Anno 2003 RAPPORTO ANNUALE ECOMUSEI
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Anno 2003 RAPPORTO ANNUALE ECOMUSEI
Anno 2003 RAPPORTO ANNUALE ECOMUSEI PIEMONTESI A cura del Laboratorio Ecomusei Roberto Cagliero, Paola Ciocca, Silvia Cordero, Donatella Murtas Indice 3 premessa 44 6 considerazioni generali le attività didattiche l'iniziativa comunitaria leader + ecomusei e coinvolgimento della comunità locale i bilanci 9. ecomuseo dei terrazzamenti e della vite l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 48 10. ecomuseo della valsesia l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario analisi dei casi 18 21 24 1. ecomuseo del freidano l'interpretazione la didattica ll bilancio finanziario 49 2. ecomuseo dell'alta valle maira l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 50 3. ecomuseo della segale l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 27 4. ecomuseo del lago d'orta e mottarone l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 31 5. ecomuseo colombano romean l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 35 6. ecomuseo dell'alta val sangone l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 38 7. ecomuseo della pastorizia l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 42 8. ecomuseo di cascina moglioni l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 11. ecomuseo delle terre d'acqua l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 12. ecomuseo del biellese l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 53 13. ecomuseo del basso monferrato astigiano l'interpretazione la didattica il bilancio finanziario 56 attivita' di sistema l'archivio della teatralità popolare l'archivio propriamente detto azioni di teatralità 2 Premessa L'ecomuseo, quale espressione della cultura di un territorio considerato nella sua globalità e strumento per il suo recupero, rilancio e valorizzazione ha al centro del suo progetto le persone e le comunità locali, che ne sono nel contempo autori ed attori. Immagine di un territorio, specchio delle popolazioni, strumento di riflessione e di assunzione di consapevolezza ed elaborazione di sentimenti di appartenenza, di sperimentazione di modelli di sviluppo fondati sulla sostenibilità sociale e ambientale, l'ecomuseo può essere fattore di appartenenza; non di un'identità ancorata nel passato, ma di qualcosa di dinamico che bisogna continuamente costruire e inventare. Se le comunità locali sono i soggetti indiscussi del processo ecomuseale, le istituzioni hanno il compito di agevolare, supportare economicamente e tecnicamente le singole iniziative garantendo tra l'altro il confronto, lo scambio di esperienze, la comunicazione, lo sviluppo di progettualità comuni e di forme di coordinamento. Il Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte, nato nel 1998, opera in tale prospettiva con il compito di garantire, alle realtà locali ed alla stessa Regione, il necessario sostegno tecnico, scientifico ed operativo. In particolare il Laboratorio promuove l'osservazione ed il confronto critico delle esperienze e delle riflessioni teoriche che maturano ai più vari livelli, sul tema degli ecomusei e più in generale della valorizzazione del patrimonio culturale locale; ha inoltre il compito di verificare lo sviluppo delle singole iniziative ecomuseali, elabora considerazioni sulle attività svolte, garantisce che alcune progettualità strategiche siano da tutti gli ecomusei affrontate, analizza gli aspetti economici e gestionali, valuta la capacità di coinvolgimento delle comunità locali ed elabora rapporti che illustrano e valutano nei loro molteplici aspetti l'andamento della politica degli ecomusei proponendo eventuali integrazioni, correttivi, ecc. Il presente Rapporto, elaborato in questa prospettiva, si riferisce all'attività svolta dagli ecomusei nel corso del 2002 ed è disponibile anche nella sezione “Documenti del Laboratorio ecomusei” del Portale www.ecomusei.net nelle pagine dell'Osservatorio regionale. L'analisi delle esperienze ecomuseali riconosciute dalla Regione Piemonte dal 1995 registra complessivamente da un lato una forte disomogeneità sia sotto il profilo dell'approccio progettuale, sia nello sviluppo delle singole attività ed iniziative, dall'altro un crescente entusiasmo ed interesse verso una progettualità capace di promuovere e sostenere processi autentici, partecipati ed integrati di valorizzazione economica, sociale e culturale di dati contesti territoriali. Se talora è evidente lo sforzo di interpretare autenticamente lo strumento Ecomuseo quale percorso o processo per cui i singoli individui riscoprono denominatori comuni che consentono di essere di nuovo comunità, talora esso è interpretato come mero strumento finanziario per la realizzazione di iniziative che ancorché aventi come riferimento un territorio con la sua storia, non sono legate, orientate, non si riconducono ad un progetto definito, ad una univoca “mission”. Tale carenza oltre a non fare percepire, trasmettere la particolarità e l'unicità di ogni iniziativa, condiziona le possibilità di sviluppo delle singole attività, la loro coerenza ed integrazione, i loro contenuti e, in quanto punto di riferimento e di orientamento per la definizione dei programmi e per l'individuazione delle strategie, ha altresì conseguenze sotto il profilo organizzativo. 3 In effetti una motivazione chiara e condivisa consente lo sviluppo di una struttura organizzativa efficiente ancorché essenziale e l'attivazione di tutti quei rapporti interni ed esterni alla comunità necessari per un ottimale e coerente sviluppo della progettualità. Un riflesso immediato di tale impostazione è poi la capacità di proporre una interpretazione culturale autonoma ed originale del proprio “territorio”, della propria “storia” attraverso mezzi e strutture ricercati internamente o comunque scelti consapevolmente in quanto aderenti e rispettosi del messaggio che si intende trasferire. Tale capacità è inoltre espressione di forza e di autorevolezza che si manifesta, si traduce nella capacità di dialogare e di valorizzare, piuttosto che includere e fare proprie, altre iniziative, altre realtà già esistenti sul territorio avendone valutata la coerenza con la propria progettualità; con ciò evitando intenti di monopolizzazione, anzi divenendo stimolo per la crescita e per lo sviluppo autonomo di altre iniziative della comunità locale. Tale strategia si salda con l'esigenza propria e peculiare dell'Ecomuseo di ricercare la trasparenza e la condivisione della programmazione delle proprie progettualità; atteggiamento che costituisce un valore aggiunto non certamente comune ad altri soggetti e progetti culturali più tradizionali, ma che non deve divenire nemmeno freno per l'azione, per l'assunzione di decisioni, per l'attribuzione di priorità. L'eterogeneità e la disomogeneità dei progetti ecomuseali, così come la loro diversa dinamicità, nonché le criticità sopra elencate si riflettono e sono espresse in modo evidente nei bilanci dei soggetti gestori. A parte le indiscutibili e inevitabili differenze dipendenti dalla varietà dei contesti e dei temi, risultano evidenti alcune disomogeneità riconducibili solo ad una diversa capacità di interpretare e di svolgere il proprio ruolo; non è comprensibile per esempio la reiterata assenza in alcune realtà di spese per la ricerca, per la didattica e per l'interpretazione componenti fondamentali per lo sviluppo del progetto e per il coinvolgimento della popolazione. Talora questa criticità è connessa con la mancata individuazione di una componente organizzativa gestionale e direzionale dedicata e preparata, oltre che ad una interpretazione del ruolo e dello spirito dell'ecomuseo non coerente rispetto a quanto stabilito dal programma regionale e condiviso a livello nazionale ed internazionale in più occasioni e da ultimo nel recente Incontro Nazionale degli Ecomusei svoltosi a Biella dal 9 al 12 ottobre 2003. Un elemento di criticità dal punto di vista della disponibilità delle risorse economiche, è che queste derivano quasi esclusivamente dalla legge regionale 31/1995; quasi nulle sono le entrate proprie e quelle provenienti da altre fonti di finanziamento. Se forse è ancora prematuro prevedere significative entrate dalla vendita di servizi, di prodotti o di altre attività da parte degli ecomusei, considerata la loro ancora recente istituzione, non è altrettanto comprensibile il mancato sfruttamento di altri tipi di finanziamento; tali fonti in effetti esistono, siano esse pubbliche che private, ma non vengono attivate perché non si conoscono, per scarsa professionalità, ma anche per la comodità di poter accedere a quelle della legge regionale 31/95. A fronte di questa situazione complessa ma altrettanto dinamica e soprattutto carica di attenzione, di aspettative e di interesse da parte in particolare delle realtà locali, del mondo della cultura e della ricerca e del modo economico, la soluzione alle criticità evidenziate possono essere trovate con riferimento alle indicazioni emerse nell'Incontro Nazionale degli Ecomusei di Biella e sintetizzate nel Documento Conclusivo. 4 E' importante recuperare il ruolo centrale delle realtà locali e delle istituzioni (Amministrazioni pubbliche, Mondo scientifico, Organizzazioni di categoria, ecc.) che devono condividere il progetto ed operare in stretta collaborazione e coordinamento. Elementi chiave su cui lavorare sono in particolare ed in prima analisi: La ridefinizione delle motivazioni delle singole iniziative ecomuseali quale strumento di verifica della mission del progetto ecomuseale e dell'attività svolta, nonché di confronto con la realtà locale. La selezione e la formazione del personale e dei volontari che partecipano alle attività. Il coinvolgimento degli operatori economici e delle istituzioni per creare le condizioni di sviluppo di nuove attività o di rivitalizzazione di quelle tradizionali. Il coinvolgimento del mondo scientifico in attività di ricerca e di studio. Lo sviluppo del rapporto con il mondo della scuola. Il potenziamento delle attività editoriali e di comunicazione. L'organizzazione di momenti di scambio e di confronto tra le realtà ecomuseali su scala nazionale ed internazionale. La realizzazione del Centro di Documentazione degli Ecomusei regionali quale occasione per sviluppare iniziative atte a garantire un vitale confronto e dialogo tra le varie esperienze ecomuseali ed a facilitare quindi la costruzione di un sistema regionale di ecomusei basato su obiettivi comuni e alimentato dalla condivisione di progettualità, problematiche, esperienze e della ricerca di strumenti e di strategie; tra queste la costituzione di forme e di luoghi di coordinamento tra le iniziative ecomuseali che garantiscano modalità di confronto e di dialogo autonome e quindi la costituzione di una rete operativa capace di elaborare e di sviluppare progetti comuni ed integrati, di evidenziare e discutere problematiche comuni, di stabilire contatti e collegamenti con le istituzioni, le loro organizzazioni, le associazioni di categoria ecc., di valorizzare le esperienze in atto sviluppando occasioni e strumenti per la loro conoscenza e diffusione. 5 Considerazioni generali Le attività didattiche L'analisi a livello di sistema delle attività didattiche operate dagli ecomusei regionali presenta un risultato poco omogeneo. A fianco di evidenti segnali positivi e, soprattutto, di crescita, si devono segnalare esiti non brillanti e situazioni di evidente difficoltà. Se si prendono in considerazione gli elementi base nella definizione di un’adeguata didattica ecomuseale, si osserva che devono essere presenti le funzioni di ricerca su collezioni e patrimonio e, successivamente, di comunicazione del messaggio culturale. Le attività dovrebbero essere, necessariamente, coerenti con la mission della struttura, dovrebbero esserne una corretta espressione e dovrebbero valorizzare le conoscenze degli operatori dell'ecomuseo; inoltre, ricerca e didattica dovrebbero mostrare una correlazione evidente. Alla luce di tali elementi, si è proceduto ad una sorta di quantificazione del livello espresso dall'attività didattica di ogni singola struttura ecomuseale. Nella tabella si riportano le stime eseguite su tali dimensioni di analisi, che rappresentano solo una modalità soggettiva di esame, e non una “pagella”. Scopo di questa rappresentazione, che come ogni rappresentazione è una semplificazione della realtà, è quella di fornire indicazioni e stimoli. Accanto ad alcune indicazioni in merito ai criteri minimi di analisi di un’attività didattica, vale a dire i punti sopra ricordati in merito alla mission, alla ricerca e alla presenza di uno staff, si è ritenuto opportuno prendere in considerazione l'elemento quantitativo delle presenze e la presenza, o meno, di momenti di valutazione o autovalutazione delle attività. È evidente che il dato sulla quantità dei flussi non fornisce indicazioni in merito alla qualità delle proposte didattiche. In merito alla definizione dei “punteggi”, la scelta metodologica è quella di operare in modo binario, vale a dire come con una variabile “dummy”: sì - no, presenza - assenza. Questa scelta ha l'obiettivo di offrire una semplificazione della valutazione, anche se comporta una schematizzazione molto marcata e una ridotta capacità di sottolineare le differenze poco evidenti, ma sicuramente presenti. Un secondo punto di difficoltà è quello di riportare le singole voci di analisi in un complessivo punteggio. In questo senso i problemi sono di due ordini: definire una sorta di ranking di importanza alle parti della tabella, attraverso l'uso di adeguati coefficienti di peso, oppure inserire più indicatori per le domande più rilevanti. In sintesi, si è preferito applicare il criterio della semplicità e quindi la scelta è ricaduta su un sistema di immediata lettura. Sostanzialmente si è dato peso simile a tutte le voci, sia a quelle scientifiche che a quelle organizzative. In generale per ogni elemento si sono prodotte due domande valutative, tranne per la presenza di forme di valutazione della didattica; a questa dimensione di analisi si è, quindi, attributo un peso relativo inferiore alle altre considerate. Il “complesso” dell'ecomuseo risulta in sintesi pari alla semplice somma dei valori riportati per ogni struttura. Un’ultima nota riguarda la valutazione delle informazioni mancati; si è ritenuto opportuno trattarle come degli “zero”. Nel caso di ecomusei di rete, come per l'Ecomuseo del Biellese, la valutazione è stata condotta sul sistema e non come sommatoria delle attività delle singole cellule. La metodologia, come anche già ricordato, è perfettibile, ma rappresenta, anche in una certa forma provocatoria, un primo tentavo di valutazione sinottica. I risultati offerti possono avere due chiavi di lettura: una verticale, che stigmatizza le attività del singolo ecomuseo, attraverso la funzione di somma delle singole valutazioni; una seconda orizzontale, che attraverso la funzione di media, indica l'andamento del sistema regionale per quella determinata dimensione di studio. In merito all’analisi verticale condotta sulle singole strutture ecomuseali, si rimanda per i dettagli 6 alle singole trattazioni presenti nel rapporto. Tuttavia, dalla lettura della tabella si possono evincere alcune considerazioni di carattere più generale. Alcuni ecomusei, infatti, hanno conseguito dei valori complessivi ridotti. In particolare alcune strutture non hanno sostanzialmente svolto alcuna attività didattica, come nel caso della Valsesia. Queste mancanze sono in generale imputabili a difficoltà proprie della struttura e non peculiari dell'area didattica. Più nel dettaglio le motivazioni di tali difficoltà sono di due nature. La prima motivazione è legata a difficoltà di carattere programmatorio organizzativo. Infatti, si devono sottolineare in taluni casi la mancanza o di una vera mission didattica o di un'organizzazione adeguata a gestire queste funzioni; alcune strutture non hanno ancora individuato un responsabile per l'area di ricerca-didattica. In altri casi si è evidenziata la mancanza di un’attività propria di ricerca e quindi di produzione di un messaggio culturale autonomo, da cui fare derivare l'attività didattica. Per quanto attiene all'analisi di sistema, la tabella riporta, per quanto in modo schematico, i punti di forza o di debolezza della programmazione didattica degli ecomusei regionali nel suo complesso. Aree di forte carenza sono quelle della valutazione dell'offerta didattica (del resto questo aspetto appare ovvio, se già vi sono difficoltà a monte), quella della dimensione quantitiva della didattica, nel senso dell'offerta di iniziative, poiché spesso gli ecomusei propongono poche attività e in alcuni casi ridotte alle visite guidate. Un’ulteriore area di debolezza è riscontrabile a livello di programmazione: l'individuazione di una mission didattica definita e condivisa non è sempre presente; questo elemento è, inoltre, un segnale di “allarme” molto importante, poiché la definizione della mission rappresenta il punto fondamentale per la validità delle attività a valle. Rispetto alle analisi svolte nelle precedenti edizioni, tuttavia, vi sono anche numerosi punti di forza e di miglioramento. In particolare è molto importante segnalare la crescita delle scelte svolte dagli ecomusei all'insegna dell'autonomia del messaggio culturale. Gli ecomusei regionali risultano avere strutturalmente recepito l'importanza di trasmettere la propria interpretazione e di non fare solo da volano per il lavoro di altri. Questo passaggio deriva, evidentemente, anche da una crescita delle attività di ricerca e di coinvolgimento della comunità locale. Altri segnali positivi vengono dalla scelta degli operatori che si occupano sul campo della didattica; in generale sembra superata la fase “dell'appalto esterno” dell'operatività. Gli ecomusei hanno compiuto un’opera di selezione, se non addirittura di costituzione, di soggetti adeguati alla trasmissione del messaggio culturale e generalmente gli operatori che svolgono tali funzioni sono considerabili come parte dello staff dell'ecomuseo. 7 0,31 0,77 0,62 0,62 0,54 0,73 0,46 0,38 0,15 VALSESIA 0 0 0 0 0 0 0 0 In sintesi si possono, dunque, evidenziare alcuni punti di forza e di debolezza comuni. 0 MEDIA DEL SISTEMA 0 Quadro sinottico di valutazione della didattica presso gli ecomusei piemontesi 0 0 4 0 0 1 5 5 5 Molte volte manca un soggetto responsabile della didattica. 0 7 6 3 8 Gli ecomusei composti da diverse cellule non sempre presentano alcun programma comune, in grado di dare idea di uniformità o continuità del sistema. 5 0 0 0 1 In alcuni l'attività didattica non è adeguatamente inserita nella mission dell'ecomuseo, pur essendo una funzione principale. In molti casi mancano i materiali didattici, gli strumenti, i laboratori. 0 0 In alcuni casi continua a mancare una reale attività di ricerca propria dell'ecomuseo. Il tasso di rinnovamento nella proposta dei programmi è contenuto. È praticamente assente un’attività di valutazione delle attività svolte. 6 3 Complesso dell'ecomuseo 0 0 PUNTI DI FORZA Valutazione o confronto formale con gli utenti? PREVEDERE MOMENTI DI AUTO-VALUTAZIONE O COMUNQUE DI CONFRONTO CON GLI UTENTI 0 1 1 1 1 Molte iniziative offerte? 0 1 0 0 1 1 1 0 0 1 1 0 0 Molte scuole coinvolte? AVERE DIMENSIONI QUANTITATIVE ADEGUATE 3 0 0 1 1 1 0 1 1 1 1 1 Gli operatori sono del gruppo ecomuseo, sono esterne ma locali? 0 1 0 0 0 1 1 0 1 1 0 1 1 Esiste un responsabile per la didattica (come attività principale) 0 0 1 1 0 Le conoscenze locali si traducono in documenti didattici, sono valorizzate? VALORIZZARE AL MASSIMO LE CONOSCENZE DELLO STAFF DELL’ECOMUSEO 0 1 0 1 1 1 0 1 0 1 1 1 1 Esiste un marcato rapporto con la ricerca fatta dall'ecomuseo? DERIVARE DALL’ATTIVITÀ DI RICERCA DELL’ECOMUSEO 1 1 1 L’Ecomuseo sceglie autonomamente quali temi e quale diadattica? 