i 3000 di Chiaia - Chiaia Magazine

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i 3000 di Chiaia - Chiaia Magazine
www.chiaiamagazine.it
m a ga z i n e
CHIAIA
Anno III - n.10 ottobre 2008
Distribuzione gratuita
S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ
il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo
IUPPITER EDIZIONI
4
IL CASO
Una «casta» apparentemente inossidabile,
una classe dirigente che non molla le poltrone:
da qualche anno, però, contro la malapolitica
è sceso in campo l’associazionismo civico.
Il 10 novembre 2007, la società civile marciò nel
cuore di Napoli in nome della legalità. Furono
i 3000
di Chiaia
Scesero in strada per riprendersi la città.
Quel giorno è diventato un libro: «I 3000 di
Chiaia», storia di una clamorosa protesta che
stupì l’Italia. Per i protagonisti di allora il lavoro
non è ancora finito: tutti in piazza a novembre.
Poi avanti tutta con il progetto della lista civica.
I gazebo della discordia
Ecco cosa dice la legge
5
LA STORIA
Viale Gramsci, vince
il killer delle palme
6
PARADOSSI
Municipalità: arrivano
i giardinieri «fantasma»
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LA DENUNCIA
Galleria Umberto,
i barboni sui ponteggi
14
CULTURA
Comunità luterana
tra musica e letteratura
SOS CHIAIA
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a:
AI NOSTRI LETTORI
Invitiamo i nostri lettori
a indicarci cosa non va
nel quartiere e a proporci
soluzioni per rendere
più vivibile la città.
Contiamo su di voi.
Le lettere, firmate con nome
e cognome, vanno inviate
a Chiaia Magazine
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
oppure alla e-mail
[email protected]
NUMERI UTILI
EMERGENZE-SICUREZZA
CARABINIERI 112
Stazione CC (via Orazio 73)
Tel. 081.681122
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)
Tel. 081.417486
POLIZIA 113
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)
Tel. 081.5983211
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)
Tel. 081.5980311
POLIZIOTTI DI QUARTIERE
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)
POLIZIA STRADALE
Tel. 081.5954111
SOCCORSO STRADALE
Tel. 081.803116
VIGILI URBANI
Tel. 081.7513177
Unità oper. Riviera di Chiaia 105
Tel. 081.7619001
VIGILI DEL FUOCO 115
GUARDIA DI FINANZA 117
PRONTO SOCCORSO 118
AMMINISTRAZIONE
MUNICIPALITÀ 1
Sede Consiglio Tel. 081.7644876
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501
SANITÀ
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI
Tel. 081.2547256
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI
Tel. 081.7613466
OSPEDALE PAUSILIPON
Tel. 081.2205111
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Tel. 081.5981111 - 081.5757220
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Assistenza Anziani Tel. 081.2547715
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Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074
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IL PUNTO. LA VICENDA GAZEBO E L’ISOLA PEDONALE
di NINO DE NICOLA
Chi amministra Napoli? Non si sa. Forse il sindaco «Improvvisazione»? Forse l’assessore «Confusione»? Vedi il caso gazebo di piazzetta Rodinò: sigilli alle strutture, imprenditori spiazzati, Comune e Sovrintendenza in stato
confusionale. Chi paga? Il cittadino. Come sempre. Siamo
stati i primi con «Chiaia Magazine» a sollevare il problema gazebo, dando voce a tutte le parti, come è nostro costume. Dopo i sigilli, poi, anche
gli altri giornali si sono occupati di questo emblematico caso di malgoverno cittadino. Leggo che si sta pensando a una cabina di regia - l’en-
Riviera di Chiaia:
binari sì, binari no
Caro direttore, non sarò certo io
ad assumere il ruolo di paladino - difensore dell'assessore
Claudio Velardi. A parte che
non credo ne abbia bisogno; ma
poi confermo le mie posizioni
critiche, peraltro già espresse su
vari quotidiani, tese ad evidenziare il comportamento celebrativo di sé stesso, autoreferenziale, e comunque politicamente
incomprensibile dell' ex figlioccio di D’Alema. Ma rispetto al
discorso dei «cantieri in libertà»
ben sottolineato da Velardi la
scorsa estate, vorrei fornire un
esempio credo abbastanza
evidente. Ossia i binari della
Riviera di Chiaia. Non più di
quattro anni fa qualcuno decise
di rimuoverli, spendendo fondi
dal bilancio comunale per
diversi milioni di euro. L’anno
scorso poi, si è deciso di riportare lo stato delle cose esattamente al punto di partenza, spendendo ulteriori milioni (ho
cercato di indagare attraverso il
gruppo di AN a Palazzo San
Giacomo ma, al momento, non
si riesce ad avere un consuntivo
preciso). I lavori sono in corso.
Come se non bastasse, nel
frattempo, si è andati avanti
con la LTR, i cui binari passano
esattamente sotto la nostra
«linea tranviaria a corrente
alternata». E’ evidente che il
tram avrebbe potuto in qualche
modo transitare da lì, risparmiando tutti i sopraccitati
affanni. Ma, tranquilli, tanto
per la LTR paga il ministero.
Salvo Iavarone
Coord. reg. Italia Protagonista
nesima - per risolvere la questione: speriamo che si arrivi presto a una
soluzione, equa e di buonsenso, affinché la piazzetta si rianimi, ovviamente sempre nel pieno rispetto delle regole. Intanto con la manifestazione «Chiaia Notes» è partita la sperimentazione della Zona a Traffico
Limitato. L’assessore comunale alla Viabilità Agostino Nuzzolo ha, quindi, «aperto» all’isola pedonale (solo di sabato): la nostra speranza è che
con la costruzione di parcheggi interrati, con i varchi presidiati seriamente dai vigili (e, un giorno, anche da un funzionale sistema di videorsorveglianza) e con l’apertura del Garage Morelli, si possa in futuro pensare a un’isola pedonale non solo il sabato. Se si lavora in questa
direzione, l’isola pedonale a Chiaia non sarà più solo un sogno.
Tabelloni pubblicitari: il
pasticciaccio del Comune
La vignetta di Malatesta
Ammiro la battaglia che Chiaia
Magazine sta facendo contro
l’invasione dei tabelloni pubblicitari ma sono arrivata alla
conclusione che il Comune di
Napoli non ha interesse ad
abbattere le installazioni «sotto
accusa». Temo che a Palazzo San
Giacomo abbiano già concordato con la società che gestisce gli
spazi, un determinato quantitativo di tabelloni, senza preoccuparsi dove queste ingombranti
strutture sarebbero state installate. Il Comune non può più fare
marcia indietro. Il pasticciaccio
è stato compiuto. Vedremo,
dunque, altri vergognosi tabelloni assediare la città.
Carmela Criscuolo
Via dei Mille: quella
fermata soppressa
Furto a via Filangieri:
appello di una madre
Sembra assurdo eppure è successo, precisamente sabato 6
ottobre 2008, che in una strada
importante come via Filangieri,
affolatissima, soprattutto il
sabato, sia stato commesso un
furto di tale gravità da lasciare
la famiglia, che abita nell’appartamento svaligiato del
palazzo di Cimmino, senza più
nulla. I ladri hanno violentato,
senza infischiarsene, l’intimità
altrui, i ricodi cari di una
famiglia già duramente provata
dalla perdita di una figlia
straordinaria. I delinquenti
hanno sradicato perfino l’allarme del balcone ma nessuno ha
visto niente! Faccio un appello a
chi ha svuotato la mia casa:
restituitemi almeno il ritratto di
mia figlia! Ha solo un grandissimo valore affettivo. A che vi
porterà tanta ferocia?
Per gli anziani la vita in questa
città diviene sempre più difficile. Abito a Salita Betlemme e, da
quando sono iniziati i lavori di
restyling a Chiaia, i disagi, per
noi fruitori di mezzi pubblici,
sono decisamente aumentati. A
via dei Mille, ad esempio,
all’altezza della Banca Sella, è
stata soppressa la fermata
dell’autobus dove ero solito
prendere il C4. Sono costretto,
quindi, a raggiungere la fermata di via Filangieri. Un tratto in
più da percorrere che, per chi
come me non è giovane e ha
qualche acciacco, è sicuramente
un ostacolo in più C’è la possibilità di ripristinare la fermata di
via dei Mille?
dotto.ssa Masturzo
Attilio Lo Gatto
m a ga z i n e
CHIAIA
SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ
Anno III n. 10 - ottobre 2008
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Redazione
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Quelli di Chiaia Magazine
Beppe Airoldi, Leo Aruta, Antonio Biancospino,
Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo,
Giada De Francesco, Antonella Esposito, Rossella Galletti,
Rita Giuseppone, Francesco Iodice, Massimo Lo Iacono,
Malatesta, Annalicia Mozzillo, Renato Rocco,
Francesco Ruggieri, Fabio Tempesta,
Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro
Stampa
Arti grafiche Litho 2
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005
2
IL MORSO DELLA TARANTA
di PAOLO D’ANGELO
HANNO UCCISO PULCINELLA
Il tempo stringe e Napoli non può più far finta di niente,
Idomandati
noi tutti non possiamo far più finta di niente . Vi siete mai
in questi giorni «ma come è possibile che in così
poco tempo si è riusciti a eliminare l’immondizia dalle
strade?» Come è possibile che, dopo anni di emergenza rifiuti, criminalità, dove nessuno sembrava capace di risolvere il
problema, ad un certo punto un uomo arriva nella nostra
città e con la bacchetta magica... phaff … e la munnezza non
c'è più? Poiché da tempo e dopo vari arresti di impostori
fortunatamente nessuno crede più ai maghi, risultano essere
quindi evidenti le disgustose linee comportamentali di una
certa nostra classe politica che ha sempre adottato la linea
del non far nulla per arrivare all'emergenza come suo vero ed
unico obiettivo. Con la cultura dell'emergenza di questi anni
non si è progettato il futuro ma si è cercato solo di attingere
dalle risorse economiche del Comune, della Regione e dello
Stato, senza dover dare nulla in cambio . In poche parole si è
ingoiato denaro pubblico a fiumi, senza un progetto da
realizzare e senza l'obbligo di dover produrre risultati. Sinceramente non sono mai stato un estimatore di Berlusconi ma
il suo impegno, il suo attaccamento dimostrato per la nostra
città e regione e la sua capacità di risolvere i problemi me lo
hanno fatto apprezzare . Ho notato che più aumenta la mia
stima nei suoi confronti e più aumenta dentro di me una
rabbia da schifo totale nei confronti di quella razza di politici
che hanno trasformato Napoli in un Pulcinella deriso, soffocato. Hanno ammazzato Pulcinella. Sembra tutto chiaro? No,
purtroppo, non lo è! Non lo è e mi domando perché continuano ad essere tutti lì? Perché non sono andati a casa?
Perché continuano a gestire il potere quelle stesse persone
che hanno fatto scoppiare un Vesuvio carico di munnezza,
criminalità, disoccupazione e che ha portato poi alla inevitabile morte di Pulcinella agli occhi di tutto il mondo? Cari
amici se vogliamo resuscitare Pulcinella, non ci serve un altro
re - piazza del Plebiscito ne è piena - serve, invece, chi è in
grado di progettare il futuro che passa per Bagnoli, il porto, i
parcheggi, le strade ed un centro storico realmente protetto
ed in primis per un economia che sa strappare i nostri figli
alla criminalità. Non un re solo ma uomini della nostra terra
che hanno un vero progetto da realizzare per Napoli, un
progetto da seminare nella terra arida di questi anni e che,
nel tempo e nella direzione giusta, dia poi i suoi frutti . Ora
mi domando e dico, a parte Berlusconi, che prima o poi
andrà via ma nella nostra città chi è veramente in grado di
offrire un progetto serio, in alternativa alla devastante classe
politica partenopea di questi anni? Pulcinella è morto e altre
maschere in giro sinceramente non ne vedo ancora, a parte il
Ciuccio che ci sta dando qualche soddisfazione. Se qualcuno
c'è batta un colpo alla taranta!
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
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«I 3000 di Chiaia» sono diventati un libro
INIZIATIVE. Il volume racconta una stagione di lotta e la marcia del 10 novembre
2007. Intanto la società civile rilancia la mobilitazione e progetta la lista civica
IL CORSIVO
di MASSIMILIANO DE FRANCESCO
LA GIUSTA SOCIETÀ
el vuoto della politica partenopea, mentre
N
la sindaca, insolentita dalle vicende
giudiziarie che hanno atterrato assessori
el ground zero della
politica napoletana l'unico soffio vitale è stato ed è l'associazionismo civile. Due anni di fermenti, il
2007 e il 2008, hanno prodotto una casa comune dei
cittadini stanchi di subire e la
voglia di regolare i conti in
sospeso con sprechi, risvolti
giudiziari, monnezzopoli,
maxidebito sanitario, debiti
fuori bilancio, assenteismo
spinto ai Consigli regionale e
comunale, parcheggi bloccati, milioni buttati in piedigrotte assortite e arte contemporanea, auto blu, pali e
buche assassini, vigili in bolletta, intellettuali asserviti. Il
movimento civile non vuole
la luna ma solo normalità: ed
in piazza è andato per questo. Come nel caso del «Movimento Società Civile - Chiaia
per Napoli», associazione civica ideata nel giugno 2007
da Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola, che nella Napoli umiliata
dalla malapolitica ha trovato
le ragioni della sua esistenza
e si è poi propagato da Chiaia
a tutti i quartieri cittadini. La
storia ancora acerba di questo
N
gruppo di complottisti che
già dalla primavera del 2007
ha iniziato a incalzare i palazzi del potere, esercitando il
dissenso civile, ha un suo
punto di non ritorno, una sua
data speciale in cui ha spaventato i vecchi tromboni della politica professionale: il 10
novembre 2007. Quel giorno,
nel cuore di Chiaia, fu organizzata la marcia per la legalità. Era previsto un migliaio
di persone. E invece arrivarono in tremila. La gente non
aveva resistito. Gente che aveva messo su un piatto della bilancia il fallimento del vecchio regime e sull'altro il proprio avvilimento no limits.
