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Settimanale d’informazione ANNO LVI- N. 23 euro 1 www.vocedellavallesina.it contiene IP Jesi, domenica 28 giugno 2009 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi diocesi montecarotto Il vescovo Gerardo ha scritto l’esortazione “La figlia del Re è tutta splendore” in cui, al centro, sono i giovani che si preparano al matrimonio. Gli abbonati di Voce riceveranno il fascicolo in allegato a questo numero Sabato 27 e domenica 28 concerti inaugurali del restauro dell’organo di Maria Cristina Coloso 3 Jesi, intitolazione del campo Boario di via Granita: domenica 28 giugno ore 19,15 Sport, passione autentica J esi rende omaggio a Paolo ni), sportivo (Mario Ceppi) e sport, l’amicizia, lo stare Pirani, imprenditore, diriquello di uomo impegnato nel insieme. gente sportivo, icona del quarlavoro e nel sociale (Vittorio La perdita rimane per chi tiere San Giuseppe dove ha Massaccesi). La corale “Bru- lo ha conosciuto. Questo contribuito, con impegno e nella Maggiori” accompagnerà riconoscimento allevia il senso civico, alla crescita e alla la cerimonia. peso del distacco perché formazione di tanti ragazzi. Una elegante pubblicazione collega una storia, una Lo fa intitolandogli il campo con le testimonianze di episo- vita e una generazione, di calcio del Boario, uno degli di, aneddoti e ricordi di Paolo facendo rivivere il ricorimpianti sportivi di riferimenPirani è stata realizzata dal- do di Paolo nel campo di to della città, quello dove i rala famiglia e sarà consegnata calcio che viene inaugugazzi del quartiere e non solo nell’occasione: “Raccontando rato. - con le maglie biancoverdi delun sorriso” ospita un centinaio Quante volte abbiamo la Spes di cui Pirani è stato per di interventi, ciascuno in grado visto Paolo nel campo decenni presidente - hanno di mettere in luce i tanti aspet- di San Giuseppe, quello disputato e continuano a diti della personalità di Pirani, “dietro le monache”, con le ²6PNPTQPSUJWPDIFIBTBQVUPWJWFSFFSFBMJ[[BSF sputare centinaia di partite. L’appuntamento scritti da quanti hanno avuto modo di cono- porte di calcio senza rete, OFMDPSTPEFMMBTVBWJUBDPOQBTTJPOFBVUFOUJDB è per domenica prossima, alle ore 19.15, con scerlo e frequentarlo. In una targa d’acciaio senza segnali che delimiJWBMPSJEFMMBMFBMUhFEFMTBDSJGJDJPEFMSJTQFUUPF una cerimonia dove è previsto il pubblico che verrà scoperta nello scoglio posiziona- tavano i bordi. Il campo EFMMBTJODFSJUhEFMMµPOFTUhFEFMMBTDIJFUUF[[B delle grandi occasioni: gli “spessini” di ieri e to dalla parte del campo Boario che guarda di tutti, specialmente di 1VOUPEJSJGFSJNFOUPQFSJMTVDDFEFSTJEJHJPWBOJ di oggi (che si affronteranno in una partita al “suo” quartiere San Giuseppe, vi è scritto: coloro che senza ambiHFOFSB[JPOJ³ di calcio), i tanti amici e conoscenti che in- “Campo di calcio Paolo Pirani (1943-2005), zione e con un pallone sieme a Pirani hanno condiviso numerose uomo che ha saputo vivere e realizzare, nel malconcio, con le scarpe iniziative, a partire da quella più popolare, corso della sua vita, con passione autentica, i vecchie, giocavano insiela tradizionale “Caminada” di San Giuseppe valori sportivi della lealtà e del sacrificio, del me a lui le prime partite. che lui stesso aveva ideato e che ancora oggi rispetto e della sincerità, dell’onestà e della Quel “campo”, accanto richiama migliaia di partecipanti. schiettezza. Punto di riferimento per il suc- alla strada e oggi circonL’iniziativa segue la delibera di Giunta con cedersi di giovani generazioni. La Città di dato da edifici, una volta la quale si assegna la denominazione del Jesi”. delineava la città che si campo di calcio “Paolo Pirani” e conclude il Paolo Pirani è venuto a mancare nell’aprile espandeva verso la camUn invito particolare, da parte della Spes, a tutti gli “Spessini” percorso che la famiglia, la Spes e la Junior del 2005, all’età di 62 anni, in un incidente di pagna. Quel campo è a vecchi e giovani che portano Paolo nel cuore Jesina hanno voluto intraprendere insieme montagna. servizio della città e del all’Amministrazione comunale e alla terza quartiere. Oggi, come alcircoscrizione per dare giusto risalto ad una Parlare di Paolo con un atto concreto: “il lora, servirà allo sport e ai valori più belli che e un nuovo pallone. Come allora servirà la delle figure più limpide ed esemplari della campo di calcio”. La città, l’associazione rappresenta, proprio come voleva Paolo. L’ere- motivazione della competizione, ma anche di città. Dopo i saluti del sindaco Fabiano Bel- sportiva che lui dirigeva, la parrocchia che dità della testimonianza non muore mai. La un divertimento e di uno stare insieme dove cecchi e del presidente della circoscrizione l’ha visto, ragazzo e poi adulto, formarsi e testimonianza di Paolo, oggi, continua anco- semplicemente correndoci dietro alla fine chi Giuseppe Di Lucchio, ricorderanno Paolo formare un gruppo legato allo sport, hanno ra in quei giovani che non l’hanno conosciuto, vince da sempre la rivincita a chi perde, afPirani tre persone che ne metteranno in luce voluto intitolargli il campo. Il “campo spor- ma che, appassionati come lui, giocheranno finché il divertimento non abbia fine. l’aspetto spirituale (don Giuseppe Quaglia- tivo” per lui è stato il mezzo per legare lo nel nuovo campo, magari con nuove maglie Remo Uncini Perché tante pagine in Italia e all’estero vengono dedicate alla vita privata di Berlusconi? Nessun uomo di vertice può nascondere la propria privacy “D i qui la percezione di un disagio sempre meno sopportabile in chi, dall’esterno, assiste ad una battaglia durissima in uno scenario ai più incompresibile… Il punto centrale, ci sembra, è la necessità di arrivare il più presto possibile ad un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti che non vengono solo dagli avversari politici, ma anche da una parte di opinione politica non pregiudizialmente avversa al premier”. Lo scrive Gianfranco Marcelli su Avvenire riferendosi a Berlusconi al quale, ormai da mesi, i quotidiani dedicano pagine in- tere sulla sua vita privata. In questa sede non ci interessa riandare alle tante notizie, più o meno pruriginose, esplose con le prime denunce della moglie Veronica. Ci interessa invece, perché il silenzio di un settimanale di orientamento cattolico non venga interpretato come omissione o come desiderio di evitare spinose polemiche, esprimere pienamente la nostra adesione al disagio espresso nei giorni scorsi dall’ Avvenire. Un disagio, del resto, che sta affiorando, al di fuori di ogni meschino interesse partitico, in altri giornali di diverso orientamento e anche all’interno del collegio episcopale. Per non dire del mondo cattolico in generale, qualunque possa essere l’orientamento politico dei singoli. Perché è il momento di chiarire a noi stessi che chi, a livello cittadino o regionale o nazionale, assume cariche nella pubblica amministrazione, diventa, in qualche modo, punto di riferimento, per cui non può nascondere la sua vita privata, né può appellarsi al diritto della privacy, plausibile o criticabile che possa essere il proprio comportamento in famiglia, in compagnia, nei circoli, nelle cene, nei compleanni. “La passione per donne giovani e uno stile di vita esuberante e godereccio” (Alessandro Campi) non può, alla fine, lasciare indifferenti. Ci preoccupa l’aspetto etico, non quello, eventuale, sanzionatorio della magistratura. Nei molti episodi che danno origine a tante insinuazioni e a pesanti deduzioni, diventa meschino vederci un complotto o addirittura un piano eversivo quando, oltre tutto, al ministro dell’interno, ottimo collaboratore del capo del governo, sarebbe elementare in pochi minuti portare tutto alla luce del sole: episodi, nomi, cognomi. C’è allora ben altro. C’è un comportamento “goderec- cio” del premier in forme fortemente discutibili, con insinuazioni giornalistiche che rimangono senza una risposta netta e chiara da parte dell’interessato. Del resto è proprio quello che chiede un vescovo: “Si esige chiarezza. Berlusconi deve avere il coraggio di parlare” e, aggiungiamo noi, di negare fatti o di produrre fatti che neghino altri fatti. *** Il gossip prodotto da fatti promossi dal premier sta determinando una patina di ridicolo sull’Italia e una certa perdita di autorevolezza politica nel contesto nazionale e internaziona- le. Proprio nel momento in cui l’Osservatore Romano pubblica l’ampio saluto del Papa ai rappresentanti della Fondazione De Gasperi, un saluto che sottolinea con limpidezza e con parole incisive il comportamento del grande statista alieno dal servirsi della Chiesa per fini politici, unito alla responsabilità e all’autonomia nelle scelte politiche, garantito da una dirittura morale e da una indiscussa fedeltà ai valori umani e cristiani. Altri tempi? Come non soffrirne di fronte a tanta differenza di comportamento di due leader? Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Cultura e società 28 giugno 2009 Del più e del meno Chiaravalle: rassegna Japan in Love Come sarà la “nuova” piazza del duomo? di Giuseppe Luconi O gni tanto – in questi ultimi tempi di Telecom, ma i tempi sono troppo lunghi: con maggiore frequenza – le crona- “ci sono pochi operai”, a volte se ne contache locali richiamano la nostra attenzione no tre, a volte due e a volte uno soltanto… sui lavori in piazza Federico II. L’argomen- (commento: “se per sistemare la piazza del to ricorre anche perché l’opera in corso è duomo non bastano nove mesi, per sistemeno “semplice” di quanto possa sembrare. mare piazza San Pietro, a Roma, non baVediamo di fare il punto, sperando di non sterebbe una vita!). incorrere in inesattezze. Ma al momento lo scoglio più imporI lavori iniziano il 16 marzo. Con l’inizio dei lavori il mercato ambulante del mercoledì e del sabato mattina si trasferisce a Porta Valle. Il ritorno nel centro storico delle ottanta e passa bancarelle – precisa un comunicato del Comune – è previsto “dopo l’autunno, una volta terminati i lavori”. Nei giorni a seguire si fa strada la voce che, invece, la maggioranza degli ambulanti preferisca restare per sempre a Porta Valle. “Restare qui – dice un loro portavoce – significa migliorare la condizione di ambulanti e clienti. Qui arriva più gente tante è quello del progetto. I lavori sono (vista la vicinanza con la stazione delle cor- iniziati da più di tre mesi e non esiste anriere), le bancarelle sono più compatte, ci cora un progetto definitivo sulla sistemasono servizi”. zione della piazza. Che non è una piazza Contrariamente a quanto si pensa, i qualsiasi. Infatti, ha vincoli architettonici commercianti del centro vedono molto dettati dalla Soprintendenza. bene la presenza degli ambulanti nelle sedi Fin dall’inizio dei lavori, Olivi ha fatto tradizionali e perciò premono per il loro sapere che la Soprintendenza “ha ordinato ritorno “dove sono sempre stati”. Per i com- che la pavimentazione deve essere fatta con mercianti, i clienti attirati dalle bancarelle i masselli di pietra arenaria, rispettando ansono anche loro clienti. Il sindaco è d’ac- che il gradino esistente”. In un incontro con cordo e si affretta a ribadire quanto era sta- il sindaco e con l’assessore avvenuto gioveto già detto: “Il mercato tornerà al centro dì scorso in municipio, i commercianti del a conclusione dei lavori”. Tanto più che, in