natura, habitat e paesaggio

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natura, habitat e paesaggio
AGENDA 21 LOCALE
Comuni di Capurso (capofila), Cellamare e Triggiano
8.
Relazione sullo Stato dell’Ambiente
Bozza Aprile 2006
NATURA, HABITAT E PAESAGGIO
8.1. Inquadramento
Le componenti naturali (fauna e flora) ed i paesaggi extraurbani sono modificati o scompaiono, nei
casi estremi, a seguito di processi d’espansione delle aree urbane (edificazione del suolo), di
trasformazione delle aree rurali (modifica delle destinazioni d’uso)e di perdita di aree naturali
(attraverso gli incendi) quando tali processi non sono programmati e governati verificando
anticipatamente gli effetti sugli ecosistemi.
L’analisi della biodiversità e la conseguente rappresentazione dello stato di conservazione degli
ecosistemi o dell’entità degli impatti antropici, risulta particolarmente utile per orientare la
pianificazione e gestione del territorio, in modo da garantire la tutela ed anche il ripristino degli
equilibri naturali.
In particolare, per quanto attiene alla biodiversità, il relativo stato ambientale viene definito per gli
habitat naturali, le specie animali e vegetali individuate dai gruppi scientifici di ricerca nell’ambito
del Progetto Bioitaly e resi pubblici dall’Ufficio Parchi e Riserve Naturali dell’Assessorato
all’Ambiente della Regione Puglia. In futuro si rende necessario attivare censimenti periodici,
almeno per le specie di maggiore interesse o più sensibili alle variazioni ambientali.
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/PBA), redatto in adempimento a
quanto disposto dalla legge n. 431/85 (legge “Galasso”) e dalla Legge Regionale n.56/80 “Tutela e
uso del territorio”, disciplina i processi di trasformazione fisica e l'uso del territorio allo scopo di:
tutelare l’identità storica e culturale dello stesso;
rendere compatibile la qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti con il suo uso
sociale;
promuovere la tutela e la valorizzazione delle risorse disponibili.
Il PUTT è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 6.946 dell’11 ottobre 1994 e
approvato definitivamente nel 2001 dalla regione Puglia.
Il PUTT individua e norma degli ambiti di paesaggio definiti “Ambiti Estesi” e “Ambiti Distinti”.
Gli “Ambiti estesi” sono delle zone più o meno vaste che individuano delle aree di paesaggio, gli
“Ambiti distinti” sono dei beni, definiti puntuali, del sistema storico, paesistico, culturale, rurale e
archeologico.
Il PUTT perimetra gli ambiti territoriali estesi (ATE), con riferimento a cinque livelli di valori
paesaggistico - ambientale, e precisamente:
valore eccezionale ("A"), laddove sussistano condizioni di rappresentatività di almeno un bene
costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche
preesistenti;
valore rilevante ("B"), laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con
o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
valore distinguibile ("C"), laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o
senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
valore relativo ("D"), laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la
presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;
valore normale ("E"), laddove non è direttamente dichiarabile un valore paesaggistico.
Le aree e gli immobili compresi negli Ambiti Territoriali Estesi di valore “A” eccezionale, “B”
rilevante, “C” distinguibile e “D” relativo, sono sottoposti a tutela diretta dal Piano: secondo precisi
“obiettivi di tutela” essi non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro
stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori sia stata rilasciata l'autorizzazione
paesaggistica, non possono essere oggetto di trasformazione (intervento) per effetto di pianificazione
in assenza del parere paesaggistico; non possono essere oggetto di interventi di rilevante
trasformazione, senza che per gli stessi sia stata rilasciata l’attestazione di compatibilità
paesaggistica.
Per gli Ambiti Territoriali Estesi il PUTT, inoltre, prevede una serie di indirizzi di tutela.
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Con il termine “beni culturali” si fa riferimento a tutti i beni, elencati nell’art.2 del T.U. e considerati
degni di tutela da parte dello Stato, cioè:
cose immobili e mobili di interesse storico, archeologico o demo-etno-antropologico, tra cui
ville, parchi, giardini che abbiano interesse artistico o storico;
cose immobili che, a causa del loro riferimento con la storia politico-militare, la letteratura,
l’arte e la cultura in genere, rivestano un interesse particolarmente interessante;
collezioni o serie di oggetti che rivestono un eccellente interesse artistico o storico;
beni archivistici;
beni librari.
