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Wienerplatz 7, 78048 VS-Villingen Tel.: 07721-56283 Fax: 07721/9929654 Handy 01607811631 E-mail: [email protected] Webseite: www.mci-villingen.de 2 Cari Amici, é vero che tutte le religioni sono uguali ed hanno uguale valore? Beh! Bisogna vedere il punto di vista. Davanti alla legge tutte le religioni sono uguali, cosí come sono uguali tutti gli esseri umani (senza distin-zione di razza, di lingua, di cultura, di sesso, di religione, di colore, di popolo, ecc.) Davanti alla realtá, invece, tutte le religioni sono diverse tra di loro, cosí come tutti gli uomini e le donne sono diversi tra di loro. Presso le religioni politeiste (cioè le religioni che credono nella esistenza di molte divinitá), per esempio, le divinità sono immaginate con gli istinti e le passioni, i vizi e i difetti degli stessi esseri umani. Non é cosí, invece, presso le religioni monoteiste (cioé quelle che credono nella esistenza di un solo Dio). Certo tutte le religioni contengono un po’ d’oro, un po’ di verità, in quanto in esse si trova qualche traccia del desiderio che c‘é dentro l‘uomo, fin dall‘inizio, di avvicinarsi alla divinità. Le religioni ci dicono che presso tutti i popoli ed in tutti i tempi l’uomo si è reso conto dell’esistenza di un Creatore ed ha cercato di mettersi in contatto con Lui. E questo è un fatto positivo in tutte le religioni e per questo tutte vanno rispettate. Le più grandi religioni oggi esistenti sono, il Cri-stianesimo, il Buddismo, l’Induismo e l’Islam. Nel Buddismo e nell’Induismo prevale la fede in piú divinitá; anzi il Buddismo è piú una filosofia che una religione. Tutto ciò che troviamo, invece, di elevato nell’Islamismo è preso, spesso alla lettera, dalla Bibbia. Maometto, suo fondatore, disse più volte di essere un uomo come gli altri e non operò miracoli a conferma delle sue parole; quindi, poiché Maometto non ha dato alcuna prova di essere un inviato di Dio, l’Islamismo è una creazione di Maometto. Il Cristianesimo, invece, non é una creazione umana, ma é una religione rivelata. Gesù ha dimostrato di essere vero Dio compiendo miracoli straordinari; non solo, ma Gesù che è veramente Dio, ha parlato di amore, perdono, misericordia, carità, serietà coniugale; mentre Maometto dopo 600 anni dalla venuta di Gesù ha parlato di guerra, odio, morte agli infedeli, vita sessuale libera. Quindi, se Gesù e Maometto hanno detto e fatto due cose diverse e a volte opposte, solo uno dei due viene da Dio. E questo é Gesú il quale ha dato prova di venire da Dio, Maometto no. Per di piú, Maometto ha detto parole contrarie al linguaggio di un Dio benevolo, buono, misericordioso, paterno, paziente. La religione Islamica, certo, va rispettata, ma questo non vuol dire che va accettata da noi cristiani, e tanto meno seguita. A fianco c’è una rflessione sui punti piú importanti della differenza tra il cristianesimo e l’Islam. Non la-sciamoci facilmente abbagliare dalle novità e dalla diversitá. Un caro saluto D. Mimmo a confronto 3 1) È vero che i musulmani adorano un Dio unico, come noi cristiani? Apparentemente sembra di sí, infatti essi, come noi cristiani, insistono molto sul fatto che Dio è uno e non ci sono altri dei, all’infuori di Lui. Su questo punto siamo d’accordo; peró se si approfondisce l’idea di Dio, cosí come è stata rivelata a noi da Gesú Cristo, non è piú cosí. Per noi cristiani, secondo l’insegnamento di Gesú Cristo, Dio è TRINITÀ, il che non vuol dire 3 dei, ma 1 Dio unico in tre persone uguali e distinte Padre, Figlio e Spirito Santo; Dio, quindi è una “pluralitá-unita-dall’Amore”. Quindi dall’esterno, cioè dal punto di vista nostro, umano, Dio è uno; ma all’interno, cioè dal punto di vista di Dio, Egli è 3 persone. Nessuno poteva sapere una cosa del genere, né Abramo, né Mosé, né Maometto; solo se qualcuno che è all’interno di Dio ce lo diceva potevamo saperlo e questo qualcuno c’è stato, è venuto sulla Terra e ce lo ha detto; questo Qualcuno è il Figlio che diventato uomo col nome di Gesú, ce lo ha detto. E allora chi crede a Gesú è nella Veritá completa, (Dio è Uno e 3 Persone) chi non crede a Gesú è anche nella verità (Dio è uno) ma in una Veritá incompleta. È come se gli abitanti della Luna (ammesso che ci fossero), dalla Luna stessa vedono la Terra come un unico grande pianeta, ma non sanno cosa c’è sulla Terra, non lo possono sapere, a meno che uno dalla Terra va sulla Luna e dice loro cosa c’è sulla Terra; e allora chi crede a quella persona è nella verità completa (la Terra è una, ma insieme è una molteplicitá di cose, di piante, di animali e di persone), chi non crede a quella persona è nella verità (nel senso che continua a credere che la Terra è una), ma conosce solo una verità incompleta. Inoltre, per i musulmani Dio è irraggiungibile, è incomprensibile, è inavvicinabile. Per noi cristiani, invece, Dio è Amore che si comunica, che si dona a noi, che è sempre con noi, che è dentro di noi e che addirittura è presente in tutti coloro che soffrono, che sono poveri, che sono maltrattati, che sono perseguitati, che sono discriminati, sfruttati e trattati ingiustamente. 