0 1 0 ALTA VAL MAIRA 0 ALTA VAL SANGONE Esiste una reale, dichiarata e condivisa mission didattica? BIELLESE ESSERE COERENTE CON LA MISSION DELL'ECOMUSEO BMA 0 0 CASCINA MOGLIONI 1 1 COLOMBANO ROMEAN 1 1 1 1 1 1 1 1 0 CUSIUS 1 0 FREIDANO 1 PASTORIZIA 1 1 0 1 1 1 1 SEGALE 0 0 TERRAZZAMENTI 0 TERRE D’ACQUA 0 PUNTI DI DEBOLEZZA: È idea ormai condivisa, anche se non implementata del tutto, che l'attività didattica sia una funzione fondamentale e peculiare e autonoma di un ecomuseo. La professionalità degli operatori appare fortemente in crescita. Le proposte didattiche sono sempre più legate ai temi trattati dagli ecomusei e sono sempre più spesso delle attività di ricerca, là dove condotte. Non vi sono più casi di “appalto esterno” delle attività di didattica. L'iniziativa comunitaria Leader + L'iniziativa Comunitaria Leader ("Liasons Entre Actions de Developpement de l'Economie Rurale") è caratterizzata da un approccio di tipo bottom-up, vale a dire dal basso, e da una progettazione di tipo integrato, che quindi risulta territoriale e non settoriale. Di conseguenza, l'iniziativa prevede che gli stati membri promuovano una programmazione a livello locale per incentivare lo sviluppo integrato, dove i “pilastri” siano l'agricoltura, il turismo e l'artigianato. Attraverso la creazione di un GAL (Gruppo di Azione Locale) si affida al livello locale la scelta delle misure da porre in pratica e l'allocazione delle risorse; i GAL creati sul territorio devono proporre un Piano di Sviluppo Locale (PSL) in cui descrivere la strategia di valorizzazione integrata delle risorse specifiche dell'area, a partire dal dettaglio dell’analisi territoriale. Leader + non è attivo su tutto il Piemonte, ma interessa le zone rurali, quindi multifunzionali e con attività diffuse, caratterizzate da bassa densità abitativa, da invecchiamento della popolazione, da difficoltà occupazionali. Attualmente i GAL ammessi a finanziamento dalla Regione Piemonte sono otto, altri due sono stati selezionati in base alla riapertura dell'invito per la presentazione dei Piani di Sviluppo Locale la cui scadenza è stata a marzo 2003; sono stati dichiarati ammissibili nella seconda tranche di apertura i GAL “Azione Ossola” e “Giarolo”. I primi otto hanno presentato i progetti esecutivi, mentre gli ultimi due sono ancora in fase di contrattazione. Elenco dei GAL ammessi a finanziamento alla prima apertura NOMINATIVO INDIRIZZO TEL/ FAX E-MAIL ALTA LANGA LEADER Via Umberto I 12038 BOSSOLASCO (CN) 0173-799000 0173-793449 [email protected] ESCARTONS E VALLI VALDESI Via Fuhrmann, 23; Villa Olanda 10062 LUSERNA S. GIOVANNI (TO) 0121-232625 [email protected] VALLI DI LANZO, CERONDA E CASTERNONE Fraz. Fè, 2 10070 CERES (TO) 0123-3491 0123-53716 [email protected] VALLI DEL CANAVESE Via Torino, 17 10080 LOCANA (TO) 0124-83136 0124-83363 [email protected] TRADIZIONE DELLE TERRE OCCITANE P.za Martiri della Libertà, 29 12023 CARAGLIO (CN) 0171-619492 0171-817834 valle.grana@tiscalinet. MONGIOIE Piazza Vittorio Veneto, 1 12070 MOMBASIGLIO (CN) 0174-780268 0174-78293 [email protected] VALLI GESSO VERMENAGNA PESIO LEADER Loc. Madonna dei Boschi, 76 12016 PEVERAGNO (CN) 0171-338995 0171-338891 [email protected] BMA “TERRA DI TARTUFI” Strada Stazione, 9 14025 MONTECHIARO D'ASTI (AT) 0141-357150 0141-901135 [email protected] Fonte: Regione Piemonte 9 Leader, attraverso il suo approccio bottom-up e il diretto coinvolgimento della comunità locale si presenta come uno strumento particolarmente adeguato alle attività di un ecomuseo. Il programma messo a punto dalla Regione Piemonte (PLR) prevede, infatti, un’azione, all'interno della misura “Valorizzazione integrata del patrimonio ambientale, culturale e produttivo locale”, specificamente rivolta agli ecomusei chiamata “Reti di musei ed ecomusei e utilizzo di edifici di notevole rilevanza storico-culturale”. L'obiettivo dell'azione è il miglioramento della fruibilità dei musei e degli ecomusei; si prevede il finanziamento di una serie di strumenti: .studi di fattibilità .azioni di ricerca, di informazione e di animazione locale .azioni di restauro e recupero .azioni di messa in rete dei beni dal punto di vista gestionale Nei territori interessati dagli otto GAL approvati a livello di esecutivo dall'amministrazione regionale si trovano diversi ecomusei regionali, che in alcuni casi hanno partecipato alla realizzazione dei progetti degli interventi misure a loro potenzialmente rivolte. La specifica delle azioni che interessano in modo diretto ecomusei regionali e gli importi previsti per queste, nonché l'indicazione degli ecomusei interessati, sono riportati in tabella. 10 Attualmente, sono state presentate le iniziative esecutive del GAL “Basso Monferrato Astigiano”, il cui PSL propone uno studio di fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti, uno studio di catalogazione dei beni culturali e un’azione di restauro e riqualificazione. Studi sulla gestione delle strutture e azioni di animazione diretta sul territorio sono stati attivati dal GAL “Escartons e Valli Valdesi”. Il GAL “Valli Gesso Vermenagna e Pesio Leader” propone un’azione mirata alla creazione di un sistema dei beni cultuali dell'area. Il GAL “Tradizione delle Terre Occitane”, infine, ha presentato i progetti esecutivi per la gestione di musei ed ecomusei e alla catalogazione delle collezioni. Il livello di coinvolgimento richiesto agli ecomusei risulta variabile. Nei casi del GAL “Escartons e Valli Valdesi” e del GAL “Basso Monferrato Astigiano” gli ecomusei interessati hanno un ruolo operativo fondamentale e sostanzialmente sono gli attori degli interventi; negli altri casi osservati, gli ecomusei appaiono meno partecipi delle fasi di programmazione e di implementazione e risultano sostanzialmente come beneficiari puri e semplici. Relativamente ai GAL che non propongono azioni direttamente rivolte ad ecomusei regionali, si possono fare alcune osservazioni. Il GAL “Valli del Canavese” non ha attivato la misura 3.1, il GAL “Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone” ha attivato la misura ma indirizzandola alle sole strutture museali; il GAL “Mongioie” prevede l'applicazione della misura e pone tra gli obiettivi la gestione anche di ecomusei, ma non propone interventi diretti su ecomusei. Si deve, comunque, notare che nei territori interessati da questi Gruppi di Azioni non sono presenti ecomusei istituiti dalla Regione Piemonte. Anche il progetto proposto dal GAL “Alta Langa Leader” prevede un'applicazione della misura 3.1 solo per i beni museali, ma in questo caso si deve rimarcare che il territorio ospita l'Ecomuseo delle Rocche del Roero, istituito recentemente dalla Regione Piemonte. GAL. Azioni ecomuseali ed ecomusei regionali interessati GAL GAL BASSO MONFERRATO ASTIGIANO ESCARTONS E VALLI VALDESI VALLI GESSO VERMENAGNA PESIO LEADER TRADIZIONE DELLE TERRE OCCITANE IMPORTI TIPO INTERVENTO DESCRIZIONE INTERVENTO AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 1 Studio di Fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti, sui beni di rilevante interesse culturale di uso pubblico, sui servizi di accoglienza e fruizione, sulla comunicazione al mercato. 60.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 3 Studio e catalogazione delle collezioni di muse ed ecomusei e di beni culturali 50.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 4 Restauro e riqualificazione di edifici e manufatti a valenza museale ed ecomuseale, compreso l'allestimento degli spazi espositivi, di centri visita e la realizzazione e/o riqualificazione di attrezzature di accoglienza e di fruizione 600.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 1 Studio di Fattibilità sulla gestione dei beni museali ed ecomuseali esistenti 40.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 2 Ricerca, studio ed animazione per il coinvolgimento della comunità locale nell'ambito del progetto ecomuseale regionale 40.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 7 Predisposizione di un progetto per la creazione di un sistema dei beni culturali dell'area G.A.L. 25.716,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 1 Elaborazione di uno studio di fattibilità sulla gestione dei beni museali esistenti e dei beni di rilevante interesse culturale 30.000,00 AZIONE 3.1 INTERVENTO a) 3 Studio e catalogazione di collezioni museali 10.000,00 Fonte: Progetti esecutivi presentati al Laboratorio Ecomusei ECOMUSEI INTERESSATI Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano Ecomuseo Colombano Romean Ecomuseo Scopriminiera Val Germanasca Ecomuseo della Segale Ecomuseo della Pastorizia Ecomuseo dell'Alta Val Maira Ecomusei e coinvolgimento della comunità locale Tutti i musei possono occuparsi del proprio territorio di riferimento (1) e devono prestare particolare attenzione al coinvolgimento del proprio pubblico, in particolare quello costituito dai residenti (2). Ciò che costituisce una specificità ecomuseale sta nel considerare questi due aspetti come componenti principali e necessari della propria missione, e non attività opzionali e aggiuntive. Un'ulteriore specificità consiste nel ruolo propriamente ecomuseale di rafforzare, stabilire, costruire, in virtù della mediazione culturale che è in grado di realizzare, un rapporto tra abitanti e territorio che sia di conoscenza, di tutela, di interpretazione e di valorizzazione. Inoltre, ciò che avvicina l'ecomuseo ai progetti di local heritage del mondo anglosassone, differenziandolo dall'attività museale in senso stretto, consiste nell'ambizione di trasformare gli abitanti da fruitori dell'attività culturale dell'ecomuseo, a produttori diretti dei contenuti culturali che nell'ecomuseo trovano sistematizzazione, diventando patrimonio comune. Mentre nei musei i professionisti hanno interamente la responsabilità di realizzare la missione dell'istituzione, negli ecomusei condividono questa responsabilità con la comunità locale e hanno quindi anche il ruolo non semplice di convincerla ad assumersela. Una prima condizione necessaria a far sì che l'ecomuseo svolga la propria missione di mediazione tra abitanti e territorio, consiste innanzitutto nell'assicurarsi che il progetto culturale nasca con il contributo e l'intervento diretto delle persone che vivono e lavorano nel territorio scelto. Se si vuole prendere sul serio questo obiettivo è necessario intendersi su due aspetti fondamentali del problema: innanzitutto sul significato del termine “comunità locale”, e secondariamente, da un punto di vista operativo, su cosa sia il “coinvolgimento”. La comunità locale è costituita dalle persone singole o dalle organizzazioni, dai rappresentanti degli enti pubblici e delle associazioni ricreative, culturali, di categoria, dai componenti dei gruppi organizzati e di quelli informali che abitano quel territorio, ma per un progetto ecomuseale la comunità locale è composta prima di tutto dalla persone che, per interesse, per curiosità o per passione, possono contribuire con ricordi, testimonianze, documenti, analisi, ricerche, e donazioni ad aumentare la conoscenza di una storia e a rendere più decisiva l'azione di comprensione e di tutela nel presente. La partecipazione è un termine troppo vago che contiene un insieme di interpretazioni che è opportuno specificare. Innanzitutto partecipazione può voler dire consultazione. La consultazione consiste nel chiedere l'opinione degli abitanti che possono essere utenti di un servizio o, più genericamente, cittadini di un luogo. Ciò non si traduce necessariamente in adozione del loro punto di vista, ma può trattarsi di un’operazione di indagine per acquisire la conoscenza di certe opinioni diffuse. Di solito gli strumenti che si utilizzano a questo scopo sono di tipo sociologico e comprendono l'inchiesta, il sondaggio, il questionario. Per utilizzarli è necessario avere una competenza specifica che consenta di raccogliere i dati e di sintetizzare i risultati in un rapporto che potrà essere utilizzato per prendere una decisione. La partecipazione può voler dire concertazione. Si tratta di un termine molto utilizzato, che indica la costruzione di un dibattito su temi che riguardano lo sviluppo della comunità con lo scopo di arrivare a un accordo che porterà a un cambiamento. Infine possiamo parlare di partecipazione in senso proprio. Si tratta dei casi in cui una parte del potere decisionale è attribuito alla popolazione, a proposito di un progetto o di un problema specifico. note 1. L' ”Atto di indirizzo sui criteri tecnico scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei”, dedica l'ambito VII al rapporto tra musei e territorio, esordendo come segue: “Nell'ambito delle funzioni di responsabilità territoriale di un museo possono essere comprese attività di studio e ricerca, di documentazione, d'informazione, di salvaguardia diretta e indiretta; di gestione e di valorizzazione del patrimonio storico e artistico del territorio di riferimento”, precisando però che si tratta di un'attività che deve essere integrata nel quadro delle finalità definite dallo statuto o dal regolamento e dei programmi annuali e pluriennali e basarsi su “un'attenta valutazione delle risorse finanziarie e umane disponibili”. 2. Sempre nell’ “Atto di indirizzo sui criteri tecnico - scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” si definisce come importantissima l'attività di promozione e divulgazione delle attività con la precisazione che alcuni strumenti di cui si auspica l'impiego, come l'organizzazione di visite a tema, di conferenze, di eventi culturali, di mostre, hanno un bacino d'utenza definito, che va dal centro in cui il museo è ubicato al territorio regionale / provinciale e in certi casi anche fino al territorio nazionale, e “ottengono il risultato prevalente, seppure non esclusivo, di attirare o rinnovare l'attenzione verso il museo e verso le tematiche del patrimonio culturale di coloro cittadinanza, comunità , che ne sono i 'naturali' eredi e fruitori”. 11 La partecipazione presuppone la possibilità di tradurre in azione ciò che si è deciso, esercitando un potere che è stato attribuito. Anche nell'azione il ruolo di chi ha preso la decisione continua ad essere determinante al successo dell'azione decisa. In questo caso la partecipazione diviene anche cooperazione o coproduzione perché le competenze e la capacità di investimento di ciascuno assumono un ruolo fondamentale. E' possibile fraintendere l'animazione con la partecipazione. In realtà l'animazione è uno strumento della partecipazione, ma fine a sé stesso, non utilizzato per mettere un gruppo di persone in condizione di assumere decisioni e perseguirle con la propria azione, non ha nulla a che vedere con essa. La partecipazione della popolazione al progetto ecomuseale non è solo auspicabile, ma è necessaria per tre ragioni principali: perché consente di sfruttare le conoscenze, le competenze e le risorse locali che la popolazione possiede più di chiunque altro; perché garantisce al progetto il sostegno necessario alla sua esistenza e alla sua durata nel lungo periodo lo rende cioè, sostenibile; e infine perché solo l'appropriazione del progetto da parte della popolazione locale può consentire all'ecomuseo di avere le ricadute positive in termini di sviluppo locale - per le quali lo si intraprende. Nel rapporto annuale del Laboratorio Ecomusei dell'anno 2002 si era proposto ai responsabili degli ecomusei piemontesi di autovalutare il proprio rapporto con la comunità locale attraverso una dichiarazione esplicita dei propri obiettivi e degli strumenti che erano stati utilizzati fino a quel momento per perseguirli. L'esplicitazione degli obiettivi era la base di partenza necessaria: non si può valutare in maniera univoca l'attività di coinvolgimento della comunità locale, poiché quest'ultima dipende dagli obiettivi che ciascun ecomuseo si dà. Ciò che può essere valutato, in una certa misura, sono l'opportunità degli obiettivi stessi o l'efficacia degli strumenti scelti. Quest'anno si è proposto agli ecomusei piemontesi di confrontarsi, in un momento esplicitamente organizzato a tale scopo, con un numero ridotto di operatori del territorio (associazioni culturali, amministratori, insegnanti…) per conoscere quali fossero le loro analisi, le aspettative, le proposte e le osservazioni critiche sulle attività dell'ecomuseo. Se è vero che ciascun responsabile di ecomuseo, almeno nei casi migliori, ha quotidianamente rapporti con un ampio numero di operatori del territorio, dagli insegnanti agli albergatori, è innegabile che raramente si trova nelle condizioni di confrontarsi in maniera mirata e specifica su una valutazione della validità del progetto ecomuseale in quanto tale. Gli ecomusei che hanno accettato di organizzare questo incontro sono stati cinque: l'Ecomuseo del Basso Monferrato Artigiano, l'Ecomuseo del Cusius, l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira, l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua e l'Ecomuseo dei Terrazzamenti. Il fatto che un ecomuseo abbia accettato o meno la proposta di organizzare tale incontro non significa di per sé che la propria attività di coinvolgimento della comunità locale stia procedendo positivamente o negativamente. Ciò di cui è invece indicativo è della disponibilità a mettersi in condizione di essere valutato nel rapporto annuale del Laboratorio Ecomusei, il quale, per ovvie ragioni, deve basarsi su un momento relativamente circoscritto e formale di acquisizione di informazioni ed osservazioni. Può darsi che in alcuni casi gli ecomusei che hanno accettato di organizzare tale incontro ne sentissero spontaneamente l'esigenza e abbiano approfittato dell'occasione. Dal punto di vista del nostro particolare 12 osservatorio è strano che tale esigenza non sia stata sentita da altri ecomusei, le cui manifeste difficoltà potrebbero, almeno in parte, essere affrontate proprio a partire da una seria presa in considerazione di ciò che percepiscono del progetto gli operatori esterni all'istituzione. In parte, e a prescindere dalla validità della proposta di valutazione, ciò può essere interpretato anche come indicatore del successo dell'attività regionale centrale a creare, non solo un insieme di realizzazioni ecomuseali funzionanti, ma anche un sistema ecomuseale regionale in forte relazione, le cui componenti siano disponibili a mettersi alla prova e a confrontarsi per far crescere la consapevolezza e la qualità del sistema nel suo complesso. E' necessario precisare comunque che in alcuni casi, come in quello dell'Ecomuseo della Pastorizia e dell'Ecomuseo del Biellese, che pure non hanno aderito alla proposta di organizzare il momento di confronto, si sta lavorando a realizzare una mappa culturale. Ciò è certamente un indicatore di una reale disponibilità a costruire con la comunità locale di riferimento un rapporto di confronto e di scambio affatto episodico. Osservazione sugli ecomusei piemontesi Ciascun incontro ha avuto le sue specificità che corrispondono alle specificità dei diversi progetti. In alcuni casi il confronto circostanziato con altri operatori del territorio fa parte di una pratica relativamente ordinaria, in altri casi si trattava invece di una novità. In quattro casi su cinque la riunione si è conclusa con la proposta di organizzare altri momenti dello stesso genere o di dare comunque seguito alla pratica del confronto con i soggetti esterni all'ecomuseo. Un elemento che è emerso con una certa forza consiste in una delle principali contraddizioni che l'ecomuseo deve affrontare: l'essere da una parte un soggetto dotato di una propria identità autonoma, unica garanzia per una programmazione qualitativamente elevata delle proprie attività culturali e dall'altra espressione di un territorio. Questo si evidenzia per esempio nei rapporti con le scuole, soprattutto negli ecomusei che comprendono un territorio vasto (Ecomuseo del Basso Monferrato Artigiano, Ecomuseo delle Terre d'Acqua e Ecomuseo del Cusius). Le scuole sono certamente un interlocutore privilegiato con il quale gli ecomusei istituti e funzionanti hanno solitamente una consuetudine di comunicazione e di collaborazione. Eppure le scuole, da parte loro, dichiarano in alcuni casi, una certa difficoltà a destreggiarsi nella mole di iniziative che vengono loro proposte dal territorio complessivamente e chiedono all'ecomuseo di fungere più da coordinatore delle proposte e selezionatore di quelle di maggiore qualità, che da fornitore di proposte didattiche autonome. Il desiderio di rispondere a una tale esigenza, esplicitamente espressa dal territorio di riferimento, si scontra almeno parzialmente con l'esigenza dell'ecomuseo di trasmettere attraverso proposte didattiche originali il frutto delle proprie ricerche. 