Sono, inoltre, considerati beni culturali, a prescindere dall’inclusione nelle categorie sopra
menzionate, tutti quei beni che siano testimonianza avente valore di civiltà (art.4 T.U.). In tal modo,
il legislatore ha reso il campo d’intervento il più ampio possibile, estendendo la tutela anche a valori
simbolici che una cosa o un luogo possono rivestire.
8.2. Fonte dei dati ed informazioni disponibili
I dati utilizzati per la elaborazione degli indicatori si basano sulle informazioni fornite od acquisite
da:
Ufficio Parchi REGIONE PUGLIA
Progetto Bioitaly NATURA 2000
CORINE LAND COVER
ISPETTORATO RIPARTIMENTALE FORESTE
Corpo Forestale dello Stato
ISTAT Censimento Nazionale dell’Agricoltura 1990 – 2000ù
Piano di riqualificazione della mobilità urbana nell’area metropolitana di Bari - Rapporto
conoscitivo
PUTT “Paesaggio”
Uffici Comunali
8.3. Indicatori selezionati
In base alle informazioni disponibili sono stati selezionati ed elaborati i seguenti indicatori
ambientali.
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Superficie boschiva
S
Scopo dell’indicatore
Fornire un’informazione circa la percentuale del territorio ricoperta da boschi e da aree di interesse
naturalistico.
Si evidenzia
Nel comprensorio, l’entità delle superfici boscate è irrilevante, anche se nell’ultimo decennio si
assiste ad un lieve incremento delle stesse dal valore di 0 ha del 1990 a quello di 0,72 ha del 2000
(Grafico 1).
Anche nella provincia di Bari la tendenza è in aumento, passando da 16.143 ha a 18.545 ha nel
periodo 1990-2000 con un incremento del 15% circa.
Dai dati degli ultimi censimenti risulta evidente come il territorio dei Comuni di Capurso, Cellamare
e Triggiano risulta tra i meno boscosi della provincia di Bari, con un tasso di copertura boschiva
dello 0,017% dell’intera superficie comprensoriale (ha 4.071), di molto inferiore al tasso di boscosità
provinciale pari al 3,6 %.
Il territorio di Triggiano è l’unico che presenta una minima copertura boschiva, pari al 0,036% del
proprio territorio, mentre Capurso e Cellamare non presentano alcuna traccia di boschi sul proprio
territorio (Tabella 1). Le aree boscate sono localizzate prevalentemente nella Lama San Giorgio del
territorio di Triggiano.
andamento boschi 1990-2000
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
Capurso
Cellmare
1990
Triggiano
2000
GRAFICO 1: Superficie boschiva dei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano - Fonte: nostre elaborazioni dati Istat Censimento Nazionale dell’Agricoltura
Comune
Capurso
Cellamare
Triggiano
Totale
Provincia Bari
Superficie a boschi
2000 (ha)
Superficie territorio
(ha)
% boschi
0
0
0,72
1.488
583
2.000
0
0
0,036
0,72
4.071
0,017
18.545,12
513.830
3,6
TABELLA 1: Superficie boscata in valore assoluto e in percentuale - Fonte: ISTAT Censimento Agricoltura 2000
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N° e superficie delle aree protette e vincolate (SIC, ZPS)
S/R
Scopo dell’indicatore
L’indicatore permette di misurare il numero e la percentuale di territorio coperta da aree Zone di
Protezione Speciale (ZPS) previste dalla direttiva Uccelli e da Siti di Importanza Comunitaria (SIC)
previste dalla direttiva Habitat, fornendo un’informazione circa la presenza nel territorio di aree
naturalistiche di particolare interesse per la conservazione della natura.