2) È vero che anche per i musulmani Dio è misericordioso? Certo loro dicono che Dio è misericordioso! Ma bisogna capire bene cosa intendono dire. Per i musulmani Dio è misericordioso nel senso che Lui fa misericordia a chi vuole e non la fa a coloro a cui non vuole: “Dio fa entrare nella sua Misericordia chi Egli vuole (Corano 48, 25). È vero che questa è copiata dall’Antico Testamento (Esodo 33,19), ma Gesú ha perfezionato l’Antico Testamento e arriva a dire (attraverso S. Giovanni) che “Dio è Amore” (1 Lettera di Giovanni, 4, 16). Il che vuol dire che Dio ama tutti, che non fa distinzione di persone buone o cattive, giuste o malvagie e che fa entrare tutti nella sua misericordia, chi lo merita e chi non lo merita, lasciando, poi, la libertá 4 a tutti di accettare o di rifiutare la sua misericordia. Cos’è poi la misericordia, secondo l’Islam? La misericordia di Dio, secondo l'Islam, è come quella del ricco che si abbassa sul povero e gli concede qualcosa. Per noi cristiani, invece, Dio é Colui che scende verso il povero per innalzarlo al suo livello; il Dio cristiano non mostra la sua ricchezza per essere rispettato o temuto dal povero; il Dio cristiano dona tutto se stesso al povero, per innalzarlo e farlo vivere come figlio di Dio. 3) È vero che nel Corano ci sono molti insegnamenti cristiani? In un certo senso possiamo dire che in parte è vero; i musulmani riprendono parole o fatti che ci sono nel Vangelo; ad esempio il racconto dell’Annunciazione che si trova quasi copiato interamente nel Corano (capitoli 3 e 19). Ma molto spesso il Corano copia racconti che si trovano nei Vangeli scritti 200 o 300 anni dopo Gesú Cristo e che la Chiesa non riconosce come rivelati; non solo, ma il Corano (che è stato scritto piú di 600 anni dopo Gesú Cristo) e i musulmani non danno a quei fatti o a quelle parole il significato e l’interpretazione che hanno in realtà, non per cattiveria, ma perché non hanno la visione intera del messaggio cristiano. 3) È vero che Gesú e Maria sono amati e venerati dai musulmani? No! Non è proprio cosí! Certo il Corano in teoria dice che "Gesù e Maria sono oggetto di profonda venerazione". In pratica, peró, Gesù non è oggetto di venerazione nella tradizione musulmana. Invece, per Maria, si può parlare di una venerazione, in particolare da parte delle donne musulmane, che volentieri vanno ai luoghi di pellegrinaggio mariano. Gesù Cristo, invece, non viene venerato perché nel Corano, Gesù, sí, è un grande profeta, famoso per i suoi miracoli a favore dell'umanità povera e malata, ma non è uguale a Maometto, é inferiore a lui. In realtà, tutto ciò che si dice di Gesù nel Corano è l'opposto degli insegnamenti cristiani. Per i musulmani Gesú non è Figlio di Dio: egli è un profeta e basta. Non è nemmeno l'ultimo e il piú importante dei profeti perché è Maometto l’ultimo e il piú importante dei profeti; Maometto è il “sigillo” dei profeti (Corano 33:40). La rivelazione cristiana è vista solo come una tappa verso la rivelazione ultima, l'Islam, portata da Maometto. 4) È vero che il Corano si oppone a tutte le veritá cristiane piú importanti? Sí, é vero! Il Corano condanna la figura di Cristo come seconda persona della Trinitá. Nel Corano si dice in modo esplicito ai cristiani: "Il Messia Gesù, figlio di Maria, non è altro che un messaggero di Dio, una Sua parola che Egli pose in Maria, uno Spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Dio e nei Suoi messaggeri. Non dite 'Tre', smettete! Sarà meglio per voi. Invero Dio è un dio unico. Avrebbe un figlio? Gloria a Lui" (Corano 4:171). I versetti contro la Trinità sono molto chiari e non hanno bisogno di tante interpretazioni. Noi cristiani non diciamo che ci sono “tre” dei, ma un Dio in tre persone. È il piú 5 grande mistero che esista. Se gli altri non vogliono credere, sono liberi di farlo, nessuno di noi cristiani li costringe; ma non possono i musulmani imporre a noi cristiani di “smettere” di credere a ció. Inoltre il Corano nega la divinità di Cristo. Infine, nel Corano è negata la redenzione. Addirittura si afferma che Gesù Cristo non è morto in croce, ma è stato crocifisso un suo sosia (uno che gli somigliava): "Non l'hanno ucciso, non l'hanno crocifisso, ma è sembrato loro" (Corano 4:157). In tal modo Dio, dicono i