Gente che marciò da piazza
dei Martiri a piazza San Pasquale a testa alta. Quel 10
novembre fu la scintilla di
un'azione di protesta e di
denuncia che non si è più
fermata e che ora affianca
al linguaggio della piazza
anche quello della letteratura in trincea: nasce,
quindi, da ciò I 3000 di
Chiaia, libro che è cronaca di una resistenza civile
ma anche guida pratica
alla disobbedienza antiregime. La presentazione ai media è prevista alla fine di ottobre: ma se ne parlerà anche
in 2 successivi confronti, prima con gli esponenti della
cultura e poi con i politici.
Niente intellettualismi, però.
Perché «I 3000 di Chiaia» costituisce anche il trampolino
di lancio verso un progetto liberatorio: con i partiti che colano a picco, i leader del Movimento Società Civile decidono, infatti, di prendere in
prima persona le redini del
proprio destino. Come? Lavorando ad una lista civica che
debutti alla prossima tornata
elettorale. «E per far capire alla “casta” - dicono quelli del
Movimento - che aria tira tra
la gente qualunque, il libro
sarà anche il preludio ad una
grande protesta civile in
agenda a metà novembre». «I
3000 di Chiaia» è stato curato dal gruppo Iuppiter Edizioni.
Carta d'identità del volume:
128 pagine, 18 capitoli, un'appendice con i nomi di circa
500 partecipanti alla marcia
del 10 novembre ed un'altra
con gli interventi di 9 esponenti della società civile, vale a dire i 3 leader del Movimento (Paolo Santanelli, Giuseppe Marasco e Nino De Nicola), il notaio Giancarlo Laurini, l'imprenditore Sergio
Fedele, l'esperto di urbanistica Antonio Guizzi, il giornalista Aldo De Francesco,
l'avvocato Andrea Sepe e l'avvocato Furio Francesco Stasi.
Il volume sarà distribuito nelle librerie (e in alcune edicole) di Napoli e della Campania, ma anche a Roma e Milano.
strategici, medita il «rimpasto del rimpasto»,
e mentre il governatore, dopo aver incassato il
ruolo di «spalla» del Cavaliere, ha affidato il
cambiamento alla tintura dei capelli, monta
il clamore sulle liste civiche. Il tormentone
«società civile», di questi tempi, è più insistente del refrain «Non ti scordar mai di me» di
Giusy Ferreri. Domanda: quale società civile
ha la voglia e il talento di cantare il futuro di
Napoli? Quale parte della città ha coraggio e
credibilità per avanzare sul proscenio elettorale e intonare le note del risveglio? Chi di
Napoli conosce tasche e tresche, è convinto che
la società civile, da queste parti, non ci sia
mai stata. Troppo connivente con il potere, da
sempre. Quindi, poco libera, facilmente comprabile, astutamente accucciata nei centri di
cultura, abile maneggiatrice di forchette alla
spaghettata delle consulenze. Nell’aprire il
libro nero della storia napoletana degli ultimi
vent'anni, come si può dar torto a chi afferma
l'inesistenza di una società civile? Non è un
caso, ad esempio, che il bassolinismo, in tutte
le sfere istituzionali e paraistituzionali (Comune, Provincia, Regione, commissariati di
Governo, società miste…), abbia sfornato più
cortigiani che artigiani, più classe digerente
che dirigente. Un sistema che ha puntato su
una «produttività» clientelare, capace di
bruciare «’e denare» senza la minima preoccupazione di costruire un autentico futuro
produttivo, ambientale, sanitario. La società
servile, dunque, non può che consegnare un
domani ignobile. Quella civile, invece, va
stanata, o meglio, va ricompattata. In questa
direzione deve muoversi il movimentismo
civico che alla fase di denuncia (encomiabili le
battaglie contro gli sprechi che comitati e
associazioni portano avanti con incrollabile
tenacia) può passare a quella della correzione
di rotta. Il passaggio è la lista civica. Una
scommessa che merita di essere fatta. Un
progetto ambizioso, estremamente complicato,
che ha possibilità di successo se, chi se ne farà
carico, riuscirà non solo ad essere autonomo
dal potere politico locale ma soprattutto sarà
capace di aggregare sotto un unico simbolo
rabbia e riscatto della giusta società.
Riusciranno i nostri eroi…
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
Sprecopoli senza tregua
L’INCHIESTA. Regione, nel mirino due elargizioni
stellari: il Forum delle Culture e la Città del Gusto
precopoli in riva al golfo.
Dopo aver fatto, negli ultimi
mesi, i conti in tasca ai finanziamenti a pioggia deliberati dal Comune di Napoli, ora è il
caso di puntare i riflettori su un
paio di elargizioni targate Regione Campania. Stesso andazzo:
odore di scialo. Le cifre, però, sono stellari.
E' il caso del Forum Universale
delle Culture che si terrà a Napoli nel 2013 quando convergeranno in città, in nome della cultura, i rappresentanti di 101 paesi del mondo. Sarà un big event,
attirerà capitali per la riqualificazione di Napoli ovest e produrrà ritorno d'immagine: a patto, però, che il denaro sia ben gestito. Ma, intanto, già da subito
l'antipasto della kermesse comincia a costare una cifra blu ai
contribuenti napoletani e campani. Già a giugno, infatti, Chiaia
Magazine scriveva: «L'evento si
preannuncia come il fuoriclasse
degli sprechi. I compagni di pizzetto Nicola Oddati (assessore comunale alla Cultura con delega
al Forum) e Corrado Gabriele
(assessore regionale al Lavoro) a
maggio hanno già inaugurato il
primo corso di formazione professionale all'evento. Per 5 anni,
160 docenti insegneranno ai giovani i 5 temi della miracolosa manifestazione: la pace, lo sviluppo
sostenibile, la conoscenza, la diversità culturale e la memoria
del futuro. Costo della prima fase del progetto: 1 milione e
500mila euro». Al rientro dalle
vacanze se ne è saputo di più. Il
lauto stanziamento, deciso dal
governo regionale su iniziativa
dell'assessore alle Politiche Sociali Alfonsina De Felice, è piovuto sul cosiddetto «Accampamento della pace», prima tappa
di avvicinamento al Forum, in
concreto un gran meeting tra
200 ragazzini di tutto il mondo
con base alla Mostra d'Oltremare:
per loro, fino al 25 ottobre, giochi, conferenze, dibattiti, laboratori d'arte/musica/sport/teatro/cinema, visite guidate alle bellezze del territorio, un concerto
di Bocelli e un'orgia di dibattiti
S
Nicola Oddati
a base di pace, guerra, fame, lotta alla povertà e diversità culturale. Splendido: ma quanto ci sta
costando! Se l’è detto anche l'imprenditore Sergio Fedele, portavoce dell'«Associazione Napoli
Punto A Capo», che poi ha girato
alla De Felice alcune inquietanti
domande. Le seguenti: vorremmo conoscere in dettaglio come
è stato speso questo milione e
mezzo di euro (viaggi, sistemazione degli ospiti, alberghi, consulenze etc.); vorremmo conoscere come sono stati affidati gli
appalti per la scelta degli alberghi, degli artisti, delle installazioni etc., perché non abbiamo
notato alcun bando pubblico;
vorremo conoscere dove e chi ha
deciso la manifestazione visto
che l'assessore regionale al Turismo Claudio Velardi, che ha firmato il provvedimento di spesa,
afferma di aver saputo dell'iniziativa stessa solo all'atto della
firma; vorremmo sapere se c'è
stata una discussione sulle priorità di spesa; vorremmo sapere se
i fondi utilizzati sono quelli europei e, se sì, come è stato possibile visto che i fondi europei sono destinati a far uscire la Campania dalle regioni europee povere; vorremmo sapere se all'Accampamento della Pace sono destinati altri fondi. L'altro schiaffo
all'austerità è contenuto nella delibera di giunta n. 1348 del 6 ago-
sto scorso, finita nel mirino di
Francesco D'Ercole, capo del centrodestra in Consiglio Regionale.
Lui, nel suo sito internet, riassume la storia così: mesi addietro,
la Giunta Regionale, che è tra i soci della «Fondazione Melanoma»,
ha deciso di destinare ad essa un
euro da impiegare per la ricerca,
la diagnosi precoce e il trattamento del melanoma maligno.
La stessa giunta, poi, con la delibera 1348, ha invece investito oltre 730mila euro per acquisire in
proprio il 50% del capitale sociale della «Città del Gusto spa», un
supercentro enogastronomico
con sede a Bagnoli: la quota era
detenuta in precedenza da «Città della Scienza» che è una società regionale. Dov'è la rogna?
Spiega D'Ercole: «Bisogna ammettere che l'uscita di scena di
“Citta della Scienza” dal capitale
della “Citta del Gusto” è conseguenza della legge 248 del 2006
che impone provvedimenti per
il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica. Ma,
in tempi di magra per il Paese e
per la Campania, non era meglio
che la quota la rilevassero soggetti terzi? La Regione, insomma,
avrebbe dovuto evitare quest'ulteriore sacrificio economico». In
altre parole l'Ente Regione è entrata in scena per un pronto soccorso a «Città della Scienza» che,
appunto, è una sua società: la perplessità è che lo ha fatto col denaro dei contribuenti. Tutto il diritto di farlo, per carità! Ma eticamente censurabile se poi la crociata antimelanoma viene finanziata con un euro: questo il
succo della tirata di D'Ercole.
E mica è finita. Secondo il politico, la Giunta avrebbe già pronti
altri 700mila euro per aumentare il capitale sociale di «Città del
Gusto» (ndr. Il capitale sociale è
detenuto in comproprietà con la
G.R.H. Spa che appartiene al noto marchio «Gambero Rosso»):
tutto questo, argomenta D'Ercole, «per realizzare l'Enoteca Regionale della Campania che dovrebbe valorizzare vini tipici della regione». Risultato finale: Città del Gusto 1 - Melanoma 0.
IL CASO
I gazebo della discordia
Ecco cosa dice la legge
Gazebo della discordia. A piazzetta
Rodinò i sigilli sono confermati e i
sequestri fioccano in tutta ChiaiaPosillipo. Gli imprenditori avvertono: «Siamo costretti a licenziare». Il
pasticcio lo hanno combinato Comune e Sovrintendenza che non si
parlano. Risultato: permessi incompleti e strutture fuorilegge. Gli
stessi gazebo sono accusati di essere troppo invasivi. Ma il punto è un
altro: il cittadino che chiede autorizzazioni ha bisogno di procedure
semplici e certe. E invece è caos totale. Allo studio legale «Picozzi &
Morigi» abbiamo chiesto di dipanare la matassa giuridica.
Qual è o dovrebbe essere l'iter
procedimentale per ottenere un
permesso per il posizionamento di gazebo in un’area pubblica ed in una zona urbana sottoposta a vincoli storico-culturali
o paesaggistici? Orbene, nell'assetto normativo del 1999 il «Codice dei beni culturali e del paesaggio» prevedeva all'art. 36 un
dialogo tra le amministrazioni:
difatti la Soprintendenza, dopo
la ricezione della richiesta di autorizzazione, trasmetteva direttamente al Comune il proprio
parere. Invece, nello schema prefigurato dall'attuale «Codice dei
beni culturali e del paesaggio»,
all'art. 23, i due procedimenti
sembrerebbero nettamente separati: è il privato a dover produrre, sin dall'inizio della richiesta di autorizzazione presso
gli uffici comunali, il titolo autorizzatorio rilasciato dalla soprintendenza attestante la compatibilità storico/artistica del
progetto. Tuttavia, alcune leggi
regionali sono intervenute sul
punto e, pur facendo salvo il
principio del necessario nulla
osta storico-artistico, hanno
reintrodotto la possibilità di acquisizione dei necessari pareri
di altre amministrazioni (appunto Soprintendenza) per iniziativa diretta del Comune o anche dello “Sportello Urbanistico” comunale, istituito con il
D.P.R. n. 380/2001 (c.d. Testo unico delle disposizioni in materia
edilizia). Allo Sportello Urbani-
stico, secondo l'art. 41 della Legge Regionale Campania n.16 del
22.12.2004, sono affidati i seguenti compiti: 1) ricezione delle denunce di inizio attività, delle domande per il rilascio di permessi di costruire e dei provvedimenti e certificazioni in materia edilizia, e 2) soprattutto,
per quanto ci riguarda, l’acquisizione di pareri e nulla-osta di
competenza di altre amministrazioni. E' ovvio che il fine di
questa legge (a differenza della
norma vigente in precedenza,
ossia il Decreto Leg. n. 490/1999)
è stato quello di snellire il procedimento amministrativo,
sgravando il cittadino da oneri
e mettendolo in posizione marginale rispetto all'iter procedimentale interno della pubblica
amministrazione. Difatti, presentata l'istanza, è compito dell’Ufficio Urbanistico procedere
all'istruttoria ed all'acquisizione di tutti i pareri e/o nulla osta
che si rendano necessari per il rilascio o non della relativa autorizzazione richiesta. Con queste
premesse, allora, l'unico onere
che graverebbe sul cittadino è la
semplice presentazione di un
progetto che descrive l'operazione che si vuol fare: tale progetto, corredato dagli elaborati
tecnici, planimetrie ed autocertificazioni, deve essere dunque
presentato presso lo Sportello
Urbanistico (ndr. in via Diocleziano 330). Fin qui la teoria. In
pratica, però, questa procedura
spesso è ignorata: anzi vengono
rilasciate autorizzazioni prive
di determinati nulla osta. Ovvio
allora che il provvedimento finale, anche se rilasciato da una
pubblica amministrazione, risulta essere incompleto e viziato perché mancante di pareri
necessari e normativamente
previsti. E così vengono lesi l'interesse del cittadino e anche l'interesse dello Stato che, non a caso, prevede la formalizzazione
di alcuni nulla osta per la tutela di un diritto sovrano che, nel
“caso Rodinò”, è l'interesse tutelato con il vincolo storico-artistico della piazza.
