontrato Corrado in un cinema, cerca spasmodicamente di fare amicizia con lui. Per Corrado il braccialetto a cerchi d'oro di sua madre è il simbolo di un passato benessere sociale, di un tempo in cui vedeva la madre giovane, vitale e combattiva. Man mano che le "Leggi" prendono piede i genitori gli appaiono invece sempre più spenti, rinchiusi in un mondo di pensieri piccoli e meschini, e comincia a sentire nei loro confronti un crescente disprezzo. Nel momento in cui le famiglie ebree raccolgono l'oro a causa del ricatto tedesco, Corrado apprende che il braccialetto non c'è più. I suoi l'hanno venduto senza neanche dirglielo. Ma la verità non è quello che sembra. PAGINA 10 Tracy Chevalier I frutti del vento Neri Pozza Nella prima metà del XIX secolo James e Sadie Goodenough giungono nella Palude Nera dell'Ohio dopo aver abbandonato la fattoria dei Goodenough nel Connecticut. La legge dell'Ohio prevede che un colono possa fare sua la terra se riesce a piantarvi un frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida irresistibile per James Goodenough che ama gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli alberi durano e tutte le altre creature invece attraversano il mondo e se ne vanno in fretta. In quella terra, dove gli acquitrini si alternano alla selva più fitta, James pianta e cura con dedizione i suoi meli. Un frutteto che diventa la sua ossessione; la prova, ai suoi occhi, che la natura selvaggia della terra, con il suo groviglio di boschi e pantani, si può domare. La malaria si porta via cinque dei dieci figli dei Goodenough, ma James non piange, scava la fossa e li seppellisce. Si fa invece cupo e silenzioso quando deve buttare giù un albero. Finché, un giorno, la natura selvaggia non della terra, ma della moglie di James, Sadie, esplode e segna irrimediabilmente il destino dei Goodenough nella Palude Nera. Romanzo che si iscrive nella tradizione della grande narrativa americana di frontiera, "I frutti del vento" è un'opera in cui Tracy Chevalier penetra nel cuore arido, selvaggio e inaccessibile della natura e degli uomini, là dove crescono i frutti più ambiti e più dolci che sia dato cogliere. Jonathan Lethem L’inferno comincia nel giardino Minimum Fax Riuscite a immaginare un padre di famiglia che torna periodicamente dall'aldilà e aiuta suo figlio a progettare un videogame ispirato alle sue avventure ultraterrene? Un inferno popolato di bellissime streghe a cavallo e cani robot? Un felino alieno che segue, come un agelo custode, due spacciatori di crack dilettanti? Un penitenziario le cui mura sono fatte di criminali incalliti? Sette racconti che mescolano il noir, la fantascienza e la pura fiaba, giocando a nascondere gli orrori del quotidiano dietro il velo della surrealtà. PAGINA 11 Erskine Childers L’enigma delle sabbie Nuova editrice Berti A bordo del Dulcibella, Davies e Carruthers navigano a vela tra le isole Frisone, apparentemente a caccia di anatre, in una crociera che nasconde in realtà molti misteri e che si rivela più rischiosa del previsto. Tra nebbie, maree e banchi di sabbia che mettono a dura prova la piccola imbarcazione, i due amici si convincono con il passare dei giorni di essere involontariamente entrati in un ingranaggio più grande di loro. Per riuscire a sventare il piano che mette a repentaglio la sicurezza dell'Inghilterra sono disposti ad affrontare qualsiasi pericolo, anche a costo della vita. Mirko Zilahy E’ così che si uccide Longanesi La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide. PAGINA 12 Kenzaburo Oe L’eco del paradiso Garzanti Nello studio di K., il famoso scrittore, si sente solo il veloce ticchettare della macchina da scrivere. A un tratto, il silenzio. Le sue dita si sono fermate, adagiate sulle lettere che compongono il nome di una donna. Marie. K. ricorda ancora quando sono diventati amici, tanti anni fa. In particolare un giorno di primavera, durante una manifestazione. Improvvisamente, tra le decine di persone giunte fin lì per aiutare, era apparsa lei, i capelli neri un po' scomposti, lo sguardo spensierato e il sorriso pieno di sole. K. aveva capito di trovarsi davanti a una donna speciale, una donna che calamitava le attenzioni di tutti con la sua semplicità e innocenza. Molti anni sono passati, e gli occhi gioiosi di Marie si sono velati di un dolore impossibile da superare. Per questo è fuggita oltreoceano. Tra le impervie alture messicane ha cercato la pace, aiutando le donne e i bambini del luogo, a cui si è dedicata con totale abnegazione. Adesso coloro che lei ha aiutato vogliono renderle omaggio, dedicandole un film. E nessuno meglio di K. può farlo, solo lui può scrivere la sceneggiatura. Ma accettare questo compito significa anche riaprire il vaso del dolore, ridestare ricordi nascosti tra le pieghe del tempo. Quando un sorriso radioso poteva turbare il cuore di chiunque ne fosse illuminato. Israel J. Singer Una primavera tardiva Bollati Boringhieri Come definireste una storia lineare, inventata, che racconta vita, morte (non sempre) e miracoli di una persona dalle caratteristiche precise: aspetto, età, abitudini, problemi matrimoniali, figli, credo religioso, professione o mestiere…? Possiamo definirla romanzo, vero? Ma se sono soltanto quaranta pagine, o trenta? Allora la si definisce racconto. Però se il piacere che si prova leggendola è lo stesso di quando si legge un tomo di quattrocento pagine che racconta vita, morte (forse) e miracoli di una persona… qual è la differenza? Soltanto la lunghezza. Ciascuna di queste storie si svolge in uno shtetl polacco, prima della seconda guerra mondiale, un villaggio intercambiabile, riconoscibile essenzialmente dal protagonista, di volta in volta diverso, ma abitato da una serie di personaggi descritti con tanta precisione che si possono subito individuare quando riappaiono in un altro racconto, magari in veste di protagonisti. C’è, per esempio, Hirsch Leib che, dopo aver condotto a destinazione il bestiame a lui affidato dai commercianti locali, non vede l’ora di tornare da moglie e figli con un sacco pieno di regali per festeggiare la Pasqua ebraica, e si trova davanti la Vistola, ghiacciata sì, e quindi attraversabile, ma battuta da una inaspettata, furiosa pioggia primaverile che rischia di assottigliare e rompere la superficie solida del fiume. Ci riuscirà, o dovremo dire vita, miracoli… e morte? Ogni racconto un romanzo, ogni villaggio un