centro, rappresentati dal presidente Paolo realtà, solo una minoranza degli ambulanti Bifani, chiedono invece “la rimozione del sarebbe per rimanere a Porta Valle. piano centrale rialzato della piazza”, calMa i commercianti fanno sentire la loro deggiando l’installazione di piantumazioni voce, tramite le associazioni di catego- fioriere e panchine a delimitazione della ria, anche per essere risarciti dei danni di strada carrabile”. Olivi assicura che “sarangestione subiti dai lavori in corso. Questa no formalizzate entro fine giugno le nuove volta è l’assessore Daniele Olivi a dare as- modifiche al progetto originario”. sicurazioni: “Abbiamo perfezionato con la In chiusura di articolo, non si può non Regione un progetto di rimborso”. Si parla domandarsi se l’”operazione piazza del di 60 mila euro: metà a carico del Comune duomo” sia stata condotta a rovescio. Non e metà a carico della Regione. è più buona regola, forse, che in operazioIntanto si fa sempre più insistente la ni del genere, si dia corso ai lavori soltanto protesta per la lentezza dei lavori. Vero è dopo aver definito il progetto in ogni sua che la ditta alla quale stati affidati i lavori parte e acquisito tutte le autorizzazioni nedeve rifare anche le fognature dell’acqua cessarie?... pluviale e le condotte per i cavi dell’Enel e (foto Paola Cocola) Azione Cattolica: domenica 28 giugno Giovanissimi a Bologna P rima di pensare alla stagione estiva ed a tutti i campi scuola che la animeranno, il settore Giovanissimi dell’Azione Cattolica jesina, concluderà il suo cammino diocesano con la tradizionale uscita, in programma domenica 28 a Bologna. Una scelta, quella di Bologna, che ha vari significati. Per primo ovviamente, quello del gemellaggio con un altra realtà di Azione Cattolica ma anche l’aspetto universitario, su cui il centro nazionale ha puntato molto. Quanti Giovani di Ac una volta iniziata l’università fuori Jesi, perdono i legami con l’associazione? Questa uscita vuole essere di aiuto, anche per mostrare loro che è possibile far parte dell’Azione Cattolica anche fuori dai confini diocesani. Ultimo motivo – ma non per questo meno importante – il tema annuale della Fiducia. Il titolo dell’uscita è infatti, “Mi fido di te” ed attraverso i monumenti, le opere e la storia di Bologna, i Giovanissimi scopriranno il valore di questo dono. Questo il fitto programma della giornata: ore 6.30 partenza in pullman da San Francesco d’Assisi; ore 9 arrivo a Bologna, preghiera ed attività in giro per il centro; ore 12.30 pranzo; ore 14 gemellaggio con l’Ac di Bologna; ore 17.30 S. Messa a San Luca e momento conclusivo; ore 20 cena e partenza; ore 24 rientro a Jesi. Nella foto, un momento dell’uscita di due anni fa a Parma. gip R Pace nel rispetto dell’altro icordare la guerra per costruire la pace. Il recupero della memoria e la consapevolezza dei dolori individuali e collettivi sono oggi necessari. Forse proprio la rimozione dell’orrore è la causa della perversa naturalezza con la quale le guerre tendono a ripetersi. Chiaravalle, Cassino , Hiroshima. Tre città duramente colpite durante l’ultimo conflitto mondiale. Colpite in modo diverso, con effetti diversi ma comunque unite oggi dal dolore di tante morti volute dalla guerra, dalla mancanza di pace. E di pace si è parlato a Chiaravalle nell’ambito delle iniziative previste dalla rassegna Japan in Love che si svolgerà nella città di Maria Montessori. “Per una nuova cultura della memoria, per una nuova cultura della pace” è il titolo dell’evento che si è svolto nel chiostro dell’Abbazia di Santa Maria in Castagnola e che ha visto la partecipazione del presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, del sindaco di Chiaravalle Daniela Montali, di Bruno Papa, assessore alla Pace del comune di Cassino, di Gianluca Vagnarelli dell’Università di Macerata, di Michela Verdinelli, assessore alle politiche della Pace del comune di Chiaravalle, di Nazareno Re, Presidente dell’Anpi regionale. Parlare di pace significa parlare di molte cose e il Presidente Bucciarelli ha voluto legare questo tema alla cultura della memoria ma anche alla cultura della convivenza civile. “Occorre mettere punti fermi – ha detto Bucciarelli – e far sì che tutti prendano coscienza che lavorare per la pace significa non solo mirare a un mondo senza armi ma anche ad una società in cui chi è diverso da noi venga rispettato come individuo. Una società in cui la violenza e la prepotenza non siano più fatti normali di tutti i giorni. Una società in cui la scuola pubblica non sia penalizzata e ridotta ai minimi termi- M ni, come avviene nel nostro Paese, perché il diritto a conoscere è uno dei diritti fondamentali dell’uomo.” Promuovere la cultura della pace significa anche trasmettere la memoria senza stravolgere i fatti. La storia va condivisa, la memoria no. Per questo è importante parlare ai giovani della lotta fatta dalla Resistenza per combattere il nazifascismo e ridare al Paese la libertà e la democrazia.“Chiaravalle, Cassino, Hiroshima sono accumunate nell’impegno di comunicare al mondo un messaggio di pace per contribuire a costruire un futuro che sia migliore di tutti” ha detto il sindaco di Chiaravalle Daniela Montali e questo messaggio non poteva trovare origine migliore della città di Maria Montessori che per prima ha parlato di un bambino che come uomo è cittadino del mondo ed è capace di dialogare e di capire gli altri uomini e le altre culture. Al termine del convegno è stata inaugurata la mostra dell’artista giapponese Shinya Sakurai, nato a Hiroshima e interprete di opere che hanno come tema conduttore il simbolo di una civiltà giapponese in bilico tra codici medioevali e informatica. Opere capaci di cogliere le dinamiche di un passato storicamente tragico e presentato ai giovani attraverso il loro stesso canale di comunicazione. Per comunicare anche con l’arte il messaggio di pace. Michela Gambelli FILOMENA: 105!!! i sa che sbaglio di poco quando dico che a Poggio Cupro la gente campa di più che in ogni altro posto del circondario. Tra le 288 persone in tutto che vivono nel paesino appena poco discosto da Cupra Montana... ‘Rina de Renzo compie 91 anni a settembre prossimo e dice lo rosario in chiesa che è ‘n amore a stalla a sentì’; anche a Ità’ de Chiappa je n’è sonadi 91 adesso che non è tanto; il marito della stessa Ità’, Nannì’, (io me lo ricordo bene che aveva una mente lucidissima e leggeva libri e giornali come un professore e senza occhiali) è morto anche lui a 91. Emma de Balestra a 102! ‘Rsì’ de Zocca ne ha 94 e se li sta portando Quella che sta battendo tutti è Filomena de benissimo: bene con la testa, bene con le Stolfo che qualche giorno fa ne ha festeggiati gambe. 105! Centocinque!! A Zelinda e Palmina de Pannacchió’ je man- Viva e vegeta, se ricorda tutto ‘l Padrenostro ca pogo pé’ i 90 e j’ha toccado a mette’ sù la e l’Avemmaria in latino; sta bene in salute badante adesso che non è tanto, ma prima si (Ama dire: sarà vergogna a dillo, ma a me custodivano benissimo da sole. non me dole niente!!) e tira baci a destra ed a Elvira de o Chiù è morta che ce n’aveva 92 e sinistra da mette’ paura. ‘Malia de Pio a 97. Chiama a tutti cocco, ma lei, dall’alto della Quartina de ‘u Conte, invece, è giovane: sta sua età, se lo può permettere: pure al vescoancora navigando sugli 89, mentre Josè de vo Oscar, che era andato a trovarla, j’ha datPannacchió’ vive beato, tranquillo, felice e… to del cocco. da solo con i suoi 92 anni. L’altro giorno, assieme al Sindaco di Cupra Pasquà’ de Pannacchió’ e su’ fradello sono Montana Fabio Fazi, l’abbiamo festeggiata, morti, qualche anno addietro, ambedue a 92 in casa sua, con i suoi figli, nipoti e pronianni. poti. Quando è morta, Arsì’ de Turculaccio ne Chissà a quanto me farrà ‘rrivà’, ripeteva a aveva solo 89 mentre Palmì’ de Franciolì’ je quanti la salutavano: evidentemente nessumancava tre mesi per arrivare ai 100! no sapeva rispondele, ma tutti le abbiamo La vecchia de Meló’ giù l’Esinante se n’è an- augurato un tempo felice e pieno di salute. E data che ne aveva una novantina; Attilio de poi sarrà quel che Dio vòle! Stolfo, invece, 97. Don Maurizio 3 Cultura 28 giugno 2009 Montecarotto, 27 e 28 giugno: concerto d’inaugurazione dell’organo ‘Vici’ SCUSATE IL BISTICCIO (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it LA DIPLOMAZIA DELL’EUFEMISMO Un illustre Ospite di stato vi appare “addobbato” in maniera grottesca, pacchiana, vagamente pagliaccesca? Se quel tale ha la pompa della benzina dalla parte dell’impugnatura [copyright di Gramellini], è preferibile che definiate quella mise: estrosa, fantasiosa, simpaticamente (!) pittoresca. FARINATA TRASTEVERINO Dante all’amatriciana Inferno X, 42. Farinata degli Uberti chiede a Dante ragguagli sul suo albero genealogico: Chi fuor li maggior tui? Immaginiamo per un momento che Farinata, invece di essere un toscanaccio doc, sia invece un romanaccio dop. Ecco come la domanda suonerebbe (suppergiù) nella lingua di Trilussa: E cchi sarebbeno l’antenatacci tua? PASSAGGIO DI CONSEGNE Cambio di iniziale da... turnover Serra de’ Conti: la carica di primo cittadino passa, per normale avvicendamento elettorale, da Bruno Massi ad Arduino Tassi; dal regno minerale al regno vegetale: l’importante è che si tratti sempre di... ASSI (e questo è appunto il caso). IL CLICHé DELLA FATALONA Cambio di doppia… per vamp Ogniqualvolta xxxxxxx nei cuori incendi xyyxxxx *** Soluzione del gioco precedente: Angelina Jolie - Jennifer Aniston ennesimo episodio della saga infinita ATTRITI fra ATTRICI La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli Il rifiuto dell’anima Se l’Europa oggi è senz’anima non è perché non ne abbia avuta una, ma perché rifiuta quella che la sua storia le ha dato. Marcello Pera, “Perché dobbiamo dirci cristiani”, Mondadori, Milano 2008, p. 97. Un restauro dedicato a mons. Polita P resto tornerà a suonare uno dei migliori gioielli dell’arte organara marchigiana. A Montecarotto i cittadini e parrocchiani potranno nuovamente godere dell’organo della Chiesa Santissima Annunziata restaurato dalla nota ditta artigiana F.lli Ruffatti di Padova. Lo strumento è tornato a risplendere dopo un lungo restauro durato quasi due anni. Per la sua inaugurazione, il Consiglio Pastorale, presidente il parroco don Gianni Giuliani, ha organizzato due momenti degni di rilievo. Sabato 27 giugno, alle ore 21, è prevista la benedizione dello strumento da parte del Vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi, cui seguirà un concerto del coro ‘Cardinal Petrucci’ di Jesi, organo solista e direzione M.° Mariella Martelli. Domenica 28, ore 11,15, ‘Missa Pontificalis’ di L. Perosi. Organo solista il M.° Simonetta Fraboni, coro ‘Tomassini-Vici’ di Montecarotto - Serra de’ Conti diretto dal M.