Teca tematica

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Teca tematica
Senza velo. Donne nell'Islam contro l'integralismo
Autore: a cura di Monica Lanfranco e Maria Grazia Di Rienzo
Editore: Intra Moenia, Napoli
Anno: 2005
Data inserimento: 18/07/2011
Che cosa sappiamo del mondo femminile nei paesi di religione musulmana? Quali movimenti per la laicità e i diritti
delle donne esistono nel mondo arabo? Perché anche i movimenti altermondialisti faticano a criticare il mondo
musulmano e arabo per la sua arretratezza in tema di libertà e parità tra i sessi? Che caratteristiche ha il
movimento femminista nell'Islam, e che punti di contatto ha con la teologia cristiana femminista?
In questo libro, unico in Italia, sono per la prima volta riunite le storie delle donne e dei gruppi femminili che lottano
per la parità dei diritti tra i generi nei paesi islamici, dove spesso dirsi femminista, o semplicemente prendere
parola, può costare la vita.
(dalla quarta di copertina)
Maria Mancuso, [senza nome]
foto da: I «cocci» di Maria Mancuso, Catanzaro, Fucina Ionica, 1988, p. 15
Il multiculturalismo autorizza che, poco più in là, non contino per le altre i diritti di scelta che hai conquistato sul tuo
territorio sociale e culturale? Il rispetto per le 'differenze' è incondizionato sempre e comunque, tanto da imporre
l'assenza di critica? Religione, usi, tradizioni, cessano di essere storicamente leggibili e modifìcabili, passibili di
evoluzioni, trasformazioni, cambiamenti?
I diritti umani sono relativi, a seconda delle tradizioni locali, siano esse tribali, derivanti da leggi secolari, o dalle
parole della fede tramandata?
Siccome noi siamo contro la guerra, e oggi la guerra viene presentata da più parti nel mondo dalle forze
reazionarie come necessaria per non soccombere all'integralismo musulmano allora non possiamo criticare l'lslam
integralista e il suo portato di segregazione e discriminazione, proprio noi che abbiamo seminato e raccolto i frutti di
libertà che derivano dalla separazione tra fede e legge laica? Dire che nella seconda Intifada le donne hanno
peggiorato la loro condizione, mentre prima erano tra le più libere ed emancipate del mondo arabo, ci allontana
dalla denuncia della violenza dell'esercito di Sharon e diminuisce il nostro appoggio alla causa palestinese? Si può
essere senza se e senza ma contro la guerra e sospendere il giudizio sulla libertà di scelta delle donne, cavarsela
con una alzata di spalle di fronte alla burqa, alle mutilazioni sessuali con la scusa, ancora, del rispetto delle
differenze o con l'urgenza maggiore di altri problemi, glissare o minimizzare sul significato sessuofobico dei precetti
relativi all'occultamento, in parte o in toto, del corpo delle donne nell'integralismo? [...]
La pervasività della guerra, lo scatenarsi della violenza terrorista, il veleno che arriva anche qui da noi dove
(ancora) non piovono bombe intelligenti rende inevitabilmente più difficile l'argomentare critico, l'analisi che non sia
rassicurantemente lo stare di qua o di là, il giustificare le guerre con l'impossibilità di operare diversamente o la
legittimazione delle azioni del terrorismo con le ragioni della resistenza e della difesa. Ma allora dobbiamo
arrenderci di fronte al bavaglio di sangue della violenza degli stati, dei governi dei potenti e dei gruppi terroristici e
tacere sulle ingiustizie rinunciando alla critica e rimandando, in tempi migliori, le lotte per l'emancipazione e
l'ottenimento dei diritti di cittadinanza come genere?
L'impressione è che il monito di una decina di anni fa lanciato dalla studiosa Moller Okin, che si domandava se e
fino a che punto il multiculturalismo favorisse la causa dell'autodeterminazione femminile sia stato inascoltato, così
come dagli stessi movimenti per l'alternativa globale e la costruzione di un mondo diverso sembra sottovalutato
l'appello del movimentista Nobel indiano Amartya Sen, che afferma: "È particolarmente importante non confondersi
nel ritenere il tradizionalismo, senza esaminarlo, come parte dell'esercizio della libertà culturale. È necessario
chiedersi se i perdenti nella società, in questo caso le donne le cui vite possono essere influenzate negativamente
da questo genere di pratiche, hanno avuto la possibilità di prendere in considerazione delle alternative, e hanno la
libertà di sapere in che modo vivono le persone nel resto del mondo".
Ovvero prima le persone siano libere, poi analizziamo e discutiamo la diversità culturale e le tradizioni.
(da: I nostri perché, pp.7-10)
Dall'indice: I nostri perché di Monica Lanfranco e Maria Grazia Di Rienzo; Autodeterminazione. Saggi e spunti
critici - Femminismo islamico: cosa significa? di Margot Badran; Attrezzi per la subordinazione di Asma Mohamed
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/333
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Abdel Halim; I due mondi di Shirin Ebadi; Dichiarazione di Chang Mai; Appello contro i fondamentalismi, Wluml
(Donne che vivono sotto le leggi islamiche); Le Storie. Profili e narrazione - Una madre coraggiosa, Lahore,
Pakistan; Acqua affilata, Multan, Pakistan; Musliba e le altre, Kandahar, Afganistan; Una risata seppellirà
l'integralismo, Boston, Usa; La forza della scrittura, Algeri, Algeria; Un'aria per Allah, Daburiya, Israele; Donne per
le Donne, Bagdhad, Iraq; Delitti d'onore, Amsterdam, Olanda; Voci. Interviste - Fedi per la pace, Intervista a Lydia
Alpizar; Il fondamentalismo cancella i diritti umani, Intervista a Farida Shaheed; Quello che non si sa dell'Iraq,
Intervista a Yanar Mohammed; C'è bisogno di laicità, Intervista a Stasa Zajovic; Togliti il velo dalla mente, Intervista
a Nawal El Saadawi; Una favola per concludere - La Principessa testarda, narrata da Safia Shah.