13 Questa contraddizione tra l'attività di coordinamento e la produzione di attività e di contenuti propri si rivela con particolare drammaticità nei casi degli ecomusei molto estesi, per quanto alcuni (Ecomuseo del Cusius) abbiano saputo risolvere la contraddizione tenendo una posizione univoca che li ha rafforzati come soggetto autonomo, produttore di contenuti originali. Ma anche in questo caso le scuole locali dichiarando il loro interesse a lavorare sul territorio, più che a fruire di proposte didattiche relative al territorio, rivendicano un ruolo che non li veda solo come fruitori di pacchetti didattici preconfezionati, ma come partner con i quali l'ecomuseo elabori proposte comuni da offrire magari ai visitatori esterni. In alcuni casi, durante gli incontri, associazioni o enti operanti sul territorio hanno proposto all'ecomuseo di includere tra le sue attività iniziative già esistenti, se coerenti con l'impostazione ecomuseale. Si tratta di esempi di ciò che in effetti dovrebbe succedere quando un ecomuseo, consapevole della propria missione e delle proprie specificità, incontra sul territorio una comunanza di intenti e di interessi e diventa in qualche misura un partner preferenziale per condurre iniziative di studio e valorizzazione del territorio. Ciò consente, oltre a una crescita comune, anche un’ottimizzazione delle risorse. Un altro elemento emerso a diversi livelli da alcuni incontri è la scarsa percezione da parte degli operatori esterni di un indirizzo unitario e coerente delle azioni realizzate dall'ecomuseo a partire dalla sua istituzione. Anche a causa di questa scarsa percezione di coerenza le proposte e i casi dai quali nascono collaborazioni con soggetti esterni all'ecomuseo sono più il frutto casuale di un incontro di interessi che di una programmazione consapevole e oculata. Nel caso degli ecomusei con un'estensione territoriale più vasta tale disorientamento non riguarda soltanto gli interlocutori esterni, ma anche i Soci dell'Ecomuseo stesso. Ciò produce un corto circuito che impedisce ai soggetti esterni all'ecomuseo di contribuire ad arricchire l'attività dell'ecomuseo e li porta, nei casi peggiori, a considerarlo semplicemente come un potenziale finanziatore di iniziative. Tale difficoltà a mettere a fuoco l'indirizzo dell'ecomuseo è riconducibile a tre limiti: in primo luogo alla difficoltà piuttosto generalizzata almeno in tre casi su cinque a passare dall'organizzazione di attività estemporanee alla programmazione di un calendario di appuntamenti e di eventi ricorrenti, secondariamente all'assenza di strutture di permanenza, di accoglienza, di visita o di esposizione che consentano di tradurre il concetto di ecomuseo in luoghi e oggetti materiali. In particolare la difficoltà a identificare il luogo presso il quale entrare in contatto con i responsabili dell'ecomuseo è stato riconosciuto in quattro casi su cinque come un limite forte alla collaborazione e al confronto (si esclude il caso dell'Ecomuseo del Cusius che ha una sede propria). Infine alle difficoltà a identificare le persone e le professionalità responsabili e referenti del progetto ecomuseale, al di là del ruolo da loro ricoperto all'interno dell'ente di appartenenza che svolge funzione di ente gestore dell'ecomuseo. L'incontro che si è tenuto presso l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua ha consentito di mettere in rilievo un'altra importante difficoltà di cui l'ecomuseo non può non essere consapevole: la questione delle interpretazioni concorrenti dell'identità di un territorio di cui ogni comunità locale è espressione. L'Ecomuseo delle Terre d'Acqua è consacrato alla conoscenza, allo studio e alla tutela del paesaggio e delle attività produttive che hanno forgiato una realtà fortemente connotata come quella del vercellese. Con una certa approssimazione si può affermare che esiste un divario tra chi sostiene 14 che la cultura delle zone delle risaie sia espressione di una vera e propria “civiltà del riso” e chi invece sostiene che si tratta di una semplificazione non rispettosa dell'identità del territorio, oltre che sempre meno corrispondente alla sua realtà attuale, molto più variegata nelle sue vocazioni e specificità. I fondamenti sui quali si fonda la proposta culturale dell'ecomuseo, se esplicitamente basata su elementi identitari forti, conduce necessariamente a legittime fratture e conflitti, con il risultato di ridurre la comunità di riferimento che vi si riconosce. Ciò succede soprattutto quando l'ecomuseo ha a che fare con il presente del territorio sul quale nasce, un territorio soggetto di negoziazioni e continuamente mutevole, piuttosto che con un passato immodificabile ormai depurato di interessi e di contrapposizioni. In pressoché tutti gli incontri è emersa la richiesta di una maggiore trasparenza relativa ai modi e alle motivazioni con cui viene decisa la programmazione delle attività dell'ecomuseo come premessa necessaria a un maggiore coinvolgimento. Si tratta di un elemento interessante soprattutto se si considera che raramente agli Enti culturali (Musei, Teatri, Associazioni culturali) viene richiesto di condividere con altri soggetti i processi attraverso i quali si forma la propria progettualità. Per un ecomuseo questa richiesta rappresenta una grande ricchezza, ma può diventare anche un freno all'azione: qualora non esistano procedure riconosciute per garantire la rappresentatività degli indirizzi, per l'assunzione di decisioni e per l'attribuzione delle priorità, l'ecomuseo rischia la paralisi. In questo caso è auspicabile che l'ecomuseo possa contare su un direttore che, grazie alle sue competenze professionali e alle sue capacità personali, possa garantire la coerenza e la continuità di indirizzo pur tenendo conto delle proposte della comunità locale relative alla programmazione. In alcuni casi, soprattutto presso l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira e l'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite, è stato segnalato il rischio che qualora l'ecomuseo che si trova su territori scarsamente abitati, tendesse a inglobare altre iniziative e a incanalare troppe energie per la realizzazione dei propri progetti, rischierebbe di frenare o addirittura uccidere altre realtà autonome, magari più deboli o meno organizzate, ma che devono comunque continuare ad esistere sul territorio, in modo che si possa crescere insieme, conservando la pluralità dei punti di vista e delle proposte non sacrificandole a vantaggio di un solo soggetto. Nella riunione che si è tenuta presso l'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite è emerso come uno degli strumenti per perseguire la partecipazione di altri soggetti, singoli o organizzati, possa essere quello del coinvolgimento nella gestione delle strutture o dei servizi. Si tratta d'altra parte di un elemento chiave per assicurare la sostenibilità, almeno in parte autonoma, delle iniziative ecomuseali nel tempo. In conclusione l'ecomuseo che si propone di entrare in un rapporto di confronto e di arricchimento reciproco con la comunità locale, deve sapere che potrà farlo a condizione di portare una riflessione matura sia sull'identità del territorio di riferimento sulla quale non tutti necessariamente concorderanno, sia sull'identità del proprio progetto per poterlo arricchire con sollecitazioni esterne senza snaturarlo, che, infine a condizione di essere pronto a dedicare una parte delle proprie risorse a coordinare e sistematizzare le attività già in corso sul territorio di riferimento che attengono i suoi stessi temi e perseguono i medesimi obiettivi, senza il desiderio di inglobarle, ma nemmeno con la miopia di ignorarle. 15 I Bilanci TABELLA SPESE 2002 Un'avvertenza alla lettura dei bilanci è che essi si riferiscono, a differenza delle altri parti del presente rapporto, al periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2002. Pertanto, rendono conto degli impegni di spesa e degli accertamenti di entrata relativi a quel periodo, mentre le analisi degli altri aspetti di attività ecomuseali non seguono lo stesso calendario. La seguente valutazione generale sull'impiego delle risorse da parte degli ecomusei regionali ne è necessariamente condizionata. Conservazione % valori % Alta Valle Maira 697.626,98 89,5 10.742,30 1,4 51.778,29 6,6 19.500,00 2,5 779.647,57 100,0 83.393,15 43,4 12.815,00 6,7 68.237,72 35,5 27.662,68 14,4 192.108,47 100,0 211.714,33 61,2 0,00 0,0 113.144,21 32,7 BMA 10.141,00 43,0 7.463,00 3,2 84.352,36 35,7 42.809,36 18,1 236.034,36 100,0 Cascina Moglioni 61.067,53 42,5 26.400,00 18,4 33.876,62 23,5 22.518,71 15,6 143.862,86 100,0 0,0 26.498,44 100,0 valori Alta Val Sangone Biellese Colombano R. 2) Soltanto quattro ecomusei hanno sostenuto spese per la ricerca: tali impegni oscillano tra l'1 e il 3% del bilancio complessivo degli Ecomusei dell'Alta Valle Maira e del Basso Monferrato Astigiano e tra il 6 e il 18% degli Ecomusei dell'Alta Val Sangone e di Cascina Moglioni. Si ribadisce, dunque, il rischio che la ricerca sia intesa prevalentemente come attività preliminare alla progettazione degli allestimenti e non, com'è invece opportuno, come attività ordinaria dell'ecomuseo. 3) Dal punto di vista dell'interpretazione, alcuni ecomusei si sono concentrati sull'allestimento permanente delle strutture ultimate, mentre gli altri hanno optato per metodi di auto-esplorazione dei temi proposti, come l'offerta di attività didattiche, oppure per l'esplorazione guidata, attraverso l'offerta di mostre, oppure per un'esplorazione virtuale attraverso prodotti di comunicazione e promozione. 4) Nove ecomusei imputano a bilancio spese per la gestione e tra di essi gli Ecomusei del Bma, Cascina Moglioni, Cusius, Terrazzamenti e della Vite hanno sostenuto spese per il personale che superano il 10% delle risorse impiegate complessive. Interpretazione % valori % valori Gestione valori 21.706,00 6,1 345.934,54 100,0 0,0 26.498,44 100,0 30,8 0,00 0,0 196.466,24 51,5 67.690,14 17,7 381.526,36 100,0 0,00 0,0 0,00 0,0 490.492,23 96,8 16.084,90 3,2 506.577,13 100,0 516,85 0,7 0,00 0,0 69.169,23 86,5 10.266,80 12,8 79.912,88 100,0 327.903,02 71,6 0,00 0,0 129.807,49 28,4 0,00 0,00 457.710,51 100,0 Terrazzamenti 48.972,00 28,7 0,00 0,0 75.819,00 44,4 46.028,00 26,9 170.819,00 100,0 Terre d’Acqua n.d - n.d - n.d - n.d - n.d - Alta Val Sesia n.d - n.d - n.d - n.d - n.d - Bassa Val Sesia n.d - n.d - n.d - n.d - n.d - Pastorizia Segale Totale 117.369,98 1.558.704,84 57.420,30 1.339.641,83 0,00 Totale 0,00 Cusius 0,00 % Ricerca 0,0 Freidano 1) Per la maggior parte degli ecomusei si sta concludendo la fase di consolidamento delle strutture fisiche, a eccezione degli Ecomusei dell'Alta Valle Maira e del Biellese, istituiti nel 2000, e per l’Ecomuseo della Segale. 16 Ecomuseo 273.636,23 Dal punto di vista della disponibilità finanziaria, soltanto gli Ecomusei dell'Alta Val Sangone, del Cusius e del Freidano contano, oltre che sui finanziamenti regionali erogati ai sensi della Legge Regionale 31/95, su altre voci di entrata. TABELLA ENTRATE 2002 Ecomuseo LR31/95 valori Entrate autonome % Atri trasferimenti % valori 0,00 0,0 574.861,89 686,00 0,3 0,00 valori % Avanzo LR 31/95 % valori Totale 2002 % valori Alta Valle Maira 198.868,00 25,3 Alta Val Sangone 198.261,00 99,77 Biellese 279.133,58 80,7 0,00 0,0 66.800,96 19,3 BMA 249.819,00 50,7 0,00 0,0 7.463,00 1,5 235.827,84 47,8 493.109,84 100,0 Cascina Moglioni 155.000,00 42,8 0,00 0,0 0,00 0,0 206.966,76 57,2 361.966,76 100,0 22.661,00 4,2 0,00 0,0 0,00 0,0 517.383,39 95,8 540.044,39 100,0 Cusius 303.500,00 79,6 50.949,65 13,3 27.076,71 7,1 0,00 0,0 381.526,36 100,0 Freidano 238.086,63 47,0 1.584,90 0,3 266.905,60 52,7 0,00 0,0 506.577,13 100,0 Pastorizia 87.988,00 100,0 0,00 0,0 0,00 0,0 0,00 0,0 87.988,00 100,0 Segale 77.415,00 10,0 0,00 0,0 98.891,58 601.672,28 77,3 777.978,86 100,0 Terrazzamenti 170.819,00 100,0 0,00 0,0 0,00 0,00 0,00 170.819,00 100,0 Terre d’Acqua 520.777,29 - n.d - n.d - n.d - n.d - Alta Val Sesia 152.250,40 - n.d - n.d - n.d - n.d - Bassa Val Sesia 167.171,07 - n.d - n.d - n.d - n.d - Colombano R. Totale 2.821.749,97 53.220,55 1.041.999,74 73,0 0,0 12,7 0,0 13.425,90 1,7 787.155,79 100,0 0,00 0,0 198.947,00 100,0 0,00 1.575.276,17 0,0 345.934,54 100,0 Analisi dei casi VERBANIA LAGO D’ORTA E MOTTARONE VALSESIA 1. Ecomuseo del Freidano 2. Ecomuseo dell'Alta Valle Maira 3. Ecomuseo della Segale BIELLESE NOVARA 4. Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone 5. Ecomuseo Colombano Romean TERRE D’ACQUA VERCELLI 6. Ecomuseo dell'Alta Val Sangone FREIDANO COLOMBANO ROMEAN 7. Ecomuseo della Pastorizia TORINO ALTA VAL SANGONE BASSO MONFERRATO ASTIGIANO ASTI ALESSANDRIA 8. Ecomuseo di Cascina Moglioni 9. Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite CASCINA MOGLIONI DEI TERRAZZAMENTI E DELLA VITE 10. Ecomuseo della Valsesia 11. Ecomuseo delle Terre d'Acqua ALTA VAL MAIRA CUNEO PASTORIZIA SEGALE 12. Ecomuseo del Biellese 13. Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano 1. Ecomuseo del Freidano 18 L’interpretazione Nell'ottobre 2002 avviene l'inaugurazione degli spazi allestiti all'interno del Mulino Nuovo e nell'area esterna ad esso adiacente, lungo il Rio Freidano. L'attesa e le aspettative sul contenuto dell'allestimento sono grandi, soprattutto a livello locale, visto il grande investimento effettuato nel recupero del vasto complesso architettonico. Il progetto di allestimento si articola nei tre piani dell'edificio attraverso una suddivisione tematica per livelli successivi che parte dalla presentazione, a piano terra, dell'argomento dedicato a “Il territorio e le acque”. L'adozione di pannelli con racconti di personaggi chiave, di modellini, installazioni di suggestione e stazioni multimediali, permette di portare all'attenzione del pubblico la capillare presenza dei rii nel territorio settimese, prima e dopo l'avvento delle attività industriali, sottolineandone l'importante ruolo nella storia del territorio locale. Il secondo piano è invece dedicato a “I luoghi del lavoro”. La grande sala è caratterizzata dalla presenza a soffitto di un asse di trasmissione che, grazie al movimento impresso dalle turbine, evoca il passaggio alle attività industriali dato dallo sfruttamento dell'acqua. Nella parte bassa trovano collocazione le attività produttive ed economiche maggiormente significative per Settimo: le lavandaie, la lavorazione dell'osso per la produzione di bottoni e penne, le fornaci, la lavorazione della canapa, la pesca fluviale. Ogni attività viene presentata grazie ad alcuni oggetti scelti, ritenuti particolarmente esplicativi. Tutti i manufatti appartengono alla ricca collezione del GRES. Durante gli anni a venire verranno probabilmente alternati con altri, per mantenere la freschezza all'esposizione. Affiancano gli oggetti di cultura materiale dei monitor in cui si possono ascoltare maggiori approfondimenti sulle attività, ricavati da interviste a esperti locali. Il primo piano ospita anche una sala proiezioni utilizzabile dalle associazioni locali, su richiesta anche in orari serali, per riunioni e manifestazioni. Il secondo piano è infine dedicato alle attività didattiche, “Imparare giocando”, impostate come laboratori del fare collegati ai temi portanti dell'esposizione complessiva. Di qui una scala conduce ad un soppalco superiore pensato per ospitare esposizioni temporanee. Il percorso d'interpretazione prosegue all'esterno con il locale delle turbine e delle attrezzature molitorie, acquistate dal Comune nel 1995 assieme agli immobili, e con gli spazi dedicati alla tettoia delle lavandaie e alla pesca. Cominciano inoltre a definirsi anche le destinazioni d'uso degli altri volumi architettonici che compongono l'insieme del Mulino Nuovo: la sede del Parco del Po torinese, il Centro di Ricerca sui Musei Etnografici, l'Ufficio del GRES e lo spazio per la biglietteria. Il bar è operativo ormai da un anno. L'organizzazione di mostre, concerti, spettacoli teatrali all'aperto anima lo spazio del Mulino Nuovo, affermando in modo univoco il ruolo dell'Ecomuseo quale centro di proposte culturali. Numerose, durante questi primi mesi di apertura, le visite all'esposizione permanente. Per la maggior parte scuole, ma anche molti gruppi organizzati. 19 La didattica L'Ecomuseo del Freidano ha affidato la responsabilità delle attività di didattica ad Anna Ghiberti, funzionaria presso il Comune di Settimo, che se ne occupa part-time. La Sig.ra Ghiberti è affiancata dalla cooperativa Arnica, che ha l'incarico di seguire le funzioni di organizzazione e di gestire i laboratori e le visite; partecipano ancora alle attività 6 stagisti messi a disposizione dall'ente gestore e un docente che collabora con Arnica per i rapporti con le scuole locali e cura i laboratori manuali. Il programma tipo messo a punto dall'ecomuseo prevede un'attività che collega la visita guidata ai laboratori pratici, che possono essere di carattere manuale o di carattere tecnico-scientifico: tra i laboratori, situati al terzo piano della struttura si possono ricordare quello sull'acqua, quelli informatici, sul manovellismo e altri. Le proposte dell'ecomuseo sono rivolte a studenti di ogni ordine e grado; esse prevedono sia attività pratiche che riflessioni condivise, utilizzando il gioco come strumento educativo e didattico. Si possono ricordare alcuni progetti rivolti principalmente alle materne, alle elementari e ai primi anni delle medie: “L'acqua racconta” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio sulle reti di relazioni), “Mastri fornaciai” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio di manipolazione dell'argilla), “I giocattoli di una volta” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio di manualità), “Mastri cartai” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio di manualità), “La macchina del tempo: in viaggio verso i mestieri di ieri” (visita guidata dell'ecomuseo), “L'acqua…che invenzione!” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio educativo sull'acqua), “Seguendo l'acqua” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio educativo sul rapporto uomo - acqua), “Videobox: a scuola…di regia!” (visita guidata dell'ecomuseo e laboratorio di regia). La comunicazione e la promozione dell’attività avviene attraverso l'invio dei programmi direttamente alle scuole del Piemonte nei diversi ordini, ad esclusione delle materne che sono contattate in modo diretto. Hanno aderito alle attività proposte principalmente scuole elementari e materne, per un totale di circa 1.500 bambini; la struttura dell'ecomuseo ha ospitato circa una classe ogni giorno di apertura, con una marcata concentrazione nel periodo primaverile. Si segnalano casi di classi che hanno reiterato la visita e le attività collegate. Le attività rivolte al pubblico non scolastico sono ridotte. Quest’anno è stato proposto un corso sulle tecniche video, ma non vi sono state adesioni. Si sono anche proposte due serate di musica e una serata di teatro, nel quadro della Festa Nazionale del fiume Po. Con i ragazzi di Torino 2006 si è attivata una collaborazione: i ragazzi sono stati istruiti presso l'ecomuseo per fare da guida all'interno della struttura. Occorre ancora segnalare che sono al momento allo studio una serie di attività. In particolare, si ricordano le collaborazioni definite con un soggetto privato (Lecce Pen) per collegare l'ecomuseo a una fabbrica in attività di penne e quella tra il Freidano e l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua, per attività legate al tema dell'acqua. Dopo un periodi senza una reale attività didattica, l'Ecomuseo del Freidano ha quest’anno approntato un importante progetto con le scuole; tuttavia, l'attività risulta ancora slegata, e quindi non supportata, da un’attiva pratica di ricerca, che al momento l'ecomuseo non appare esprimere. Il bilancio finanziario 20 L'Ecomuseo del Freidano ha impiegato la maggior parte delle risorse finanziarie disponibili per l'ultimazione dell'allestimento degli spazi espositivi del Mulino Nuovo, per un importo di 490.492,23 euro; il restante 3% delle risorse a bilancio ha sostenuto la gestione del museo etnografico nell'ultimo trimestre dell'anno (l'inaugurazione della struttura è avvenuta il 5 ottobre). Le entrate derivano dal contributo regionale assegnato ai sensi della L.R. 31/95 per l'anno 2002, pari a 23.8086,63 euro (il 47% delle risorse disponibili) e da altri trasferimenti (complessivamente si tratta di quasi 267mila euro), erogati da Compagnia di San Paolo per l'allestimento del museo e dal Comune di Settimo Torinese per le spese d'inaugurazione e di gestione. Infine, lo 0,31% delle risorse, pari a 1.584,90 euro, è rappresentata da entrate autonome derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso al museo, per il periodo ottobre - dicembre. restauro e manutenzione immobili La maggior parte delle spese sostenute ha finanziato interventi di interpretazione: il completamento dell'allestimento, per un ammontare di 470.492,23 euro (pari al 93% delle risorse impiegate), e l'organizzazione e realizzazione dell'inaugurazione, per un importo di 20.000,00 euro (quasi 4%).Il costo sostenuto per la gestione nel periodo ottobre - dicembre 2002, affidata alla Cooperativa Arnica, è stato di 14.500,00 euro. Tale costo, come pure quello delle utenze, pari a 1584,90 euro, è stato finanziato dal Comune di Settimo. 