° Mirco Barani. In entrambe le occasioni si potranno ascoltare brani inediti tratti dal ricco Fondo Musicale Parrocchiale. L’organo inizierà dunque a dare sfoggio del suo stupendo suono nella perfetta atmosfera della celebrazione liturgica, rendendo solenne l’intonazione del rito religioso. E’ doveroso ricordare la grande figura dello stimato parroco mons. Giannino Polita, recentemente scomparso, che nel paese ha svolto la sua pastorale per ben trenta- Senigallia, Pinacoteca Diocesana: fino al 30 settembre Maestro e Allievo a confronto A l via la stagione turistica anche alla Pinacoteca Diocesana di Senigallia che ha aperto i battenti da questo fine settimana con i nuovi orari estivi, proponendo al pubblico di residenti e turisti i suoi preziosi tesori d’arte dal XVI al XX secolo. “Per la stagione turistica 2009 presentiamo ai visitatori un singolare confronto fra l’immortale Federico Barocci ed il suo allievo Ventura Mazza, rendendo possibile ammirare – proprio uno di fronte all’altro – le opere dei due artisti”, così esordisce Mons. Pier Domenico Pasquini, direttore delle Pinacoteca. “Grazie alla disponibilità della Fondazio- Monsano La tradizionale Festa del Buon Senso 2009 avrà il suo momento centrale a Monsano il 5 luglio, in Piazza Mazzini, con una novità: grazie alla collaborazione con Inteatro di Polverigi la piazza alle ore 17,30 diverrà un‘enorme tavola da gioco interattivo con l’Oca Verde, l’eco gioco interattivo che insegna ad amare l’ambiente. ne Carifano, dalla Pinacoteca di San Domenico abbiamo ricevuto in prestito temporaneo la tela del Mazza, l’allievo cantianese del Barocci, permettendo così un confronto diretto fra il grande urbinate ed un suo allievo”. Un programma, quello dell’estate 2009, che vede proseguire pure l’attenzione per i bambini. “Con Storie di Pina da metà luglio a metà agosto proponiamo attività animate gratuite per bambini in Pinacoteca, tutti i mercoledì sera alle ore 21, per costruire un nuovo approccio dei ragazzi con l’arte del nostro territorio”. La Pinacoteca Diocesana è aperta il mercoledì e la do- C inema La p u l c e Il pudore è quel nobile sentimento, tutto umano, per cui si tende a proteggere la propria intimità sia fisica che interiore. Allora, vi siete mai chiesti: ma quelli che vanno a scagnarare in TV esibendo le porcherie di casa, sono scemi o hanno perso il senso del pudore? La spiegazione è una sola: quella di chi per soldi fa tutto. sei anni. Da profondo studioso ed appassionato conoscitore delle arti, a lui si deve il recupero dell’opera. Una targa-ricordo in memoria dell’insigne religioso posta nel vano dello strumento sarà benedetta la sera di sabato dal Vescovo. I lavori di restauro, il cui costo totale ammonta ad € 82.560, sono stati resi possibili grazie al contributo della Diocesi di Jesi, per una cifra pari a € 16.000, ed in larga parte dalle offerte della popolazione di Montecarotto che ha raccolto la somma di € 57.560. Rimangono da saldare € 9.000. La raccolta fondi è ancora aperta sino alla copertura della cifra residua. La valenza storica dello strumento è notevole. L’organo, databile 1776 circa, è una pregevole opera di Saverio e Sebastiano Vici, padre e figlio, autorevoli esponenti della famosa scuola organaria di Montecarotto di cui, purtroppo, si è persa traccia nel tempo, anche se alcuni strumenti risalenti ai costruttori montecarottesi si trovano in diverse località non solo delle Marche. Posto nella cantoria sovrastante il lato sinistro del presbiterio della collegiata, l’organo ha un prospetto costituito da 23 canne disposte a cuspide con ali. La tastiera è composta da 45 tasti, la pedaliera a leggio presenta 18 pedali. Diversi sono stati gli interventi di restauro, di cui il primo risalente al 1846 ad opera del Bettelli. Attualmente, lo strumento è tornato allo stato in cui si trovava una sessantina di anni dopo la sua costruzione dei Vici. Il suono, essendo ripristinato il corista antico di cui rimanevano tracce nelle canne del pedale, è tornato ad essere chiaro, brillante, vivace. Un appuntamento molto interessante dunque non solo per gli appassionati del settore, ma anche per chi ha a cuore i tesori artistici di questa zona promuovendone la cultura. Maria Cristina Coloso «I menica con orario 21-24, ed il sabato 16,30 – 19,30, sempre ad ingresso gratuito. Per informazioni è possi- bile telefonare al numero 071.60498/65758 oppure visitare il sito www.diocesisenigallia.it . L’amico di famiglia (2006) di Paolo Sorrentino Si riflette sul consumismo l mondo vi è stato dato solo in prestito. Io vi presto il mondo, quando ogni tanto lo perdete». Sono le parole di Geremia “Cuore d’oro” (Giacomo Rizzo), l’usuraio protagonista de L’amico di famiglia (2006), il terzo film di Paolo Sorrentino. Geremia de Geremei è un personaggio che sembra preso in prestito da un saggio di Lombroso, l’esatto connubio tra malvagità e deformazione fisica. Spesso il cinema, la letteratura ed ogni altra forma d’arte hanno preso in prestito le discutibili teorie del sociologo, e Geremia ha esattamente tutti i crismi necessari a confermarle. Occhi piccoli, fronte alta dovuta ad una stempiatura in fase avanzata, naso grande ed aquilino. La caratterizzazione del personaggio è stata curata nel dettaglio. I gesti, l’abbigliamento, l’assurdo fazzoletto di cotone che indossa in testa, nella sua sudicia casa, per prevenire le emicranie, sono tutti particolari che lo rendono quasi una caricatura. Fotografia, movimenti di macchina e colonna sonora sono esaltanti. Una regia pulita, eppure moderna quella di Sorrentino, che firma anche soggetto e sceneggiatura. Nelle parole di Geremia, nei pochissimi sprazzi di umanità che trapelano da questo mostro cinematografico, si annidano le parole, i pensieri, e l’osservazione del mondo del regista napoletano. Tutti i personaggi protagonisti della pellicola, chi più chi meno, hanno un forte carattere negativo, negatività indissolubilmente legata alla visione del mondo di Sorrentino, che non dispensa la società della sua critica dissacrante. D’altronde, il protagonista del film è il denaro stesso e le vicende che accompagnano i personaggi sono tutte dettate dalla sete o dal bisogno di denaro. C’è la signora cinquantenne che vuole un prestito per affidare il suo corpo ad un chirurgo plastico; c’è la coppia di sposini che non rinunciano al loro stile di vita, pur dovendo dei soldi a Geremia; c’è la pensionata di settant’anni che fa un prestito di novemila euro per andare a giocare al Bingo; c’è Saverio, che deve organizzare il matrimonio di sua figlia Rosalba (Laura Chiatti), e la sua preoccupa- zione più grande è di non fare brutta figura con gl’invitati. Significativo il dialogo tra padre e figlia con lei che, saputo del ricorso del padre ai favori di un usuraio, dice di voler annullare tutto, ed il padre che le confessa che stava facendo tutto questo non per l’amore nei confronti di sua figlia, ma solo per un riscatto personale di una vita fatta di tanti sacrifici. Si torna, ancora una volta, a riflettere sul consumismo, sul sogno americano, quello che palesemente ispira l’aiutante di Geremia, Gino (Fabrizio Bentivoglio), sempre vestito da Cow-boy, con la passione per il Country e con il sogno di andare a vivere nel Tennessee. Gino sembra essere l’unico personaggio umano di tutto il film, l’unico che sembra dispiacersi del suo lavoro e che addirittura nasconde la signora del bingo nel proprio camper quando Geremia decide di volerla far fuori. Eppure, l’unica speranza che Sorrentino sembrava volerci dare, viene meno quando scopriamo che Gino lo tradisce, facendolo cadere in una truffa che gli farà perdere tutto. Andrea Antolini 4 Attualità 28 giugno 2009 Nel mondo del lavoro: appunti di viaggio di Gabriele Gabrielli* Un libro da leggere di Riccardo Ceccarelli o dico subito. Andate in libreria ed L acquistate “Magistrati. L’ultracasta”di Stefano Livadiotti, Edizioni Bompiani. È uscito poco più di una ventina di giorni fa. Sono 246 pagine. Io l’ho letto in due giorni, dall’11 al 13 giugno. La classica lettura sotto l’ombrellone. Affascinante per me come “I pilastri della terra” di Ken Follet, con la differenza che quest’ultimo è un romanzo, mentre il volume di Livadiotti ci squaderna la situazione della giustizia in Italia, quella dei magistrati (forse non tutti, ma tutti più o meno nelle correnti dell’ANM, Associazione Nazionale Magistrati) e dell’organo che li governa, il Consiglio Superiore della Magistratura. Ogni tanto si legge sulla stampa della penosa situazione in cui versa la magistratura, una lagnanza che ci viene fatta passare come prodotta di chi ha da fare con la magistratura stessa, inficiata quindi di credibilità. Il libro di Livadiotti, che di destra non è, scrive su ”L’espresso”, squarcia un velo pesante di connivenze non più sopportabili in uno stato che si dice di diritto e la cui “sovranità”, come recita la Costituzione, art. 1 comma 2, “appartiene al popolo”. Questo il contenuto del libro come si può leggere nel risvolto di copertina: “Quella dei giudici e dei pubblici ministeri è la madre di tutte le caste. Uno stato nello stato, governato da fazioni che si spartiscono le poltrone in base a una ferrea logica lottizzatoria e riescono a dettare l’agenda alla politica. Un formidabile apparato di potere che, sventolando spesso a sproposito il sacrosanto vessillo dell’indipendenza, e facendo leva sull’immagine dei tanti magistrati-eroi, è riuscito a blindare la cittadella della giustizia, bandendo ogni forma di meritocrazia e conquistando per i propri associati un carnevale di privilegi. Per la prima volta, cifra per cifra, tutta la scomoda verità sui 9.116 uomini che controllano l’Italia: gli scandalosi meccanismi di carriera, gli stipendi fino all’ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni d’oro, la scala mobile su misura, gli orari di lavoro, l’incredibile monte-ferie, i benefit del Csm. E, parola per parola, le segretissime sentenze-burla della Sezione disciplinare, capace perfino di assolvere una toga pedofila”. Livadiotti non riporta e non scrive dicerie. Fa parlare i fatti e i documenti. Ogni pagina è fondata su una documentazione a prova di smentita. Una casta, meglio l’ultracasta, che nessuno ha eletto, diventata tale per concorso, abilitata ad emettere sentenze “in nome del popolo italiano” e capace di condizionare l’intera politica del paese. La diagnosi è dura e severa, ma è questa. Scusanti non ci sono. Peccato solo che dopo la denuncia fatta da Livadiotti non succederà niente. Perché altri libri erano stati dedicati allo stesso argomento della giustizia qualche anno fa, a “La casta” dei politici da parte di Rizzo e Stella e altri ancora, a “L’altra casta” del sindacato da parte dello stesso Livadiotti e non è cambiato nulla e non cambierà niente anche questa volta. La necessità di una riforma radicale però in questo caso si pone in maniera drammatica. Metteranno solo qualche pannicello caldo, se lor signori lo vorranno, senza rimetterci nulla ovviamente. Intanto acquistate il libro, 17 euro non sono spesi invano. Vi troverete anche qualche sorpresa, come a pagina 180, su un europarlamentare, ex pubblico ministero, appena eletto, andato in aspettativa dal 18 marzo 2009, ma scelta definiva quella della politica, come ha detto a “Porta a porta” il 15 giugno. Rabbia, tristezza ed amarezza, sono stati, e sono ancora i sentimenti, che ho provato a fine lettura. Pagina dopo pagina non volevo credere a quanto andavo leggendo con l’aggravante di dover riporre ogni fiducia nella giustizia e nei suoi protagonisti. L’indignazione a braccetto con lo sconforto e la malinconia. Possiamo almeno farla sentire? Il “giudizio di utilità” per chi e come lo si misura? La questione deve fare i conti con molti è molto delicata e chiama in causa molteaspetti nel lavoro plici interessi; è dibattuta con tenacia da T ra gli ostacoli che si pongono lungo la strada difficile che contrassegna