mondo, ogni protagonista un personaggio, e una pletora di vivacissimi ritratti di contorno, così caratterizzati, in poche righe, da diventare indimenticabili. Questo l’incredibile potere della scrittura di I.J. Singer, che i lettori conoscono già dai grandi romanzi epici. Ma epico non significa necessariamente lungo, e le storie dense e originali, ciascuna a modo suo, hanno lo stesso tono definitivo di quelle più lunghe raccontate da questo grande scrittore. PAGINA 13 W.Somerset Maugham Il filo del rasoio Adelphi Camminare sul filo del rasoio è difficile, dice il passo delle Upanishad che Somerset Maugham ha posto in epigrafe a questo romanzo, da molti considerato il suo capolavoro. In effetti, non facile si presenta l’impresa di Larry Darrell, un giovane americano traumatizzato dagli orrori della Grande Guerra che per fascino, bellezza, intelligenza sembrerebbe poter avere tutto e che invece sceglie la via più imprevedibile: vivere, qualunque cosa questo significhi, lavorare in miniera, imbarcarsi come mozzo o partire per l’India alla ricerca dell’Illuminazione. Nulla sembra poterlo fermare neppure l’evidente passione dell’incantevole Isabel – abituata a essere inseguita, non a inseguire–, neppure lo sguardo quasi intimidito di Maugham stesso, che qui compare fra i personaggi, lacerando così l’ultimo velo della finzione. Un azzardo che sorprende ancora oggi, così come stupisce la constatazione che in questo romanzo assolutamente contemporaneo tutti i capi d’accusa in genere usati per relegare Maugham nella letteratura di puro intrattenimento – trame troppo robuste, personaggi troppo credibili, atmosfere troppo esotiche – si trasformano, una pagina dopo l’altra, in definitive, e smaglianti, prove a discarico. Norman Mailer Il nudo e il morto Einaudi Seconda guerra mondiale. Sud Pacifico. Gli americani sbarcano sull'isola di Anopopei per cercare di strapparla ai giapponesi. L'ansia prima dello sbarco, i primi morti, le giornate di calma apparente in cui sembra non succedere niente (ma la tensione sale a mille e si scarica nei litigi fra commilitoni), il terrore in attesa di un attacco dei giapponesi, la fatica di trasportare un cannone nella giungla con sforzi sovrumani centimetro dopo centimetro. E la montagna da salire e conquistare che diventa, per ogni ufficiale e per ogni soldato, un'ossessione, una sfida metafisica. Il nudo e il morto fu il bestseller americano del 1948 e lanciò Mailer tra i grandi della letteratura. Tutt'oggi è considerato il più bel romanzo sulla seconda guerra mondiale. «La montagna che il sergente Croft impone ai suoi uomini di scalare si staglia sopra l'intrico della vegetazione come un mostro fuoriuscito dagli abissi e rappresenta l'estremo e inespugnabile baluardo. In questo è davvero la balena di Melville, una creatura ai limiti del soprannaturale che mette a dura prova l'ambizione umana, il simbolo della vera battaglia che ogni uomo è chiamato a combattere». Dalla prefazione di Tommaso Pincio PAGINA 14 Elie Wiesel La danza della memoria Garzanti Doriel Waldman, ebreo polacco abitante a New York, è un uomo solo, prigioniero dei ricordi e della memoria. L'Olocausto è una ferita insanabile nel suo passato. Vorrebbe dimenticare, ma non ci riesce. Dimenticare le fughe, i nascondigli, l'esistenza clandestina in un piccolo villaggio dell'Europa dell'Est, nascosto insieme al padre nel granaio di un contadino. Dimenticare la madre, una donna troppo bella, una prigione per i figli, che ha scelto la lotta partigiana trascurando la famiglia. Dimenticare i fratelli, vittime dei nazisti. Dopo la salvezza, la vita di Doriel è stata un continuo peregrinare, dalla Polonia all'Asia, militante in varie organizzazioni di aiuto ai diseredati, viaggi di studio in Israele, Africa e Asia. Insonne, solitario. Le tappe di un'esistenza che descrivono il percorso di un esilio. Ma adesso ha deciso di fermarsi e mettere la sua vita in mano a una donna. È la psicanalista Thérèse Goldschmidt, che lo prende in cura e accoglie le sue ossessioni e i suoi fantasmi, i sogni e gli incubi, le cose mai dette e le speranze. Forse non gli restituirà la pace del cuore, ma potrà curare i suoi ricordi. Israel J. Singer A oriente del giardino dell’Eden Bollati Boringhieri Mattes Ritter è un venditore ambulante che percorre dal lunedì al venerdì le campagne della Polonia barattando cianfrusaglie con cibo, pelli e qualche spicciolo. Per poi tornare al suo villaggio, alla sua capanna e alla sua famiglia per lo Shabbat. La capanna pullula di bambine accettate solo per rispetto alla volontà divina, e di poco altro. La moglie, Sarah, è stremata dalle gravidanze e dalle fatiche domestiche. Non ci si stupisce quindi che nella nascita di un figlio maschio, Nachman, Mattes riponga le speranze di una vita, deciso a fare del piccolo un dotto e stimato rabbino. Quando però Nachman viene sedotto da Hannah, e dalla sirena non meno potente del credo socialista, le speranze di Mattes cominciano a svanire. Ancora di più quando la bella, intelligente e avventurosa figlia Sheindel, che lavora come domestica a Varsavia, rimane incinta di un soldato russo, costringendo tutta la famiglia a trasferirsi nella grande città. Dove l’altra figlia, Reisel, incontra un destino ancora peggiore. A Mattes, chiamato a combattere nella Prima guerra mondiale, resta solo un desiderio, che si porta dietro scritto su un pezzetto di carta: alla morte, venire sepolto come un ebreo. Ma anche questa speranza finirà in una fossa comune. Nachman, diventato un agitatore socialista, finirà nelle prigioni polacche, e poi, rilasciato, inseguirà il suo sogno in terra sovietica, accolto a braccia aperte solo del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni… PAGINA 15 Martin Amis La freccia del tempo Einaudi In questa storia raccontata a ritroso, la vita di un criminale di guerra nazista, il dottor Tod T. Friendly, viene narrata a partire dalla sua conclusione, procedendo all'indietro verso l'inizio. Cosí il dottor Friendly muore e in seguito si sente significativamente meglio, rompe con le sue amanti con un gesto che prelude alla loro seduzione; inoltre fa scempio dei propri pazienti prima di mandarli a casa. Fuggendo dal corpo del medico morente, che aveva lavorato come complice dei nazisti nei campi di concentramento, la coscienza del dottor Friendly inizia a vivere la sua vita dal fondo, consapevole soltanto che quella che sta