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 490.492,23 470.492,23 0,00 0,00 0,00 0,00 20.000,00 16.084,90 14.500,00 1.584,90 506.577,13 2. Ecomuseo dell’Alta Val Maira 21 L’interpretazione Terminati i lavori di restauro della chiesa di S. Rocco, a Celle di Macra, luogo destinato ad accogliere il Museo multimediale dei mestieri itineranti e degli acciugai, l'Ecomuseo procede all'appalto della parte impiantistica, la cui conclusione dei lavori è prevista per la fine di ottobre 2003. Lo spazio di S. Rocco è comunque già sentito come parte viva dell'Ecomuseo, fin dal suo avvio. Mentre i lavori di recupero avanzano faticosamente, si sceglie di segnalarne la lenta rinascita con manifestazioni legate alle arti e all'artigianato. Sono invitati ad esporre prima gli artisti e gli artigiani della valle, poi i residenti e gli ospiti. Infine i confini si dilatano, ed è invitato a partecipare alla manifestazione, prevista per l'agostosettembre 2003, “Acquadueoc - anche chi è più lontano”. A dimostrare l'importanza data alla chiesa di S. Rocco è anche la volontà di individuarlo quale uno dei luoghi scelti per ospitare l'intervento di teatralità popolare, un intervento pensato per restituire in forma di racconto, quasi epico, le storie raccolte intervistando gli abitanti dell'alta valle. Procedono parallelamente le ricerche di documenti e materiali quale base essenziale per la definizione dei contenuti dell'allestimento del Museo multimediale. A definire gli indirizzi tematici del progetto è un gruppo di lavoro composto per la maggioranza da persone del posto e dai rappresentati del Comitato degli Acciugai. Sempre a Celle di Macra l'Ecomuseo acquista un edificio nella piazzetta accanto alla Chiesa Parrocchiale prevedendone la destinazione d'uso come punto vendita di prodotti locali, caffetteria, foresteria e piccolo ristoro. Attualmente è già in funzione come bar e negozio; la sua presenza è un fatto importante non solo per gli abitanti, ma anche per quanti frequentano, e ancor più frequenteranno, i punti tematici dell'Ecomuseo. Avanzano i lavori per il recupero delle strutture architettoniche anche a Macra, definito “Comune Porta d'accesso dell'Ecomuseo” grazie alla sua posizione strategica lungo la strada di fondovalle. In occasione della 157.sima Fiera di Saint Marcelin l'Ecomuseo attiva proprio a Macra il suo primo Punto d'Informazione all'interno dell'edificio municipale, al piano terra. Oltre ad informazioni di massima sul progetto vengono anche allestite due mostre che presentano i risultati ottenuti dalle ricerche avviate sul territorio grazie all'interessamento dell'Ecomuseo. Si tratta della catalogazione degli affreschi dell'Alta Valle, realizzata grazie alla L.R. 35/95, e di aspetti di interesse botanico, legati alla presenza di endemismi. Da quest'ultima ricerca nasce il primo quaderno tematico edito dall'Ecomuseo. Un altro traguardo importante che viene raggiunto nel Comune di Macra è la conclusione dei lavori della Ruà. È il recupero di un'architettura tradizionale, collocata nella parte storica dell'abitato, destinata a punto di accoglienza - posto tappa con 24 posti letto. Potrà accogliere scolaresche e quanti intenderanno utilizzare i sentieri che conducono ai vari luoghi significativi dell'Ecomuseo. Ritenendo i sentieri il miglior modo per percorrere e comprendere il proprio territorio, l'Ecomuseo, in collaborazione con la Comunità Montana, intende realizzare a breve un sentiero di lunga percorrenza che, partendo dalla sede dell'Espaci Occitan di Dronero, giungerà a Macra passando per i centri abitati principali della bassa e media valle. Un'altra iniziativa legata ai sentieri è il rilancio dei percorsi trasversali al GTA. Sono sentieri tematici di cui si è già provveduto in parte alla pulizia e alla raccolta di informazioni utili di carattere storico, culturale, naturalistico per la definizione del materiale di base destinato alla realizzazione di una possibile pubblicazione. Sono il Sentiero dei Ciclamini, della Fede, dei Giganti, degli Acciugai, delle Grange Torre. La didattica Al momento l'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira, non ha ancora avviato alcun programma didattico definito, anche in considerazione del fatto che non è ancora stata definita l'organizzazione delle risorse interne. Si è, tuttavia, individuata in linea di massima una responsabile delle attività inerenti le scuole; tale figura ha una formazione da guida naturalistica e un’esperienza consolidata sul campo in tal senso. La responsabile, come già riportato nel precedente rapporto, ha individuato alcuni percorsi sul territorio, lungo i quali sarebbe possibile sviluppare un'attività didattica sia con le scuole sia con un pubblico di adulti. Gli itinerari scelti hanno carattere tematico e si collegano agli argomenti propri dell'Ecomuseo quali i mestieri tradizionali, la fede religiosa, la lingua e la cultura occitana. Nel dettaglio, i percorsi da proporre sarebbero due. Il primo percorso, sostanzialmente già attivo e organizzato per il pubblico esterno, è chiamato il “Sentiero dei Ciclamini”; l'itinerario si incentra sul Comune di Macra e prevede una visita lungo un sentiero ad anello. La proposta presenta due tematiche: una naturalistica relativa all'ambiente acquatico e dei ciclamini selvatici, l'altra inerente lo studio dell'architettura locale di borgata Camolieres. Il secondo sentiero è ancora in fase di progettazione e prevede una passeggiata della fede, lungo i piloni votivi, presso zona San Salvatore. Il progetto dovrebbe prevedere, inoltre, educational e corsi 22 di formazione destinati agli insegnanti. Il tentativo, condotto negli ultimi anni, di avviare una collaborazione con il locale Convitto di Stroppo ha subito un arresto in quanto l'insegnante di riferimento all'interno della scuola non lavora più presso l'istituto. Le difficoltà di organizzazione dell'Ecomuseo Alta Valle Maira, in sintesi, si evidenziano anche nell'attività di didattica. Si possono, quindi, solo riferire progetti e non implementazioni; tuttavia, tali progetti presentano contenuti legati all'attività propria della struttura e una buona organicità. Il bilancio finanziario 23 Gran parte delle risorse finanziarie dell'Ecomuseo dell'Alta Valle Maira è stato impegnato per interventi di conservazione (per un importo di oltre 697mila euro, pari all'89% della spesa complessiva); le rimanenti spese hanno finanziato attività di interpretazione (quasi 52mila euro, che costituiscono oltre il 6% del bilancio), di ricerca (quasi 11mila euro) e gestione (19.500,00 euro). Dal punto di vista delle entrate, un quarto delle risorse impiegate proviene dal trasferimento regionale per l'anno 2002 erogato ai sensi della legge regionale 31/95 (quasi 199mila euro). La maggior voce di entrata è rappresentata da altri trasferimenti, per un ammontare complessivo di quasi 575mila euro, tra i quali vi è il trasferimento regionale ai sensi della L.R. 16/99 (Testo unico delle leggi sulla montagna), che ammonta a oltre 327mila euro. Avanzo L.R. 31/95 restauro e manutenzione immobili Dal punto di vista degli impegni finanziari, le attività dell'ecomuseo si sono concentrate su interventi conservativi finalizzati al recupero dei due immobili che ospiteranno il centro di accoglienza dell'ecomuseo presso Macra e del museo multimediale dei mestieri itineranti a Celle di Macra. Tra le spese di interpretazione, oltre 34mila euro hanno finanziato l'organizzazione e realizzazione di manifestazioni e iniziative culturali. Le spese di gestione, pari a 19.500,00 euro, hanno coperto contributi per il personale (1,92%) e per l'acquisto di materiali di consumo e utenze (0,58%). 697626,98 89,48 10742,30 1,38 51778,29 6,64 19500,00 2,50 779647,57 100,00 198.868,00 25,26 574.861,89 73,03 13.425,90 1,71 787.155,79 100,00 697.626,98 89,48 2.000,00 0,26 69.405,00 8,90 626.221,98 80,32 0,00 0,00 10.742,30 1,38 2.582,28 0,33 8.160,02 105 0,00 0,00 51.778,29 6,64 2.000,00 0,26 11.000,00 1,41 3.976,56 0,51 34.801,73 4,46 0,00 0,00 19.500,00 2,50 15.000,00 1,92 2.000,00 0,58 34.801,73 3. Ecomuseo della Segale L’interpretazione La didattica Il 2002 vede la conclusione dei lavori di recupero delle costruzioni scelte nella borgata di Tetti Bariau e la definizione del progetto di ristrutturazione dell'edificio situato nel centro di Sant'Anna, la futura casa Museo, centro d'interpretazione dell'Ecomuseo. Particolarmente felice la sua posizione, di fronte all'Osteria dei Bateur, primo nucleo attivo dell'Ecomuseo. Si procede inoltre con la definizione dei percorsi sentieristici, con la relativa cartellonistica di accompagnamento, di cui si prevede la conclusione entro la fine del 2003. Secondo le informazioni raccolte presso l'Ecomuseo della Segale, la struttura non ha modificato il programma didattico proposto l'anno scorso. L'attività risulta, dunque, ancora strettamente legata alle attività e alla ricerca condotta dal Parco Naturale Regionale delle Alpi Marittime e, di conseguenza, mantiene e conferma una forte impronta ambientalistica. Un'attenzione particolare viene data dall'Ecomuseo alla coltivazione della segale, su appezzamenti propri, utile tanto alla realizzazione delle coperture delle architetture di Tetti Bartola e Tetti Bariau, così come per l'intervento ad alcuni tetti di edifici del Borgo Medioevale di Torino. L'Ecomuseo della Segale ha aderito all'iniziativa di sistema di teatralità popolare proposta dal coordinamento Ecomusei. Si tratta di un contributo al corteo della Festa della Segale, festa ormai tradizionale, che avviene a Sant'Anna all'inizio di agosto di ogni anno. Le proposte sono legate principalmente ai due percorsi etnografici individuati dall'Ecomuseo; le visite a Tetti Bartola e a Tetti Bariau prevedono l'accompagnamento di una guida naturalistica e offrono la possibilità agli studenti di conoscere i vari aspetti della vita in montagna, di riscoprire i lavori tradizionali e l'architettura alpina. In queste due borgate, sono state recentemente rifatte le coperture originarie in segale e gli allestimenti interni, per permettere ai visitatori di conoscere e percorrere le storie dell'ambiente domestico, come l'organizzazione e l'uso della stalla. A questi percorsi si affiancano, come negli anni scorsi, iniziative di stampo più naturalistico. L'attività didattica dell'Ecomuseo, tuttavia, soffre della difficoltà organizzativa in cui versa attualmente la struttura. In particolare, a differenza degli anni passati, non è individuabile un vero responsabile della didattica e l'attività di ricerca risulta molto contenuta. In sintesi, e come già rimarcato nelle precedenti edizioni del rapporto, l'Ecomuseo della Segale segue sostanzialmente il percorso del Parco che lo amministra, ma ha attivato una reale programmazione di studio e di didattica autonoma. Si segnala, tuttavia, che la professionalità messa a disposizione delle attività didattiche è molto alta, specie per i temi naturalistici ovviamente, e il numero dei partecipanti alle iniziative proposte è, anch'esso, elevato; le difficoltà, si ripete, sono nei contenuti delle attività, che risultano ancora troppo legati al Parco e distanti dall'idea ecomuseale. 24 25 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo della Segale ha impegnato oltre il 70% delle risorse finanziarie disponibili, per una spesa di 327.903,02 euro, in interventi di conservazione; mentre le altre risorse impiegate hanno finanziato attività di interpretazione, per un ammontare di quasi 130mila euro. La maggior voce di entrata deriva dai finanziamenti regionali assegnati ai sensi della L.R. 31/95: si tratta complessivamente di 679.087,28 euro, derivanti dal contributo per l'anno 2002 (pari a 77.415,00 euro) e dagli avanzi cumulati negli ultimi anni precedenti. L'altra voce di entrata è costituita dal trasferimento del Parco Alpi Marittime, ente gestore dell'ecomuseo, di 98.891,28 euro. Le risorse ancora disponibili, che ammontano a 320.268,35 euro, saranno impiegate per l'ultimazione del Museo dei Giochi, prevista per la primavera 2004, e per la realizzazione della segnaletica del percorso. Tra gli interventi conservativi, sono stati finanziati il restauro e la manutenzione di immobili presso Tetti Bariau e Bartola, per un importo di quasi 138mila euro corrispondenti al 30% delle spese sostenute; l'acquisto di immobili per una spesa di 123.180,27 euro, tra i quali alcuni terreni e fabbricati presso le due borgate, e l'acquisto e il restauro di beni mobili, per un ammontare di quasi 67mila euro. Rappresentano l'altra voce di spesa alcune attività di interpretazione, per le quali sono stati impiegati 129.807,49 euro. Tra le attività finanziate vi sono la manutenzione di percorsi di collegamento (70.009,42 euro pari al 15% delle risorse complessive impiegate), la progettazione e realizzazione dell'allestimento delle borgate (oltre 50mila euro) e l’attività di comunicazione e promozione (oltre 9mila euro). In bilancio non vi sono spese imputate alla gestione, attualmente sostenute dall'Ente gestore. conservazione 327.903,02 71,64 ricerca 0,00 0,00 interpretazione 129.807,49 28,36 gestione 0,00 0,00 457.710,51 100,00 77.415,00 9,95 avanzo L.R. 31/95 601.672,28 77,34 altri trasferimenti 98.891,58 12,71 777.978,86 100,00 327.903,02 71,64 66.943,86 14,63 123.180,27 26,91 137.778,89 30,10 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 129.807,49 28,36 50.406,60 11,01 0,00 0,00 70.009,42 15,30 9.391,47 2,05 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 restauro e manutenzione immobili 457.710,51 26 4. Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone L’interpretazione L'Ecomuseo si accresce di nuovi siti. Il primo è quello di Armeno. Lì l'Associazione Alberghieri aveva dato vita, nel 2001, a una mostra temporanea dedicata al tema dell'accoglienza alberghiera. Nel corso del tempo il paese di Armeno si è infatti caratterizzato come luogo di alta professionalità nel settore, tale da esportare anche all'estero i suoi esperti. L'interesse destato dall'iniziativa porta a un successivo ampliamento della mostra, curata con la partecipazione dell'Ecomuseo. In seguito la disponibilità di nuovi spazi resi liberi dall'Alfa Romeo apre una concreta possibilità di strutturare più compiutamente il progetto. Con l'intervento del Comune si avvia la ristrutturazione del fabbricato come Centro Polifunzionale, con uno spazio dedicato al Museo degli Alberghieri, gestito dall'Associazione, che comprende uno spazio espositivo e uno spazio attrezzato con una cucina da albergo, per poter effettuare dimostrazioni pratiche. Al sito di Armeno si aggiungono anche il sito dedicato agli scalpellini in Frazione Boleto, e quello dedicato alla paleontologia di Sambughetto in ValStrona. Intanto il Comune di San Maurizio decide di dar vita ad una Istituzione museale, più snella nel suo operare che non un'Amministrazione pubblica, per seguire in modo più continuativo e concreto il sito dedicato al tema della rubinetteria. Partono i lavori del secondo lotto per il Museo del Legno a Pettenasco, la ristrutturazione del Palazzo Tornielli nel Comune di Ameno, come sede congiunta del Comune e del museo Civico Artistico e Archeologico. Con l'accrescersi dei siti tematici diventa sempre più chiaro che il ruolo giocato dall'Ecomuseo non è quello della gestione ordinaria dei siti che viene invece lasciata alle Associazioni locali ma piuttosto il ruolo di mediatore territoriale e coordinatore 27 scientifico, attivo nell'offrire il proprio supporto tecnico - scientifico, capace di individuare approfondimenti e temi unificanti. Un caso esemplare è rappresentato dal tema della gastronomia. Nel 2001 l'Ecomuseo si chiede come mai non esista una cucina locale e cerca di avviare un ragionamento con la comunità e con gli operatori del settore. Vengono organizzate delle serate dal titolo”Assaggi” e poi, quest'anno, “Paesi e sapori”. A conclusione del primo lavoro viene edita la pubblicazione “Assaggi”. L'Ecomuseo promuove inoltre esposizioni temporanee, con l'obiettivo di coinvolgere e stimolare il dibattito sullo sviluppo a livello locale. Del 2002 è la mostra fotografica ”Frammenti d'Ecomuseo”, curata insieme alla Fondazione Italiana per la Fotografia, che guarda al territorio privilegiando punti di vista inconsueti. Nel 2003 si realizza infine “C'era una volta nel paiolo”, un'esposizione che ripropone gli ambienti di produzione e consumo del cibo, valorizzando i risultati di un progetto didattico sull'alimentazione; e poi “Europa Valstrona” che analizza il significato dell'emigrazione dal punto di vista femminile, la gestione sociale e civile della valle, in assenza degli uomini. La didattica L'attività didattica dell'Ecomuseo del Cusius, si avvale dell'esperienza, ormai consolidata, di un gruppo di addetti che dal 1998, propone iniziative e formula programmi destinati alle scuole locali e non territoriali. Nella struttura ecomuseale sono presenti una coordinatrice, con impegno part-time e due operatori, incaricati a tempo pieno, impegnati anche in compiti diversi dalla didattica. Le offerte proposte si sono ampliate ed articolate nel corso del tempo: la semplice visita guidata è stata completata e arricchita dalla creazione di veri e propri laboratori, coordinati a percorsi di visita e approfonditi da lezioni interattive. Durante il periodo di pianificazione annuale, l'ecomuseo presenta la propria proposta didattica in maniera capillare all'intera rete scolastica. Gli istituiti locali, sono raggiunti o contattati in maniera diretta: i responsabili, al fine di promuovere le varie attività, intervengono personalmente presso le sedi scolastiche, incontrando classi e insegnanti o partecipando ai Consigli d'Istituto. Talvolta sono le scuole stesse che, in sede di programmazione annuale, richiedono informazioni sui progetti dell'Ecomuseo, in quanto riconoscono al Cusius una esperienza in campo organizzativo didattico. Per quanto concerne le scuole non appartenenti al territorio, i programmi e i piani di lavoro sono promossi tramite l'invio di depliant e brochure informative. Le risposte sino a oggi registrate, sono state positive e vivaci, da parte delle scuole materne ed elementari; con le classi medie, invece, l'approccio è molto difficile: gli istituti contattati non hanno accolto l'offerta secondo le aspettative. Per quanto riguarda le scuole superiori invece, l'ecomuseo, contando su una certa autonomia e libertà di azione dell'utente, ha potuto instaurare un buon dialogo con studenti e professori, 28 realizzando un utile e reciproco rapporto di collaborazione. Le proposte didattiche si articolano in due parti: la prima è un'offerta di base, chiamata ”I percorsi di scoperta” suddiviso nelle due sezioni, “da vedere - da fare”. Si tratta di visite guidate presso le diverse località che formano il sistema dell'ecomuseo: dalla Cooperativa Agricola “il Glicine” dell'Alpe Selviana, al Museo Etnografico e dello Strumento a Fiato, dal Museo dell'Ombrello al Consorzio Giardino Alpinia e ancora il Museo del Rubinetto, l'Antico Torchio, il Museo dell'Arte della Tornitura del Legno, la Collezione Calderaia, la Macina per la Canapa e il Forum di Omegna. Le lezioni interattive contemplano argomenti inerenti il legno, il bosco, l'acqua, l'arte contemporanea, il collezionismo, gli ombrelli, le attività tradizionali del territorio, la storia e l'archeologia, l'argilla e la carta, e coinvolgono gli studenti in lavori di laboratorio. La seconda parte della programmazione didattica dell'ecomuseo prevede la promozione di un progetto speciale diverso ogni anno che si sviluppa attorno a un tema trainante, oggetto di interventi in classe, protagonista di mostre, e argomento di discussione all'interno di un ciclo di conferenze. Il lavoro si conclude con la stesura, da parte degli studenti, di un elaborato, di una pubblicazione o di una raccolta di dispense, come testimonianza e risultato del percorso affrontato. Questo anno l'oggetto di questo progetto speciale è stato quello dell'“alimentazione”, all'interno anche di un progetto realizzato in collaborazione con l'Istituto Alberghiero “Maggia” di Stresa e la scuola Panificatori e Pasticceri di Gravellona Toce. Questo argomento è parte di un'iniziativa di più ampio respiro, inaugurata nel luglio 2001 con una giornata d'incontro intitolata “Che gusto c'è”. La riscoperta del territorio attraverso i sapori”, ed è continuata nel 2002 con il ciclo di conferenze, con degustazioni, “Assaggi” . Il “pacchetto - progetto speciale 2003” è stato offerto gratuitamente a classi materne, elementari e medie locali (30 gruppi, composti da 25 - 30 alunni ciascuno), mentre era disponibile su richiesta e a pagamento per tutte le altre scuole fuori dal territorio (20 gruppi circa hanno aderito al progetto): L'attività ha previsto: la visita alla mostra gioco, della durata di un'ora, “C'era una volta nel paiolo”, per conoscere il mulino e la molitura dei cereali, il forno da pane, la cantina, la casera e la cucina e un laboratorio sensoriale, anch'esso della durata di un'ora circa, per scoprire i prodotti tradizionali attraverso l'utilizzo dei cinque sensi. A richiesta, al di fuori del pacchetto ecomuseale, era prevista una visita presso il Museo degli Alberghieri o una serie di lezioni interattive “A tavola…nei secoli“ e “A tavola…nel mondo” per scoprire l'evoluzione storica del mangiare e per mettere a confronto cibi ed abitudini alimentari di diversi popoli e culture. Le attività serali, articolate in 7 incontri basati su conferenze e assaggi di prodotti tipici proposti dall'Istituto Alberghiero, hanno contato la partecipazione di un numero di adulti compreso tra i 50 e gli 80, variabile rispetto alle differenti serate. A questi incontri è seguita la stesura di una serie di dispense contenenti le ricette incontrate lungo il percorso didattico. Le adesioni da parte di istituti scolastici al programma didattico dell'Ecomuseo Fonte: Ecomuseo del Cusius Attività classi alunni mostra “C’era una volta nel paiolo” 52 847 museo etnografico e degli strumenti a fiato 5 110 mostra permanente museo degli alberghieri 3 60 Totale visitatori 60 1.017 laboratorio sensoriale “C’era una volta nel paiolo” 50 809 laboratorio sull’argilla 4 90 giochi d’acqua 2 40 paesi fiaba 7 135 laboratorio di cucina 9 188 fare e disfare con le cose di casa 1 6 Totale laboratori 73 1.268 la forza dell’acqua 2 35 a tavola nel mondo 1 22 la magia del bosco 2 45 antonio calderara 4 80 movimento visione e sensazione 4 80 il lavoro dell’archeologo 6 128 sogni d’acqua 18 331 Totale lezioni 37 721 Visite guidate Laboratori Lezioni Il complesso delle attività didattiche dell'Ecomuseo del Cusius si conferma articolata ed approfondita e legata ai temi di ricerca affrontati dalla struttura; lo staff didattico, inoltre, è stabile ed esprime professionalità ormai elevate. 