l’impegno dell’educatore, che ci ha ricordato il vescovo Gerardo Rocconi, quello della “tendenza a ridurre il bene all’utile” è forse il più subdolo nei luoghi di lavoro. La questione è duplice. Da un lato è difficile sottomettersi al principio secondo cui non sempre ciò che è utile è anche “ciò che è bene” per l’uomo. Dall’altro, c’è il tema della scelta della prospettiva da cui valutare se una cosa è utile o meno. Nell’economia e, conseguentemente, nell’organizzazione e gestione del lavoro questa scelta può essere sintetizzata –semplificando molto la complessità che qualifica- con questa domanda: la ricchezza che un’impresa e il lavoro producono, deve essere creata a vantaggio di chi? Ricorrendo a un linguaggio proprio dell’economia e della gestione delle imprese potremmo riformulare la domanda ponendola in questi termini: le imprese, il management e le persone che vi lavorano devono “creare valore”; ma decenni e vede contrapporsi sul campo almeno due teorie ed altrettante forze. Da un lato, ci sono quanti sostengono che le imprese esistono per creare ricchezza a vantaggio degli azionisti e cioè di coloro che hanno deciso di rischiare capitali e beni propri per realizzare la business idea. Questa tesi, può essere rafforzata laddove si ritenga che le imprese e il management debbano adottare comportamenti, assumendo le conseguenti e coerenti decisioni, per “massimizzare” il valore degli shareholder. Dall’altra, ci sono invece i sostenitori di una visione più ampia che ritiene sia compito delle imprese e di chi le gestisce preoccuparsi di creare valore a vantaggio degli altri portatori di interesse (stakeholder) e cioè i dipendenti, i fornitori, i clienti, il territorio ecc. E’ evidente come possano mutare anche profondamente le modalità di gestione, i comportamenti manageriali e l’organizzazione del lavoro e la gestione delle risorse umane nelle imprese che sono ispirate dall’una o dall’altra filosofia. Il bene, in funzione del giudizio di utilità, sarà diverso il più delle volte nelle due situazioni così come le prospettive di analisi e valutazione. La questione è complessa –ricordavamo- e non può essere eccessivamente semplificata. Ci pare di poter dire, però, che quanto stiamo apprendendo dalla crisi ancora non sopita ci porti tutti a considerare con maggiore attenzione approcci che, in ragione quantomeno della interdipendenza delle molte componenti che concorrono alla produzione della ricchezza attraverso l’impresa, valorizzino la capacità di includere nella gestione molteplici interessi. Trovare un più ampio consenso attorno a questo approccio faciliterebbe l’assunzione di una maggiore responsabilità e, se non altro, assoggetterebbe il giudizio di utilità a una valutazione proveniente da “più punti di vista” e all’idea che i vantaggi vadano costruiti per molti e non soltanto per pochi. Quest’approccio sottolinea che le imprese hanno una responsabilità sociale più ampia e suggerisce di rimettere al centro della intrapresa il “soggetto del lavoro” e il suo progetto di continuare la “creazione”. (*) Docente Università LUISS Guido Carli www.gabrielegabrielli.com Il libro dello psichiatra Vittorino Andreoli: Carissimo amico-lettera sulla droga Educati per capire e scegliere “U n costume imperante ha ridotto la droga a un tema banale di cui non vale la pena parlare… ma io so che basta un momento di abbandono, una ferita che distrugga la propria autostima, un bisogno di metamorfosi legato ad una valutazione errata e incompleta di ciò che si è, per perdersi in forme di dipendenza che tolgono senso all’uomo.” Vittorino Andreoli, uno dei più autorevoli psichiatri italiani, ha continuato con questo libro la serie delle Lettere (Lettera ad un adolescente, Lettera alla tua famiglia, La vita digitale…) e affronta in modo lucido e carico di umanità il tema della diffusione delle droghe, attualmente relegato quasi a una questione privata. Pagine che propongono un’analisi attenta a un fenomeno più sommerso, più fluido rispetto al passato: il consumo di droga ha oggi un significato diverso, e le sostanze stupefacenti - anfetamine e psicostimolanti - vengono percepite quasi come “appendice umana” al successo, al piacere, a performance brillanti: un’accelerazione fisicopsichica per acquisire sicurezza, un surrogato per superare debolezze, incertezze, per essere capaci di affermazioni sociali. Con l’assunzione di droghe, spiega Andreoli, l’uomo subisce una trasformazione che ricorda Gregor Samsa della Metamorfosi di Kafka: un uomo stanco di essere comune, banale, che sogna di diventare un altro. Un bisogno di metamorfosi, dunque, che si lega ad una percezione errata o distorta di sé, al rifiuto dei propri limiti, sentimenti spesso indotti da condizionamenti sociali, dall’idea imperante che la ricchezza sia fuori dell’uomo e non dentro le sue capacità e il suo impegno. Con tono confidenziale e appassionato, l’autore difende la fragilità umana come sana percezione del limite che è strettamente legata all’essere nel mondo, come bisogno dell’altro, come interdipendenza. -Solo nella fragilità si costruisce una comunità intesa come condivisione e non come lotta- scrive sottolineando come il senso dell’uomo sia legato al senso dei suoi limiti. Un umanesimo della solidarietà è quanto spera Andreoli nella sua Lettera, in contrapposizione ad una società che gli appare oggi “drogata”, poiché mercanteggia i valori umani e il senso dei fenomeni sociali, poiché afferma di voler impedire l’uso di droghe, ma non i guadagni che derivano dal traffico: posizioni ambigue e prive di coerenza. Lancia un messaggio, un sogno che ha colorato la sua esistenza, la sua professione medica, il contatto quotidiano con il dolore e la malattia: la coscienza del primato dell’educazione come partecipazione al processo di crescita dei giovani, come attenzione carica di affetto, come relazione per imparare a capire, a pensare, a scegliere. E difende il diritto a non drogarsi, poiché non esiste libertà nella dipendenza. Tiziana Tobaldi Il vero dramma della scuola italiana: come insegnare cosa e per che cosa? Una scuola senza merito che esige merito L ’anno scolastico 2008-2009, cominciato male, è finito malissimo. I dati comunicati dal Ministero dell’Istruzione ci dicono che il 6% degli studenti non è stato ammesso agli esami di maturità, quasi 400mila sono stati i ragazzi respinti nelle classi dalla prima alla quarta superiore, 70mila gli adolescenti bocciati tra la prima e la seconda media, di cui 10mila con il 5 in condotta. Si accendono i dibattiti, si schierano le posizioni, si innalzano e si contrappongono le bandiere della scuola del merito a quelle della scuola buonista. Il valzer dei termini più in voga impazza: ministro, scuola, docenti, genitori. Ripete questo ritornello da mesi …Nessuno si preoccupa di loro, dei ragazzi, della loro sofferenza, del loro disagio, della loro vergogna per non essere stati all’altezza delle alte aspettative dei genitori. Raramente la bocciatura, nella scuola dell’obbligo è positiva. Difficilmente risolve positivamente i problemi nella scuola Superiore. Riesce ad essere efficace soltanto là dove incontra una interpretazione corretta delle famiglie e dello stesso alunno, altrimenti, generalmente, diventa mezzo di allontanamento, di esclusione, di abbandono scolastico. Lo stesso vale per i 5 in condotta che finiscono per incoraggiare, invece di scoraggiare, atteggiamenti negativi. Anzi, a volte i ragazzi fanno a gara a chi è il più indisciplinato. In realtà la strada è un’altra, è quella del saper e del poter “contagiare” i ragazzi con l’amore per il sapere. Ma a questo spesso non si pensa …si pensa solo ad individuare chi non ha meritato la disponibilità della scuola…i “nemici” da tenere a bada, da stanare, da misurare, da bocciare, da respingere, da…fargli cosa?! Non dovevamo aiutare tutti a crescere, a formarsi, a diventare veri uomini, a diventare vere donne… a essere cittadini del mondo? Già…ma di quale mondo? Di quello che si apre e si chiude all’altro a seconda delle convenienze e degli umori politici? Nati in un’epoca sconclusionata, subiscono una società e una famiglia sconclusionata…e pure una scuola sconclusionata, arbitrariamente convertita a luogo della paura e delle sanzioni. Progettata per essere aperta al dialogo e all’accoglienza, è stata ingiustamente etichettata e poi trasformata in una scuola senza merito, o meglio, che non meri- ta nulla, e che però esige merito dai suoi alunni, senza cognizione di causa : improvvisamente privata di fondi, di laboratori, di ore, del tempo pieno: di tutto ciò che serviva per raggiungere gli obiettivi prefissati; i veri grandi e piccoli problemi formativi, arginati coi paletti dei “5” in condotta e delle insufficienze; i docenti - disorientati, demotivati, trascurati e offesi da politiche che li marchiano indistintamente come fannulloni e incapaci -, allontanati anni luce dai ragazzi. Resistono solo, in questo baillamme, gli irriducibili: i missionari della formazione. Al momento la Scuola tutta non ha più una identità concreta, puntelli sicuri e chiari, né certo collegamento esterno e interno. Come si faccia cosa a scuola oggi per che cosa nessuno lo sa più… Basterà l’estate per restituire identità e dignità alla Scuola, a disegnarne un nuovo progetto? Difficile. Per tutto l’anno scolastico si è riusciti solo a smantellare un sistema, malandato o meno, senza saper apportare cambiamenti positivi. Con quelle bocciature appese alle vetrate la scuola invoca aiuto, esprime il suo rifiuto e la sua incapacità a camminare sempre sul filo dell’acrobata, chiede una strada vera e concreta da percorrere, con tappe ben scandite, mezzi sicuri, autisti affidabili per trasportare nelle migliori condizioni fino al traguardo i passeggeri del mondo. Fotoservizio di Paola Cocola 5 Cultura N 28 giugno 2009 La figura romantica di un cartografo jesino ato a Jesi nel 1880 da buona famiglia borghese non straordinariamente agiata, Randolfo Alessandrini era persona di gradevole aspetto, molto rispettabile per l’innata distinzione dei modi, per la limpida gentilezza d’animo, per la salda moralità e l’ottima educazione tramandatagli da padre in figlio. Studiò all’ Istituto Tecnico “Pietro Cuppari” di Jesi, conseguendo a pieni voti il diploma di Geometra Agrimensore. La sua intera esistenza fu condizionata da un profondo sentimento di trepido amore verso una giovane Nobildonna jesina, della quale sarebbe fuori luogo citare qui la casata. Consapevole di non poter ambire alla mano di una fanciulla appartenente ad un ceto troppo al di sopra del suo, per sfuggire al tormento di vederla ogni giorno sapendola destinata ad altra persona, il giovane Randolfo prese la “romantica” e pur “saggia” decisione di allontanarsi da Jesi non temporaneamente, ma per sempre. Trovò stabile occupazione presso l’Istituto Geografico Militare (foto) di Firenze, ente di diritto pubblico che apprezzò molto la sua abilità come rilevatore di punti trigonometrici, cioè di quegli elementi fondamentali nella Cartografia militare di “allora”. Adesso, e già da un’ ottantina di anni, le riprese fotografiche fatte dagli aerei rilevano con esattez- za ogni dettaglio del panorama nazionale. Ottant’ anni fa i rilievi venivano effettuati a contatto diretto del terreno, bisognava stare sul posto, inerpicarsi su vette spesso impervie, per poter