TORDO BOTTACCIO

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TORDO BOTTACCIO
Specie protette dalla Direttiva Uccelli
TORDO BOTTACCIO
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Turdus philomelos
Ordine: Passeriformes Famiglia: Turdidae
Il Tordo bottaccio è un turdide di circa 23 cm di lunghezza. Presenta una colorazione del piumaggio varia, con la parte
superiore del corpo di colore scuro, la gola color crema con piccole e rare macchie castane e il ventre bianco-grigiastro
con macchie ovali brune su petto e fianchi. I due sessi non presentano nessun dimorfismo sessuale e, pertanto, fatta
eccezione per il canto, non è possibile distinguere, dal solo piumaggio, il maschio dalla femmina.
Durante il periodo di migrazione il Tordo bottaccio si muove soltanto di prima mattina e sembra scomparire durante il
giorno. In Italia è migratore e svernante molto diffuso nella gran parte della penisola e sulle isole, e nidificante regolare
sui rilievi dell’intero arco alpino e dell’Appennino settentrionale e centrale, da quote medio-basse fino ad oltre 1.500 m.
Di frequente viene confuso con il Tordo sassello, della medesima taglia, dal quale si distingue per le diverse abitudini e
anche per i colori più chiari nel sotto-ala, per i puntini neri distribuiti più omogeneamente e per la presenza (nel sassello)
di un deciso sopracciglio chiaro.
La specie si rinviene in formazioni boscose collinari e montane di conifere pure o miste a latifoglie, ove predilige i boschi
freschi, giovani e folti, ricchi di sottobosco. In altri contesti lo si rinviene in boschi di latifoglie, frutteti, parchi e giardini
urbani: recentemente la specie ha mostrato la tendenza a colonizzare anche aree di fondovalle, pedemontane e di pianura
evitando formazioni troppo secche come, ad esempio, le pinete.
Al di sotto dei 400 metri la presenza della specie è scarsa. Il mosaico ambientale tra latifoglie e conifere comprende
l'87,7% dei dati con un importante selezione degli impianti artificiali di conifere. La specie si installa di preferenza nelle
peccete di abete rosso e nei lariceti.
Prospettive
Sulla base dei dati disponibili relativi all’Italia si può proporre come FRV a scala locale una densità pari a 2 coppie per 10
ettari per diverse tipologie di habitat e a 5 coppie per 10 ha (valore in alcuni casi eccezionalmente superato) per contesti
particolarmente idonei.
Minacce
Le principali minacce sono rappresentate dall’uso di pesticidi in agricoltura che riducono le risorse alimentari e fenomeni
di bracconaggio soprattutto in aree del Nord-Est italiano. In Sicilia, nel corso delle migrazioni, sono stati riscontrati
diversi casi di collisione dei tordi bottaccio contro cavi e piloni.
Alle quote più basse si raccomandano azioni volte al mantenimento di elementi importanti quali siepi, zone cespugliate e
aree boschive per garantire alla specie habitat accoglienti.
In ambito agro forestale vanno promosse azioni volte al mantenimento di ambienti diversificati dal punto di vista
ecologico o di un loro ripristino tramite piantumazione di siepi, filari arborati e aree arbustive. Altre azioni da mettere in
campo sono la riduzione dell’uso di pesticidi, che concorrono a ridurre anche drasticamente la fauna invertebrata
essenziale per l’alimentazione del Tordo bottaccio.
Un ruolo decisivo è giocato anche dalla sperimentazione di reti antigrandine compatibili con la sopravvivenza della specie
nei vigneti e la repressione dei tentativi di saccheggio dei nidi in periodo riproduttivo soprattutto in ambito agricolo e nei
vigneti e pometi del Nord Est. Si ritiene infine necessaria una sempre più oculata gestione venatoria per evitare prelievi
eccessivi.
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Stato di salute
Dallo stato di conservazione favorevole, il Tordo bottaccio vanta una popolazione europea decisamente ampia, poiché
superiore ai 20 milioni di coppie. Nel periodo 1970–1990 è rimasto stabile mentre i declini registrati nel periodo
1990-2000 in Germania sono stati compensati dagli incrementi di altre due popolazioni chiave (Francia e Norvegia) in cui
la specie è invece rimasta stabile. Per queste motivazioni la popolazione europea è attualmente considerata sicura
(BirdLife International 2004).
In Italia il Tordo bottaccio è abbondante, poichè è presente con 100.000-300.000 coppie nidificanti (Brichetti & Fracasso
2008), 200.000-400.000 coppie secondo Spina & Volponi (2008). La specie sul territorio è ampiamente distribuita e viene
considerata stabile e in incremento locale. In Piemonte e Valle d'Aosta vengono stimate dalle 15mila alle 30mila coppie,
5.500 coppie in Lombardia e tra le duemila e le seimila coppie in Toscana.
A livello biogeografico il Tordo bottaccio è presente maggiormente nelle regioni alpina e continentale mentre è più scarso
e localizzato in quella mediterranea. Di recente ha iniziato a nidificare negli ambienti boschivi del Parco del Ticino. La
specie si sta espandendo in Emilia-Romagna grazie all'occupazione delle zone di media collina. Nelle province di
Forlì-Cesena e Ravenna nel periodo 1995-1997, i valori massimi di abbondanza sono stati riscontrati nelle Foreste
Casentinesi con circa 2 coppie/km e massimi nelle faggete con 4 coppie per km. Considerato stabile in Toscana nel
periodo 1992-97.
Semaforo
Lo stato di conservazione del Tordo bottaccio è complessivamente favorevole.
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
stabile/in incremento
favorevole
Popolazione
stabile/localmente in aumento
favorevole
Habitat della specie
stabile/in aumento
favorevole
Complessivo
favorevole
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Il Tordo bottaccio emette un verso secco e metallico denominato zizzo, unico nel suo genere. Il suo canto è
particolarmente melodioso.
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