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Cari Amici,
é vero che tutte le religioni sono uguali ed hanno uguale valore? Beh! Bisogna
vedere il punto di vista.
Davanti alla legge tutte le religioni sono uguali, cosí come sono uguali tutti gli
esseri umani (senza distin-zione di razza, di lingua, di cultura, di sesso, di
religione, di colore, di popolo, ecc.)
Davanti alla realtá, invece, tutte le religioni sono diverse tra di loro, cosí come
tutti gli uomini e le donne sono diversi tra di loro.
Presso le religioni politeiste (cioè le religioni che credono nella esistenza di
molte divinitá), per esempio, le divinità sono immaginate con gli istinti e le
passioni, i vizi e i difetti degli stessi esseri umani. Non é cosí, invece, presso le
religioni monoteiste (cioé quelle che credono nella esistenza di un solo Dio).
Certo tutte le religioni contengono un po’ d’oro, un po’ di verità, in quanto in
esse si trova qualche traccia del desiderio che c‘é dentro l‘uomo, fin dall‘inizio,
di avvicinarsi alla divinità. Le religioni ci dicono che presso tutti i popoli ed in
tutti i tempi l’uomo si è reso conto dell’esistenza di un Creatore ed ha cercato di
mettersi in contatto con Lui. E questo è un fatto positivo in tutte le religioni e
per questo tutte vanno rispettate. Le più grandi religioni oggi esistenti sono, il
Cri-stianesimo, il Buddismo, l’Induismo e l’Islam. Nel Buddismo e
nell’Induismo prevale la fede in piú divinitá; anzi il Buddismo è piú una
filosofia che una religione. Tutto ciò che troviamo, invece, di elevato
nell’Islamismo è preso, spesso alla lettera, dalla Bibbia. Maometto, suo
fondatore, disse più volte di essere un uomo come gli altri e non operò miracoli
a conferma delle sue parole; quindi, poiché Maometto non ha dato alcuna prova
di essere un inviato di Dio, l’Islamismo è una creazione di Maometto. Il
Cristianesimo, invece, non é una creazione umana, ma é una religione rivelata.
Gesù ha dimostrato di essere vero Dio compiendo miracoli straordinari; non
solo, ma Gesù che è veramente Dio, ha parlato di amore, perdono, misericordia,
carità, serietà coniugale; mentre Maometto dopo 600 anni dalla venuta di Gesù
ha parlato di guerra, odio, morte agli infedeli, vita sessuale libera.
Quindi, se Gesù e Maometto hanno detto e fatto due cose diverse e a volte
opposte, solo uno dei due viene da Dio. E questo é Gesú il quale ha dato prova
di venire da Dio, Maometto no. Per di piú, Maometto ha detto parole contrarie
al linguaggio di un Dio benevolo, buono, misericordioso, paterno, paziente. La
religione Islamica, certo, va rispettata, ma questo non vuol dire che va accettata
da noi cristiani, e tanto meno seguita. A fianco c’è una rflessione sui punti piú
importanti della differenza tra il cristianesimo e l’Islam. Non la-sciamoci
facilmente abbagliare dalle novità e dalla diversitá.
Un caro saluto
D. Mimmo
a confronto
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1) È vero che i musulmani adorano un Dio unico, come noi cristiani?
Apparentemente sembra di sí, infatti essi, come noi cristiani, insistono molto sul
fatto che Dio è uno e non ci sono altri dei, all’infuori di Lui. Su questo punto
siamo d’accordo; peró se si approfondisce l’idea di Dio, cosí come è stata
rivelata a noi da Gesú Cristo, non è piú cosí. Per noi cristiani, secondo
l’insegnamento di Gesú Cristo, Dio è TRINITÀ, il che non vuol dire 3 dei, ma 1
Dio unico in tre persone uguali e distinte Padre, Figlio e Spirito Santo; Dio,
quindi è una “pluralitá-unita-dall’Amore”.
Quindi dall’esterno, cioè dal punto di vista nostro, umano, Dio è uno; ma
all’interno, cioè dal punto di vista di Dio, Egli è 3 persone. Nessuno poteva
sapere una cosa del genere, né Abramo, né Mosé, né Maometto; solo se
qualcuno che è all’interno di Dio ce lo diceva potevamo saperlo e questo
qualcuno c’è stato, è venuto sulla Terra e ce lo ha detto; questo Qualcuno è il
Figlio che diventato uomo col nome di Gesú, ce lo ha detto. E allora chi crede a
Gesú è nella Veritá completa, (Dio è Uno e 3 Persone) chi non crede a Gesú è
anche nella verità (Dio è uno) ma in una Veritá incompleta. È come se gli
abitanti della Luna (ammesso che ci fossero), dalla Luna stessa vedono la Terra
come un unico grande pianeta, ma non sanno cosa c’è sulla Terra, non lo
possono sapere, a meno che uno dalla Terra va sulla Luna e dice loro cosa c’è
sulla Terra; e allora chi crede a quella persona è nella verità completa (la Terra è
una, ma insieme è una molteplicitá di cose, di piante, di animali e di persone),
chi non crede a quella persona è nella verità (nel senso che continua a credere
che la Terra è una), ma conosce solo una verità incompleta.