vivendo è la vita di un uomo orribile in un tempo tremendo. Almudena Grandes Il ragazzo che leggeva Verne Guanda Non è vero che in Andalusia il tempo è sempre bello, né che la Guerra di Spagna è finita nel 1939. Ne sa qualcosa Nino, figlio di una guardia civile di stanza nella provincia montuosa di Jaén. Ancora nel 1947, il leggendario partigiano Cencerro imperversa sui monti e Nino, che vive con la famiglia nella caserma del suo piccolo paese, non potrà mai dimenticare quell'estate: il giorno di luglio in cui Cencerro si è suicidato per sfuggire alla cattura, facendosi beffe delle autorità per l'ultima volta; il mulino accanto al fiume dove va a pesca di granchi con Pepe il Portoghese, misterioso e affascinante forestiero che diventa suo amico e modello; il podere delle Bionde, famiglia di sole donne, vedove e orfane, che resistono orgogliose alle vessazioni del franchismo; la violenta repressione che segue l'avvento di un nuovo Cencerro; la maturata convinzione che mai seguirà le orme del padre nella Guardia civil. Mentre scopre un mondo nuovo grazie ai romanzi di avventura di cui è avido lettore, Nino impara a poco a poco a interpretare il proprio, il mondo violento della caserma dove le urla dei prigionieri non lo lasciano dormire, quello di un paesino dove convivono omertà e tradimenti di due fazioni opposte e inconciliabili. E capisce perché il padre gli fa studiare dattilografia, capisce perché in quella "guerra interminabile" i nemici di suo padre non sono i suoi. PAGINA 16 Muriel Barbery Vita degli elfi Edizioni E/O L'attesissimo ritorno di Muriel Barbery, un romanzo sorprendente e commovente sul linguaggio misterioso della natura. Maria vive in uno sperduto villaggio francese, in Borgogna, dove scopre di saper comunicare con la natura. A centinaia di chilometri di distanza, nelle campagne italiane, Clara scopre di possedere uno sbalorditivo genio musicale e viene mandata a Roma per sviluppare queste sue portentose abilità. La forza e la magia delle due ragazze uniscono così due mondi, quello "elfico" capace di cogliere e contemplare la bellezza e quello umano, in grado di crearla e all'occorrenza difenderla. Sono creature speciali: Maria sente le onde emesse dagli esseri che la circondano, Clara le storie nascoste tra le note degli spartiti. Vita degli elfi racconta la loro storia e quella dei mondi che i loro talenti sanno evocare. Mondi in cui convivono armonia e forze maligne, mondi che tutti sapremmo abitare se non ce ne dimenticassimo, distratti dalle piccole e grandi guerre quotidiane e dalla fatica di vivere. Mondi in cui l'impalpabile bellezza della musica e della natura sono l’unica legge che conta. Nove anni dopo la pubblicazione del bestseller mondiale L’eleganza del riccio, Muriel Barbery sorprende con un romanzo lirico, originalissimo, sulla ricerca di ciò che è in grado di incantare in un mondo che sembra aver dimenticato l’esistenza stessa dell’incanto. Carlos Ruiz Zafon Il principe della Nebbia Mondadori 1943: il padre di Max decide di trasferire la famiglia sulla costa spagnola per proteggerla dalla guerra. La nuova casa sembra tranquilla ma, appena arrivato, Max scopre un giardino disseminato di statue inquietanti e non tarda a sapere della misteriosa scomparsa del figlio dei precedenti proprietari. Insieme alla sorella Alicia e all'amico Roland, Max comincia a indagare sulla storia di un oscuro naufragio e di un'ombra luciferina che emerge nel cuore della notte per scomparire con le prime nebbie dell'alba... PAGINA 17 Abraham B. Yehoshua La comparsa Einaudi Noga è una musicista, le sue dita sapienti e affusolate sono abituate a sfiorare le corde dell'arpa e a farne melodia. Ma adesso è lontana dal suo amato strumento, è lontana dalla musica, è lontana dalla vita che si è costruita in Olanda: è dovuta tornare a Gerusalemme, dopo molti anni che l'aveva lasciata, per prendersi cura dell'appartamento dove è cresciuta. L'anziana madre, infatti, sta trascorrendo alcuni "giorni di prova" in una casa di riposo a Tel Aviv: per delle oscure clausole contrattuali l'appartamento non può restare disabitato, nemmeno per un breve periodo. Molte cose sono cambiate da quando Noga era giovane. Il quartiere "si sta tingendo di nero": i vecchi abitanti hanno lasciato il posto a una sempre più nutrita comunità di ebrei ultraortodossi con le loro tradizionali vesti nere. A cominciare da due bambini che continuano a intrufolarsi in casa della madre per guardare la televisione (attività proibita dalle loro famiglie). Ma anche Noga è cambiata. Ad esempio non è più sposata dopo che il marito l'ha abbandonata perché lei si rifiutava di avere un figlio. Per passare il tempo e guadagnare un po' di soldi Noga inizia a fare la comparsa nei film e negli sceneggiati che si girano in città. Ma quella inattività "forzata" fa nascere in lei un dubbio fastidioso e dolente: che Noga sia ormai una comparsa nella sua stessa vita... Iris Murdoch Una testa tagliata Il Saggiatore Sotto la superficie dell'agiatezza e di una consapevole virilità borghese, la vita del quarantenne Martin Lynch-Gibbon è divisa a metà: tra la nebbia giallastra e sulfurea che nella Londra dei primi anni sessanta rende ogni cosa inafferrabile e la tranquillità dorata di un matrimonio senza figli; tra la sensualità piena e matura della moglie Antonia e quella candida e scoppiettante di Georgie, giovane amante; tra il fruttuoso commercio di vini, che gli consente una vita serena, ma che non ha mai scelto, e lo studio della storia militare relegato a occasionale passatempo. Martin non fa che compiacersi di una bigamia vissuta spensieratamente, ma quando la moglie, di punto in bianco, gli annuncia di volerlo lasciare, si ritrova spiazzato. Da tempo Antonia ha una relazione con Palmer Anderson, psicanalista e amico di lunga data della coppia. Martin si trasferisce dal fratello Alexander, scultore di vaga fama e fascino discreto. È solo l'inizio di una lunga scia di separazioni, riconciliazioni e dolorose scoperte. Quel che solo l'illusione manteneva unito si lacera definitivamente, scandendo un percorso di sofferta rieducazione sentimentale che spingerà Martin ad abbandonare egoismi e protezioni. Sarà l'imponente sorellastra di Palmer la figura chiave: cupa e intrigante, lucida e diabolica, Honor Klein è come un angelo armato di una spada che dove si posa recide. PAGINA 18 Almudena Grandes I tre matrimoni di Manolita Guanda