aggiornare le cosiddette “Tavolette d Artiglieria” in scala 1 a 25.000, sulle quali sono indicati anche gli stradelli, le mulattiere, i viottoli, i casolari isolati, le “figurette” negli incroci delle strade campestri. A Firenze si ambientò facilmente e felicemente, frequentando i pittori e i letterati che nel primo ventennio del secolo scorso frequentavano le sale del Bottegone, un grande caffè subito a sinistra del Duomo. Pittori e letterati che nel il ventennio successivo, quello sotto il Fascismo, si spostarono nel Caffè delle Giubbe Rosse (rimasto famoso nelle cronache letterarie), situato nella centralissima piazza intitolata oggi alla Repubblica, allora al Re Vittorio Emanuele II “Padre della Patria”, con tanto di monumento equestre in mezzo alla piazza, trasferito nel dopoguerra al centro del piazzale d’ ingresso al Parco delle Cascine, L’ idea di “cercare moglie in Firenze” non sfiorò mai l’animo di Randolfo, come lui stesso confidò alla sua cara nipote Paola Mazzanti, una deliziosa ragazza che nell’aprile 1953 mi fece diventare suo parente, unendosi con me in felice matrimonio. A Firenze lo zio Randolfo abitava al quarto piano di un palazzo in via Martelli, a due passi da Santa Maria del Fiore. Aveva preso dimora presso i signori Bonfanti, una famiglia di gente laboriosa (il padre era Capo-cuoco alla famosa “Buca di San Ruffillo), famiglia molto garbata e premurosa, alla quale Randolfo si sentì ben (per ciò Firenze lo aveva appagapresto legato da reciproco affet- to in pieno). Molti dei suoi amici to, specialmente verso due allegri pittori gli avevano donato più di rispettosi maschietti che lo chia- un dipinto, generalmente vedumavano Nonno te della campagna toscana, per i Nella sua Jesi zio Randolfo torna- quali Randolfo aveva scelto con va ogni anno per qualche giorno, cura le cornici, quadri che tealle Fiere di San Settimio, occa- neva appesi a tutte le pareti, che sione gioiosa per riabbracciare risultavano, così, tappezzate da sua sorella Ernesta Alessandrini un metro sopra il pavimento fino (moglie e poi vedova di Girolamo a due palmi dal soffitto. QuelMazzanti) e per pranzare tutti la stanza aveva un altro pregio, assieme a casa di un figlio di Er- assolutamente incomparabile, nesta, il bravo Mario Mazzanti, dall’unico grande finestrone si mio suocero (su Nonna Ernesta godeva una veduta mozzafiato: Alessandrini scriverò qualcosa, al distante (in linea d’aria) non più rientro dalle ferie). di 80-90 metri, la mole gigantesca In età avanzata zio Randolfo della cupola del Brunelleschi insoffrì di seri disturbi alla prosta- combeva sull’osservatore, procuta, rifiutando sempre di ricorrere randogli una forte emozione, faalla chirurgia. Giunto a 86 anni, cendolo sbigottire di fronte a quel con l’assistenza amorevole “capolavoro assoluto” di Archidei Bonfanti e munito dei tettura. In quell’opera geniale del conforti religiosi, morì nel Rinascimento fiorentino si vede suo letto, nella bella came- realizzato un perfetto connubio ra dove era vissuto per più tra la Ragione calcolatrice, e lo di sessant’anni. I parenti di Spirito, fondamento insostituibiJesi, convocati in extremis, le per innalzare il genere umano assistettero alla chiusura del alla suprema Divinità (a Firenze il feretro e alla tumulazione sentimento religioso è ben radinel cimitero di Firenze Tre- cato, malgrado varie apparenze in spiano, dove Randolfo aveva contrario). predisposto alcuni loculi per Sbaglierò, ma nessuno mi toglie sé e per i Bonfanti, che erano dalla mente che, nello scegliere originari di Monsummano, quella sua dimora presso la fain provincia di Pistoia. miglia Bonfanti, la visione quasi Ricordo bene quella stanza mol- “tangibile” del Cupolone deve aver to spaziosa, che rispecchiava la influito non poco sulla natura sosua personalità tutta orientata ad gnatrice di Zio Randolfo. ammirare le cose belle e spirituali Sandro Alessandroni Il teatro Pirata il Festival: dal 25 giugno al 9 agosto S Burattini, Marionette e Teatro di figura i estende a macchia d’olio per la Vallesina la ‘voglia’ di teatro ragazzi con gli spettacoli delle più accreditate compagnie di Burattini, Marionette e Teatro di Figura. Con 14 Comuni coinvolti (lo scorso anno erano 11, nel 2007 erano 8) e 24 spettacoli programmati di cui la maggior parte ad ingresso gratuito, torna di nuovo in scena AMBARABA’, il Festival firmato nella direzione artistica ed organizzativa dalla compagnia Teatro Pirata giunto all’undicesima edizione. Il cartellone di Ambarabà cerca di offrire una panoramica il più possibile completa del teatro di figura e del mondo immaginario ad esso connesso rivolto ai più piccoli. Gli artisti sono rappresentativi delle più antiche tradizioni burattinesche italiane e delle nuove tendenze del teatro di figura; gli spettacoli sono caratterizzati da diverse tecniche di animazione, dai classici ‘pupi’ all’attore in scena, al burattino di legno della tradizione regionale animato dietro le quinte. Il festival si terrà dal 25 giugno al 9 agosto nelle piazze e nei luoghi d’aggregazione di Jesi, Chiaravalle, Maiolati Spontini, Monsano, Montecarotto, Montemarcia- no, Serra San Quirico, San Culturali ostello Villa BorMarcello, Monte S. Vito, gognoni (il 2 luglio a Jesi). Staffolo, S. Maria Nuova, e per la prima volta Tutti gli spettacoli avranno da quest’anno a Polverigi, luogo alle ore 21,30. Per gli Offagna ed Agugliano. spettacoli a pagamento, il Lo sostengono gli asses- costo del biglietto è di 4 euro sorati alla Cultura dei 14 per gli adulti e di 3 euro per Comuni, il Ministero per i i bambini. Beni e le Attività Culturali, la Regione Marche-Servi- Si parte dunque il 25 giuzio beni e attività culturali, gno alle ore 21,15 a Jesi in la Provincia di Ancona, la Piazza della Repubblica con Fondazione Pergolesi Spon- “Tra le nuvole”, spettacolo tini, il TRAM Teatro Ra- di teatro d’attore e di figura gazzi Marche. frutto della collaborazione tra Teatro Verde di Roma e Tra le novità di quest’anno, Teatri Comunicanti di Porto l’inaugurazione a Jesi giove- S. Elpidio (ingresso gratuito). dì 25 giugno in Piazza della Il giorno successivo, venerdì Repubblica all’interno della 26 giugno, a Maiolati Sponfesta “AMBIENTIAMOCI: tini presso la Biblioteca “La Riflettere, agire, giocare per fornace”, il Teatro Pirata proimmaginare un mondo so- pone “Il mondo di Oscar”: stenibile e capace di stupire”, in scena attori e giocattoli di promossa dall’assessorato latta (ingresso gratuito). all’Ambiente del comune di Il cartellone di luglio inizia Jesi e dal CIR33. Il festival il 2 luglio, a Villa Borgognosarà inoltre presente con i ni di Jesi con “Dalle nuvole suoi spettacoli nell’ambito Bruno”, spettacolo di teatro di alcune importanti ma- d’attore sul riciclaggio dei rinifestazioni estive tra le fiuti a cura del Teatro Pirata quali la rassegna di Serra (ingresso gratuito). Si proseSan Quirico “Il Paese dei gue il 3 luglio al Centro StoBalocchi” (dal 31 luglio al rico di Montecarotto con il 2 agosto), la Festa del Ver- burattinaio e mimo milanedicchio di Montecarotto (il se Orlando Della Morte, ed i 3 luglio), l’iniziativa EQUA suoi burattini tradizionali in LA FESTA: meglio attivi “Le avventure di Pulcinella” che radioattivi, promossa (ingresso gratuito). Si ritorna dal Coordinamento Eventi a Jesi, presso il Cortile della Scuola Media Savoia, lunedì burattini conquisterà con la Campo Sportivo: tutti sono 6 luglio con il Teatro Pirata sua poesia grandi e piccini. invitati a tirarsi centinaia di in “Cinderella vampirel- Anche per questo spettaco- leggerissimi cuscini per una la”, le mirabolanti avventu- lo l’ingresso è gratuito. travolgente follia collettiva. re di Cinderella tra vampiri, A Jesi il 27 luglio, al Cortile Il 4 agosto a Borghetto di draghi e streghe. L’8 luglio della Scuola Media Savoia, Monte San Vito al Parco 1° in Piazza Michelangelo di appuntamento con “Il rapi- maggio il burattinaio MoMarina di Montemarciano mento del Principe Carlo”, reno Pigoni propone lo si rappresenta “Il matri- spettacolo di burattini della spettacolo “L’acqua miramonio di Pulcinella”, di tradizione emiliana a cura colosa” (ingresso gratuito). Orlando Della Morte (in- del Teatro del Drago. Il 28 Il 5 agosto nella Piazza del gresso gratuito). Il 13 luglio luglio in Piazza Leopardi a Maniero di Offagna il Teaal Cortile della Scuola Me- Staffolo è di scena la compa- tro Pirata allestisce il “Gran dia Savoia di Jesi la com- gnia Ortoteatro con “Come circo dei burattini”, uno pagnia Arrivano dal Mare Pierino diventò Pierone e spettacolo di pupazzi e bupropone “L’uomo che rac- incontrò la strega Bistrega” rattini (ingresso gratuito). conta le favole”, teatro di (ingresso gratuito). Il 29 lu- Ci si sposta a San Marcello, narrazione con musica dal glio al Chiostro dell’Abbazia in via Circonvallazione, il vivo. Il 15 luglio al Chiostro di Chiaravalle i Tiriteri pro- 6 agosto, per lo spettacolo dell’Abbazia di Chiaravalle, pongono “Il galletto mera- “Peter Pan” del Teatro del in scena la nuova produ- viglioso”, teatro d’attore con Canguro (ingresso gratuito). zione del Teatro Pirata, una musica dal vivo. Quindi il 7 agosto a Polveridivertente narrazione sulla Dal 29 luglio al 2 agosto gi in Piazza Umberto I con paura dal titolo “Bu Bu set- bimbi e genitori sono invi- il Teatro Pirata in “Arrivi tete... fami ridere che io tati alla rassegna “Il paese e partenze, ovvero storie non ho paura”. dei Balocchi” di Serra San in valigia” (ingresso graIl 19 luglio in Piazza dei Quirico che propone ogni tuito). L’8 agosto in Piazza Caduti di Monsano è da sera presso l’Arena del Tea- Leopardi di Staffolo il Festinon perdere “Luna sulla tro i suoi spettacoli: appun- val Ambarabà propone lo luna” della compagnia Il tamento dunque il 29 luglio spettacolo “Bu Bu settete” Draghetto dell’Aquila, una con il Teatro Pirata in “Bu (ingresso gratuito), ed in Via compagnia che durante il Bu settete”, il 30 luglio con i Matteotti ad Agugliano è di recente terremoto ha perso Tiriteri in “La luna e il topo- scena “Cinderella Vampiil suo teatro ma è riuscita lino”, il 31 luglio ancora con rella” (ingresso gratuito). a salvare i burattini, e che “Cinderella Vampirella” del Il Festival chiude a Collina di per tutta l’estate sensibiliz- Teatro Pirata, il 1 agosto con Santa Maria Nuova domenizerà le piazze italiane sulla la compagnia Il melaran- ca 9 agosto con lo spettacodrammatica situazione vis- cio in “Famelico lupo”. La lo “Premiata Ditta Scintilsuta da tanti artisti abruz- rassegna serrana conclude la”, attori burattini pupazzi zesi. Lo spettacolo di can- con una grande “Battaglia oggetti ed effetti speciali a tastorie, attore, pupazzi e dei cuscini” il 2 agosto al cura del Teatro Pirata. Musica Mercato a Scorcelletti Giunge alla seconda edizione la rassegna “Musica Mercato”, manifestazione organizzata dal circolo socio ricreativo di Scorcelletti con il patrocinio del Comune di Castelbellino. Dal 26 al 28 giugno le vie della piccola località saranno invase dalle bancarelle e dagli stand gastronomici. Venerdì 26 giugno “Le Bollicine”, cover band di Vasco Rossi. Sabato 27 giugno i Diamanti con un repertorio di musica anni 60 e una esibizione di break dance. Domenica 28 giugno conclusione con la musica dal vivo di Gabriele e lo show del gruppo Burro e Salvia. 