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PRIMO PIANO
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
5
Viale Gramsci, vince il killer delle palme
LA STORIA. Il Comune non investe nella lotta al punteruolo rosso. Il risultato?
Venti alberi abbattuti. Il flagello dilaga. Ma c’è una speranza: la lotta biologica
Alvaro Mirabelli
ranne poche eccezioni,
all'inizio non se n'è
accorto nessuno: quando
poi il Punteruolo Rosso, un
feroce parassita la cui larva
divora le palme e le uccide,
ha iniziato a far stragi in città
(ma il problema riguarda
tutti paesi mediterranei) era
già troppo tardi.
Nemico invincibile. Ora,
dopo due anni, il coleottero
killer, secondo gli esperti, è
ufficialmente insediato in
Campania: e le palme se le
mangia vive a una velocità
impressionante. Una specie di
Alien, in apparenza invulnerabile che di suo ha già una
forza d'urto ad alto impatto
epidemico, ma che a Napoli
ha trovato un'autentica pacchia nella negligenza istituzionale. Del flagello vegetale,
della svogliatezza colpevole
che ha scortato la strategia di
contrasto al letale insetto,
Chiaia Magazine si è occupata a più riprese, concentrandosi su uno degli scenari più
devastati dal punteruolo:
viale Gramsci. Nello splendido boulevard di Chiaia, de-
T
nunciava a febbraio la rivista,
il trattamento delle prime 5
palme infette individuate si
era risolto in uno sgangherato bricolage di misure tampone. L'allarme lo aveva lanciato per primo il consigliere
municipale Massimo Gallotta. Seguì, poi, a ruota l'Sos
dei residenti, documentato
da foto inquietanti: dopo il
taglio degli apici e delle
chiome, infatti, le parti superiori dei monconi, secondo la
rigorosa normativa ambientale, erano state incappucciate in attesa di un abbattimento integrale da effettuare in
tempi strettissimi. Le istantanee, scattate il giorno dopo
l'intervento dai cittadini,
rivelarono però numerosi
residui infestanti abbandonati sul terreno: e qualcuno si
prese persino il disturbo di
mettere sotto vetro alcune
larve.
Niente fondi per le palme.
Testimonianze a parte, però,
il vero guaio è stato un altro:
alla faccia di tutti protocolli
ambientali in materia, i 5
monconi, invece di essere
tagliati e distrutti immediatamente, sono restati lì a far
danni per mesi. Sotto il profilo fitosanitario un vero e
proprio autogol. Non casuale.
Inevitabile anzi. E per una
ragione precisa: la Giunta
Iervolino non aveva fondi da
investire contro la peste delle
palme. Così a settembre è
arrivato il peggio: proprio
mentre i politici di Palazzo
San Giacomo finanziavano
Piedigrotta 2008 con
1.600.000 euro, ai demoralizzati tecnici del Servizio Parchi (che dipende dall'assessorato comunale all'Ambiente)
non è restato che constatare
l'irreparabile: la strage marciava a ritmi esponenziali.
Dopo le prime 5, ad esempio,
in viale Gramsci altre 15
piante sono andate in malora. Per non parlare di quelle
sospettate di essere infette.
Un salvagente al Comune,
però, lo ha lanciato la Regione Campania: un «aiutino»
economico, ma quanto è
bastato, ad esempio, per
programmare l'abbattimento
ad horas delle 20 palme
malate di viale Gramsci. E
così, il 7, l'8 e il 9 ottobre è
entrato in azione il Servizio
Parchi Comunale che ha
capitalizzato alla meglio le
scarse risorse disponibili,
procedendo ad abbattere alla
radice le piante ormai collassate e a distruggere i tronchi
sul posto tramite tritatura.
Speranza biologica. Ma i
tecnici del Servizio, che
contro il punteruolo ci stanno mettendo l'anima, hanno
fatto pure di più. Nell'operazione, infatti, hanno coinvolto la Bioplanet, ditta romagnola specializzata nella
lotta biologica al coleottero
mangiapalme (ndr. in città è
impensabile l'uso di antiparassitari chimici). E così la
Bioplanet è sbarcata a Napoli
con la sua arma totale: un
buon carico di nematodi,
microscopici insetti vermiformi in grado di insediarsi
nella larva del punteruolo e
di ucciderla. Quattro le piante campionate e trattate,
ognuna con un diverso grado
di infestazione: “Speriamo
non sia tardi. Il massimo dicono i tecnici - si ottiene
vaccinando le piante sane”.
Così adesso almeno c'è una
speranza: la lotta biologica.
Che finirà su un binario
morto se non arrivano i soldi
per trattare a colpi di nematodi le palme partenopee. Gli
spagnoli, a casa loro, hanno
investito 20 milioni di euro
sull'opzione biologica e hanno avuto ragione. Anche a
Palermo e Pescara non hanno
lesinato sugli euro. A Napoli
invece, conti in rosso a parte,
a preoccupare di solito sono i
criteri con cui si spende il
denaro pubblico: e quella di
eliminare il killer delle palme non sembra essere una
priorità. Un po’ di conti per
capire. Le palme in città sono
2.400: per salvarle tutte con
la lotta biologica occorre far
presto. Ma resta l'incognita
finanziaria: per ogni pianta,
infatti, servono 2.000 euro da
spendere in una decina di
applicazioni a base di nematodi da praticare nell'arco di
2 anni. L'importo globale
dell'intervento ammonterebbe, quindi, a 4.800.000 euro:
una somma in cui il prezzo
del prodotto biologico incide
in minima parte mentre
invece pesa il costo operativo
(tecnici, operai, mezzi meccanici etc). La via è questa: altre
alternative non ce ne sono. E
il tempo è quasi scaduto.
LA FOTO
I PESCATORI DI MERGELLINA. Quello del 13 e 14 settembre è stato un
grande evento per l'«Associazione Pescatori di Mergellina»: l'anima popolare del quartiere è scesa in strada per la solennità in onore di Maria
Santissima dell'Arco. E proprio i pescatori locali hanno accolto i «battenti»
del resto della città in un abbraccio di devozione. Poi la «festa»: con musica e spettacoli pirotecnici. Un genuino momento di fede che i pescatori di
Mergellina hanno dedicato ai fondatori della loro associazione: i fratelli
Raffaele e Luigi Chiaiese. (foto inviataci da Giuseppe Giuseppone)
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
6
La sai l’ultima sul Servizio Giardini?
PARADOSSI. Palazzo San Giacomo trasferisce la gestione del verde pubblico alle
Municipalità. Ma è una scatola vuota: poco personale e attrezzature inesistenti
urocrazia anno zero. Ormai
i colletti bianchi di Palazzo
San Giacomo sono ai giochetti di prestigio. Mandrake gli fa
un baffo. Harry Potter non è nessuno. Stavolta infatti i burosauri si
sono superati: il sortilegio riguarda il Servizio Giardini che scompare da una parte e riappare da
un'altra. Una storia stregata dove
si ride, ma si piange pure. Cominciamo da capo. Innanzitutto
facciamo i conti in tasca al famigerato servizio. E' mai esistito? In
teoria sì, perché sulla carta fino a
qualche tempo fa era menzionato
nell'organigramma funzionale
del Comune di Napoli: ma ora,
sim sala bim, è semplicemente
sparito dai quadri di Palazzo San
Giacomo. Andiamo avanti. Da chi
dipende,o dipendeva? Dall'assessore all'Ambiente Rino Nasti. A cosa serve, o serviva? Beh, a pulire
aiuole, potare rami, piantare fiori. Pulire? Potare? Piantare? Parole grosse. Perché se qualcuno ha visto giardinieri in azione, parli
adesso o mai più; anzi se c'è qualcuno che ha visto in giro un'aiuola decente, ci dica dove perché è
un evento. Qualcuno racconta di
un giardiniere avvistato nel 2001
a piazza dei Martiri ma nessuno
gli crede. Insomma, il Servizio
Giardini c'è ma non c'è. Un'illusionismo alla Silvan? No. La spiegazione è più terra terra e ci racconta di un'amministrazione comunale dalle mani bucate che
spende dappertutto tranne dove
dovrebbe. E a questo punto indovinate chi sono le cenerentole di
Palazzo San Giacomo, gli ultimi
mento di alcune deleghe ai governi di quartiere è previsto dal
decentramento. C'è solo un ma: il
Servizio Giardini, che già era una
scatola vuota, resta una scatola
vuota anche alle dipendenze delle Municipalità. Insomma solo
una sigla: dietro c'è il vuoto assoluto. Riepilogando: una cosa che
non esiste e che tuttavia scompare da una parte e riappare da un'altra. Magistrale! Alla Municipalità
Chiaia-Posillipo-S. Ferdinando, ad
esempio, stanno ancora applaudendo. Il fatto è che al presidente
Fabio Chiosi e al suo vice Maurizio
Tesorone, la mattina del primo ottobre si è presentato a sorpresa un
agronomo. Chi era? Il Servizio
Giardini in carne e ossa che si metteva a disposizione. Lui solo e basta. Spedito lì dall'assessorato all'Ambiente. «Con me - ha però confessato - arriveranno 15 giardinieri, 7 per Chiaia, 8 per Posillipo,
nessuno per S. Ferdinando». E poi
è andato ai dettagli. E cioè che i
giardinieri non hanno un caposquadra, non hanno le tute regolamentari, del resto inutili visto
che non esiste uno spogliatoio dove cambiarsi, non hanno le scarpe
anti-infortuni, hanno 4 tagliaerbe ma 3 sono rotti e uno funziona
quando gli pare, hanno una falciatrice elettrica ma è fuori uso, infine hanno una grotta in via Chiatamone dove riporre gli «attrezzi». Insomma «l’Armata Brancaleone» aggiornata al 2008. L'aplomb istituzionale di Chiosi è andato in frantumi: «Se il Comune
vuole affossare la Municipalità, allora è sulla buona strada».
B
della lista quando si tratta di ricevere fondi, gli extracomunitari
della macchina comunale. Ve lo
diciamo noi: quelli del Servizio
Giardini. Gli stessi che da 2 anni
provano a combattere senza quattrini contro il coleottero che uccide le palme di Napoli; gli stessi
che, per fare il proprio dovere, da
sempre bussano invano a denari
alla porta della giunta Iervolino.
Insomma: giardinieri, realtà virtuale. E a questo punto la storia si
complica perché rispuntano i maghi di prima con un altro prodigio: questa «cosa», che di per sè
non esiste, dal 29 settembre, per
disposizione del Direttore Generale del Comune Luigi Massa, ha
cambiato padrone. Nel senso che
d'ora in poi gli addetti al Servizio
Giardini non sono più diretti dall'assessore all'Ambiente, ma dalla
Municipalità in cui operano: e fin
qui va bene perché il trasferi-
L’ORA LEGALE
di ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI
SULLE CARTELLE ESATTORIALI
La Corte Costituzionale, con l'ordinanza n.377 del
9.11.2007, ha messo ordine anche in questa materia stabilendo che «l'obbligo imposto ai concessionari di indicare
nelle cartelle di pagamento il responsabile del procedimento….ha lo scopo di assicurare la trasparenza dell'attività
amministrativa, la piena informazione del cittadino e la
garanzia del diritto di difesa, che sono altrettanti aspetti
del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica
amministrazione». Questa pronuncia è significativa sia
perché contrasta con quanto sostenuto da vari giudici di
merito, anche tributari, sia per la vasta applicabilità del
principio enunciato a tutte le cartelle di pagamento, per
intenderci anche - quelle odiose ed invise - emesse dal
Servizio Nazionale di Riscossione ex Gest Line, ora Equitalia spa sia, infine, per la parificazione alle amministrazioni
pubbliche delle Regioni, delle Province, dei Comuni e di
tutti gli Enti che gestiscono servizi pubblici o svolgono
comunque attività di pubblica utilità. Secondo la Corte,
l'attività svolta dai concessionari della riscossione al fine di
formare la cartella - cioè il provvedimento - costituisce un
vero e proprio procedimento amministrativo per il quale,
quindi, è necessario uniformarsi a tutte le regole stabilite
dalla L.241/90 e successive modifiche in cui sono indicati i
principi generali in materia di procedimento amministrativo come a quelle contenute nello Statuto dei diritti del
Contribuente. Tale principio è espressione della salvaguardia dei diritti del cittadino che deve essere garantito, nell'attività con la Pubblica Amministrazione, che questa, essendo in posizione di supremazia, impronti la sua attività ai
criteri di imparzialità, trasparenza, efficacia, pubblicità e
buon andamento. Ma per il lettore qual è la conclusione?