musulmani, ha salvato Gesù dalla cattiveria dei giudei. Ma dicendo cosí, i musulmani dicono espressamente che Gesú Cristo Cristo non ha salvato il mondo! In conclusione, il Corano e i musulmani negano le verità essenziali del cristianesimo: negano la Trinità (che cioè Dio è uno in tre persone), negano l’Incarnazione (che cioè Gesú Cristo è vero Dio e vero uomo) e negano la Redenzione (che cioè Gesú Cristo con il suo amore fino alla morte, verso l’umanitá, ha salvato la stessa umanitá). Certo è un loro diritto affermare o negare qualsiasi cosa, sono liberi; ma non si può allora dire che "Il Corano dell'Islam conserva parte degli insegnamenti cristiani". Il Gesù come è rappresentato dal Corano non ha niente a che vedere con il Gesù come risulta dai Vangeli cristiani. Il Corano parla di Gesù solo per esaltare Maometto e per affermare che Maometto è piú grande di Gesú. Maria è certamente la figura più bella tra tutte quelle presentate nel Corano: è la Madre Vergine, che nessun uomo ha mai toccato; essa, peró, é ridotta ad una buona musulmana, ed è un esempio per ogni donna musulmana. Ma non è mai la “Madre di Dio”, cosí come è per noi cristiani! 5) È vero che c‘é differenza tra la morale cristiana e quella musulmana e in modo particolare tra l’amore cristiano e l’amore musulmano? Sí, é vero! C’è molta differenza. a) Per esempio, l’amore per i musulmani non è universale, non è verso tutti. Per i musulmani l’amore, spesso consiste nell’aiutare solo i musulmani in difficoltá, dentro la comunità islamica. Per i cristiani, invece, l'obbligo dell’aiuto è universale; cioè il cristiano è obbligato ad aiutare chiunque sia in difficoltà, a qualsiasi razza o popolo o religione appartenga. Da notare, per esempio, che quando c'è una catastrofe naturale in qualche regione del mondo, i Paesi di tradizione cristiana aiutano senza considerare la religione di quel Paese, mentre i Paesi musulmani, ricchissimi (quelli del Penisola Arabica, per esempio) non lo fanno, se non è un Paese musulmano. b) Per l’Islam, la morale è rispettare le leggi: legalità. Per esempio chi non digiuna durante il mese di Ramadan commette un delitto e va in prigione (in molti Paesi). Se invece osserva la legge del digiuno previsto, dall'alba al tramonto, è perfetto, anche se dopo il tramonto mangia e si abbuffa fino all'alba del giorno seguente; alcuni amici egiziani musulmani dicevano che dal tramonto fino all’alba del giorno dopo "si mangiano le cose migliori e in abbondanza”. Per i musulmani, sembra che non ci sia altro significato nel digiuno se non 6 ubbidire alla legge stessa del digiuno. Il Ramadan diventa cosí il periodo in cui i musulmani mangiano di più, e mangiano le cose migliori. Il giorno dopo, dato che per mangiare molti non hanno dormito, molti non lavorano. Però, dal punto di vista della legge, tutti hanno digiunato per alcune ore e stanno a posto. Quella musulmana é una morale della legge: se fai questo, sei nel giusto, se non lo fai non sei nel giusto e devi essere punito. Una morale esteriore. Se qualcuno vive secondo la legge islamica, tutto è in ordine. Il fedele musulmano non fa di piú di quello che la legge islamica stabilisce. La giustizia, per loro, è semplicemente seguire la legge; nessuno cerca di fare di piú della la giustizia. Per questo, non c'è nel Corano l'obbligo del perdono. Per noi cristiani, invece, il digiuno è qualcosa che ha come scopo l'avvicinarsi al sacrificio di Gesù, alla solidarietà con i poveri e non c'è un momento in cui si recupera quello che uno non ha mangiato. E anche il perdono, per noi cristiani è il fior fiore dell’amore. Chi ama davvero, perdona! Gesù nel Vangelo chiede di perdonare sempre (settanta volte sette: cfr. Matteo 18, 21-22). Nel Corano invece la misericordia e la compassione non arriva mai all'amore. Lo stesso principio vale per la poligamia (un uomo con piú mogli); il musulmano, per legge, può avere fino a quattro mogli. Se vuole averne una quinta, basta cacciare una di quelle che ha già, magari la più vecchia, e prendersi una sposa più giovane. E avendo sempre e solo quattro mogli sono nella perfetta legge. Riguardo poi alla omosessualità: in tutte le religioni, l’omosessualitá è un peccato. Ma per i musulmani, è anche un delitto che dovrebbe essere punito con la morte. Nel cristianesimo, invece, l’omosessualitá è un peccato, ma non è un delitto, quindi non puó essere punito dallo Stato laico. Il peccato riguarda la religione, cioè il rapporto tra l’uomo e Dio, il delitto riguarda la societá, cioè il rapporto tra l’uomo e gli altri. Ora nell’ Islam religione, societá, politica, cultura è un tutt’uno; lo Stato e la religione sono la stessa cosa e quindi il peccato e il crimine sono la stessa