Si evidenzia
Nel territorio di Capurso, Cellamare e Triggiano non esistono aree di pregio secondo le normative
europee in tema di conservazione della natura (SIC, ZPS e aree protette), tranne che per Lama San
Giorgio, la più estesa delle lame del territorio barese, costituita dal letto di un fiume lungo il quale,
nel corso dei secoli, si è sviluppata un'intensa presenza faunistica e floristica tale da creare un
ambiente naturale. Lama San Giorgio, con i suoi 40 chilometri, rappresenta una delle lame più
lunghe di questa parte del territorio della Puglia: nasce a valle di Monte Sannace (a 383 metri s.l.m.
nel territorio di Gioia del Colle) e, dopo aver attraversato in direzione nord il territorio dei Comuni di
Sammichele, Casamassima, Rutigliano, Noicattaro e Triggiano, sfocia a mare in corrispondenza di
Cala San Giorgio, nel territorio del Comune di Bari. La morfologia di Lama San Giorgio è quella
tipica dei corsi d'acqua, a meandro con brevi diramazioni laterali che si immettono sul solco
principale. Il solco erosivo lungo il suo corso ha scavato rocce abbastanza diverse l'una dall'altra:
dalla collina murgiana verso il mare, si incontrano prima il calcare di Altamura e il calcare di Bari,
entrambi risalenti al Cretaceo, poi verso il mare anche i tufi delle Murge, depositi calcareo - arenacei
giallastri, più o meno cementati e caratterizzati dalla frequente presenza di strati fossiliferi (molto
più recenti dei primi). Sul fondo della lama abbondano i depositi terrosi, le cosiddette terre rosse. La
lunghezza della lama determina la presenza di microclimi leggermente differenti tra l'area più vicina
alla costa e quella più interna, che influenzano la vegetazione naturale presente lungo il suo corso:
formazioni prevalentemente sempreverdi di latifoglie sclerofille nell'orizzonte litoraneo e formazioni
termo-mesofile con buone potenzialità per la roverella nell'orizzonte sub - litoraneo nelle aree più
interne. La vegetazione spontanea varia molto, oltre che in funzione della distanza dal mare, anche
rispetto alle differenti parti della lama, con differenze anche accentuate tra il fondo della lama e i
fianchi e in funzione della particolare esposizione; infatti uno degli aspetti più evidenti della
biodiversità presente lungo il corso della lama è dato dalla presenza di ben quattro specie di querce
lungo il suo corso: il leccio (Quercus ilex), la coccifera (Quercus coccifera), il fragno (Quercus
troiana) e la roverella (Quercus pubescens), con presenze e dominanza diversa a seconda dei tratti.
L'interesse naturalistico, ambientale e paesaggistico di Lama San Giorgio, cui si associano
emergenze di indiscutibile valore storico - culturale, artistico ed archeologico, hanno portato ad
individuare in quest'area una delle aree naturali protette previste dalla legge regionale 19/97,
attualmente in corso di istituzione.
La provincia di Bari con 9 SIC, 1 ZPS e un Parco Nazionale, quello dell’Alta Murgia, è
caratterizzata da un sistema di aree naturali dall'elevato valore strategico per la conservazione della
natura in Puglia, in funzione della ricchezza in biodiversità, presenza di specie prioritarie ai fini della
Dir. 92/43, e per la rappresentatività e ricchezza di habitat.
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Area a valenza paesaggistico – ambientale
S
Scopo dell’indicatore
Evidenziare la valenza paesaggistica delle aree dei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano.
Obiettivo auspicabile
Valorizzazione delle aree di pregio paesaggistico e dei siti archeologici presenti al fine di aumentare
l’attrattività del territorio. Attivazione di un’attenta politica di tutela di tali risorse attraverso
campagne di educazione ambientale rivolte ai cittadini per migliorare la conoscenza del territorio.
Si evidenzia
Nei Comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano non esistono delle aree di valore eccezionale “A”,
mentre esistono ambiti estesi “B”, “C” e “D”, oltre a siti di interesse archeologico individuate da
PUTT.
L’ambito esteso “B” è localizzato nel Comune di Triggiano lungo la Lama San Giorgio, nei pressi di
Monte Telegrafo.