Alla notifica della prossima cartella - prima o poi ci siamo
capitati tutti - è necessario prestare attenzione anche alla
corretta stesura del provvedimento emesso. Se questo è
sprovvisto dell'indicazione del responsabile del procedimento che ha dato vita al provvedimento notificato, vi è
sicuramente un motivo - salvi gli altri eventualmente nel
merito - per proporre opposizione. In bocca al lupo!
CIAO AFRICA
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PARTENOPEO? FIGLIO D’ATALANTA
Per i possessori della Card
e occasionissime!
di BEPPE AIROLDI
a Wikipedia
D
ho imparato
perché, nonostante sia bergamasco, voglio bene ai
Napoletani.
«Atalanta, che era
una ninfa, per
accontentare il
padre, sicura dei
propri mezzi,
promise di sposarsi solo con chi
l'avesse battuta in
una gara di corsa.
La posta era
altissima: ciascun pretendente che non ne fosse uscito
vincitore, sarebbe stato ucciso. Nessuno riuscì a batterla
finché non arrivò Melanione (insieme con lei nel quadro di
Guido Reni) che, profondamente innamorato, volle cimentarsi nella rischiosissima impresa chiedendo aiuto ad Afrodite.
La dea diede allora a Melanione tre mele d'oro tratte dal
Giardino delle Esperidi ed egli, seguendone il consiglio,
lasciò che cadessero una ad una durante la corsa. Atalanta
ne risultò irresistibilmente attratta e si fermò ogni volta a
raccoglierle perdendo così terreno prezioso e, infine, la
stessa gara. Tempo dopo i due sposi incorsero nelle ire di
Afrodite, offesa per averli scoperti ad amarsi in un tempio
dedicato a Cibele. Per punirli decise di trasformarli in leoni
perché i greci ritenevano che i leoni non si accoppiassero
tra loro. Nonostante ciò Atalanta ebbe da Melanione un
figlio: Partenopeo».Site piezz 'e core.
sconti
LE CONVENZIONI
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via Cappella Vecchia 47 ha appena
aperto i battenti un negozio di abbigliamento tutto nuovo, nella forma e
nella sostanza. Si chiama Q.E.N. e già
a cominciare dal nome si presenta
subito come qualcosa di diverso dal
solito. Q.E.N., è infatti l'acronimo per
«Questa è Napoli», dichiarazione di
orgoglio partenopeo che nasce da
un preciso progetto: dimostrare che
anche a Napoli, nonostante tutto, «si
può fare». Gli ideatori del marchio e
della filosofia che ne è alla base, sono Fabio Sannino e Luca D'Alessandro, titolari della «Starbox Communication». Insieme hanno brindato al-
l'inizio della nuova avventura imprenditoriale offrendo un cocktail
aperitivo ad amici e conoscenti che
hanno partecipato all'inaugurazione,
seguita in diretta da «Radio quinta
rete» e rallegrata dalla musica live del
mandolinista Pierangelo Fevola. Erano presenti, tra gli altri: Tullio Mattone, Alan De Luca, Yuliya Mayarchuk,
Angelo Di Gennaro, Marco Fasano,
Fabrizio Fierro, Gigi Gison, Enzo Busiello, Antonio Pugliese, Angelo Savino. Il negozio, oltre ad essere punto vendita dell'omonimo marchio di
abbigliamento femminile, è anche un
outlet di grandi firme uomo e donna.
All'interno, inoltre, un corner dedicato alle esclusive borse «Momaboma», pezzi unici dal gusto vintage,
realizzate con vecchi giornali, dischi
in vinile, pagine di quaderni riciclati.
Riguardo allo stile, il marchio Q.E.N.
è orientato a una moda giovane,
Nuovo store
a via Cappella
Vecchia 47
nel segno
dell’orgoglio
partenopeo.
Outlet di grandi
firme e moda al
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da un’idea del
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sportiva e di classe. Alla ricca collezione di jeans dal taglio super femminile - il pezzo forte della nuova griffe - si affiancano la maglieria, le felpe e i giubbotti. Dietro ogni capo c'è
un'accurata ricerca di tessuti, manifatture e tendenze moda, proiettata
alla realizzazione di un prodotto d'abbigliamento femminile dall'ottimo
rapporto qualità-prezzo e, soprattutto, interamente ideato, fabbricato e
distribuito a Napoli. Indossare un capo Q.E.N. significa, quindi, non solo
scegliere qualità e bellezza, ma anche dire a tutti «orgogliosa di essere
napoletana». E non solo. Q.E.N. significa anche impegno sociale. Infatti, acquistando un prodotto del
marchio si devolve automaticamente 1 euro a favore di una associazione benefica che opera sul territorio
partenopeo. Si comincia con il carcere minorile di Nisida.
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
8
Via Vittoria Colonna,spuntano i dissuasori
RIQUALIFICAZIONE. Una lettera su Chiaia Magazine sollevò il problema dell’assenza
dei paletti. Paolo Santanelli: «Subito una conferenza itinerante sull’esito dei lavori»
el numero di settembre di
Chiaia Magazine, un lettore, Eugenio De Maria,
segnalò, con una lettera pubblicata nella pagina «Sos Chiaia», la
mancata installazione dei dissuasori in via Vittoria Colonna,
inizialmente prevista nell’ambito dei lavori per il restyling della zona. Per rispondere al quesito, manifestato con disappunto
dal lettore, interpellammo l’architetto Luigi Ugramin, responsabile del Servizio comunale di
Arredo Urbano e direttore dei lavori di riqualificazione che nell’occasione dichiarò: «Da alcuni
residenti di via Vittoria Colonna mi sono giunte anche richieste precise di non mettere i dissuasori. In ogni caso la scelta di
non utilizzare i paletti è stata
imposta dal Servizio Traffico e
Viablità che effettivamente considera i marciapiedi di via Vit-
N
Scatti da via Vittoria Colonna (foto tratte dal blog www.chiaiapernapoli.org)
toria Colonna troppo stretti per
sopportare un ulteriore restringimento nel caso si installassero
i dissuasori che, così, provocherebbero disagi ai pedoni. In ogni
caso il rischio di sosta selvaggia,
segnalato dai cittadini, verrà va-
lutato attentamente». E, in effetti, più che valutato, è stato rivalutato in quanto, dopo una decina di giorni dalla nostra segnalazione, in via Vittoria Colonna sono comparsi i dissuasori atti a salvaguardare l’invasio-
ne dei marciapiedi da parte delle auto in sosta. La questione è
saltata agli onori della cronaca
anche grazie alla denuncia di
Paolo Santanelli, presidente di
Chiaia per Napoli-Movimento Società Civile che, in un articolo pub-
CHIAIA, SPARITE LE CAMPANE
PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
ZONA A TRAFFICO LIMITATO:
ACCORDO TRA NUZZOLO E CHIOSI
Due segnalazioni dai nostri lettori. La prima. A
via Chiaia residenti e commercianti sull'orlo di
una crisi di nervi: motorini che vanno e che vengono, auto in un senso e nell'altro, sosta selvaggia. Ma zero controlli: vigili impotenti di fronte
alla trasgressione di massa. La seconda. «Che fine hanno fatto - si chiede il signor Peppe Esposito - le campane per la differenziata in via Martucci? E quelle vicino al Pan? E quelle a piazza
Amedeo? E a via Chiaia mancano. Vergogna!»
Dal 25 ott. una nuova Ztl nel cuore di Chiaia. Ogni
sabato (dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 21) potranno accedere alla Ztl solo le auto di residenti, disabili, forze dell'ordine e di emergenza. 2 i varchi di
accesso, a via Morelli e a via Belledonne, Intanto
un’altra misura antitraffico prevede l'uso della corsia preferenziale per i veicoli diretti da piazza S. Pasquale a piazza della Repubblica. L'iniziativa nasce da
un'intesa tra l'assessore alla Viabilità Agostino Nuzzolo e il presidente della Mun.1 Fabio Chiosi.
MEDICINA: INTERVISTA ALL’ANDROLOGO FRANCO IACONO
Centro Urolab, la terapia dell’«elisir»
«L’invecchiamento è un processo fisiologico, non uno stato di malattia spiega il professor Franco Iacono (nella
foto), urologo, andrologo e creatore del
Centro Urolab a via Caracciolo (tel. 081
7611398), costretto a dedicare metà del
tempo di ogni visita a tirare su il morale a pazienti che non si sentono più
all'altezza della situazione - . L'invecchiamento è inevitabile, sono però
evitabili molte delle complicanze
legate all'invecchiamento. Alcune
malattie sono tipiche dell'età più
avanzata e la scienza più moderna ci
consente non solo di curare ma anche
di prevenire molti degli eventi patologici legati all'invecchiamento».
L'andrologia, specialità medica dedicata alla sessualità maschile, con i successi scientifici più recenti e l'avvento
di molecole finalizzate al trattamento
del deficit erettile, consente al maschio una funzione sessuale praticamente senza limiti di età. Le ultimissime ricerche sulle alterazioni microstrutturali dei corpi cavernosi e del
ruolo svolto nel determinismo del
deficit erettile, pubblicate da Iacono
sulle più autorevoli riviste scientifiche
internazionali e raccolte in una monografia (Deficit Erettile, ELI editore), han-
blicato su Il Corriere del Mezzogiorno del 5 ottobre e sul blog
www.chiaiapernapoli.org, ha posto l’accento sulla «qualità dell’esecuzione dei lavori e la loro
tenuta nel tempo». Santanelli,
infatti, ha sottolineato come
quello dell’installazione dei paletti sia stato «l’unico dato positivo in questa storiaccia, avendoci consentito di rientrare a casa passando comodamente su
marciapiedi senza essere costretti alla oramai abitudinaria
gimcana fra le auto».
Per continuare ad informare cittadini ed istituzioni sullo stato
attuale dei lavori, Santanelli ha
anche lanciato l’originale proposta di un sopralluogo coi giornalisti lungo le strade del restyling, una sorta di conferenza
stampa itinerante, iniziativa alla quale la prima Municipalità
però non ha ancora aderito. (r.g.)
no aperto la strada a nuove proposte
terapeutiche per ripristinare e conservare sempre giovane la funzione sessuale. Ma la ricerca non si ferma. Il
medico napoletano e la sua equipe
stanno conducendo uno studio sull'impiego dell'associazione di piccole dosi
giornaliere di testosterone ad assorbimento trans-dermico, sildenafil per via
orale e applicazioni di onde d'urto sul
tessuto cavernoso. Molto incoraggianti
i risultati sul mantenimento-recupero
della funzione sessuale dei soggetti
anziani o affetti da deficit erettile.
Questa associazione terapeutica potrebbe costituire al momento il vero e
proprio «elisir» di lunga vita sessuale
nel maschio.
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
9
Galleria Umberto, barboni sui ponteggi
LA DENUNCIA. Il permanere delle impalcature offre riparo a numerosi senzatetto
Emergenza igienico-sanitaria: insorgono i commercianti. Disagi fino al 31 dicembre
Rita Giuseppone
amerata sita al centro di
Napoli, zona San Ferdinando, decine di posti letto su più piani, servizi in comune, vista panoramica, alloggio
gratuito. Questo potrebbe essere
l’annuncio per descrivere lo stato attuale della Galleria Umberto I che qualcuno ha ribattezzato con ironia «Grand Hotel Umberto». I lavori di ristrutturazione, che sono partiti più di un
anno e mezzo fa, sono ancora in
alto mare e le impalcature issate per permettere le operazioni
di manutenzione sono diventate l’incubo di commercianti, turisti e passanti, nonché dimora
di numerosi senzatetto. Oltre all’ingombro dello spazio, e il conseguente danno agli esercizi
commerciali ubicati all’interno
della struttura, la presenza delle impalcature ha scatenato
un’emergenza igienico-sanitaria
degna di quella dei tempi del colera e del conseguente Risanamento del 1885 che portò al progetto e alla realizzazione della
Galleria stessa. «Abbiamo toccato il fondo, ora non ci resta che
scavare». E’ la triste osservazione
di Antonio Barbaro, titolare del
gruppo di negozi d’abbigliamento presenti in più punti della struttura e presidente del Comitato Commercianti Galleria
Umberto I, che, con una pittoresca manifestazione, ha occupato le impalcature lo scorso 15
settembre, bloccando i cantieri
in segno di protesta.