cosa. 7 6) È vero che il fondamentalismo islamico e il fondamentalismo cristiano sono uguali? No, questo proprio non è vero! Infatti i fondamentalisti cristiani non portano le armi; mentre il fondamentalismo islamico è criticato, prima di tutto proprio dagli stessi musulmani, perché questo fondamentalismo è armato e cerca di seguire Maometto stesso. Nella sua vita, Maometto ha fatto più di 60 guerre; ora se Maometto è il modello eccellente (come dice il Corano 33:21), non c’è da meravigliarsi che certi musulmani usano anche loro la violenza ad imitazione del Fondatore dell'Islam. Gesú Cristo, invece, fondatore del Cristianesimo e modello dei cristiani non ha fatto nessuna guerra e non ha opposto nessuna resistenza, neppure per difendersi nel tribunale che lo ha condannato a morte; e voleva che i suoi seguaci fossero pacifisti, seminatori di pace e di amore, miti e umili. 7) Che pensare della violenza nell’Islam? Che la maggioranza dei musulmani sia contraria alla violenza, può anche darsi. Ma dire che "il vero Islam è contrario ad ogni violenza", non é vero: la violenza è nel Corano. Basta leggere i capitoli 2 e 9 del Corano. Se l'Islam vuole rimanere oggi in questa visione legata al tempo di Maometto, allora ci sarà sempre violenza. Ma se l'Islam vuole ritrovare una spiritualità profonda, allora la violenza non è accettabile. L'Islam si trova davanti a un bivio: o la reli-gione e la politica sono la stessa cosa e allora userá sempre la violenza come metodo per affermarsi; oppure la religione è una guida per vivere con più pienezza e amore, e allora l’Islam si deve sganciare dalla politica e anche dalla violenza! In Oriente sanno molto bene che il terrorismo islamico è giustificato religiosamente, attraverso frasi del Corano, attraverso preghiere e fatwa (leggi) da parte di Imam (guide religiose) che spingono alla violenza. Il fatto è che nell'Islam non esiste un'autorità unica e centrale che dirige tutti i musulmani (come è per i cattolici), che corregge le interpretazioni sbagliate. Ciò fa sì che ogni Imam (guida religiosa di una comunità) si creda un Muftì, cioè una autorità nazionale, che può emettere giudizi e leggi che si rifanno al Corano fino a comandare di uccidere. 8 8) Conclusione I musulmani credono che il Corano sia sceso dall’alto su Maometto cosí come é, perfetto, completo, nella stessa forma in cui è scritto. Presso i musulmani non c'è l’idea dell’interpretazione. Faccio un esempio. Ai tempi di Maometto, con tribù che vivevano nel deserto, la punizione per un ladro era il taglio della mano. A cosa serviva? Quale era lo “scopo” di questa punizione? Era quella di non permettere che il ladro rubasse di nuovo. Allora dobbiamo chiederci: come possiamo oggi salvaguardare questo “scopo”, cioè che il ladro non rubi piú? Possiamo usare altri metodi al posto del taglio della mano? Certamente! Ecco trovare altri „metodi“ al posto di quelli antichi, questa è l’interpretazione della parola di Dio. Oggi tutte le religioni hanno questo problema: come interpretare il testo sacro, che ha un valore eterno, ma che risale a secoli o millenni fa? Come modernizzare il testo sacro ai problemi del mondo moderno? Come salvare quello che è il “volere di Dio” con mezzi adatti ai tempi moderni senza usare gli stessi mezzi che erano validi millenni fa, quando i testi sacri sono stati scritti, da uomini di quel tempo? “Interpretare” vuol dire trovare “lo scopo”. Capire a che “scopo” Dio ha detto quella cosa? Possiamo oggi realizzare lo stesso “scopo” in modo diverso da quelli usati in antichità e riportati dagli autori antichi? 9 10 11 12 Apparentemente non c’è niente di male! In tutte le cose “proibite”, apparentemente non c’è niente di male; peró il male c’è, eccome! La pornografia inquina il cuore e la mente, áltera lo sguardo rendendolo malizioso, rende maniaci della sessualità e guasta il vero amore. Lentamente, senza accorgersene, il nostro cuore e la nostra mente si trasforma: giorno dopo giorno, guardando certi film erotici o pornografici, finiremo con il considerare sempre di più la donna o l'uomo come un oggetto di consumo al servizio del nostro piacere. La nostra visione della donna e dell’uomo diventerà parziale; la donna e l’uomo li vedremo sempre sotto l’aspetto sessuale; invece di scoprire il proprio partner o coniuge in tutti gli aspetti della sua personalità (con il suo corpo, la sua mente, il suo cuore, la sua intelligenza, la sua sensibilità, le sue capacità, ecc.) lo vedremo e lo valuteremo tutto esclusivamente sotto l’aspetto del piacere sessuale che ci dá o non ci dá. Guardando film erotici o pornografici, nelle nostre relazioni con gli amici o nell'ambiente di lavoro, il nostro comportamento sarà focalizzato