Bass Culture
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36 www.unita.it DOMENICA 18 LUGLIO 2010 Culture L’intervista SCOTT HERON Il Dylan nero: «Poesia e intelligenza: la rivoluzione sta nei piccoli cambiamenti» Da Obama alla poesia, la parola al potere Silvia Boschero [email protected] F in dal momento in cui comparve nel mondo della cultura, nel 1970, Gil Scott Heron è stato non solo una voce fondamentale del pensiero afroamericano, ma ne è diventato anche la coscienza poetica. Scrittore, attivista dei diritti civili, musicista e produttore, Scott-Heron ha declamato e cantato, con la sua voce fumosa e quella mistura unica di soul, jazz e reading poetry, decenni di storia americana: dalla condizione nei ghetti allo scandalo Watergate, dal reganismo alla guerra del Golfo passando per l’apartheid, Lady Day e John Coltrane, distribuendo le sue fatiche su sedici dischi, una manciata di libri e centinaia di poesie. Ha cantato soprattutto la sua gente, e lo ha fatto con schiettezza, vena polemica, provocazione. Poi è scivolato nella stessa trappola in cui solo un decennio prima ammoniva i fratelli neri di non cascare: alcol, droga, emarginazione. Quest’anno, a sessant’anni, la rinascita: il primo disco dopo quindici anni di silenzio. Un disco straordinario, scurissimo e blues, dove la sua voce canta su una chitarra acustica (sulla title track, cover di un pezzo della band indie Smog) o si mescola all’elettronica creata, tra gli altri, anche da Damon Albarn. È Coscienza critica Il poeta e musicista Gil Scott Heron PARLANDO DI... P Addio a Bernard Giraudeau L'attore francese Bernard Giraudeau, 63 anni, è morto ieri mattina a Parigi. Superstar deglianni'80grazieadalcuniruolineipiùgrandisuccessicinematograficifrancesideldecennio, iniziò la sua carriera al fianco di Delon e Gabin in Deux hommes dans la ville (1973). Tra i suoi film Ridicule di Leconte e, come regista, Les Caprices d'un Fleuve, con Anna Galiena. Un nuovo Caravaggio? Forse un nuovo Caravaggio scoperto durante le celebrazioni per il quarto centenario della morte dell'artista. Lo rivela l’Osservatore romano annunciando studi in corso su un «Martirio di san Lorenzo» ritrovato a Roma tra le proprietà della Compagnia di Gesù. La certificazione ancora non c'è, ma i critici sono affascinati dall'opera che «sembra avere i crismi per un'attribuzione» e che «di certo è un dipinto stilisticamente impeccabile». DOMENICA 18 LUGLIO 2010 37 IL MITO DELLA CAVERNA L’ACCHIAPPA FANTASMI Beppe Sebaste www.beppesebaste.com stato Richard Russell, un capo dell’etichetta inglese Xl (White Stripes, Radiohead) a proporre il disco a Heron e ad andare a trovarlo nella cella dell’enorme complesso carcerario di Rikels, a New York, dove era stato recluso due anni prima per possesso di cocaina. È così che il «Dylan nero» o «il precursore del rap» come lo chiamano i suoi estimatori (i Last Poets, i Run Dmc e molti altri lo considerano padre assoluto del genere) è uscito dal tunnel per produrre I’m New Here e per girare di nuovo il mondo (stasera, gratuito, al Locus Festival di Locorotondo in provincia di Bari). Eppure, Gil, c’è sempre stato... «Non mi sono mai fermato. Stavo lavorando su un libro di poesie, ho ripubblicato i dischi del passato, ho scritto un libro, The Last Holiday, che uscirà il prossimo anno sull’importanza del Martin Luther King Day. Credo sia un momento necessario per la consapevolezza afroamericana e quella di tutti i sostenitori dei diritti civili». L’introduzione del suo libro «La fabbrica dei negri» era una sorta di manifesto di intenti per invitare gli afroamericania rigettare il sistema educativo bianco a favore di una nuova consapevolezza africana. «Al tempo stavamo creando una nostra identità, era necessario riallacciarsi alle radici ed esserne fieri. Oggi è tempo di pensare che da qualsiasi discendenza proveniamo (indio-americani, afro-americani, tedesco-americani), rappresentiamo tutti questo paese e dunque il futuro». E la consapevolezza di ciò c’è oggi? «Nei ragazzini no, ma noi siamo qui per insegnarla. Anche con le parole di una canzone». Come ha vissuto l’elezione del primo presidente afroamericano? «Afroamericano? Sei sicura? Suo padre era nero ma sua madre era bianca, quindi