Inoltre, per i musulmani Dio è irraggiungibile, è incomprensibile, è
inavvicinabile. Per noi cristiani, invece, Dio è Amore che si comunica, che si
dona a noi, che è sempre con noi, che è dentro di noi e che addirittura è presente
in tutti coloro che soffrono, che sono poveri, che sono maltrattati, che sono
perseguitati, che sono discriminati, sfruttati e trattati ingiustamente.
2) È vero che anche per i musulmani Dio è misericordioso?
Certo loro dicono che Dio è misericordioso! Ma bisogna capire bene cosa
intendono dire. Per i musulmani Dio è misericordioso nel senso che Lui fa
misericordia a chi vuole e non la fa a coloro a cui non vuole: “Dio fa entrare
nella sua Misericordia chi Egli vuole (Corano 48, 25). È vero che questa è
copiata dall’Antico Testamento (Esodo 33,19), ma Gesú ha perfezionato
l’Antico Testamento e arriva a dire (attraverso S. Giovanni) che “Dio è Amore”
(1 Lettera di Giovanni, 4, 16). Il che vuol dire che Dio ama tutti, che non fa
distinzione di persone buone o cattive, giuste o malvagie e che fa entrare tutti
nella sua misericordia, chi lo merita e chi non lo merita, lasciando, poi, la libertá
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a tutti di accettare o di rifiutare la sua misericordia.
Cos’è poi la misericordia, secondo l’Islam? La misericordia di Dio, secondo
l'Islam, è come quella del ricco che si abbassa sul povero e gli concede qualcosa.
Per noi cristiani, invece, Dio é Colui che scende verso il povero per innalzarlo
al suo livello; il Dio cristiano non mostra la sua ricchezza per essere rispettato o
temuto dal povero; il Dio cristiano dona tutto se stesso al povero, per innalzarlo
e farlo vivere come figlio di Dio.
3) È vero che nel Corano ci sono molti insegnamenti cristiani?
In un certo senso possiamo dire che in parte è vero; i musulmani riprendono
parole o fatti che ci sono nel Vangelo; ad esempio il racconto
dell’Annunciazione che si trova quasi copiato interamente nel Corano (capitoli 3
e 19). Ma molto spesso il Corano copia racconti che si trovano nei Vangeli scritti
200 o 300 anni dopo Gesú Cristo e che la Chiesa non riconosce come rivelati;
non solo, ma il Corano (che è stato scritto piú di 600 anni dopo Gesú Cristo) e i
musulmani non danno a quei fatti o a quelle parole il significato e
l’interpretazione che hanno in realtà, non per cattiveria, ma perché non hanno la
visione intera del messaggio cristiano.
3) È vero che Gesú e Maria sono amati e venerati dai musulmani?
No! Non è proprio cosí! Certo il Corano in teoria dice che "Gesù e Maria sono
oggetto di profonda venerazione". In pratica, peró, Gesù non è oggetto di
venerazione nella tradizione musulmana. Invece, per Maria, si può parlare di una
venerazione, in particolare da parte delle donne musulmane, che volentieri
vanno ai luoghi di pellegrinaggio mariano.
Gesù Cristo, invece, non viene venerato perché nel Corano, Gesù, sí, è un
grande profeta, famoso per i suoi miracoli a favore dell'umanità povera e malata,
ma non è uguale a Maometto, é inferiore a lui.
In realtà, tutto ciò che si dice di Gesù nel Corano è l'opposto degli insegnamenti
cristiani. Per i musulmani Gesú non è Figlio di Dio: egli è un profeta e basta.
Non è nemmeno l'ultimo e il piú importante dei profeti perché è Maometto
l’ultimo e il piú importante dei profeti; Maometto è il “sigillo” dei profeti
(Corano 33:40). La rivelazione cristiana è vista solo come una tappa verso la
rivelazione ultima, l'Islam, portata da Maometto.
4) È vero che il Corano si oppone a tutte le veritá cristiane piú importanti?
Sí, é vero! Il Corano condanna la figura di Cristo come seconda persona della
Trinitá. Nel Corano si dice in modo esplicito ai cristiani: "Il Messia Gesù, figlio
di Maria, non è altro che un messaggero di Dio, una Sua parola che Egli pose in
Maria, uno Spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Dio e nei Suoi
messaggeri. Non dite 'Tre', smettete! Sarà meglio per voi. Invero Dio è un dio
unico. Avrebbe un figlio? Gloria a Lui" (Corano 4:171). I versetti contro la
Trinità sono molto chiari e non hanno bisogno di tante interpretazioni. Noi
cristiani non diciamo che ci sono “tre” dei, ma un Dio in tre persone. È il piú
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grande mistero che esista. Se gli altri non vogliono credere, sono liberi di farlo,
nessuno di noi cristiani li costringe; ma non possono i musulmani imporre a noi
cristiani di “smettere” di credere a ció. Inoltre il Corano nega la divinità di
Cristo. Infine, nel Corano è negata la redenzione. Addirittura si afferma che
Gesù Cristo non è morto in croce, ma è stato crocifisso un suo sosia (uno che gli
somigliava): "Non l'hanno ucciso, non l'hanno crocifisso, ma è sembrato loro"
(Corano 4:157). In tal modo Dio, dicono i musulmani, ha salvato Gesù dalla
cattiveria dei giudei. Ma dicendo cosí, i musulmani dicono espressamente che
Gesú Cristo Cristo non ha salvato il mondo!