LA SEGNALAZIONE
C
di MASSIMO GALLOTTA
VIA CATULLO
E I PALETTI
ARRUGGINITI
pesso le nostre strade e i
S
nostri marciapiedi restano abbandonati e degradati
fino a quando non accade
qualche incidente o infortunio. In via Catullo sono
Galleria Umberto, posti letto tra i ponteggi
La rivolta dei commercianti ha
sortito l’effetto di mobilitare Felice Laudadio, assessore all’Edilizia del Comune di Napoli, che
si è offerto di sedersi al tavolo
delle trattative coi rappresentanti del comitato dei commercianti e la società appaltatrice
dei lavori. «Ringraziamo Laudadio per la sollecitudine mostrata - spiega Barbaro - grazie a lui
abbiamo potuto esporre le nostre difficoltà e giungere ad un
accordo che speriamo s’impegnerà a rispettare».
Il documento, firmato in Comune agli inizi di ottobre da tutte le parti coinvolte, prevede la
messa in atto di diverse misure
per la tutela di commercianti e
pedoni, in primo luogo tempistica e logistica dei lavori: le impalcature dovranno sparire entro il 31 dicembre e gli operai
interverranno all’interno della
galleria a zone alterne, cosa già
prevista dal progetto originario,
come ci spiega anche Barbaro:
«Dovevano ristrutturare le navate e la cupola in momenti diversi -precisa - ma lo slittamento
dei lavori ed il timore di perdere i fondi europei che li finanziano, hanno costretto il Comune ad accelerare i tempi, impegnando la Galleria sia al centro
che in tutte le entrate. Inoltre,
abbiamo ottenuto che si torni
all’utilizzo del deposito per i materiali di via Verdi, dato che in
questo momento sono accantonati anch’essi sotto la Galleria,
bloccando l’entrata antistante al
San Carlo e diventando le suites
preferite di barboni ed extracomunitari con tanto di servizi
igienici inclusi». Il comitato ha
anche richiesto l’illuminazione
dei passaggi pedonali tra le impalcature e la rimozione delle
acque piovane. Più decisi, invece,
sono i toni di Antonio Pace, pre-
sidente dell’Ascom Napoli, il
quale denuncia «una grossa incompentenza da parte della società appaltatrice, per il tipo di
impalcature che hanno scelto di
realizzare, soprattutto per ristrutturare la cupola nella quale verrà installata una struttura
assurda, e per come le hanno
realizzate: quando c’erano i ponteggi nella navata che dà sul San
Carlo avevano lasciato a stento lo
spazio per far passare un pedone alla volta». E conclude sollevando un lecito dubbio sulla regolarità della progettazione e
sullo svolgimento dei lavori: «Sono ragionevolmente scettico. Basti pensare che hanno impiegato 14 mesi per ristrutturare due
navate. Ora ci promettono di realizzare le restanti due navate e la
cupola in tre mesi. Se ci riusciranno è bene ma viene spontaneo chiedersi: che cosa hanno
fatto fino ad oggi?»
presenti dei paletti (nella
foto) che da tempo hanno
raggiunto un tale livello di
ruggine che basta toccarli
inavvertitamente con la
mano per rischiare una
infezione. Immaginiamo se
qualcuno ci sbatte contro
con uno scooter! La rabbia è
che basterebbe una leggera
verniciatura, anche una
sola volta all’ anno, per non
farli ridurre in queste condizioni assurde.
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
10
Morti bianche, dibattito alla Parthenope
L’EVENTO. Presentato il saggio «Il costo umano del lavoro» di Giovanni Grieco
Il rettore Gennaro Ferrara: «Il libro merita di essere adottato dall’Università»
PIAZZETTA ERITREA: DISAGI PER LINEA 6
Residenti contro il cantiere
Nicola Sellitti
ambiare pagina. Una svolta tecnologica cha abbatta il muro dei tragici incidenti che ogni giorno avvengono sui posti di lavoro del nostro Paese. E’ l’unica soluzione
al problema delle morti bianche che emerge da «Il costo
umano del lavoro - Morti bianche e speranza tecnologica», volume realizzato da Giovanni
Grieco(nella foto in alto), docente di Medicina del Lavoro, con
esperienza nel Centro studi del
ministero della Sanità, ed edito
da Iuppiter Edizioni. Il testo
analizza l'enorme costo umano
delle morti bianche ma anche
di malattie, infortuni, durata e
qualità della vita che segnano
l’esistenza di chi lavora, in ba-
C
se alla mansione esercitata. Secondo l'autore solo le nuove tecnologie possono dar luogo a
una trasformazione «ergonomica» del sistema lavorativo italiano che sia rispettoso della salute psicofisica dell'uomo, il
quale avrebbe nell'inabilità biologica dovuta alla vecchiaia il
solo limite alla sua operosità.
L’autore, insomma, invoca un
cambio di ottica soprattutto nel
rapporto padrone-lavoratore,
che migliori le condizioni di vita degli ultimi e che superi, forse per sempre, le logiche finanziarie risarcitorie per i danni alla salute. Grieco analizza
anche gli ostacoli al cambiamento del «sistema lavoro». Come la carenza nel parco lavoratori di addetti capaci di utilizzare le nuove tecnologie op-
LO SPORTELLO
di FERNANDO LUDIONE*
COSA SONO I FONDI EUROPEI
a tempo, oramai, si sente parlare, al fine dell'attuazione di una potenziale idea imprenditoriale, di ottenere sostegno dai fondi europei. La politica regionale dell'Unione Europea ha come obiettivo
la riduzione delle disparità esistenti fra le Regioni che
fanno parte dell'Unione Europea con la promozione
della solidarietà fra le Regioni e della coesione economica e sociale per garantire maggiore competitività e scambio di «buone pratiche». I Fondi strutturali sono lo strumento finanziario della politica regionale dell'U.E. destinato a ridurre il divario dei livelli di sviluppo socio-economico tra le varie Regioni, promuovendo la crescita di quelle meno favorite, I Fondi strutturali, riprogrammati ogni sette anni e approvati dalla Commissione Europea, sono erogati tramite la mediazione delle autorità nazionali,
regionali o locali e si concentrano su tre obiettivi prioritari (Convergenza, Competitività, Cooperazione
territoriale europea). La nuova programmazione per
il 2007-2013 (costituita da 5 pacchetti normativi pubblicati in GUUE del 31 luglio 2006) ridisegna il quadro della politica di coesione nel contesto dell'Europa allargata a 27 e si ispira agli orientamenti dell'Unione Europea delineati dalla Strategia di Lisbona per
la crescita, la competitività e l'occupazione. I fondi
a disposizione sono: Fondo di coesione contribuisce
agli interventi nel settore dell'ambiente e delle reti
transeuropee, destinato agli Stati membri con un
reddito nazionale lordo (RNL) inferiore al 90% della
media comunitaria; Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) promuove investimenti pubblici e
privati nonché la riduzione degli squilibri regionali dell'Unione; Fondo sociale europeo (FSE) sostiene
D
pure come la mancanza di una
cultura diffusa nell'uso dei suoi
prodotti innovativi. Una sala
gremita di professionisti, studenti e curiosi ha assistito alla
presentazione del volume, avvenuta il 10 ottobre, a Villa Doria D'Angri, presso l'Università
degli Studi di Napoli «Parthenope». Nel corso della conferenza hanno tenuto a battesimo il libro i professori Francesco De Simone, Marco Esposito, Luigi Moschera, Alfredo Arpaia, il Preside della Facoltà di
Giurisprudenza Federico Alvino e il Rettore dell'ateneo di via
Petrarca, Gennaro Ferrara.
Quest'ultimo non ha escluso
che il volume scritto da Grieco
possa in futuro essere «adottato» dalla Parthenope per il proprio corso di studi.
*Picozzi & Morigi - Studio Legale
Napoli, piazza Piedigrotta, 15
Tel. 081.7618008 - Fax 081.664465
([email protected])
le politiche riguardanti la promozione e il miglioramento dell'occupazione, della qualità e della produttività del lavoro; Fondo europeo pesca (FEP) è volto a garantire la stabilità delle attività di pesca e a
equilibrarle rispetto alle risorse ittiche disponibili;
Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR)
contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale
sostenibile nell'Unione Europea.
L'azione dei Fondi strutturali nella nuova programmazione contribuisce al conseguimento di tre obiettivi: l’obiettivo Convergenza (relativo a FESR, FSE e
Fondo di coesione) intende favorire lo sviluppo delle Regioni meno avanzate con investimenti su risorse umane, ricerca e innovazione; di questo obiettivo fa parte la Calabria; l’obiettivo Competitività regionale e occupazione (relativo a FESR e FSE) mira a
rafforzare la competitività delle regioni nonché l'occupazione a livello regionale; l’obiettivo Cooperazione territoriale europea (relativo al FESR) intende
promuovere la cooperazione transfrontaliera con
iniziative congiunte a livello locale e regionale.
Una novità della programmazione 2007-2013 consiste nell'adozione, da parte della Commissione Europea, di tre nuove iniziative di coesione, le cosiddette
tre «J»: Jaspers (Joint Assistance to Support Projects
in European Regions) promuove assistenza congiunta
per sostenere progetti nelle regioni europee, Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium
Enterprises) garantisce risorse congiunte europee
per micro, piccole e medie imprese; Jessica (Joint
European Support for Sustainable Investment in City
Areas) offre supporto congiunto europeo per investimenti sostenibili nelle aree urbane.
Sos da piazzetta Eritrea: il cantiere qui allestito da qualche settimana con funzione di appoggio logistico ai lavori di realizzazione della linea 6 del metrò provoca, secondo i residenti, non pochi
problemi. Tutte le segnalazioni concordano su un punto: il generatore presente all'interno della recinzione è fonte di inquinamento acustico ed il rumore della macchina, a volte in funzione
per giornate intere, è in grado a volte di disturbare la conversazione anche a parecchie decine di metri di distanza. La struttura
stessa della piazza, poi, che ha la forma di un bunker, amplifica a
dismisura i decibel prodotti dalle macchine. Il cantiere assolve il
ruolo di snodo dei materiali estratti dal sottosuolo e provvede
anche al compito importante di ventilare, tramite due enormi
silos, lo scavo sotterraneo. I residenti, però, segnalano anche un
altro inconveniente: all'interno dell'area è in funzione un camino
dal quale frequentemente fuoriesce un fumo denso e maleodorante che si sparge sulle abitazioni circostanti. L'interrogativo dei
cittadini riguarda appunto la natura e la composizione di queste
emissioni, e qualcuno, a scopo precauzionale, ha presentato
anche un esposto ai Carabinieri. L'intenzione, quindi, è quella di
ottenere spiegazioni e garanzie dall'Ansaldo, concessionaria dei
lavori, circa l'innocuità delle esalazioni. L'altra legittima esigenza
è quella di conoscere la durata del cantiere anche se i soliti bene
informati ne indicano la chiusura entro l'anno. Il problema è
stato portato a conoscenza della prima Municipalità
PIAZZETTA ASCENSIONE
Nuova stagione al Blue Cafè
Riapre i battenti il Blue Cafè in
piazzetta Ascensione 2, con un
combattivo programma di offerte
per la propria clientela. Il popolare
locale nel cuore di Chiaia si propone
alla movida con un'immagine
rinnovata, ossia nella doppia veste
di bar dalle 7.30 alle 17 e di pub
dalle 20 fino a notte inoltrata. Un
passo ambizioso giustificato dall'abbondanza di spazio: nell'ambiente
frontestrada a colpire è il design
modernista degli arredi e del bancone metallico, in elettrizzanti toni
blu e azzurri, mentre, al piano
inferiore, si volta pagina con un'accogliente tavernetta in stile tradizionale. Tra le carte vincenti del
ritrovo quella di un buffet con un appetitoso assortimento di
stuzzicherie: infatti accanto ai panini, alle bruschette, ai crostoni
e alle «zingare», si fa onore una sfiziosa esposizione di contorni
tipicamente napoletani. Di sera, invece, il Blue Cafè cambia pelle,
rilanciandosi come wine bar e cocktail point: in tempi stretti, poi,
la tavernetta ospiterà anche session di musica. La struttura è
aperta a mostre e iniziative culturali. Tel. 081.6583974
VIA SANTA TERESA A CHIAIA
Si rinnova «Il marciapiede»
Originale, sorprendente, decisamente trendy: si rinnova «Il marciapiede», (Via S. Teresa a Chiaia 41 b, tel.
081.413719), wine bar che si propone di divenire uno dei punti di
riferimento della movida partenopea. Vedendo l’affluenza nel locale
negli scorsi weekend, l’impressione
è che «Il marciapiede» sia già entrato nella hit parade dei luoghi più
gettonati del by night di Chiaia.
Buon vino, cocktail fantasiosi,
stuzzicherie gustosissime (vi consigliamo le parigine e le mozzarelline), musica di qualità e soprattutto
un’accoglienza davvero speciale:
queste le carte vincenti messe sul tavolo da Francesco Papaccio,
proprietario e deus ex machina del ritrovo che, con l’aiuto del
cugino Giuseppe Papaccio e di Nicolò Palestino, è riuscito a
rilanciare alla grande il locale. Tra gli appuntamenti da non
perdere al Marciapiede segnaliamo il 31 ottobre la festa di Halloween. Come da tradizione, tra zucche, dolcetti e scherzetti.
c h i a i a m a ga z i n e
SAPERVIVERE
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
ChiaiaNotes detta il ritmo della movida
IL PROGRAMMA. 10 artisti in concerto per il primo festival musicale itinerante
nei locali e teatri di Chiaia. Dal Trip al Sannazaro tra chill out, funk e black music
Laura Cocozza
i scrive Chiaia Notes e si
legge dodici ore di musica non stop per le
strade di Chiaia: il primo festival musicale organizzato
dalla Municipalità I porta a
Napoli una carovana di giovani artisti provenienti da
tutta Europa, per dare vita
ad una rassegna di musica
live interamente gratuita.