sul sesso, a causa della nostra memoria impregnata di immagini erotiche che abbiamo visto. I rapporti con gli altri diventeranno ambigui, a doppi sensi; e cosí anche il nostro lin-guaggio, diventerà sempre piú volgare e in ogni cosa vedremo l’aspetto sessuale (il doppio senso!). Nella vita di coppia, l’erotismo e la pornografia, distrugge l'amore. Il vero amore, infatti, è dono di sé all’altra persona, ascolto dell'altro, delicatezza, tenerezza, attenzione; mentre vedendo spesso scene erotiche o pornografiche, il cuore può diventare cieco, soffocato dalla tristezza e dal disgusto generati dall'erotismo e dalla pornografia. Il Creatore ha inscritto nel profondo del nostro essere un'aspirazione alla purezza, aspirazione che rimane per sempre in noi, e di cui siamo consapevoli, anche se abbiamo fatto di tutto per nasconderla. E' possibile ritrovare questa purezza, in qualunque situazione ci troviamo. Basta volerlo. In che modo? Con la vigilanza del cuore! E che vuol dire? Vuol dire, distogliere lo sguardo da immagini oscene, troncare una fantasticheria sconcia, non sfogliare una rivista porno, non vedere videocassette o DVD erotici, non cliccare in Internet link a luci rosse, non spostare il telecomando televisivo su canali pornografici, non frequentare negozi pornoshop, ecc. Di sicuro, a poco a poco, dopo il perdono di Dio, la nostra buona volontà e il nostro impegno prenderà il sopravvento e ritroveremo la pace, la purezza e la gioia del cuore. Testimonianza Antonella ed io (Francesco) abbiamo vissuto i primi due anni del nostro matrimonio come una giovane coppia «moderna»: uscite serali, amici, 13 videocassette hard cord, cinema, programmi televisivi spinti, locali a luci rosse, Internet…proibito. Volevamo vedere tutto e conoscere tutto. Ne ridevamo molto, rientrando a casa o durante gli spettacoli televisivi, stesi sul divano nella nostra stessa abitazione; e ridendo, mascheravamo così un certo disagio ed un certo disgusto. Non volevamo lasciarci prendere dal senso di colpa. Ma poi ci siamo accorti che, nei nostri rapporti sessuali, non era più veramente Antonella quella che io vedevo e non era piú Francesco (cioè io) quello che Antonella vedeva. Certe immagini di scene viste al cinema, o in Internet o sulle riviste, insidiosamente, riemergevano nella nostra fantasia e si imponevano nella nostra mente soprattutto durante il nostro rapporto d’amore; di fatto ci allontanavamo l'uno dall'altro: l‘atto d‘amore non era piú con Antonella o con Francesco ma con quello o quella del film porno. Poi, una grave situazione familiare ci ha portati ad interrogarci su noi stessi e sulla nostra vita. Abbiamo capito che quelle immagini conservate nella nostra memoria stavano soffocando e distruggendo la ge-nuinità del nostro amore. non «accettare» più, tutto quello che capitava sotto mano solo perché «alla moda». Questa decisione ci ha permesso di avere una vita più conforme alle nostre reali aspirazioni e ci ha fatto ritrovare il nostro amore genuino, normale, tenero, profondo, sincero, naturale, come sapevamo viverlo noi, senza guardare a finti e falsi “modelli”: abbiamo ritrovato insieme la purezza e la felicitá. Sopravvive solo chi non si arrende Vi sono delle persone che hanno una straordinaria capacità di resistere nelle situazioni più disperate, di sperare quando tutto sembra perduto. È l'individuo isolato, quello che perde la speranza. Sopravvive perciò solo chi non si arrende, chi non perde la fede, chi resta unito e si riorganizza per resistere, per rifarsi. Le persone dotate di grande capacità di sperare e di resistere hanno una importante funzione umana e sociale. Sono loro che, nei momenti di pericolo, di difficoltà, nelle catastrofi, tengono uniti gli altri, li rincuorano, li guidano, li conducono alla meta. Non ricordiamo tutti Mosè che ha portato il suo popolo fuori dall'Egitto? 14 “Sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è diabolico”, cosí dicevano gli antichi saggi. Se poi lo sbaglio riguarda l'amore può essere anche molto doloroso. Eppure, tante donne nei rapporti sentimentali ripetono sempre lo stesso comportamento sbagliato: s'innamorano di uomini che le fanno soffrire, accettano di stare con egoisti che pensano solo a se stessi, accettano di invischiarsi in relazioni con uomini impegnati, sposati o fidanzati, che in nessun caso lasceranno la compagna, la fidanzata o la moglie. Neppure dopo tante esperienze negative, tali donne sono sfiorate dal dubbio che l'errore in amore è la ripetizione di un meccanismo psicologico sbagliato, di cui nemmeno loro sono consapevoli. E danno la colpa al destino o alla sfortuna. L’errore sta dentro di loro stesse. Angela, 38 anni: "Sono stata sposata per 