In conclusione, il Corano e i musulmani negano le verità essenziali del
cristianesimo: negano la Trinità (che cioè Dio è uno in tre persone), negano
l’Incarnazione (che cioè Gesú Cristo è vero Dio e vero uomo) e negano la
Redenzione (che cioè Gesú Cristo con il suo amore fino alla morte, verso
l’umanitá, ha salvato la stessa umanitá).
Certo è un loro diritto affermare o negare qualsiasi cosa, sono liberi; ma non si
può allora dire che "Il Corano dell'Islam conserva parte degli insegnamenti
cristiani". Il Gesù come è rappresentato dal Corano non ha niente a che vedere
con il Gesù come risulta dai Vangeli cristiani. Il Corano parla di Gesù solo per
esaltare Maometto e per affermare che Maometto è piú grande di Gesú. Maria è
certamente la figura più bella tra tutte quelle presentate nel Corano: è la Madre
Vergine, che nessun uomo ha mai toccato; essa, peró, é ridotta ad una buona
musulmana, ed è un esempio per ogni donna musulmana. Ma non è mai la
“Madre di Dio”, cosí come è per noi cristiani!
5) È vero che c‘é differenza tra la morale cristiana e quella musulmana e in
modo particolare tra l’amore cristiano e l’amore musulmano?
Sí, é vero! C’è molta differenza.
a) Per esempio, l’amore per i musulmani non è universale, non è verso tutti. Per
i musulmani l’amore, spesso consiste nell’aiutare solo i musulmani in difficoltá,
dentro la comunità islamica. Per i cristiani, invece, l'obbligo dell’aiuto è
universale; cioè il cristiano è obbligato ad aiutare chiunque sia in difficoltà, a
qualsiasi razza o popolo o religione appartenga. Da notare, per esempio, che
quando c'è una catastrofe naturale in qualche regione del mondo, i Paesi di tradizione cristiana aiutano senza considerare la religione di quel Paese, mentre i
Paesi musulmani, ricchissimi (quelli del Penisola Arabica, per esempio) non lo
fanno, se non è un Paese musulmano.
b) Per l’Islam, la morale è rispettare le leggi: legalità. Per esempio chi non
digiuna durante il mese di Ramadan commette un delitto e va in prigione (in
molti Paesi). Se invece osserva la legge del digiuno previsto, dall'alba al
tramonto, è perfetto, anche se dopo il tramonto mangia e si abbuffa fino all'alba
del giorno seguente; alcuni amici egiziani musulmani dicevano che dal tramonto
fino all’alba del giorno dopo "si mangiano le cose migliori e in abbondanza”.
Per i musulmani, sembra che non ci sia altro significato nel digiuno se non
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ubbidire alla legge stessa del digiuno. Il Ramadan diventa cosí il periodo in cui i
musulmani mangiano di più, e mangiano le cose migliori. Il giorno dopo, dato
che per mangiare molti non hanno dormito, molti non lavorano. Però, dal punto
di vista della legge, tutti hanno digiunato per alcune ore e stanno a posto. Quella
musulmana é una morale della legge: se fai questo, sei nel giusto, se non lo fai
non sei nel giusto e devi essere punito. Una morale esteriore.
Se qualcuno vive secondo la legge islamica, tutto è in ordine. Il fedele
musulmano non fa di piú di quello che la legge islamica stabilisce.
La giustizia, per loro, è semplicemente seguire la legge; nessuno cerca di fare di
piú della la giustizia. Per questo, non c'è nel Corano l'obbligo del perdono.
Per noi cristiani, invece, il digiuno è qualcosa che ha come scopo l'avvicinarsi al
sacrificio di Gesù, alla solidarietà con i poveri e non c'è un momento in cui si
recupera quello che uno non ha mangiato. E anche il perdono, per noi cristiani è
il fior fiore dell’amore. Chi ama davvero, perdona! Gesù nel Vangelo chiede di
perdonare sempre (settanta volte sette: cfr. Matteo 18, 21-22). Nel Corano
invece la misericordia e la compassione non arriva mai all'amore.
Lo stesso principio vale per la poligamia (un uomo con piú mogli); il
musulmano, per legge, può avere fino a quattro mogli. Se vuole averne una
quinta, basta cacciare una di quelle che ha già, magari la più vecchia, e prendersi
una sposa più giovane. E avendo sempre e solo quattro mogli sono nella perfetta
legge.
Riguardo poi alla omosessualità: in tutte le religioni, l’omosessualitá è un
peccato. Ma per i musulmani, è anche un delitto che dovrebbe essere punito con
la morte. Nel cristianesimo, invece, l’omosessualitá è un peccato, ma non è un
delitto, quindi non puó essere punito dallo Stato laico. Il peccato riguarda la
religione, cioè il rapporto tra l’uomo e Dio, il delitto riguarda la societá, cioè il
rapporto tra l’uomo e gli altri. Ora nell’ Islam religione, societá, politica, cultura
è un tutt’uno; lo Stato e la religione sono la stessa cosa e quindi il peccato e il
crimine sono la stessa cosa.