29 30 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo del Cusius ha impiegato la metà delle risorse in attività di interpretazione per una spesa di oltre 196mila euro (51% delle spese complessive), mentre quasi il 31% delle spese sono state sostenute per la conservazione (117.369,98 euro). Per la restante parte, sono state sostenute spese di gestione, per un ammontare di 67.690,14 euro. La maggior fonte di entrata è costituita dal contributo regionale L.R. 31/95 per l'anno 2002, per un ammontare di 303.500,00 euro che rappresenta il 79% delle risorse finanziarie a disposizione. Ad esso si aggiungono altri trasferimenti regionali (27.076,71 euro) e le entrate autonome, derivanti dalla vendita di servizi e sponsorizzazioni, da contributi liberali e dalle quote associative per l'anno 2002 (per un importo di quasi 51mila euro). Dal punto di vista delle spese, il 26% delle risorse a bilancio, pari a un importo di 100.000,00 euro, ha finanziato il restauro della torneria idraulica di Marmo, mentre oltre il 4% delle risorse ha coperto l'acquisto di beni immobili, la nuova sede, e di beni mobili. Impegni maggiori sono stati invece sostenuti per coprire attività di interpretazione: in particolare, spese di comunicazione e promozione che ammontano a 88.822,89 euro; di didattica pari a quasi 55mila euro e spese per l'allestimento di mostre temporanee per un importo di 20.043,29 euro. Tra le spese sostenute per la gestione, che ammontano complessivamente a 67.690,14 euro, il 3% delle risorse è stato impiegato per l'acquisto di materiali di consumo e utenze, mentre la restante parte ha finanziato spese per il personale (55.083,43 euro). conservazione 117.369,68 30,76 ricerca 0,00 0,00 interpretazione 196.466,24 51,49 gestione 67.690,14 17,75 381.526,36 100,00 303.500,00 79,55 altri trasferimenti 27.076,71 7,10 entrate autonome 50.949,65 13,35 381.526,36 100,00 11.7369,98 30,76 4.457,98 1,17 12.912,00 3,38 100.000,00 26,21 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 196.466,24 51,49 20.043,29 5,25 54.968,72 14,41 15.500,00 4,06 88.822,89 23,28 17.131,34 4,49 67.690,14 17,75 55.083,43 14,45 12.606,71 3,30 restauro e manutenzione immobili 38.1526,36 5. Ecomuseo Colombano Romean 31 L’interpretazione Continuano gli interventi sulle strutture scelte dall'Ecomuseo come luoghi significativi della storia del territorio. Dopo tre gare d'appalto andate deserte per i lavori di ultimazione dell'edificio del mulino, l'Ecomuseo può ora avvalersi del diritto di procedere con trattativa privata per assegnare le parti elettriche della struttura principale e quelle di ristrutturazione della casa del mugnaio. Il progetto della ghiacciaia viene invece ripensato, alla luce degli sviluppi del progetto complessivo. Non più sede per congressi, nella nuova sede ci sono già spazi a questo dedicati, ma piuttosto esposizione di sé stessa, ovvero luogo tematico, significativo dell'economia tradizionale dell'alta valle. In prossimità della ghiacciaia, sempre nell'area attorno al laghetto, nasce anche la costruzione di una sauna finlandese progettata su disegno del grande architetto finlandese Alvar Aalto - grazie alla concretizzazione del progetto europeo Cultura 2000 dedicato al legno e alle competenze professionali di tipo tradizionale legate alla sua lavorazione. Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione con il Dipartimento di progettazione Architettonica della Facoltà di Architettura di Torino e al sostegno finanziario della Compagnia di San Paolo, ha permesso di raggiungere più di un risultato. In primo luogo la costruzione dell'edificio per la sauna finlandese, e poi un percorso per disabili in grado di mettere in comunicazione la ghiacciaia con l'area attrezzata e la sauna (tutto ciò faceva già parte degli intenti dell'Ecomuseo ed è stato ottimizzato utilizzando i finanziamenti di Cultura 2000). Un'altra ricaduta di grande valore è stata l'ospitalità offerta a una cinquantina di persone provenienti da diverse università europee, a Salbertrand per un incontro dedicato ad approfondimenti e scambi sul tema del progetto, della durata di 10 giorni. La presenza del gruppo ha suscitato notevole interesse da parte della comunità locale, proponendo un momento di apertura verso l'esterno. Gli studenti del corso italiano hanno concluso la loro partecipazione con la discussione dell'esame e la presentazione delle ipotesi progettuali con modellini, proprio a Salbertrand. I modellini, donati all'Ecomuseo, verranno presentati al pubblico in occasione di un futuro momento di discussione sui lavori da avviare per il recupero della ghiacciaia. Viene inoltre inaugurato il sito tematico dedicato alla carbonaia. Il progetto è stato coordinato dal Gruppo delle Guide naturalistiche che ha curato i contatti con alcuni carbonai della Val Chisone, poi coinvolti nella realizzazione pratica, così come la realizzazione dei testi e dell'impostazione dei materiali di informazione e interpretazione. La giustificazione al coinvolgimenti di carbonai di un'altra valle è da ricollegarsi al fatto che il mestiere di carbonaio non era proprio delle persone residenti in Alta Valle Susa, ma piuttosto carbonai itineranti, per lo più provenienti dalla Val Lemina, che passavano stagionalmente per proporre la loro professionalità. La realizzazione è stata pensata per offrire ai visitatori la possibilità di osservare una carbonaia nelle sue tre fasi più significative: la prima, quando è pronta per l'accensione, la seconda, quando è attiva (con una simulazione dimostrativa), la terza, a combustione conclusa, con una sezione che rende evidente il carbone ottenuto. La carbonaia fa parte del progetto di percorso ecomuseale che comprende anche il forno per la calce e il cantiere forestale (esbosco, scivolo, segheria o altra lavorazione, attrezzi). Per quest'ultimo sono già stati avviati contatti per l'assegnazione del lavoro al Consorzio Forestale. 32 Un altro tema significativo per l'Ecomuseo è la canapa, di cui si è realizzata la piantagione, la macerazione e la filatura. Insieme all'Ecomuseo della Val Sangone è già stata avviata la realizzazione di un documentario. L'Ecomuseo pensa di pubblicare un quaderno tematico per ogni luogo d'interpretazione, per rafforzarne valenze e significati, valorizzando l'effetto moltiplicatore delle ricerche. Da Oreste Rey è curata “La storia del ghiaccio di Salbertrand”. Sono invece in una momentanea fase di attesa gli interventi che riguardano la segheria ad acqua di Exilles; già esiste la bozza di convenzione con il proprietario, più che ottantenne, felice di poter donare la struttura, completa di tutti i macchinari, come contributo alla memoria dei luoghi e la stalla nel borgo storico di Sauze d'Oulx. La motivazione di base di questo impasse è la loro fattibilità economica. Pare invece imminente l'avvio del punto vendita/informazione di Ecomuseo e Parco situato nell'area di servizio adiacente alla nuova sede del Parco. L'Ecomuseo ha preso parte al progetto di teatralità popolare avviato a livello di iniziativa di sistema da parte del Settore di pertinenza della Regione. Si sono privilegiate le storie locali e la storia di Colombano Romean. Salbertrand, Exilles e Sauze d'Oulx i luoghi scelti per le rappresentazioni. La didattica Le attività didattiche programmate dall'Ecomuseo Colombano Romean sono coordinate direttamente dal responsabile della struttura, Fabrizio Bevacqua; per alcune funzioni, come la promozione e la logistica, l'ecomuseo si affida alla cooperativa Kombinazione. La scelta dei temi di attività è operata in modo diretto dall'ecomuseo, mentre la preparazione dei materiali didattici, come la cartellina utilizzata per il progetto “ël grō blëtun”, è curata dalla stessa cooperativa Kombinazione, in stretto collegamento con gli operatori dell'ecomuseo. Come riferito nel precedente rapporto, anche per quest’anno l'attività didattica principale offerta dall'Ecomuseo Colombano Romean è stata il progetto “ël grō blëtun”, che si rivolge principalmente alle scuole primarie e al biennio delle secondarie. L'attività prende spunto dal soggetto del primo Cahier ecomuseale. L'iniziativa, che utilizza “schede di campo” e percorsi didattici, può essere implementata a diversi livelli; la proposta minima prevede la lettura in classe del racconto “ël grō blëtun”, l'utilizzo di schede di campo durante la visita all'Ecomuseo Colombano Romean e al Parco del Gran Bosco di Salbertrand, e, infine, la verifica in classe delle competenze acquisite attraverso il gioco “il Girotempo”; la proposta più completa include diverse uscite sul territorio, approfondimenti tematici e la partecipazione al concorso permanente indetto dall'ecomuseo. All'inizio di ogni nuovo anno scolastico, l'ecomuseo organizza il Concorso “ël grō blëtun”: sono valutati i progetti didattici, le ricerche e gli approfondimenti realizzati dalle classi che durante il precedente anno scolastico hanno sviluppato uno dei percorsi didattici proposti. Entro la fine dell'anno scolastico sono premiati i tre lavori giudicati più interessanti e originali. Il programma didattico dovrebbe avere continuazione con nuovi progetti legati ai successivi cashier ecomuseali, anche per preparare proposte che siano adeguate agli ordini scolastici superiori. Le schede del Grande Larice, sono nate come strumento rivolto alle classi elementari, ma si è riusciti ad adattarle, con alcuni accorgimenti, alle classi medie inferiori, cercando di abbandonare l'impronta favolista per assumere una traccia storico istruttiva. L'idea dell'Ecomuseo è quella di coinvolgere ogni anno un numero sempre crescente di scuole, da quelle del territorio fino a Torino, per avere un confronto diretto e sempre più importante dei risultati ottenuti. Quest’anno le classi coinvolte sono state 9, al di fuori della scuola elementare di Salbertrand, 7 dell'Alta valle di Susa e 2 di Torino. La cooperativa Kombinazione si preoccupa della promozione e diffusione del progetto, entra in contatto con le scuole, presenta il lavoro, si occupa anche di una formazione di base agli insegnanti e crea un collegamento con l'ecomuseo per le visite guidate presso i siti (il Mulino, la Ghiacciaia, la Carbonaia, attiva da quest’anno, e il Parco. Inoltre, la scuola media di Oulx è stata coinvolta, con quella di Sestriere, in un lavoro -studio tematico; si tratta di una ricerca differenziata per classi, dove le terze hanno trattato l'argomento delle rocce, le seconde l'alimentazione, le prime il territorio, mentre le classi della scuola elementare di Salbertrand hanno affrontato argomenti più semplici relativi alla storia dello sci, del lupo, delle conifere, abbinati a visite ed uscite sul campo. Le scuole superiori, invece, non hanno effettuato alcun percorso didattico legato all'Ecomuseo ma hanno aderito alle diverse iniziative proposte dal Parco del Gran Bosco. Di notevole importanza, è stata la realizzazione di un lavoro di collaborazione che il Romean ha svolto con il Dipartimento di Progettazione del Politecnico di Torino: durante il mese di Aprile è stato organizzato in Salbertrand un work-camp della durata di 10 giorni, al quale hanno partecipato circa 40 studenti provenienti da diversi paesi europei, coordinati da un professore dell'Università di Helsinki e da alcuni carpentieri finlandesi; il campo aveva lo scopo di ricostruire manualmente una sauna finlandese utilizzando le risorse naturali del territorio. Al campo di lavoro è seguita un'intensa attività seminariale aperta e soprattutto destinata ad architetti della Valle, avente come tema l'utilizzo delle risorse boschive. Per quanto riguarda i progetti rivolti al pubblico non scolastico, l'ecomuseo Romean offre sostanzialmente solo delle visite guidate presso i siti dell'Ecomuseo. E' importante sottolineare che l'attività didattica dell'Ecomuseo Colombano Romean è in continua crescita e soprattutto sta rivelando una spinta autonoma nella definizione della propria identità e una marcata attenzione ai temi di ricerca della struttura. 33 Il bilancio finanziario A fronte di una disponibilità finanziaria che ammonta a 540.044,39 euro, l'Ecomuseo Colombano Romean ha impiegato 26.500,00 euro per interventi di interpretazione. In particolare, sono state finanziate attività di comunicazione e promozione, che hanno assorbito il 44% delle risorse impiegate, di didattica (41%) e, tra il resto, di realizzazione della segnaletica (quasi 10%). Le risorse disponibili derivano dal finanziamento regionale relativo all'anno 2002 erogato ai sensi della L.R. 31/95 (rappresenta il 4% delle entrate complessive) e dagli avanzi cumulati dai contributi regionali per gli anni precedenti (per un importo pari a 517.383,39 euro). Le risorse ancora disponibili, destinate alla copertura degli interventi conservativi per l'ultimazione della nuova sede dell'ecomuseo e del Parco Regionale del Gran Bosco di Salbertrand (Ente gestore), per la realizzazione della carbonaia e della ghiacciaia, nonché per l'ultimazione del restauro del Mulino, non sono state impegnate a causa dei ritardi burocratici verificatisi nelle fasi di appalto dei lavori. 34 conservazione 0,00 0,00 ricerca 0,00 0,00 interpretazione 26498,44 100,00 gestione 0,00 0,00 26498,44 100,00 22.661,00 4,20 517.383,39 95,80 540.044,39 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 26.498,44 100,00 704,51 2,66 10.800,00 40,76 2.633,93 9,94 11.735,00 44,29 625,00 2,35 67.690,14 17,75 55.083,43 14,45 12.606,71 3,30 avanzo L.R.31/95 restauro e manutenzione immobili 26.498,44 6. Ecomuseo dell’Alta Val Sangone 35 L’interpretazione Il progetto rafforza strutture e iniziative legate ai temi principali scelti dall'Ecomuseo. Per la Civiltà del Pane si segnala la conclusione del primo lotto di lavori destinati al recupero del forno e della struttura ricettiva in Borgata Tonda, località ritenuta cruciale per il progetto, proprio per la completezza dei servizi offerti. In Borgata Mattonera viene acquisito il forno e sono messi a punto i progetti per il suo recupero che permetteranno a breve di avviare i lavori. Anche nella Borgata di Pianiermo, raggiungibile sono con un sentiero, l'Ecomuseo si attiva per acquistare il forno, ancora in buone condizioni. Infine la Borgata Picco dove, grazie all'intervento comunale, si procede al recupero di forno e lavatoio con la partecipazione dei residenti. Tutte le borgate sono tra loro collegate dal Sentiero Quota 1000, un sentiero balcone ideato e realizzato dalla Comunità Montana. Rafforza il tema della Civiltà del Pane una mostra che l'ecomuseo realizza con il coinvolgimento di panettieri e anziani del luogo. I loro saperi e i loro ricordi sono trascritti su sei pannelli che vengono accompagnati da una collezione di attrezzi per il forno e la panificazione. La mostra, presentata per l'inaugurazione del forno in Borgata Tonda, è ora ospitata nella sede principale dell'Ecomuseo, a Coazze. Il tema della religiosità, indagata soprattutto attraverso i piloni votivi, vede portato a conclusione il loro censimento, documentandone ben 150. Dieci di queste piccole architetture sono restaurate dall'Ecomuseo in collaborazione con la Soprintendenza - molti sono gli affreschi di pregio - e il coinvolgimento di ditte specializzate, così come di privati che concorrono al finanziamento del 50% delle spese. Il coinvolgimento della comunità locale su questo tema è davvero grande, ricollegabile al forte attaccamento, tuttora esistente, a questi elementi di religiosità popolare. Anche per questo tema esiste una mostra, composta da 16 pannelli per ora dedicati ai territori di Giaveno e Valgioie, a breve integrata con i materiali fotografici ed informativi di Coazze. Questi stessi materiali andranno anche ad arricchire la seconda edizione del libro, edito dall'Ecomuseo, dedicato ai piloni votivi, che conterrà, oltre alle schede dei singoli piloni, maggiori indicazioni descrittive sul territorio ed itinerari. A breve verrà anche realizzata la carta escursionistica tematica dell'Ecomuseo, in scala 1:25.000 che evidenzierà luoghi significativi ed itinerari, accompagnandoli con informazioni pratiche e descrittive. Si prevede una riorganizzazione degli spazi interni della sede dell'Ecomuseo, situata nel centro di Coazze, scelta dovuta a esigenze sempre più concrete e funzionali allo sviluppo del progetto. Intesa come punto di partenza per la scoperta del territorio interessato dal progetto Ecomuseo, la sede dovrà prevedere degli spazi per l'informazione, per le mostre temporanee, per esposizioni permanenti e laboratori didattici. La gestione verrà affidata ad una cooperativa che già collabora attivamente con l'Ecomuseo, affiancata dall'Ufficio Turistico comunale. I laboratori tematici sull'artigianato tradizionale, tessitura, intaglio del legno, ricamo procedono nelle loro attività di organizzazione di corsi di formazione e pubblicazioni. Se la collaborazione con l'Ecomuseo dal punto di vista finanziario può dirsi senz'altro efficace, un po' meno può essere detto per la costruzione dello spirito del lavorare assieme. E' pubblicato il quaderno tematico sugli orli ed il ricamo ed è in preparazione quello sulla tessitura. Si rafforzano inoltre i progetti dedicati ai territori di Giaveno e Valgioie, nuovi comuni coinvolti nell'ampliamento dei confini d'interesse dell'Ecomuseo. Si parlerà di mulini per la macinazione dei cereali (Giaveno), di piloni e forni (Valgioie), nell'ottica di un arricchimento progettuale comune. L'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone ha partecipato con successo all'iniziativa di teatralità popolare dell'estate 2002. 