Anno 2003 RAPPORTO ANNUALE ECOMUSEI

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Anno 2003 RAPPORTO ANNUALE ECOMUSEI
Anno 2003
RAPPORTO ANNUALE
ECOMUSEI PIEMONTESI
A cura del Laboratorio Ecomusei
Roberto Cagliero, Paola Ciocca, Silvia Cordero, Donatella Murtas
Indice
3
premessa
44
6
considerazioni generali
le attività didattiche
l'iniziativa comunitaria leader +
ecomusei e coinvolgimento della comunità locale
i bilanci
9.
ecomuseo dei terrazzamenti e della vite
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
48
10.
ecomuseo della valsesia
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
analisi dei casi
18
21
24
1.
ecomuseo del freidano
l'interpretazione
la didattica
ll bilancio finanziario
49
2.
ecomuseo dell'alta valle maira
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
50
3.
ecomuseo della segale
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
27
4.
ecomuseo del lago d'orta e mottarone
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
31
5.
ecomuseo colombano romean
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
35
6.
ecomuseo dell'alta val sangone
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
38
7.
ecomuseo della pastorizia
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
42
8.
ecomuseo di cascina moglioni
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
11.
ecomuseo delle terre d'acqua
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
12.
ecomuseo del biellese
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
53
13.
ecomuseo del basso monferrato astigiano
l'interpretazione
la didattica
il bilancio finanziario
56
attivita' di sistema
l'archivio della teatralità popolare
l'archivio propriamente detto
azioni di teatralità
2
Premessa
L'ecomuseo, quale espressione della cultura di un territorio considerato nella sua globalità
e strumento per il suo recupero, rilancio e valorizzazione ha al centro del suo progetto
le persone e le comunità locali, che ne sono nel contempo autori ed attori.
Immagine di un territorio, specchio delle popolazioni, strumento di riflessione e di assunzione
di consapevolezza ed elaborazione di sentimenti di appartenenza, di sperimentazione
di modelli di sviluppo fondati sulla sostenibilità sociale e ambientale, l'ecomuseo può essere
fattore di appartenenza; non di un'identità ancorata nel passato, ma di qualcosa di dinamico
che bisogna continuamente costruire e inventare.
Se le comunità locali sono i soggetti indiscussi del processo ecomuseale, le istituzioni hanno
il compito di agevolare, supportare economicamente e tecnicamente le singole iniziative
garantendo tra l'altro il confronto, lo scambio di esperienze, la comunicazione, lo sviluppo
di progettualità comuni e di forme di coordinamento.
Il Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte, nato nel 1998, opera in tale prospettiva
con il compito di garantire, alle realtà locali ed alla stessa Regione, il necessario sostegno
tecnico, scientifico ed operativo.
In particolare il Laboratorio promuove l'osservazione ed il confronto critico delle esperienze
e delle riflessioni teoriche che maturano ai più vari livelli, sul tema degli ecomusei e più
in generale della valorizzazione del patrimonio culturale locale; ha inoltre il compito di verificare
lo sviluppo delle singole iniziative ecomuseali, elabora considerazioni sulle attività svolte,
garantisce che alcune progettualità strategiche siano da tutti gli ecomusei affrontate, analizza
gli aspetti economici e gestionali, valuta la capacità di coinvolgimento delle comunità locali
ed elabora rapporti che illustrano e valutano nei loro molteplici aspetti l'andamento della politica
degli ecomusei proponendo eventuali integrazioni, correttivi, ecc.
Il presente Rapporto, elaborato in questa prospettiva, si riferisce all'attività svolta dagli ecomusei
nel corso del 2002 ed è disponibile anche nella sezione “Documenti del Laboratorio ecomusei”
del Portale www.ecomusei.net nelle pagine dell'Osservatorio regionale.
L'analisi delle esperienze ecomuseali riconosciute dalla Regione Piemonte dal 1995 registra
complessivamente da un lato una forte disomogeneità sia sotto il profilo dell'approccio progettuale,
sia nello sviluppo delle singole attività ed iniziative, dall'altro un crescente entusiasmo
ed interesse verso una progettualità capace di promuovere e sostenere processi autentici,
partecipati ed integrati di valorizzazione economica, sociale e culturale di dati contesti territoriali.
Se talora è evidente lo sforzo di interpretare autenticamente lo strumento Ecomuseo
quale percorso o processo per cui i singoli individui riscoprono denominatori comuni
che consentono di essere di nuovo comunità, talora esso è interpretato come mero strumento
finanziario per la realizzazione di iniziative che ancorché aventi come riferimento un territorio
con la sua storia, non sono legate, orientate, non si riconducono ad un progetto definito,
ad una univoca “mission”.
Tale carenza oltre a non fare percepire, trasmettere la particolarità e l'unicità di ogni iniziativa,
condiziona le possibilità di sviluppo delle singole attività, la loro coerenza ed integrazione,
i loro contenuti e, in quanto punto di riferimento e di orientamento per la definizione dei programmi
e per l'individuazione delle strategie, ha altresì conseguenze sotto il profilo organizzativo.
3
In effetti una motivazione chiara e condivisa consente lo sviluppo di una struttura organizzativa
efficiente ancorché essenziale e l'attivazione di tutti quei rapporti interni ed esterni alla comunità
necessari per un ottimale e coerente sviluppo della progettualità.
Un riflesso immediato di tale impostazione è poi la capacità di proporre una interpretazione
culturale autonoma ed originale del proprio “territorio”, della propria “storia” attraverso mezzi
e strutture ricercati internamente o comunque scelti consapevolmente in quanto aderenti
e rispettosi del messaggio che si intende trasferire.
Tale capacità è inoltre espressione di forza e di autorevolezza che si manifesta, si traduce
nella capacità di dialogare e di valorizzare, piuttosto che includere e fare proprie, altre iniziative,
altre realtà già esistenti sul territorio avendone valutata la coerenza con la propria progettualità;
con ciò evitando intenti di monopolizzazione, anzi divenendo stimolo per la crescita
e per lo sviluppo autonomo di altre iniziative della comunità locale.
Tale strategia si salda con l'esigenza propria e peculiare dell'Ecomuseo di ricercare la trasparenza
e la condivisione della programmazione delle proprie progettualità; atteggiamento che costituisce
un valore aggiunto non certamente comune ad altri soggetti e progetti culturali più tradizionali,
ma che non deve divenire nemmeno freno per l'azione, per l'assunzione di decisioni,
per l'attribuzione di priorità.
L'eterogeneità e la disomogeneità dei progetti ecomuseali, così come la loro diversa dinamicità,
nonché le criticità sopra elencate si riflettono e sono espresse in modo evidente nei bilanci
dei soggetti gestori. A parte le indiscutibili e inevitabili differenze dipendenti dalla varietà
dei contesti e dei temi, risultano evidenti alcune disomogeneità riconducibili solo ad una diversa
capacità di interpretare e di svolgere il proprio ruolo; non è comprensibile per esempio la reiterata
assenza in alcune realtà di spese per la ricerca, per la didattica e per l'interpretazione componenti
fondamentali per lo sviluppo del progetto e per il coinvolgimento della popolazione.
Talora questa criticità è connessa con la mancata individuazione di una componente organizzativa
gestionale e direzionale dedicata e preparata, oltre che ad una interpretazione del ruolo
e dello spirito dell'ecomuseo non coerente rispetto a quanto stabilito dal programma regionale
e condiviso a livello nazionale ed internazionale in più occasioni e da ultimo nel recente
Incontro Nazionale degli Ecomusei svoltosi a Biella dal 9 al 12 ottobre 2003.
Un elemento di criticità dal punto di vista della disponibilità delle risorse economiche,
è che queste derivano quasi esclusivamente dalla legge regionale 31/1995; quasi nulle
sono le entrate proprie e quelle provenienti da altre fonti di finanziamento. Se forse è ancora
prematuro prevedere significative entrate dalla vendita di servizi, di prodotti o di altre attività
da parte degli ecomusei, considerata la loro ancora recente istituzione, non è altrettanto
comprensibile il mancato sfruttamento di altri tipi di finanziamento; tali fonti in effetti esistono,
siano esse pubbliche che private, ma non vengono attivate perché non si conoscono, per scarsa
professionalità, ma anche per la comodità di poter accedere a quelle della legge regionale 31/95.
A fronte di questa situazione complessa ma altrettanto dinamica e soprattutto carica di attenzione,
di aspettative e di interesse da parte in particolare delle realtà locali, del mondo della cultura
e della ricerca e del modo economico, la soluzione alle criticità evidenziate possono essere
trovate con riferimento alle indicazioni emerse nell'Incontro Nazionale degli Ecomusei di Biella
e sintetizzate nel Documento Conclusivo.
4
E' importante recuperare il ruolo centrale delle realtà locali e delle istituzioni
(Amministrazioni pubbliche, Mondo scientifico, Organizzazioni di categoria, ecc.)
che devono condividere il progetto ed operare in stretta collaborazione e coordinamento.
Elementi chiave su cui lavorare sono in particolare ed in prima analisi:
La ridefinizione delle motivazioni delle singole iniziative ecomuseali
quale strumento di verifica della mission del progetto ecomuseale e dell'attività
svolta, nonché di confronto con la realtà locale.
La selezione e la formazione del personale
e dei volontari che partecipano alle attività.
Il coinvolgimento degli operatori economici e delle istituzioni
per creare le condizioni di sviluppo di nuove attività o di rivitalizzazione di quelle tradizionali.
Il coinvolgimento del mondo scientifico
in attività di ricerca e di studio.
Lo sviluppo del rapporto con il mondo della scuola.
Il potenziamento delle attività editoriali e di comunicazione.
L'organizzazione di momenti di scambio e di confronto
tra le realtà ecomuseali su scala nazionale ed internazionale.
La realizzazione del Centro di Documentazione degli Ecomusei regionali
quale occasione per sviluppare iniziative atte a garantire un vitale confronto e dialogo
tra le varie esperienze ecomuseali ed a facilitare quindi la costruzione di un sistema
regionale di ecomusei basato su obiettivi comuni e alimentato dalla condivisione
di progettualità, problematiche, esperienze e della ricerca di strumenti e di strategie;
tra queste la costituzione di forme e di luoghi di coordinamento tra le iniziative ecomuseali
che garantiscano modalità di confronto e di dialogo autonome e quindi la costituzione
di una rete operativa capace di elaborare e di sviluppare progetti comuni ed integrati,
di evidenziare e discutere problematiche comuni, di stabilire contatti e collegamenti
con le istituzioni, le loro organizzazioni, le associazioni di categoria ecc., di valorizzare
le esperienze in atto sviluppando occasioni e strumenti per la loro conoscenza e diffusione.
5
Considerazioni generali
Le attività didattiche
L'analisi a livello di sistema delle attività didattiche operate dagli ecomusei regionali presenta
un risultato poco omogeneo. A fianco di evidenti segnali positivi e, soprattutto, di crescita,
si devono segnalare esiti non brillanti e situazioni di evidente difficoltà.
Se si prendono in considerazione gli elementi base nella definizione di un’adeguata didattica
ecomuseale, si osserva che devono essere presenti le funzioni di ricerca su collezioni e patrimonio
e, successivamente, di comunicazione del messaggio culturale. Le attività dovrebbero essere,
necessariamente, coerenti con la mission della struttura, dovrebbero esserne una corretta
espressione e dovrebbero valorizzare le conoscenze degli operatori dell'ecomuseo; inoltre,
ricerca e didattica dovrebbero mostrare una correlazione evidente.
Alla luce di tali elementi, si è proceduto ad una sorta di quantificazione del livello espresso
dall'attività didattica di ogni singola struttura ecomuseale. Nella tabella si riportano le stime
eseguite su tali dimensioni di analisi, che rappresentano solo una modalità soggettiva di esame,
e non una “pagella”. Scopo di questa rappresentazione, che come ogni rappresentazione è
una semplificazione della realtà, è quella di fornire indicazioni e stimoli. Accanto ad alcune
indicazioni in merito ai criteri minimi di analisi di un’attività didattica, vale a dire i punti sopra
ricordati in merito alla mission, alla ricerca e alla presenza di uno staff, si è ritenuto opportuno
prendere in considerazione l'elemento quantitativo delle presenze e la presenza, o meno,
di momenti di valutazione o autovalutazione delle attività. È evidente che il dato sulla quantità
dei flussi non fornisce indicazioni in merito alla qualità delle proposte didattiche.
In merito alla definizione dei “punteggi”, la scelta metodologica è quella di operare
in modo binario, vale a dire come con una variabile “dummy”: sì - no, presenza - assenza.
Questa scelta ha l'obiettivo di offrire una semplificazione della valutazione, anche se comporta
una schematizzazione molto marcata e una ridotta capacità di sottolineare le differenze
poco evidenti, ma sicuramente presenti.
Un secondo punto di difficoltà è quello di riportare le singole voci di analisi in un complessivo
punteggio. In questo senso i problemi sono di due ordini: definire una sorta di ranking di importanza
alle parti della tabella, attraverso l'uso di adeguati coefficienti di peso, oppure inserire più indicatori
per le domande più rilevanti. In sintesi, si è preferito applicare il criterio della semplicità e quindi
la scelta è ricaduta su un sistema di immediata lettura. Sostanzialmente si è dato peso simile a tutte
le voci, sia a quelle scientifiche che a quelle organizzative. In generale per ogni elemento si sono
prodotte due domande valutative, tranne per la presenza di forme di valutazione della didattica;
a questa dimensione di analisi si è, quindi, attributo un peso relativo inferiore alle altre considerate.
Il “complesso” dell'ecomuseo risulta in sintesi pari alla semplice somma dei valori riportati per ogni
struttura. Un’ultima nota riguarda la valutazione delle informazioni mancati; si è ritenuto opportuno
trattarle come degli “zero”. Nel caso di ecomusei di rete, come per l'Ecomuseo del Biellese, la
valutazione è stata condotta sul sistema e non come sommatoria delle attività delle singole cellule.
La metodologia, come anche già ricordato, è perfettibile, ma rappresenta, anche in una certa forma
provocatoria, un primo tentavo di valutazione sinottica. I risultati offerti possono avere due chiavi
di lettura: una verticale, che stigmatizza le attività del singolo ecomuseo, attraverso la funzione
di somma delle singole valutazioni; una seconda orizzontale, che attraverso la funzione di media,
indica l'andamento del sistema regionale per quella determinata dimensione di studio.
In merito all’analisi verticale condotta sulle singole strutture ecomuseali, si rimanda per i dettagli
6
alle singole trattazioni presenti nel rapporto. Tuttavia, dalla lettura della tabella si possono evincere
alcune considerazioni di carattere più generale.
Alcuni ecomusei, infatti, hanno conseguito dei valori complessivi ridotti. In particolare
alcune strutture non hanno sostanzialmente svolto alcuna attività didattica, come nel caso
della Valsesia. Queste mancanze sono in generale imputabili a difficoltà proprie della struttura
e non peculiari dell'area didattica. Più nel dettaglio le motivazioni di tali difficoltà sono
di due nature. La prima motivazione è legata a difficoltà di carattere programmatorio organizzativo. Infatti, si devono sottolineare in taluni casi la mancanza o di una vera mission
didattica o di un'organizzazione adeguata a gestire queste funzioni; alcune strutture non hanno
ancora individuato un responsabile per l'area di ricerca-didattica. In altri casi si è evidenziata
la mancanza di un’attività propria di ricerca e quindi di produzione di un messaggio culturale
autonomo, da cui fare derivare l'attività didattica.
Per quanto attiene all'analisi di sistema, la tabella riporta, per quanto in modo schematico, i punti
di forza o di debolezza della programmazione didattica degli ecomusei regionali nel suo complesso.
Aree di forte carenza sono quelle della valutazione dell'offerta didattica (del resto questo aspetto
appare ovvio, se già vi sono difficoltà a monte), quella della dimensione quantitiva della didattica,
nel senso dell'offerta di iniziative, poiché spesso gli ecomusei propongono poche attività
e in alcuni casi ridotte alle visite guidate. Un’ulteriore area di debolezza è riscontrabile a livello
di programmazione: l'individuazione di una mission didattica definita e condivisa non è sempre
presente; questo elemento è, inoltre, un segnale di “allarme” molto importante, poiché la definizione
della mission rappresenta il punto fondamentale per la validità delle attività a valle.
Rispetto alle analisi svolte nelle precedenti edizioni, tuttavia, vi sono anche numerosi punti di forza
e di miglioramento. In particolare è molto importante segnalare la crescita delle scelte svolte dagli
ecomusei all'insegna dell'autonomia del messaggio culturale. Gli ecomusei regionali risultano avere
strutturalmente recepito l'importanza di trasmettere la propria interpretazione e di non fare solo
da volano per il lavoro di altri. Questo passaggio deriva, evidentemente, anche da una crescita
delle attività di ricerca e di coinvolgimento della comunità locale.
Altri segnali positivi vengono dalla scelta degli operatori che si occupano sul campo della didattica;
in generale sembra superata la fase “dell'appalto esterno” dell'operatività. Gli ecomusei
hanno compiuto un’opera di selezione, se non addirittura di costituzione, di soggetti adeguati
alla trasmissione del messaggio culturale e generalmente gli operatori che svolgono tali funzioni
sono considerabili come parte dello staff dell'ecomuseo.
7
0,31
0,77
0,62
0,62
0,54
0,73
0,46
0,38
0,15
VALSESIA
0
0
0
0
0
0
0
0
In sintesi si possono,
dunque, evidenziare
alcuni punti di forza
e di debolezza comuni.
0
MEDIA
DEL SISTEMA
0
Quadro sinottico di valutazione
della didattica presso gli ecomusei piemontesi
0
0
4
0
0
1
5
5
5
Molte volte manca
un soggetto responsabile
della didattica.
0
7
6
3
8
Gli ecomusei composti
da diverse cellule
non sempre presentano
alcun programma
comune, in grado
di dare idea di uniformità
o continuità del sistema.
5
0
0
0
1
In alcuni l'attività didattica
non è adeguatamente
inserita nella mission
dell'ecomuseo,
pur essendo una
funzione principale.
In molti casi mancano
i materiali didattici,
gli strumenti, i laboratori.
0
0
In alcuni casi continua
a mancare una reale
attività di ricerca propria
dell'ecomuseo.
Il tasso di rinnovamento
nella proposta dei
programmi è contenuto.
È praticamente assente
un’attività di valutazione
delle attività svolte.
6
3
Complesso dell'ecomuseo
0
0
PUNTI DI FORZA
Valutazione o confronto
formale con gli utenti?
PREVEDERE MOMENTI DI AUTO-VALUTAZIONE O COMUNQUE DI CONFRONTO CON GLI UTENTI
0
1
1
1
1
Molte iniziative offerte?
0
1
0
0
1
1
1
0
0
1
1
0
0
Molte scuole coinvolte?
AVERE DIMENSIONI QUANTITATIVE ADEGUATE
3
0
0
1
1
1
0
1
1
1
1
1
Gli operatori sono del gruppo
ecomuseo, sono esterne ma locali?
0
1
0
0
0
1
1
0
1
1
0
1
1
Esiste un responsabile per la didattica
(come attività principale)
0
0
1
1
0
Le conoscenze locali si traducono
in documenti didattici, sono valorizzate?
VALORIZZARE AL MASSIMO LE CONOSCENZE DELLO STAFF DELL’ECOMUSEO
0
1
0
1
1
1
0
1
0
1
1
1
1
Esiste un marcato rapporto
con la ricerca fatta dall'ecomuseo?
DERIVARE DALL’ATTIVITÀ DI RICERCA DELL’ECOMUSEO
1
1
1
L’Ecomuseo sceglie autonomamente
quali temi e quale diadattica?
0
1
0
ALTA VAL
MAIRA
0
ALTA VAL
SANGONE
Esiste una reale, dichiarata
e condivisa mission didattica?
BIELLESE
ESSERE COERENTE CON LA MISSION DELL'ECOMUSEO
BMA
0
0
CASCINA
MOGLIONI
1
1
COLOMBANO
ROMEAN
1
1
1
1
1
1
1
1
0
CUSIUS
1
0
FREIDANO
1
PASTORIZIA
1
1
0
1
1
1
1
SEGALE
0
0
TERRAZZAMENTI
0
TERRE
D’ACQUA
0
PUNTI DI
DEBOLEZZA:
È idea ormai condivisa,
anche se non
implementata del tutto,
che l'attività didattica
sia una funzione
fondamentale
e peculiare e autonoma
di un ecomuseo.
La professionalità
degli operatori appare
fortemente in crescita.
Le proposte didattiche
sono sempre più
legate ai temi trattati
dagli ecomusei e sono
sempre più spesso
delle attività di ricerca,
là dove condotte.
Non vi sono più casi
di “appalto esterno”
delle attività di didattica.
L'iniziativa comunitaria
Leader +
L'iniziativa Comunitaria Leader ("Liasons Entre Actions de Developpement de l'Economie Rurale") è caratterizzata
da un approccio di tipo bottom-up, vale a dire dal basso, e da una progettazione di tipo integrato, che quindi risulta
territoriale e non settoriale.
Di conseguenza, l'iniziativa prevede che gli stati membri promuovano una programmazione a livello locale
per incentivare lo sviluppo integrato, dove i “pilastri” siano l'agricoltura, il turismo e l'artigianato.
Attraverso la creazione di un GAL (Gruppo di Azione Locale) si affida al livello locale la scelta delle misure da porre
in pratica e l'allocazione delle risorse; i GAL creati sul territorio devono proporre un Piano di Sviluppo Locale (PSL)
in cui descrivere la strategia di valorizzazione integrata delle risorse specifiche dell'area, a partire dal dettaglio
dell’analisi territoriale.
Leader + non è attivo su tutto il Piemonte, ma interessa le zone rurali, quindi multifunzionali e con attività diffuse,
caratterizzate da bassa densità abitativa, da invecchiamento della popolazione, da difficoltà occupazionali.
Attualmente i GAL ammessi a finanziamento dalla Regione Piemonte sono otto, altri due sono stati selezionati
in base alla riapertura dell'invito per la presentazione dei Piani di Sviluppo Locale la cui scadenza è stata a marzo
2003; sono stati dichiarati ammissibili nella seconda tranche di apertura i GAL “Azione Ossola” e “Giarolo”.