Un primo esperimento di
“movida disciplinata”, nato su iniziativa dell’assessore municipale al Divertimento Notturno, Alfonso
Brancaccio, che diventa
un’occasione per tutti di
ascoltare dal vivo dieci artisti riconosciuti all’avanguardia nel loro genere. Lo
start d’inizio è dato alle 12
al Trip di via Martucci che
ospita Climnoizer, napoletano di nascita e berlinese
di adozione, con il suo live
di elettronica pura e concettuale, degno delle rarefatte atmosfere inglesi made in Boards of Canada e
dello sperimentalismo
eclettico targato Matmos.
Dalle ore 17 in itinere per le
strade di Chiaia La Mescla,
gruppo composto da musicisti di diverse nazionalità,
che mescolano e ricompongono elementi nucleari
di culture tradizionali del
Mediterraneo con incursioni nel jazz, rock e punk. Alle 18 al Maxi Ho spa cafe via
C. Poerio si esibisce Joyce
Muniz, dj ed Mc dalla voce
calda e leggera che, da San
Paolo del Brasile si è trasferita a Vienna alla fine degli
anni '90, affermandosi a soli sedici anni nell'attiva scena elettronica cittadina. Il
suo sound spazia dal funk
al minimalismo elettroni-
L’INAUGURAZIONE
S
Bluestone, notti speciali
Alcuni artisti che partecipano al «Chiaianotes festival»: da sin: Dani Siciliano, Joyce Muniz,
The Heavy, Alessio Bertallot, Atari e K*Blast
co, a cui aggiunge spesso
una nota di esotismo. Alle
19, l’ora dell’ormai fatidico
aperitivo, quattro diversi
appuntamenti: al teatro
Sannazaro esibizione degli
Atari, il gruppo che prende
il nome dalla famosa consolle di videogiochi degli
anni '80, per l'essenzialità
del suo sound vintage a 8
bit e per i riferimenti alla
realtà virtuale. Grazie al loro primo lavoro “Sexy games for happy families” sono stati definiti dalla critica come la più fresca ed interessante band in circolazione nella scena indipendente nazionale. Nel frattempo, allo Chandelier di
vico Belledonne, Fiore dj
elabora eleganti atmosfere
chill out seguendo i dettami del suo "guru" Alessio
Bertallot. Sempre alla stessa
ora, al Labra di via Ferrigni
Luyo Sound System dj presenta una selezione di mu-
sica Reggae, mentre allo S'Move di vico dei Sospiri,
K*Blast, che di recente ha
diviso il palco con il rapper
italiano Fabri Fibra, rende
omaggio alla musica black
di ultima generazione con
un singolare dj set.
Alle 20 La Garconne di Via
S. M. Cappella Vecchia ospita lo storico dj Alessio Bertallot, conduttore radiofonico e televisivo e alfiere della club culture in Italia,
nonchè voce degli Aeroplanitaliani e dj resident dei
Magazzini Generali a Milano. Dalle 20,30 in poi, tris di
esibizioni al teatro Sannazaro. Si comincia con la
proiezione di una breve rassegna di artvideoclips. A seguire alle 21, la musica di
Dani Siciliano cantante e
dj californiana che si esibisce in virtuosismi vocali
elaborati e modificati attraverso l'impiego di tre microfoni in contemporanea,
in una cornice di suoni e
ritmi minimali intensi e coivolgenti. Ai suoi valzer elettronici e sensuali esperimenti canori si è appassionato da subito Matthew
Herbert, il produttore più
ammirato e citato di tutto il
panorama elettronico degli
ultimi anni. Il finale della
rassegna è affidato alle 22
ad un funk moderno, potente e morbido allo stesso
tempo, con innesti soul e
blues, suonato con una decisa attitudine rock: è il “peso” con cui i The Heavy arrivano a Napoli dai dintorni di Bristol, sud-ovest del
Regno Unito. Il titolo del loro primo album rende
omaggio a Pulp Fiction ed i
loro strumenti, rigorosamente vintage, e il look del
cantante che, per qualità canore, ricorda sorprendentemente Curtis Mayfield,
sembrano usciti da un Bmovie anni '70.
Non più Farinella ma Bluestone: il locale di via
Alabardieri cambia pelle e si trasforma in qualcosa
di mai visto prima, non solo a Chiaia ma anche in
città. Bluestone come “blues”, che sarà la musica
prevalente, ma anche come
“pietra blu”, il colore che
domina gli interni, completamente rinnovati. Un
luogo multifunzionale e
dagli “effetti speciali” dove
prendere l’aperitivo, cenare
con le prelibatezze di un
rinomato chef, ascoltare
buona musica live, presentare iniziative, allestire
mostre. Bluestone sarà tutto
questo ed anche di più.
Attesissimo l’evento di giovedì 23 ottobre, quando
Rossana Casale inaugurerà il palco ad alta tecnologia, con un concerto dal vivo. A seguire, martedì
28, esibizione degli Avion Travel.
CENA-SPETTACOLO AL «NONLOSÒ»
Magie all’Open party
La Sardegna chiama Napoli e Napoli risponde.
Gemellaggio tra movide giovedì 23 ottobre 2008 al
«Nonlosò» in via Orazio 2. Lo staff dell’Open PartyPorto Cervo, infatti, ha organizzato una cena spettacolo che si preannuncia
davvero vibrante. Due menu
a scelta (uno a base di carne
uno di pesce), ragazze
immagine da mille e una
notte, musica formidabile
con il deejay Fabio M.,
mattatore quest’estate delle
notti in Costa Smeralda,
voice di Angelo Cervo,
instancabile animatore del
by night nazionale. Insomma non resta che prenotarsi, riscaldarsi e lanciarsi sui tavoli per ballare finché
ce n’é. L’organizzazione dell’evento è affidata al
sorprendente Marco Monizio (nella foto con un’amica)
e al carismatico Davide Tosi. Per prenotare un
tavolo alla cena Open party: 3382296037.
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OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
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Spegnere la mente e accendere i sensi
NOVITÀ. Centri del Sole RA di via Martucci: trattamenti innovativi per il benessere
psicofisico. Dall’oriente arriva «shirodara», pratica ayurvedica dall’effetto terapeutico
RIFLETTORI
LDV UOMO OPEN DAY
a frenesia della vita in città
non conosce sosta, e,
sempre più spesso per la
cura del corpo ed il relax ci si
affida a strutture termali e
beauty farms, magari in luoghi
lontani dal caos della città.
Purtroppo non tutti hanno un
week-end o addirittura una
settimana da dedicare a sé
stessi. Per questo Stefania
Castaldo, insieme al marito,
Gianluca Salierno, specialista
del settore, ha scelto di ricreare
vere e proprie oasi di benessere
in città con i Centri del Sole RA
(in via Martucci 32 a Napoli,
c.so Umberto, 78 a Caivano, via
Bramante, 7/9 a Caserta, all'interno delle Officine del Benessere di via Taverna Rossa, 157/A
a Casoria e prossimamente
anche a Milano). Gianluca e
Stefania hanno concepito tutti
i centri secondo una filosofia
che abbraccia psicologia,
tecnologia e svariati anni di
studio per offrire ai clienti
L
molto più che un trattamento
estetico: entrare in uno dei
quattro saloni Centri del Sole
Ra è un'esperienza rilassante e
terapeutica, come ci spiega la
stessa Stefania: «I nostri centri
si propongono come un'oasi
all'interno della metropoli
cittadina. I clienti trovano un
ambiente rilassante, sia per gli
occhi che per la mente, con
musica soft e luci basse, accorgimenti questi che richiamano
il totale relax fisico che stanno
per sperimentare grazie ai
trattamenti specifici oltre
all'estetica tradizionale». Sorprende, infatti, l'originalità e
l'efficacia dei trattamenti
benessere offerti nei Centri:
dopo aver lanciato la cioccoterapia e lo «stone massage»,
Stefania e Gianluca hanno
spostato la propria attenzione
su trattamenti naturali, che
mirano al benessere totale del
cliente, seguendo la strada
tracciata dalle antiche culture
orientali, pioniere della ricerca
dell'equilibrio psicofisico. «È a
questo che mira il bamboo
treatment, indicato per tutti,
in quanto riduce le tensioni,
ristruttura la silhouette e
leviga la pelle, grazie all'olio e
agli speciali bastoni in canna
di bambù che hanno effetti
drenanti, decontratturanti e
defatiganti». I trattamenti si
concludono con la pratica
dello shirodara, terapia ayurvedica che prevede una lenta
colata di olio caldo sul terzo
occhio, il punto al centro della
fronte in cui si accumulano le
tensioni, mitigando così l'ansia, riaccendendo i sensi e
migliorando vista, memoria o
problemi di concentrazione. Di
ispirazione orientale è anche il
Tibet, trattamento eseguito
con sacchettini di spezie. La
vera novità in fatto di benessere Stefania la individua nel
cranial massage: «Di solito si
tende a curare il corpo perché
è lì che si concentrano disturbi
e dolori - spiega - senza pensare
però che è la testa la chiave del
benessere psicofisico. Proprio
per questo il “cranial massage”,
rieducazione al movimento
craniale attraverso manipolazioni, è indicato per tutti i
disturbi legati al cranio come
emicrania, cefalea, cervicale,
ma anche problemi di natura
mentale e nervosa. Se praticato
con periodicità, stimola anche
la ricrescita del bulbo pilifero,
per cui è indicato anche per
l'uomo, e rilassa i tratti del viso
e la sua muscolatura, stressata
da posizioni scorrette mantenute per lungo tempo (ad
esempio davanti al computer)».
Coccolarsi in totale relax nei
Centri del Sole RA è possibile
anche grazie al soap dream,
eseguito con spugne naturali,
sapone di Aleppo, e olio di
Argan, elementi puri e preziosi, dalle proprietà ringiovanenti, esfolianti e antiossidanti.
Sabato 8 novembre LDV Uomo,
il negozio in via Filangieri 19 dedicato ad un raffinato sportswear maschile, celebra il suo
primo anno di attività. Per l'occasione Renato Gagliardi e la
moglie Annamaria hanno deciso
di festeggiare con un “open day”
rivolto a amici e clienti, abituali
e non. Il negozio, che è diventato un punto di riferimento per
agli amanti del cachemire d'autore targato Brunello Cucinelli,
oltre ai famosi e colorati pullover
del marchio, le pashmine, le
giacche e i pantaloni, propone
anche accessori da viaggio quali
valigie e borse da lavoro in pellami naturali con profili in cachemire a contrasto.
PAOLA E ISIDORO
Grande ricevimento a Villa Cilento, in una Posillipo ammantata dal
sole, per festeggiare
il matrimonio di
Paola Russo e Isidoro Sommella che
si sono promessi
amore eterno nella
suggestiva Chiesa
Corpus Christi di
via Manzoni. Damigelle dell’evento le
splendide Anna Lisa Russo, Silvia Wurzumburger
e Valentina Mirando.
SOCIETÀ&COSTUME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
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«Napoli, tanta energia ma poco coraggio»
L’INTERVISTA. Il professore Francesco D’Episcopo, fresco vincitore del «Premio
Masaniello», analizza virtù e vizi della città. Tra le sue passioni Gatto e Striano
Antonella Carlo
a letteratura non sta
soltanto nei libri, negli
scaffali appesantiti
dalla polvere e dal tempo,
nei codici dimenticati in
un lontano ed inaccessibile
archivio: la letteratura è un
mondo colorato e complicatissimo, in cui i linguaggi si mescolano, le emozioni si irradiano veloci e
fanno girare una pagina
dopo l'altra alla luce di una
torcia da campo.
È all'ordine del giorno,
ormai, il dibattito sul senso
della cultura umanistica:
come rapportarsi alle
lettere, alla filosofia ed
all'arte nell'epoca dell'hightech? Ci risponde Francesco D'Episcopo, docente di
Letteratura italiana e Letterature comparate all'Ateneo federiciano. Insignito
quest'anno del prestigioso
«Premio Masaniello» per la
sezione «Critica letteraria»,
il professore è da sempre
un appassionato difensore
L
Il professore Francesco D’Episcopo
della ricchezza della tradizione culturale meridionale. «In un momento di
estrema specializzazione
dei saperi, letterari e scientifici, non bisogna perdere
una visione globale delle
problematiche che ci coinvolgono, come professioni-
sti e come uomini», spiega
D'Episcopo, «il vero segreto
sta, forse, nella capacità
antidogmatica di cogliere
le differenze ed i rapporti
tra codici che si combinano
in maniera intrigante e
suggestiva». Prosa, poesia e
saggistica si confondono
così, in una segreta magia:
al lettore colto ed attento la
capacità di decodificare
questa trama fitta di rimandi e di reciproche
contaminazioni. «Ogni
autore non deve essere mai
guardato in un'ottica esclusiva e monolitica», continua il professore, «un
esempio concreto è offerto
da Alfonso Gatto, considerato quasi soltanto nella
sua dimensione poetica. Io
ne ho riscoperto prose
d'arte, articoli e diari (qualcuno inedito), ed ho tentato di ritrovare le note di un
accento lirico particolarissimo e sofferto, che vibra
in qualsiasi forma di scrittura».