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6) È vero che il fondamentalismo islamico e il fondamentalismo cristiano sono
uguali?
No, questo proprio non è vero!
Infatti i fondamentalisti cristiani non portano le armi; mentre il fondamentalismo
islamico è criticato, prima di tutto proprio dagli stessi musulmani, perché questo
fondamentalismo è armato e cerca di seguire Maometto stesso. Nella sua vita,
Maometto ha fatto più di 60 guerre; ora se Maometto è il modello eccellente
(come dice il Corano 33:21), non c’è da meravigliarsi che certi musulmani
usano anche loro la violenza ad imitazione del Fondatore dell'Islam.
Gesú Cristo, invece, fondatore del Cristianesimo e modello dei cristiani non ha
fatto nessuna guerra e non ha opposto nessuna resistenza, neppure per difendersi
nel tribunale che lo ha condannato a morte; e voleva che i suoi seguaci fossero
pacifisti, seminatori di pace e di amore, miti e umili.
7) Che pensare della violenza nell’Islam?
Che la maggioranza dei musulmani sia contraria alla violenza, può anche darsi.
Ma dire che "il vero Islam è contrario ad ogni violenza", non é vero: la violenza
è nel Corano. Basta leggere i capitoli 2 e 9 del Corano.
Se l'Islam vuole rimanere oggi in questa visione legata al tempo di Maometto,
allora ci sarà sempre violenza. Ma se l'Islam vuole ritrovare una spiritualità
profonda, allora la violenza non è accettabile.
L'Islam si trova davanti a un bivio: o la reli-gione e la politica sono la stessa
cosa e allora userá sempre la violenza come metodo per affermarsi; oppure la
religione è una guida per vivere con più pienezza e amore, e allora l’Islam si
deve sganciare dalla politica e anche dalla violenza!
In Oriente sanno molto bene che il terrorismo islamico è giustificato
religiosamente, attraverso frasi del Corano, attraverso preghiere e fatwa (leggi)
da parte di Imam (guide religiose) che spingono alla violenza. Il fatto è che
nell'Islam non esiste un'autorità unica e centrale che dirige tutti i musulmani
(come è per i cattolici), che corregge le interpretazioni sbagliate. Ciò fa sì che
ogni Imam (guida religiosa di una comunità) si creda un Muftì, cioè una autorità
nazionale, che può emettere giudizi e leggi che si rifanno al Corano fino a
comandare di uccidere.
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8) Conclusione
I musulmani credono che il Corano sia sceso dall’alto su Maometto cosí come é,
perfetto, completo, nella stessa forma in cui è scritto. Presso i musulmani non c'è
l’idea dell’interpretazione.
Faccio un esempio. Ai tempi di Maometto, con tribù che vivevano nel deserto, la
punizione per un ladro era il taglio della mano. A cosa serviva? Quale era lo
“scopo” di questa punizione? Era quella di non permettere che il ladro rubasse di
nuovo. Allora dobbiamo chiederci: come possiamo oggi salvaguardare questo
“scopo”, cioè che il ladro non rubi piú? Possiamo usare altri metodi al posto del
taglio della mano? Certamente! Ecco trovare altri „metodi“ al posto di quelli
antichi, questa è l’interpretazione della parola di Dio.
Oggi tutte le religioni hanno questo problema: come interpretare il testo sacro,
che ha un valore eterno, ma che risale a secoli o millenni fa? Come
modernizzare il testo sacro ai problemi del mondo moderno?
Come salvare quello che è il “volere di Dio” con mezzi adatti ai tempi moderni
senza usare gli stessi mezzi che erano validi millenni fa, quando i testi sacri sono
stati scritti, da uomini di quel tempo?
“Interpretare” vuol dire trovare “lo scopo”. Capire a che “scopo” Dio ha detto
quella cosa? Possiamo oggi realizzare lo stesso “scopo” in modo diverso da
quelli usati in antichità e riportati dagli autori antichi?
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Apparentemente non c’è niente di male! In tutte le cose “proibite”,
apparentemente non c’è niente di male; peró il male c’è, eccome! La pornografia
inquina il cuore e la mente, áltera lo sguardo rendendolo malizioso, rende
maniaci della sessualità e guasta il vero amore. Lentamente, senza accorgersene,
il nostro cuore e la nostra mente si trasforma: giorno dopo giorno, guardando
certi film erotici o pornografici, finiremo con il considerare sempre di più la
donna o l'uomo come un oggetto di consumo al servizio del nostro piacere. La
nostra visione della donna e dell’uomo diventerà parziale; la donna e l’uomo li
vedremo sempre sotto l’aspetto sessuale; invece di scoprire il proprio partner o
coniuge in tutti gli aspetti della sua personalità (con il suo corpo, la sua mente, il
suo cuore, la sua intelligenza, la sua sensibilità, le sue capacità, ecc.) lo vedremo
e lo valuteremo tutto esclusivamente sotto l’aspetto del piacere sessuale che ci
dá o non ci dá.
Guardando film erotici o pornografici, nelle nostre relazioni con gli amici o
nell'ambiente di lavoro, il nostro comportamento sarà focalizzato sul sesso, a
causa della nostra memoria impregnata di immagini erotiche che abbiamo visto.