Negli ambiti di valore rilevante “B” le indicazioni del PUTT/Paesaggio sono: “conservazione e
valorizzazione dell'assetto attuale, recupero delle situazioni compromesse attraverso l’eliminazione
dei detrattori e/o la mitigazione degli effetti negativi, massima cautela negli interventi di
trasformazione del territorio”.
Gli ambiti estesi “C” sono localizzati a Triggiano lungo la “Lama San Giorgio” per tutto il tratto nel
territorio comunale;un altro ambito esteso “C” occupa il territorio dei Comuni di Valenzano e
Capurso, tra la SS 100 e la strada Valenzano – Casamassima, fino al confine comunale con il
territorio di Cellamare.
Negli ambiti di valore distinguibile “C” le indicazioni di PUTT/Paesaggio sono: “salvaguardia e
valorizzazione dell'assetto attuale se qualificato, trasformazione dell'assetto attuale, se
compromesso, per il ripristino e l'ulteriore qualificazione, trasformazione dell'assetto attuale che sia
compatibile con la qualificazione paesaggistica”.
Per quanto riguarda l’ambito esteso “D” si rintracciano alcune aree delimitate nel Comune di
Triggiano, poste a ridosso della Lama San Giorgio e precisamente nelle località di: Paradiso, Grotte
Maldari e Mastrolonardo (Figura 1). Le aree a vincolo e le segnalazioni archeologiche indicate dal
PUTT aggiornato al 91, sono presenti nel solo Comune di Triggiano di cui uno all’interno della
Lama San Giorgio e l’altro nel centro urbano (Tabella 1).
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n°
Capurso
Cellamare
0
0
Triggiano
2
Località
Tipologia
Lama S. Giorgio
Ipogei Chiesa Matrice
Segnalaz.
Comune
Vincolo
FIGURA 1: Ambiti estesi indicati dal PUTT-Paesaggio - Fonte: PUTT “Paesaggio” – Norme tecniche di attuazione
Insediamento preclassico
Centro Urbano
TABELLA 1: Elenco dei vincoli e delle segnalazioni archeologiche (aggiornato 1991) - Fonte: PUTT “Paesaggio” –
Norme tecniche di attuazione
Beni culturali
S
Scopo dell’indicatore
Evidenziare i beni culturali presenti nei centri urbani e la loro fruibilità.
Obiettivi
La descrizione del patrimonio storico-culturale dei Comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano che si va
ad evidenziare, non è né esaustiva, né corrispondente all’effettiva situazione esistente, in quanto vi è una
notevole carenza di informazioni relativa allo stato dei beni ed all’esistenza degli stessi.
I dati utilizzati sono un’elaborazione dei dati del P.U.T.T., in quanto manca una banca dati esaustiva ed
un monitoraggio continuo che, se attivati, permetterebbero di recuperare e valorizzare il patrimonio e di
sviluppare le potenzialità di tali beni soprattutto da un punto di vista turistico, generando, in tal modo, un
maggiore sviluppo economico.Sarebbe altresì auspicabile uno sforzo maggiore di coordinamento tra i
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soggetti coinvolti nella gestione e nella tutela dei beni culturali e paesaggistici, al fine di intraprendere
politiche settoriali più efficaci.
Si evidenzia
Nonostante i territori dei Comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano rientrino tra le realtà più
piccole della provincia di Bari presentano una buona area ad elevata valenza paesaggisticoambientale, maggiormente concentrata nell’area di Triggiano, e un numero discreto di risorse ad
elevato valore storico–architettonico, maggiormente concentrate nell’area di Capurso.
CAPURSO
Tra i beni culturali del Comune di Capurso di rilevante interesse storico e architettonico è la Reale
Basilica della Madonna del Pozzo, opera dell'architetto barese G. Sforza.
La Basilica, di cui fu posata la prima pietra il 5 luglio del 1750 ma che fu terminata presumibilmente
nel 1778, è il monumento più importante in Capurso ed è di chiara ispirazione tardo-barocca,
costituita da una sola navata con due altari minori laterali, custodisce l'affresco della Madonna
ritrovato nel Pozzo di SS. Maria. Nella chiesa si conservano inoltre, opere pittoriche di Francesco
Carella: L'Ultima Cena (XVIII sec.) e L'agonia di Cristo (XVIII sec.).