36 La didattica All'interno dell'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone è presente da tempo una figura incaricata espressamente di coordinare l'attività didattica. La Prof.ssa Buosi, vicepreside della Scuola Media di Coazze, infatti, organizza e coordina le proposte didattiche offerte dai diversi elementi che compongono la struttura ecomuseale; per alcune attività, quali la promozione, i servizi di prenotazione e l'accompagnamento, l'ecomuseo ha dato incarico a una cooperativa esterna, la Biloba, che ha sostituito la cooperativa Pan in tali funzioni. Le singole proposte sono studiate direttamente dai soggetti che fanno parte della struttura e che svolgono, con una marcata autonomia, sia l'attività di ricerca sia quella di didattica. Si possono quindi identificare differenti proposte. Relativamente al coinvolgimento degli istituti scolastici presenti sul territorio, l'attività, portata avanti direttamente dalla Prof.ssa Buosi, si concentra principalmente sulle scuole elementari e medie e coinvolge solo in parte il liceo Pascal di Giaveno. Le attività che l'Ecomuseo organizza per gli istituiti sono principalmente di due tipi: i laboratori (di intaglio del legno, di tessitura e di ricamo) e le visite guidate lungo i percorsi votivi e alle borgate, per studiarne l'architettura, gli ambienti, la storia, la flora. In particolare, i laboratori sono curati, come ricordato, dai soggetti dell'ecomuseo: La Cooperativa Il Picchio, che gestisce il laboratorio di intaglio del legno, il maestro Tessa, che cura l'officina tessile, e l'Associazione “Giaveno Ricama” per le attività di ricamo; questi operatori organizzano per i ragazzi delle scuole corsi integrati alle normali lezioni scolastiche o corsi facoltativi pomeridiani. La richiesta di partecipazione a tali iniziative, da parte degli Istituiti di Coazze e di Giaveno, è cresciuta molto in questo ultimo anno, tanto che le ore di lezione si sono moltiplicate. Ad esempio il laboratorio di intaglio, inserito nei programmi come attività opzionale, ha interessato oltre venti ragazzi e si sta valutando l'opportunità di sdoppiare il corso l'anno prossimo. Le presenze per le attività di tessitura e di ricamo sono dell'ordine di 15 unità. Proposte simili a quelle per le scuole sono offerte anche al pubblico non scolastico ed è stato programmato un fitto calendario di ore pratiche in orari serali per classi di adulti provenienti anche dall'esterno del territorio. Tutte le scuole del territorio sono state, inoltre, contattate per un corso relativo all'estrazione mineraria così strutturato: 16 ore di teoria e 8 di pratica sul territorio; ma tale attività non risulta ancora implementata. Negli spazi dell'ecomuseo, utilizzati l'anno scorso per due mostre in occasione del centenario pirandelliano, troverà posto il nuovo allestimento del Laboratorio del Suolo, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Torino. Il Laboratorio, attivo da tempo ma necessitante di una nuova dislocazione, propone progetti di didattica con parti teoriche presso la sede e parti pratiche e di sperimentazione svolte direttamente sul territorio. Si può infine ricordare che sul territorio opera anche l'Associazione FP, che si interessa alla promozione della lingua Franco - Provenzale. L'associazione organizza e promuove scambi di visite scolastiche con scuole d'oltralpe e sollecita gli studenti a mantenere vivi i rapporti attraverso contatti epistolari. Tuttavia, la FP non fa parte in modo stabile della struttura dell'ecomuseo. Un'altra proposta non effettuata direttamente dall'ecomuseo, ma comunque patrocinata da esso, è stata quella svolta dal Comune di Coazze, con l'appoggio del CAI. L'attività, che ha registrato un notevole successo (circa 50 presenze per ogni incontro), ha offerto una serie di incontri serali, aperti a tutti, a tema scientifico; le serate hanno affrontato argomenti di diversa natura, ma sempre incentrati sulle specificità del territorio interessato dall'ecomuseo. I temi hanno, per esempio, considerato l'acqua e la struttura idrogeologica, la neve, le emergenze. Quest’anno l'attività didattica ha prodotto un volume dedicato al lavoro e all'abilità manuale, in particolare al ricamo degli orli. L'Associazione “Giaveno Ricama”, in collaborazione con alcuni esponenti della comunità locale, ne ha curato l'edizione. In sintesi, l'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone, presenta un’interessante e variato programma di attività diversificate; talora, tuttavia, si ravvisa una mancanza di omogeneità di tali proposte, dovuta alla pluralità di soggetti che compongono l'Ecomuseo, ma si deve sottolineare che l'attività di coordinamento appare in crescita, così come quella di ricerca. Il bilancio finanziario L'Ecomuseo dell'Alta Val Sangone ha impiegato meno della metà delle risorse finanziarie disponibili (oltre 43%) in interventi di conservazione (complessivamente 83.393,15 euro) e la restante parte per attività di interpretazione (35%), ricerca (6%) e di gestione (14%). Il restauro di un forno presso Borgata Picco di Coazze e di una borgata di Giavenole, nonché l'acquisto di un ulteriore immobile costituiscono la maggior voce di spesa: oltre 83mila euro. Tali interventi rappresentano un ampliamento del progetto “Itinerari della civiltà del pane”. Per interventi di manutenzione dei sentieri sono stati impiegati 41.680,00 euro e oltre 26mila euro per altre attività di interpretazione, quali ad esempio comunicazione e promozione (quasi 7%) e didattica (2%). Dal punto di vista della ricerca, sono stati impiegati prevalentemente per il proseguimento dello studio sul tema della “religiosità popolare” quasi 13mila euro (oltre 6% delle spese complessive). Le spese sostenute per la gestione, infine, ammontano a 27.662,68 euro (rappresentano il 14% degli impegni): si tratta di spese per il personale (18.500,00 euro) e, per il resto, di spese per l'acquisto di materiali di consumo. L'avanzo di bilancio, pari a 6.838,53 euro, verrà impiegato per la continuazione dei percorsi della “Civiltà del Pane”. 37 conservazione 83.393,15 43,41 ricerca 12.815,00 6,67 interpretazione 68.237,72 35,52 gestione 27.662,68 14,40 192.108,47 100,00 198.261,00 99,6 686,00 0,34 198.947,00 100,00 83.393,15 43,41 320,74 0,17 15.000,00 7,81 68.072,41 35,43 0,00 0,00 12.815,00 6,67 2.015,00 1,05 10.800,00 5,62 0,00 0,00 68.237,72 35,52 8.910,00 4,64 4.537,72 2,36 41.680,00 21,70 13.110,00 6,82 0,00 0,00 27.662,68 14,40 18.500,00 9,63 9.162,60 4,77 avanzo L.R.31/95 restauro e manutenzione immobili 192.108,47 7. Ecomuseo della Pastorizia 38 L’interpretazione Proseguono i lavori di ristrutturazione dell'edificio detto “Mizhoun de la Chapelo”, nel centro di Pontebernardo, i cui lavori sono incominciati nell'estate 2002. La struttura architettonica è pressoché conclusa e il passo successivo sarà il suo allestimento, di cui sono già stati individuati gli spazi tematici principali. La Mizhoun sarà La Casa, ossia il centro principale dell'Ecomuseo, quello che sarà in grado di fornire informazioni e stimoli a chi lo visiterà, preparandolo per la sua esperienza diretta con il territorio circostante. Per questo sono previsti una sezione dedicata a museo permanente, un'area per esposizioni temporanee, il punto vendita e due aree più vicine alla realtà dell'allevamento quali il centro arieti e il fienile. Quando la struttura della Mizhoun sarà operativa, il primo edificio dell'Ecomuseo l'ex Scuola “Balbo Martini” ricollegherà la sua attuale destinazione d'uso a quella che acquistò alla fine dell'800. Fu allora che, la famiglia Martini donò l'edificio, di sua proprietà, al Comune perché divenisse la Scuola per Pontebernardo e la Borgata Murenz. La nuova Scuola “Balbo Martini” ospiterà infatti laboratori didattici e le esposizioni tematiche temporanee, e sarà considerata un “luogo flessibile” nei periodi estivi, quando la frequenza delle scuole è nulla. Il piano terreno ospiterà, osservando lo stesso criterio adottato per la Mizhou, il punto reale, legato alle attività pastorali: il caseificio. Le due architetture, poco distanti tra di loro, verranno concretamente collegate da un percorso e da un'area esterna allestita, in grado di creare un'atmosfera unitaria. Si prevede di riproporre il selciato originario: il calatà. La sistemazione dell'area esterna, così come del parcheggio lungo la strada principale di fondovalle dovrebbero essere ultimati per l'autunno 2003. Un altro segno dell'intervento dell'Ecomuseo sul territorio è dato dal recupero del sentiero che da Pontebernardo giunge a Sambuco, sede del Centro di documentazione di valle, passando per le borgate a mezza costa. Si è cercato di essere il più fedeli possibili al tracciato originario, sicuramente scelto nel passato per validi motivi. Ad oggi è stato pulito e testato il tratto che da Pontebernardo conduce alla Borgata Castello, sopra Pietraporzio. Oltre ad essere estremamente vario e panoramico, il sentiero permette di avere un punto di vista privilegiato sulle aree dei pascoli. Il ritorno è previsto sull'altro versante, quello in destra orografica, attraverso un'ombrosa abetina. L'anello dovrebbe essere ultimato e segnalato per l'estate 2004. L'Ecomuseo continua nella sua attività di ideatore e realizzatore di esposizioni tematiche. Dopo “La Routo”, richiesta ed ospitata in diverse sedi francesi e piemontesi, “Muzioco Muzicantes” ha offerto un approfondimento del mondo degli strumenti musicali dell'area occitana. Animata da momenti dimostrativi di altissimo livello, la mostra è stata accolta con grande interesse da parte della comunità locale e dal pubblico esterno. Il catalogo sonoro della mostra, un CD accompagnato da un libricino descrittivo, realizzato con grande perizia, è stato presentato in apertura del concerto voluto per l'inaugurazione dell'ultima mostra: “Les draios den viage”. La mostra propone il lungo lavoro di ricerca effettuato da un gruppo di persone dell'alta valle che per un anno e mezzo hanno consultato gli archivi comunali (soprattutto di Demonte e Pietraporzio), alla ricerca di dati sulla pastorizia in Valle Stura nei secoli XVII e XVIII. L'inaugurazione di questa ultima mostra faceva parte di un momento di confronto europeo dedicato all'analisi dei temi che concorrono a definire l'importanza e l'attualità della pastorizia. Organizzato e curato dall'Ecomuseo, l'incontro ha offerto un appassionante dibattuto tra esperti italiani, francesi e svizzeri. L'Ecomuseo procede anche nella definizione della propria Mappa Culturale. Il progetto, avviato come progetto pilota in collaborazione con il Laboratorio Ecomusei, ha suscitato un grande interesse a livello locale, dando vita a due attivi gruppi di lavoro che hanno contribuito, con la loro ricerca, all'individuazione degli elementi che costituisco il patrimonio locale dell'alta Valle Stura. La costruzione della mappa ho originato, tra i partecipanti, stimolanti discussioni e riflessioni sulla ricchezza territoriale, utili alla definizione degli interventi futuri dell'Ecomuseo. La didattica L'organizzazione dell'attività didattica, che continua a essere gestita in prima persona dal responsabile dell'Ecomuseo della Pastorizia, ha ottenuto risultati abbastanza positivi anche per l'anno scolastico passato. I progetti proposti sono stati gli stessi dell'anno precedente: un programma base, costituito dalle visite guidate e uno “speciale” composto da iniziative particolari. Il programma normale, organizzato e promosso in collaborazione con la Comunità Montana Valle Stura, è rivolto a tutte le scuole del territorio e ad alcune fuori dai confini. La proposta si conferma sostanzialmente di turismo scolastico: a una serie di itinerari è abbinata una visita, a richiesta, all'Ecomuseo della Pastorizia, con degustazione di formaggi, ed una passeggiata nel bosco con una guida naturalistica. Gli itinerari proposti dalla Comunità Montana Valle Stura sono quattro e prevedono tutti almeno un incontro con musica e danze occitane. Le attività dell'uomo, che prevede visite ad alcune attività produttive tradizionali, come forni e caseifici; il programma propone anche la visita a un vecchio essiccatoio delle castagne. Natura e cultura in alta valle: si tratta della visita al Centro di documentazione della Valle Stura e della visita di Vinadio (al forte e allo stabilimento di acqua minerale). L'importanza della pastorizia in valle: propone principalmente la visita a un allevamento di ovini di razza sambucana e all'Ecomuseo della Pastorizia; è prevista anche una passeggiata naturalistica alla scoperta della flora e della fauna alpine. 39 L'inverno in valle: passeggiata naturalistica con racchette da neve da Pietraporzio; visita alla città di Vinadio. Di questi itinerari, solo il terzo interessa in modo diretto l'ecomuseo. Per quanto riguarda i progetti speciali, questi soni rivolti alle scuole locali e proseguono, sostanzialmente, le esperienze dell'anno precedente. In particolare, l'attività “Vioure al pais”, che ha coinvolto le classi delle scuole medie, elementari e materne, ha raggiunto i primi risultati. Le classi partecipanti hanno preparato e consegnato i lavori svolti nel corso dei due anni precedenti: una ricerca sui temi dei rapporti tra la presenza di animali selvatici e la vita di montagna. I dati raccolti saranno consegnati e rielaborati dall'ecomuseo in vista di un utile impiego di ricerca. Rispetto all'anno precedente, quest’anno nei locali dell'ecomuseo, è stato allestito un laboratorio musicale: gli studenti della Valle sono stati invitati a partecipare a corsi di danza e musica. Quest’attività è stata attivata in collegamento con le attività di studio, che hanno portato all'allestimento della mostra “Muzico e Muzicantes”, situata attualmente presso la sede dell'ecomuseo, che espone strumenti, documenti e fotografie in merito al rapporto tra transumanza ed espressioni musicali nelle Terre d'Oc. Il contatto con le scuole avviene per presentazione personale del responsabile dell'Ecomuseo, o attraverso l'invio di dèpliant, video e materiale didattico informativo, oppure invitando le classi a visitare le mostre del territorio. Le attività con gli adulti hanno luogo soprattutto durante la stagione estiva e si concretizzano in un insieme di attività manuali come la produzione della pasta alimentare o la lavorazione della paglia per la fabbricazione di cesti, l'impagliatura delle sedie e poi ancora corsi di musica e danze occitane. Nei progetti di prima realizzazione vi è l'organizzazione di un laboratorio della lana che troverà spazio nell'attuale sede dell'Ecomuseo, ora in procinto di trasloco, dove, con gli antichi attrezzi per lavorare la lana, si produrranno manufatti che porteranno il marchio del museo. L'Ecomuseo della Pastorizia è, senza dubbio, dotato di grande animazione grazie allo spirito del suo responsabile; i mezzi e le proposte sono forse sottostimati rispetto alle idee potenziali. 40 41 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo della Pastorizia ha concentrato l'86% delle risorse finanziarie in attività di interpretazione (per un importo di oltre 69mila euro), quasi il 13% nella gestione (10.266,80 euro) e meno dell'1% in conservazione. conservazione 516,85 0,65 ricerca 0,00 ,0,00 interpretazione 69.169,23 86,51 gestione 10.266,80 12,84 79.912,88 100,00 87.988,00 100,00 198.947,00 100,00 516,85 0,65 516,85 0,65 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 ,0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 69.169,23 86,51 51.883,15 64,90 0,00 0,00 0,00 0,00 17.246,80 21,61 0,00 0,00 10.266,80 12,84 7.750,34 9,71 2.516,46 3,13 L'unica fonte di entrata è costituita dal finanziamento regionale per l'anno 2002 ai sensi della L.R. 31/95 e ammonta a euro 87.988,00. Inoltre, l'ecomuseo ha ricevuto donazioni e prestiti di oggetti dagli abitanti della valle, oltre che la collaborazione, su base volontaria, per l'attività di ricerca. Infine, come per gli anni passati, la Comunità Montana Valle Stura, Ente gestore dell'ecomuseo, ha messo a disposizione proprio personale e materiali di consumo. La maggior voce di spesa consiste nella realizzazione di allestimenti permanenti della nuova sede e per mostre temporanee, per le quali sono stati impegnati quasi 519mila euro. La restante parte di spese di interpretazione ha finanziato l'organizzazione di manifestazioni e iniziative culturali (pari a oltre 21% del bilancio complessivo). L'altra voce di spesa è costituita dalla gestione e, in particolare, dai compensi per incarichi esterni, per un ammontare di 7.750,34 euro, pari al 9,7% delle spese complessive, e dalle utenze e pulizie (3%). restauro e manutenzione immobili 79.912,88 8. Ecomuseo di Cascina Moglioni L’interpretazione La didattica Proseguono i lavori per il recupero della Cascina, centro principale dell'Ecomuseo. Terminati i lavori dedicati alla struttura, si sta procedendo ad appaltare i lavori del terzo lotto di cui si dispone già del progetto. I lavori riguarderanno le finiture interne e gli impianti. Avanzano nel frattempo le altre iniziative di documentazione e interpretazione del patrimonio territoriale, realizzate in stretta collaborazione con la popolazione locale. Il progetto didattico di Cascina Maglioni si è espresso attraverso un doppio strumento: un intervento in classe con presentazione su cd-rom di argomenti attinenti luoghi, suoni, immagini dell'Ecomuseo (durata: 2 ore) e la conseguente uscita sul territorio, concentrata sui tipici insediamenti agricoli della zona “le Cascine” e sull'osservazione delle attività rurali tradizionali (durata: una giornata). ll pacchetto didattico, destinato alle scuole elementari e medie, può essere fruito in modo completo, presentazione in aula più visita, o scegliendo solo una delle due opzioni. Tutte le classi, delle due scuole del territorio interpellate, hanno scelto di usufruire del programma completo. La promozione del progetto è avvenuta in maniera diretta: il responsabile dell'attività didattica di Cascina Moglioni, Andrea De Giovanni, si è recato personalmente presso gli Istituiti, favorendo un'opera di sensibilizzazione. Durante l'intervento in classe gli studenti hanno potuto conoscere giocando attraverso l'uso del cd-rom, le peculiarità del loro territorio, mentre, durante l'uscita, hanno partecipato attivamente alle attività proposte quali la mungitura, il taglio del fieno, la battitura delle lame della falce. Un esempio di questo agire è stata la costruzione di una carbonaia fatta grazie all'esperienza di due persone locali, con il sostegno del personale del Parco. L'accensione della carbonaia e la sua veglia, durata tre giorni, hanno permesso di concretizzare un momento estremamente significativo per il rafforzamento e il mantenimento della memoria e delle professionalità presenti nell'area di Capanne di Marcarolo. Negli stessi giorni avviene la premiazione del concorso “Inventa tu”', promosso dall'Ecomuseo per definire il logo rappresentativo del suo operare. Un'iniziativa importante si amplia. E' la mostra itinerante “Cabanè”, composta da fotografie e interviste che documentano persone e luoghi di Capanne di Marcarolo. La mostra, visto il grande interesse di pubblico, si trasforma in un libro, presentato al pubblico nel giugno 2003. Era stata inaugurata per la prima volta nel foyer del Teatro di Novi Ligure ed è ora allestita presso il Palazzo Lerma, sede ufficiale del Parco e dell'Ecomuseo. Nel frattempo la sovrapposizione tra iniziative e responsabilità di Parco ed Ecomuseo, viene lentamente chiarita. A diversità degli anni passati, le proposte dell'Ecomuseo vengono organizzate in modo autonomo, dichiarandolo esplicitamente in tutti i materiali realizzati, compresi quelli della promozione. Questo non pregiudica, ma migliora, l'interazione positiva avviata negli anni con enti e associazioni locali. Durante il corso dell'anno sono stati approvati il logo che identifica l'ecomuseo e lo slogan promozionale, nati dal concorso “Inventa tu”, indetto l'anno precedente e al quale avevano aderito molte scuole elementari e medie del Piemonte e della Liguria. Nei prossimi mesi estivi, avranno luogo tre manifestazioni caratteristiche: l'antica fiera del bestiame in località Capanne di Marcarolo, il Ferragosto in festa con balli tradizionali al Comune di Bosio (AL), mentre a ottobre si terrà un convegno sul castagno presso il Comune di Voltaggio (AL). A quest’ultimo evento faranno seguito due cene di gala: una destinata agli Amministratori e una di sensibilizzazione per i ristoratori della zona. In conseguenza di questi momenti, l'ecomuseo 42 ha in programma di creare un progetto destinato alle scuole, dove poter affrontare i temi propri del territorio espressi in questi avvenimenti: le musiche, le feste e la religiosità da un lato e il prodotto tipico del luogo dall'altro, con un corso specializzato sulla cucina della castagna. Per quanto attiene l'attività didattica destinata al pubblico adulto, l'ecomuseo propone una serie di escursioni sul territorio, sia diurne, presso i luoghi rurali caratteristici del luogo, che notturne, per osservare i colori della notte ed ascoltarne i suoni. L'Ecomuseo di Cascina Moglioni ha registrato ritardi e rallentamenti delle normali attività, in seguito al cambio di direzione. Un esempio di difficoltà organizzativa e di mancanza di autonomia dell'ecomuseo è il caso della carbonaia didattica costruita nella passata annata; attualmente, il sito risulta dismesso ed occupato da cinghiali, perdendo l'utilità per cui era stato realizzato. Il nuovo responsabile, tuttavia, sta dimostrando una marcata attenzione ai problemi di ricerca e di organizzazione dell'ecomuseo, soprattutto puntando alla definizione di un programma della struttura in autonomia dal Parco, che ne è il soggetto gestore. finanziato l'intervento di recupero dell'immobile di Cascina Moglioni, incidendo per il 42% sulle spese sostenute. Tra le attività di interpretazione, la comunicazione e promozione hanno assorbito il 21% delle risorse impiegate, per un importo di 30.376,62 euro, e, l'allestimento dell'esposizione temporanea “Cuore di cabanè” ha inciso per il 2% sul bilancio complessivo. Lo studio sul germoplasma castanicolo, in fase di realizzazione da parte del dipartimento di colture arboree dell'Università di Torino, è stato finanziato per una spesa di 26.400,00 euro. La gestione ha assorbito 22.500,00 euro che hanno interamente coperto il compenso per incarichi esterni. conservazione 61.067,53 42,45 ricerca 26.400,00 18,35 interpretazione 33.876,62 23,55 gestione 22.518,71 15,65 143.862,86 100,00 155.000,00 42,82 206.966,76 57,18 361.966,76 100,00 61.067,53 42,45 0,00 0,00 0,00 0,00 61.067,53 42,45 0,00 0,00 26.400,00 18,35 0,00 0,00 26.400,00 18,35 0,00 0,00 33.876,62 23,55 3.500,00 2,44 0,00 0,00 0,00 0,00 30.376,62 21,11 0,00 0,00 22.518,71 15,65 22.518,71 15,65 0,00 0,00 avanzo L.R.31/95 Il bilancio finanziario A fronte di una disponibilità finanziaria di 361.000,00 euro, proveniente dalla L.R. 31/95 per l'anno 2002 e dall'avanzo di bilancio, l'Ecomuseo di Cascina Moglioni ha impiegato meno della metà di tali risorse, per una spesa complessiva di quasi 144mila euro. Le spese sostenute hanno finanziato la conservazione, per un importo di 61.067,53 euro, e per la restante parte, attività di interpretazione (23% delle spese complessive), ricerca (18%) e gestione (15%). Le risorse ancora disponibili (218.103,90 euro) saranno completamente impiegate entro la fine del 2003 per il completamento del restauro di Cascina Moglioni (terzo lotto per la sistemazione degli interni e dell'impiantistica) e, successivamente, per la progettazione dell'allestimento della cascina e delle aree esterne. Le spese di conservazione hanno restauro e manutenzione immobili 143.862,86 43 9. Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite 44 L’interpretazione Il Palazzo dell'ex Pretura, sede del Centro d'Interpretazione dell'Ecomuseo, apre la propria disponibilità ad accogliere, unitamente alla Biblioteca Civica, anche il Centro di Documentazione della Comunità Montana, sottolineando in tal modo la volontà, da parte dell'Ecomuseo, di allearsi con le altre realtà locali con l'intento di rafforzare e valorizzare al massimo le risorse disponibili. Il Palazzo potrà così essere inteso come un vero e proprio centro di riferimento per iniziative e ricerche di tipo culturale, messo a disposizione soprattutto per il territorio delle Valli Bormida e Uzzone. Emerge qui chiaramente il potere attrattivo di edifici storici recuperati con interventi professionali seri e qualificati. Accade anche che, nell'autunno del 2002, il Comune di Cortemilia riceva, in qualità di gestore dell'Ecomuseo, l'ambito premio 'Case di Pietra', conferito dall'Associazione L'Arvangia a quei progetti meritevoli nel campo del recupero delle architetture tradizionali, in questo caso il Palazzo dell'ex Pretura. Questo dimostra come, a tre anni dal suo avvio, l'Ecomuseo cominci ad assumere un ruolo più chiaro all'interno della realtà locale, quale istituzione riconosciuta che opera per la valorizzazione del patrimonio territoriale. Nell'ottica della reciproca collaborazione, e per sottolineare ulteriormente l'importanza del tema dell'architettura tradizionale, l'Ecomuseo ospiterà nell'ottobre 2003 la XV edizione del Premio “Case di Pietra”. L'altro luogo significativo dell'Ecomuseo, Monte Oliveto, è oggetto di interventi migliorativi. Grazie all'ottenimento di finanziamenti del Piano Integrato d'Area, il progetto di recupero della cascina sommitale è ora operativo. Con l'acquisto del sito, che comprende una parte agricola su terrazzamenti e una cascina, seguito dalla successiva progettazione per il suo recupero e riuso, l'Ecomuseo ha quindi avviato un volano positivo d'interessi. I lavori della parte architettonica sono cominciati nella tarda primavera del 2003 e saranno terminati entro la fine del gennaio 2004. Con interventi di potatura degli alberi da frutto e di rinvigorimento dei vigneti è stata riqualificata anche la parte del paesaggio agrario. La vendemmia del 2002 ha fornito le uve per la prima vinificazione a nome dell'Ecomuseo. Le bottiglie del sorì Monte Oliveto verranno numerate e distribuite come promozione dell'evento, simbolico anche della rinascita della produzione vinicola di qualità sui terrazzamenti. A Monte Oliveto hanno lavorato, contribuendo con il loro prezioso aiuto, studenti provenienti da tutta Europa, raggiunti grazie alla mediazione dell'Associazione Internazionale IBO e coordinati da un maestro di fiducia. I campi di lavoro estivi, due gruppi di una decina di persone per l'estate 2002 e 2003, sono ritenuti momenti assai importanti per l'Ecomuseo, non solo per la realizzazione di lavori altrimenti rallentati dalla burocrazia, ma soprattutto come progetto di sensibilizzazione locale e di apertura degli orizzonti mentali. Nell'estate 2003 i lavori dei campi estivi hanno anche interessato la Borgata di Doglio, sulle colline circostanti Cortemilia. I volontari hanno aiutato a riaprire un tratto di sternia (sentiero lastricato in pietra) che era, prima della nuova strada asfaltata, il percorso principale tra Cortemilia e la Borgata. Il sentiero di Doglio fa parte di un progetto di maggiore ampiezza che prevede l'individuazione di itinerari escursionistici alla scoperta del territorio e delle sue particolarità. Da una struttura viaria portante, carrozzabile, si dipartiranno itinerari tematici e panoramici che privilegeranno le antiche vie di comunicazione. Una carta proporrà agli interessati le scelte possibili, con le loro caratteristiche salienti. Il ripristino del sentiero tra Doglio e Cortemilia è funzionale al rafforzamento di un intervento di recupero destinato a una piccola costruzione in pietra a secco, dalla forma del tutto particolare: un essiccatoio di castagne a pianta circolare. La disponibilità della proprietà ha permesso la stipula di una convenzione con l'Amministrazione Comunale, quale gestore dell'Ecomuseo. A fronte della riqualificazione della costruzione, la proprietà si impegna a lasciarne l'uso all'Ecomuseo per 20 anni. L'intenzione è di riproporre il suo utilizzo, quindi effettivamente fare la seccagione delle castagne. Il tema dei queste piccole architetture, è il tema portante dell'esposizione che quest'anno, come ogni anno, l'Ecomuseo organizza chiamando un partner esterno al territorio, scelto per la sua esperienza sul tema. Quest'anno sarà l'Ecomuseo del Casentino, con il nodo dell'Ecomuseo del Castagno del Comune di Ortignano Raggiolo. Nell'estate 2002 il tema era stato quello dei laboratori didattici con le scuole, invitate a collaborare sui molti temi collegati al paesaggio terrazzato. Ospite l'Ecomusée de Terracces dell'Ardèche. Proprio per queste iniziative di sensibilizzazione legate alla valorizzazione del patrimonio locale l'Ecomuseo ha ricevuto quest'anno un altro premio: “Carmelina Brovie e le sue sorelle”, dato alle associazioni ed istituzioni che operano in modo originale per la valorizzazione dei propri luoghi. Con questi stessi intenti l'Ecomuseo progetta e realizza la prima edizione del “Premio di letteratura per l'infanzia: Il Gigante delle Langhe”. Nato come arricchimento della fortunata serie della Collana “Le nuove favole”, portata avanti in stretta collaborazione con le scuole locali e scelta dall'Ecomuseo per alimentare di significati immaginari il paesaggio terrazzato, il premio si è attirato la simpatia delle case editrici e la preziosa collaborazione di una giuria di altissimo livello tra cui Emanuele Luzzati, Francesco Langella e Rosella Picech. Il premio è stato impostato secondo tre sezioni: racconti editi, illustrazioni edite, racconti con le scuole locali. La premiazione è avvenuta a fine novembre, preceduta da una due giorni di animazione, lettura, laboratori, spettacoli teatrali, di cui alcuni collegati all'iniziativa di teatralità popolare. La seconda edizione prevede la giornata di premiazione per il 30 novembre 2003. 45 46 La didattica Le iniziative didattiche dell'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite di Cortemilia sono programmate e coordinate direttamente dalla direttrice della struttura Donatella Murtas; a fianco della responsabile, l'ecomuseo ha promosso la formazione di una cooperativa, chiamata Fior di Pietra, composta da ragazzi del territorio, che affianchi la struttura nelle funzioni di didattica. Il ruolo della cooperativa è stato quest’anno particolarmente importante; infatti, l'ecomuseo ha scritto un programma di attività nuovo rispetto al passato, ponendo in primo piano l'utilizzo di una serie di laboratori gestiti da Fior di Pietra e rivolti alle scuole locali, di Cortemilia e della Valle Bormida, medie ed elementari. La proposta offre tre laboratori a tema: piccole architetture, creatività e paesaggio agrario dei terrazzamenti. Schematicamente, ogni laboratorio si articola su quattro incontri di mezza giornata, con una struttura simile per tutte le proposte. In tutti i laboratori previsti, il primo incontro è un’introduzione al mondo ecomuseale; si prevedono, poi, un'uscita sul territorio e soprattutto la creazione di un “prodotto” inerente il tema del laboratorio. Ad esempio, per il laboratorio legato all'ambiente agricolo, si sono preparati dei trasformati a partire da mele, di cui si è studiato il sistema di coltivazione, prodotte sui terrazzamenti; per il laboratorio sulle piccole architetture, dopo le uscite per visitare gli essiccatoi di castagne e il monte Uliveto, si è chiesto ai ragazzi di fare una composizione a partire dagli elementi individuati in campo; il terzo laboratorio, quello sulla creatività, ha lavorato sui diversi elementi presenti nelle favole tradizionali, tra Asia, Africa e quelle locali raccontate o inventate nell'ecomuseo. Una scuola di Bra ha partecipato, dopo averlo richiesto e pagando il servizio, a una iniziativa particolare sulle lavorazioni dei muretti a secco. Durante il lavoro di tutti i laboratori si è proceduto sia a riprendere un video sia a fotografare le attività svolte. Il video realizzato dovrebbe servire a due scopi: la formazione degli operatori didattici e la promozione del servizio offerto presso le scuole. Al termine dei laboratori si è organizzata una riunione con gli insegnanti coinvolti, al fine di avere una sorta di valutazione del lavoro svolto con i ragazzi. I rapporti con le scuole superiori di Cortemilia sono stati poco significativi, ma per quest’anno è prevista la presenza nell'ecomuseo di una stagista incaricata di seguire l'organizzazione dei campi di lavoro internazionali, attività che prosegue con la co-organizzazione della IBO, e la schedatura dei materiali ecomuseali. Infine, in merito al Premio letterario per l'infanzia, si sta organizzando la nuova edizione; la prima ha avuto, infatti, un esito molto positivo e anche le attività didattiche direttamente collegate, come l'animazione alla lettura organizzato con la Biblioteca Civica di Alba, hanno ricevuto un'ottima accoglienza. L'Ecomuseo ha quest’anno deciso di offrire un nuovo programma didattico; la proposta dei laboratori ha creato alcune difficoltà organizzative, specialmente per la formazione degli operatori, ma il ritorno risulta sostanzialmente positivo. 47 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite ha concentrato il 44% delle risorse finanziarie in attività di interpretazione per un importo di quasi 76mila euro, e la restante parte in interventi conservativi (quasi 49mila euro) e in gestione (27%). conservazione 48.972,00 28,67 ricerca 0,00 0,00 interpretazione 75.819,00 44,38 gestione 46.028,00 26,95 170.819,00 100,00 170.819,00 100,00 170.819,00 100,00 48.972,00 28,67 15.000,00 8,87 0,00 0,00 33.972,00 19,89 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 75.819,00 44,38 28.000,00 16,39 15.000,00 8,78 0,00 0,00 32.819,00 19,21 0,00 0,00 46.028,00 26,95 45.000,00 26,35 1.028,00 0,60 Le spese sono state interamente coperte con il trasferimento regionale ai sensi della L.R. 31/95, unica fonte di entrata per l'anno 2002. Le spese di interpretazione hanno coperto attività di comunicazione e promozione, tra le quali la pubblicazione di ricette e la manifestazione “Premio letterario per l'infanzia” (32.819,00 euro), l'allestimento della quarta edizione della mostra sul tema cultura del castagno (28.000,00 euro) e, per la restante parte, la didattica. Il 28% delle risorse è stato impiegato per attività di conservazione: per la progettazione della ristrutturazione di Monte Oliveto e il recupero funzionale di un essiccatoio presso Doglio (complessivamente, quasi 34mila euro) e per la manutenzione dei vigneti di Monte Oliveto, per un importo di 15.000,00 euro. La maggior parte delle spese di gestione ha coperto i compensi per il personale (26% delle spese complessive). restauro e manutenzione immobili 170.819,00 9. Ecomuseo della Valsesia 48 L’interpretazione Per quanto riguarda l'area dell'Ecomuseo del territorio e della cultura Walser si può osservare un avanzamento dei lavori relativi alle strutture architettoniche. Sono quasi ultimati i lavori di recupero del complesso edilizio del Mulino di Piana Fontana, nel Comune di Mollia. Terminato il primo lotto, si è ora nella fase conclusiva del secondo, che prevede il completamento della struttura con le attrezzature interne e le opere necessarie alla canalizzazione delle acque verso la ruota idraulica. Il progetto prevede anche di migliorare la viabilità pedonale di accesso al sito, collegandolo con la strada pubblica. Sono invece ultimati i lavori di ristrutturazione del Teatro Unione Alagnese, inteso quale Centro accoglienza e informazioni dell'Ecomuseo, di cui si è in attesa del collaudo. Nel Comune di Rimella si procede alla riorganizzazione del Museo Civico “G.B. Filippa”, data la conclusione dei lavori di migliorie effettuati sugli intonaci esterni, sulla copertura e sui serramenti esterni. Al piano terra si prevede l'allestimento di un'esposizione permanente di oggetti di cultura materiale walser; il primo piano accoglierà invece l'esposizione che il Museo precedentemente ospitava al piano terra. Sempre il Comune di Rimella sta predisponendo il progetto per la ristrutturazione della Casa Eredi Vasina, in frazione Sella, quale sede destinata a struttura di accoglienza e informativa. Terminano i lavori di ristrutturazione del Laboratorio - Bottega del Marmo finto a Rima S. Giuseppe. I lavori permetteranno di avere una struttura che ospiterà a piano terra il laboratorio, al primo piano l'esposizione permanente sui manufatti realizzati con la tecnica del marmo finto e al terzo piano due camere ad uso foresteria. Si conclude la fase di ricerca e di studio del progetto finalizzato alla realizzazione del percorso d'interpretazione dedicato all'utilizzo della risorsa legno, la cui partenza è prevista dal centro di Rassa. Nella fase della ricerca il progetto ha privilegiato il coinvolgimento della comunità locale e della sua conoscenza dei significati del luogo. L'Ecomuseo del territorio e della cultura materiale contadina della Bassa Valsesia avanza con il terzo lotto dei lavori di ristrutturazione del fabbricato “Casa la Spagna” di Valduggia, quale sede di riferimento principale del proprio progetto ecomuseale. Giungono quasi alla fase di ultimazione anche i lavori di recupero conservativo del fabbricato 'Torchio' nel Comune di Breia, quale museo delle attività archeologiche e industriali. L'Ecomuseo propone inoltre corsi di formazione legati al recupero delle professionalità artigianali più utili alla conservazione del patrimonio locale: antiche tecniche pittoriche parietali, restauro di tele a olio, recupero di tetti in paglia. Il corso sul recupero dei tetti in paglia è realizzato con la collaborazione del Parco Naturale del Monte Fenera, quale uno degli attori principali nell'attuazione del progetto ecomuseo. Oltre al corso e alla pubblicazione di una dispensa didattico-formativa di supporto, il Parco provvede al recupero di due Taragn in Località Sorzano di Valduggia e alla realizzazione di una pubblicazione sui sentieri dei Taragn. La didattica Secondo le informazioni rilevate direttamente presso il soggetto gestore dell'Ecomuseo della Valsesia, nell'ultimo anno non è stata attivata da parte della struttura alcuna proposta didattica, né si sono approntati progetti per l'immediato futuro. L'ecomuseo, infatti, denuncia attualmente marcate difficoltà di carattere progettuale ed organizzativo, soprattutto a causa della mancanza di un direttore responsabile. Il bilancio finanziario L'Ecomuseo della Valsesia ha ricevuto, ai sensi della L.R. 31/95, un finanziamento per l'anno 2002 di 319.421,47 euro. L'ente gestore dell'ecomuseo, la Comunità Montana della Valsesia, non ha presentato la relativa rendicontazione. 10. Ecomuseo delle Terre d’Acqua L’interpretazione L'Ecomuseo non ha presentato la rendicontazione delle attività svolte durante l'anno 2002. A questo si sommano le difficoltà, ancora non risolte, del coordinamento complessivo del progetto e l'individuazione formalizzata di una persona di riferimento. Non si segnalano pertanto azioni di interpretazione e si rimanda al Rapporto dell'anno 2001. La didattica L'attività didattica dell'Ecomuseo delle Terre d'Acqua, si è concentrata nello sviluppo e nella realizzazione del progetto “Atlante multimediale della cultura materiale”, presentato ai docenti del territorio alla fine dello scorso anno e promosso dal Laboratorio Territoriale in collaborazione con l'Istituto per l'Educazione e l'Ambiente Scholè Futuro. Si tratta di un lavoro interprovinciale che ha coinvolto 14 scuole, dalle classi materne a quelle superiori, per un totale di circa 40 insegnanti e 1500 studenti, diffuse tra le città di Biella, Alessandria e Novara. La promozione del progetto è avvenuta per opera di un collaboratore dell'ecomuseo, il quale ha contattato i dirigenti scolastici di tutti gli istituti facenti parte dei comuni rientranti nei confini dell'ecomuseo. Gli insegnanti che hanno aderito all'iniziativa, sono diventati referenti del progetto e hanno partecipato, nel mese di settembre, a una giornata orientativa e di formazione, per individuare le linee e le metodologie da seguire per la realizzazione dell'Atlante, adeguandole all'età e alla scolarità degli allievi. L'obiettivo era quello di guidare gli alunni nella creazione di un sito interattivo e dinamico, sui temi dell'ecomuseo, avente due linguaggi di interpretazione: uno destinato ai bambini, uno a un pubblico più adulto. L'argomento principale attorno al quale si è sviluppato il progetto è stato il rapporto tra l'uomo e l'acqua, integrato da altre sezioni 49 in cui si è parlato di enogastronomia, ambiente e tradizioni. Il lavoro si è svolto con un'accurata raccolta di interviste, registrazione di video, studio e catalogazione di materiali con sistema autocad; l'Istituto per l'Educazione e l'Ambiente Scholè Futuro ha provveduto alla realizzazione del risultato su diversi supporti. Il 31 maggio 2003, si è svolta la giornata di presentazione del sito, con il coinvolgimento di tutti i partecipanti e genitori degli studenti, durante la quale sono stati esposti i lavori svolti, proiettati i CD e organizzati laboratori didattico-artistici in cui i bambini hanno eseguito lavori con creta e argilla, seguendo le istruzioni di due guardia - parchi e tre insegnanti di educazione artistica. Attualmente il sito è ancora in fase di costruzione, solo nel mese di settembre entrerà nel portale della Provincia e sarà pubblicamente accessibile. Per quanto riguarda le altre attività didattiche, destinate sia agli studenti che agli adulti, l'ecomuseo ha lasciato alcuni progetti in sospeso, con l'intenzione di realizzarli nella prossima stagione: si tratta per esempio, di definire una serie di percorsi sul territorio, già individuati, e organizzati secondo un punto di vista turistico - conoscitivo. In sintesi, l'Ecomuseo delle Terre d'Acqua, rispetto alla stagione passata in cui l'attività didattica non era stata nemmeno avviata, ha concentrato l'attività nella realizzazione del progetto multimediale, destinato a tutti i fruitori della rete e utile strumento, se mantenuto costantemente aggiornato. Il bilancio finanziario L'Ecomuseo delle Terre d'Acqua ha ricevuto, ai sensi della L.R. 31/95, un finanziamento per l'anno 2002 di 520.777,29 euro. L'ente gestore dell'ecomuseo, la Provincia di Vercelli, non ha presentato la relativa rendicontazione. 