Eppure Francesco D'Episcopo non lega la sua fama di
studioso alla sola opera di
Gatto; al professore, infatti,
spetta il ruolo di aver dedicato la prima ed unica
monografia ad Enzo Striano: «Striano ci ha catapultato nel ventre di Napoli,
una città storica e ferita
che tanto somiglia alla
metropoli caotica di oggi. E
lo ha fatto con un linguaggio fisico e carnale, se
pensiamo che Eleonora de
Fonseca Pimentel modifica
il suo corpo e la sua immagine in relazione alle “epoche” di Napoli. Questo
fascino esercitato dallo
spazio sull'individuo non
può lasciarci indifferenti,
neanche ora, in un momento così difficile per la nostra società».
La consapevolezza della
crisi non impedisce, però,
al professore di rivolgere
uno sguardo fiducioso
verso il futuro: «Io credo
che a Napoli le energie ci
siano, manca forse la capacità di coordinamento ed
interazione tra gli intellettuali: vorrei invitare i
giovani a scommettere su
questa città e sulla sua
cultura, ma so che i rischi
sono tanti. Eppure ci vorrebbe un po' più di coraggio e tutti riusciremmo a
vivere meglio».
AL VIA IL FESTIVAL DELLA LETTURA
CORSI D’ARTE E RESTAURO A PARCO MARGHERITA
PAGINE DA SOGNO «A VOCE ALTA»
Studio Partenope, così si diventa artisti
«Un modo coinvolgente per promuovere il libro e il piacere della lettura
condiviso con gli altri». Questo è, secondo gli organizzatori, il leitmotiv
della seconda edizione napoletana del «Festival della lettura - La pagina
più amata», promosso dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e
dall’associazione culturale Onlus «A Voce Alta» nell’ambito del «Festival
della Lettura - Incontri di Lettura». Il tema del sogno sarà quello predominante nelle pagine di prosa o di poesia preferite e selezionate dagli stessi
lettori che le possono inviare al sito www.avocealta.net o spedirle per
posta ordinaria all’Associazione «A Voce Alta» (via Piedigrotta 21, 80122
Napoli) entro il 25 ottobre. I testi inviati verranno pubblicati in un book
on-line e quindi letti in pubblico dai partecipanti e dalle attrici Maria
Basile e Patrizia di Martino durante l’evento che si terrà mercoledì 29
ottobre al Centro Congressi Federico II di via Partenope, a partire dalle
17.00. Ospiti della serata, insieme ai vincitori del concorso, che saranno
premiati in buoni libro, il regista Mimmo Calopresti, il quale leggerà le
sue pagine più amate sul sogno e il musicista Carmine Guarracino, che
si esibirà alla chitarra con melodie oniriche. Inoltre verrà proiettato il
video di Giuseppe Cembalo sulla chiusura della libreria «Il Pavone nero»
di Napoli. Il 30 ottobre, invece, a Villa Pignatelli, attori e scrittori saranno
presenti per dar vita agli «Incontri di lettura» dell’associazione Soup.
Laura Cocozza
Il seme dell'arte ha messo radici al Parco Margherita. Al civico
36b, nei locali del palazzo adiacente al villino “Paradisiello”,
ha aperto a marzo scorso lo
Studio d'arte Partenope. Un progetto nato dall'amicizia tra Stefania Andria e Marcella Fusco
(nella foto), due donne ad alto
tasso di creatività. Stefania, laureata in storia dell'arte medievale e moderna è esperta di antiquariato, studiosa e restauratrice di maioliche e porcellane.
Marcella, in arte Fosca, invece,
diplomata all'Accademia delle
Belle Arti in pittura, è un'artista
contemporanea. Insieme han-
no deciso di dare vita ad uno
spazio dove lo studio dell'arte e
le sue applicazioni potessero incontrarsi. Ed ecco realizzato Partenope studio che, oltre ad essere l'atelier di Marcella e spazio
espositivo per artisti emergenti, è anche un centro di forma-
zione e di consulenza in campo
artististico, antiquariale e del
restauro pittorico, ligneo, lapideo e ceramico. Alle titolari si affianca un team di collaboratori qualificati. I corsi, ancora
aperti a quanti vogliano avvicinarsi all'arte sia in modo ludico (pittura, pittura creativa, disegno e trompe l'oeil) che per
scopi professionali (restauro pittorico e arredamento d'interni),
hanno già dato buoni frutti: la
prima mostra dal titolo “Riproduzione e sperimentazione” sarà inaugurata venerdì 24 ottobre alle 18 e proseguirà fino al
30 presso i locali dello studio
Partenope. Per info: www.partenopestudio.it.
SOCIETÀ&COSTUME
CRISI E SORRISI. Alla Tabaccheria Postiglione di Largo
Ferrandina a Chiaia tutti parlano di crisi. Bot, azioni, pensioni, assicurazioni, borse, pil, mibtel, ribassi e obbligazioni: si
straparla solo di questo. Tra crisi e sorrisi, Alberto Postiglione, dalla sua cabina di regia dove smista «gratta e vinci» e
numeri fortunati, anche questo mese ha le combinazioni per
uscire dal tunnel della depressione. «Quante chiacchiere su
&
terni favole
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
questa crisi: il terno che consiglio è 10 (ottobre) - 90 (il popolo) - 46 (i soldi). Da giocare su Milano e su tutte almeno per 9
estrazioni». Postiglione non si ferma qui ma ha altri numeri
da donare: «Un’altra combinazione da cogliere al volo è 84 (la
crisi) - 59 (le banche) 48 (i governi): da giocare su Napoli,
Roma, Milano e tutte le ruote fino a dicembre. In più - prosegue il nostro mago del lotto - un ambo tiene banco in queste
ore: 7 e 89, l’ambo del caldo. Combinazione da giocare su
Napoli e Bari per almeno 6 estrazioni». Infine, da tenere
d’occhio, ci confida Postiglione, il terno di San Raffaele che
fa 19 - 24 - 66. Terno da giocare su tutte le ruote, almeno per
11 estrazioni. Dalla crisi si può uscire anche con la fortuna...
14
L’adulazione
è far indossare
le penne di pavone
a una gallina.
La carezzà è sfogliare
un libro senza leggerlo.
Renato Rocco
29 OTTOBRE: PREMIO LETTERARIO «UNA PIAZZA, UN RACCONTO»
SFIZI&NOTE
di MASSIMO LO IACONO
Superantologia per la decima edizione
CARNET COMUNITÀ LUTERANA
Antonella Carlo
con successo la stagione d'autunno
Scheideièsiinaugurata
concerti della «Comunità evangelica luterana»,
tengono alla chiesa di via Carlo Poerio, alle
20,30, il mercoledì. Con un applaudito e bel recital del
duo Aonzo-Buttiero, di mandolino e pianoforte, dedicato in particolare a pagine squisite del repertorio
napoletano, con musiche cioè di autori ormai celebri
date le recenti e frequenti esecuzioni di loro pezzi da
parte di varie iniziative cittadine. Abbiamo quindi
ascoltato Gervasio e Barbella, e Scarlatti jr. preceduto
da Beethoven, la cui suggestiva musica con mandolino
ci mostra un singolare aspetto del grande compositore
nonché una tranche di gusto raffinatissimo dell'aristocrazia boema della fine secolo XVIII.
A seguire c'è stato un altro inconsueto recital, questa
volta di sassofono ed arpa, Andrea Corradi ed Alessandra Ziveri. 15 ottobre, 6 novembre e 26 novembre sono
previsti concerti con pianoforte solo, affidati ad artisti
giovani, Orazio Sciortino, Mattia Ometto, Pasquale
Iannone, con interessanti locandine, soprattutto quella dell'ultima manifestazione, dedicata a grandi trascrizioni. Il trio Rocchino-Centurione-Verone eseguirà
il 12 novembre musiche di autori francesi. Saranno
presenti pure nel recital di Alessandro Crosta e Nadia
Testa, gli auto francesi, accanto a Casella e Vanhal, al
concerto del 22 ottobre. Si definisce così al solito una
stagione ricca di sollecitazioni ad un ascolto colto e
motivato dalla curiosità per pagine inconsuete. La
conclusione del ciclo è affidata al coro «Axia» all’inizio
di dicembre. Tutti i concerti sono gratuiti, sostenuti
dai fondi dell’ «8 per mille».
Mercoledì 29 ottobre pausa nei concerti e serata dedicata al premio letterario di narrativa della comunità,
giunto alla decima edizione. I concerti invece sono
giunti alla tredicesima edizione.
Scrivere in libertà, seguendo la
corrente magmatica delle idee
e della fantasia: è questo il
presupposto culturale del
Premio «Una piazza, un racconto» organizzato dalla Comunità luterana di Napoli e
destinato agli appassionati
della letteratura. Dieci edizioni, migliaia di partecipanti,
moltissime città, italiane e
straniere, coinvolte in una
curiosa e particolare gara della
creatività: il certamen della
scrittura venne inaugurato nel
1999, con una quarantina di
brani sottoposti all’attenzione
della giuria partenopea. Oggi i
numeri sono aumentati in
modo evidente, con duecentocinquanta dattiloscritti ed uno
zoccolo duro di affezionati,
che ad ogni bando del premio
inviano le loro opere. E vincono più volte, come è capitato
ad un architetto emiliano che
ha fatto della letteratura una
passione parallela all'attività
professionale. «Il nostro premio ha conquistato una fama
internazionale grazie alla
fatica nella progettazione ed
alla serietà nella scelta dei testi
vincitori - spiega la coordinatrice culturale delle attività della
Comunità luterana, la professoressa Luciana Renzetti -.
All'inizio i lavori dovevano
essere ambientati nella nostra
chiesa ed a piazza dei Martiri,
mentre oggi il tema è libero,
proprio per garantire l'assoluta
autonomia espressiva degli
scrittori. Abbiamo estimatori
in Italia, in Svizzera, in Inghilterra e siamo imparziali con
tutti i nostri autori: se qualcuno è bravo e si attesta nella top
ten merita di avere i riconoscimenti giusti». Alla vigilia della
prossima premiazione-spettacolo, che si terrà il 29 ottobre
prossimo alla chiesa luterana
(nella foto), la Iuppiter edizioni
LIBRIDINE
Anatomia della camorra nel saggio di Isaia Sales
Aurora Cacopardo
Il saggio di Isaia Sales Le strade della violenza (Ed.
L’ancora del Mediterraneo) ha richiamato alla mia mente l'affermazione di Carmine Donzelli circa le sette vite del Meridionalismo e la
visione dei problemi del Mezzogiorno unitamente legata al tema dell'arretratezza e del sottosviluppo. L'analisi dell’autore mette in evidenza, invece, come cambiano negli anni le fasi, si modificano i termini, si evolvono radicalmente le forme della dipendenza, anche se
la specificità della formazione meridionale resta subalterna e funzionale insieme all'economia della società italiana. Restano, infine,
i grandi filoni di un ribellismo introverso che
Sales fa partire dal 1400 per giungere al 1900.
Ribellismo sociale congeniale alla camorra la
quale non è la mafia. Essa, la mafia, ha origini rurali, legame con il latifondo ed è espressione dei ceti medi in ascesa sociale legati alla
proprietà della terra, mafia che ha stabili relazioni politiche e istituzionali, consensi culturali e sociali dovuti spesso alla identificazione di mafiosità con sicilianità. La camorra non
si identifica né con l’organizzazione chiamata «cosa nostra» né con quanto gli studi più recenti concordano nel definire mafia. La camorra, ripete l’autore, non è la mafia, non lo
è stata alle origini, non lo è stata nel recente
passato e non lo è oggi. Ribellismo sociale, dicevamo, che si manifesterà sotto forma di ideo-
ha pubblicato l'antologia «Una
piazza, un racconto»: in una
sola raccolta, ecco i dodici
finalisti di quest'anno e tutti i
primi classificati dei premi
precedenti, dal 1999 in poi.
«Diffondere una silloge che
incorona il lavoro svolto in un
decennio significa dare spazio
ad una vasta gamma di autori,
più o meno noti, riconoscendo
il prestigio della nostra associazione, che continua a lottare
per la promozione della cultura del territorio: non è sempre
stato facile, ma non abbiamo
mai perso la serietà ed il rigore
professionale nel rapportarci
ad artisti ed intellettuali»,
continua Luciana Renzetti.
Non solo letteratura, dunque,
per la comunità luterana, ma
anche tantissima musica, con i
dieci concerti d'autunno ed i
cinque concerti di primavera:
jazz, classica, repertorio tradizionale vengono riproposti,
con la solita raffinatezza, al
pubblico partenopeo. Ed il 29
ottobre, anche quando si
parlerà di letteratura, spazio
alla melodia con la pianista
Mariagrazia Ritrovato Buonoconto, che accompagnerà la
lettura dei racconti vincitori
del premio con musiche costruite ad hoc per l'occasione.
logia giustificativa dei suoi comportamenti.