Lungo la via Minucia si concentrano risorse di rilevante valore storico architettonico in primo luogo
di carattere religioso dove infatti, in Terra di Cuti, una zona in territorio di Valenzano sulla strada
che collega i centri storici di Capurso e Valenzano, si incontra l’importantissima Chiesa di
Ognissanti.
Sul tratto della via Minucia che passa all’interno del centro urbano di Capurso si possono incontrare
altre opere architettoniche quali il Convento di San Francesco da Paola, in stile barocco, in quanto
edificato sulle rovine dell’antica Chiesa matrice di Ara Coeli in un arco di tempo che va dal 1617 al
1670 e poi la Chiesa SS. Salvatore, voluta dalla regina Bona Sforza, nel 1541 che è in stile
romanico; essa è dotata di un elegante campanile e contiene interessanti dipinti come la “Madonna
della Misericordia” e la “Vergine con Bambino”, la “Presentazione al tempio” e “San Bernardino
tra i Santi Vito e Sebastiano” del Calò.
La Chiesa di S. Lucia, situata su via Madonna del Pozzo, è di impianto gotico-romanico ad un'unica
navata con volte a crociera a sesto acuto.
Infine la Chiesetta della solitudine, costruita sull'antico pozzo di Santa Maria, in contrada Piscine al
cui interno c'è il famoso pozzo della Madonna (Tabella 1).
Sempre lungo l’antica via Minucia sorgono, in stato avanzato di degrado con parti di edificio dirute,
la Masseria su via Ognissanti l’imponente Casino Pitunzi all’imbocco della vecchia strada per
Rutigliano.
Sulla via per Casamassima sono localizzati una serie di villini di fine 800 inizio 900 tra i quali Villa
Venisti, ormai inglobata dalla espansione urbana, Villa Spota, o come Casino Bonifacio inserito
splendidamente nel paesaggio naturale a macchia mediterranea sul primo terrazzamento del versante
murgiano ma che purtroppo versa in stato di abbandono e degrado.
CELLAMARE
I ritrovamenti archeologici fanno risalire le origini di Cellamare a un’epoca molto antica: una
tradizione popolare individua in “Falerno”, una contrada del Paese, l’esistenza di un antico villaggio
o casale, che avrebbe rappresentato la prima base della vita della piccola Cellamare.
Il Borgo antico di Cellamare sorse lungo la vecchia via di collegamento con Bari, con un assetto
urbanistico di tipo affusolato che comprende i due punti di riferimento del Paese: la Chiesa Matrice
ed il Castello.
Di notevole interesse storico è la Chiesa SS.ma Annunziata, costruita sul suolo di un’altra chiesa
antica anch’essa dedicata all’Annunziata; essa fu edificata dall’Arcivescovo Rainaldo (1171-1188).
Alle origini, l’ingresso della Chiesa, composta da un’unica navata, era situato su via Capurso (attuale
Corso Roma), in corrispondenza dell’arco detto “Porta della Città”; con l’ingrandimento della
Chiesa, avvenuto tra il ‘600 ed il ‘700, è stata creata una nuova porta che da verso il centro storico.
La torre Civica, comunemente chiamata Torre dell'orologio, si erge in Largo Don Bosco di fronte
alla chiesa matrice e nei pressi della Chiesa della Madonna della Grazia, ora ridotta a rudere.
La torre, realizzata nel 1923, è composta da un basamento trapezoidale, poi una piccola scaletta
interna conduce al piano del loggiato dotato di quattro bifore, una su ogni lato, costituite da tre
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colonnine in pietra locale; il secondo piano è decorato da una scultura a basso rilievo che raffigura lo
stemma comunale, infine al terzo piano è ubicato l'orologio.
Di valore storico ed artistico è il vecchio Castello baronale o casa castellana, posto all'estremo
periferico del vecchio giro delle muraglie di Cellamare, del quale restano tuttora sconosciuti l'epoca,
la data ed il signore che lo fece erigere. Gli ambienti sottostanti la struttura sono dotati di frantoi per
la molitura delle olive e palmenti per la pressione delle vinacce.