I primi otto hanno presentato i progetti esecutivi, mentre gli ultimi due sono ancora in fase di contrattazione.
Elenco dei GAL ammessi a finanziamento alla prima apertura
NOMINATIVO
INDIRIZZO
TEL/ FAX
E-MAIL
ALTA LANGA
LEADER
Via Umberto I
12038 BOSSOLASCO (CN)
0173-799000
0173-793449
[email protected]
ESCARTONS
E VALLI VALDESI
Via Fuhrmann, 23; Villa Olanda
10062 LUSERNA S. GIOVANNI (TO)
0121-232625
[email protected]
VALLI DI LANZO,
CERONDA E CASTERNONE
Fraz. Fè, 2
10070 CERES (TO)
0123-3491
0123-53716
[email protected]
VALLI
DEL CANAVESE
Via Torino, 17
10080 LOCANA (TO)
0124-83136
0124-83363
[email protected]
TRADIZIONE
DELLE TERRE OCCITANE
P.za Martiri della Libertà, 29
12023 CARAGLIO (CN)
0171-619492
0171-817834
valle.grana@tiscalinet.
MONGIOIE
Piazza Vittorio Veneto, 1
12070 MOMBASIGLIO (CN)
0174-780268
0174-78293
[email protected]
VALLI GESSO VERMENAGNA
PESIO LEADER
Loc. Madonna dei Boschi, 76
12016 PEVERAGNO (CN)
0171-338995
0171-338891
[email protected]
BMA
“TERRA DI TARTUFI”
Strada Stazione, 9
14025 MONTECHIARO D'ASTI (AT)
0141-357150
0141-901135
[email protected]
Fonte: Regione Piemonte
9
Leader, attraverso il suo approccio bottom-up e il diretto coinvolgimento della comunità locale si presenta
come uno strumento particolarmente adeguato alle attività di un ecomuseo. Il programma messo a punto dalla Regione
Piemonte (PLR) prevede, infatti, un’azione, all'interno della misura “Valorizzazione integrata del patrimonio ambientale,
culturale e produttivo locale”, specificamente rivolta agli ecomusei chiamata “Reti di musei ed ecomusei e utilizzo
di edifici di notevole rilevanza storico-culturale”. L'obiettivo dell'azione è il miglioramento della fruibilità dei musei
e degli ecomusei; si prevede il finanziamento di una serie di strumenti:
.studi di fattibilità
.azioni di ricerca, di informazione e di animazione locale
.azioni di restauro e recupero
.azioni di messa in rete dei beni dal punto di vista gestionale
Nei territori interessati dagli otto GAL approvati a livello di esecutivo dall'amministrazione regionale si trovano diversi
ecomusei regionali, che in alcuni casi hanno partecipato alla realizzazione dei progetti degli interventi misure a loro
potenzialmente rivolte. La specifica delle azioni che interessano in modo diretto ecomusei regionali e gli importi previsti
per queste, nonché l'indicazione degli ecomusei interessati, sono riportati in tabella.
10
Attualmente, sono state presentate le iniziative esecutive del GAL “Basso Monferrato Astigiano”, il cui PSL propone
uno studio di fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti, uno studio di catalogazione dei beni
culturali e un’azione di restauro e riqualificazione. Studi sulla gestione delle strutture e azioni di animazione diretta
sul territorio sono stati attivati dal GAL “Escartons e Valli Valdesi”. Il GAL “Valli Gesso Vermenagna e Pesio Leader”
propone un’azione mirata alla creazione di un sistema dei beni cultuali dell'area. Il GAL “Tradizione delle Terre Occitane”,
infine, ha presentato i progetti esecutivi per la gestione di musei ed ecomusei e alla catalogazione delle collezioni.
Il livello di coinvolgimento richiesto agli ecomusei risulta variabile. Nei casi del GAL “Escartons e Valli Valdesi”
e del GAL “Basso Monferrato Astigiano” gli ecomusei interessati hanno un ruolo operativo fondamentale
e sostanzialmente sono gli attori degli interventi; negli altri casi osservati, gli ecomusei appaiono meno partecipi
delle fasi di programmazione e di implementazione e risultano sostanzialmente come beneficiari puri e semplici.
Relativamente ai GAL che non propongono azioni direttamente rivolte ad ecomusei regionali, si possono fare alcune
osservazioni. Il GAL “Valli del Canavese” non ha attivato la misura 3.1, il GAL “Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone”
ha attivato la misura ma indirizzandola alle sole strutture museali; il GAL “Mongioie” prevede l'applicazione della misura
e pone tra gli obiettivi la gestione anche di ecomusei, ma non propone interventi diretti su ecomusei.
Si deve, comunque, notare che nei territori interessati da questi Gruppi di Azioni non sono presenti ecomusei istituiti
dalla Regione Piemonte. Anche il progetto proposto dal GAL “Alta Langa Leader” prevede un'applicazione della misura
3.1 solo per i beni museali, ma in questo caso si deve rimarcare che il territorio ospita l'Ecomuseo delle Rocche
del Roero, istituito recentemente dalla Regione Piemonte.
GAL. Azioni ecomuseali ed ecomusei regionali interessati
GAL
GAL
BASSO
MONFERRATO
ASTIGIANO
ESCARTONS
E VALLI VALDESI
VALLI GESSO
VERMENAGNA
PESIO LEADER
TRADIZIONE
DELLE TERRE
OCCITANE
IMPORTI
TIPO
INTERVENTO
DESCRIZIONE
INTERVENTO
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 1
Studio di Fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti,
sui beni di rilevante interesse culturale di uso pubblico, sui servizi
di accoglienza e fruizione, sulla comunicazione al mercato.
60.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 3
Studio e catalogazione delle collezioni di muse ed ecomusei e di beni culturali
50.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 4
Restauro e riqualificazione di edifici e manufatti a valenza museale ed
ecomuseale, compreso l'allestimento degli spazi espositivi, di centri visita
e la realizzazione e/o riqualificazione di attrezzature di accoglienza e di fruizione
600.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 1
Studio di Fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti
40.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 2
Ricerca, studio ed animazione per il coinvolgimento della comunità locale
nell'ambito del progetto ecomuseale regionale
40.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 7
Predisposizione di un progetto per la creazione di un sistema
dei beni culturali dell'area G.A.L.
25.716,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 1
Elaborazione di uno studio di fattibilità sulla gestione
dei beni museali esistenti e dei beni di rilevante interesse culturale
30.000,00
AZIONE 3.1
INTERVENTO a) 3
Studio e catalogazione di collezioni museali
10.000,00
Fonte: Progetti esecutivi presentati al Laboratorio Ecomusei
ECOMUSEI
INTERESSATI
Ecomuseo
Basso
Monferrato
Astigiano
Ecomuseo
Colombano Romean
Ecomuseo
Scopriminiera
Val Germanasca
Ecomuseo
della Segale
Ecomuseo
della Pastorizia
Ecomuseo
dell'Alta Val Maira
Ecomusei e coinvolgimento
della comunità locale
Tutti i musei possono occuparsi del proprio
territorio di riferimento (1) e devono prestare
particolare attenzione al coinvolgimento
del proprio pubblico, in particolare quello
costituito dai residenti (2).
Ciò che costituisce una specificità
ecomuseale sta nel considerare questi
due aspetti come componenti principali
e necessari della propria missione, e non
attività opzionali e aggiuntive. Un'ulteriore
specificità consiste nel ruolo propriamente
ecomuseale di rafforzare, stabilire, costruire,
in virtù della mediazione culturale che è in
grado di realizzare, un rapporto tra abitanti
e territorio che sia di conoscenza, di tutela,
di interpretazione e di valorizzazione.
Inoltre, ciò che avvicina l'ecomuseo ai progetti
di local heritage del mondo anglosassone,
differenziandolo dall'attività museale in senso
stretto, consiste nell'ambizione di trasformare
gli abitanti da fruitori dell'attività culturale
dell'ecomuseo, a produttori diretti
dei contenuti culturali che nell'ecomuseo
trovano sistematizzazione, diventando
patrimonio comune.
Mentre nei musei i professionisti hanno
interamente la responsabilità di realizzare
la missione dell'istituzione, negli ecomusei
condividono questa responsabilità con la
comunità locale e hanno quindi anche il ruolo
non semplice di convincerla ad assumersela.
Una prima condizione necessaria a far sì
che l'ecomuseo svolga la propria missione
di mediazione tra abitanti e territorio, consiste
innanzitutto nell'assicurarsi che il progetto
culturale nasca con il contributo e l'intervento
diretto delle persone che vivono e lavorano
nel territorio scelto. Se si vuole prendere
sul serio questo obiettivo è necessario
intendersi su due aspetti fondamentali
del problema: innanzitutto sul significato
del termine “comunità locale”,
e secondariamente, da un punto di vista
operativo, su cosa sia il “coinvolgimento”.
La comunità locale è costituita
dalle persone singole o dalle organizzazioni,
dai rappresentanti degli enti pubblici
e delle associazioni ricreative, culturali,
di categoria, dai componenti dei gruppi
organizzati e di quelli informali che abitano
quel territorio, ma per un progetto
ecomuseale la comunità locale è composta
prima di tutto dalla persone che,
per interesse, per curiosità o per passione,
possono contribuire con ricordi,
testimonianze, documenti, analisi, ricerche,
e donazioni ad aumentare la conoscenza
di una storia e a rendere più decisiva l'azione
di comprensione e di tutela nel presente.
La partecipazione è un termine troppo vago
che contiene un insieme di interpretazioni
che è opportuno specificare. Innanzitutto
partecipazione può voler dire consultazione.
La consultazione consiste nel chiedere
l'opinione degli abitanti che possono essere
utenti di un servizio o, più genericamente,
cittadini di un luogo. Ciò non si traduce
necessariamente in adozione del loro punto
di vista, ma può trattarsi di un’operazione
di indagine per acquisire la conoscenza
di certe opinioni diffuse.
Di solito gli strumenti che si utilizzano
a questo scopo sono di tipo sociologico
e comprendono l'inchiesta, il sondaggio,
il questionario. Per utilizzarli è necessario
avere una competenza specifica che
consenta di raccogliere i dati e di sintetizzare
i risultati in un rapporto che potrà essere
utilizzato per prendere una decisione.
La partecipazione può voler dire
concertazione. Si tratta di un termine molto
utilizzato, che indica la costruzione di un
dibattito su temi che riguardano lo sviluppo
della comunità con lo scopo di arrivare
a un accordo che porterà a un cambiamento.
Infine possiamo parlare di partecipazione
in senso proprio. Si tratta dei casi in cui
una parte del potere decisionale è attribuito
alla popolazione, a proposito di un progetto
o di un problema specifico.
note
1. L' ”Atto di indirizzo
sui criteri tecnico scientifici e sugli standard
di funzionamento e sviluppo
dei musei”, dedica l'ambito
VII al rapporto tra musei
e territorio, esordendo
come segue:
“Nell'ambito delle funzioni
di responsabilità territoriale
di un museo possono
essere comprese attività
di studio e ricerca,
di documentazione,
d'informazione,
di salvaguardia diretta
e indiretta; di gestione
e di valorizzazione
del patrimonio storico
e artistico del territorio
di riferimento”, precisando
però che si tratta
di un'attività che deve
essere integrata nel quadro
delle finalità definite dallo
statuto o dal regolamento
e dei programmi annuali
e pluriennali e basarsi
su “un'attenta valutazione
delle risorse finanziarie
e umane disponibili”.
2. Sempre nell’ “Atto
di indirizzo sui criteri tecnico
- scientifici e sugli standard
di funzionamento e sviluppo
dei musei” si definisce
come importantissima
l'attività di promozione
e divulgazione delle attività
con la precisazione
che alcuni strumenti
di cui si auspica l'impiego,
come l'organizzazione
di visite a tema,
di conferenze, di eventi
culturali, di mostre, hanno
un bacino d'utenza definito,
che va dal centro in cui
il museo è ubicato
al territorio regionale /
provinciale e in certi casi
anche fino al territorio
nazionale, e “ottengono
il risultato prevalente,
seppure non esclusivo,
di attirare o rinnovare
l'attenzione verso il museo
e verso le tematiche
del patrimonio culturale
di coloro cittadinanza,
comunità , che ne sono
i 'naturali' eredi e fruitori”.
11
La partecipazione presuppone la possibilità
di tradurre in azione ciò che si è deciso,
esercitando un potere che è stato attribuito.
Anche nell'azione il ruolo di chi ha preso
la decisione continua ad essere determinante
al successo dell'azione decisa. In questo caso
la partecipazione diviene anche cooperazione
o coproduzione perché le competenze
e la capacità di investimento di ciascuno
assumono un ruolo fondamentale.
E' possibile fraintendere l'animazione
con la partecipazione. In realtà l'animazione
è uno strumento della partecipazione, ma fine
a sé stesso, non utilizzato per mettere un
gruppo di persone in condizione di assumere
decisioni e perseguirle con la propria azione,
non ha nulla a che vedere con essa.
La partecipazione della popolazione
al progetto ecomuseale non è solo auspicabile,
ma è necessaria per tre ragioni principali:
perché consente di sfruttare le conoscenze,
le competenze e le risorse locali che
la popolazione possiede più di chiunque
altro; perché garantisce al progetto
il sostegno necessario alla sua esistenza
e alla sua durata nel lungo periodo lo rende cioè, sostenibile; e infine perché
solo l'appropriazione del progetto da parte
della popolazione locale può consentire
all'ecomuseo di avere le ricadute positive
in termini di sviluppo locale - per le quali
lo si intraprende.
Nel rapporto annuale del Laboratorio
Ecomusei dell'anno 2002 si era proposto
ai responsabili degli ecomusei piemontesi
di autovalutare il proprio rapporto con la
comunità locale attraverso una dichiarazione
esplicita dei propri obiettivi e degli strumenti
che erano stati utilizzati fino a quel momento
per perseguirli. L'esplicitazione degli obiettivi
era la base di partenza necessaria: non
si può valutare in maniera univoca l'attività
di coinvolgimento della comunità locale,
poiché quest'ultima dipende dagli obiettivi
che ciascun ecomuseo si dà. Ciò che può
essere valutato, in una certa misura, sono
l'opportunità degli obiettivi stessi o l'efficacia
degli strumenti scelti.
Quest'anno si è proposto agli ecomusei
piemontesi di confrontarsi, in un momento
esplicitamente organizzato a tale scopo,
con un numero ridotto di operatori
del territorio (associazioni culturali,
amministratori, insegnanti…) per conoscere
quali fossero le loro analisi, le aspettative,
le proposte e le osservazioni critiche
sulle attività dell'ecomuseo.
Se è vero che ciascun responsabile
di ecomuseo, almeno nei casi migliori,
ha quotidianamente rapporti con un ampio
numero di operatori del territorio,
dagli insegnanti agli albergatori, è innegabile
che raramente si trova nelle condizioni
di confrontarsi in maniera mirata e specifica
su una valutazione della validità del progetto
ecomuseale in quanto tale.
Gli ecomusei che hanno accettato
di organizzare questo incontro sono stati
cinque: l'Ecomuseo del Basso Monferrato
Artigiano, l'Ecomuseo del Cusius, l'Ecomuseo
dell'Alta Valle Maira, l'Ecomuseo delle Terre
d'Acqua e l'Ecomuseo dei Terrazzamenti.
Il fatto che un ecomuseo abbia accettato
o meno la proposta di organizzare
tale incontro non significa di per sé
che la propria attività di coinvolgimento
della comunità locale stia procedendo
positivamente o negativamente. Ciò di cui
è invece indicativo è della disponibilità a
mettersi in condizione di essere valutato
nel rapporto annuale del Laboratorio
Ecomusei, il quale, per ovvie ragioni,
deve basarsi su un momento relativamente
circoscritto e formale di acquisizione
di informazioni ed osservazioni. Può darsi
che in alcuni casi gli ecomusei che hanno
accettato di organizzare tale incontro
ne sentissero spontaneamente l'esigenza
e abbiano approfittato dell'occasione.
Dal punto di vista del nostro particolare
12
osservatorio è strano che tale esigenza
non sia stata sentita da altri ecomusei,
le cui manifeste difficoltà potrebbero, almeno
in parte, essere affrontate proprio a partire
da una seria presa in considerazione di ciò
che percepiscono del progetto gli operatori
esterni all'istituzione.
In parte, e a prescindere dalla validità
della proposta di valutazione, ciò può
essere interpretato anche come indicatore
del successo dell'attività regionale centrale
a creare, non solo un insieme di realizzazioni
ecomuseali funzionanti, ma anche un sistema
ecomuseale regionale in forte relazione,
le cui componenti siano disponibili a mettersi
alla prova e a confrontarsi per far crescere
la consapevolezza e la qualità del sistema
nel suo complesso.
E' necessario precisare comunque che
in alcuni casi, come in quello dell'Ecomuseo
della Pastorizia e dell'Ecomuseo del Biellese,
che pure non hanno aderito alla proposta
di organizzare il momento di confronto, si sta
lavorando a realizzare una mappa culturale.
Ciò è certamente un indicatore di una reale
disponibilità a costruire con la comunità
locale di riferimento un rapporto di confronto
e di scambio affatto episodico.
Osservazione
sugli ecomusei piemontesi
Ciascun incontro ha avuto le sue specificità
che corrispondono alle specificità
dei diversi progetti. In alcuni casi il confronto
circostanziato con altri operatori del territorio
fa parte di una pratica relativamente ordinaria,
in altri casi si trattava invece di una novità.
In quattro casi su cinque la riunione
si è conclusa con la proposta di organizzare
altri momenti dello stesso genere o di dare
comunque seguito alla pratica del confronto
con i soggetti esterni all'ecomuseo.
Un elemento che è emerso con una certa
forza consiste in una delle principali
contraddizioni che l'ecomuseo deve affrontare:
l'essere da una parte un soggetto dotato
di una propria identità autonoma,
unica garanzia per una programmazione
qualitativamente elevata delle proprie
attività culturali e dall'altra espressione
di un territorio.
Questo si evidenzia per esempio nei rapporti
con le scuole, soprattutto negli ecomusei
che comprendono un territorio vasto
(Ecomuseo del Basso Monferrato Artigiano,
Ecomuseo delle Terre d'Acqua e Ecomuseo
del Cusius). Le scuole sono certamente
un interlocutore privilegiato con il quale
gli ecomusei istituti e funzionanti hanno
solitamente una consuetudine di comunicazione
e di collaborazione. Eppure le scuole, da parte
loro, dichiarano in alcuni casi, una certa
difficoltà a destreggiarsi nella mole di iniziative
che vengono loro proposte dal territorio
complessivamente e chiedono all'ecomuseo
di fungere più da coordinatore delle proposte
e selezionatore di quelle di maggiore qualità,
che da fornitore di proposte didattiche
autonome. Il desiderio di rispondere a una tale
esigenza, esplicitamente espressa dal territorio
di riferimento, si scontra almeno parzialmente
con l'esigenza dell'ecomuseo di trasmettere
attraverso proposte didattiche originali il frutto
delle proprie ricerche.
13
Questa contraddizione tra l'attività
di coordinamento e la produzione di attività
e di contenuti propri si rivela con particolare
drammaticità nei casi degli ecomusei
molto estesi, per quanto alcuni (Ecomuseo
del Cusius) abbiano saputo risolvere
la contraddizione tenendo una posizione
univoca che li ha rafforzati come soggetto
autonomo, produttore di contenuti originali.
Ma anche in questo caso le scuole locali
dichiarando il loro interesse a lavorare
sul territorio, più che a fruire di proposte
didattiche relative al territorio,
rivendicano un ruolo che non li veda
solo come fruitori di pacchetti didattici
preconfezionati, ma come partner
con i quali l'ecomuseo elabori proposte
comuni da offrire magari ai visitatori esterni.
In alcuni casi, durante gli incontri,
associazioni o enti operanti sul territorio
hanno proposto all'ecomuseo di includere
tra le sue attività iniziative già esistenti,
se coerenti con l'impostazione ecomuseale.
Si tratta di esempi di ciò che in effetti
dovrebbe succedere quando un ecomuseo,
consapevole della propria missione e
delle proprie specificità, incontra sul territorio
una comunanza di intenti e di interessi
e diventa in qualche misura un partner
preferenziale per condurre iniziative di studio
e valorizzazione del territorio. Ciò consente,
oltre a una crescita comune, anche
un’ottimizzazione delle risorse.
Un altro elemento emerso a diversi livelli
da alcuni incontri è la scarsa percezione
da parte degli operatori esterni di un indirizzo
unitario e coerente delle azioni realizzate
dall'ecomuseo a partire dalla sua istituzione.
Anche a causa di questa scarsa percezione
di coerenza le proposte e i casi dai quali
nascono collaborazioni con soggetti esterni
all'ecomuseo sono più il frutto casuale
di un incontro di interessi che di una
programmazione consapevole e oculata.
Nel caso degli ecomusei con un'estensione
territoriale più vasta tale disorientamento
non riguarda soltanto gli interlocutori esterni,
ma anche i Soci dell'Ecomuseo stesso.
Ciò produce un corto circuito che impedisce
ai soggetti esterni all'ecomuseo di contribuire
ad arricchire l'attività dell'ecomuseo
e li porta, nei casi peggiori, a considerarlo
semplicemente come un potenziale
finanziatore di iniziative.
Tale difficoltà a mettere a fuoco l'indirizzo
dell'ecomuseo è riconducibile a tre limiti:
in primo luogo alla difficoltà piuttosto
generalizzata almeno in tre casi su cinque
a passare dall'organizzazione di attività
estemporanee alla programmazione
di un calendario di appuntamenti e di eventi
ricorrenti, secondariamente all'assenza
di strutture di permanenza, di accoglienza,
di visita o di esposizione che consentano
di tradurre il concetto di ecomuseo in luoghi
e oggetti materiali. In particolare la difficoltà
a identificare il luogo presso il quale entrare
in contatto con i responsabili dell'ecomuseo
è stato riconosciuto in quattro casi su cinque
come un limite forte alla collaborazione e
al confronto (si esclude il caso dell'Ecomuseo
del Cusius che ha una sede propria).