Nei fatti, comunque, il pericolo di rivolta delle plebi sarà riassorbito dalla implicita legalizzazione delle attività illegali di sopravvivenza e dell'assegnazione ad una criminalità
detta camorra di funzioni di controllo e di mitigazione del disordine sociale ed urbano. Con
molta puntualità, Sales definisce la camorra
un'associazione criminale sorta nel napoletano durante il dominio spagnolo e sviluppatasi poi nei secoli XIX e XX. A due secoli di distanza la camorra resta criminalità sociale. Per
concludere l'autore pensa che nella integrazione economica, civile e culturale dei ceti sottoproletari c’è la risposta ai problemi che questa realtà pone alla comunità nazionale, napoletana e campana. Finora, questa risposta
non c'è stata. Oggi come ieri in questo obiettivo mancato consiste l'insuccesso della Nazione
verso Napoli e di Napoli verso la Nazione.
SOCIETÀ&COSTUME
OTTOBRE 2008 - CHIAIA MAGAZINE
PAUSA BLOG
LIBRERIA FELTRINELLI
di LEO ARUTA
SEDE DI PIAZZA DEI MARTIRI Infotel 081.402395
Ottobre
22. Studi al conservatorio, corista e solista alla «Scala»,
una voce magica: ora Malika Ayane sforna il suo primo
album, omonimo, sostenuta da special guest come Paolo
Conte e Negramaro. La cantante interviene e si esibisce
dal vivo. Ore 18.
25. In «Amori proibiti. I concubini tra chiesa e Inquisizione» Giovanni Romeo racconta l'intolleranza e le
persecuzioni di cui furono oggetto a Napoli, tra '500 e
'600, le relazioni proibite. Se ne parla con l'autore.
Letture di Ilaria Caputi. Ore 18.
http://leoaruta.simplicissimus.it
IL BOOM DI FACEBOOK
bbiamo più volte citato, in questo spazio,
A
l'ascesa dei social network. Un recente
raduno della community romana di Facebook,
avvenuto lo scorso 11 ottobre nella capitale, ha
messo insieme ben tremila persone. Il tam tam
virtuale ha funzionato alla grande ed è così
che Giovanni, 27 anni, si è ritrovato con i
compagni delle elementari; Fabio ha rivisto
Roberta, antica fiamma del «Mamiani» cui, ai
tempi del liceo, non si era mai dichiarato e che
ora ha potuto riabbracciare grazie a Facebook
Il tutto al ritmo della musica dei «This Harmony» un gruppo, manco a dirlo, esploso in
Facebook. Insomma tutto questo per dire che i
social network oramai hanno permeato la
nostra società e permettono alla gente di
ritrovarsi dopo anni a dispetto delle distanze.
Spesso sento dire, da persone non avvezze al
mezzo, che coloro che frequentano i social
network vivono una vita esclusivamente virtuale passando tantissimo tempo davanti al freddo
schermo di un computer: niente di più sbagliato. Come si è visto a Roma, la Rete aiuta le
persone a creare relazioni nuove o a riscoprire
quelle passate, nella vita reale. Il tutto in nome
dell'amicizia. Attenzione: qui il concetto di
amicizia assume un valore nuovo. Essere in un
social network significa aprirsi alla conoscenza
di persone spesso sconosciute. E’ lo spirito
fondamentale per chi si affaccia in questo
mondo e se non si è disposti verso gli altri
nessun problema, non si è costretti ad accettare
richieste di amicizia. Però in tal caso è meglio
restarne fuori: che senso avrebbe stare in un
posto in cui si va per conoscere e farsi conoscere, per poi negarsi? Infine un'ultima considerazione sulla penetrazione di internet nella
nostra società. Sento sempre più spesso citare,
da persone che un anno fa non avevano nemmeno l'Adsl, termini come youtube, yahoo,
msn, chat etc.. Inoltre vedo che il gioco on line
cresce a ritmi vertiginosi,e non sono solo i
ragazzi che giocano tra loro in Rete, ma sempre
più adulti che giocano a poker o a burraco.
24. Per il ciclo di incontri con la musica classica, concerto
degli allievi del Conservatorio San Pietro a Majella di
Napoli. Ore 18.
29. Goffredo Miano, operatore sanitario prima alle prese
coi tossici dell'Ospedale Cotugno poi con gli emarginati di
Scampia. Ora la sua esperienza finisce in un libro intitolato «Dottore col cuore»: cronache dure da un mondo senza
redenzione. La testimonianza diretta dell'autore. Ore 18.
30. Incontro con l'artista Ernesto Tatafiore in attesa della
mostra (a Castel dell'Ovo dal 1° novembre) «Filosoficoutopico». Occasione unica per commentare col maestro in
persona la raffinata galleria di icone e ritratti (da Lenin a
Diderot, da Vico a Ulisse) esposti nella rassegna. Ore 18
ARTE CONTEMPORANEA
TEATRO SANCARLUCCIO
Mostre d’ottobre, tour in 4 tappe Operazione «card»
Galleria Monteoliveto (piazza Monteoliveto 11) inaugura un nuovo spazio espositivo con la mostra d'arte
contemporanea «50 x 50», dedicata a
8 giovani autori delle arti visive. Fino
al 23 ottobre. Patron dell'evento il
professor Benedetto Gravagnuolo.
Al Marshal Clubbing (via D. Morelli
8/10) le tele griffate con tempera di
Mariagrazia Poggiagliolmi (un’opera
nella foto), giornalista, ballerina e artista. Miscela di pop, colore, fantasia,
swarovski, e un occhio a Klimt, Vermeer e Picasso. Fino al 30 ottobre.
Il centro d'arte e cultura Il ramo d'oro (via Omodeo 124) ospita nei pro-
pri ambienti la mostra «Sogni e segni
migranti»: a firmarla con i propri lavori Nello Caruso e Raffaele Nastro,
autori diversi tra loro che nella doppia personale sembrano tuttavia trovare valide affinità. Fino al 26 ottobre.
All'Atelier Napoli Jsign (Largo Ferrantina 1) decolla, col Party Event del
24 ottobre (ore 18.30), una kermesse
davvero speciale: «Pink Attitude Tour
Exibition» è esposizione itinerante di
emozionanti creazioni in bilico tra
arte, moda e design. Con un unico denominatore comune: l'arte in rosa
nel segno del «pop surrealismo». La
bibbia in materia, quella cui si rifanno le 23 artiste/designer del tour, è il
noto testo «Pink Attitude. The Contemporary Female Creativity». Fino
al 4 novembre.
Un autore sugli scudi. 30 anni, alle
spalle una robusta e poliedrica esperienza espositiva in Italia e all'estero,
all'attivo una credibilità artistica suggellata da numerosi riconoscimenti
critici: è il profilo in sintesi del napoletano Loris Lombardo, reduce da
una lusinghiero blitz alla Chair and
Maiden Gallery di New York dove ha
proposto l'opera «Strani Coriandoli».
SAGGIO DI ANTONIO LAZZARINI
Posillipo, mito e degrado del Mausoleo
Rosario Scavetta
Il Sacrario militare, meglio
conosciuto come Mausoleo,
è un edificio monumentale, espressione dell'architettura e della tecnica edile
italiana, costruito tra il
XIX° ed il XX° secolo. Posto
sulla collina di Posillipo,
venne progettato e costruito da Alfonso Guerra, su
richiesta di Matteo Schilizzi, livornese trasferitosi a
Napoli. Il celebre architetto
partenopeo Guerra realizzò
una fabbrica unica nel suo
genere, quella che i manuali di architettura ancora
oggi definiscono «il più
ambizioso esempio di stile
neo-egizio in Italia». Il
complesso ospita le salme
di oltre 2000 militari caduti durante le guerre mondiali e di 17 napoletani
deceduti durante le «quattro giornate». Lo scrittore e
studioso Antonio Lazzarini
ha dedicato al cimitero
militare una monografia di
piacevole lettura intitolata:
«Il Sacrario militare del
Mausoleo di Posillipo» (Ed.
Gabbiani Sopra il Mare,
Napoli 2007, p.p. 60 - [email protected]).
15
Nel breve saggio, ben curato per documentazione e
veste grafica, Lazzarini
descrive la singolare storia
di questo monumento che
ebbe inizio nel 1880, evidenziando anche lo stato di
abbandono e di degrado
nel quale oggi versa. Scrive
l'autore nel prologo: «...io
non riesco a rassegnarmi e
ad accettare in silenzio il
palese degrado del Sacrario
e cerco, anche attraverso i
pochi meriti di questa
pubblicazione, che rispecchia in parte la dolorosa
realtà, di scuotere le pubbliche Istituzioni. Ad esse
compete l'obbligo e il dovere di salvaguardare l'edifi-
cio monumentale che
rappresenta una delle più
importanti testimonianze
delle patrie memorie e
delle radici religiose e
culturali del popolo partenopeo». In effetti il Comune di Napoli, pur essendone il proprietario dal 1919,
nel corso degli anni ha
fatto ben poco o nulla per
salvaguardare un monumento di così rara bellezza.
Nonostante i vari appelli
susseguitisi nel tempo,
alcuni «gridati» dalle colonne di autorevoli giornali, le
cose non sembrano cambiate. Mi sono recato pochi
giorni fa in visita al Mausoleo, e con rammarico, ho
riscontrato una situazione
precaria, Chiaia Magazine
in un articolo del giugno
2007 Ancora oggi la struttura si presenta così: impianto non a norma con fili
elettrici scoperti, intonaci
caduti, zone transennate,
infiltrazioni d'acqua, crepe
nelle pareti e addirittura i
marmi delle lapidi pericolanti. E' veramente triste
constatare che la memoria
dei nostri eroi giace in un
decadente Mausoleo sulla
collina di Posillipo.
Teatro, musica, cinema, laboratori poetici:
ovvero il leggendario «Teatro Sancarluccio»
in via S. Pasquale 49. E per la stagione 20082009 novità in arrivo. Ai propri aficionados,
- «i cento amici del Sancarluccio», dice il
patron Franco Nico (nella foto) visto che solo
100 sono i posti disponibili - ha deciso di
proporre la «Sancarluccio Card»: chi l'acquista (50 euro) assisterà gratis a tutti gli spettacoli del cartellone teatrale, potrà portarsi
una persona che entrerà a soli 8 euro, potrà
assistere gratis ad un film e a un concerto a
scelta, godrà di sconti per gli stages teatrali,
parteciperà ad incontri esclusivi con gli
artisti, infine godrà di sconti presso i negozi
convenzionati. Infotel 347.2430342
SGUARDI LONTANI
di FRANCESCO IODICE
CENA A CASA DI VEDIO POLLIONE
a volta scorsa accennammo ad una fastosa cena in casa di Vedio
Pollione e, probabilmente, qualcuno si sarà chiesto: «Ma quale fu
Lil menù
del sontuoso banchetto offerto all'imperatore Augusto?».
Seneca e Plinio, ci aiutano a soddisfare questa giusta curiosità.
L'arrivo di Augusto alla villa Pausilypon provocò un certo scompiglio.
Pollione sorrideva e faceva finta di niente, pur sapendo benissimo
che l'imperatore, autoritario in battaglia ma anche in camera da
letto, avrebbe provato a flirtare con sua moglie; d'altronde, invitare
un tale personaggio significava mettere in preventivo una tale eventualità. Come da protocollo, all'ospite d'onore andò il posto migliore
a tavola, il locus consularis, alla cui destra sedette il padrone di casa.
Cominciarono le danze e ad Augusto furono servite delle vere prelibatezze: ostriche condite con la salsa romana, il garum; agnello allo
spiedo e affumicato con rosmarino; ghiro farcito con carne di maiale, peperoni e nocciole e poi arrostito allo spiedo (vera specialità
dell'anfitrione, ricavata dalla ricetta più apprezzata di Apicio che
passò alla storia per le sue stravaganze culinarie); lumache allevate
con latte (ma spesso con carne umana fino a farle raggiungere dimensioni tali da non poter rientrare nel guscio!) fritte in olio e servite
con salsa di acciughe in vino bianco, e perfino fenicotteri. Ma il
piatto forte fu il pesce. Per averlo sempre fresco, Pollione, possedeva
una peschiera per l'allevamento domestico di ogni specie: i suoi
preferiti erano le lamprede, saprofagi commestibili simili alle anguille, che erano nutrite con la carne degli schiavi che avevano mancato
di rispetto al padrone (le lamprede avevano una bocca a ventosa che
aderiva alla preda grazie alla sua lingua dentata). Naturalmente non
mancava il vino che - man mano che scorreva - liberava i freni inibitori dei convitati e contribuiva a creare allegria che durava fino a notte
alta. Ma per Augusto e Pollione la serata prese una piega del tutto
diversa: magnifica per l'imperatore che - alle grazie della padrona di
casa - preferì quelle di una giovane schiava; pessima per il padrone di
casa che, come già accennato, fu costretto - su ordine perentorio di
Augusto - a graziare lo schiavo Catone, reo di aver rotto un preziosa
coppa di cristallo, e ad assistere impotente alla distruzione dell'intera
sua collezione di vasa murrina. Si può ben dire che Pollione quella
serata dovette ricordarsela per tutto il resto della vita!