PDF

Transcript

PDF
Tim Robbins «salvato dal teatro». La star
del cinema si racconta: «Sono cresciuto
in mezzo alla criminalità» P. 16-17
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
l
€1,40
Anno 93 n. 186
Sabato, 9 Luglio 2016
unita.tv
La guerra razziale
l Far West a Dallas con la più grave strage di poliziotti: 5 uccisi e 9 feriti. Obama: «Inorridito»
l Cecchino in azione durante la marcia di afroamericani contro abusi e omicidi della polizia P. 2-5
Combattere la
cultura dell’odio
L’anima inquieta
dell’America
U
y(7HD9B7*KKMKKT( +.!"!/!z!}
Matteo Renzi
na settimana molto
difficile da
commentare sul
fronte terrorismo.
Piangiamo
innanzitutto le
vittime di Dacca, in Bangladesh, in
particolar modo i nostri connazionali
trucidati da un commando di
estremisti islamici pieni di odio
contro la vita e contro il mondo.
Le storie degli italiani che hanno
perso la vita in Bangladesh ci
risuonano nella mente. La storia di
chi è stata uccisa insieme al bambino
che portava in grembo. La storia di
chi è stato ucciso mentre lavorava
lontano da casa per i propri figli. La
storia di chi è stato ucciso dopo anni
spesi in un Paese che aiutava anche
attraverso forme di volontariato e di
assistenza sanitaria. Tante storie per
un unico grande dolore. Come ha
assicurato il Presidente Mattarella che è tornato in anticipo dall'estero
per accogliere personalmente l'aereo
con i nostri connazionali - l'Italia non
lascerà sole queste famiglie. Perché
noi siamo una famiglia di famiglie.
E il modo giusto per non
dimenticare Cristian, Marco, Nadia,
Claudia, Adele, Simona, Vincenzo,
Maria e Claudio è difendere questi
valori. Il modo giusto per ricordare
queste persone non è rinchiudersi
nella paura, ma vivere con ancora più
intensità. La strategia di morte dei
terroristi va rifiutata ogni giorno, ogni
istante.
Ma va combattuto l'odio a tutti i
livelli. È stata davvero una settimana
difficile. Pensate ai bambini saltati in
aria al mercato di Baghdad in un
attentato che ha fatto circa duecento
vittime e venticinque erano bambini.
O ai cinque poliziotti uccisi a Dallas
dai cecchini mentre garantivano
l'ordine a una manifestazione contro
le violenze della polizia, le cui
immagini rimbalzano in queste ore
da un lato all'altro del pianeta. E
pensate a Emmanuel, un nostro
fratello nigeriano che perde la figlia e
i genitori in un attentato di Boko
Haram contro una chiesa. Subendo
ogni tipo di violenze riesce a mettersi
in salvo con la moglie, Chinyery, e
arrivare in Italia dove diventa un
richiedente asilo. Ma viene ucciso
presumibilmente da un nostro
connazionale in circostanze sulle
quali pretendiamo che sia fatta piena
luce.
Tutti insieme dobbiamo
combattere la cultura dell'odio e del
disprezzo. Respingere l'odio, l'insulto,
la discriminazione. Respingere la
paura dell'altro, da Dallas a Baghdad,
da Dacca a Fermo. Una sfida che fa
tremare i polsi, tanto è alta e
impegnativa. Ma anche una di quelle
sfide che danno alla politica il
significato più profondo della sua
vocazione.
Segue a pag. 12
Il mio Texas
come in guerra
All’origine
delle stragi
Alessandro Carrera
Federiga Bindi
I
eri, mentre guardavo il video
girato dalla fidanzata di
Philando Castile,
l’afroamericano ucciso dalla
polizia, mi sono vergognato
di me stesso.
P.2
Staino
Antonio Funiciello
P
er tutti Dallas è la città dove
è stato ammazzato
Kennedy. Poco importa che
a Washington siano stati
assassinati due dei quattro
presidenti morti a seguito di un
attentato, Lincoln e Garfield, e che
sempre a Washington provarono a fa
fuori sia Teddy Roosevelt che Harry
Truman. Nell’epoca in cui la
televisione costruisce la memoria
collettiva più di ogni altro strumento,
la città di Dallas è destinata a
portarsi addosso per sempre la
macchia dell’orribile omicidio di
Kennedy. E, da ieri notte, anche
dell’atto di violenza con più morti tra
le forze dell’ordine dopo l’attacco alle
Torri Gemelle.
La violenza di Dallas, in cui
attentatori neri avevano come
obiettivo agenti di polizia bianchi,
segue gli ennesimi assassini di neri
da parte della polizia in Louisiana e
in Minnesota. Una spirale di odio che
sembra attorcigliarsi intorno
all’anima inquieta degli Stati Uniti
fino a lasciarla senza fiato. Il tutto
dopo che per otto anni alla Casa
Bianca, per la prima volta nella
storia, la leadership di un uomo di
colore ha riempito di speranze di
fratellanza i cuori di mezzo mondo. E
per questo ha ricevuto all’inizio del
suo primo mandato, praticamente
sulla fiducia, il premio Nobel per la
pace.
Ma non c’è stata alcuna
pacificazione.
Segue a pagina 3
I
n origine c’è sempre uno
squilibrato con facile
accesso alle armi che
decide di scaricare le sue
frustrazioni ammazzando
un po’ di gente.
P. 4
Visco e Patuelli: «Ora basta
con i veti e le rigidità dell’Ue»
Il Governatore di Bankitalia:
l’intervento pubblico non
può essere escluso
La via maestra per risolvere il problema numero uno delle banche italiane,
quello dei crediti inesigibili, è «un intervento di mercato». Ma, date anche
le turbolenze che stanno colpendo il
settore, la mano pubblica è pronta a
entrare in campo, solo «in via precauzionale», per sostenere eventuali aumenti di capitale che non dovessero
andare a buon fine, sempre sul mercato. Il ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan e il governatore Ignazio Visco
sono in sintonia sulle mosse per arginare le tensioni montanti sulle banche
italiane. Per il presidente dell’Abi Patuelli, il bail-in è addirittura incostituzionale. Intanto il Fmi chiede di c fare
pulizia nei bilanci delle banche usando, nel caso di rischi sistemici, la flessibilità prevista dalle regole. P. 10-11
Cosa deve l’Italia
a Chinyery
Erasmo D’Angelis
MIGRANTI
Mediterraneo
3mila morti
in sei mesi
I dati ufficiali dell’Oim:
mille vittime in più in
vcb
uncbanno P. 6
È
innaturale morire così
dopo essere sfuggiti alla
impressionante sequenza
di violenze del sanguinario
gruppo islamista Boko Haram;
dopo essere sopravvissuto alle
stragi di genitori e parenti e amici e
alla morte di una figlia straziata
dall'esplosivo dei terroristi; dopo
essere uscito vivo da una delle più
terribili vie di fuga, aver attraversato
la Nigeria arrivando in Libia
diventando "merce" nelle mani di
altri torturatori assassini come lo
sono i moderni schiavisti; dopo aver
superato l’atroce guerra del
Mediterraneo che in sei mesi ha
ucciso tremila migranti. E'
inaccettabile morire per calci e
pugni di un ultrà fasciorazzista
nella nostra civilissima provincia,
ricca anche di cinismo.
Segue a pag 14
Una “carica” di 600 jazzisti a L’Aquila, la città con il centro storico che vuole tornare a vivere P. 19