6 Jesi 28 giugno 2009 Cisl: “Forze politiche e forze sociali dialoghino” È pianeta famiglia I dati del lavoro ancora pesante la crisi che stanno vivendo le imprese ed i lavoratori nei territori marchigiani. Lo confermano le ultime informazioni diffuse dalla Cisl Marche, che ha elaborato i dati dell’Inps, della Regione e delle Province. Cassa integrazione, mobilità e apprendistato mostrano un andamento preoccupante. “La crisi morde ancora, al di là degli ottimistici pronostici, e avrà effetti ancora negativi sull’occupazione nei prossimi mesi – commenta Tonino Bori, del Dipartimento Mercato del Lavoro della Cisl Marche - bisogna chiedere ulteriori impegni al governo nazionale, nella tutela del lavoro, specie per i lavoratori precari, nella politica industriale, mentre a livello regionale va proseguita e rafforzata l’azione di vicinanza alle persone, che la Regione e le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo con le misure sui contratti di solidarietà, sui contributi per chi ha perso il lavoro, sugli ammortizzatori in deroga, sul sostegno alle famiglie che vivono il dramma della non autosufficienza”. E Bori detta le priorità dei prossimi mesi, che ancora dovranno essere tutela dell’occupazione e rilancio dell’economia, con la pressante necessità di “un clima di dialogo tra le forze politiche e le forze sociali, di comune responsabilità verso il Paese e soprattutto verso i suoi cittadini più esposti”. I dati parlano chiaro, a partire da un ulteriore incremento, in maggio, delle ore di cassa integrazione autorizzate sia rispetto al mese di maggio 2008 sia se si confrontano i dati in modo dinamico con aprile 2009 o se si considerano tutti i primi cinque mesi dell’anno. Maggio 2009 registra infatti un +67% di ordinaria ed un –8% di straordinaria rispet- to ad aprile 2009. E se la provincia di Ancona continua ad essere interessata dalla fortissima crisi della meccanica, ed in particolare della Antonio Merloni (con 1.206.598 ore di cassa integrazione straordinaria e 694.578 ore di ordinaria nei primi cinque mesi del 2009), nelle province di Ascoli e Fermo i comparti più in difficoltà risultano essere il chimico con 173.763 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con 603.193 ore e l’alimentare con 149.585 ore. Nella provincia di Macerata, gli aumenti significativi interessano tutti i settori: le calzature (con 306.901 ore), la meccanica (183.237 ore), la gomma plastica (141.911 ore) ed il legno (40.000 ore). Pesaro è la provincia che vede incrementare in maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere le ore di straordinaria, che lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata: il legno (270.000 ore) e la meccanica (518.000) i settori più colpiti, seguiti dall’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 180.000 ore e dall’abbigliamento che si vede autorizzate 127.000 ore. Anche l’andamento delle iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati nel periodo gennaiomaggio 2009 fa registrare un fortissimo incremento in tutte le province, se raffrontato allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i contratti di apprendistato avviati nei primi cinque mesi del 2009 sono stati 4.248, a fronte dei 7.086 dello stesso periodo del 2008: una contrazione del 40% con punte che arrivano al 61% in territori particolarmente colpiti dalla crisi come il fabrianese. Maria Chiara La Rovere di Q uando nasce un bambino… nascono anche una madre e un padre. Ci avevate mai pensato? Una madre e un padre non esistono prima: è il figlio che li fa diventare genitori. Un bambino che viene al mondo è la voce della vita. E’ il canto dell’energia dell’universo. Quando guardi i suoi occhi, senti che accendono la luce dentro il tuo cuore. E non ci sono segreti che si nascondono. Lui è lì, davanti a te. Anzi, dentro di te. Sa trovare ogni volta la strada per incontrare, nel profondo della tua anima, quel bambino che hai dimenticato in qualche angolo del tuo mondo interiore. L’hai dimenticato, perché hai imparato che diventare grandi significa abbandonare l’anima del bambino. E ora lui ti chiede di ritrovarla. Anzi, viene dentro di te per cercarla insieme, perché lui ne ha bisogno e sa che tu pure questo bisogno ce l’hai. Ce l’hai, perché non puoi vivere solo la tua dimensione di adulto. Ce l’hai pure, perché ora ti serve per dialogare con lui. Per incontrarlo. Solo un bambino può incontrare un bambino. E quel bambino che sei stato è la fonte dell’energia vitale, è la voce della vita che canta nel tuo cuore. E che ora questo tuo figlio ti chiede di poter ascoltare. Per non sentirsi solo. In questo mondo nel quale ha deciso di venire. Per camminare con te. Anzi, con voi. Con voi due. Mamma e babbo. Mamma e babbo. Sì. Perché nella nostra cultura, prendersi cura del bambino è ancora un compito della mamma. Dicevo sopra che quando nasce un bambino nascono anche una madre e un padre. Be’, che nasca una madre è ovvio, è naturale. Che nasca un padre? Onestamente, osservando come anche le giovani coppie vivono la nascita di un figlio, ho qualche dubbio. La presenza del babbo, troppe volte, è come… un accessorio. Se c’è, ok. Se non c’è, pazienza. Se ne può fare a meno. Direte: “Ma oggi le cose sono cambiate. Vedi quanti giovani padri vanno in giro con il passeggino, il sabato o la domenica mattina, mentre la mamma sta in casa a fare le faccende…”. Sì, come fossero tanti babysitter! Quando nasce un bambino, la vita di una donna è completamente trasformata. Dovremmo dire stravolta. (Di questo parleremo, molto seriamente, la prossima volta). E la vita di lui? Dopo qualche giorno tutto sembra ritornare come prima. Il suo lavoro, il suo tempo libero, i suoi hobby. Perfino il suo sonno. Sa’, lui deve andare a lavorare, quindi bisogna che dorma la notte. Poi bisogna che esca con gli amici, a calcetto o a guardarsi la partita o a fare un giro in moto: non può mica stare tutto il giorno a lavorare e la sera e nei finesettimana a casa… gli prende un esaurimento nervoso! Cari padri, giovani padri, i vostri bambini hanno biso- Prendersi cura di un bambino significa entrare in relazione con lui. Entrare in relazione con lui significa fermarsi. Fermarsi dal ritmo incalzante che guida le nostre giornate. Fermarsi a respirare. I tempi di un bambino sono tempi naturali. Se lo ascoltiamo, lui ci insegna a ritrovarli in noi stessi. L’andare di corsa, in fondo, ci serve. Quasi ci protegge. E’ vero che ci lamentiamo, ma è altrettanto vero, se ci guardiamo un po’, che quando non siamo pressati dagli impegni del lavoro e ci capita di avere un po’ di tempo libero - pensiamo a certi finesettimana -, subito sentiamo il respiro dell’ansia che si risveglia, dentro di noi, dal torpore in cui è rimasta durante gli altri giorni, strapieni di cose da fare. E allora ci industriamo per riempire il tempo. Che fare? Dove andare? Con chi usciamo? Possibile che non mi cerca mai nessuno? Devo essere sempre io a chiamare gli altri… Un bambino, con la sua presenza, mi chiede di esserci. Di stare lì. Con lui. A fare che? Niente! A stare con lui. E con me. Perché se sto un po’ con lui, se mi permetto di tenerlo fra le mie braccia, posso sentire che lui sta proprio lì. Con me. E non c’è bisogno di correre per scappare da qualche parte. Il mio tempo è pieno. Pieno della presenza, nella reciprocità. I pensieri possono fermarsi, senza che la paura di ascoltarli ci spinga di nuovo nella corsa che ci tutela dall’ansia. Questo una donna lo sa bene. Il suo corpo l’aiuta nell’intimità con il suo bambino. Quando è attaccato al seno, lei sente che tutti e due sono lì. In un dialogo senza parole. In una vicinanza fuori dal tempo e dallo spazio. Noi uomini non abbiamo questo ‘privilegio’. Il nostro corpo non ci aiuta. Ma noi non siamo solo corpo! Se proviamo a guardare questo bambino che è entrato nella nostra casa, sarà lui il nostro maestro. Ci insegna a stare con lui. E ci fa scoprire che stare con lui sarà davvero anche stare con noi stessi. Quando lo prendiamo fra le braccia, sentiamo il suo cuore che parla con il nostro. Come? Anche noi maschi abbiamo un cuore? E sì. Così è. E questo piccolo angelo, piombato in casa da chi sa quale parte del mondo, ci fa scoprire che non siamo solo animali da produzione, ma anche, e prima di tutto, persone che camminano e nuotano nel mare della vita. Quando nasce un bambino… (Pianeta famiglia 10. continua) Il Cuppari si certifica UNI EN ISO 9001:08 Un percorso di qualità Fiji della terra madre, fiji della vita attesi con amore, frutto de ‘n sogno nati anche voi pè giocare stà partita divve come, perché, non c’è bisogno: Noaltri padre e madre v’emo generado ma nei pensieri vostri non podemo entrà, custodido e cresciudi con amore sviscerado, però vostra è la strada pè nella vita andà. gno di voi. E voi di loro! (Un grande bisogno ne hanno anche le vostre compagne. Per essere delle buone madri. - Ma di questo ne riparleremo. Oggi restiamo con i bambini). Se mi regalate qualche minuto, provo a proporvi qualche altro pensiero. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Ai fiGLi è la vita che ve ’nsegna quel che fà è tutto ’l monno che ve circonda che ve dice come e dove andà pè tenesse del mare burrascoso sopra l’onda. Federico Cardinali L’ Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “P. Cuppari” di Jesi, dopo essere stato oggetto di approfondita verifica ispettiva da parte dell’Ente Certificatore esterno Certiquality di Milano, ha ottenuto, primo tra gli istituti jesini, la Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:08 nella progetta- zione ed erogazione di servizi di istruzione secondaria e di formazione professionale Questo risultato, conseguito il 30 maggio scorso, rappresenta il traguardo del percorso iniziato nel 2002 con l’Accreditamento Regionale per la formazione continua, superiore e obbligo formativo. La Certificazione del Sistema di Gestione Qualità è stata riconosciuta grazie alla competenza e tenacia della pProf. ssa Leda Appolloni supportata dalla grande professionalità della dott. ssa Alessia Colasanti, dello studio Qualità di Jesi. Un particolare ringraziamen- to va alla Banca Popolare di Ancona, ente tesoriere dell’istituto che, con lungimirante disponibilità e sempre positiva collaborazione, ha contribuito al raggiungimento di questo prestigioso obbiettivo. L’Istituto ha creduto fortemente in questo percorso che qualifica e valuta l’attività formativa, in un’ottica che vede il sistema Qualità come reale strumento di gestione della scuola, con una prospettiva di miglioramento dell’offerta formativa, degli aspetti amministrativi e di avvicinamento agli studenti e alle loro famiglie. Nella foto da sinistra la prof.ssa Appolloni e la dott.ssa Colasanti Dentro ’l core vostro qualcosa c’appartene, n’è l’affetti, l’ansie, i desideri o le volontà ma è ’l sangue che ve scorre ’ntì le vene e col sangue l’insegnamenti pè non dovè ’ffogà. ’N te le scelte de la vita ’ndade spedidi non pensade a noaltri se semo o no contenti, fadeve largo realizzando sogni ambidi senza contà tanto sull’amici, tantomeno sui parenti: IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI solo de fori pare che semo in compagnia ma dentro semo soli pè lottà, la speranza sia sempre l’ultima a ’ndà via non perdede mai la fede e la bontà. La vita pè noaltri passa e avanza ma l’ombelligo s’ha ancora da staccà: pè ‘n genitore non c’è mai vacanza cuscì è la vita ... “che passa e dove