Infine alle difficoltà a identificare le persone
e le professionalità responsabili e referenti
del progetto ecomuseale, al di là del ruolo
da loro ricoperto all'interno dell'ente
di appartenenza che svolge funzione
di ente gestore dell'ecomuseo.
L'incontro che si è tenuto presso l'Ecomuseo
delle Terre d'Acqua ha consentito di mettere
in rilievo un'altra importante difficoltà di cui
l'ecomuseo non può non essere consapevole:
la questione delle interpretazioni concorrenti
dell'identità di un territorio di cui ogni
comunità locale è espressione. L'Ecomuseo
delle Terre d'Acqua è consacrato alla
conoscenza, allo studio e alla tutela
del paesaggio e delle attività produttive
che hanno forgiato una realtà fortemente
connotata come quella del vercellese.
Con una certa approssimazione si può
affermare che esiste un divario tra chi sostiene
14
che la cultura delle zone delle risaie
sia espressione di una vera e propria “civiltà
del riso” e chi invece sostiene che si tratta
di una semplificazione non rispettosa
dell'identità del territorio, oltre che sempre
meno corrispondente alla sua realtà attuale,
molto più variegata nelle sue vocazioni
e specificità. I fondamenti sui quali si fonda
la proposta culturale dell'ecomuseo,
se esplicitamente basata su elementi identitari
forti, conduce necessariamente a legittime
fratture e conflitti, con il risultato di ridurre
la comunità di riferimento che vi si riconosce.
Ciò succede soprattutto quando l'ecomuseo ha
a che fare con il presente del territorio sul quale
nasce, un territorio soggetto di negoziazioni
e continuamente mutevole, piuttosto che con
un passato immodificabile ormai depurato
di interessi e di contrapposizioni.
In pressoché tutti gli incontri è emersa
la richiesta di una maggiore trasparenza
relativa ai modi e alle motivazioni con cui
viene decisa la programmazione delle attività
dell'ecomuseo come premessa necessaria
a un maggiore coinvolgimento.
Si tratta di un elemento interessante
soprattutto se si considera che raramente
agli Enti culturali (Musei, Teatri, Associazioni
culturali) viene richiesto di condividere
con altri soggetti i processi attraverso
i quali si forma la propria progettualità.
Per un ecomuseo questa richiesta
rappresenta una grande ricchezza, ma può
diventare anche un freno all'azione:
qualora non esistano procedure riconosciute
per garantire la rappresentatività
degli indirizzi, per l'assunzione di decisioni
e per l'attribuzione delle priorità,
l'ecomuseo rischia la paralisi. In questo
caso è auspicabile che l'ecomuseo possa
contare su un direttore che, grazie alle sue
competenze professionali e alle sue capacità
personali, possa garantire la coerenza
e la continuità di indirizzo pur tenendo conto
delle proposte della comunità locale relative
alla programmazione.
In alcuni casi, soprattutto presso
l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira e l'Ecomuseo
dei Terrazzamenti e della Vite, è stato
segnalato il rischio che qualora l'ecomuseo
che si trova su territori scarsamente abitati,
tendesse a inglobare altre iniziative
e a incanalare troppe energie per
la realizzazione dei propri progetti,
rischierebbe di frenare o addirittura uccidere
altre realtà autonome, magari più deboli
o meno organizzate, ma che devono
comunque continuare ad esistere sul territorio,
in modo che si possa crescere insieme,
conservando la pluralità dei punti di vista
e delle proposte non sacrificandole
a vantaggio di un solo soggetto.
Nella riunione che si è tenuta presso
l'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite
è emerso come uno degli strumenti per
perseguire la partecipazione di altri soggetti,
singoli o organizzati, possa essere quello
del coinvolgimento nella gestione
delle strutture o dei servizi. Si tratta d'altra
parte di un elemento chiave per assicurare
la sostenibilità, almeno in parte autonoma,
delle iniziative ecomuseali nel tempo.
In conclusione l'ecomuseo che si propone
di entrare in un rapporto di confronto
e di arricchimento reciproco con
la comunità locale, deve sapere
che potrà farlo a condizione di portare
una riflessione matura sia sull'identità
del territorio di riferimento sulla quale
non tutti necessariamente concorderanno,
sia sull'identità del proprio progetto
per poterlo arricchire con sollecitazioni
esterne senza snaturarlo, che, infine
a condizione di essere pronto a dedicare
una parte delle proprie risorse a coordinare
e sistematizzare le attività già in corso
sul territorio di riferimento che attengono
i suoi stessi temi e perseguono i medesimi
obiettivi, senza il desiderio di inglobarle,
ma nemmeno con la miopia di ignorarle.
15
I Bilanci
TABELLA SPESE 2002
Un'avvertenza alla lettura dei bilanci
è che essi si riferiscono, a differenza
delle altri parti del presente rapporto,
al periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2002.
Pertanto, rendono conto degli impegni
di spesa e degli accertamenti
di entrata relativi a quel periodo, mentre
le analisi degli altri aspetti di attività
ecomuseali non seguono lo stesso
calendario. La seguente valutazione
generale sull'impiego delle risorse
da parte degli ecomusei regionali
ne è necessariamente condizionata.
Conservazione
%
valori
%
Alta Valle Maira
697.626,98
89,5
10.742,30
1,4
51.778,29
6,6
19.500,00
2,5
779.647,57
100,0
83.393,15
43,4
12.815,00
6,7
68.237,72
35,5
27.662,68
14,4
192.108,47
100,0
211.714,33
61,2
0,00
0,0
113.144,21
32,7
BMA
10.141,00
43,0
7.463,00
3,2
84.352,36
35,7
42.809,36
18,1
236.034,36
100,0
Cascina Moglioni
61.067,53
42,5
26.400,00
18,4
33.876,62
23,5
22.518,71
15,6
143.862,86
100,0
0,0
26.498,44
100,0
valori
Alta Val Sangone
Biellese
Colombano R.
2) Soltanto quattro ecomusei
hanno sostenuto spese per la ricerca:
tali impegni oscillano tra l'1 e il 3%
del bilancio complessivo degli Ecomusei
dell'Alta Valle Maira e del Basso Monferrato
Astigiano e tra il 6 e il 18% degli Ecomusei
dell'Alta Val Sangone e di Cascina Moglioni.
Si ribadisce, dunque, il rischio
che la ricerca sia intesa prevalentemente
come attività preliminare alla progettazione
degli allestimenti e non, com'è invece
opportuno, come attività ordinaria
dell'ecomuseo.
3) Dal punto di vista dell'interpretazione,
alcuni ecomusei si sono concentrati
sull'allestimento permanente delle strutture
ultimate, mentre gli altri hanno optato
per metodi di auto-esplorazione dei temi
proposti, come l'offerta di attività didattiche,
oppure per l'esplorazione guidata,
attraverso l'offerta di mostre, oppure
per un'esplorazione virtuale attraverso
prodotti di comunicazione e promozione.
4) Nove ecomusei imputano
a bilancio spese per la gestione
e tra di essi gli Ecomusei del Bma,
Cascina Moglioni, Cusius, Terrazzamenti
e della Vite hanno sostenuto spese
per il personale che superano il 10%
delle risorse impiegate complessive.
Interpretazione
%
valori
%
valori
Gestione
valori
21.706,00
6,1
345.934,54
100,0
0,0
26.498,44
100,0
30,8
0,00
0,0
196.466,24
51,5
67.690,14
17,7
381.526,36
100,0
0,00
0,0
0,00
0,0
490.492,23
96,8
16.084,90
3,2
506.577,13
100,0
516,85
0,7
0,00
0,0
69.169,23
86,5
10.266,80
12,8
79.912,88
100,0
327.903,02
71,6
0,00
0,0
129.807,49
28,4
0,00
0,00
457.710,51
100,0
Terrazzamenti
48.972,00
28,7
0,00
0,0
75.819,00
44,4
46.028,00
26,9
170.819,00
100,0
Terre d’Acqua
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Alta Val Sesia
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Bassa Val Sesia
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Pastorizia
Segale
Totale
117.369,98
1.558.704,84
57.420,30
1.339.641,83
0,00
Totale
0,00
Cusius
0,00
%
Ricerca
0,0
Freidano
1) Per la maggior parte
degli ecomusei si sta concludendo
la fase di consolidamento delle strutture
fisiche, a eccezione degli Ecomusei
dell'Alta Valle Maira e del Biellese,
istituiti nel 2000, e per l’Ecomuseo
della Segale.
16
Ecomuseo
273.636,23
Dal punto di vista della disponibilità finanziaria, soltanto gli Ecomusei dell'Alta Val Sangone, del Cusius
e del Freidano contano, oltre che sui finanziamenti regionali erogati ai sensi della Legge Regionale 31/95,
su altre voci di entrata.
TABELLA ENTRATE 2002
Ecomuseo
LR31/95
valori
Entrate autonome
%
Atri trasferimenti
%
valori
0,00
0,0
574.861,89
686,00
0,3
0,00
valori
%
Avanzo LR 31/95
%
valori
Totale 2002
%
valori
Alta Valle Maira
198.868,00
25,3
Alta Val Sangone
198.261,00
99,77
Biellese
279.133,58
80,7
0,00
0,0
66.800,96
19,3
BMA
249.819,00
50,7
0,00
0,0
7.463,00
1,5
235.827,84
47,8
493.109,84
100,0
Cascina Moglioni
155.000,00
42,8
0,00
0,0
0,00
0,0
206.966,76
57,2
361.966,76
100,0
22.661,00
4,2
0,00
0,0
0,00
0,0
517.383,39
95,8
540.044,39
100,0
Cusius
303.500,00
79,6
50.949,65
13,3
27.076,71
7,1
0,00
0,0
381.526,36
100,0
Freidano
238.086,63
47,0
1.584,90
0,3
266.905,60
52,7
0,00
0,0
506.577,13
100,0
Pastorizia
87.988,00
100,0
0,00
0,0
0,00
0,0
0,00
0,0
87.988,00
100,0
Segale
77.415,00
10,0
0,00
0,0
98.891,58
601.672,28
77,3
777.978,86
100,0
Terrazzamenti
170.819,00
100,0
0,00
0,0
0,00
0,00
0,00
170.819,00
100,0
Terre d’Acqua
520.777,29
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Alta Val Sesia
152.250,40
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Bassa Val Sesia
167.171,07
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
n.d
-
Colombano R.
Totale
2.821.749,97
53.220,55
1.041.999,74
73,0
0,0
12,7
0,0
13.425,90
1,7
787.155,79
100,0
0,00
0,0
198.947,00
100,0
0,00
1.575.276,17
0,0
345.934,54
100,0
Analisi dei casi
VERBANIA
LAGO D’ORTA E MOTTARONE
VALSESIA
1.
Ecomuseo
del Freidano
2.
Ecomuseo
dell'Alta Valle Maira
3.
Ecomuseo
della Segale
BIELLESE
NOVARA
4.
Ecomuseo
del Lago d'Orta
e Mottarone
5.
Ecomuseo
Colombano Romean
TERRE D’ACQUA
VERCELLI
6.
Ecomuseo
dell'Alta Val Sangone
FREIDANO
COLOMBANO
ROMEAN
7.
Ecomuseo
della Pastorizia
TORINO
ALTA VAL SANGONE
BASSO MONFERRATO ASTIGIANO
ASTI
ALESSANDRIA
8.
Ecomuseo
di Cascina Moglioni
9.
Ecomuseo
dei Terrazzamenti
e della Vite
CASCINA MOGLIONI
DEI TERRAZZAMENTI
E DELLA VITE
10.
Ecomuseo
della Valsesia
11.
Ecomuseo
delle Terre d'Acqua
ALTA VAL MAIRA
CUNEO
PASTORIZIA
SEGALE
12.
Ecomuseo
del Biellese
13.
Ecomuseo
del Basso Monferrato
Astigiano
1. Ecomuseo
del Freidano
18
L’interpretazione
Nell'ottobre 2002 avviene l'inaugurazione
degli spazi allestiti all'interno del Mulino
Nuovo e nell'area esterna ad esso adiacente,
lungo il Rio Freidano. L'attesa e le aspettative
sul contenuto dell'allestimento sono grandi,
soprattutto a livello locale, visto il grande
investimento effettuato nel recupero del vasto
complesso architettonico.
Il progetto di allestimento si articola nei tre
piani dell'edificio attraverso una suddivisione
tematica per livelli successivi che parte
dalla presentazione, a piano terra,
dell'argomento dedicato a “Il territorio
e le acque”. L'adozione di pannelli con
racconti di personaggi chiave, di modellini,
installazioni di suggestione e stazioni
multimediali, permette di portare all'attenzione
del pubblico la capillare presenza dei rii
nel territorio settimese, prima e dopo l'avvento
delle attività industriali, sottolineandone
l'importante ruolo nella storia del territorio
locale.
Il secondo piano è invece dedicato
a “I luoghi del lavoro”. La grande sala
è caratterizzata dalla presenza a soffitto
di un asse di trasmissione che, grazie
al movimento impresso dalle turbine, evoca
il passaggio alle attività industriali dato
dallo sfruttamento dell'acqua. Nella parte
bassa trovano collocazione le attività
produttive ed economiche maggiormente
significative per Settimo: le lavandaie,
la lavorazione dell'osso per la produzione
di bottoni e penne, le fornaci, la lavorazione
della canapa, la pesca fluviale.
Ogni attività viene presentata
grazie ad alcuni oggetti scelti, ritenuti
particolarmente esplicativi.
Tutti i manufatti appartengono alla ricca
collezione del GRES. Durante gli anni
a venire verranno probabilmente alternati
con altri, per mantenere la freschezza
all'esposizione. Affiancano gli oggetti
di cultura materiale dei monitor
in cui si possono ascoltare maggiori
approfondimenti sulle attività, ricavati
da interviste a esperti locali.
Il primo piano ospita anche una sala
proiezioni utilizzabile dalle associazioni
locali, su richiesta anche in orari serali,
per riunioni e manifestazioni.
Il secondo piano è infine dedicato alle attività
didattiche, “Imparare giocando”, impostate
come laboratori del fare collegati ai temi
portanti dell'esposizione complessiva.
Di qui una scala conduce ad un soppalco
superiore pensato per ospitare esposizioni
temporanee.
Il percorso d'interpretazione prosegue
all'esterno con il locale delle turbine e delle
attrezzature molitorie, acquistate dal Comune
nel 1995 assieme agli immobili, e con gli
spazi dedicati alla tettoia delle lavandaie
e alla pesca.
Cominciano inoltre a definirsi anche
le destinazioni d'uso degli altri volumi
architettonici che compongono l'insieme
del Mulino Nuovo: la sede del Parco
del Po torinese, il Centro di Ricerca sui Musei
Etnografici, l'Ufficio del GRES e lo spazio
per la biglietteria. Il bar è operativo ormai
da un anno.
L'organizzazione di mostre, concerti,
spettacoli teatrali all'aperto anima lo spazio
del Mulino Nuovo, affermando in modo
univoco il ruolo dell'Ecomuseo quale centro
di proposte culturali. Numerose, durante
questi primi mesi di apertura, le visite
all'esposizione permanente. Per la maggior
parte scuole, ma anche molti gruppi
organizzati.
19
La didattica
L'Ecomuseo del Freidano ha affidato
la responsabilità delle attività di didattica
ad Anna Ghiberti, funzionaria presso
il Comune di Settimo, che se ne occupa
part-time. La Sig.ra Ghiberti è affiancata
dalla cooperativa Arnica, che ha l'incarico
di seguire le funzioni di organizzazione
e di gestire i laboratori e le visite; partecipano
ancora alle attività 6 stagisti messi
a disposizione dall'ente gestore e un docente
che collabora con Arnica per i rapporti con
le scuole locali e cura i laboratori manuali.
Il programma tipo messo a punto
dall'ecomuseo prevede un'attività che collega
la visita guidata ai laboratori pratici, che
possono essere di carattere manuale o di
carattere tecnico-scientifico: tra i laboratori,
situati al terzo piano della struttura si possono
ricordare quello sull'acqua, quelli informatici,
sul manovellismo e altri.
Le proposte dell'ecomuseo sono rivolte
a studenti di ogni ordine e grado; esse
prevedono sia attività pratiche che riflessioni
condivise, utilizzando il gioco come
strumento educativo e didattico.
Si possono ricordare alcuni progetti rivolti
principalmente alle materne, alle elementari
e ai primi anni delle medie: “L'acqua
racconta” (visita guidata dell'ecomuseo
e laboratorio sulle reti di relazioni), “Mastri
fornaciai” (visita guidata dell'ecomuseo
e laboratorio di manipolazione dell'argilla),
“I giocattoli di una volta” (visita guidata
dell'ecomuseo e laboratorio di manualità),
“Mastri cartai” (visita guidata dell'ecomuseo
e laboratorio di manualità), “La macchina
del tempo: in viaggio verso i mestieri di ieri”
(visita guidata dell'ecomuseo),
“L'acqua…che invenzione!” (visita guidata
dell'ecomuseo e laboratorio educativo
sull'acqua), “Seguendo l'acqua”
(visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio
educativo sul rapporto uomo - acqua),
“Videobox: a scuola…di regia!” (visita
guidata dell'ecomuseo e laboratorio di regia).
La comunicazione e la promozione
dell’attività avviene attraverso l'invio
dei programmi direttamente alle scuole
del Piemonte nei diversi ordini, ad esclusione
delle materne che sono contattate in modo
diretto. Hanno aderito alle attività proposte
principalmente scuole elementari e materne,
per un totale di circa 1.500 bambini;
la struttura dell'ecomuseo ha ospitato
circa una classe ogni giorno di apertura,
con una marcata concentrazione nel periodo
primaverile. Si segnalano casi di classi che
hanno reiterato la visita e le attività collegate.
Le attività rivolte al pubblico non scolastico
sono ridotte. Quest’anno è stato proposto
un corso sulle tecniche video, ma non vi sono
state adesioni. Si sono anche proposte
due serate di musica e una serata di teatro,
nel quadro della Festa Nazionale del fiume
Po. Con i ragazzi di Torino 2006 si è attivata
una collaborazione: i ragazzi sono stati
istruiti presso l'ecomuseo per fare da guida
all'interno della struttura. Occorre ancora
segnalare che sono al momento allo studio
una serie di attività. In particolare, si ricordano
le collaborazioni definite con un soggetto
privato (Lecce Pen) per collegare l'ecomuseo
a una fabbrica in attività di penne e quella
tra il Freidano e l'Ecomuseo delle Terre
d'Acqua, per attività legate al tema dell'acqua.
Dopo un periodi senza una reale
attività didattica, l'Ecomuseo del Freidano
ha quest’anno approntato un importante
progetto con le scuole; tuttavia,
l'attività risulta ancora slegata, e quindi
non supportata, da un’attiva pratica
di ricerca, che al momento l'ecomuseo
non appare esprimere.
Il bilancio finanziario
20
L'Ecomuseo del Freidano ha impiegato
la maggior parte delle risorse finanziarie
disponibili per l'ultimazione dell'allestimento
degli spazi espositivi del Mulino Nuovo,
per un importo di 490.492,23 euro; il restante
3% delle risorse a bilancio ha sostenuto
la gestione del museo etnografico nell'ultimo
trimestre dell'anno (l'inaugurazione
della struttura è avvenuta il 5 ottobre).
Le entrate derivano dal contributo regionale
assegnato ai sensi della L.R. 31/95
per l'anno 2002, pari a 23.8086,63 euro
(il 47% delle risorse disponibili) e da altri
trasferimenti (complessivamente
si tratta di quasi 267mila euro), erogati
da Compagnia di San Paolo per l'allestimento
del museo e dal Comune di Settimo Torinese
per le spese d'inaugurazione e di gestione.
Infine, lo 0,31% delle risorse, pari a 1.584,90
euro, è rappresentata da entrate autonome
derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso
al museo, per il periodo ottobre - dicembre.
restauro e manutenzione immobili
La maggior parte delle spese sostenute
ha finanziato interventi di interpretazione:
il completamento dell'allestimento,
per un ammontare di 470.492,23 euro
(pari al 93% delle risorse impiegate),
e l'organizzazione e realizzazione
dell'inaugurazione, per un importo
di 20.000,00 euro (quasi 4%).Il costo
sostenuto per la gestione nel periodo
ottobre - dicembre 2002, affidata
alla Cooperativa Arnica, è stato
di 14.500,00 euro. Tale costo, come pure
quello delle utenze, pari a 1584,90 euro,
è stato finanziato dal Comune di Settimo.
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
490.492,23
470.492,23
0,00
0,00
0,00
0,00
20.000,00
16.084,90
14.500,00
1.584,90
506.577,13
2. Ecomuseo
dell’Alta Val Maira
21
L’interpretazione
Terminati i lavori di restauro della chiesa
di S. Rocco, a Celle di Macra, luogo
destinato ad accogliere il Museo multimediale
dei mestieri itineranti e degli acciugai,
l'Ecomuseo procede all'appalto della parte
impiantistica, la cui conclusione dei lavori
è prevista per la fine di ottobre 2003.
Lo spazio di S. Rocco è comunque già sentito
come parte viva dell'Ecomuseo, fin dal suo
avvio. Mentre i lavori di recupero avanzano
faticosamente, si sceglie di segnalarne
la lenta rinascita con manifestazioni legate
alle arti e all'artigianato. Sono invitati
ad esporre prima gli artisti e gli artigiani
della valle, poi i residenti e gli ospiti. Infine
i confini si dilatano, ed è invitato a partecipare
alla manifestazione, prevista per l'agostosettembre 2003, “Acquadueoc - anche chi
è più lontano”. A dimostrare l'importanza data
alla chiesa di S. Rocco è anche la volontà
di individuarlo quale uno dei luoghi scelti
per ospitare l'intervento di teatralità popolare,
un intervento pensato per restituire in forma
di racconto, quasi epico, le storie raccolte
intervistando gli abitanti dell'alta valle.
Procedono parallelamente le ricerche
di documenti e materiali quale base
essenziale per la definizione dei contenuti
dell'allestimento del Museo multimediale.