I rapporti con gli altri diventeranno ambigui, a doppi sensi; e cosí anche il nostro
lin-guaggio, diventerà sempre piú volgare e in ogni cosa vedremo l’aspetto
sessuale (il doppio senso!). Nella vita di coppia, l’erotismo e la pornografia,
distrugge l'amore. Il vero amore, infatti, è dono di sé all’altra persona, ascolto
dell'altro, delicatezza, tenerezza, attenzione; mentre vedendo spesso scene
erotiche o pornografiche, il cuore può diventare cieco, soffocato dalla tristezza e
dal disgusto generati dall'erotismo e dalla pornografia.
Il Creatore ha inscritto nel profondo del nostro essere un'aspirazione alla
purezza, aspirazione che rimane per sempre in noi, e di cui siamo consapevoli,
anche se abbiamo fatto di tutto per nasconderla.
E' possibile ritrovare questa purezza, in qualunque situazione ci troviamo. Basta
volerlo. In che modo? Con la vigilanza del cuore! E che vuol dire? Vuol dire,
distogliere lo sguardo da immagini oscene, troncare una fantasticheria sconcia,
non sfogliare una rivista porno, non vedere videocassette o DVD erotici, non
cliccare in Internet link a luci rosse, non spostare il telecomando televisivo su
canali pornografici, non frequentare negozi pornoshop, ecc. Di sicuro, a poco a
poco, dopo il perdono di Dio, la nostra buona volontà e il nostro impegno
prenderà il sopravvento e ritroveremo la pace, la purezza e la gioia del cuore.
Testimonianza
Antonella ed io (Francesco) abbiamo vissuto i primi due anni del nostro
matrimonio come una giovane coppia «moderna»: uscite serali, amici,
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videocassette hard cord, cinema, programmi televisivi spinti, locali a luci rosse,
Internet…proibito. Volevamo vedere tutto e conoscere tutto. Ne ridevamo
molto, rientrando a casa o durante gli spettacoli televisivi, stesi sul divano nella
nostra stessa abitazione; e ridendo, mascheravamo così un certo disagio ed un
certo disgusto. Non volevamo lasciarci prendere dal senso di colpa. Ma poi ci
siamo accorti che, nei nostri rapporti sessuali, non era più veramente Antonella
quella che io vedevo e non era piú Francesco (cioè io) quello che Antonella
vedeva. Certe immagini di scene viste al cinema, o in Internet o sulle riviste,
insidiosamente, riemergevano nella nostra fantasia e si imponevano nella nostra
mente soprattutto durante il nostro rapporto d’amore; di fatto ci allontanavamo
l'uno dall'altro: l‘atto d‘amore non era piú con Antonella o con Francesco ma
con quello o quella del film porno.
Poi, una grave situazione familiare ci ha portati ad interrogarci su noi stessi e
sulla nostra vita. Abbiamo capito che quelle immagini conservate nella nostra
memoria stavano soffocando e distruggendo la ge-nuinità del nostro amore. non
«accettare» più, tutto quello che capitava sotto mano solo perché «alla moda».
Questa decisione ci ha permesso di avere una vita più conforme alle nostre reali
aspirazioni e ci ha fatto ritrovare il nostro amore genuino, normale, tenero,
profondo, sincero, naturale, come sapevamo viverlo noi, senza guardare a finti e
falsi “modelli”: abbiamo ritrovato insieme la purezza e la felicitá.
Sopravvive
solo chi
non si arrende
Vi sono delle persone che hanno una straordinaria capacità di resistere nelle
situazioni più disperate, di sperare quando tutto sembra perduto. È l'individuo
isolato, quello che perde la speranza. Sopravvive perciò solo chi non si arrende,
chi non perde la fede, chi resta unito e si riorganizza per resistere, per rifarsi. Le
persone dotate di grande capacità di sperare e di resistere hanno una importante
funzione umana e sociale. Sono loro che, nei momenti di pericolo, di difficoltà,
nelle catastrofi, tengono uniti gli altri, li rincuorano, li guidano, li conducono
alla meta. Non ricordiamo tutti Mosè che ha portato il suo popolo fuori
dall'Egitto?
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“Sbagliare è umano, ma perseverare nell'errore è diabolico”, cosí dicevano gli
antichi saggi. Se poi lo sbaglio riguarda l'amore può essere anche molto
doloroso. Eppure, tante donne nei rapporti sentimentali ripetono sempre lo
stesso comportamento sbagliato: s'innamorano di uomini che le fanno soffrire,
accettano di stare con egoisti che pensano solo a se stessi, accettano di
invischiarsi in relazioni con uomini impegnati, sposati o fidanzati, che in nessun
caso lasceranno la compagna, la fidanzata o la moglie. Neppure dopo tante
esperienze negative, tali donne sono sfiorate dal dubbio che l'errore in amore è la
ripetizione di un meccanismo psicologico sbagliato, di cui nemmeno loro sono
consapevoli. E danno la colpa al destino o alla sfortuna. L’errore sta dentro di
loro stesse.