15 anni con un uomo che mi ha tradita persino con la baby sitter dei nostri bambini, che mi ha umiliata davanti a amici e parenti e che mi teneva all'oscuro di molti aspetti della sua vita, come ad esempio, quanto guadagnava. Il mio stipendio finiva sul conto corrente "comune" ma io non avevo la possibilità di prelevare o conoscere niente. Avevo solo la firma sul conto, ma non ho mai visto un estratto conto. Andavamo insieme a fare la spesa, controllava tutto e se mettevo nel carrello qualcosa che lui riteneva superfluo me lo faceva rimettere sullo scaffale. Ogni occasione era buona per farmi sentire una persona inutile e incapace, tanto che mia madre (che pure era cattolica e contraria al divorzio) e le mie sorelle, davanti al suo comportamento, mi hanno consigliato più di una volta di separarmi. Ma lui, quando era nei momenti intimi, era talmente affascinante e seduttivo che appena mi sfiorava mi faceva dimenticare tutto. Non si concedeva frequentemente, per settimane non mi sfiorava neppure con un dito, ma quando aveva la voglia mi regalava un piacere immenso. Insomma, mio marito era talmente bravo ad alternare amore e violenza, che ci sono voluti 15 anni prima che aprissi gli occhi. Lo stop l'ho deciso quando l'ho trovato nel nostro letto matrimoniale con la baby sitter di 20 anni. Non ho fatto scenate e forse per questo mio marito ha pensato che lo avrei perdonato come tante altre volte. Al mattino dopo, invece, sono andata in banca, per fortuna il conto era ancora intestato a tutti e due, ho prelevato tutti i soldi, che ho portato nella cassaforte di mia madre, poi al pomeriggio sono andata dall'avvocato e gli ho chiesto di iniziare le pratiche per la separazione. Quando mio marito ha ricevuto la lettera è successo di tutto: mi ha picchiata, mi ha minacciata di morte, ha cercato di terrorizzare i nostri figli sul futuro di miseria senza di lui. Non sapeva che avevo preso e messo al sicuro i soldi del conto. Con l'aiuto della mia famiglia ho tenuto duro e fin dalla prima udienza sono riuscita a farlo allontanare da casa. Ho chiesto scusa ai miei figli per il brutto esempio che gli ho dato nel rapporto con il padre. Ora riconosco da lontano gli uomini simili a lui, e li tengo alla larga". 15 Gessica, 27 anni: "Ci siamo messi insieme in quarta liceo e tra alti e bassi alla fine dell'università di lui, quando a me mancava la tesi per laurearmi in medicina, siamo andati a vivere insieme. I primi mesi ci siamo divertiti ad arredare la casa, lui era collaborativo e sembrava felice della convivenza. Poi ha cominciato a lavorare presso un avvocato e dopo poche settimane dall'inizio del lavoro è cominciato il mio inferno: ogni sera trovava un motivo per urlare come un matto: la casa era disordinata, non sapevo cucinare, non avevo ritirato le sue camicie dalla lavanderia, ecc. Tutte queste lamentele venivano accompagnate da insulti e da urla che mi mettevano anche in imbarazzo con i vicini di casa. Mi sembrava di vivere un incubo. Stavo finendo di scrivere la tesi e per questo ogni giorno passavo molte ore in ospedale, ma facevo di tutto per tornare a casa prima di lui e mettermi a pulire e cucinare. Ogni volta però, secondo lui, avevo fatto tutto male. Non aveva voglia di uscire perché era sempre stanco, né di vedere gli amici a cena o al cinema e così eravamo sempre più soli. Mi sentivo in gabbia, ero sempre in ansia, dormivo poco, mangiavo sempre meno, ma non avevo la forza di cambiare. Una sera dopo l'ennesima lite, mi ha picchiata con cattiveria e in quel momento ho avuto davvero paura. Dolorante e sanguinante ho preso la mia borsa e sono tornata a casa dai miei genitori. Per fortuna, loro mi hanno accolta e curata e dopo, con l'aiuto di uno psicoterapeuta, sono riuscita a superare quella relazione patologica. Ora ho un ragazzo meraviglioso, che mi rispetta e mi coccola e spero di riuscire presto ad andare a vivere con lui". Gabriella, 52 anni: "Mi sono sposata a 16 anni, perché volevo andare via dalla mia famiglia. Desideravo essere libera. Mio marito ha tre anni più di me e pochi mesi dopo il matrimonio siamo partiti per una città del nord, lui lavorava in un ristorante e io come baby-sitter in una famiglia importante. Lavoravamo entrambi tantissimo, ma siccome lui era piú grande di me, gestiva i soldi e decideva tutto: non avevo la possibilità di scegliere nulla, né gli amici, né le vacanze e neppure cosa comprare al supermercato. Lui pensava a tutto e dirigeva la mia vita come se io non fossi in grado di intendere e di volere. Ma ero convinta che funzionasse così, che in tutti i matrimoni il marito fosse il capo. Con gli stipendi di entrambi, con gli anni ha messo via un bel gruzzolo che ci ha permesso dopo 20 