andrà ...” Roberto Dellabella - Moje TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Venerdì 26 giugno ore 21: San Paolo, Veglia di Preghiera per le Vocazioni nella Settimana Eucaristica. Sabato 27 giugno ore 10.30: Parrocchia San Francesco, Celebrazione di un Matrimonio ore 18.30: S. Messa e saluto alla Casa Famiglia di Castelbellino ore 21: Concerto d’Organo a Montecarotto Domenica 28 giugno ore 10.30: S. Pietro Martire, S. Messa e Amministrazione della Cresima ore 16.30: Casa di riposo di Jesi, S. Messa e saluto alle Suore ore 18.30: Moie, S. Messa e saluto alle Suore ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Lunedi 29 giugno ore 18.30: Santuario Madonna delle Grazie, Chiusura dell’anno Paolino Martedì 30 giugno ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. ore 18.30-22: Seminario, verifica dell’anno pastorale Mercoledì 1° luglio ore 21: Corinaldo, S. Messa alla Casa Natale di Santa Maria Goretti Giovedì 2 luglio ore 21: Commissione per la Pastorale familiare Venerdì 3 luglio ore 21: Parrocchia S Massimiliano K. Milizia dell’Immacolata: S. Messa Sabato 4 luglio Pomeriggio: Pellegrinaggio a Val di Castro, celebrazione in onore di San Romualdo Domenica 5 luglio ore 18.30: Moie, S. Messa in occasione della festa dell’UNITALSI ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale CHIESA dell’ADORAZIONE luogo di adorazione e di ascolto Dal lunedì al venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione, in Piazza della Repubblica 2 a Jesi, per le Confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani. Tutti i venerdì dalle 19 alle 20 un piccolo gruppo di giovani si riunisce nella Chiesa dell’Adorazione per un’ora di preghiera davanti alla SS Eucaristia. Sono invitati altri giovani che cercano un momento di silenzio, di meditazione sulla Parola di Dio e di preghiera di adorazione. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Parola di Dio 28 giugno 2009 7 28 giugno 2009 - xiii domenica del tempo ordinario - anno b Fanciulla, io ti dico, alzati! Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5, 21-24.35b-43 ) In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore COMMENTO L’assemblea di questa domenica si sente proclamare, come nella domenica precedente, la volontà potente di Dio, il potere di Dio. Dio usa il potere sempre e solo per la vita. “Fanciulla, io ti dico: alzati!” Vengono raccontati due miracoli, uno intrecciato con l’altro. Tutti, come due brani musicali, sono accompagnati da un motivo di fondo: la fede. Una donna perde sangue da anni. Tocca la veste di Gesù e guarisce. Una donna sa che può “inquinare” con la sua malattia chiunque tocca. Per questo non si fa notare. Ma Gesù pare farci apposta a darle risalto. Lui non si sente affatto impuro per essere stato toccato. A Dio interessa il legame di fede, non le convenzioni degli uomini. “Va la tua fede ti ha salvato!” Una ragazzina, figlia di uno dei capi della sinagoga, sta morendo, anzi - vengono a dirgli – ormai è morta e non c’è più rimedio. Ma Gesù: “Non temere, solo abbi fede». Fede in che cosa? Nella potenza di Gesù, che è potenza di vita, capace di raggiungerti là dove vivi, là dove soffri e muori. La morte poi dice Gesù, non è l’ultima e definitiva parola per Dio. E’ come il sonno. Poi c’è il risveglio. Il miracolo più grande è la vita, è la vittoria sulla morte. C’è una fede in chi domanda, anche se è una fede piccola. E’ una fede accesa. Allora Gesù entra con la sua potenza. Non dà spettacolo né forza il cuore dell’uomo, Gesù. Come per i legami d’amore. Se c’è apertura, c’è il miracolo continuo della rigenerazione. 1° luglio: Preziosissimo Sangue di Gesù Nutrimento spirituale La tradizione dedica il mese di Luglio alla contemplazione del Preziosissimo Sangue di Cristo, mistero insondabile di amore e di misericordia: “Una sola goccia può salvare tutto il mondo da ogni colpa” (Inno Adoro te devote). All’inizio dell’800 un sacerdote romano, Gaspare del Bufalo, si adoperò per tutta l’Italia a propagare la “devozione” al Sangue di Cristo: “È questa una devozione fondamentale che abbraccia tutte le altre: essa è la base, il sostegno, l’essenza della pietà cattolica. La devozione al Preziosissimo Sangue, ecco l’arma dei nostri tempi!” (San Gaspare del Bufalo). Dopo di lui, la sua Congregazione continuò ad adoperarsi perché nella Chiesa ci fosse la riscoperta del Sangue di Cristo. Caterina da Siena, Maddalena de Pazzi di Firenze, avevano già fatto risuonare nei loro scritti, le lodi al Sangue di Cristo. Nel 1849 il Papa Pio IX estese la Festa del Preziosissimo Sangue a tutta la Chiesa, da celebrare il 1° luglio. Pao- lo VI abbinò questa festa a quella del Corpus Domini. In questo mese siamo invitati anche noi ad attingere al Sangue di Cristo il nutrimento spirituale per vivere una forte e viva fede eucaristica: il mistero del Corpo dato e del Sangue versato per la salvezza del mondo; per vivere una vita cristiana autentica, sostenuta dal perdono dei peccati, dalla riconciliazione con il nostro prossimo, dalla carità verso gli altri. Giordano Maria Mascioni Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. di don Mariano Piccotti [email protected] Se non c’è disponibilità, Dio non mostra i muscoli. Non gli interessa vincere, gli interessa l’incontro. Quanti ne abbiamo persi di miracoli, solo perché teniamo le imposte chiuse e il sole non può entrare ! La nostra cecità, la nostra incapacità a leggere i segni, impedisce di godere dei tanti doni. L’uomo è diventato adulto e si è emancipato, ma ha perso la gioia di tanti doni che gli arrivano. Sarà forse perché va cercando la potenza là dove c’è forza che schiaccia e non invece là dove c’è il filo d’erba che cresce? Non sa apprezzare la testardaggine di una donna che invoca, e la richiesta di una padre per la vita di sua figlia. Brillare veramente... Signore, facci ricordare che il Tuo primo miracolo, alle nozze di Cana, lo facesti per aiutare alcuni uomini a fare festa. Facci ricordare che chi ama gli uomini, ama anche la loro gioia, perché senza gioia non si può vivere... Fammi comprendere, Signore, che il Paradiso è nascosto dentro di noi. Ecco, ora è qui, nascosto dentro di me. Se voglio, domani stesso, comincerà a brillare veramente per me e durerà tutta la vita. Fedor Michajlovic Dostoevskij Jesi, il 29 giugno al Santuario delle Grazie Anno paolino Con la solennità degli apostoli Pietro e Paolo, il prossimo 29 giugno, si conclude l’anno paolino in memoria del bi millenario della nascita dell’apostolo delle genti. Il nostro Vescovo, mons. Gerardo Rocconi, nel Santuario delle Grazie, presiede per l’occasione una solenne concelebrazione, nella quale è possibile accogliere anche il dono dell’indulgenza plenaria. Occorre però rilevare che la celebrazione avrà luogo alle ore 18,30 (anziché alle 17, come si annunciava nel manifesto). Siamo tutti invitati a una attiva e generosa partecipazione di ringraziamento al Signore per il fuoco che ha acceso nei nostri cuori a contatto con la straordinaria avventura umana cristiana e apostolica di Paolo. L’auspicio è che noi tutti, discepoli del Signore, possiamo percorrere, pur nelle nostre piccole realtà, la strada indicata per una trasparente testimonianza di vita e per un ardente annuncio del Vangelo a questo nostro mondo riarso di quell’acqua viva che sgorga dalle sorgenti del Salvatore. Si chiude l’anno paolino, ma non la nostra familiarità e frequentazione della sublime cattedra di perenne e luminoso insegnamento. Che l’apostolo Paolo interceda per noi, per la Chiesa e per la tribolata famiglia umana. Emilio Capogrossi 8 28 giugno 2009 Vita Ecclesiale In ricordo di Roberto Landi La giustizia dei volti… C iao Remo!... Ciao!... Lo tanto deve essere integrata, incontro spesso, quasi anzi, valorizzata, facendola tutte le mattine: è davanti al compartecipe alla vita della computer intento a scrivere comunità. La “normalità” articoli. Il mio dialogo con serve solo a certificare l’uolui inizia e finisce con quel mo che ha capacità di orga“ciao”! Mi domando però nizzare, di progettare, di non ogni volta perché non riu- essere di peso alla società. La sciamo ad andare oltre quel carità che noi predichiamo saluto. Può essere quella di- se non è fonte di giustizia versità che c’è tra di noi ad verso quei fratelli che subiinfluenzare il nostro modo di scono esclusioni derivate da rapportarsi? Ma la diversità diversi fattori, non è nient’alnon è tra persone con uguale tro che un elemosinare un possibilità di relazionare, ma “diritto” dovuto. La mediciè tra chi ha questa facoltà e na alleata alla “normalità”, chi ha delle difficoltà. I miei nel momento che certifica occhi vedono la sua “diver- la “cronicità” del disagio, risità” come un impedimento, schia di escludere dalla vita forse perché pretendo di ave- di relazione. La medicina re bisogno di un altro simile a è per la logica di curare più me. “L’altro veramente altro di integrare, quando non c’è ci “altera” ci “scompone” ci nessuna cura rispetto ad una “obbliga” ad entrare in con- asocialità derivata dal distintatto con il nostro “io”, con guere chi è normale e chi il nostro “niente”, le nostre non lo è. E’ in ansia perché “paure” e la nostra “povertà”. ha paura della strada, non ci Eppure il dialogo è possibile! vuole andare da solo. La diLui capisce che tra me e lui la stanza nel sentire, fa che in comunicabilità avviene so- una stazione della metropolilamente se io scendo ad un tana di Napoli, i passanti non piano che la rende possibile. si sono accorti e sono passati Ma la prima cosa che devo “oltre” di fronte ad un uomo sconfiggere è considerarlo che stava morendo colpiti un “diverso”. La seconda è dai proiettili di una pistola quella di trattarlo come uno sparati da un malvivente deldi noi che ha maggiormente la camorra, non hanno neanbisogno di attenzione, ma è che ascoltato le suppliche di anche fonte di ricchezze che soccorso della moglie. Anche ai nostri occhi sono nascoste a Jesi sono stati inquisiti dei perché guardiamo la “diver- giovani della cosiddetta “Jesi sità” che oscura l’altro. Ma che si diverte” che una sera perché diverso? Non è una hanno inseguito un giovane categoria che ci siamo strut- di Pianello Vallesina in difturati, per meglio dividere, ficoltà fin davanti all’uscio di separare, e ghettizzare come casa dove c’era un padre ammale per difenderci da esso? malato che in ansia aspettava Allora ecco i luoghi, gli isti- il ritorno del figlio. Non contuti… le case di accoglienza, tenti hanno assalito l’anziano che anche se aiutano e sepa- genitore, facendolo ricoverarano. I cosiddetti “normali” re in rianimazione. Eppure non hanno tempo per l’altro questa “normalità” tende a in difficoltà e per questo, pur giustificarli domandandosi specializzandosi, nell’acco- che cosa hanno fatto di male, gliere si trovano in difficoltà che era solo uno scherzo. Per verso una integrazione so- questo la “normalità” ha pociale, perché la società è per tere di nascondere, di sottoi normali, i produttivi, gli valutare, di scusare. Riflettiaautonomi, coloro che non mo! L’imbarbarimento della creano problemi. Ma l’altro società è sempre avvenuto vive, pensa, osserva, riflette, dove il forte soccombe il devede! Dentro di noi dobbia- bole, dando per scontato che mo combattere la separa- la forza e la prepotenza può zione che facciamo tra chi sostituire la ragione. Vorrei