Angela, 38 anni: "Sono stata sposata per 15 anni con un uomo che mi ha tradita
persino con la baby sitter dei nostri bambini, che mi ha umiliata davanti a amici
e parenti e che mi teneva all'oscuro di molti aspetti della sua vita, come ad
esempio, quanto guadagnava. Il mio stipendio finiva sul conto corrente
"comune" ma io non avevo la possibilità di prelevare o conoscere niente. Avevo
solo la firma sul conto, ma non ho mai visto un estratto conto. Andavamo
insieme a fare la spesa, controllava tutto e se mettevo nel carrello qualcosa che
lui riteneva superfluo me lo faceva rimettere sullo scaffale. Ogni occasione era
buona per farmi sentire una persona inutile e incapace, tanto che mia madre (che
pure era cattolica e contraria al divorzio) e le mie sorelle, davanti al suo
comportamento, mi hanno consigliato più di una volta di separarmi. Ma lui,
quando era nei momenti intimi, era talmente affascinante e seduttivo che appena
mi sfiorava mi faceva dimenticare tutto. Non si concedeva frequentemente, per
settimane non mi sfiorava neppure con un dito, ma quando aveva la voglia mi
regalava un piacere immenso. Insomma, mio marito era talmente bravo ad
alternare amore e violenza, che ci sono voluti 15 anni prima che aprissi gli
occhi. Lo stop l'ho deciso quando l'ho trovato nel nostro letto matrimoniale con
la baby sitter di 20 anni. Non ho fatto scenate e forse per questo mio marito ha
pensato che lo avrei perdonato come tante altre volte. Al mattino dopo, invece,
sono andata in banca, per fortuna il conto era ancora intestato a tutti e due, ho
prelevato tutti i soldi, che ho portato nella cassaforte di mia madre, poi al
pomeriggio sono andata dall'avvocato e gli ho chiesto di iniziare le pratiche per
la separazione. Quando mio marito ha ricevuto la lettera è successo di tutto: mi
ha picchiata, mi ha minacciata di morte, ha cercato di terrorizzare i nostri figli
sul futuro di miseria senza di lui. Non sapeva che avevo preso e messo al sicuro
i soldi del conto. Con l'aiuto della mia famiglia ho tenuto duro e fin dalla prima
udienza sono riuscita a farlo allontanare da casa. Ho chiesto scusa ai miei figli
per il brutto esempio che gli ho dato nel rapporto con il padre. Ora riconosco da
lontano gli uomini simili a lui, e li tengo alla larga".
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Gessica, 27 anni: "Ci siamo messi insieme in quarta liceo e tra alti e bassi alla
fine dell'università di lui, quando a me mancava la tesi per laurearmi in
medicina, siamo andati a vivere insieme. I primi mesi ci siamo divertiti ad
arredare la casa, lui era collaborativo e sembrava felice della convivenza. Poi ha
cominciato a lavorare presso un avvocato e dopo poche settimane dall'inizio del
lavoro è cominciato il mio inferno: ogni sera trovava un motivo per urlare come
un matto: la casa era disordinata, non sapevo cucinare, non avevo ritirato le sue
camicie dalla lavanderia, ecc. Tutte queste lamentele venivano accompagnate da
insulti e da urla che mi mettevano anche in imbarazzo con i vicini di casa. Mi
sembrava di vivere un incubo. Stavo finendo di scrivere la tesi e per questo ogni
giorno passavo molte ore in ospedale, ma facevo di tutto per tornare a casa
prima di lui e mettermi a pulire e cucinare. Ogni volta però, secondo lui, avevo
fatto tutto male. Non aveva voglia di uscire perché era sempre stanco, né di
vedere gli amici a cena o al cinema e così eravamo sempre più soli. Mi sentivo
in gabbia, ero sempre in ansia, dormivo poco, mangiavo sempre meno, ma non
avevo la forza di cambiare. Una sera dopo l'ennesima lite, mi ha picchiata con
cattiveria e in quel momento ho avuto davvero paura. Dolorante e sanguinante
ho preso la mia borsa e sono tornata a casa dai miei genitori. Per fortuna, loro mi
hanno accolta e curata e dopo, con l'aiuto di uno psicoterapeuta, sono riuscita a
superare quella relazione patologica. Ora ho un ragazzo meraviglioso, che mi
rispetta e mi coccola e spero di riuscire presto ad andare a vivere con lui".
Gabriella, 52 anni: "Mi sono sposata a 16 anni, perché volevo andare via dalla
mia famiglia. Desideravo essere libera. Mio marito ha tre anni più di me e pochi
mesi dopo il matrimonio siamo partiti per una città del nord, lui lavorava in un
ristorante e io come baby-sitter in una famiglia importante. Lavoravamo
entrambi tantissimo, ma siccome lui era piú grande di me, gestiva i soldi e
decideva tutto: non avevo la possibilità di scegliere nulla, né gli amici, né le
vacanze e neppure cosa comprare al supermercato. Lui pensava a tutto e
dirigeva la mia vita come se io non fossi in grado di intendere e di volere. Ma
ero convinta che funzionasse così, che in tutti i matrimoni il marito fosse il capo.
Con gli stipendi di entrambi, con gli anni ha messo via un bel gruzzolo che ci ha
permesso dopo 20 anni di tornare in Sardegna e aprire una nostra attività.