A definire gli indirizzi tematici del progetto
è un gruppo di lavoro composto
per la maggioranza da persone del posto
e dai rappresentati del Comitato
degli Acciugai. Sempre a Celle di Macra
l'Ecomuseo acquista un edificio nella
piazzetta accanto alla Chiesa Parrocchiale
prevedendone la destinazione d'uso come
punto vendita di prodotti locali, caffetteria,
foresteria e piccolo ristoro. Attualmente
è già in funzione come bar e negozio;
la sua presenza è un fatto importante
non solo per gli abitanti, ma anche per quanti
frequentano, e ancor più frequenteranno,
i punti tematici dell'Ecomuseo.
Avanzano i lavori per il recupero
delle strutture architettoniche anche a Macra,
definito “Comune Porta d'accesso
dell'Ecomuseo” grazie alla sua posizione
strategica lungo la strada di fondovalle.
In occasione della 157.sima Fiera di Saint
Marcelin l'Ecomuseo attiva proprio a Macra
il suo primo Punto d'Informazione all'interno
dell'edificio municipale, al piano terra.
Oltre ad informazioni di massima sul progetto
vengono anche allestite due mostre che
presentano i risultati ottenuti dalle ricerche
avviate sul territorio grazie all'interessamento
dell'Ecomuseo. Si tratta della catalogazione
degli affreschi dell'Alta Valle, realizzata grazie
alla L.R. 35/95, e di aspetti di interesse
botanico, legati alla presenza di endemismi.
Da quest'ultima ricerca nasce il primo
quaderno tematico edito dall'Ecomuseo.
Un altro traguardo importante
che viene raggiunto nel Comune di Macra
è la conclusione dei lavori della Ruà.
È il recupero di un'architettura tradizionale,
collocata nella parte storica dell'abitato,
destinata a punto di accoglienza - posto tappa
con 24 posti letto. Potrà accogliere
scolaresche e quanti intenderanno utilizzare
i sentieri che conducono ai vari luoghi
significativi dell'Ecomuseo.
Ritenendo i sentieri il miglior modo
per percorrere e comprendere il proprio
territorio, l'Ecomuseo, in collaborazione
con la Comunità Montana, intende realizzare
a breve un sentiero di lunga percorrenza
che, partendo dalla sede dell'Espaci Occitan
di Dronero, giungerà a Macra passando
per i centri abitati principali della bassa
e media valle. Un'altra iniziativa legata
ai sentieri è il rilancio dei percorsi trasversali
al GTA. Sono sentieri tematici di cui si è già
provveduto in parte alla pulizia e alla raccolta
di informazioni utili di carattere storico,
culturale, naturalistico per la definizione
del materiale di base destinato alla
realizzazione di una possibile pubblicazione.
Sono il Sentiero dei Ciclamini, della Fede,
dei Giganti, degli Acciugai, delle Grange Torre.
La didattica
Al momento l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira,
non ha ancora avviato alcun programma
didattico definito, anche in considerazione
del fatto che non è ancora stata definita
l'organizzazione delle risorse interne.
Si è, tuttavia, individuata in linea
di massima una responsabile delle attività
inerenti le scuole; tale figura ha una
formazione da guida naturalistica
e un’esperienza consolidata sul campo
in tal senso.
La responsabile, come già riportato
nel precedente rapporto, ha individuato
alcuni percorsi sul territorio, lungo i quali
sarebbe possibile sviluppare un'attività
didattica sia con le scuole sia
con un pubblico di adulti.
Gli itinerari scelti hanno carattere
tematico e si collegano agli argomenti
propri dell'Ecomuseo quali i mestieri
tradizionali, la fede religiosa, la lingua
e la cultura occitana.
Nel dettaglio, i percorsi da proporre
sarebbero due. Il primo percorso,
sostanzialmente già attivo e organizzato
per il pubblico esterno, è chiamato
il “Sentiero dei Ciclamini”; l'itinerario
si incentra sul Comune di Macra e prevede
una visita lungo un sentiero ad anello.
La proposta presenta due tematiche:
una naturalistica relativa all'ambiente
acquatico e dei ciclamini selvatici, l'altra
inerente lo studio dell'architettura locale
di borgata Camolieres.
Il secondo sentiero è ancora in fase
di progettazione e prevede una passeggiata
della fede, lungo i piloni votivi, presso
zona San Salvatore. Il progetto dovrebbe
prevedere, inoltre, educational e corsi
22
di formazione destinati agli insegnanti.
Il tentativo, condotto negli ultimi anni,
di avviare una collaborazione con il locale
Convitto di Stroppo ha subito un arresto
in quanto l'insegnante di riferimento
all'interno della scuola non lavora
più presso l'istituto.
Le difficoltà di organizzazione dell'Ecomuseo
Alta Valle Maira, in sintesi, si evidenziano
anche nell'attività di didattica.
Si possono, quindi, solo riferire progetti
e non implementazioni; tuttavia, tali progetti
presentano contenuti legati all'attività propria
della struttura e una buona organicità.
Il bilancio finanziario
23
Gran parte delle risorse finanziarie
dell'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira è stato
impegnato per interventi di conservazione
(per un importo di oltre 697mila euro,
pari all'89% della spesa complessiva);
le rimanenti spese hanno finanziato attività
di interpretazione (quasi 52mila euro,
che costituiscono oltre il 6% del bilancio),
di ricerca (quasi 11mila euro) e gestione
(19.500,00 euro).
Dal punto di vista delle entrate,
un quarto delle risorse impiegate proviene
dal trasferimento regionale per l'anno 2002
erogato ai sensi della legge regionale 31/95
(quasi 199mila euro). La maggior voce di
entrata è rappresentata da altri trasferimenti,
per un ammontare complessivo di quasi
575mila euro, tra i quali vi è il trasferimento
regionale ai sensi della L.R. 16/99
(Testo unico delle leggi sulla montagna),
che ammonta a oltre 327mila euro.
Avanzo L.R. 31/95
restauro e manutenzione immobili
Dal punto di vista degli impegni finanziari,
le attività dell'ecomuseo si sono concentrate
su interventi conservativi finalizzati
al recupero dei due immobili che ospiteranno
il centro di accoglienza dell'ecomuseo presso
Macra e del museo multimediale dei mestieri
itineranti a Celle di Macra. Tra le spese
di interpretazione, oltre 34mila euro hanno
finanziato l'organizzazione e realizzazione
di manifestazioni e iniziative culturali.
Le spese di gestione, pari a 19.500,00 euro,
hanno coperto contributi per il personale
(1,92%) e per l'acquisto di materiali
di consumo e utenze (0,58%).
697626,98
89,48
10742,30
1,38
51778,29
6,64
19500,00
2,50
779647,57
100,00
198.868,00
25,26
574.861,89
73,03
13.425,90
1,71
787.155,79
100,00
697.626,98
89,48
2.000,00
0,26
69.405,00
8,90
626.221,98
80,32
0,00
0,00
10.742,30
1,38
2.582,28
0,33
8.160,02
105
0,00
0,00
51.778,29
6,64
2.000,00
0,26
11.000,00
1,41
3.976,56
0,51
34.801,73
4,46
0,00
0,00
19.500,00
2,50
15.000,00
1,92
2.000,00
0,58
34.801,73
3. Ecomuseo
della Segale
L’interpretazione
La didattica
Il 2002 vede la conclusione dei lavori
di recupero delle costruzioni scelte
nella borgata di Tetti Bariau e la definizione
del progetto di ristrutturazione dell'edificio
situato nel centro di Sant'Anna, la futura
casa Museo, centro d'interpretazione
dell'Ecomuseo. Particolarmente felice
la sua posizione, di fronte all'Osteria
dei Bateur, primo nucleo attivo
dell'Ecomuseo. Si procede inoltre
con la definizione dei percorsi sentieristici,
con la relativa cartellonistica
di accompagnamento, di cui si prevede
la conclusione entro la fine del 2003.
Secondo le informazioni raccolte presso
l'Ecomuseo della Segale, la struttura non ha
modificato il programma didattico proposto
l'anno scorso. L'attività risulta, dunque, ancora
strettamente legata alle attività e alla ricerca
condotta dal Parco Naturale Regionale delle
Alpi Marittime e, di conseguenza, mantiene
e conferma una forte impronta ambientalistica.
Un'attenzione particolare viene data
dall'Ecomuseo alla coltivazione della segale,
su appezzamenti propri, utile tanto
alla realizzazione delle coperture delle
architetture di Tetti Bartola e Tetti Bariau,
così come per l'intervento ad alcuni tetti
di edifici del Borgo Medioevale di Torino.
L'Ecomuseo della Segale ha aderito
all'iniziativa di sistema di teatralità popolare
proposta dal coordinamento Ecomusei.
Si tratta di un contributo al corteo
della Festa della Segale, festa ormai
tradizionale, che avviene a Sant'Anna
all'inizio di agosto di ogni anno.
Le proposte sono legate principalmente
ai due percorsi etnografici individuati
dall'Ecomuseo; le visite a Tetti Bartola
e a Tetti Bariau prevedono l'accompagnamento
di una guida naturalistica e offrono la possibilità
agli studenti di conoscere i vari aspetti
della vita in montagna, di riscoprire
i lavori tradizionali e l'architettura alpina.
In queste due borgate, sono state
recentemente rifatte le coperture originarie
in segale e gli allestimenti interni,
per permettere ai visitatori di conoscere
e percorrere le storie dell'ambiente domestico,
come l'organizzazione e l'uso della stalla.
A questi percorsi si affiancano, come negli anni
scorsi, iniziative di stampo più naturalistico.
L'attività didattica dell'Ecomuseo,
tuttavia, soffre della difficoltà organizzativa
in cui versa attualmente la struttura.
In particolare, a differenza degli anni passati,
non è individuabile un vero responsabile
della didattica e l'attività di ricerca risulta
molto contenuta.
In sintesi, e come già rimarcato nelle
precedenti edizioni del rapporto, l'Ecomuseo
della Segale segue sostanzialmente
il percorso del Parco che lo amministra,
ma ha attivato una reale programmazione
di studio e di didattica autonoma.
Si segnala, tuttavia, che la professionalità
messa a disposizione delle attività didattiche
è molto alta, specie per i temi naturalistici
ovviamente, e il numero dei partecipanti
alle iniziative proposte è, anch'esso, elevato;
le difficoltà, si ripete, sono nei contenuti
delle attività, che risultano ancora troppo legati
al Parco e distanti dall'idea ecomuseale.
24
25
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo della Segale ha impegnato
oltre il 70% delle risorse finanziarie
disponibili, per una spesa di 327.903,02
euro, in interventi di conservazione; mentre
le altre risorse impiegate hanno finanziato
attività di interpretazione, per un ammontare
di quasi 130mila euro.
La maggior voce di entrata deriva
dai finanziamenti regionali assegnati ai sensi
della L.R. 31/95: si tratta complessivamente
di 679.087,28 euro, derivanti dal contributo
per l'anno 2002 (pari a 77.415,00 euro)
e dagli avanzi cumulati negli ultimi anni
precedenti. L'altra voce di entrata è costituita
dal trasferimento del Parco Alpi Marittime,
ente gestore dell'ecomuseo, di 98.891,28
euro. Le risorse ancora disponibili,
che ammontano a 320.268,35 euro, saranno
impiegate per l'ultimazione del Museo
dei Giochi, prevista per la primavera 2004,
e per la realizzazione della segnaletica
del percorso.
Tra gli interventi conservativi, sono stati
finanziati il restauro e la manutenzione
di immobili presso Tetti Bariau e Bartola,
per un importo di quasi 138mila euro
corrispondenti al 30% delle spese sostenute;
l'acquisto di immobili per una spesa
di 123.180,27 euro, tra i quali alcuni terreni
e fabbricati presso le due borgate, e l'acquisto
e il restauro di beni mobili, per un ammontare
di quasi 67mila euro. Rappresentano
l'altra voce di spesa alcune attività
di interpretazione, per le quali sono stati
impiegati 129.807,49 euro. Tra le attività
finanziate vi sono la manutenzione
di percorsi di collegamento (70.009,42
euro pari al 15% delle risorse complessive
impiegate), la progettazione e realizzazione
dell'allestimento delle borgate (oltre
50mila euro) e l’attività di comunicazione
e promozione (oltre 9mila euro). In bilancio
non vi sono spese imputate alla gestione,
attualmente sostenute dall'Ente gestore.
conservazione
327.903,02
71,64
ricerca
0,00
0,00
interpretazione
129.807,49
28,36
gestione
0,00
0,00
457.710,51
100,00
77.415,00
9,95
avanzo L.R. 31/95
601.672,28
77,34
altri trasferimenti
98.891,58
12,71
777.978,86
100,00
327.903,02
71,64
66.943,86
14,63
123.180,27
26,91
137.778,89
30,10
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
129.807,49
28,36
50.406,60
11,01
0,00
0,00
70.009,42
15,30
9.391,47
2,05
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
restauro e manutenzione immobili
457.710,51
26
4. Ecomuseo
del Lago d’Orta e Mottarone
L’interpretazione
L'Ecomuseo si accresce di nuovi siti.
Il primo è quello di Armeno. Lì l'Associazione
Alberghieri aveva dato vita, nel 2001,
a una mostra temporanea dedicata al tema
dell'accoglienza alberghiera. Nel corso
del tempo il paese di Armeno si è infatti
caratterizzato come luogo di alta
professionalità nel settore, tale da esportare
anche all'estero i suoi esperti. L'interesse
destato dall'iniziativa porta a un successivo
ampliamento della mostra, curata con
la partecipazione dell'Ecomuseo. In seguito
la disponibilità di nuovi spazi resi liberi
dall'Alfa Romeo apre una concreta possibilità
di strutturare più compiutamente il progetto.
Con l'intervento del Comune si avvia
la ristrutturazione del fabbricato come
Centro Polifunzionale, con uno spazio
dedicato al Museo degli Alberghieri, gestito
dall'Associazione, che comprende
uno spazio espositivo e uno spazio attrezzato
con una cucina da albergo, per poter
effettuare dimostrazioni pratiche.
Al sito di Armeno si aggiungono anche il sito
dedicato agli scalpellini in Frazione Boleto,
e quello dedicato alla paleontologia
di Sambughetto in ValStrona. Intanto
il Comune di San Maurizio decide di dar vita
ad una Istituzione museale, più snella
nel suo operare che non un'Amministrazione
pubblica, per seguire in modo più continuativo
e concreto il sito dedicato al tema
della rubinetteria. Partono i lavori del secondo
lotto per il Museo del Legno a Pettenasco,
la ristrutturazione del Palazzo Tornielli
nel Comune di Ameno, come sede congiunta
del Comune e del museo Civico Artistico
e Archeologico.
Con l'accrescersi dei siti tematici diventa
sempre più chiaro che il ruolo giocato
dall'Ecomuseo non è quello della gestione
ordinaria dei siti che viene invece lasciata
alle Associazioni locali ma piuttosto
il ruolo di mediatore territoriale e coordinatore
27
scientifico, attivo nell'offrire il proprio supporto
tecnico - scientifico, capace di individuare
approfondimenti e temi unificanti.
Un caso esemplare è rappresentato dal tema
della gastronomia. Nel 2001 l'Ecomuseo
si chiede come mai non esista una cucina
locale e cerca di avviare un ragionamento
con la comunità e con gli operatori del settore.
Vengono organizzate delle serate dal
titolo”Assaggi” e poi, quest'anno, “Paesi
e sapori”. A conclusione del primo lavoro
viene edita la pubblicazione “Assaggi”.
L'Ecomuseo promuove inoltre esposizioni
temporanee, con l'obiettivo di coinvolgere
e stimolare il dibattito sullo sviluppo a livello
locale. Del 2002 è la mostra fotografica
”Frammenti d'Ecomuseo”, curata insieme
alla Fondazione Italiana per la Fotografia,
che guarda al territorio privilegiando punti
di vista inconsueti.
Nel 2003 si realizza infine “C'era una volta
nel paiolo”, un'esposizione che ripropone
gli ambienti di produzione e consumo
del cibo, valorizzando i risultati di un progetto
didattico sull'alimentazione; e poi
“Europa Valstrona” che analizza il significato
dell'emigrazione dal punto di vista femminile,
la gestione sociale e civile della valle,
in assenza degli uomini.
La didattica
L'attività didattica dell'Ecomuseo del Cusius,
si avvale dell'esperienza, ormai consolidata,
di un gruppo di addetti che dal 1998, propone
iniziative e formula programmi destinati alle
scuole locali e non territoriali. Nella struttura
ecomuseale sono presenti una coordinatrice,
con impegno part-time e due operatori,
incaricati a tempo pieno, impegnati anche
in compiti diversi dalla didattica.
Le offerte proposte si sono ampliate
ed articolate nel corso del tempo: la semplice
visita guidata è stata completata e arricchita
dalla creazione di veri e propri laboratori,
coordinati a percorsi di visita e approfonditi
da lezioni interattive.
Durante il periodo di pianificazione annuale,
l'ecomuseo presenta la propria proposta
didattica in maniera capillare all'intera rete
scolastica. Gli istituiti locali, sono raggiunti
o contattati in maniera diretta: i responsabili,
al fine di promuovere le varie attività,
intervengono personalmente presso le sedi
scolastiche, incontrando classi e insegnanti
o partecipando ai Consigli d'Istituto.
Talvolta sono le scuole stesse che, in sede
di programmazione annuale, richiedono
informazioni sui progetti dell'Ecomuseo,
in quanto riconoscono al Cusius
una esperienza in campo organizzativo
didattico. Per quanto concerne le scuole
non appartenenti al territorio, i programmi
e i piani di lavoro sono promossi tramite
l'invio di depliant e brochure informative.
Le risposte sino a oggi registrate,
sono state positive e vivaci, da parte delle
scuole materne ed elementari; con le classi
medie, invece, l'approccio è molto difficile:
gli istituti contattati non hanno accolto l'offerta
secondo le aspettative. Per quanto riguarda
le scuole superiori invece, l'ecomuseo,
contando su una certa autonomia e libertà
di azione dell'utente, ha potuto instaurare
un buon dialogo con studenti e professori,
28
realizzando un utile e reciproco rapporto
di collaborazione.
Le proposte didattiche si articolano in due
parti: la prima è un'offerta di base, chiamata
”I percorsi di scoperta” suddiviso nelle due
sezioni, “da vedere - da fare”. Si tratta di visite
guidate presso le diverse località che formano
il sistema dell'ecomuseo: dalla Cooperativa
Agricola “il Glicine” dell'Alpe Selviana,
al Museo Etnografico e dello Strumento
a Fiato, dal Museo dell'Ombrello
al Consorzio Giardino Alpinia e ancora
il Museo del Rubinetto, l'Antico Torchio,
il Museo dell'Arte della Tornitura del Legno,
la Collezione Calderaia, la Macina
per la Canapa e il Forum di Omegna.
Le lezioni interattive contemplano argomenti
inerenti il legno, il bosco, l'acqua,
l'arte contemporanea, il collezionismo,
gli ombrelli, le attività tradizionali del territorio,
la storia e l'archeologia, l'argilla e la carta, e
coinvolgono gli studenti in lavori di laboratorio.
La seconda parte della programmazione
didattica dell'ecomuseo prevede
la promozione di un progetto speciale
diverso ogni anno che si sviluppa attorno
a un tema trainante, oggetto di interventi
in classe, protagonista di mostre,
e argomento di discussione all'interno
di un ciclo di conferenze. Il lavoro si conclude
con la stesura, da parte degli studenti,
di un elaborato, di una pubblicazione
o di una raccolta di dispense,
come testimonianza e risultato
del percorso affrontato.
Questo anno l'oggetto di questo progetto
speciale è stato quello dell'“alimentazione”,
all'interno anche di un progetto realizzato
in collaborazione con l'Istituto Alberghiero
“Maggia” di Stresa e la scuola Panificatori
e Pasticceri di Gravellona Toce. Questo
argomento è parte di un'iniziativa di più ampio
respiro, inaugurata nel luglio 2001 con una
giornata d'incontro intitolata “Che gusto c'è”.
La riscoperta del territorio attraverso i sapori”,
ed è continuata nel 2002 con il ciclo
di conferenze, con degustazioni, “Assaggi” .
Il “pacchetto - progetto speciale 2003”
è stato offerto gratuitamente a classi
materne, elementari e medie locali (30 gruppi,
composti da 25 - 30 alunni ciascuno), mentre
era disponibile su richiesta e a pagamento
per tutte le altre scuole fuori dal territorio
(20 gruppi circa hanno aderito al progetto):
L'attività ha previsto: la visita alla mostra gioco, della durata di un'ora, “C'era una volta
nel paiolo”, per conoscere il mulino
e la molitura dei cereali, il forno da pane,
la cantina, la casera e la cucina
e un laboratorio sensoriale, anch'esso
della durata di un'ora circa, per scoprire
i prodotti tradizionali attraverso l'utilizzo
dei cinque sensi.
A richiesta, al di fuori del pacchetto
ecomuseale, era prevista una visita presso
il Museo degli Alberghieri o una serie
di lezioni interattive “A tavola…nei secoli“
e “A tavola…nel mondo” per scoprire
l'evoluzione storica del mangiare
e per mettere a confronto cibi ed abitudini
alimentari di diversi popoli e culture.
Le attività serali, articolate in 7 incontri basati
su conferenze e assaggi di prodotti tipici
proposti dall'Istituto Alberghiero, hanno
contato la partecipazione di un numero
di adulti compreso tra i 50 e gli 80, variabile
rispetto alle differenti serate. A questi incontri
è seguita la stesura di una serie di dispense
contenenti le ricette incontrate lungo
il percorso didattico.
Le adesioni da parte di istituti scolastici al programma didattico dell'Ecomuseo
Fonte: Ecomuseo del Cusius
Attività
classi
alunni
mostra “C’era una volta nel paiolo”
52
847
museo etnografico e degli strumenti a fiato
5
110
mostra permanente museo degli alberghieri
3
60
Totale visitatori
60
1.017
laboratorio sensoriale “C’era una volta nel paiolo”
50
809
laboratorio sull’argilla
4
90
giochi d’acqua
2
40
paesi fiaba
7
135
laboratorio di cucina
9
188
fare e disfare con le cose di casa
1
6
Totale laboratori
73
1.268
la forza dell’acqua
2
35
a tavola nel mondo
1
22
la magia del bosco
2
45
antonio calderara
4
80
movimento visione e sensazione
4
80
il lavoro dell’archeologo
6
128
sogni d’acqua
18
331
Totale lezioni
37
721
Visite guidate
Laboratori
Lezioni
Il complesso delle attività didattiche dell'Ecomuseo del Cusius si conferma articolata
ed approfondita e legata ai temi di ricerca affrontati dalla struttura; lo staff didattico,
inoltre, è stabile ed esprime professionalità ormai elevate.
