Lucidi 5a - Chimici Bicocca
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5. Dispositivi per la conversione dell’energia chimica in energia elettrica Celle a combustibile Classificazione Principi operativi Tecnologie Batterie Introduzione storica classificazione reazioni elettrodiche caratterizzazione di pile tecnologie 5a. Celle a combustibile Introduzione Classificazione Principi operativi – reazioni elettrodiche energetica: efficienza di cella cinetica: potenza erogabile curve caratteristiche Tecnologie celle a combustibile membrana polimerica celle a combustibile a ossidi solidi 5. Dispositivi. Celle a combustibile Introduzione Le celle a combustibile sono celle elettrochimiche nelle quali l'agente riducente (combustibile gassoso) e quello ossidante (aria od ossigeno) sono rispettivamente immessi di continuo nel comparto anodico (polo negativo) e in quello catodico (polo positivo): comburente non reagito combustibile non reagito comburente combustibile catodo anodo Una cella a combustibile consiste essenzialmente di un elettrolita interposto tra due strati porosi (anodo e catodo). Il combustibile e il comburente gassosi (o liquidi) sono alimentati rispettivamente all'anodo e al catodo e generano energia elettrica attraverso reazioni di trasferimento di carica agli elettrodi. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Classificazione Esistono vari tipi di celle a combustibile, che utilizzano combustibili, elettroliti e condizioni operative (temperature) diverse. 1. 2. 3. 4. 5. celle a combustibile alcaline (AFC - Alcaline Fuel Cell), celle a combustibile elettrolita polimerico (PEFC - Solid Polymeric Electrolyte Fuel Cell), celle a combustibile ad acido fosforico (PAFC - Phosforic Acid Fuel Cell), cella a combustibile a carbonati fusi (MCFC - Molten Carbonates Fuel Cell), celle a combustibile a ossidi solidi (SOFC - Solid Oxide Fuel Cell). 5. Dispositivi. Celle a combustibile Reazioni elettrodiche Le reazioni elettrodiche dipendono dal tipo di elettrolita (pH) che è utilizzato nella cella: Tipo di cella Reazione anodica Reazione catodica H2 + O2- ⇒ H2O + 2eSOFC CO + O2- ⇒ CO2 +2e- 1/2 O2 + 2e- ⇒ O2- CH4 + 4 O2- ⇒ 2H2O + CO2 + 8eSPEFC H2 ⇒ 2H+ + 2e- 1/2 O2 + 2H+ + 2e- ⇒ H2O AFC H2 + 2(OH-) ⇒ 2H2O + 2e- 1/2 O2 + H2O + 2e- ⇒ 2(HO-) PAFC H2 ⇒ 2H+ + 2e- 1/2 O2 + 2H+ + 2e- ⇒ H2O MCFC H2 + CO32- ⇒ H2O + CO2 + 2eCO + CO32- ⇒ 2CO2 + 2e- 1/2 O2 + CO2 + 2e- ⇒ CO32- 5. Dispositivi. Celle a combustibile Aspetti energetici ed efficienza delle celle a combustibile Nelle celle a combustibile si converte l’energia chimica del combustibile in energia elettrica. Il rapporto tra la potenza prodotta e quella fornita come combustibile è definito come l’EFFICIENZA TOTALE della cella. ε tot = Ue Ucomb L’efficienza totale della cella è naturalmente un prodotto di diversi fattori (diverse efficienze) che concorrono a definirla. Per esempio, si può considerare che non tutto il carburante immesso all’anodo sia ossidato (efficienza di conversione) e che l’ossidazione avvenga con una certa efficienza elettrochimica: ε tot = εC × εE dove εC dipende dal rapporto tra la quantità di combustibile in ingresso e quella in uscita, mentre εE è legata all’efficienza elettrochimica del processo. I parametri che possono influenzare ηC sono legati a fattori ingegneristico tecnologici quali: geometria della cella, tipo di alimentazione, velocità di flusso del combustibile. L’efficienza elettrochimica è a sua volta scomponibile in due fattori: l’efficienza termodinamica (che dipende dalla temperatura operativa) e l’efficienza faradica (cinetica): εE = ε T × ε V 5. Dispositivi. Celle a combustibile Efficienza termodinamica L’efficienza termodinamica è definita come il rapporto tra l’energia libera di Gibbs (il massimo lavoro elettrico ottenibile dalla cella ) e l’entalpia della reazione globale di cella. ∆G εT = ∆H