Cosa leggere, quali siti consultare
Bibliografia:
Sirad Salad Hassan, La donna mutilata, Firenze, Loggia de' Lauri, 1996.
B. Bhutto - G. H. Brundtland, Il pianeta a misura di donna, Manifestolibri,1995.
Elisa Giunchi, La donna nell'Islam, I Dossier del CESPI, n. 3, 1993.
Fatima Mernissi, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, 1994.
Fatima Mernissi, Donne del profeta. La condizione femminile nell'Islam, ECIG , 1992.
Bianca Maria Amoretti Scarcia, Tolleranza e guerra santa nell'Islam, Sansoni, 1974.
Giorgio Vercellin, Istituzioni del mondo musulmano, Einaudi, 1996.
Giorgio Vercellin, Tra veli e turbanti. Rituali sociali e vita privata nei mondi dell'Islam, Marsilio, 2000.
L'Islam in Europa. Lo statuto giuridico delle comunità musulmane, a cura di Alessandro Ferrari, Il Mulino,
1996.
Ersilia Francesca, Introduzione alle regole alimentari islamiche, Istituto per l'Oriente C.A. Nallino, 1995.
Alessio D'Angelo, La presenza islamica in Europa: cicli migratori e impatto sulla società, in «Affari sociali
internazionali» n. 3/2003.
Edward Said, Orientalismo: l'immagine europea dell'Oriente, Feltrinelli, 2001.
Andare ancora al cuore delle ferite, Renate Siebert intervista Assia Djebar, La Tartaruga, 1997.
La schiavitù del velo: voci di donne contro l'integralismo islamico, a cura di Giuliana Sgrena, Manifestolibri,
1999.
Assia Djebar, Bianco d'Algeria, Il Saggiatore, 1998.
Maria Nussbaum, Diventare persone: donne e universalità dei diritti, Il Mulino,2001.
Amartya Sen, Libertà individuale come impegno sociale, Laterza, 1998.
Amartya Sen, Le donne sparite e la diseguaglianza sociale, in "Genere".
La costruzione sociale del femminile, a cura di Simonetta Piccone Stella e Chiara Saraceno, Il Mulino,
1996.
Marie-Aimée Hélie-Lucas, Strategie femminili nel mondo musulmano: la risposta ai fondamentalismi,
ibidem, pp. 281-314.
Ayse Saraçgil, Il maschio camaleonte: strutture patriarcali nell'impero ottomano e nella Turchia moderna,
Bruno Mondadori, 2001.
C. Djavann, Giù i veli, Lindau Edizioni, 2004.
Irshad Manji, Quando abbiamo smesso di pensare?, Guanda Editore, 2004.
Network:
www.womensenews.org [1]
www.baobabwornen.org [2]
www.wlurnl.org [3]
http://www.arabcomedy.org/ [4]
www.awsa.net [5]
www.irinnews.org [6]
http://www.womenforafghanwomen.org [7]
www.wwhr.org [8]
www.parsa-afghanistan.org [9]
www.peacecouncil.org [10]
www.tramaditerre.org [11]
www.tissaharni.corn [12]
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/333
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www.feministpeacenetwork.org [13]
www.nawalsaadawi.net [14]
Loredana Seregni, Tracce, particolare dell'installazione, 2002
foto da: Women-Donne. Via-By Italia-Australia. Catalogo della mostra, Melbourne, Counihan Gallery, 8 agosto - 1
settembre 2002, Torino, Seb 27, 2002, p. 44
Chi sono le autrici
Monica Lanfranco, giornalista, formatrice alla nonviolenza e sui temi della differenza di genere, direttora di Marea
www.mareaonline.it [15] ; collabora con Carta www.carta.org [16] e Rai lnternational. È una delle portavoce della
Convenzione Permanente di Donne contro le Guerre.
Maria Grazia Di Rienzo, formatrice alla nonviolenza, pubblicista, regista teatrale, autrice tra l'altro di Favole per
adultere, collaboratrice di "Azione nonviolenta", autrice delle traduzioni presenti in questo testo. È una delle
portavoce della Convenzione Permanente di Donne contro le Guerre.
Delle stesse autrici per i tipi di Intra Moenia: Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e
femminismi, 2003. (da: pp. 143-145)
vai alla teca Politica: Donne dagli occhi grandi [17]
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Collegamenti
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Marea [19]
Centodonnecentobici [20]
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- [2] http://www.baobabwornen.org/
- [3] http://www.wlurnl.org/
- [4] http://www.arabcornedy.org/
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- [6] http://www.irinnews.org/
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- [8] http://www.wwhr.org/
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- [13] http://www.feministpeacenetwork.org/
- [14] http://www.nawalsaadawi.net/
- [15] http://www.mareaonline.it/
- [16] http://www.carta.org/
- [17] http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/list/tabgroup/2
- [18] http://www.monicalanfranco.it/
- [19] http://www.mareaonline.it/
- [20] http://centodonnecentobici.wordpress.com/2011/03/29/voci-nel-vento-di-maria-g-di-rienzo/
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