29
30
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo del Cusius ha impiegato la metà
delle risorse in attività di interpretazione
per una spesa di oltre 196mila euro
(51% delle spese complessive), mentre
quasi il 31% delle spese sono state sostenute
per la conservazione (117.369,98 euro).
Per la restante parte, sono state sostenute
spese di gestione, per un ammontare
di 67.690,14 euro.
La maggior fonte di entrata è costituita
dal contributo regionale L.R. 31/95 per l'anno
2002, per un ammontare di 303.500,00
euro che rappresenta il 79% delle risorse
finanziarie a disposizione. Ad esso
si aggiungono altri trasferimenti regionali
(27.076,71 euro) e le entrate autonome,
derivanti dalla vendita di servizi e
sponsorizzazioni, da contributi liberali
e dalle quote associative per l'anno 2002
(per un importo di quasi 51mila euro).
Dal punto di vista delle spese, il 26%
delle risorse a bilancio, pari a un importo
di 100.000,00 euro, ha finanziato il restauro
della torneria idraulica di Marmo, mentre oltre
il 4% delle risorse ha coperto l'acquisto
di beni immobili, la nuova sede, e di beni
mobili. Impegni maggiori sono stati invece
sostenuti per coprire attività di interpretazione:
in particolare, spese di comunicazione
e promozione che ammontano a 88.822,89
euro; di didattica pari a quasi 55mila
euro e spese per l'allestimento di mostre
temporanee per un importo di 20.043,29
euro. Tra le spese sostenute per la gestione,
che ammontano complessivamente
a 67.690,14 euro, il 3% delle risorse è stato
impiegato per l'acquisto di materiali
di consumo e utenze, mentre la restante
parte ha finanziato spese per il personale
(55.083,43 euro).
conservazione
117.369,68
30,76
ricerca
0,00
0,00
interpretazione
196.466,24
51,49
gestione
67.690,14
17,75
381.526,36
100,00
303.500,00
79,55
altri trasferimenti
27.076,71
7,10
entrate autonome
50.949,65
13,35
381.526,36
100,00
11.7369,98
30,76
4.457,98
1,17
12.912,00
3,38
100.000,00
26,21
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
196.466,24
51,49
20.043,29
5,25
54.968,72
14,41
15.500,00
4,06
88.822,89
23,28
17.131,34
4,49
67.690,14
17,75
55.083,43
14,45
12.606,71
3,30
restauro e manutenzione immobili
38.1526,36
5. Ecomuseo
Colombano Romean
31
L’interpretazione
Continuano gli interventi sulle strutture scelte
dall'Ecomuseo come luoghi significativi
della storia del territorio.
Dopo tre gare d'appalto andate deserte
per i lavori di ultimazione dell'edificio
del mulino, l'Ecomuseo può ora avvalersi
del diritto di procedere con trattativa privata
per assegnare le parti elettriche della struttura
principale e quelle di ristrutturazione
della casa del mugnaio.
Il progetto della ghiacciaia viene invece
ripensato, alla luce degli sviluppi del progetto
complessivo. Non più sede per congressi,
nella nuova sede ci sono già spazi a questo
dedicati, ma piuttosto esposizione di sé
stessa, ovvero luogo tematico, significativo
dell'economia tradizionale dell'alta valle.
In prossimità della ghiacciaia, sempre
nell'area attorno al laghetto, nasce anche
la costruzione di una sauna finlandese
progettata su disegno del grande architetto
finlandese Alvar Aalto - grazie alla
concretizzazione del progetto europeo Cultura
2000 dedicato al legno e alle competenze
professionali di tipo tradizionale legate
alla sua lavorazione. Il progetto, realizzato
grazie alla collaborazione con il Dipartimento
di progettazione Architettonica della Facoltà
di Architettura di Torino e al sostegno
finanziario della Compagnia di San Paolo,
ha permesso di raggiungere più
di un risultato. In primo luogo la costruzione
dell'edificio per la sauna finlandese, e poi
un percorso per disabili in grado di mettere
in comunicazione la ghiacciaia con l'area
attrezzata e la sauna (tutto ciò faceva già
parte degli intenti dell'Ecomuseo ed è stato
ottimizzato utilizzando i finanziamenti di
Cultura 2000).
Un'altra ricaduta di grande valore è stata
l'ospitalità offerta a una cinquantina
di persone provenienti da diverse università
europee, a Salbertrand per un incontro
dedicato ad approfondimenti e scambi
sul tema del progetto, della durata di 10
giorni. La presenza del gruppo ha suscitato
notevole interesse da parte della comunità
locale, proponendo un momento di apertura
verso l'esterno. Gli studenti del corso italiano
hanno concluso la loro partecipazione
con la discussione dell'esame
e la presentazione delle ipotesi progettuali
con modellini, proprio a Salbertrand.
I modellini, donati all'Ecomuseo, verranno
presentati al pubblico in occasione
di un futuro momento di discussione sui lavori
da avviare per il recupero della ghiacciaia.
Viene inoltre inaugurato il sito tematico
dedicato alla carbonaia. Il progetto
è stato coordinato dal Gruppo delle Guide
naturalistiche che ha curato i contatti
con alcuni carbonai della Val Chisone,
poi coinvolti nella realizzazione pratica,
così come la realizzazione dei testi e
dell'impostazione dei materiali di informazione
e interpretazione. La giustificazione
al coinvolgimenti di carbonai di un'altra valle
è da ricollegarsi al fatto che il mestiere
di carbonaio non era proprio delle persone
residenti in Alta Valle Susa, ma piuttosto
carbonai itineranti, per lo più provenienti
dalla Val Lemina, che passavano
stagionalmente per proporre la loro
professionalità. La realizzazione è stata
pensata per offrire ai visitatori la possibilità
di osservare una carbonaia nelle sue tre fasi
più significative: la prima, quando è pronta
per l'accensione, la seconda, quando è attiva
(con una simulazione dimostrativa), la terza,
a combustione conclusa, con una sezione
che rende evidente il carbone ottenuto.
La carbonaia fa parte del progetto di percorso
ecomuseale che comprende anche il forno
per la calce e il cantiere forestale (esbosco,
scivolo, segheria o altra lavorazione, attrezzi).
Per quest'ultimo sono già stati avviati contatti
per l'assegnazione del lavoro al Consorzio
Forestale.
32
Un altro tema significativo per l'Ecomuseo
è la canapa, di cui si è realizzata
la piantagione, la macerazione e la filatura.
Insieme all'Ecomuseo della Val Sangone
è già stata avviata la realizzazione
di un documentario. L'Ecomuseo pensa
di pubblicare un quaderno tematico per ogni
luogo d'interpretazione, per rafforzarne
valenze e significati, valorizzando l'effetto
moltiplicatore delle ricerche. Da Oreste
Rey è curata “La storia del ghiaccio
di Salbertrand”.
Sono invece in una momentanea fase
di attesa gli interventi che riguardano
la segheria ad acqua di Exilles; già esiste
la bozza di convenzione con il proprietario,
più che ottantenne, felice di poter donare
la struttura, completa di tutti i macchinari,
come contributo alla memoria dei luoghi
e la stalla nel borgo storico di Sauze d'Oulx.
La motivazione di base di questo impasse
è la loro fattibilità economica.
Pare invece imminente l'avvio del punto
vendita/informazione di Ecomuseo e Parco
situato nell'area di servizio adiacente
alla nuova sede del Parco.
L'Ecomuseo ha preso parte al progetto
di teatralità popolare avviato a livello
di iniziativa di sistema da parte del Settore
di pertinenza della Regione. Si sono
privilegiate le storie locali e la storia
di Colombano Romean. Salbertrand,
Exilles e Sauze d'Oulx i luoghi scelti
per le rappresentazioni.
La didattica
Le attività didattiche programmate
dall'Ecomuseo Colombano Romean sono
coordinate direttamente dal responsabile
della struttura, Fabrizio Bevacqua; per alcune
funzioni, come la promozione e la logistica,
l'ecomuseo si affida alla cooperativa
Kombinazione.
La scelta dei temi di attività è operata
in modo diretto dall'ecomuseo, mentre
la preparazione dei materiali didattici,
come la cartellina utilizzata per il progetto
“ël grō blëtun”, è curata dalla stessa
cooperativa Kombinazione, in stretto
collegamento con gli operatori dell'ecomuseo.
Come riferito nel precedente rapporto, anche
per quest’anno l'attività didattica principale
offerta dall'Ecomuseo Colombano Romean
è stata il progetto “ël grō blëtun”, che si rivolge
principalmente alle scuole primarie
e al biennio delle secondarie. L'attività
prende spunto dal soggetto del primo Cahier
ecomuseale. L'iniziativa, che utilizza “schede
di campo” e percorsi didattici, può essere
implementata a diversi livelli; la proposta
minima prevede la lettura in classe
del racconto “ël grō blëtun”, l'utilizzo di schede
di campo durante la visita all'Ecomuseo
Colombano Romean e al Parco
del Gran Bosco di Salbertrand, e, infine,
la verifica in classe delle competenze
acquisite attraverso il gioco “il Girotempo”;
la proposta più completa include diverse
uscite sul territorio, approfondimenti tematici
e la partecipazione al concorso permanente
indetto dall'ecomuseo.
All'inizio di ogni nuovo anno scolastico,
l'ecomuseo organizza il Concorso “ël grō
blëtun”: sono valutati i progetti didattici,
le ricerche e gli approfondimenti realizzati
dalle classi che durante il precedente anno
scolastico hanno sviluppato uno dei percorsi
didattici proposti.
Entro la fine dell'anno scolastico
sono premiati i tre lavori giudicati
più interessanti e originali.
Il programma didattico dovrebbe avere
continuazione con nuovi progetti legati
ai successivi cashier ecomuseali, anche
per preparare proposte che siano adeguate
agli ordini scolastici superiori. Le schede
del Grande Larice, sono nate come strumento
rivolto alle classi elementari, ma si è riusciti
ad adattarle, con alcuni accorgimenti,
alle classi medie inferiori, cercando
di abbandonare l'impronta favolista
per assumere una traccia storico istruttiva.
L'idea dell'Ecomuseo è quella di coinvolgere
ogni anno un numero sempre crescente
di scuole, da quelle del territorio fino a Torino,
per avere un confronto diretto e sempre più
importante dei risultati ottenuti. Quest’anno
le classi coinvolte sono state 9, al di fuori
della scuola elementare di Salbertrand,
7 dell'Alta valle di Susa e 2 di Torino.
La cooperativa Kombinazione si preoccupa
della promozione e diffusione del progetto,
entra in contatto con le scuole, presenta il
lavoro, si occupa anche di una formazione
di base agli insegnanti e crea un
collegamento con l'ecomuseo per le visite
guidate presso i siti (il Mulino, la Ghiacciaia,
la Carbonaia, attiva da quest’anno, e il Parco.
Inoltre, la scuola media di Oulx è stata
coinvolta, con quella di Sestriere, in un lavoro
-studio tematico; si tratta di una ricerca
differenziata per classi, dove le terze hanno
trattato l'argomento delle rocce, le seconde
l'alimentazione, le prime il territorio,
mentre le classi della scuola elementare
di Salbertrand hanno affrontato argomenti
più semplici relativi alla storia dello sci,
del lupo, delle conifere, abbinati a visite
ed uscite sul campo.
Le scuole superiori, invece, non hanno
effettuato alcun percorso didattico legato
all'Ecomuseo ma hanno aderito alle diverse
iniziative proposte dal Parco del Gran Bosco.
Di notevole importanza, è stata la
realizzazione di un lavoro di collaborazione
che il Romean ha svolto con il Dipartimento
di Progettazione del Politecnico di Torino:
durante il mese di Aprile è stato organizzato
in Salbertrand un work-camp della durata
di 10 giorni, al quale hanno partecipato
circa 40 studenti provenienti da diversi
paesi europei, coordinati da un professore
dell'Università di Helsinki e da alcuni
carpentieri finlandesi; il campo aveva lo scopo
di ricostruire manualmente una sauna
finlandese utilizzando le risorse naturali
del territorio. Al campo di lavoro è seguita
un'intensa attività seminariale aperta
e soprattutto destinata ad architetti
della Valle, avente come tema l'utilizzo
delle risorse boschive.
Per quanto riguarda i progetti rivolti
al pubblico non scolastico, l'ecomuseo
Romean offre sostanzialmente
solo delle visite guidate presso i siti
dell'Ecomuseo.
E' importante sottolineare che l'attività
didattica dell'Ecomuseo Colombano Romean
è in continua crescita e soprattutto
sta rivelando una spinta autonoma
nella definizione della propria identità
e una marcata attenzione ai temi di ricerca
della struttura.
33
Il bilancio finanziario
A fronte di una disponibilità finanziaria
che ammonta a 540.044,39 euro, l'Ecomuseo
Colombano Romean ha impiegato 26.500,00
euro per interventi di interpretazione.
In particolare, sono state finanziate attività
di comunicazione e promozione, che hanno
assorbito il 44% delle risorse impiegate,
di didattica (41%) e, tra il resto,
di realizzazione della segnaletica
(quasi 10%).
Le risorse disponibili derivano
dal finanziamento regionale relativo
all'anno 2002 erogato ai sensi
della L.R. 31/95 (rappresenta il 4%
delle entrate complessive) e dagli avanzi
cumulati dai contributi regionali per gli anni
precedenti (per un importo pari a 517.383,39
euro). Le risorse ancora disponibili, destinate
alla copertura degli interventi conservativi
per l'ultimazione della nuova sede
dell'ecomuseo e del Parco Regionale
del Gran Bosco di Salbertrand (Ente gestore),
per la realizzazione della carbonaia
e della ghiacciaia, nonché per l'ultimazione
del restauro del Mulino, non sono state
impegnate a causa dei ritardi burocratici
verificatisi nelle fasi di appalto dei lavori.
34
conservazione
0,00
0,00
ricerca
0,00
0,00
interpretazione
26498,44
100,00
gestione
0,00
0,00
26498,44
100,00
22.661,00
4,20
517.383,39
95,80
540.044,39
100,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
26.498,44
100,00
704,51
2,66
10.800,00
40,76
2.633,93
9,94
11.735,00
44,29
625,00
2,35
67.690,14
17,75
55.083,43
14,45
12.606,71
3,30
avanzo L.R.31/95
restauro e manutenzione immobili
26.498,44
6. Ecomuseo
dell’Alta Val Sangone
35
L’interpretazione
Il progetto rafforza strutture e iniziative
legate ai temi principali scelti dall'Ecomuseo.
Per la Civiltà del Pane si segnala
la conclusione del primo lotto di lavori destinati
al recupero del forno e della struttura ricettiva
in Borgata Tonda, località ritenuta cruciale
per il progetto, proprio per la completezza
dei servizi offerti. In Borgata Mattonera
viene acquisito il forno e sono messi
a punto i progetti per il suo recupero
che permetteranno a breve di avviare
i lavori. Anche nella Borgata di Pianiermo,
raggiungibile sono con un sentiero,
l'Ecomuseo si attiva per acquistare il forno,
ancora in buone condizioni. Infine la Borgata
Picco dove, grazie all'intervento comunale,
si procede al recupero di forno e lavatoio
con la partecipazione dei residenti. Tutte
le borgate sono tra loro collegate dal Sentiero
Quota 1000, un sentiero balcone ideato
e realizzato dalla Comunità Montana.
Rafforza il tema della Civiltà del Pane
una mostra che l'ecomuseo realizza
con il coinvolgimento di panettieri e anziani
del luogo. I loro saperi e i loro ricordi
sono trascritti su sei pannelli che vengono
accompagnati da una collezione di attrezzi
per il forno e la panificazione. La mostra,
presentata per l'inaugurazione del forno
in Borgata Tonda, è ora ospitata nella sede
principale dell'Ecomuseo, a Coazze.
Il tema della religiosità, indagata soprattutto
attraverso i piloni votivi, vede portato
a conclusione il loro censimento,
documentandone ben 150. Dieci di queste
piccole architetture sono restaurate
dall'Ecomuseo in collaborazione
con la Soprintendenza - molti sono
gli affreschi di pregio - e il coinvolgimento
di ditte specializzate, così come di privati
che concorrono al finanziamento del 50%
delle spese. Il coinvolgimento della comunità
locale su questo tema è davvero grande,
ricollegabile al forte attaccamento, tuttora
esistente, a questi elementi di religiosità
popolare. Anche per questo tema esiste
una mostra, composta da 16 pannelli per ora
dedicati ai territori di Giaveno e Valgioie,
a breve integrata con i materiali fotografici
ed informativi di Coazze. Questi stessi
materiali andranno anche ad arricchire
la seconda edizione del libro, edito
dall'Ecomuseo, dedicato ai piloni votivi,
che conterrà, oltre alle schede dei singoli
piloni, maggiori indicazioni descrittive
sul territorio ed itinerari. A breve verrà
anche realizzata la carta escursionistica
tematica dell'Ecomuseo, in scala 1:25.000
che evidenzierà luoghi significativi ed itinerari,
accompagnandoli con informazioni pratiche
e descrittive.
Si prevede una riorganizzazione degli spazi
interni della sede dell'Ecomuseo, situata
nel centro di Coazze, scelta dovuta a esigenze
sempre più concrete e funzionali allo sviluppo
del progetto. Intesa come punto di partenza
per la scoperta del territorio interessato
dal progetto Ecomuseo, la sede dovrà
prevedere degli spazi per l'informazione,
per le mostre temporanee, per esposizioni
permanenti e laboratori didattici. La gestione
verrà affidata ad una cooperativa che già
collabora attivamente con l'Ecomuseo,
affiancata dall'Ufficio Turistico comunale.
I laboratori tematici sull'artigianato tradizionale,
tessitura, intaglio del legno, ricamo procedono
nelle loro attività di organizzazione di corsi
di formazione e pubblicazioni.
Se la collaborazione con l'Ecomuseo
dal punto di vista finanziario può dirsi senz'altro
efficace, un po' meno può essere detto
per la costruzione dello spirito del lavorare
assieme. E' pubblicato il quaderno tematico
sugli orli ed il ricamo ed è in preparazione
quello sulla tessitura.
Si rafforzano inoltre i progetti dedicati ai territori
di Giaveno e Valgioie, nuovi comuni coinvolti
nell'ampliamento dei confini d'interesse
dell'Ecomuseo. Si parlerà di mulini per
la macinazione dei cereali (Giaveno), di piloni
e forni (Valgioie), nell'ottica di un arricchimento
progettuale comune. L'Ecomuseo dell'Alta
Val Sangone ha partecipato con successo
all'iniziativa di teatralità popolare dell'estate
2002.
36
La didattica
All'interno dell'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone
è presente da tempo una figura incaricata
espressamente di coordinare l'attività didattica.
La Prof.ssa Buosi, vicepreside della Scuola
Media di Coazze, infatti, organizza e coordina
le proposte didattiche offerte dai diversi
elementi che compongono la struttura
ecomuseale; per alcune attività, quali
la promozione, i servizi di prenotazione
e l'accompagnamento, l'ecomuseo ha dato
incarico a una cooperativa esterna, la Biloba,
che ha sostituito la cooperativa Pan in tali
funzioni. Le singole proposte sono studiate
direttamente dai soggetti che fanno parte
della struttura e che svolgono,
con una marcata autonomia, sia l'attività
di ricerca sia quella di didattica.
Si possono quindi identificare differenti
proposte. Relativamente al coinvolgimento
degli istituti scolastici presenti sul territorio,
l'attività, portata avanti direttamente dalla
Prof.ssa Buosi, si concentra principalmente
sulle scuole elementari e medie e coinvolge
solo in parte il liceo Pascal di Giaveno.
Le attività che l'Ecomuseo organizza per
gli istituiti sono principalmente di due tipi:
i laboratori (di intaglio del legno, di tessitura
e di ricamo) e le visite guidate lungo
i percorsi votivi e alle borgate, per studiarne
l'architettura, gli ambienti, la storia, la flora.
In particolare, i laboratori sono curati,
come ricordato, dai soggetti dell'ecomuseo:
La Cooperativa Il Picchio, che gestisce
il laboratorio di intaglio del legno,
il maestro Tessa, che cura l'officina tessile,
e l'Associazione “Giaveno Ricama”
per le attività di ricamo; questi operatori
organizzano per i ragazzi delle scuole corsi
integrati alle normali lezioni scolastiche
o corsi facoltativi pomeridiani.
La richiesta di partecipazione a tali iniziative,
da parte degli Istituiti di Coazze e di Giaveno,
è cresciuta molto in questo ultimo anno,
tanto che le ore di lezione si sono moltiplicate.
Ad esempio il laboratorio di intaglio, inserito
nei programmi come attività opzionale,
ha interessato oltre venti ragazzi e si sta
valutando l'opportunità di sdoppiare il corso
l'anno prossimo. Le presenze per le attività
di tessitura e di ricamo sono dell'ordine
di 15 unità.
Proposte simili a quelle per le scuole sono
offerte anche al pubblico non scolastico
ed è stato programmato un fitto calendario
di ore pratiche in orari serali per classi di adulti
provenienti anche dall'esterno del territorio.
Tutte le scuole del territorio sono state, inoltre,
contattate per un corso relativo all'estrazione
mineraria così strutturato: 16 ore di teoria
e 8 di pratica sul territorio; ma tale attività
non risulta ancora implementata.
Negli spazi dell'ecomuseo, utilizzati
l'anno scorso per due mostre in occasione
del centenario pirandelliano, troverà posto
il nuovo allestimento del Laboratorio del Suolo,
in collaborazione con la Facoltà di Agraria
di Torino. Il Laboratorio, attivo da tempo
ma necessitante di una nuova dislocazione,
propone progetti di didattica con parti
teoriche presso la sede e parti pratiche
e di sperimentazione svolte direttamente
sul territorio.