Avevamo due bambine piccole, ma io non potevo stare con loro neppure quando
avevano la febbre alta, dovevo la-sciarle con la baby sitter e andare con lui a
lavorare. Tutti i giorni della settimana. Siccome la vita in provincia era noiosa,
ha cominciato a frequentare coppie scambiste e mi ha costretto ad avere rapporti
con donne e uomini di altre coppie cosiddette amiche. Dovevo fare quello che
mi chiedeva perché altrimenti non mi dava un soldo, neppure per la spesa, e in
casa succedeva un inferno. Ho resistito per molti anni per il bene delle mie
figlie, poi quando erano abbastanza grandi ho deciso di separarmi. Lui mi ha
detto che me ne sarei pentita e che dovevo trovarmi subito un lavoro perché
aveva venduto l'attività e mandato i soldi all'estero. Ho cercato in tutti i modi di
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far valere i miei diritti di moglie e di madre, ma non sono riuscita ad ottenere
nulla. Mentre lui vive a Cuba con una donna ventenne, che cambia sempre, dopo
qualche anno, e si gode i nostri soldi, io continuo a lavorare, come cameriera,
baby sitter, badante e tutti i lavori che mi capitano. In questi anni ho avuto
qualche storia, ma sempre con uomini che mi hanno fatto soffrire. Ora ho
rinunciato agli uomini e dedico il mio amore ai miei nipotini".
Riflettiamo un po‘. Perché succede questo? Succede, perché certe donne che
nell’infanzia hanno idealizzato i loro genitori, oppure ne hanno sentito la
mancanza nella loro vita affettiva, tendono ad ingrandire in modo rigido la
personalità del partner e a pensare che non possano vivere senza di lui. Per
questo ignorano o negano i segnali di pericolo, gli aspetti negativi che fin
dall'inizio, fin da quando cominciano a conoscersi, si manifestano nella
relazione e così inevitabilmente non si accorgono di niente, tengono gli occhi
chiusi! Nell’amore, fin dall’inizio, bisogna guardare con 2 occhi ben aperti: un
occhio del cuore e un occhio della testa. Con l’occhio del cuore bisogna certo
coltivare e vivere la propria relazione d’amore, dare spazio ai sentimenti, alle
emozioni, ecc.; ma con l’occhio della testa analizzare, esaminare, studiare il
partner, vedere come la pensa, riflettere su certi suoi comportamenti, guardare ai
principi che guidano la sua vita, osservare se ha progetti di vita e quali siano,
notare se rispetta le persone, se è generoso, se ha voglia di lavorare, se è
responsabile, se dá sempre la colpa ad altri, se è onesto, se sa riconoscere gli
sbagli che fa e se sa chiedere scusa, ecc.). Finché non si è decisamente e
fondatamente sicuri dell’altra persona bisogna mantenere psicologicamente un
certo distacco, cioè non bisogna lasciarsi coinvolgere completamente e
soprattutto non bisogna concedersi perdutamente! Invece…! E poi si piange!
Questo non vale soltanto per la donna, ma anche per l’uomo. Infatti sono molte
anche le storie di uomini “sedotti e bidonati”.
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L'acquisto giusto
si fa in 23 minuti,
poi il cervello si deconcentra
È piú conveniente comprare questo o quel televisore? È meglio questo paio di
scarpe o quell’altro? Ti sta meglio quel maglione rosso o blu? Faccio questo
regalo o quell’altro? E cosí via con gli interrogativi. Per rispondere a queste e a
tutte le altre domande che ci poniamo quando andiamo a fare shopping non c’è
un tempo infinito; la scienza dice che abbiamo poco meno di mezz’ora, per la
precisione 23 minuti, per fare l’acquisto giusto, poi il cervello non sarà più in
grado di scegliere ció che è piú conveniente.
La corteccia del cervello che si trova nella posizione della fronte, dove è
collocata la parte razionale del nostro cervello, riesce ad essere nel pieno delle
sue funzioni solo per una mezz’oretta, scaduta la quale perdiamo la capacità di
valutare bene e quindi perdiamo la possibilità di fare acquisti sensati.
Il cervello di una persona che va a fare shopping normalmente si sovraccarica di
moltissime informazioni. Al ventitreesimo minuto, in media, non riusciamo più
a utilizzare al meglio tutte quelle informazioni. Ed è per questo che molta gente
che fa compere, riempie il proprio carrello di prodotti non sempre utili e spesso
senza tener conto dei prezzi. Che fare? Un caffè e qualche minuto di relax
possono ridare un po’ di vigore alle nostre capacità. Ma è solo un beneficio
momentaneo. L’ideale sarebbe, dopo 20-25 minuti, uscire dal supermercato o dal
negozio specializzato, anche senza comprare niente! Uno sbaglio grosso sarebbe
quello di comprare, dopo questo tempo, una qualsiasi cosa,
giusto perché è tardi e bisogna andare via!
In ogni caso, bisogna frenare l’impulso a fare shopping che hanno certe persone,
quando escono di casa e vanno in giro per negozi. Con buona pace della carta di
credito.