Non è facile sopravvivere a Madrid, negli anni terribili della «normalizzazione franchista» che fa seguito alla Guerra civile. Sono tempi di fame e di terrore, soprattutto per Manolita, che a sedici anni si trova a farsi carico delle sorelle e dei fratelli più piccoli, dopo che il padre e la matrigna vengono incarcerati e il fratello maggiore è costretto a nascondersi a causa della sua militanza comunista. Manolita non ha mai voluto sapere nulla di politica, e per questo gli amici del fratello l’hanno soprannominata signorina «Non contate su di me». Eppure adesso hanno bisogno di lei per tenere viva una speranza di resistenza, legata alla possibilità di stampare e diffondere materiale di propaganda. Dagli esuli spagnoli in Messico sono stati inviati dei misteriosi ciclostili, macchine che però nessuno riesce a far funzionare: a Manolita viene affidato il compito di far visita a un detenuto che è forse l’unico in grado di svelarne i segreti. Quel ragazzo timido e apparentemente privo di fascino sarà determinante nella sua vita, e al primo incontro con Silverio ne seguiranno molti altri, mentre nelle lunghe attese fuori dal carcere Manolita scoprirà tante sofferenze e tante attestazioni di solidarietà. Una grande storia di amore e di coraggio traboccante anche di passione civile e politica, in cui ancora una volta Almudena Grandes riesce a far convivere verità storica e verità narrativa. Patrick Modiano Incidente notturno Einaudi Parigi. Durante una notte di foschia un giovane viene investito da un' auto e si ritrova in ospedale insieme alla donna che era al volante, anche lei leggermente ferita, e a un uomo bruno robusto dall' aria losca che, dopo avergli consegnato una busta, si allontana. Una volta dimesso, nonostante la gamba dolorante e la mente ancora un po' confusa, il ragazzo decide di ritrovare la Fiat verde acqua e la ragazza dell'incidente, di cui conosce solo il nome, Jacqueline Beausergent. Un incidente piuttosto banale apre cosi un canale misterioso con il passato e dà vita a una serie di domande: chi è Jacqueline? Si tratta forse della stessa donna che lo aveva accompagnato da bambino in ospedale, quando aveva avuto un incidente simile uscendo da scuola? E cosa vuole da lui quell'uomo dall' aria losca? Ma prima di tutto il ragazzo conduce un'inchiesta su se stesso: nulla sappiamo di lui, neppure il suo nome di battesimo. Il suo ritratto prende forma partendo da una scarpa troppo stretta, persa durante l'incidente, da un vecchio giaccone sporco di sangue e da un passaporto con una data di nascita falsificata per diventare maggiorenne prima del tempo. In una Parigi misteriosa e notturna, fra i caffè del centro e una periferia in rovina, il giovane va alla ricerca del padre, un padre che già una volta lo ha abbandonato e che di nuovo scompare nel silenzio e nella nebbia. PAGINA 19 Camilla Lackberg Tempesta di neve e profumo di mandorle Marsilio Manca poco meno di una settimana a Natale. Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve Fjällbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. Martin Molin, collega di Patrik Hedström alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valö per una festa di famiglia. Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall’immensa fortuna muore improvvisamente. Nell’aria si avverte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa. Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto. Sulle orme di Agatha Christie, in occasione dei suoi primi dieci anni di carriera Camilla Läckberg ha dato vita a una serie di racconti che, tema a lei caro, indagano le complesse dinamiche familiari, combinando adorabili scene d’intimità domestica all'inquietudine di oscuri segreti del passato. Alexandros Papadiamantis L’assassina Eliot Chadula, contadina e vedova, si procura da vivere usando erbe e intrugli per guarire gli abitanti del suo paesino, situato su un'isola tutta pietre e cespugli. Intorno a lei c'è solo miseria. Molti dei suoi figli sono scappati all'estero, mentre le figlie sono rimaste - e con esse il fardello del loro mantenimento. Sull'isola, il destino delle donne è un destino di sofferenze e privazioni, e chi ha figlie femmine deve rassegnarsi al disastro economico quando, per maritarle, dovrà dar loro una dote, o quando, rimaste zitelle, dovrà continuare a mantenerle. Chadula, guidata da un folle istinto e convinta di agire per mano di Dio, proverà a porre fine alle sofferenze dei suoi compaesani. Considerato in patria il "santo" della letteratura greca moderna, Alexandros Papadiamantis concentrò nel suo capolavoro una storia di delitto e castigo ambientata nella terra povera e aspra che ben conosceva. Magistrale per penetrazione psicologica e tensione narrativa, Papadiamantis fa dell'isola il secondo protagonista del romanzo, con descrizioni di una natura di valli, pianure, montagne e mare, secondo una lunga tradizione greca che ha avuto nell'ekphrasis la sua più tipica manifestazione retorica. PAGINA 20 Katherine Pancol Il valzer lento delle tartarughe Bompiani Sapere se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo marito Antonie, scomparso in Kenya, per Josephine non è più importante. Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic nell'elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione. Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi vicini, Josephine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla figlia minore Zoe, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al successo dell'ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per poco a un'aggressione... Ancora una volta intorno all'irresistibile e discreta Josephine gravita tutto un mondo di seduttori, carogne, imbroglioni ma anche di persone buone e generose. Ancora una volta la penna di Katherine Pancol ci proietta in un vortice di eventi e personaggi all'affannosa ricerca di un senso nella inesauribile complessità della vita. Frederick Rolfe Adriano VII Superbeat In un freddo giorno di marzo dei primi anni del Novecento, George Arthur Rose, prete mancato brutalmente espulso per oscure ragioni dal Saint Andrew, il Pontificio Collegio Scozzese, viene misteriosamente invitato da due alti dignitari della Chiesa ad accettare gli ordini sacri e a traferirsi a Roma. Lì, dopo un conclave paralizzato dall'intransigenza e dall'equivalenza delle fazioni, l'antico reietto, il sofisticato teologo oggetto di