Si può infine ricordare che sul territorio opera
anche l'Associazione FP, che si interessa alla
promozione della lingua Franco - Provenzale.
L'associazione organizza e promuove scambi
di visite scolastiche con scuole d'oltralpe
e sollecita gli studenti a mantenere vivi
i rapporti attraverso contatti epistolari.
Tuttavia, la FP non fa parte in modo stabile
della struttura dell'ecomuseo.
Un'altra proposta non effettuata direttamente
dall'ecomuseo, ma comunque patrocinata da
esso, è stata quella svolta dal Comune di
Coazze, con l'appoggio del CAI. L'attività,
che ha registrato un notevole successo (circa
50 presenze per ogni incontro), ha offerto
una serie di incontri serali, aperti a tutti,
a tema scientifico; le serate hanno affrontato
argomenti di diversa natura, ma sempre
incentrati sulle specificità del territorio
interessato dall'ecomuseo. I temi hanno,
per esempio, considerato l'acqua e la struttura
idrogeologica, la neve, le emergenze.
Quest’anno l'attività didattica ha prodotto
un volume dedicato al lavoro e all'abilità
manuale, in particolare al ricamo degli orli.
L'Associazione “Giaveno Ricama”,
in collaborazione con alcuni esponenti
della comunità locale, ne ha curato l'edizione.
In sintesi, l'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone,
presenta un’interessante e variato programma
di attività diversificate; talora, tuttavia,
si ravvisa una mancanza di omogeneità di tali
proposte, dovuta alla pluralità di soggetti
che compongono l'Ecomuseo, ma si deve
sottolineare che l'attività di coordinamento
appare in crescita, così come quella di ricerca.
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone
ha impiegato meno della metà delle risorse
finanziarie disponibili (oltre 43%) in interventi
di conservazione (complessivamente
83.393,15 euro) e la restante parte per attività
di interpretazione (35%), ricerca (6%)
e di gestione (14%). Il restauro di un forno
presso Borgata Picco di Coazze e di una
borgata di Giavenole, nonché l'acquisto
di un ulteriore immobile costituiscono
la maggior voce di spesa: oltre 83mila euro.
Tali interventi rappresentano un ampliamento
del progetto “Itinerari della civiltà del pane”.
Per interventi di manutenzione dei sentieri
sono stati impiegati 41.680,00 euro e oltre
26mila euro per altre attività di interpretazione,
quali ad esempio comunicazione e promozione
(quasi 7%) e didattica (2%). Dal punto
di vista della ricerca, sono stati impiegati
prevalentemente per il proseguimento
dello studio sul tema della “religiosità popolare”
quasi 13mila euro (oltre 6% delle spese
complessive). Le spese sostenute per la
gestione, infine, ammontano a 27.662,68 euro
(rappresentano il 14% degli impegni): si tratta
di spese per il personale (18.500,00 euro)
e, per il resto, di spese per l'acquisto
di materiali di consumo. L'avanzo di bilancio,
pari a 6.838,53 euro, verrà impiegato
per la continuazione dei percorsi
della “Civiltà del Pane”.
37
conservazione
83.393,15
43,41
ricerca
12.815,00
6,67
interpretazione
68.237,72
35,52
gestione
27.662,68
14,40
192.108,47
100,00
198.261,00
99,6
686,00
0,34
198.947,00
100,00
83.393,15
43,41
320,74
0,17
15.000,00
7,81
68.072,41
35,43
0,00
0,00
12.815,00
6,67
2.015,00
1,05
10.800,00
5,62
0,00
0,00
68.237,72
35,52
8.910,00
4,64
4.537,72
2,36
41.680,00
21,70
13.110,00
6,82
0,00
0,00
27.662,68
14,40
18.500,00
9,63
9.162,60
4,77
avanzo L.R.31/95
restauro e manutenzione immobili
192.108,47
7. Ecomuseo
della Pastorizia
38
L’interpretazione
Proseguono i lavori di ristrutturazione
dell'edificio detto “Mizhoun de la Chapelo”,
nel centro di Pontebernardo, i cui lavori
sono incominciati nell'estate 2002.
La struttura architettonica è pressoché
conclusa e il passo successivo sarà il suo
allestimento, di cui sono già stati individuati
gli spazi tematici principali. La Mizhoun
sarà La Casa, ossia il centro principale
dell'Ecomuseo, quello che sarà in grado di
fornire informazioni e stimoli a chi lo visiterà,
preparandolo per la sua esperienza diretta
con il territorio circostante. Per questo
sono previsti una sezione dedicata a museo
permanente, un'area per esposizioni
temporanee, il punto vendita e due aree
più vicine alla realtà dell'allevamento quali
il centro arieti e il fienile.
Quando la struttura della Mizhoun sarà
operativa, il primo edificio dell'Ecomuseo
l'ex Scuola “Balbo Martini” ricollegherà
la sua attuale destinazione d'uso a quella
che acquistò alla fine dell'800. Fu allora
che, la famiglia Martini donò l'edificio,
di sua proprietà, al Comune perché divenisse
la Scuola per Pontebernardo e la Borgata
Murenz. La nuova Scuola “Balbo Martini”
ospiterà infatti laboratori didattici
e le esposizioni tematiche temporanee,
e sarà considerata un “luogo flessibile”
nei periodi estivi, quando la frequenza
delle scuole è nulla. Il piano terreno ospiterà,
osservando lo stesso criterio adottato
per la Mizhou, il punto reale, legato
alle attività pastorali: il caseificio.
Le due architetture, poco distanti tra di loro,
verranno concretamente collegate
da un percorso e da un'area esterna allestita,
in grado di creare un'atmosfera unitaria.
Si prevede di riproporre il selciato originario:
il calatà. La sistemazione dell'area esterna,
così come del parcheggio lungo la strada
principale di fondovalle dovrebbero essere
ultimati per l'autunno 2003. Un altro segno
dell'intervento dell'Ecomuseo sul territorio
è dato dal recupero del sentiero che
da Pontebernardo giunge a Sambuco,
sede del Centro di documentazione di valle,
passando per le borgate a mezza costa.
Si è cercato di essere il più fedeli possibili
al tracciato originario, sicuramente scelto
nel passato per validi motivi. Ad oggi è stato
pulito e testato il tratto che da Pontebernardo
conduce alla Borgata Castello,
sopra Pietraporzio.
Oltre ad essere estremamente vario
e panoramico, il sentiero permette
di avere un punto di vista privilegiato
sulle aree dei pascoli. Il ritorno è previsto
sull'altro versante, quello in destra orografica,
attraverso un'ombrosa abetina. L'anello
dovrebbe essere ultimato e segnalato
per l'estate 2004.
L'Ecomuseo continua nella sua attività
di ideatore e realizzatore di esposizioni
tematiche. Dopo “La Routo”, richiesta
ed ospitata in diverse sedi francesi
e piemontesi, “Muzioco Muzicantes”
ha offerto un approfondimento del mondo
degli strumenti musicali dell'area occitana.
Animata da momenti dimostrativi di altissimo
livello, la mostra è stata accolta con grande
interesse da parte della comunità locale
e dal pubblico esterno. Il catalogo sonoro
della mostra, un CD accompagnato
da un libricino descrittivo, realizzato
con grande perizia, è stato presentato
in apertura del concerto voluto
per l'inaugurazione dell'ultima mostra:
“Les draios den viage”.
La mostra propone il lungo lavoro di ricerca
effettuato da un gruppo di persone dell'alta
valle che per un anno e mezzo hanno
consultato gli archivi comunali (soprattutto
di Demonte e Pietraporzio), alla ricerca
di dati sulla pastorizia in Valle Stura
nei secoli XVII e XVIII. L'inaugurazione
di questa ultima mostra faceva parte
di un momento di confronto europeo dedicato
all'analisi dei temi che concorrono a definire
l'importanza e l'attualità della pastorizia.
Organizzato e curato dall'Ecomuseo,
l'incontro ha offerto un appassionante
dibattuto tra esperti italiani, francesi
e svizzeri.
L'Ecomuseo procede anche nella definizione
della propria Mappa Culturale. Il progetto,
avviato come progetto pilota in collaborazione
con il Laboratorio Ecomusei, ha suscitato
un grande interesse a livello locale,
dando vita a due attivi gruppi di lavoro
che hanno contribuito, con la loro ricerca,
all'individuazione degli elementi
che costituisco il patrimonio locale dell'alta
Valle Stura. La costruzione della mappa
ho originato, tra i partecipanti, stimolanti
discussioni e riflessioni sulla ricchezza
territoriale, utili alla definizione
degli interventi futuri dell'Ecomuseo.
La didattica
L'organizzazione dell'attività didattica,
che continua a essere gestita in prima
persona dal responsabile dell'Ecomuseo
della Pastorizia, ha ottenuto risultati
abbastanza positivi anche per l'anno
scolastico passato. I progetti proposti
sono stati gli stessi dell'anno precedente:
un programma base, costituito dalle visite
guidate e uno “speciale” composto
da iniziative particolari.
Il programma normale, organizzato
e promosso in collaborazione
con la Comunità Montana Valle Stura,
è rivolto a tutte le scuole del territorio
e ad alcune fuori dai confini. La proposta
si conferma sostanzialmente di turismo
scolastico: a una serie di itinerari è abbinata
una visita, a richiesta, all'Ecomuseo
della Pastorizia, con degustazione
di formaggi, ed una passeggiata
nel bosco con una guida naturalistica.
Gli itinerari proposti dalla Comunità Montana
Valle Stura sono quattro e prevedono tutti
almeno un incontro con musica e danze
occitane.
Le attività dell'uomo, che prevede visite
ad alcune attività produttive tradizionali,
come forni e caseifici; il programma propone
anche la visita a un vecchio essiccatoio
delle castagne.
Natura e cultura in alta valle: si tratta
della visita al Centro di documentazione
della Valle Stura e della visita di Vinadio
(al forte e allo stabilimento di acqua minerale).
L'importanza della pastorizia in valle: propone
principalmente la visita a un allevamento
di ovini di razza sambucana e all'Ecomuseo
della Pastorizia; è prevista anche una
passeggiata naturalistica alla scoperta
della flora e della fauna alpine.
39
L'inverno in valle: passeggiata naturalistica
con racchette da neve da Pietraporzio; visita
alla città di Vinadio. Di questi itinerari, solo
il terzo interessa in modo diretto l'ecomuseo.
Per quanto riguarda i progetti speciali,
questi soni rivolti alle scuole locali
e proseguono, sostanzialmente, le esperienze
dell'anno precedente. In particolare, l'attività
“Vioure al pais”, che ha coinvolto le classi
delle scuole medie, elementari e materne,
ha raggiunto i primi risultati.
Le classi partecipanti hanno preparato
e consegnato i lavori svolti nel corso
dei due anni precedenti: una ricerca sui temi
dei rapporti tra la presenza di animali selvatici
e la vita di montagna. I dati raccolti saranno
consegnati e rielaborati dall'ecomuseo
in vista di un utile impiego di ricerca.
Rispetto all'anno precedente, quest’anno
nei locali dell'ecomuseo, è stato allestito
un laboratorio musicale: gli studenti
della Valle sono stati invitati a partecipare
a corsi di danza e musica. Quest’attività è
stata attivata in collegamento con le attività
di studio, che hanno portato all'allestimento
della mostra “Muzico e Muzicantes”, situata
attualmente presso la sede dell'ecomuseo,
che espone strumenti, documenti e fotografie
in merito al rapporto tra transumanza
ed espressioni musicali nelle Terre d'Oc.
Il contatto con le scuole avviene
per presentazione personale del responsabile
dell'Ecomuseo, o attraverso l'invio di dèpliant,
video e materiale didattico informativo,
oppure invitando le classi a visitare
le mostre del territorio.
Le attività con gli adulti hanno luogo
soprattutto durante la stagione estiva
e si concretizzano in un insieme di attività
manuali come la produzione della pasta
alimentare o la lavorazione della paglia
per la fabbricazione di cesti, l'impagliatura
delle sedie e poi ancora corsi di musica
e danze occitane.
Nei progetti di prima realizzazione vi è
l'organizzazione di un laboratorio della lana
che troverà spazio nell'attuale sede
dell'Ecomuseo, ora in procinto di trasloco,
dove, con gli antichi attrezzi per lavorare
la lana, si produrranno manufatti
che porteranno il marchio del museo.
L'Ecomuseo della Pastorizia è, senza dubbio,
dotato di grande animazione grazie allo spirito
del suo responsabile; i mezzi e le proposte
sono forse sottostimati rispetto
alle idee potenziali.
40
41
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo della Pastorizia ha concentrato
l'86% delle risorse finanziarie in attività
di interpretazione (per un importo di oltre
69mila euro), quasi il 13% nella gestione
(10.266,80 euro) e meno dell'1%
in conservazione.
conservazione
516,85
0,65
ricerca
0,00
,0,00
interpretazione
69.169,23
86,51
gestione
10.266,80
12,84
79.912,88
100,00
87.988,00
100,00
198.947,00
100,00
516,85
0,65
516,85
0,65
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
,0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
69.169,23
86,51
51.883,15
64,90
0,00
0,00
0,00
0,00
17.246,80
21,61
0,00
0,00
10.266,80
12,84
7.750,34
9,71
2.516,46
3,13
L'unica fonte di entrata è costituita
dal finanziamento regionale per l'anno 2002
ai sensi della L.R. 31/95 e ammonta a euro
87.988,00. Inoltre, l'ecomuseo ha ricevuto
donazioni e prestiti di oggetti dagli abitanti
della valle, oltre che la collaborazione,
su base volontaria, per l'attività di ricerca.
Infine, come per gli anni passati,
la Comunità Montana Valle Stura,
Ente gestore dell'ecomuseo, ha messo
a disposizione proprio personale e materiali
di consumo.
La maggior voce di spesa consiste
nella realizzazione di allestimenti permanenti
della nuova sede e per mostre temporanee,
per le quali sono stati impegnati quasi
519mila euro. La restante parte di spese
di interpretazione ha finanziato
l'organizzazione di manifestazioni
e iniziative culturali (pari a oltre 21%
del bilancio complessivo).
L'altra voce di spesa è costituita dalla
gestione e, in particolare, dai compensi
per incarichi esterni, per un ammontare
di 7.750,34 euro, pari al 9,7% delle spese
complessive, e dalle utenze e pulizie (3%).
restauro e manutenzione immobili
79.912,88
8. Ecomuseo
di Cascina Moglioni
L’interpretazione
La didattica
Proseguono i lavori per il recupero della
Cascina, centro principale dell'Ecomuseo.
Terminati i lavori dedicati alla struttura, si sta
procedendo ad appaltare i lavori del terzo lotto
di cui si dispone già del progetto. I lavori
riguarderanno le finiture interne e gli impianti.
Avanzano nel frattempo le altre iniziative
di documentazione e interpretazione
del patrimonio territoriale, realizzate in stretta
collaborazione con la popolazione locale.
Il progetto didattico di Cascina Maglioni
si è espresso attraverso un doppio strumento:
un intervento in classe con presentazione su
cd-rom di argomenti attinenti luoghi, suoni,
immagini dell'Ecomuseo (durata: 2 ore) e la
conseguente uscita sul territorio, concentrata
sui tipici insediamenti agricoli della zona
“le Cascine” e sull'osservazione delle attività
rurali tradizionali (durata: una giornata).
ll pacchetto didattico, destinato alle scuole
elementari e medie, può essere fruito in modo
completo, presentazione in aula più visita,
o scegliendo solo una delle due opzioni.
Tutte le classi, delle due scuole del territorio
interpellate, hanno scelto di usufruire
del programma completo. La promozione
del progetto è avvenuta in maniera diretta:
il responsabile dell'attività didattica di Cascina
Moglioni, Andrea De Giovanni, si è recato
personalmente presso gli Istituiti, favorendo
un'opera di sensibilizzazione. Durante
l'intervento in classe gli studenti hanno potuto
conoscere giocando attraverso l'uso
del cd-rom, le peculiarità del loro territorio,
mentre, durante l'uscita, hanno partecipato
attivamente alle attività proposte quali
la mungitura, il taglio del fieno, la battitura
delle lame della falce.
Un esempio di questo agire è stata
la costruzione di una carbonaia fatta
grazie all'esperienza di due persone locali,
con il sostegno del personale del Parco.
L'accensione della carbonaia e la sua veglia,
durata tre giorni, hanno permesso
di concretizzare un momento estremamente
significativo per il rafforzamento
e il mantenimento della memoria e delle
professionalità presenti nell'area di Capanne
di Marcarolo. Negli stessi giorni avviene
la premiazione del concorso “Inventa tu”',
promosso dall'Ecomuseo per definire
il logo rappresentativo del suo operare.
Un'iniziativa importante si amplia.
E' la mostra itinerante “Cabanè”, composta
da fotografie e interviste che documentano
persone e luoghi di Capanne di Marcarolo.
La mostra, visto il grande interesse di pubblico,
si trasforma in un libro, presentato al pubblico
nel giugno 2003. Era stata inaugurata per la
prima volta nel foyer del Teatro di Novi Ligure
ed è ora allestita presso il Palazzo Lerma,
sede ufficiale del Parco e dell'Ecomuseo.
Nel frattempo la sovrapposizione tra iniziative
e responsabilità di Parco ed Ecomuseo,
viene lentamente chiarita. A diversità
degli anni passati, le proposte dell'Ecomuseo
vengono organizzate in modo autonomo,
dichiarandolo esplicitamente in tutti i materiali
realizzati, compresi quelli della promozione.
Questo non pregiudica, ma migliora,
l'interazione positiva avviata negli anni
con enti e associazioni locali.
Durante il corso dell'anno sono stati approvati
il logo che identifica l'ecomuseo e lo slogan
promozionale, nati dal concorso “Inventa tu”,
indetto l'anno precedente e al quale avevano
aderito molte scuole elementari e medie
del Piemonte e della Liguria.
Nei prossimi mesi estivi, avranno luogo tre
manifestazioni caratteristiche: l'antica fiera
del bestiame in località Capanne di Marcarolo,
il Ferragosto in festa con balli tradizionali al
Comune di Bosio (AL), mentre a ottobre
si terrà un convegno sul castagno presso il
Comune di Voltaggio (AL). A quest’ultimo
evento faranno seguito due cene di gala:
una destinata agli Amministratori e una
di sensibilizzazione per i ristoratori della zona.
In conseguenza di questi momenti, l'ecomuseo
42
ha in programma di creare un progetto
destinato alle scuole, dove poter affrontare
i temi propri del territorio espressi in questi
avvenimenti: le musiche, le feste e la religiosità
da un lato e il prodotto tipico del luogo dall'altro,
con un corso specializzato sulla cucina
della castagna. Per quanto attiene l'attività
didattica destinata al pubblico adulto,
l'ecomuseo propone una serie di escursioni
sul territorio, sia diurne, presso i luoghi rurali
caratteristici del luogo, che notturne,
per osservare i colori della notte ed ascoltarne
i suoni. L'Ecomuseo di Cascina Moglioni
ha registrato ritardi e rallentamenti delle normali
attività, in seguito al cambio di direzione.
Un esempio di difficoltà organizzativa
e di mancanza di autonomia dell'ecomuseo
è il caso della carbonaia didattica costruita
nella passata annata; attualmente, il sito risulta
dismesso ed occupato da cinghiali, perdendo
l'utilità per cui era stato realizzato. Il nuovo
responsabile, tuttavia, sta dimostrando una
marcata attenzione ai problemi di ricerca
e di organizzazione dell'ecomuseo, soprattutto
puntando alla definizione di un programma
della struttura in autonomia dal Parco,
che ne è il soggetto gestore.
finanziato l'intervento di recupero dell'immobile di Cascina Moglioni,
incidendo per il 42% sulle spese sostenute. Tra le attività di
interpretazione, la comunicazione e promozione hanno assorbito il 21%
delle risorse impiegate, per un importo di 30.376,62 euro, e, l'allestimento
dell'esposizione temporanea “Cuore di cabanè” ha inciso per il 2%
sul bilancio complessivo. Lo studio sul germoplasma castanicolo,
in fase di realizzazione da parte del dipartimento di colture arboree
dell'Università di Torino, è stato finanziato per una spesa di 26.400,00
euro. La gestione ha assorbito 22.500,00 euro che hanno interamente
coperto il compenso per incarichi esterni.
conservazione
61.067,53
42,45
ricerca
26.400,00
18,35
interpretazione
33.876,62
23,55
gestione
22.518,71
15,65
143.862,86
100,00
155.000,00
42,82
206.966,76
57,18
361.966,76
100,00
61.067,53
42,45
0,00
0,00
0,00
0,00
61.067,53
42,45
0,00
0,00
26.400,00
18,35
0,00
0,00
26.400,00
18,35
0,00
0,00
33.876,62
23,55
3.500,00
2,44
0,00
0,00
0,00
0,00
30.376,62
21,11
0,00
0,00
22.518,71
15,65
22.518,71
15,65
0,00
0,00
avanzo L.R.31/95
Il bilancio finanziario
A fronte di una disponibilità finanziaria
di 361.000,00 euro, proveniente
dalla L.R. 31/95 per l'anno 2002 e dall'avanzo
di bilancio, l'Ecomuseo di Cascina Moglioni ha
impiegato meno della metà di tali risorse, per
una spesa complessiva di quasi 144mila euro.
Le spese sostenute hanno finanziato
la conservazione, per un importo di 61.067,53
euro, e per la restante parte, attività di
interpretazione (23% delle spese complessive),
ricerca (18%) e gestione (15%). Le risorse
ancora disponibili (218.103,90 euro) saranno
completamente impiegate entro la fine
del 2003 per il completamento del restauro
di Cascina Moglioni (terzo lotto per la
sistemazione degli interni e dell'impiantistica)
e, successivamente, per la progettazione
dell'allestimento della cascina e delle aree
esterne. Le spese di conservazione hanno
restauro e manutenzione immobili
143.862,86
43
9. Ecomuseo
dei Terrazzamenti e della Vite
44
L’interpretazione
Il Palazzo dell'ex Pretura, sede del Centro
d'Interpretazione dell'Ecomuseo, apre la
propria disponibilità ad accogliere, unitamente
alla Biblioteca Civica, anche il Centro
di Documentazione della Comunità Montana,
sottolineando in tal modo la volontà, da parte
dell'Ecomuseo, di allearsi con le altre realtà
locali con l'intento di rafforzare e valorizzare
al massimo le risorse disponibili.