11. Ecomuseo del Biellese L’interpretazione L'insieme delle cellule che compone l'Ecomuseo del Biellese ha dedicato la maggioranza delle sue attenzioni soprattutto al recupero e alla riqualificazione delle sedi destinate a essere i luoghi significativi dei singoli progetti ecomuseali. Sono spesso lavori di completamento di opere già avviate negli anni precedenti. Dopo le strutture murarie, è la volta della parte impiantistica, della sistemazione delle aree esterne. In alcuni casi si affronta il progetto di allestimento interno e dell'allestimento di percorsi esterni (Candelo, Fabbrica della Ruota, Valle Elvo e Serra). Alcune cellule hanno inoltre avviato la realizzazione di filmati documentari relativi a lavorazioni particolari (il latte per l'Oasi Zegna) o dedicati alla documentazione di saperi locali (interviste a persone della comunità). La didattica Ancora oggi l'Ecomuseo del Biellese non ha realizzato un’attività didattica di sistema, comune alle varie cellule, ma ha scelto di mantenere le attività didattiche a livello periferico, come un'espressione autonoma dei singoli soggetti. Un coordinamento didattico, infatti, non è previsto, ma esiste comunque un coordinamento di tipo organizzativo, di cui è incaricata Barbara Caneparo. Ogni cellula, dunque, programma in autonomia la propria attività di ricerca, di didattica e di comunicazione dei servizi; in senso operativo, in linea di massima si incarica delle necessità logistiche, fornisce materiale didattico alle scuole al fine di facilitare le operazioni di conoscenza diretta. Il contatto con le scuole, sia del territorio che fuori, soprattutto della Lombardia, avviene tramite gli insegnanti che lavorano presso le varie cellule, oppure attraverso l'uso di internet o con lettera aperta agli istituti. Un punto d'appoggio e di riferimento comune 50 è costituito, comunque, dall'ATL di Biella, riconosciuta come veicolo informativo e punto d'incontro per la domanda e l'offerta di tutte le attività dell'ecomuseo. Di conseguenza, e al fine di semplificare il quadro, è opportuno valutare l'operato di ogni singola unità. La Fondazione Pistoletto continua la sua attività come Università delle Idee; anche quest’anno ha allestito una mostra - incontro di arte contemporanea e ha ripetuto l'iniziativa del master residenziale estivo. Quest’ ultima attività è stata progettata in collaborazione con l'Ecomuseo Valle Elvo e Serra e la Trappa; alcuni allievi del master parteciperanno al campo estivo organizzato alla Trappa, in collaborazione con i Ragazzi del Servizio Civile Internazionale; l'attività ha lo scopo di realizzare una Mappa di Comunità. L'Ecomuseo della Vitivinicoltura di Candelo, ha continuato la normale attività di visite guidate al Ricetto e in particolare all'allestimento ospitato sotto il Comune. Il vigneto sperimentale, che dovrebbe servire da laboratorio didattico, non è ancora operativo, in quanto gli impianti sono stati messi a dimora da soli tre anni e quindi non sono ancora sufficientemente produttivi. Per l'attività didattica, l'ecomuseo, con la Provincia di Biella e la Regione Piemonte, ha realizzato delle schede da elaborare in classe con il Ricetto quale soggetto di studio. All'esterno della struttura dell'ecomuseo, l'agriturismo della Mandria, organizza soggiorni per le scuole con visita a Candelo e alla struttura ecomuseale. La Casa Museo dell'Alta Valle Cervo a Rosazza mantiene il programma di visite guidate, precedute da un intervento preparatorio in classe; tali iniziative sono al momento destinate solo alle scuole del Biellese. Quest’anno sono state realizzate oltre venti visite, collegate a una conversazione in classe, e due uscite con adulti. Anche presso il Museo Laboratorio di Mezzana Mortigliengo, continua il programma di visite guidate, così come continua la proposta di percorsi guidati, sia per le scuole del Biellese che per quelle extra territoriali, presso l'Ecomuseo della Ruota a Pray. L'Oasi Zegna propone per il terzo anno consecutivo, e con notevole successo, il suo progetto educativo invernale; l'iniziativa propone soggiorni, articolati in due momenti: uno di pratica sugli sci e uno teorico incentrato sulla vita e cultura alpina. Quest’anno i partecipanti sono stati circa 1500; le normali visite guidate all' Oasi Zegna proposte alle scuole sono state circa 400. L'Ecomuseo di Cossato, prosegue la sua iniziativa di coinvolgimento delle scuole locali, per ora solo elementari, in attività didattiche legate al tema del suo impianto feudale; l'offerta propone un programma di giochi di ruolo basati su elementi della vita medievale. Questo anno il lavoro svolto, che ha interessato circa 200 ragazzi, ha portato a una rappresentazione, basata sui risultati ottenuti dal lavoro con le classi, durante la manifestazione “Tutta mia la città”. Un'altra proposta, destinata non solo alle elementari ma anche alle medie e alle materne, riguarda il laboratorio sulla Baraggia; l'iniziativa prevede sostanzialmente delle visite guidate, ma integrate anche da una sorta di mappatura botanica e faunistica. Continuano e fanno parte del laboratorio, a richiesta, le visite guidate presso Castellengo, l'Archivio di Stato e alle Baragge. L'Ecomuseo della Terracotta di Ronco, organizza itinerari guidati al museo e, solo per le scuole del Biellese, circa dieci classi, corsi in classe articolati in sei lezioni, sulla terracotta tradizionale, dove gli allievi si sono esercitati nella creazione di antichi giocattoli. Proseguono, inoltre, i corsi per gli adulti sui diversi tipi di lavorazione dell'argilla: al tornio, a pressione a mano e di decorazione. La struttura ha, inoltre, ricevuto visite di oltre 300 ragazzi. L'ex Mulino Susta di Soprana, ha avviato un progetto con le classi terze, quarte e quinte delle scuole elementari, tre classi per 38 allievi, dal titolo “Dove nasce la forza”; l'attività prevede una visita al mulino in ristrutturazione, seguita da una serie di ricerche e interviste presso gli abitanti del paese, per la realizzazione di pannelli illustrativi. A Vermogno, l'Ecomuseo dell'Oro, ha attivato una stretta collaborazione con il Parco della Bessa, con il quale si organizzano “spedizioni” di ricerca aurifera, come attività ludico-sportiva. Il Parco mette a disposizione gli attrezzi, l'ecomuseo si occupa dell'organizzazione delle esperienze pratiche. L'iniziativa è stata rivolta agli studenti delle scuole medie ed elementari; le risposte sono state circa 700. E', inoltre, in corso un progetto, in collaborazione con l'Istituto Comprensivo di Occhieppo, per la realizzazione di un quaderno didattico. A Salussola, l'Ecomuseo dell'Oro e della Pietra, organizza itinerari e passeggiate come la ”Riscoperta degli antichi sentieri”, rivolti a tutte le scuole di Salussola e corredati da pieghevoli informativi, da consultare preventivamente in aula. Sono presenti anche altre due proposte di itinerari didattici: uno dedicato alla religiosità popolare e uno avente come tema il lavoro. A livello centrale, l'Ecomuseo del Biellese ha organizzato, in collaborazione con la Sovrintendenza dei Musei Piemontesi e Biellesi, un programma di itinerari di formazione per operatori culturali costituiti da incontri teorici seguiti da uscite sul territorio, rivolti a un pubblico adulto e con lo scopo di dare, a chi è impegnato all'interno dell'intera rete ecomuseale biellese, degli strumenti comuni di lavoro. I partecipanti sono stati in media 60 per incontro. In sintesi, si può dire che l'Ecomuseo del Biellese è sicuramente vivace dal punto di vista didattico, ma resta il problema della scarsa omogeneità delle attività e della poca comunicazione tra le cellule che lo compongono. 51 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo del Biellese ha realizzato interventi conservativi sugli immobili, impiegando il 61% delle risorse disponibili per un importo di 211.714,33 euro. La restante parte del bilancio ha coperto attività di interpretazione (113.144,21 euro) e di gestione (21.000,00 euro). L'81% delle entrate deriva dal trasferimento regionale ai sensi della L.R. 31/95 relativo all'anno 2002 (279.133,58 euro), mentre la restante parte deriva dai cofinanziamenti delle 15 cellule che costituiscono il sistema dell'ecomuseo e da contributi da parte della Provincia di Biella (complessivamente 66.800,96 euro). Tra gli interventi di conservazione, le attività di restauro e manutenzione degli immobili presso le cellule di Cossato, Salussola, Candelo, Ronco Biellese, Mezzana e la Fondazione Pistoletto di Biella hanno assorbito metà bilancio per un importo di 185.891,49 euro. Quasi il 33% delle risorse disponibili è stato impiegato per la copertura di attività di interpretazione: in particolare, sono state finanziate la progettazione degli allestimenti delle cellule di Bagneri, Neri e Trappa (Valle Elvo e Serra) e della Fabbrica della Ruota per un importo di 60.516,12 euro; inoltre, sono stati realizzati attività e materiali di comunicazione e promozione per un impegno di oltre 52mila euro. Le spese di gestione, che rappresentano il 6% delle risorse impiegate, hanno finanziato la copertura degli incarichi esterni al coordinatore dell'ecomuseo e al comitato scientifico. 52 conservazione 211.714,33 61,20 ricerca 0,00 0,00 interpretazione 113.144,21 32,70 gestione 21.076,00 6,10 345.934,54 100,00 279.133,58 80,69 66.800,96 19,31 345.934,54 100,00 211.714,33 61,20 25.822,84 7,46 0,00 0,00 185.891,49 53,74 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 113.144,21 32,70 60.516,12 17,49 0,00 0,00 0,00 0,00 52.628,09 15,21 0,00 0,00 21.076,00 6,10 21.076,00 6,10 1.028,00 0,60 altri trasferimenti restauro e manutenzione immobili 345.934,54 12. Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano 53 L’interpretazione Sono quasi giunti al termine i lavori di ristrutturazione dell'edificio che accoglierà a Morialdo, frazione di Castelnuovo Don Bosco, la Xiloteca. Nel frattempo l'Ecomuseo ha indagato le modalità più efficaci con cui procedere nella fase di allestimento. Ritenendo fondamentale il coinvolgimento delle scuole e della comunità locale, la scelta ha privilegiato il coordinamento del progetto di allestimento da parte dell'Istituto d'Arte di Asti, piuttosto che di un professionista specializzato. Le motivazioni sono da attribuire alla disponibilità dei primi a lavorare in un clima di scambio reciproco con le realtà locali, metodo non altrettanto condiviso invece nel secondo caso. Il progetto di allestimento partirà all'inizio di settembre, con uno stage residenziale di una settimana a Morialdo degli studenti dell'Istituto d'Arte. Parallelamente l'Ecomuseo continua a dedicare particolare attenzione alle iniziative di sensibilizzazione e condivisione delle conoscenza a livello locale. Appartengono a questo modo di operare i convegni tematici dedicati quest'anno a Gianduia e ai Saltimbanchi, entrambi temi di grande interesse nell'affermazione delle peculiarità del territorio. La didattica Nell'ultimo anno, l'Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano ha completato e stabilizzato la propria struttura dedicata alla didattica. Attualmente, sotto il coordinamento di Elisabetta Serra, operano alcuni consulenti, responsabili delle aree di attività con le scuole individuate direttamente dall'ecomuseo. I rapporti tra i consulenti e la struttura sono caratterizzati da una stretta collaborazione: la scelta dei temi, che derivano dalla ricerca svolta dall'ecomuseo, e le linee generali di attività e di comunicazione sono discusse e decise insieme; successivamente, gli operatori hanno piena libertà di utilizzare le tipologie e gli strumenti di didattica che ritengono più adeguate nel loro campo. Le iniziative didattiche dell'ecomuseo, rivolte sia alle scuole interne che a quelle della provincia di Torino, sono definite “di avviamento” e si distinguono per due diversi tipi di approccio: quello della memoria raccontata e quello della memoria interpretata. Nel primo caso si parla di testimonianza scritta: l'ecomuseo, in collaborazione con alcune testate giornalistiche locali, e con il patrocinio della Regione Piemonte, offre agli insegnanti delle scuole elementari il supporto di un giornalista, di una redazione e tutti gli strumenti necessari per la pubblicazione di un vero e proprio giornale scritto dagli studenti. Il progetto “Ecogiornale” è stato accolto dalla scuola elementare di Cellarengo, che ha pubblicato il numero unico “Il mondo di Cellare” nel maggio 2003, e da altre cinque scuole del territorio. Nel secondo caso, la storia del territorio viene interpretata attraverso gli occhi dell'arte: grazie all'intervento di professionisti, l'ecomuseo ha organizzato alcune iniziative, di canto, teatro, arti figurative, per permettere agli studenti di vivere il proprio passato e inventarne uno nuovo attualizzato. I corsi di canto popolare, “Dal rumore al suono; dal suono alla canzone”, destinati alle scuole elementari e medie, tenuti da Daniele e Giuliano Contardo, integrati alle ore di lezione scolastica, prevedono di sviluppare geograficamente, storicamente e musicalmente un discorso sulla memoria del territorio. L'offerta didattica prevede sei lezioni di due ore ciascuna: le richieste sono pervenute da 22 scuole del territorio, coinvolgendo un totale di 550 bambini. I corsi “Burattinando burattinando”, trasmissione della tradizione culturale attraverso la recitazione dei burattini, sono tenuti da Emanuela Arena e destinati alle scuole materne ed elementari del primo e del secondo ciclo. Le lezioni si articolano in tre momenti principali: in un primo tempo vi è la spiegazione della natura dei burattini e lo studio dei modi e delle forme del teatro; durante la seconda lezione gli allievi imparano a fabbricare i pupazzi con materiali di recupero e in un terzo tempo gli studenti si esercitano sull'improvvisazione teatrale, partendo da un testo canovaccio che tratta il territorio. Le scuole che hanno aderito all'iniziativa sono state 18, per 513 bambini. L'iniziativa “Arte e natura”, laboratorio destinato alle scuole elementari e medie, realizzato dall'ecomuseo in collaborazione con il Castello di Rivoli, si propone di inventare un nuovo modo di interpretazione storica locale partendo dall'analisi delle emozioni che i bambini manifestano a contatto con la musica, le arti figurative plastiche e la scena. L'attività prevede un incontro di preparazione con gli insegnanti e, a richiesta, un breve corso di formazione su storia, manualità, testi, canovacci, ricerca storiografica locale; segue un laboratorio di classe e la visita al Museo di Rivoli. Le scuole coinvolte nell'iniziativa sono state 6. Presso il comune di Grazzano Badoglio continua il progetto, inaugurato la scorsa stagione, “Archeokids”, ideato dall'ecomuseo e gestito dall'Associazione Archeodidattica. Si tratta di un luogo della memoria stratificata: la simulazione di un sito, attrezzato con gli strumenti di scavo e spiegato da una guida archeologica, in cui gli studenti scoprono e interpretano i segni lasciati dall'uomo e dalla storia. L'ecomuseo quest’anno ha ampliato l'iniziativa offrendo una visita all'azienda Santa Vittoria che ospita lo scavo: si tratta di un centro ippico in cui si allevano, addestrano e utilizzano i cavalli. Le scuole che hanno scelto questo pacchetto sono state 12, per 513 bambini. Le classi superiori, invece, sono state coinvolte in due progetti: il primo riguarda l'allestimento della Xiloteca, il secondo prevede un lavoro di affiancamento ai bambini delle scuole elementari in un piano di didattica editoriale. L'Ecomuseo del BMA incontra e invia agli Istituti della Provincia di Asti, ad inizio anno scolastico, tutti i progetti didattici che intende avviare; segue l'incontro tra il gruppo di lavoro e gli insegnanti interessati per la definizione del programma, adattato ai diversi livelli di età e classe. Le attività con gli adulti, di cui è responsabile Laura Pompeo, prevedono percorsi a piedi o a cavallo, sullo sfondo di alcuni temi quali la religiosità popolare, l'artigianato, i sapori, l'arte, il folclore, la storia, lungo i quali si impara, attraverso l'osservazione del sole, delle ombre, del vento, un nuovo modo di osservare l'ambiente assecondando i ritmi della natura. Durante l'anno sono state contate 474 iscrizioni. In sintesi l'Ecomuseo del BMA, ha un'attività didattica intensa, approfondita, diffusa sul territorio e riconosciuta dal territorio, che vi partecipa attivamente; la professionalità dei responsabili dei corsi è elevata e le iniziative varie ed eclettiche. 54 55 Il bilancio finanziario L'Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano ha impiegato il 43%, pari a quasi 102mila euro, delle risorse utilizzate in attività di conservazione, il 36% in interventi di interpretazione e la restante parte in gestione e ricerca. Le voci di entrate derivano principalmente dai contributi regionali assegnati ai sensi della L.R. 31/95: oltre al finanziamento per l'anno 2002, pari a quasi 250mila euro, si aggiungono gli avanzi degli anni precedenti (2000 e 2001) che ammontano a 235.827,84 euro. Inoltre, l'ecomuseo ha ricevuto un trasferimento dall'Assessorato regionale alla Cultura ai sensi della legge regionale n° 58/78 (“Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali”). Le risorse ancora disponibili sul bilancio 2002 dell'ecomuseo finanzieranno attività di animazione e l'iniziale progettazione dell'allestimento del museo presso Montiglio, gli ulteriori lavori sulla xiloteca e i primi interventi sul museo del tranway di Altavilla Monferrato. Tra gli interventi conservativi, sono stati finanziati il restauro della xiloteca di Morialdo (quasi 98mila euro) e la progettazione del museo di Montiglio. L'attività didattica (quasi 57mila euro) ha assorbito tre quarti delle risorse dedicate all'interpretazione, mentre la restante parte di tali risorse ha finanziato attività di animazione presso Tigliole, S Damiano, Montechiaro, Cortazzone, San Martino Alfieri e Tonco. Il 3% delle risorse spese ha coperto l'attività di schedatura dei reperti del Museo di Pino d'Asti e il 18% ha finanziato la gestione dell'ecomuseo. Infine, oltre 30mila euro sono stati impiegati per spese per il personale (si tratta di incarichi esterni assegnati per la direzione dell'ecomuseo e la gestione degli eventi, per attività progettuali e artistiche e per la gestione dei programmi didattici), mentre 5.867,40 hanno assicurato la copertura delle utenze e l'acquisto di materiali di consumo. conservazione 101.410,00 42,96 ricerca 7.463,00 3,16 interpretazione 84.352,36 35,74 gestione 42.809,00 18,14 236.034,36 100,00 249.819,00 50,67 avanzo L.R. 31/95 235.827,84 47,82 altri trasferimenti 7.463,00 1,51 493.109,84 100,00 101.410,00 42,96 0,00 0,00 0,00 0,00 101.410,00 42,96 0,00 0,00 7.463,00 3,16 7.463,00 3,16 0,00 0,00 0,00 0,00 84.352,36 35,74 0,00 0,00 56.964,36 24,14 0,00 0,00 27.388,32 11,60 0,00 0,00 42.809,00 18,14 36.941,60 15,65 5.867,40 2,49 restauro e manutenzione immobili 236.034,36 Attività di Sistema 56 L’archivio di teatralità popolare Il progetto dell'Archivio della Teatralità popolare raggiunge positivamente i risultati che erano stati individuati per il suo primo anno di attività - sperimentale, grazie alla proficua collaborazione tra persone e associazioni locali e i componenti della Casa degli Alfieri, società incaricata. Sono risultati che appartengono ad una stessa matrice comune, che ne costituisce il punto di partenza: è la volontà di indagare le modalità con cui le comunità locali si esprimono attraverso momenti collettivi, oggi come nel passato, ancora vivo nei ricordi dei più anziani. Avendo scelto di operare privilegiando due filoni principali di attività, l'Archivio produce due tipologie di materiali, tra loro strettamente collegati. Da un lato la ricerca di archivio vera e propria, ossia la documentazione della vivacità o del declino delle iniziative che sono espressione delle comunità locali, dall'altra azioni di teatralità che prendono forma dalle storie raccolte a livello locale. L’archivio propriamente detto L'obiettivo era quello di documentare le iniziative di teatralità popolare ancora presenti, o di cui rimane almeno vivo il ricordo, nei territori degli Ecomusei piemontesi. Al fine di rendere accessibili e comprensibili le informazioni raccolte, sono state realizzate delle schede, concordandole con il Comitato Scientifico dell'Archivio. Sono schede che nascono non per essere destinate esclusivamente a specializzati in materia, ma che privilegiano, quanto meno in questa prima parte sperimentale, la più grande varietà di utenti ipotizzabili. La scheda utilizzata è già stata testata da anni con successo da studenti e ricercatori dell'Università di Torino e del Piemonte Orientale. Questo permetterà in un prossimo futuro, una volta trasferiti i dati su supporto informatico, di verificare con una certa facilità analogie e diversità con manifestazioni ed eventi già registrati in precedenza da tali istituzioni. Fanno parte integrante delle schede, e questo avviene per la maggioranza dei casi segnalati, le registrazioni sonore e/o i filmati. La ricerca, che costituisce il primo di altri censimenti sempre più di approfondimento sul territorio degli Ecomusei piemontesi, ha permesso di realizzare 180 schede complessive, organizzate per Ecomusei e per tipologie di manifestazioni o di soggetti intervistati. Queste ultime sono state suddivise in: manifestazioni di teatralità popolare attive manifestazioni di teatralità popolare non attive interpreti di oralità espressiva (gruppi e singoli teatranti o musicisti, cantastorie, affabulatori) testimoni di memoria legata alla teatralità e all'oralità espressiva (studiosi, insegnanti, anziani protagonisti, responsabili d'iniziative) Questa prima indagine ha permesso l'individuazione di elementi e sfondi rituali comuni nonché la definizione di un “quadro calendariale” delle manifestazioni attive di teatralità popolare presenti sui territori degli Ecomusei piemontesi. Il materiale raccolto verrà restituito ai singoli ecomusei durante incontri che sono programmati per il prossimo anno. Oltre a ciò i dati potrebbero confluire in una pubblicazione di carattere divulgativo, utile a capire in modo più approfondito i valori portanti delle manifestazioni. 57 Azioni di Teatralità Le azioni di teatralità sono state realizzate per sottolineare l'importanza del mantenimento della vitalità locale all'interno del progetto Ecomuseo. L'esperimento avviato è stato impostato cercando di provare a rafforzare, là dove questo venisse richiesto, la vitalità locale privilegiando le sue espressioni collettive, quelle indissolubilmente legate ai luoghi e alle persone. Così facendo si è inteso agire anche nella direzione dell'incoraggiamento di iniziative di sensibilizzazione e interpretazione del patrimonio orale. Hanno partecipato a questo primo progetto sette ecomusei regionali. Ognuno ha scelto momenti, tempi e temi a lui più consoni, concordandoli con la direzione artistica di riferimento. Le azioni di teatralità si sono basate su ricerche di fatti e storie locali, reperite soprattutto attraverso interviste fatte a persone del posto, successivamente elaborate dalla direzione artistica. Gli spettacoli proposti al pubblico, soprattutto comunità locale, ma anche molti visitatori esterni - hanno sempre cercato di coinvolgere attori e appassionati locali. Le azioni di teatralità verranno riproposte il prossimo anno, privilegiando altri ecomusei o, sempre su richiesta, quegli Ecomusei che avranno trovato particolarmente significativa, ai fini della sensibilizzazione e partecipazione locale, l'iniziativa già sperimentata.