Sia ∆G sia ∆H sono funzione della temperatura di esercizio della cella, data la relazione di Nernst anche la f.e.m. è una funzione della temperatura: 5. Dispositivi. Celle a combustibile La cella a combustibile sotto squilibrio: sovratensioni ed efficienza faradica Quando la cella si connette al carico la corrente inizia a fluire. All’anodo (elettrodo negativo) avremo una sovratensione positiva e al catodo una negativa che complessivamente abbassano il valore di f.e.m. (E) al voltaggio V corrispondente a quella corrente. V è dunque una funzione di i. V Il rapporto tra V ed E si definisce efficienza faradica ed è una εV = E funzione delle resistenze del sistema e quindi della corrente erogata: Oltre alle sovratensioni di trasferimento di carica agli elettrodi avremo anche un termine ohmico (Rpi) ed eventualmente il contributo dovuto al trasferimento di massa (diffusivo). La sovratensione totale è infatti la somma di diversi contributi: V − E = ηtot = ∑ ηi = ηCT − Rpi + ηD + ( ηRe az ) i A basse densità di corrente erogata prevale il contributo di attivazione (CT), a correnti via via più elevate prevale il termine Ri e infine la sovratensione di diffusione. Il termine di reazione può essere presente se diventano importanti contributi di adsorbimento del combustibile agli elettrodi o (più raramente) conversioni di combustibile in cella. E η V i 5. Dispositivi. Celle a combustibile Esempi di curve tensione / corrente V − E = ηtot (i) = ηCT (i) − Rpi + ηD (i) 5. Dispositivi. Celle a combustibile Potenza erogata Nel caso ideale, se tutte le sovratensioni fossero nulle, il voltaggio della cella sarebbe sempre al valore termodinamico E. In questo caso la potenza erogata dalla cella (prodotto del voltaggio per la corrente) ad una determinata corrente assumerebbe un valore ideale sempre maggiore di quelli reali: P = E×i ideale Dato che le sovratensioni non sono mai nulle, è importante capire come P varia con la corrente cioè P(i). E’ evidente che per i→0 P→0, mentre per i sufficientemente elevato (comunque finito) E→0 quindi P→0. Esisterà quindi un valore di corrente per il quale la potenza è massima. Una rappresentazione qualitativa della curva P/i è riportata in figura e si riferisce a una cella singola in cui sono usati elettrodi planari. Tuttavia grazie ad accorgimenti tecnologici (elettrodi porosi) è possibile spostare il limite di corrente limite di diffusione per cui il tratto lineare della V/i (dominato da Rpi) si estende fino a circa V=0. La curva P/i diventa allora una parabola. Perogata (i) = V(i) × i 5. Dispositivi. Celle a combustibile Potenza massima in caso di sovratensione ohmica Nel caso limite in cui il voltaggio di cella varia linearmente (solo sovratensione ohmica…) con la corrente erogata la relazione V/i è: In questo caso la potenza erogata dalla cella è: P = i × (E − Rp × i) = E × i − Rp × i2 Che corrisponde all’equazione di una parabola che passa per l’origine. La condizione di massima potenza è ottenibile dalla derivata prima: Da cui si ricavano i valori di corrente e voltaggio per la condizione di massima potenza: V = E − Rp × i dP = 0 = E − 2Rp × i di P =max E 2Rp E 2 Quindi la condizione di massima potenza corrisponde a un efficienza elettrochimica del 50% (i)P=max = ( V )P=max = 5. Dispositivi. Celle a combustibile Tecnologia 1: le cella a combustibile a elettrolita polimerico In queste celle a combustibile l'elettrolita è costituito da una membrana polimerica perfluoro-solfonica (Nafion®), dello spessore di qualche decina di µm, a conduzione protonica. La temperatura di lavoro è inferiore 100 °C e pertanto la presenza di materiali elettrocatalitici (Pt) è necessaria al fine di favorire la cinetica delle reazioni elettrochimiche. Gli elettrodi a struttura porosa sono ottenuti depositando il materiale elettrocatalitico, finemente disperso, su uno stato di polvere di grafite (legata con un polimero) supportato su di una di fibra di carbonio grafitizzata. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Tecnologia 1: le cella a combustibile a elettrolita polimerico Per evitare l'avvelenamento del catalizzatore si deve utilizzare come combustibile idrogeno puro (la quantità di CO contenuta deve essere inferiore al centinaio di ppm); pertanto si devono prevedere stadi di abbattimento di CO nella sezione di trattamento del combustibile. Attualmente si è in grado di ottenere potenze specifiche di qualche kW l-1. Queste celle a combustibile sono estremamente versatili e possono essere utilizzate sia come batterie in dispositivi elettronici portatili sia per l'impiego di produzione elettrica; inoltre data l'elevata potenza specifica potrebbero essere utilizzate nel settore dell'autotrazione. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Tecnologia 1: le cella a combustibile a elettrolita polimerico 5. Dispositivi. Celle a combustibile Applicazioni tecnologiche 2: le cella a combustibile a ossidi solidi In queste celle a combustibile l'elettrolita è costituito da ossido di zirconio drogato con 8% molare di ossido di ittrio (YSZ), gli anodi sono costituiti da cermet Ni/YSZ (volume di Ni 50% e porosità 40%), i catodi (porosità circa 35%) dall'ossido misto La1-xSrxMnO3 (x=0.16) e le interconnessioni da LaCrO3 drogato con Mg o Sr o da superleghe metalliche. La temperatura operativa è di circa 1000°C per sistemi in cui l’elettrolita supporta la cella, 750/800°C in sistemi in cui a fungere da supporto meccanico è l’anodo. In questo caso, infatti, l’elettrolita è molto più sottile (15/25 µm contro 0.2/1.5 mm) e non è necessario alzare la T per avere basse Rp. La T comunque si autosostiene (∆H<0) e la cella può essere usata per cogenerare calore. Le T elevate impongono però limiti tecnologici nei materiali e costi elevati. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Applicazioni tecnologiche 2: SOFC le cella a combustibile a ossidi solidi Le SOFC sono state progettate soprattutto per applicazioni stazionarie (MW o decine di MW) anche se ultimamente la ricerca si sta indirizzando verso dispositivi dalle dimensioni contenute. Comunque le configurazioni sviluppate dal punto di vista industriale sono state: configurazione tubolare configurazione planare configurazione monolitica 5. Dispositivi. Celle a combustibile Applicazioni tecnologiche 2: SOFC Configurazione planare L’elemento singolo dello stack è un tubo poroso (eliminato nelle ultime versioni da uno spesso strato catodico) di Ca:ZrO2 su cui è realizzata la cella. Le singole celle sono interconnesse tra di loro a formare lo stack. P/i per un singolo elemento cathode supported di circa 50 cm di lunghezza. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Applicazioni tecnologiche 2: SOFC Configurazione monolitica In questo caso, la cella è costituita da una matrice con struttura ad alveare nel quale vi è un elevato numero di canali entro i quali fluiscono combustibile e comburente. Sono stati studiati sistemi sia con canali uguale direzione sia con canali aventi direzioni perpendicolari I canali entro i quali fluiscono i gas sono ottenuti con strati anodici e catodici corrugati. Questi strati corrugati sono separati da multistrati piani in modo da generare alternativamente le sequenze: catodo/elettrolita/anodo e anodo/interconnessione/anodo. 5. Dispositivi. Celle a combustibile Applicazioni tecnologiche 2: SOFC Configurazione planare La cella è un sistema a flussi incrociati in cui la separazione, a tenuta, dei gas è ottenuta con piastrelle metalliche o di materiale ceramico aventi canali per l'alimentazione del combustibile e comburente agli opportuni elettrodi. La cella elettrochimica è costituita da un catodo e un anodo porosi, tra i quali è interposto un sottile e denso strato elettrolitico.