inverecondi calunnie, viene eletto papa col nome di Adriano VII. Sul soglio di Pietro, più inflessibile di Bonifacio VIII, Adriano VII salverà l'Europa dal caos e dall'anarchia e ridisegnerà i confini del mondo. Pubblicato per la prima volta nel 1904, e da allora oggetto di un vero e proprio culto, Adriano VII è un romanzo che, come tutte le grandi opere, si presta a infinite interpretazioni: può essere visto come una profetica anticipazione dei totalitarismi del XX secolo, come il libro di un impudente profanatore (secondo Giorgio Manganelli la Chiesa era, per Rolfe, il luogo da profanare, dato che solo Iddio poteva dargli l'indirizzo del Diavolo), come l'estremo, meraviglioso frutto di un'esistenza eccentrica. Ripubblicata nel centenario della morte dell'autore, l'opera svela tutta la sua sorprendente, sfrontata attualità. PAGINA 21 Helene Hanff 84,Charing Cross Road Archinto È Frank Doel, commesso in una vecchia libreria antiquaria londinese - "l'unica creatura al mondo che mi capisca" - a soddisfare gli stravaganti desideri di una giovane scrittrice americana appassionata di saggi del Settecento, che con lui intreccia una fitta corrispondenza. Miss Hanff sogna per anni di sbarcare nell'"Inghilterra della letteratura", di conoscere di persona Doel e la libreria cui deve tanto. Ma Frank scompare prematuramente e la libreria chiude i battenti nel 1970. Helene Hanff approderà finalmente a Londra solo in occasione dell'uscita di queste lettere che rappresentano l'insolita parabola dal culto dei libri a quello che è diventato, grazie a una felicissima trasposizione filmica, un "libro di culto". Maxence Fermine Neve Bompiani Giappone, fine Ottocento. Yuko, diciassettenne ribelle, lascia la famiglia per diventare poeta. Ma la sua poesia, dedicata interamente alla neve, è troppo bianca, e per imparare a darle colore Yuko deve seguire gli insegnamenti del vecchio poeta Saseki, ormai divenuto cieco. Saseki, attraverso il racconto della sua passione per Neve, una ragazza bellissima venuta dall'Europa e scomparsa mentre cercava di attraversare un precipizio sospesa su una fune, insegna a Yuko la forza e la potenza dell'amore. E con questo insegnamento Yuko diverrà non solo un grande poeta ma - cosa più importante un essere umano capace di amore. PAGINA 22 Earl Derr Biggers Charlie Chan e la crociaera tragica Polillo Nella stanza di un elegante albergo londinese giace il cadavere di Hugh Morris Drake, strangolato nella notte con la cinghia di una valigia. Drake faceva parte di un gruppo di persone molto facoltose che avevano da poco iniziato un viaggio di piacere intorno al mondo. L'ispettore Duff di Scotland Yard, incaricato delle indagini, trova parecchi indizi sul luogo del delitto, ma tutti assai difficili da interpretare. La mano del morto stringe un pezzo di una catena da orologio con una chiavetta, forse di una cassetta di sicurezza. Sul letto, accanto al corpo, c'è un sacchetto di cuoio che contiene solo... sassolini di vari colori e di nessun valore. Inoltre appare evidente che la vittima, prima di morire, ha lottato con tutte le sue forze contro l'assassino, eppure la stanza è in perfetto ordine: l'apparecchio acustico di Drake è appoggiato su un tavolo, i suoi abiti sono ripiegati su una sedia e le lenzuola sono ancora rimboccate. Non riuscendo a far luce sul caso malgrado le minuziose indagini, Duff dopo alcuni giorni è costretto a lasciar ripartire i viaggiatori, ma ben presto un nuovo omicidio arriva a sconvolgere la comitiva. L'ispettore si mette in viaggio per raggiungerla, ma sarà solo grazie all'acume di Charlie Chan che l'identità dell'assassino verrà svelata, il romanzo, penultimo della serie con il celebre detective cinese, fu pubblicato originariamente nel 1930. Dashiell Hammett La maledizione dei Dain Mondadori Una famiglia come tante alla periferia di San Francisco, un banale furto di diamanti, un detective privato, il Continental Op, deciso a vederci chiaro. Perché qualcosa non quadra. I ladri sono andati a colpo sicuro, anche troppo. Gabrielle, la giovanissima e inquieta figlia dei padroni di casa, si è eclissata, diventando la sospettata numero uno. Una scomparsa che segna l'inizio di un impressionante sterminio. Padre, matrigna, fidanzato e il medico di Gabrielle vengono fatti fuori uno dopo l'altro. Che cosa sta accadendo? C'è davvero una maledizione che incombe sulla famiglia Dain? Chi sta cercando di fare un vuoto di morte attorno a Gabrielle? E perché? Una detective story nella quale lo stile potente e impeccabile di Dashiell Hammett di volta in volta avvicina e allontana dal lettore la soluzione, imprigionandolo fino all'ultima pagina in un infernale gioco di specchi incrinati e scatole cinesi. Una narrazione in cui si intrecciano compassione ed erotismo, voluttà e droga, potere e ferocia. PAGINA 23 Stephen E. Ambrose Tigri in battaglia Longanesi Stephen Ambrose ci racconta la storia della creazione dell'aviazione da bombardamento americana e del suo impiego nella seconda guerra mondiale. Filo conduttore è il senatore George McGovern, considerato dai suoi compagni uno dei migliori piloti di B-24. McGovern giunge in Italia con la sua squagriglia, precisamente alla base aerea di Cerignola, e da lì compirà ben trentacinque missioni sulla Germania e l'Austria. Ma il libro descrive anche la progettazione e la produzione di due tra i più noti bombardieri della seconda guerra mondiale, il B-17 e il B-24 Liberator, esaminandone le caratteristiche tecniche e militari, come anche il modo di pilotarli, lo studio delle formazioni di volo e l'addestramento richiesto per pilotarli. Stephen Emmott Dieci miliardi Il mondo dei nostri figli Feltrinelli Questo libro parla di noi, dei nostri amici, dei nostri figli. Dei nostri consumi, dei nostri comportamenti, del nostro modello di sviluppo. Questo libro non raccomanda di fare la raccolta differenziata. Non invita a comprare un'auto ibrida. Non propone di farsi un orto in balcone. Questo libro dice la verità. E non c'è niente di più preoccupante. Stephen Emmott è uno dei più importanti scienziati della sua generazione e crede fermamente nella possibilità di valutare scientificamente le trasformazioni che la nostra specie sta operando sull'ecosistema globale. E soprattutto di prevedere quello che succederà quando, tra pochi decenni, saremo dieci miliardi di esseri umani sul pianeta. In queste pagine, che sono state anche il testo