Il Palazzo potrà così essere inteso come
un vero e proprio centro di riferimento per
iniziative e ricerche di tipo culturale, messo
a disposizione soprattutto per il territorio
delle Valli Bormida e Uzzone. Emerge qui
chiaramente il potere attrattivo di edifici storici
recuperati con interventi professionali seri
e qualificati.
Accade anche che, nell'autunno del 2002,
il Comune di Cortemilia riceva, in qualità
di gestore dell'Ecomuseo, l'ambito premio
'Case di Pietra', conferito dall'Associazione
L'Arvangia a quei progetti meritevoli nel
campo del recupero delle architetture
tradizionali, in questo caso il Palazzo
dell'ex Pretura.
Questo dimostra come, a tre anni dal suo
avvio, l'Ecomuseo cominci ad assumere un
ruolo più chiaro all'interno della realtà locale,
quale istituzione riconosciuta che opera per
la valorizzazione del patrimonio territoriale.
Nell'ottica della reciproca collaborazione,
e per sottolineare ulteriormente l'importanza
del tema dell'architettura tradizionale,
l'Ecomuseo ospiterà nell'ottobre 2003
la XV edizione del Premio “Case di Pietra”.
L'altro luogo significativo dell'Ecomuseo,
Monte Oliveto, è oggetto di interventi
migliorativi. Grazie all'ottenimento
di finanziamenti del Piano Integrato d'Area,
il progetto di recupero della cascina
sommitale è ora operativo. Con l'acquisto
del sito, che comprende una parte agricola
su terrazzamenti e una cascina, seguito
dalla successiva progettazione per il suo
recupero e riuso, l'Ecomuseo ha quindi
avviato un volano positivo d'interessi. I lavori
della parte architettonica sono cominciati
nella tarda primavera del 2003 e saranno
terminati entro la fine del gennaio 2004.
Con interventi di potatura degli alberi
da frutto e di rinvigorimento dei vigneti è stata
riqualificata anche la parte del paesaggio
agrario. La vendemmia del 2002 ha fornito
le uve per la prima vinificazione a nome
dell'Ecomuseo. Le bottiglie del sorì Monte
Oliveto verranno numerate e distribuite come
promozione dell'evento, simbolico anche
della rinascita della produzione vinicola
di qualità sui terrazzamenti.
A Monte Oliveto hanno lavorato, contribuendo
con il loro prezioso aiuto, studenti provenienti
da tutta Europa, raggiunti grazie alla
mediazione dell'Associazione Internazionale
IBO e coordinati da un maestro di fiducia.
I campi di lavoro estivi, due gruppi di una
decina di persone per l'estate 2002 e 2003,
sono ritenuti momenti assai importanti per
l'Ecomuseo, non solo per la realizzazione di
lavori altrimenti rallentati dalla burocrazia, ma
soprattutto come progetto di sensibilizzazione
locale e di apertura degli orizzonti mentali.
Nell'estate 2003 i lavori dei campi estivi hanno
anche interessato la Borgata di Doglio,
sulle colline circostanti Cortemilia. I volontari
hanno aiutato a riaprire un tratto di sternia
(sentiero lastricato in pietra) che era, prima
della nuova strada asfaltata, il percorso
principale tra Cortemilia e la Borgata.
Il sentiero di Doglio fa parte di un progetto
di maggiore ampiezza che prevede
l'individuazione di itinerari escursionistici
alla scoperta del territorio e delle sue
particolarità. Da una struttura viaria portante,
carrozzabile, si dipartiranno itinerari
tematici e panoramici che privilegeranno
le antiche vie di comunicazione. Una carta
proporrà agli interessati le scelte possibili,
con le loro caratteristiche salienti.
Il ripristino del sentiero tra Doglio e Cortemilia
è funzionale al rafforzamento di un intervento
di recupero destinato a una piccola
costruzione in pietra a secco, dalla forma
del tutto particolare: un essiccatoio
di castagne a pianta circolare. La disponibilità
della proprietà ha permesso la stipula
di una convenzione con l'Amministrazione
Comunale, quale gestore dell'Ecomuseo.
A fronte della riqualificazione della
costruzione, la proprietà si impegna
a lasciarne l'uso all'Ecomuseo per 20 anni.
L'intenzione è di riproporre il suo utilizzo,
quindi effettivamente fare la seccagione
delle castagne.
Il tema dei queste piccole architetture,
è il tema portante dell'esposizione che
quest'anno, come ogni anno, l'Ecomuseo
organizza chiamando un partner esterno
al territorio, scelto per la sua esperienza
sul tema. Quest'anno sarà l'Ecomuseo
del Casentino, con il nodo dell'Ecomuseo del
Castagno del Comune di Ortignano Raggiolo.
Nell'estate 2002 il tema era stato quello
dei laboratori didattici con le scuole, invitate
a collaborare sui molti temi collegati
al paesaggio terrazzato. Ospite l'Ecomusée
de Terracces dell'Ardèche.
Proprio per queste iniziative
di sensibilizzazione legate alla valorizzazione
del patrimonio locale l'Ecomuseo ha ricevuto
quest'anno un altro premio: “Carmelina Brovie
e le sue sorelle”, dato alle associazioni
ed istituzioni che operano in modo originale
per la valorizzazione dei propri luoghi.
Con questi stessi intenti l'Ecomuseo progetta
e realizza la prima edizione del “Premio
di letteratura per l'infanzia: Il Gigante
delle Langhe”. Nato come arricchimento
della fortunata serie della Collana “Le nuove
favole”, portata avanti in stretta collaborazione
con le scuole locali e scelta dall'Ecomuseo
per alimentare di significati immaginari
il paesaggio terrazzato, il premio si è attirato
la simpatia delle case editrici e la preziosa
collaborazione di una giuria di altissimo livello
tra cui Emanuele Luzzati, Francesco Langella
e Rosella Picech. Il premio è stato impostato
secondo tre sezioni: racconti editi, illustrazioni
edite, racconti con le scuole locali.
La premiazione è avvenuta a fine novembre,
preceduta da una due giorni di animazione,
lettura, laboratori, spettacoli teatrali,
di cui alcuni collegati all'iniziativa di teatralità
popolare.
La seconda edizione prevede la giornata
di premiazione per il 30 novembre 2003.
45
46
La didattica
Le iniziative didattiche dell'Ecomuseo
dei Terrazzamenti e della Vite di Cortemilia
sono programmate e coordinate direttamente
dalla direttrice della struttura Donatella
Murtas; a fianco della responsabile,
l'ecomuseo ha promosso la formazione
di una cooperativa, chiamata Fior di Pietra,
composta da ragazzi del territorio, che
affianchi la struttura nelle funzioni di didattica.
Il ruolo della cooperativa è stato quest’anno
particolarmente importante; infatti, l'ecomuseo
ha scritto un programma di attività nuovo
rispetto al passato, ponendo in primo piano
l'utilizzo di una serie di laboratori gestiti
da Fior di Pietra e rivolti alle scuole locali,
di Cortemilia e della Valle Bormida, medie
ed elementari. La proposta offre tre laboratori
a tema: piccole architetture, creatività
e paesaggio agrario dei terrazzamenti.
Schematicamente, ogni laboratorio
si articola su quattro incontri di mezza
giornata, con una struttura simile per tutte
le proposte. In tutti i laboratori previsti,
il primo incontro è un’introduzione al mondo
ecomuseale; si prevedono, poi, un'uscita
sul territorio e soprattutto la creazione
di un “prodotto” inerente il tema
del laboratorio.
Ad esempio, per il laboratorio legato
all'ambiente agricolo, si sono preparati
dei trasformati a partire da mele, di cui
si è studiato il sistema di coltivazione,
prodotte sui terrazzamenti; per il laboratorio
sulle piccole architetture, dopo le uscite
per visitare gli essiccatoi di castagne
e il monte Uliveto, si è chiesto ai ragazzi
di fare una composizione a partire dagli
elementi individuati in campo; il terzo
laboratorio, quello sulla creatività, ha lavorato
sui diversi elementi presenti nelle favole
tradizionali, tra Asia, Africa e quelle locali
raccontate o inventate nell'ecomuseo.
Una scuola di Bra ha partecipato,
dopo averlo richiesto e pagando il servizio,
a una iniziativa particolare sulle lavorazioni
dei muretti a secco. Durante il lavoro di tutti
i laboratori si è proceduto sia a riprendere
un video sia a fotografare le attività svolte.
Il video realizzato dovrebbe servire
a due scopi: la formazione degli operatori
didattici e la promozione del servizio
offerto presso le scuole. Al termine
dei laboratori si è organizzata una riunione
con gli insegnanti coinvolti, al fine di avere
una sorta di valutazione del lavoro svolto
con i ragazzi.
I rapporti con le scuole superiori
di Cortemilia sono stati poco significativi,
ma per quest’anno è prevista la presenza
nell'ecomuseo di una stagista incaricata
di seguire l'organizzazione dei campi
di lavoro internazionali, attività che prosegue
con la co-organizzazione della IBO,
e la schedatura dei materiali ecomuseali.
Infine, in merito al Premio letterario
per l'infanzia, si sta organizzando la nuova
edizione; la prima ha avuto, infatti, un esito
molto positivo e anche le attività didattiche
direttamente collegate, come l'animazione
alla lettura organizzato con la Biblioteca
Civica di Alba, hanno ricevuto un'ottima
accoglienza.
L'Ecomuseo ha quest’anno deciso
di offrire un nuovo programma didattico;
la proposta dei laboratori ha creato
alcune difficoltà organizzative, specialmente
per la formazione degli operatori,
ma il ritorno risulta sostanzialmente positivo.
47
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite
ha concentrato il 44% delle risorse finanziarie
in attività di interpretazione per un importo
di quasi 76mila euro, e la restante parte
in interventi conservativi (quasi 49mila euro)
e in gestione (27%).
conservazione
48.972,00
28,67
ricerca
0,00
0,00
interpretazione
75.819,00
44,38
gestione
46.028,00
26,95
170.819,00
100,00
170.819,00
100,00
170.819,00
100,00
48.972,00
28,67
15.000,00
8,87
0,00
0,00
33.972,00
19,89
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
75.819,00
44,38
28.000,00
16,39
15.000,00
8,78
0,00
0,00
32.819,00
19,21
0,00
0,00
46.028,00
26,95
45.000,00
26,35
1.028,00
0,60
Le spese sono state interamente coperte
con il trasferimento regionale ai sensi
della L.R. 31/95, unica fonte di entrata
per l'anno 2002.
Le spese di interpretazione hanno coperto
attività di comunicazione e promozione,
tra le quali la pubblicazione di ricette
e la manifestazione “Premio letterario per
l'infanzia” (32.819,00 euro), l'allestimento
della quarta edizione della mostra sul tema
cultura del castagno (28.000,00 euro)
e, per la restante parte, la didattica. Il 28%
delle risorse è stato impiegato per attività
di conservazione: per la progettazione
della ristrutturazione di Monte Oliveto
e il recupero funzionale di un essiccatoio
presso Doglio (complessivamente, quasi
34mila euro) e per la manutenzione
dei vigneti di Monte Oliveto, per un importo
di 15.000,00 euro. La maggior parte
delle spese di gestione ha coperto
i compensi per il personale
(26% delle spese complessive).
restauro e manutenzione immobili
170.819,00
9. Ecomuseo
della Valsesia
48
L’interpretazione
Per quanto riguarda l'area dell'Ecomuseo
del territorio e della cultura Walser si può
osservare un avanzamento dei lavori relativi
alle strutture architettoniche. Sono quasi ultimati
i lavori di recupero del complesso edilizio
del Mulino di Piana Fontana, nel Comune
di Mollia. Terminato il primo lotto, si è ora
nella fase conclusiva del secondo, che
prevede il completamento della struttura
con le attrezzature interne e le opere necessarie
alla canalizzazione delle acque verso la ruota
idraulica. Il progetto prevede anche
di migliorare la viabilità pedonale di accesso
al sito, collegandolo con la strada pubblica.
Sono invece ultimati i lavori di ristrutturazione
del Teatro Unione Alagnese, inteso
quale Centro accoglienza e informazioni
dell'Ecomuseo, di cui si è in attesa
del collaudo. Nel Comune di Rimella
si procede alla riorganizzazione del Museo
Civico “G.B. Filippa”, data la conclusione
dei lavori di migliorie effettuati sugli intonaci
esterni, sulla copertura e sui serramenti
esterni. Al piano terra si prevede l'allestimento
di un'esposizione permanente di oggetti
di cultura materiale walser; il primo piano
accoglierà invece l'esposizione che
il Museo precedentemente ospitava
al piano terra. Sempre il Comune
di Rimella sta predisponendo il progetto
per la ristrutturazione della Casa Eredi Vasina,
in frazione Sella, quale sede destinata a
struttura di accoglienza e informativa.
Terminano i lavori di ristrutturazione
del Laboratorio - Bottega del Marmo finto
a Rima S. Giuseppe. I lavori permetteranno
di avere una struttura che ospiterà a piano terra
il laboratorio, al primo piano l'esposizione
permanente sui manufatti realizzati con
la tecnica del marmo finto e al terzo piano due
camere ad uso foresteria. Si conclude la fase
di ricerca e di studio del progetto finalizzato
alla realizzazione del percorso d'interpretazione
dedicato all'utilizzo della risorsa legno, la cui
partenza è prevista dal centro di Rassa. Nella
fase della ricerca il progetto ha privilegiato
il coinvolgimento della comunità locale
e della sua conoscenza dei significati
del luogo. L'Ecomuseo del territorio
e della cultura materiale contadina della Bassa
Valsesia avanza con il terzo lotto dei lavori
di ristrutturazione del fabbricato “Casa
la Spagna” di Valduggia, quale sede di
riferimento principale del proprio progetto
ecomuseale. Giungono quasi alla fase
di ultimazione anche i lavori di recupero
conservativo del fabbricato 'Torchio'
nel Comune di Breia, quale museo
delle attività archeologiche e industriali.
L'Ecomuseo propone inoltre corsi di formazione
legati al recupero delle professionalità artigianali
più utili alla conservazione del patrimonio locale:
antiche tecniche pittoriche parietali, restauro
di tele a olio, recupero di tetti in paglia.
Il corso sul recupero dei tetti in paglia
è realizzato con la collaborazione del Parco
Naturale del Monte Fenera, quale uno
degli attori principali nell'attuazione del progetto
ecomuseo. Oltre al corso e alla pubblicazione di
una dispensa didattico-formativa di supporto,
il Parco provvede al recupero di due Taragn
in Località Sorzano di Valduggia
e alla realizzazione di una pubblicazione
sui sentieri dei Taragn.
La didattica
Secondo le informazioni rilevate direttamente
presso il soggetto gestore dell'Ecomuseo
della Valsesia, nell'ultimo anno non è stata
attivata da parte della struttura alcuna
proposta didattica, né si sono approntati
progetti per l'immediato futuro. L'ecomuseo,
infatti, denuncia attualmente marcate difficoltà
di carattere progettuale ed organizzativo,
soprattutto a causa della mancanza
di un direttore responsabile.
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo della Valsesia ha ricevuto,
ai sensi della L.R. 31/95, un finanziamento
per l'anno 2002 di 319.421,47 euro. L'ente
gestore dell'ecomuseo, la Comunità Montana
della Valsesia, non ha presentato la relativa
rendicontazione.
10. Ecomuseo
delle Terre d’Acqua
L’interpretazione
L'Ecomuseo non ha presentato
la rendicontazione delle attività svolte
durante l'anno 2002. A questo
si sommano le difficoltà, ancora
non risolte, del coordinamento complessivo
del progetto e l'individuazione formalizzata
di una persona di riferimento. Non si
segnalano pertanto azioni di interpretazione
e si rimanda al Rapporto dell'anno 2001.
La didattica
L'attività didattica dell'Ecomuseo delle Terre
d'Acqua, si è concentrata nello sviluppo
e nella realizzazione del progetto “Atlante
multimediale della cultura materiale”,
presentato ai docenti del territorio alla fine
dello scorso anno e promosso dal Laboratorio
Territoriale in collaborazione con l'Istituto
per l'Educazione e l'Ambiente Scholè Futuro.
Si tratta di un lavoro interprovinciale che
ha coinvolto 14 scuole, dalle classi materne
a quelle superiori, per un totale di circa 40
insegnanti e 1500 studenti, diffuse tra le città
di Biella, Alessandria e Novara.
La promozione del progetto è avvenuta
per opera di un collaboratore dell'ecomuseo,
il quale ha contattato i dirigenti scolastici
di tutti gli istituti facenti parte dei comuni
rientranti nei confini dell'ecomuseo.
Gli insegnanti che hanno aderito all'iniziativa,
sono diventati referenti del progetto e hanno
partecipato, nel mese di settembre, a una
giornata orientativa e di formazione,
per individuare le linee e le metodologie
da seguire per la realizzazione dell'Atlante,
adeguandole all'età e alla scolarità degli
allievi. L'obiettivo era quello di guidare
gli alunni nella creazione di un sito interattivo
e dinamico, sui temi dell'ecomuseo, avente
due linguaggi di interpretazione: uno destinato
ai bambini, uno a un pubblico più adulto.
L'argomento principale attorno al quale si
è sviluppato il progetto è stato il rapporto tra
l'uomo e l'acqua, integrato da altre sezioni
49
in cui si è parlato di enogastronomia,
ambiente e tradizioni. Il lavoro si è svolto
con un'accurata raccolta di interviste,
registrazione di video, studio e catalogazione
di materiali con sistema autocad; l'Istituto
per l'Educazione e l'Ambiente Scholè Futuro
ha provveduto alla realizzazione del risultato
su diversi supporti. Il 31 maggio 2003,
si è svolta la giornata di presentazione del
sito, con il coinvolgimento di tutti i partecipanti
e genitori degli studenti, durante la quale
sono stati esposti i lavori svolti, proiettati
i CD e organizzati laboratori didattico-artistici
in cui i bambini hanno eseguito lavori
con creta e argilla, seguendo le istruzioni
di due guardia - parchi e tre insegnanti
di educazione artistica. Attualmente il sito è
ancora in fase di costruzione, solo nel mese
di settembre entrerà nel portale della
Provincia e sarà pubblicamente accessibile.
Per quanto riguarda le altre attività didattiche,
destinate sia agli studenti che agli adulti,
l'ecomuseo ha lasciato alcuni progetti
in sospeso, con l'intenzione di realizzarli
nella prossima stagione: si tratta per esempio,
di definire una serie di percorsi sul territorio,
già individuati, e organizzati secondo
un punto di vista turistico - conoscitivo.
In sintesi, l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua,
rispetto alla stagione passata in cui l'attività
didattica non era stata nemmeno avviata,
ha concentrato l'attività nella realizzazione
del progetto multimediale, destinato a tutti
i fruitori della rete e utile strumento,
se mantenuto costantemente aggiornato.
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo delle Terre d'Acqua ha ricevuto,
ai sensi della L.R. 31/95, un finanziamento
per l'anno 2002 di 520.777,29 euro.
L'ente gestore dell'ecomuseo, la Provincia
di Vercelli, non ha presentato la relativa
rendicontazione.
11. Ecomuseo
del Biellese
L’interpretazione
L'insieme delle cellule che compone
l'Ecomuseo del Biellese ha dedicato
la maggioranza delle sue attenzioni
soprattutto al recupero e alla riqualificazione
delle sedi destinate a essere i luoghi
significativi dei singoli progetti ecomuseali.
Sono spesso lavori di completamento
di opere già avviate negli anni precedenti.
Dopo le strutture murarie, è la volta
della parte impiantistica, della sistemazione
delle aree esterne. In alcuni casi si affronta
il progetto di allestimento interno
e dell'allestimento di percorsi esterni
(Candelo, Fabbrica della Ruota, Valle Elvo
e Serra). Alcune cellule hanno inoltre avviato
la realizzazione di filmati documentari relativi
a lavorazioni particolari (il latte per l'Oasi
Zegna) o dedicati alla documentazione
di saperi locali (interviste a persone
della comunità).
La didattica
Ancora oggi l'Ecomuseo del Biellese
non ha realizzato un’attività didattica di
sistema, comune alle varie cellule, ma ha
scelto di mantenere le attività didattiche
a livello periferico, come un'espressione
autonoma dei singoli soggetti.
Un coordinamento didattico, infatti,
non è previsto, ma esiste comunque
un coordinamento di tipo organizzativo, di cui
è incaricata Barbara Caneparo. Ogni cellula,
dunque, programma in autonomia la propria
attività di ricerca, di didattica e di
comunicazione dei servizi; in senso operativo,
in linea di massima si incarica delle necessità
logistiche, fornisce materiale didattico
alle scuole al fine di facilitare le operazioni
di conoscenza diretta. Il contatto con
le scuole, sia del territorio che fuori,
soprattutto della Lombardia, avviene tramite
gli insegnanti che lavorano presso le varie
cellule, oppure attraverso l'uso di internet
o con lettera aperta agli istituti. Un punto
d'appoggio e di riferimento comune
50
è costituito, comunque, dall'ATL di Biella,
riconosciuta come veicolo informativo
e punto d'incontro per la domanda
e l'offerta di tutte le attività dell'ecomuseo.
Di conseguenza, e al fine di semplificare
il quadro, è opportuno valutare l'operato
di ogni singola unità.
La Fondazione Pistoletto continua la sua
attività come Università delle Idee; anche
quest’anno ha allestito una mostra - incontro
di arte contemporanea e ha ripetuto l'iniziativa
del master residenziale estivo. Quest’ ultima
attività è stata progettata in collaborazione
con l'Ecomuseo Valle Elvo e Serra
e la Trappa; alcuni allievi del master
parteciperanno al campo estivo organizzato
alla Trappa, in collaborazione con i Ragazzi
del Servizio Civile Internazionale; l'attività
ha lo scopo di realizzare una Mappa
di Comunità.