come lo dobbiamo chiamare? Non lo so neppure io e devo dirti che non mi interessa. So solo che è un uomo che è stato lasciato in una brutta situazione, nessuno poteva fare peggio di Bush. Speriamo che non venga abbandonato, che riesca a fare qualcosa dopo il buon passo della sanità». Molti anni fa in «Winter in America» lei cantava di un paese nella morsa delconservatorismo. Oggi che stagione vive il suo paese? «Guarda ciò che succede nel Golfo del Messico e vedrai. C’è ancora tantissimo da fare. Non basta gridare al miracolo il primo giorno di primavera, non basta che sia eletto Obama». Pare di capire che oggi per lei i diritti e le possibilità non sono più questioni legate al problema razziale? «No. E neppure ai soldi. Oggi in America è tutta una questione di intelligenza, di risorse, di buon senso, di importanza di conservare le proprie radici». Crede ancora nel potere rivoluzionario della parola? «Certo che sì. Il fatto è che le cose cambiano ogni giorno, si evolvono e così cambiano anche le forme della rivoluzione. E magari le persone non se ne accorgono immediatamente. STASERA IL CONCERTO A LOCOROTONDO «NERI, BIANCHI, GIALLI: SIAMO TUTTI IL FUTURO» La rivoluzione è nel cambiamento, anche un piccolo cambiamento. Ad esempio la velocità delle telecomunicazioni, il mondo che si fa sempre più piccolo, queste sono rivoluzioni». Si interessa alla politica italiana? «Chi, Berlusconi? Suvvia, quale è il vostro problema? Avete l’imbarazzo della scelta: potete guardare le sue televisioni, ascoltare la sua informazione, comprare i suoi prodotti, subire le sue leggi. E tutto con una sola persona!». Avete qualcosa di simile in America? «Mah, potrebbe essere un mix tra Rockefeller e George Bush». Nell’ultimo ci sono canzoni tratte da sue vecchie poesie dove si parla anche della sua infanzia nel Tennessee. C’è ancora posto per la poesia oggi? «Assolutamente. Tutto le volte che io stesso perdo la speranza nella poesia, faccio un altro disco e vedo che la reazione della gente è incredibile. C’è spazio per il bello in tutti i campi. Anzi, oggi i fruitori di cultura sono molti di più e più preparati». È un ottimista oggi Gil Scott Heron? «Sì, certo. Più progrediamo socialmente, più abbiamo la possibilità di discernere e dunque di scegliere. Oggi, dopo molto tempo, sono in grado di vedere il futuro».❖ hi l’avrebbe detto che lo stranoto «mito della caverna» di Platone, non a caso contenuto in un trattato politico (La Repubblica), si sarebbe riprodotto in questo Paese con tanta drammatica fedeltà. La posta in gioco non è solo conoscitiva - far sapere agli altri che le ombre proiettate nella caverna non sono la realtà, e che fuori (dalla caverna) c’è un mondo ma riguarda il destino e la sopravvivenza della democrazia e della cittadinanza. Poiché faccio parte della nicchia di lettori di giornali ho accesso a molte notizie. Nel corso della settimana molti elementi si sono aggiunti allo scempio posto in atto dal governo; mi hanno poi colpito l’aggressione della polizia alla manifestazione dei terremotati dell’Aquila, quella analoga a un corteo di operai a Milano, il licenziamento di tre dipendenti della Fiom a Pomigliano, ecc. Non pongo la domanda retorica su come sono state date queste e altre notizie sul Tg1 e sui Tg Mediaset. La maggior parte degli elettori di questo Paese non ha accesso alla realtà dei fatti perché guarda appunto il Tg1 e i Tg Mediaset e vota Berlusconi. La maggior parte degli elettori di questo paese, come gli abitanti della caverna di Platone, non sa nulla dei discorsi del presidente della Camera Fini a difesa della legalità, lo considera un traditore, e sono gli stessi che approvano l’idea di uno sciopero dei lettori di giornali (anche se non comprano mai giornali). Nulla sanno della corruzione, della camorra al governo, delle puttane del Capo ecc. Lo sanno in tutto il mondo, ma in Italia no. E’ un fatto. Il mio è un appello ai politici democratici e repubblicani di qualunque schieramento: se andate in tv, su Raiuno e Mediaset soprattutto, non dite altro che questo, guardando le telecamere: le verità nascoste. Avvertite il popolo nell’ombra della caverna della gravità taciuta. Non dite altro, senza narcisismo, senza darvi di gomito.❖ C