per uno spettacolo teatrale di successo a Londra, Emmott mette a fuoco tutto quello che crediamo di sapere su questi temi (riscaldamento globale, deforestazione, scarsità di acqua...) e sostituisce il nostro pigro fatalismo, o il nostro cinico disinteresse, o il nostro tecnologico ottimismo, con un sentimento molto più sgradevole ma anche molto più sensato: la paura. Perché se vogliamo salvare il mondo per i nostri figli, bisogna avere paura di quello che stiamo facendo e cambiare rotta in modo deciso e molto in fretta. PAGINA 24 Gianni Vattimo - Piergiorgio Paterlini Non essere Dio Un’autobiografia a quattro mani Ponte alle Grazie Chi è Gianni Vattimo? Figlio di un carabiniere calabrese, è diventato uno dei più grandi filosofi contemporanei. Uomo acutissimo e appassionato, generoso e franco, è sempre stato talmente sé stesso da poter ora, sulla soglia degli ottant’anni, guardare alla sua vita con una libertà e un’ironia rare. Dopo aver dialogato a lungo e intensamente con lui, è Piergiorgio Paterlini a dargli voce, a restituircelo. Gli amori, i lutti, le passioni, i libri, le amicizie, la politica, le scoperte e gli addii, gli errori e le contraddizioni, nulla viene tralasciato in questa narrazione in cui i fatti privati, da quelli più laceranti fino agli episodi più umoristici, riverberano su quelli pubblici e viceversa, compenetrandosi inestricabilmente. Così, capitolo dopo capitolo, viene ripercorso il pensiero originale del filosofo e raccontata, oltre alla sua vita, la storia d’Italia della seconda metà del Novecento, dalla ricostruzione al boom economico, dagli anni Settanta alla globalizzazione, fino a questo primo quindicennio del nuovo secolo. Non Essere Dio è uno di quei libri che appaiono per demolire tutti gli stereotipi. Racconta la vita di un accademico in uno stile totalmente antiaccademico. Racconta i grandi pensatori come se fossero amici con cui stiamo passeggiando. Racconta la vita con una levità tale da renderla insondabile Paolo Di Stefano Ogni altra vita Storia di italiani non illustri Il saggiatore C'è chi vende uova dopo la guerra e chi usa la stoffa dei paracadute per cucire gonne. Chi fugge dall'Italia per fare fortuna all'estero e chi se ne va per scampare a un padrino violento. Ci sono donne che si buttano con l'elastico dai ponti e ragazzi che cadono da una finestra per non rialzarsi più. Partigiani e sarte, minatori e cameriere, maestri di scuola. Madri, padri, figli, figlie. E poi c'è uno scrittore, Paolo Di Stefano, che legge i diari o ascolta le parole di questi italiani non illustri - forse assurti agli onori o ai disonori della cronaca per lo spazio breve di un'indignazione, ma poi subito dimenticati - e restituisce loro la voce che avevano smarrito, o di cui erano stati privati. Dalla Sicilia arcaica e petrosa delle guerre mondiali alla Milano grigia ma bella di oggi, Di Stefano racconta di innamoramenti e matrimoni, di bombe che cadono dal cielo e di battaglie che si combattono in famiglia; di litigi, incomprensioni, rotture; di piccole rivincite e grandi rivoluzioni del costume. Il ventennio fascista, gli anni sessanta e settanta delle proteste studentesche, e poi i decenni a noi più vicini, quelli in cui la Storia si fa storia, cronaca o memoria commossa di chi c'era e ricorda chi invece non c'è più. PAGINA 25 Svetlana Aleksievic La guerra non ha un volto di donna L’epopea delle donne sovietiche nella Seconda Guerra Mondiale Bompiani Se la guerra la raccontano le donne, quando prima l'hanno raccontata solo gli uomini... se a farla raccontare è Svetlana Aleksieviéc... se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando, perlopiù volontarie, sono accorse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore... allora nasce un libro come questo. 22 giugno 1941: l'uragano di ferro e fuoco che Hitler ha scatenato verso Oriente comporta per l'URSS la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di Mosca. Centinaia di migliaia di donne e ragazze, anche molto giovani, vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere e lavandaie, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea e carriste, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte. La guerra "al femminile" - dice la scrittrice - "ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue". Lei si è dedicata a raccogliere queste parole, a far rivivere questi fatti e sentimenti, nel corso di alcuni anni, in centinaia di conversazioni e interviste. Cercava l'incontro sincero che si instaura tra amiche e quasi sempre l'ha trovato: le ex combattenti e ausiliarie al fronte avevano serbato troppo a lungo, in silenzio, il segreto di quella guerra che le aveva per sempre segnate... Benedetto Croce Breviario di estetica - Aesthetica in nuce Adelphi Il Breviario di estetica, per una singolare sorte, veniva dato da leggere, per alcuni decenni, alla gran parte degli studenti di liceo. Così molti dei lettori di oggi sono stati costretti da questo libro a rendersi chiare, per la prima volta, le idee su qualcosa che è l’ospite prezioso e difficile da riconoscere di ogni letteratura: la poesia. Che cosa sia poesia e che cosa non lo sia è stato detto in modo impareggiabilmente lucido e nuovo in queste pagine, fra le più perfette di tutto Croce. Per chi le ha lette, rimangono nella mente come un possesso per sempre. E naturalmente potranno e dovranno essere messe in discussione, su ogni punto. Ma il fatto di conoscerle dà un grande vantaggio – e tanto più grande oggi che questo testo non è più una lettura obbligata, ma qualcosa che si sceglie e si scopre. Il Breviario di estetica fu composto nel 1912, sotto forma di lezioni per «una orientazione sui problemi capitali dell’Estetica», in risposta a un invito che Benedetto Croce aveva ricevuto dal Rice Institute di Houston nel Texas. Aesthetica in nuce fu scritto sedici anni dopo, nel 1928, quando Croce venne invitato a redigere la voce «Estetica» per una nuova edizione dell’Encyclopaedia Britannica. PAGINA 26 Walter Benjamin Uomini tedeschi Studium La centralità di Goethe per tutto il progetto è innegabile: della sua morte si parla nella lettera introduttiva; in un'altra, Zelter si rivolge direttamente all'amico; c'è Goethe al centro delle considerazioni di Bertram ed è infine lui personalmente a scrivere al figlio di Thomas Seebeck, il collega scienziato che è morto. Quest'ultima lettera è corredata, oltre che dell'introduzione, anche