anni di tornare in Sardegna e aprire una nostra attività. Avevamo due bambine piccole, ma io non potevo stare con loro neppure quando avevano la febbre alta, dovevo la-sciarle con la baby sitter e andare con lui a lavorare. Tutti i giorni della settimana. Siccome la vita in provincia era noiosa, ha cominciato a frequentare coppie scambiste e mi ha costretto ad avere rapporti con donne e uomini di altre coppie cosiddette amiche. Dovevo fare quello che mi chiedeva perché altrimenti non mi dava un soldo, neppure per la spesa, e in casa succedeva un inferno. Ho resistito per molti anni per il bene delle mie figlie, poi quando erano abbastanza grandi ho deciso di separarmi. Lui mi ha detto che me ne sarei pentita e che dovevo trovarmi subito un lavoro perché aveva venduto l'attività e mandato i soldi all'estero. Ho cercato in tutti i modi di 16 far valere i miei diritti di moglie e di madre, ma non sono riuscita ad ottenere nulla. Mentre lui vive a Cuba con una donna ventenne, che cambia sempre, dopo qualche anno, e si gode i nostri soldi, io continuo a lavorare, come cameriera, baby sitter, badante e tutti i lavori che mi capitano. In questi anni ho avuto qualche storia, ma sempre con uomini che mi hanno fatto soffrire. Ora ho rinunciato agli uomini e dedico il mio amore ai miei nipotini". Riflettiamo un po‘. Perché succede questo? Succede, perché certe donne che nell’infanzia hanno idealizzato i loro genitori, oppure ne hanno sentito la mancanza nella loro vita affettiva, tendono ad ingrandire in modo rigido la personalità del partner e a pensare che non possano vivere senza di lui. Per questo ignorano o negano i segnali di pericolo, gli aspetti negativi che fin dall'inizio, fin da quando cominciano a conoscersi, si manifestano nella relazione e così inevitabilmente non si accorgono di niente, tengono gli occhi chiusi! Nell’amore, fin dall’inizio, bisogna guardare con 2 occhi ben aperti: un occhio del cuore e un occhio della testa. Con l’occhio del cuore bisogna certo coltivare e vivere la propria relazione d’amore, dare spazio ai sentimenti, alle emozioni, ecc.; ma con l’occhio della testa analizzare, esaminare, studiare il partner, vedere come la pensa, riflettere su certi suoi comportamenti, guardare ai principi che guidano la sua vita, osservare se ha progetti di vita e quali siano, notare se rispetta le persone, se è generoso, se ha voglia di lavorare, se è responsabile, se dá sempre la colpa ad altri, se è onesto, se sa riconoscere gli sbagli che fa e se sa chiedere scusa, ecc.). Finché non si è decisamente e fondatamente sicuri dell’altra persona bisogna mantenere psicologicamente un certo distacco, cioè non bisogna lasciarsi coinvolgere completamente e soprattutto non bisogna concedersi perdutamente! Invece…! E poi si piange! Questo non vale soltanto per la donna, ma anche per l’uomo. Infatti sono molte anche le storie di uomini “sedotti e bidonati”. 17 L'acquisto giusto si fa in 23 minuti, poi il cervello si deconcentra È piú conveniente comprare questo o quel televisore? È meglio questo paio di scarpe o quell’altro? Ti sta meglio quel maglione rosso o blu? Faccio questo regalo o quell’altro? E cosí via con gli interrogativi. Per rispondere a queste e a tutte le altre domande che ci poniamo quando andiamo a fare shopping non c’è un tempo infinito; la scienza dice che abbiamo poco meno di mezz’ora, per la precisione 23 minuti, per fare l’acquisto giusto, poi il cervello non sarà più in grado di scegliere ció che è piú conveniente. La corteccia del cervello che si trova nella posizione della fronte, dove è collocata la parte razionale del nostro cervello, riesce ad essere nel pieno delle sue funzioni solo per una mezz’oretta, scaduta la quale perdiamo la capacità di valutare bene e quindi perdiamo la possibilità di fare acquisti sensati. Il cervello di una persona che va a fare shopping normalmente si sovraccarica di moltissime informazioni. Al ventitreesimo minuto, in media, non riusciamo più a utilizzare al meglio tutte quelle informazioni. Ed è per questo che molta gente che fa compere, riempie il proprio carrello di prodotti non sempre utili e spesso senza tener conto dei prezzi. Che fare? Un caffè e qualche minuto di relax possono ridare un po’ di vigore alle nostre capacità. Ma è solo un beneficio momentaneo. L’ideale sarebbe, dopo 20-25 minuti, uscire dal supermercato o dal negozio specializzato, anche senza comprare niente! Uno sbaglio grosso sarebbe quello di comprare, dopo questo tempo, una qualsiasi cosa, giusto perché è tardi e bisogna andare via! In ogni caso, bisogna frenare l’impulso a fare shopping che hanno certe persone, quando escono di casa e vanno in giro per negozi. Con buona pace della carta di credito. 