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Impossibile, per ora, calcolare quando finirà l’Universo. È più facile, invece,
fare i conti degli anni che mancano alla fine del nostro pianeta Terra. La Terra
dipende in tutto dal Sole. E il Sole si puó paragonare ad una signora di mezza
età: noi sappiamo che esso vivrà in totale 10 miliardi di anni e che è nato 5
miliardi di anni fa. Andrà avanti bruciando il suo carburante termonucleare nella
sua pancia per altri 5 miliardi di anni, poi diventerà una gigante rossa e si
gonfierà fino a raggiungere il nostro Pianeta Terra e il pianeta Marte; il nostro
pianeta Terra, verrá inglobato dal Sole e si polverizzerà. L’umanitá ci sará
ancora? Difficile dirlo, ma ci sono giá i motivi per rispondere di no: essa
scomparirà molto prima; infatti l’umanitá cresce sempre di piú, soprattutto nei
Paesi con meno risorse, la ricchezza biologica del nostro Pianeta non basterá piú
per tutti; e c’è ancora il fatto che la Terra si va surriscaldando, a causa delle
attivitá umane: cosa accadrà da oggi al 2060, quando il pianeta sarà più caldo di
4 gradi? Dobbiamo prepararci fin d’ora a un futuro di avvenimenti
meteorologici sempre più disastrosi: feroci ondate di caldo, uragani, allu-vioni,
mancanza di acqua. Soltanto i capi delle Nazioni e i legislatori hanno il potere di
far qualcosa, ma stanno facendo quasi niente.
Il sovraffollamento sulla Terra, i troppi consumi naturali e artificiali, le troppe
catastrofi, ci troveranno impreparati. E non abbiamo la possibilità neppure di
“emigrare” su altri pianeti! Dove andare? Non sappiamo neppure se ci sono
pianeti abitabili. Nelle vicinanze del Sole certamente non ce ne sono e in altri
sistemi solari, anche se ci fossero pianeti abitabili, le distanze sono cosí tante
che non ce lo potremmo permettere di iniziare un viaggio verso quelle nuove
terre. Abbiamo un motivo di consolazione, però: i veicoli spaziali e
interplanetari, come Voyager e Pioneer, sono già usciti dal Sistema solare e
continueranno a viaggiare: quasi sicuramente, tra 5 miliardi di anni saranno
ancora in marcia nell’Universo. E saranno l’unica prova che l’umanità è esistita?
Tutto ció che non sai sul
BACIO
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e che devi assolutamente sapere
1) PROTEGGE IL CUORE
Quando si bacia, aumenta l’adrenalina nell'organismo e questo fa sì che il cuore
pompi più velocemente il sangue, migliorando quindi la circolazione sanguigna.
Baciare ha sul nostro corpo un effetto simile al jogging o all'uso della bicicletta.
2) MIGLIORA LA SALUTE DEI DENTI
La saliva che si produce durante il bacio è estremamente utile per i denti,
soprattutto contro l'accumulo di placca dentaria.
3) HA L'EFFETTO DI DISTENDERE LE RUGHE
Quando si bacia intensamente, si rimodellano il collo e il profilo del viso, in
quanto i muscoli coinvolti nel bacio subiscono un’azione tonificante e
rinforzante.
4) AIUTA A DIMAGRIRE
Ogni bacio brucia dalle 6 alle 12 calorie! Poi, se il fuoco della passione aumenta,
i benefici sul fisico saranno ulteriori. Inoltre, quando si fa l'amore, le calorie che
vengono perse sono circa trecento... Niente male, vero?
5) AIUTA A VIVERE PIÙ A LUNGO E PIÙ FELICI
Le persone che si baciano più spesso vivono più a lungo. Secondo uno studio,
baciare la persona amata ogni mattina; aggiunge anni alla propria vita. Quanti?
Ben cinque anni per ogni anno di baci.
6) CONTRIBUISCE ALLA CALMA MENTALE
I baci frequenti aumentano la produzione dell’ormone (ossiticina) che aiuta a
calmare i nervi, donando uno stato generale di tranquillità.
7) RIDUCE STRESS E ANSIA
Se sentite tensione, ansia e stress non prendete l'aspirina. Non c'è rimedio
migliore di una breve cura di baci, che vi aiuterà a dimenticare i problemi di tutti
i giorni e produrrá dentro di voi, abbondantemente, gli "ormoni della felicità"!
8) AUMENTA LA FIDUCIA IN SE STESSI
Se volete sentirvi amati ed apprezzati, prendete l'abitudine di baciare più spesso.
La vostra autostima migliorerà e avrete più fiducia in voi stessi. Se si é portati
alla depressione, all'ansia o allo stress... baciare è sicuramente la medicina
migliore!
9) COMBATTE LE MALATTIE
La saliva ha antibiotici naturali che combattono infezioni, batteri e virus. Il bacio
aiuta a produrre una maggiore quantità di saliva, migliorando implicitamente il
sistema immunitario.
10) È UN POTENTE ANTIDOLORIFICO
Avete mal di testa? Il bacio può effettivamente far andare via il dolore. I dolori
vengono alleviati attraverso i baci, i quali favoriscono la produzione di endorfine
(sostanza prodotta dal cervello per eliminare il dolore) di circa 200 volte in più
rispetto a quanto si ottenga attraverso il piú potente medicinale antidolorifico.
Servizio Pastorale
a cura della
Missione Cattolica Italiana
Villingen
n. 42
Febbraio 2014