di un apposito commento. (...) L'inizio della fine della Weimarer Kunstperiode, segnata dalla morte di Goethe, coincise cronologicamente con la nascita del movimento democratico, quando l'umanesimo tedesco lasciò la sfera privata evocata da Benjamin e si trasformò in fatto politico. Nella premessa, tuttavia, Benjamin tracciava l'arco sino al 1931, quando i sintomi della drammatica disgregazione della Repubblica di Weimar erano ormai sotto gli occhi di tutti, stabilendo quindi un nesso fra la situazione politica della prima metà del XIX secolo e quella contemporanea: nello stesso giorno in cui venne pubblicata l'ultima lettera, i giornali riportavano la notizia delle dimissioni del Cancelliere Heinrich Brüning. Antonio Monda La magnifica illusione Un viaggio nel cinema amerciano Fazi A quattro anni dalla prima edizione, torna in libreria - aggiornato e ampliato - il viaggio nel cinema statunitense di Antonio Monda. Centrato sugli ultimi anni ma capace di fulminee incursioni nel passato, questo libro ha una sostanziale ambizione: dimostrare come sia possibile rimanere "autori" e mantenere integra la propria visione, pur in un'industria ineludibilmente regolata dal profitto. "La magnifica illusione" racconta la nuova stagione del cinema d'animazione e documentaristico, l'affermazione di film controversi come "The Passion" e "Fahrenheit 9/11", le grandi conferme (e delusioni) dei registi emersi negli anni Settanta, ma soprattutto la nascita di un'altra generazione, quella degli autori dei Novanta - Tarantino, Payne, Anderson che ha già prodotto opere di inedito respiro e inquietante perspicacia. L'autore conclude il suo itinerario con una ricca serie di interviste, in gran parte inedite, con alcuni dei protagonisti del cinema mondiale (Allen, Altman, Anderson, Cimino, Forman, Lee, Lynch, Mann e molti altri). PAGINA 27 Jacques Attali Sopravvivere alla crisi Sette lezioni di vita Fazi "Un giorno o l'altro questa crisi si concluderà, come tutte le altre, lasciando dietro di sé innumerevoli vittime e qualche raro vincitore. Ma ciascuno di noi potrebbe anche uscirne in uno stato di gran lunga migliore di quello con cui ci siamo entrati. Questo a patto di comprenderne la logica e il percorso, di servirsi delle nuove conoscenze accumulate in vari settori, di contare soltanto su se stessi, di prendersi sul serio, di diventare attori del proprio destino e di adottare audaci strategie di sopravvivenza personale. Il mio scopo non è pertanto quello di esporre un programma politico per risolvere questa crisi e tutte quelle che seguiranno, e neppure quello di offrire vaghe generalizzazioni moraleggianti, bensì di suggerire strategie precise e concrete che permettano a ognuno di "cercare uno spiraglio nella sventura" e di sapersi destreggiare tra gli ostacoli che si presenteranno, senza affidarsi ad altri per sopravvivere, per vivere meglio". Dopo aver analizzato il crac del 2008 e le sue cause socioeconomiche nel precedente saggio "La crisi, e poi?", Jacques Attali estende ora la sua riflessione alle fasi cruciali della vita personale e collettiva. In una realtà complessa come quella di oggi, però, diventa sempre più arduo superare le difficoltà che incontriamo nel nostro cammino. Per questo l'autore individua sette principi da applicare, di volta in volta, di fronte alle avversità, siano esse di natura macroeconomica internazionale (la crisi finanziaria) o privata (la fine di un amore). Jacques Attali Scegli la tua vita! Fazi In periodo storico in cui la politica è il dominio degli avventurieri, l’economia è il regno dei tecnocrati, il mondo del lavoro è una lunga parentesi tra la disoccupazione e la rottamazione; in cui, in definitiva, alle persone comuni rimane solo la scelta fra rassegnarsi e lamentarsi: occorre imprimere una svolta alla propria esistenza, scegliere ciò che si vuole essere, agire senza attendere l’intervento dello Stato, delle banche, dei padroni, delle famiglie e di tutti coloro che pretendono di sapere quale sia il nostro bene e quello della società. Smettere di essere, nella geniale definizione dell’autore di questo libro, dei «rassegnati reclamanti», persone che non scelgono la loro vita e per questa loro condizione di servitù invocano un risarcimento. Jacques Attali, oltre a ripercorrere le esperienze, in questo senso, dei tanti personaggi noti (da Abramo a Kurt Cobain, da Maometto a Steve Jobs) e degli innumerevoli personaggi ignoti (gli imprenditori e i militanti politici che si oppongono all’«irresistibile ascesa del Male»), ci indica un cammino semplice, diviso in cinque tappe, per acquisire ciò che è già alla nostra portata, malgrado appaia irraggiungibile: «diventare sé stessi». PAGINA 28 Gianni Mura Non c’è gusto Minimum Fax Non solo un libro di consigli, ma un viaggio nell'Italia di ieri e di oggi attraverso l'inesauribile varietà della sua ristorazione. Dai ristoranti stellati alle osterie di quartiere, Gianni Mura ci mette in guardia su tutto ciò che è opportuno fare prima di sedersi a tavola per evitare solenni fregature: ad esempio, per scegliere il posto giusto è meglio fidarsi del consiglio degli amici, consultare le guide storiche o le recensioni di TripAdvisor? E quali insidie (e quali indizi) può nascondere la telefonata con cui prenotiamo un tavolo per quattro alle nove di sera? Ma già che c'è, tra una dritta e l'altra, Mura ci racconta di grandi ristoratori che danno alle loro invenzioni nomi di pittori rinascimentali, di cuochi arroganti che per partito preso negano ai clienti una fetta di formaggio, di posate scomode e di mangiate omeriche nelle leggendarie trattorie battute dai camionisti. "Non c'è gusto" è la celebrazione ostinata e non pentita del gusto imbattibile di condividere cibi e bevande con le persone che ci piacciono, di dedicare tempo e vita a ciò che aiuta a mantenere umani. Parafrasando Vinicius de Moraes: "La tavola, amico, è l'arte dell'incontro". Maurizio Pistelli Un secolo in giallo Donzelli A giudicare dai consumi culturali degli ultimi anni, il genere poliziesco sta conoscendo in Italia una nuova età di successi. Ma esiste da noi una più che secolare tradizione del giallo, o sono nel giusto quanti sostengono l'estraneità e la refrattarietà della nostra cultura e della nostra stessa indole rispetto a tale genere? Questo libro sostiene la prima tesi attraverso un'attenta ricognizione critica sugli autori che, a guardar bene, già