Di rilievo storico-artistico sono inoltre la Chiesa Madonna delle Grazie, una piccola cappella, dotata
di campanile a vela e campana, che è collocata sul retro della torre civica (Tabella 1).
A poca distanza dall'abitato lungo la strada per Capurso si trova la Chiesa di S. Michele, una piccola
cappella intitolata all'Arcangelo S. Michele.
Sulla strada per Casamassima si trova la Masseria Mariano ormai avanzato stato di degrado, che
deve il suo nome al fatto di essere caduta alla fine dell’800 nelle mani di una banda di briganti di
stampo politico, soprannominata dei “Mariani”.
TRIGGIANO
La principale testimonianza monumentale del Comune di Triggiano è la Chiesa di Santa Maria
Veterana, che ha origini medievali e sorse nei pressi del fossato che abbracciava il cosiddetto
castrum triviani e si andò ad aggiungere alla chiesa di San Martino e a Santa Croce, due chiese
queste ultime sorte in "cripta": quindi espressione della civiltà rupestre.
Santa Maria Veterana è invece il segno del cambiamento: sorse in superficie, fu costruita in muratura
e fu sicuramente opera di un ricco committente; essa è un'opera imponente ad impianto basilicale, su
tre navate e di dimensioni pari alla chiesa di Ognissanti a Valenzano.
A metà del XVI secolo, venne adibita anche a funzioni laiche e quindi, come sede di due
confraternite.
La costruzione del nuovo edificio sacro è avvenuta grazie alla creazione di una sorta di consorzio:
l'Universitas che si occupò delle navate e delle parti in comune dell'edificio; il Capitolo provvide alle
cappelle di Maria SS. Di Costantinopoli e del Carmine; don Pascarello D'Alojso costruì la cappella
di Santa Maria de la Gratia.
Nel 1982, in occasione dei lavori di ripristino del pavimento della Chiesa Matrice, a soli 50 cm. di
profondità, venne ritrovato un piccolo affresco ed i resti dell’altra Chiesa infatti dai lavori di sterro
emerse per primo quello che si sarebbe rivelato, poi, il catino absidale della monumentale chiesa
medievale.
La Chiesa di Santa Maria della Croce sorge invece in luogo di un'antica edicola posta sul crocivio
fuori dalle antiche mura di Triggiano, successivamente ampliata nel XVII sec.
La costruzione è in stile barocco, ad impianto longitudinale con un'unica navata, presenta cinque
altari di cui quello maggiore è completamente in marmo. Nel 1909 fu restaurata e nel 1923, poi, fu
innalzato il campanile a quattro archi, coperto da una cupoletta e contenente due grosse campane.
Il Convento e la chiesa annessa, dedicata alla Madonna degli Angeli, furono costruiti nel 1616, come
rivelato da un'iscrizione sull'architrave della parte maggiore della Chiesa, ma la Chiesa fino al 1744
fu benedetta ma non consacrata (Tabella 1).
La volta è completamente affrescata; di pregio artistico sono le tele, come quella posta sull'altare
maggiore e raffigurante la "Vergine degli angeli"; le tele sono di Padre Tommaso da Triggiano, e
databili al XVII secolo.
Nel 1949, grazie alla forte volontà del popolo e alla collaborazione provinciale e statale, si ebbe
l'ampliamento dei locali del Convento.
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Comune
n°
Capurso
5
Cellamare
3
Triggiano
3
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Denominazione
Tipologia
Reale Basilica Madonna del Pozzo
S. Francesco da Paola
Chiesa di SS. Salvatore
Chiesa di S. Lucia
Chiesetta della Solitudine
Parrocchia SS.ma Annunziata
Torre dell'orologio
Madonna delle Grazie
Chiesa di S. Maria Vetrana
Santa Maria della Croce
Convento dei Cappuccini
Chiesa
Convento e chiesa
Chiesa
Chiesa
Chiesa
Chiesa
Torre Civica
Chiesa
Chiesa
Chiesa
Chiesa-Convento
TABELLA 1: Elenco delle principali risorse storiche presenti nei centri urbani - Fonte: Piano di riqualificazione della
mobilità urbana nell’area metropolitana di Bari - Rapporto conoscitivo
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