L'Ecomuseo della Vitivinicoltura di Candelo,
ha continuato la normale attività di visite
guidate al Ricetto e in particolare
all'allestimento ospitato sotto il Comune.
Il vigneto sperimentale, che dovrebbe servire
da laboratorio didattico, non è ancora
operativo, in quanto gli impianti sono stati
messi a dimora da soli tre anni e quindi
non sono ancora sufficientemente produttivi.
Per l'attività didattica, l'ecomuseo, con la
Provincia di Biella e la Regione Piemonte,
ha realizzato delle schede da elaborare in
classe con il Ricetto quale soggetto di studio.
All'esterno della struttura dell'ecomuseo,
l'agriturismo della Mandria, organizza
soggiorni per le scuole con visita a Candelo
e alla struttura ecomuseale. La Casa Museo
dell'Alta Valle Cervo a Rosazza mantiene
il programma di visite guidate, precedute
da un intervento preparatorio in classe; tali
iniziative sono al momento destinate solo
alle scuole del Biellese. Quest’anno sono
state realizzate oltre venti visite, collegate
a una conversazione in classe, e due uscite
con adulti. Anche presso il Museo Laboratorio
di Mezzana Mortigliengo, continua
il programma di visite guidate, così come
continua la proposta di percorsi guidati, sia
per le scuole del Biellese che per quelle extra territoriali, presso l'Ecomuseo della Ruota
a Pray. L'Oasi Zegna propone per il terzo
anno consecutivo, e con notevole successo,
il suo progetto educativo invernale; l'iniziativa
propone soggiorni, articolati in due momenti:
uno di pratica sugli sci e uno teorico incentrato
sulla vita e cultura alpina. Quest’anno
i partecipanti sono stati circa 1500;
le normali visite guidate all' Oasi Zegna
proposte alle scuole sono state circa 400.
L'Ecomuseo di Cossato, prosegue la sua
iniziativa di coinvolgimento delle scuole locali,
per ora solo elementari, in attività didattiche
legate al tema del suo impianto feudale;
l'offerta propone un programma di giochi
di ruolo basati su elementi della vita
medievale. Questo anno il lavoro svolto,
che ha interessato circa 200 ragazzi,
ha portato a una rappresentazione, basata
sui risultati ottenuti dal lavoro con le classi,
durante la manifestazione “Tutta mia la città”.
Un'altra proposta, destinata non solo
alle elementari ma anche alle medie
e alle materne, riguarda il laboratorio sulla
Baraggia; l'iniziativa prevede sostanzialmente
delle visite guidate, ma integrate anche
da una sorta di mappatura botanica
e faunistica. Continuano e fanno parte del
laboratorio, a richiesta, le visite guidate presso
Castellengo, l'Archivio di Stato e alle Baragge.
L'Ecomuseo della Terracotta di Ronco,
organizza itinerari guidati al museo e, solo
per le scuole del Biellese, circa dieci classi,
corsi in classe articolati in sei lezioni, sulla
terracotta tradizionale, dove gli allievi si sono
esercitati nella creazione di antichi giocattoli.
Proseguono, inoltre, i corsi per gli adulti sui
diversi tipi di lavorazione dell'argilla: al tornio,
a pressione a mano e di decorazione.
La struttura ha, inoltre, ricevuto visite
di oltre 300 ragazzi. L'ex Mulino Susta
di Soprana, ha avviato un progetto
con le classi terze, quarte e quinte delle scuole
elementari, tre classi per 38 allievi, dal titolo
“Dove nasce la forza”; l'attività prevede una
visita al mulino in ristrutturazione, seguita
da una serie di ricerche e interviste presso
gli abitanti del paese, per la realizzazione
di pannelli illustrativi.
A Vermogno, l'Ecomuseo dell'Oro,
ha attivato una stretta collaborazione
con il Parco della Bessa, con il quale
si organizzano “spedizioni” di ricerca aurifera,
come attività ludico-sportiva. Il Parco mette
a disposizione gli attrezzi, l'ecomuseo si
occupa dell'organizzazione delle esperienze
pratiche. L'iniziativa è stata rivolta agli studenti
delle scuole medie ed elementari; le risposte
sono state circa 700. E', inoltre, in corso
un progetto, in collaborazione con
l'Istituto Comprensivo di Occhieppo,
per la realizzazione di un quaderno didattico.
A Salussola, l'Ecomuseo dell'Oro e della
Pietra, organizza itinerari e passeggiate come
la ”Riscoperta degli antichi sentieri”, rivolti
a tutte le scuole di Salussola e corredati
da pieghevoli informativi, da consultare
preventivamente in aula. Sono presenti
anche altre due proposte di itinerari didattici:
uno dedicato alla religiosità popolare e uno
avente come tema il lavoro. A livello centrale,
l'Ecomuseo del Biellese ha organizzato,
in collaborazione con la Sovrintendenza
dei Musei Piemontesi e Biellesi, un programma
di itinerari di formazione per operatori culturali
costituiti da incontri teorici seguiti da uscite
sul territorio, rivolti a un pubblico adulto
e con lo scopo di dare, a chi è impegnato
all'interno dell'intera rete ecomuseale biellese,
degli strumenti comuni di lavoro. I partecipanti
sono stati in media 60 per incontro.
In sintesi, si può dire che l'Ecomuseo
del Biellese è sicuramente vivace dal punto
di vista didattico, ma resta il problema
della scarsa omogeneità delle attività
e della poca comunicazione tra le cellule
che lo compongono.
51
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo del Biellese ha realizzato
interventi conservativi sugli immobili,
impiegando il 61% delle risorse disponibili
per un importo di 211.714,33 euro.
La restante parte del bilancio ha coperto
attività di interpretazione (113.144,21 euro)
e di gestione (21.000,00 euro).
L'81% delle entrate deriva dal trasferimento
regionale ai sensi della L.R. 31/95 relativo
all'anno 2002 (279.133,58 euro), mentre
la restante parte deriva dai cofinanziamenti
delle 15 cellule che costituiscono
il sistema dell'ecomuseo e da contributi
da parte della Provincia di Biella
(complessivamente 66.800,96 euro).
Tra gli interventi di conservazione, le attività
di restauro e manutenzione degli immobili
presso le cellule di Cossato, Salussola,
Candelo, Ronco Biellese, Mezzana
e la Fondazione Pistoletto di Biella hanno
assorbito metà bilancio per un importo
di 185.891,49 euro. Quasi il 33% delle risorse
disponibili è stato impiegato per la copertura
di attività di interpretazione: in particolare,
sono state finanziate la progettazione
degli allestimenti delle cellule di Bagneri,
Neri e Trappa (Valle Elvo e Serra)
e della Fabbrica della Ruota per un importo
di 60.516,12 euro; inoltre, sono stati realizzati
attività e materiali di comunicazione
e promozione per un impegno di oltre
52mila euro. Le spese di gestione,
che rappresentano il 6% delle risorse
impiegate, hanno finanziato la copertura
degli incarichi esterni al coordinatore
dell'ecomuseo e al comitato scientifico.
52
conservazione
211.714,33
61,20
ricerca
0,00
0,00
interpretazione
113.144,21
32,70
gestione
21.076,00
6,10
345.934,54
100,00
279.133,58
80,69
66.800,96
19,31
345.934,54
100,00
211.714,33
61,20
25.822,84
7,46
0,00
0,00
185.891,49
53,74
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
113.144,21
32,70
60.516,12
17,49
0,00
0,00
0,00
0,00
52.628,09
15,21
0,00
0,00
21.076,00
6,10
21.076,00
6,10
1.028,00
0,60
altri trasferimenti
restauro e manutenzione immobili
345.934,54
12. Ecomuseo
del Basso Monferrato Astigiano
53
L’interpretazione
Sono quasi giunti al termine i lavori
di ristrutturazione dell'edificio che accoglierà
a Morialdo, frazione di Castelnuovo
Don Bosco, la Xiloteca. Nel frattempo
l'Ecomuseo ha indagato le modalità più
efficaci con cui procedere nella fase
di allestimento. Ritenendo fondamentale
il coinvolgimento delle scuole e della
comunità locale, la scelta ha privilegiato
il coordinamento del progetto di allestimento
da parte dell'Istituto d'Arte di Asti, piuttosto
che di un professionista specializzato.
Le motivazioni sono da attribuire
alla disponibilità dei primi a lavorare
in un clima di scambio reciproco con le realtà
locali, metodo non altrettanto condiviso invece
nel secondo caso. Il progetto di allestimento
partirà all'inizio di settembre, con uno stage
residenziale di una settimana a Morialdo
degli studenti dell'Istituto d'Arte.
Parallelamente l'Ecomuseo continua
a dedicare particolare attenzione
alle iniziative di sensibilizzazione
e condivisione delle conoscenza a livello
locale. Appartengono a questo modo
di operare i convegni tematici dedicati
quest'anno a Gianduia e ai Saltimbanchi,
entrambi temi di grande interesse
nell'affermazione delle peculiarità
del territorio.
La didattica
Nell'ultimo anno, l'Ecomuseo del Basso
Monferrato Astigiano ha completato
e stabilizzato la propria struttura dedicata
alla didattica. Attualmente, sotto
il coordinamento di Elisabetta Serra,
operano alcuni consulenti, responsabili
delle aree di attività con le scuole individuate
direttamente dall'ecomuseo. I rapporti tra
i consulenti e la struttura sono caratterizzati
da una stretta collaborazione: la scelta
dei temi, che derivano dalla ricerca svolta
dall'ecomuseo, e le linee generali di attività
e di comunicazione sono discusse
e decise insieme; successivamente,
gli operatori hanno piena libertà di utilizzare
le tipologie e gli strumenti di didattica
che ritengono più adeguate nel loro campo.
Le iniziative didattiche dell'ecomuseo,
rivolte sia alle scuole interne che a quelle
della provincia di Torino, sono definite
“di avviamento” e si distinguono per due
diversi tipi di approccio: quello
della memoria raccontata e quello
della memoria interpretata.
Nel primo caso si parla di testimonianza
scritta: l'ecomuseo, in collaborazione con
alcune testate giornalistiche locali, e con
il patrocinio della Regione Piemonte, offre agli
insegnanti delle scuole elementari il supporto
di un giornalista, di una redazione e tutti
gli strumenti necessari per la pubblicazione
di un vero e proprio giornale scritto
dagli studenti. Il progetto “Ecogiornale” è stato
accolto dalla scuola elementare di Cellarengo,
che ha pubblicato il numero unico “Il mondo
di Cellare” nel maggio 2003, e da altre cinque
scuole del territorio.
Nel secondo caso, la storia del territorio
viene interpretata attraverso gli occhi
dell'arte: grazie all'intervento di professionisti,
l'ecomuseo ha organizzato alcune iniziative,
di canto, teatro, arti figurative, per permettere
agli studenti di vivere il proprio passato
e inventarne uno nuovo attualizzato.
I corsi di canto popolare, “Dal rumore
al suono; dal suono alla canzone”, destinati
alle scuole elementari e medie, tenuti
da Daniele e Giuliano Contardo, integrati
alle ore di lezione scolastica, prevedono
di sviluppare geograficamente, storicamente
e musicalmente un discorso sulla memoria
del territorio. L'offerta didattica prevede sei
lezioni di due ore ciascuna: le richieste
sono pervenute da 22 scuole del territorio,
coinvolgendo un totale di 550 bambini.
I corsi “Burattinando burattinando”,
trasmissione della tradizione culturale
attraverso la recitazione dei burattini,
sono tenuti da Emanuela Arena e destinati
alle scuole materne ed elementari del primo
e del secondo ciclo. Le lezioni si articolano
in tre momenti principali: in un primo tempo
vi è la spiegazione della natura dei burattini
e lo studio dei modi e delle forme del teatro;
durante la seconda lezione gli allievi
imparano a fabbricare i pupazzi con materiali
di recupero e in un terzo tempo gli studenti
si esercitano sull'improvvisazione teatrale,
partendo da un testo canovaccio che tratta
il territorio. Le scuole che hanno aderito
all'iniziativa sono state 18, per 513 bambini.
L'iniziativa “Arte e natura”, laboratorio
destinato alle scuole elementari e medie,
realizzato dall'ecomuseo in collaborazione
con il Castello di Rivoli, si propone
di inventare un nuovo modo di interpretazione
storica locale partendo dall'analisi
delle emozioni che i bambini manifestano
a contatto con la musica, le arti figurative
plastiche e la scena. L'attività prevede
un incontro di preparazione con gli insegnanti
e, a richiesta, un breve corso di formazione
su storia, manualità, testi, canovacci, ricerca
storiografica locale; segue un laboratorio
di classe e la visita al Museo di Rivoli.
Le scuole coinvolte nell'iniziativa sono state 6.
Presso il comune di Grazzano Badoglio
continua il progetto, inaugurato la scorsa
stagione, “Archeokids”, ideato dall'ecomuseo
e gestito dall'Associazione Archeodidattica.
Si tratta di un luogo della memoria
stratificata: la simulazione di un sito,
attrezzato con gli strumenti di scavo
e spiegato da una guida archeologica,
in cui gli studenti scoprono e interpretano
i segni lasciati dall'uomo e dalla storia.
L'ecomuseo quest’anno ha ampliato
l'iniziativa offrendo una visita all'azienda
Santa Vittoria che ospita lo scavo: si tratta
di un centro ippico in cui si allevano,
addestrano e utilizzano i cavalli.
Le scuole che hanno scelto questo pacchetto
sono state 12, per 513 bambini.
Le classi superiori, invece, sono state
coinvolte in due progetti: il primo
riguarda l'allestimento della Xiloteca,
il secondo prevede un lavoro
di affiancamento ai bambini delle scuole
elementari in un piano di didattica editoriale.
L'Ecomuseo del BMA incontra e invia
agli Istituti della Provincia di Asti, ad inizio
anno scolastico, tutti i progetti didattici
che intende avviare; segue l'incontro tra
il gruppo di lavoro e gli insegnanti interessati
per la definizione del programma,
adattato ai diversi livelli di età e classe.
Le attività con gli adulti, di cui è responsabile
Laura Pompeo, prevedono percorsi a piedi
o a cavallo, sullo sfondo di alcuni temi quali
la religiosità popolare, l'artigianato, i sapori,
l'arte, il folclore, la storia, lungo i quali
si impara, attraverso l'osservazione del sole,
delle ombre, del vento, un nuovo modo
di osservare l'ambiente assecondando
i ritmi della natura. Durante l'anno sono state
contate 474 iscrizioni.
In sintesi l'Ecomuseo del BMA,
ha un'attività didattica intensa, approfondita,
diffusa sul territorio e riconosciuta
dal territorio, che vi partecipa attivamente;
la professionalità dei responsabili dei corsi
è elevata e le iniziative varie ed eclettiche.
54
55
Il bilancio finanziario
L'Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano
ha impiegato il 43%, pari a quasi
102mila euro, delle risorse utilizzate
in attività di conservazione, il 36%
in interventi di interpretazione e la restante
parte in gestione e ricerca.
Le voci di entrate derivano principalmente
dai contributi regionali assegnati ai sensi
della L.R. 31/95: oltre al finanziamento
per l'anno 2002, pari a quasi 250mila euro,
si aggiungono gli avanzi degli anni precedenti
(2000 e 2001) che ammontano a 235.827,84
euro. Inoltre, l'ecomuseo ha ricevuto
un trasferimento dall'Assessorato regionale
alla Cultura ai sensi della legge regionale
n° 58/78 (“Promozione della tutela e dello
sviluppo delle attività e dei beni culturali”).
Le risorse ancora disponibili sul bilancio
2002 dell'ecomuseo finanzieranno attività
di animazione e l'iniziale progettazione
dell'allestimento del museo presso Montiglio,
gli ulteriori lavori sulla xiloteca e i primi
interventi sul museo del tranway di Altavilla
Monferrato.
Tra gli interventi conservativi, sono stati
finanziati il restauro della xiloteca di Morialdo
(quasi 98mila euro) e la progettazione
del museo di Montiglio. L'attività didattica
(quasi 57mila euro) ha assorbito tre quarti
delle risorse dedicate all'interpretazione,
mentre la restante parte di tali risorse ha
finanziato attività di animazione presso Tigliole,
S Damiano, Montechiaro, Cortazzone,
San Martino Alfieri e Tonco. Il 3% delle risorse
spese ha coperto l'attività di schedatura
dei reperti del Museo di Pino d'Asti e il 18%
ha finanziato la gestione dell'ecomuseo.
Infine, oltre 30mila euro sono stati impiegati
per spese per il personale (si tratta di incarichi
esterni assegnati per la direzione dell'ecomuseo
e la gestione degli eventi, per attività
progettuali e artistiche e per la gestione
dei programmi didattici), mentre 5.867,40
hanno assicurato la copertura delle utenze
e l'acquisto di materiali di consumo.
conservazione
101.410,00
42,96
ricerca
7.463,00
3,16
interpretazione
84.352,36
35,74
gestione
42.809,00
18,14
236.034,36
100,00
249.819,00
50,67
avanzo L.R. 31/95
235.827,84
47,82
altri trasferimenti
7.463,00
1,51
493.109,84
100,00
101.410,00
42,96
0,00
0,00
0,00
0,00
101.410,00
42,96
0,00
0,00
7.463,00
3,16
7.463,00
3,16
0,00
0,00
0,00
0,00
84.352,36
35,74
0,00
0,00
56.964,36
24,14
0,00
0,00
27.388,32
11,60
0,00
0,00
42.809,00
18,14
36.941,60
15,65
5.867,40
2,49
restauro e manutenzione immobili
236.034,36
Attività di Sistema
56
L’archivio di teatralità popolare
Il progetto dell'Archivio della Teatralità
popolare raggiunge positivamente i risultati
che erano stati individuati per il suo primo
anno di attività - sperimentale, grazie
alla proficua collaborazione tra persone
e associazioni locali e i componenti
della Casa degli Alfieri, società incaricata.
Sono risultati che appartengono ad una
stessa matrice comune, che ne costituisce
il punto di partenza: è la volontà di indagare
le modalità con cui le comunità locali
si esprimono attraverso momenti collettivi,
oggi come nel passato, ancora vivo nei ricordi
dei più anziani. Avendo scelto di operare
privilegiando due filoni principali di attività,
l'Archivio produce due tipologie di materiali,
tra loro strettamente collegati. Da un lato
la ricerca di archivio vera e propria, ossia
la documentazione della vivacità o del declino
delle iniziative che sono espressione delle
comunità locali, dall'altra azioni di teatralità
che prendono forma dalle storie raccolte
a livello locale.
L’archivio propriamente detto
L'obiettivo era quello di documentare
le iniziative di teatralità popolare ancora
presenti, o di cui rimane almeno vivo
il ricordo, nei territori degli Ecomusei
piemontesi.
Al fine di rendere accessibili e comprensibili
le informazioni raccolte, sono state realizzate
delle schede, concordandole con il Comitato
Scientifico dell'Archivio. Sono schede
che nascono non per essere destinate
esclusivamente a specializzati in materia,
ma che privilegiano, quanto meno in questa
prima parte sperimentale, la più grande
varietà di utenti ipotizzabili. La scheda
utilizzata è già stata testata da anni
con successo da studenti e ricercatori
dell'Università di Torino e del Piemonte
Orientale. Questo permetterà
in un prossimo futuro, una volta trasferiti i dati
su supporto informatico, di verificare
con una certa facilità analogie e diversità
con manifestazioni ed eventi già registrati
in precedenza da tali istituzioni.
Fanno parte integrante delle schede,
e questo avviene per la maggioranza dei casi
segnalati, le registrazioni sonore e/o i filmati.
La ricerca, che costituisce il primo di altri
censimenti sempre più di approfondimento
sul territorio degli Ecomusei piemontesi,
ha permesso di realizzare 180 schede
complessive, organizzate per Ecomusei
e per tipologie di manifestazioni o di soggetti
intervistati.
Queste ultime sono state suddivise in:
manifestazioni di teatralità
popolare attive
manifestazioni di teatralità
popolare non attive
interpreti di oralità espressiva
(gruppi e singoli teatranti o musicisti,
cantastorie, affabulatori)
testimoni di memoria
legata alla teatralità e all'oralità espressiva
(studiosi, insegnanti, anziani protagonisti,
responsabili d'iniziative)
Questa prima indagine ha permesso
l'individuazione di elementi e sfondi rituali
comuni nonché la definizione di un “quadro
calendariale” delle manifestazioni attive
di teatralità popolare presenti sui territori
degli Ecomusei piemontesi. Il materiale
raccolto verrà restituito ai singoli ecomusei
durante incontri che sono programmati
per il prossimo anno. Oltre a ciò i dati
potrebbero confluire in una pubblicazione
di carattere divulgativo, utile a capire
in modo più approfondito i valori portanti
delle manifestazioni.
57
Azioni di Teatralità
Le azioni di teatralità sono state
realizzate per sottolineare l'importanza
del mantenimento della vitalità locale
all'interno del progetto Ecomuseo.
L'esperimento avviato è stato impostato
cercando di provare a rafforzare, là dove
questo venisse richiesto, la vitalità locale
privilegiando le sue espressioni collettive,
quelle indissolubilmente legate ai luoghi
e alle persone. Così facendo
si è inteso agire anche nella direzione
dell'incoraggiamento di iniziative
di sensibilizzazione e interpretazione
del patrimonio orale.
Hanno partecipato a questo primo progetto
sette ecomusei regionali. Ognuno ha scelto
momenti, tempi e temi a lui più consoni,
concordandoli con la direzione artistica
di riferimento. Le azioni di teatralità si sono
basate su ricerche di fatti e storie locali,
reperite soprattutto attraverso interviste
fatte a persone del posto, successivamente
elaborate dalla direzione artistica.
Gli spettacoli proposti al pubblico, soprattutto
comunità locale, ma anche molti visitatori
esterni - hanno sempre cercato di coinvolgere
attori e appassionati locali. Le azioni
di teatralità verranno riproposte il prossimo
anno, privilegiando altri ecomusei o, sempre
su richiesta, quegli Ecomusei che avranno
trovato particolarmente significativa, ai fini
della sensibilizzazione e partecipazione
locale, l'iniziativa già sperimentata.