nella seconda metà dell'Ottocento si fanno promotori di trame caratterizzate da elementi di mistero, delitto, indagine. Fabio Stassi Il libro dei personaggi letterari Minimum Fax Zivago, il principe di Salina, Dona Flor, Zuckerman... Non esistono grandi storie senza grandi personaggi, e i personaggi letterari a loro volta sono gli speciali compagni di viaggio che portiamo con noi per una vita intera. Fabio Stassi ci regala una galleria dei più grandi eroi letterari dal dopoguerra a oggi, dando una nuova voce ai protagonisti dei romanzi più amati, che in queste pagine prendono magicamente la parola per presentarsi al lettore. Un coro di narrazioni, una partitura inedita, una mappa per ritrovare i nostri personaggi preferiti o per incontrarne di nuovi. PAGINA 29 Alberto Spampinato C’erano bei cani ma molto seri Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo Melampo "C'erano bei cani, ma molto seri. Un giorno legarono un cane in cortile, e stette lì forse per due giorni. Il cane ululava, si lamentava, era straziante. Ci dissero di non avvicinarci, aveva la rabbia. Poi lo abbatterono a fucilate..." Nel 1971 il giornalista Giovanni Spampinato rievocò quell'episodio della sua infanzia. Si trattò di un inconsapevole presagio: un anno dopo fu ucciso a colpi di pistola a Ragusa. Giovanni indagava su un delitto ma non solo: aveva scoperto che la "pista nera" di Piazza Fontana arrivava fin lì, nella città "babba" per antonomasia, senza mafia né criminalità. Sul quotidiano L'Ora aveva scritto: una traccia porta al Palazzo di Giustizia. Tutti sapevano, ma l'unico a rivelarlo era stato lui. Il fratello Alberto, anch'egli giornalista, a distanza di quarant'anni continua a cercare la verità sull'omicidio e sui mandanti e oggi dà voce ai tanti cronisti zittiti allo stesso modo. E nel raccontare la sua famiglia e una terra tormentata, la Sicilia, ricostruisce anche la recente storia sociale e culturale del nostro Paese, trasformando così un dramma privato in una metafora sull'informazione e sul significato della memoria. Una vicenda che appartiene a noi tutti. Ernest Mandel Il romanzo poliziesco Una storia sociale Alegre Una storia sociale, politica e letteraria del genere "giallo" o "noir", a seconda del paese, che segue l'evoluzione storico politica dell'occidente lungo il Novecento. La descrizione dei vari generi, nei vari paesi, si mescola alla storia del capitalismo e delle lotte di classe individuate come strumenti di indagine e di interpretazione delle grandi svolte del genere. Dagli albori del poliziesco "aristocratico", costruito attorno a omicidi avvenuti nel chiuso dei castelli inglesi, all'hard boiled di Dashiell Hammett e Raymond Chandler che si afferma negli Usa in seguito alla Grande depressione. E poi la nascita del giallo di spionaggio sull'onda della guerra fredda o la progressiva crescita del giallo storico con l'omaggio alla "scuola italiana" di Umberto Eco ma anche alle eccezionali opere di Scerbanenco e Fruttero&Lucentini. A completare il libro la prefazione di Massimo Carlotto che, sulla scia della ricerca mandeliana, spiega il concetto di "noir mediterraneo" che lo lega al romanzo francese di Jean Claude Izzo e a un filone ormai affermato anche nel nostro paese. PAGINA 30 René Goscinny - Albert Uderzo Asteriz e il papiro di Cesare Panini Comics Dopo il divertente Asterix e la Galera di Obelix, uscito nell’ormai lontano 1996, la collana a fumetti degli irriducibili Galli ha proposto due storie realizzate da Albert Uderzo piuttosto deludenti, due volumi celebrativi contenenti scene scartate e omaggi (un prodotto di certo non equiparabile a una nuova avventura), e l’esordio poco più che sufficiente di Jean-Yves Ferri e Didier Conrad. Sono dunque quasi 20 anni che non leggiamo un episodio inedito di Asterix degno della popolarità del personaggio, ma fortunatamente Asterix e il Papiro di Cesare interrompe questa fase di stanca, che era dovuta alla conclusione della carriera di Uderzo e al conseguente passaggio di consegne. In Asterix e i Pitti la coppia di autori subentrata allo storico disegnatore del fumetto stava ancora prendendo confidenza con l’universo narrativo, ma in questa nuova uscita i due si impongono saldamente al timone della serie realizzando un albo ricco di trovate, una vicenda intrigante e gag in grado di strappare più di una risata. Il trentaseiesimo volume della serie ha tutte le caratteristiche delle storie classiche, dimostrando che Ferri e Conrad sono la scelta perfetta per proseguire il lavoro di Goscinny e Uderzo. Alla vicenda principale si affiancano alcune divertenti sottotrame: il grande capo Abraracourcix infatti decide di scrivere un proprio libro di memorie sulla scia di quello di Cesare, mentre le azioni degli abitanti del villaggio gallico – in particolar modo Obelix – vengono pesantemente influenzate dalla lettura di un oroscopo. Non mancano i caratteristici elementi anacronistici presenti in ogni racconto di Asterix, tra cui i bizzarri nomi dei personaggi (Retewifix, Apollosix, ecc…) e una divertente descrizione del sistema di comunicazione tramite piccioni viaggiatori nella quale i volatili ricoprono il ruolo delle attuali e-mail, dovendo anche stare attenti agli attacchi della pirateria informatica. Dal punto di vista grafico il tratto di Conrad riesce ad emulare perfettamente lo stile di Uderzo garantendo alla serie la continuità voluta dagli editori francesi. Ma il disegnatore non si limita a una mera riproduzione degli stilemi del suo predecessore: è infatti evidente la ricerca di nuove strade per far evolvere il fumetto attraverso inquadrature più dinamiche e grandi vignette ricche di particolari che definiscono l’ambientazione o descrivono le sequenze d’azione più concitate e affollate con un’ammirevole chiarezza visiva. Asterix e il Papiro di Cesare è senza dubbio l’avventura che i fan del fumetto aspettavano da tempo, in grado di riportare la serie al livello delle avventure classiche. Gli autori non si limitano a rispettare il lavoro di Goscinny e Uderzo, ma omaggiano esplicitamente la loro creatività in un modo quasi commovente, che vi lasciamo il piacere di scoprire durante la lettura. Cio che conta è che Asterix sia tornato in ottima salute e che sembra godere degli effetti della pozione magica, affermando la qualità di quello che è il fumetto più venduto al mondo, pronto a offrire ancora decine di volumi ai suoi lettori.