18 Impossibile, per ora, calcolare quando finirà l’Universo. È più facile, invece, fare i conti degli anni che mancano alla fine del nostro pianeta Terra. La Terra dipende in tutto dal Sole. E il Sole si puó paragonare ad una signora di mezza età: noi sappiamo che esso vivrà in totale 10 miliardi di anni e che è nato 5 miliardi di anni fa. Andrà avanti bruciando il suo carburante termonucleare nella sua pancia per altri 5 miliardi di anni, poi diventerà una gigante rossa e si gonfierà fino a raggiungere il nostro Pianeta Terra e il pianeta Marte; il nostro pianeta Terra, verrá inglobato dal Sole e si polverizzerà. L’umanitá ci sará ancora? Difficile dirlo, ma ci sono giá i motivi per rispondere di no: essa scomparirà molto prima; infatti l’umanitá cresce sempre di piú, soprattutto nei Paesi con meno risorse, la ricchezza biologica del nostro Pianeta non basterá piú per tutti; e c’è ancora il fatto che la Terra si va surriscaldando, a causa delle attivitá umane: cosa accadrà da oggi al 2060, quando il pianeta sarà più caldo di 4 gradi? Dobbiamo prepararci fin d’ora a un futuro di avvenimenti meteorologici sempre più disastrosi: feroci ondate di caldo, uragani, allu-vioni, mancanza di acqua. Soltanto i capi delle Nazioni e i legislatori hanno il potere di far qualcosa, ma stanno facendo quasi niente. Il sovraffollamento sulla Terra, i troppi consumi naturali e artificiali, le troppe catastrofi, ci troveranno impreparati. E non abbiamo la possibilità neppure di “emigrare” su altri pianeti! Dove andare? Non sappiamo neppure se ci sono pianeti abitabili. Nelle vicinanze del Sole certamente non ce ne sono e in altri sistemi solari, anche se ci fossero pianeti abitabili, le distanze sono cosí tante che non ce lo potremmo permettere di iniziare un viaggio verso quelle nuove terre. Abbiamo un motivo di consolazione, però: i veicoli spaziali e interplanetari, come Voyager e Pioneer, sono già usciti dal Sistema solare e continueranno a viaggiare: quasi sicuramente, tra 5 miliardi di anni saranno ancora in marcia nell’Universo. E saranno l’unica prova che l’umanità è esistita? Tutto ció che non sai sul BACIO 19 e che devi assolutamente sapere 1) PROTEGGE IL CUORE Quando si bacia, aumenta l’adrenalina nell'organismo e questo fa sì che il cuore pompi più velocemente il sangue, migliorando quindi la circolazione sanguigna. Baciare ha sul nostro corpo un effetto simile al jogging o all'uso della bicicletta. 2) MIGLIORA LA SALUTE DEI DENTI La saliva che si produce durante il bacio è estremamente utile per i denti, soprattutto contro l'accumulo di placca dentaria. 3) HA L'EFFETTO DI DISTENDERE LE RUGHE Quando si bacia intensamente, si rimodellano il collo e il profilo del viso, in quanto i muscoli coinvolti nel bacio subiscono un’azione tonificante e rinforzante. 4) AIUTA A DIMAGRIRE Ogni bacio brucia dalle 6 alle 12 calorie! Poi, se il fuoco della passione aumenta, i benefici sul fisico saranno ulteriori. Inoltre, quando si fa l'amore, le calorie che vengono perse sono circa trecento... Niente male, vero? 5) AIUTA A VIVERE PIÙ A LUNGO E PIÙ FELICI Le persone che si baciano più spesso vivono più a lungo. Secondo uno studio, baciare la persona amata ogni mattina; aggiunge anni alla propria vita. Quanti? Ben cinque anni per ogni anno di baci. 6) CONTRIBUISCE ALLA CALMA MENTALE I baci frequenti aumentano la produzione dell’ormone (ossiticina) che aiuta a calmare i nervi, donando uno stato generale di tranquillità. 7) RIDUCE STRESS E ANSIA Se sentite tensione, ansia e stress non prendete l'aspirina. Non c'è rimedio migliore di una breve cura di baci, che vi aiuterà a dimenticare i problemi di tutti i giorni e produrrá dentro di voi, abbondantemente, gli "ormoni della felicità"! 8) AUMENTA LA FIDUCIA IN SE STESSI Se volete sentirvi amati ed apprezzati, prendete l'abitudine di baciare più spesso. La vostra autostima migliorerà e avrete più fiducia in voi stessi. Se si é portati alla depressione, all'ansia o allo stress... baciare è sicuramente la medicina migliore! 9) COMBATTE LE MALATTIE La saliva ha antibiotici naturali che combattono infezioni, batteri e virus. Il bacio aiuta a produrre una maggiore quantità di saliva, migliorando implicitamente il sistema immunitario. 10) È UN POTENTE ANTIDOLORIFICO Avete mal di testa? Il bacio può effettivamente far andare via il dolore. I dolori vengono alleviati attraverso i baci, i quali favoriscono la produzione di endorfine (sostanza prodotta dal cervello per eliminare il dolore) di circa 200 volte in più rispetto a quanto si ottenga attraverso il piú potente medicinale antidolorifico. Servizio Pastorale a cura della Missione Cattolica Italiana Villingen n. 42 Febbraio 2014