può e chi non può, con il che andasse da solo a prenrischio di emarginare coloro dere l’autobus che lo porta che per ragioni diverse “non a casa. Magari da lontano lo possono”. La paura che ci seguo dopo che è arrivato, portiamo addosso ci porta lo abbraccio e gli dico che ad evitare il confronto con il anche per te ogni tappa deldisagio perché mette in di- la vita è raggiungibile. Non scussione le certezze, quelle aver paura, fidati! C’è sempre soprattutto che ci vedono qualcuno che sostiene e che anche noi esposti alla diver- non domanda, accoglie, per sità. Non c’è nessun impe- lasciarti proseguire da solo a dimento nell’accompagnare goderti la vita. una “diversità” che solRemo Uncini La cittadina di Moie si è svegliata, domenica mattina, con la notizia di una tragedia: Roberto Landi ha improvvisamente concluso la sua giovane vita a causa di un incidente stradale. Landi lascia la moglie, Stefania Bricuccoli, originaria di Montecarotto, e il figlio, Edoardo, di 13 anni. 43 anni, era ispettore di polizia a Roma e suonava il trombone nella banda nazionale del Corpo. A Moie, dove abitava con la famiglia, era invece presidente e maestro della banda musicale l’Esina, amatissimo dai suoi allievi. “Roberto era l’anima della banda - spiega commosso il sindaco Giancarlo Carbini - in nome della musica abbiamo condiviso tante bellissime esperienze in giro per l’Italia. Mi è sempre piaciuto definirlo un “portatore sano di allegria”: era un ragazzo pieno di entusiasmo”. Entusiasmo che l’aveva portato a coin- volgere tutta la sua famiglia, compreso il padre Aduse, custode dei locali della scuola musicale e organizzatore della banda. Roberto era anche stato tra i collaboratori principali della “Spontini wind orchestra”, nata per celebrare il secondo centenario della rappresentazione de “La Vestale” e aveva promosso la Primavera Spontiniana nel 2001. Presto avrebbe dovuto tenere un concerto di beneficenza a L’Aquila per la popolazione colpita dal sisma. Roberto è morto carboniz- In ricordo zato mentre, a bordo della sua auto, stava guidando verso Roma. Erano da poco passate le 5.20 quando una Golf con cinque ragazzi di età compresa fra i 17 e i 23 anni che viaggiava in direzione Ancona sulla SS 76, circa 300 metri prima dell’uscita per Genga in una semicurva ha invaso, forse per l’asfalto viscido a causa della pioggia, la corsia opposta centrando in pieno la Renault Megane di Roberto Landi, 43 anni. Le Megane è stata sbalzata contro il guardrail incendiandosi e imprigionando Landi. Martedì i suoi colleghi della Banda della Polizia e i suoi ragazzi della banda di Moie lo hanno accompagnato, all’incontro con il Padre, con il suono dei loro strumenti, come su un soffice cuscino musicale per rendergli il viaggio pieno di note a lui conosciute perché suonate da amici amati. 21.9.1930 30.6.2008 Mario Bocchini Il tuo ricordo vivrà per sempre nel cuore di quanti ti vollero bene. I familiari lo ricordano con una messa di suffragio il giorno 30 giugno alle ore 18.30 nella chiesa di S. Massimiliano Kolbe. ENRICO MEDI. Un cristiano sulle strade della politica, della scienza e della cultura Un testimone nella Chiesa e nel mondo A bbiamo avuto tra le mani il supplemento del mese di marzo a “La Voce misena”, settimanale della diocesi di Senigallia, dedicato all’impegno civile. L’opuscolo si concentra principalmente sulla figura di Enrico Medi (19111974), nostro conterraneo, famoso scienziato e deputato per parecchi anni della Democrazia cristiana. Tutti ricordano il suo commento allo sbarco dell’uomo sulla luna, ma forse non molti sanno che per questa grande figura di laico impegnato è iniziata la causa di beatificazione. Enrico Medi, dotato di profonda spiritualità, sosteneva che la politica per un cristiano “è un servizio reso agli altri, dimenticando se stesso: è una rinunzia ai propri interessi e alla propria vanità”. In questo, il grande scienziato, massimo esempio di onestà e rigore morale, era in piena sintonia con quanto ebbe ad affermare Paolo VI riguardo l’attività politica, che è “la forma più elevata dell’esercizio della carità”, come fa notare nel testo Mario Vichi, responsabile della pastorale sociale della diocesi di Senigallia. Nel supplemento di cui parliamo, dopo aver fatto soffermare l’attenzione del lettore sui momenti più significativi della vita politica di Enrico Medi, un cattolico rispettato anche dagli avversari, sempre pronto a battersi per il bene comune e che riusciva ad affascinare coloro che lo ascoltavano ai comizi o alle conferenze, vi è una serie di interventi dedicati al tema dell’impegno civile tenuti da varie personalità. Il filosofo Roberto Mancini affronta il tema della non violenza come forma di azione politica, rifacendosi in particolare all’insegnamento di Aldo Capitini. Antonio Maria Baggio, docente di etica politica, si occupa invece dell’importanza dell’impegno dei cattolici nella vita politica, un impegno che richiede l’assunzione di responsabilità e che comporta la testimonianza pubblica della propria fede, secondo gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa che, dopo la caduta delle ideologie e, soprattutto in questo momento di crisi di Jesi,15 giugno: Aimc, Meic, C. Ferrini insieme Per una testimonianza autentica L’ Aimc (Associazione Italiana Maestri Cattolici), il Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) e il Circolo Cattolico Contardo Ferrini, di Jesi, a conclusione di un anno d’intenso lavoro, in cui sono state realizzate molteplici iniziative di cultura e spiritualità, hanno voluto ringraziare il Signore con una liturgia eucaristica, che è stata celebrata dal vescovo, mons. Gerardo Rocconi, il 15 giugno nella chiesa dell’Adorazione. Nell’omelia, commentando il “Discorso della montagna”, il Vescovo si è soffermato sulla “legge dell’amore” quale fondamento di autentica vita cristiana. La consapevolezza di essere figli di Dio e fratelli in Cristo dev’essere per tutti fonte di gioia e di speranza. Dio è carità: l’amore gratuito, disinteressato, nel servire il prossimo, ha la sua radice in Dio che ha tanto amato gli uomini da donare il Figlio per la salvezza del mondo. Come crescere nella fede e nell’amore? Con la frequenza ai sacramenti, l’ascolto umile e attento della Parola, con l’adorazione eucaristica e la contemplazione, facendo sì che la Liturgia animi la vita di ogni giorno. Il Vescovo ha esortato i tre Gruppi ad offrire un’autentica testimonianza cristiana nel mondo della cultura e dell’educazione e, introducendo la Preghiera dei fedeli, ha ricordato la Direttrice didattica Maria Tonini Radiciotti, che per molti anni Presidente dell’Aimc, ha saputo dare all’associazione un forte e intelligente impulso, e con la sua opera e la testimonianza cristiana ha educato generazioni di giovani docenti, promovendone sia la formazione professionale sia la crescita culturale e spirituale. Durante la Comunione il popolo di Dio ha cantato con fede “Resta con noi, Signore, la sera…”manifestando così che il Risorto é “la Speranza che non delude”. Con un canto in onore della Vergine Maria, immagine della Chiesa in cammino nella storia, si è conclusa la celebrazione eucaristica. Infine l’agape fraterna, cui ha partecipato anche il Vescovo, ha offerto la felice opportunità di uno scambio di idee fra amici, in un clima di serena letizia. Giuseppina Radiciotti un certo modo di intendere il capitalismo, è l’unica dottrina ad essere più che mai valida. Il libretto, poi, accoglie un contributo del gruppo “Noncapiscolapolitica”, che sottolinea l’importanza della formazione civica e politica, affinché i cristiani possano essere sale della terra e luce del mondo, sempre sull’esempio di Enrico Medi. In conclusione, infine, vi è il testo della relazione tenuta lo scorso anno a Senigallia agli amministratori e ai politici da padre Alessandro Barban, priore del monastero di Fonte Avellana, il quale afferma che l’uomo si realizza nell’alterità e viene deturpato, nella sua bellezza, dalla violenza e dal razzismo. Il monaco, inoltre, affrontando il tema della bellezza nelle nostre città, invoca il bisogno di un ritorno alla politica ideativa: solo così potremo vivere nella bellezza. Federico Catani Moie, Unitalsi in piazza L’Unitalsi Gruppo di Moie in collaborazione con Sottosezione Unitalsi di Jesi con il sostegno di Sogenus spa e comune di Maiolati Spontini, propone, dal 3 al 5 luglio: Unitalsi in piazza a Moie. Venerdì 3 luglio: ore 19 apertura stand gastronomici e ore 21 Serata sui pattini con l’associazione Acli Pattinaggio Jesi sabato 4 luglio: ore 17,30: incontro – testimonianza con Rita Coruzzi al cinema Nuovo Ariston. Rita è una giovane di 22 anni, di Reggio Emilia, laureata in lettere e filosofia, che, dall’età di 10 anni è sulla sedia a rotelle. Partecipa a tanti incontri dove porta la sua grande testimonianza di amore per la vita e di accettazione della sua condizione. Ha scritto diversi libri tra cui “Il miracolo quotidiano. Lourdes vista dai malati”. L’incontro sarà trasmesso in diretta su Radio Duomo Senigallia in Blu (106,7 o 95,2 Mhz). Alle ore 21.15: serata di animazione e ballo con Laura e Ivano domenica 5 luglio: ore 18,30: S. Messa in piazza presieduta dal Vescovo mons. Gerardo Rocconi; ore 19,30: apertura stand gastronomici; ore 21: ballo in piazza con Massimo e Patrizia Nel corso della festa sarà possibile ricevere informazioni sui pellegrinaggi e iscriversi In diocesi 28 giugno 2009 9 Bene il 31° pellegrinaggio Jesi-Loreto Avulss di Jesi: “Fragilità e salute: orizzonti di speranza” I P Manifestazione di fede e di sacrificio l vescovo don Gerardo, arrivato un minuto dopo dei pellegrini, si accosta alla scalinata prospiciente la facciata della Santa Casa – accogliente poltrona per gli stanchi viandanti – e si complimenta con tutti e di tutti desidera sapere come sono andate le cose durante le dieci ore trascorse lungo la strada Jesi-Loreto. Poi la Santa Messa sotto il loggiato della piazza per evitare il rischio di un acquazzone. Così si è conclusa la 31° edizione di un pellegrinaggio che non intende essere archiviato anche se l’animatore di sempre, don Bruno Gaglirdini, ideatore della pia pratica, non ha potuto esser presente perché malato. I cento partecipanti – di tutte le età e provenienti da Jesi e Vallesina – si erano raccolti, prima della partenza, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate per una breve preghiera presieduta da don Gerardo. Poi il lento impegnativo cammino in omaggio alla Madonna Nera. Un servizio di assistenza veramente eccezionale ha accompagnato il corteo per tutti i 40 km. Si sono distinti i volon- tari della Croce Rossa, i generosissimi della protezione civile di Jesi, la polizia e le guardie municipali. Hanno realizzato un servizio ben coordinato e tale da scongiurare ogni possibile incidente, nonostante l’intenso traffico delle prime ore, quello, in particolare, da Jesi a Santa Maria Nova con la sua salita e le sue curve. La tradizionale tappa a Case Nuove è stata appena disturbata dalla inaspettata chiusura del bar delle Acli; Giovannino ha rimediato con tanto di bevande e di biscotti in super-abbondanza per tutti. E di acqua tutti ne hanno avuta quanta desiderata dalla generosa fontanella pubblica. Canti e preghiere, intercalati da brevi pause, hanno riecheggiato per tutta la notte sotto un cielo ricco di stelle; e un vento tiepido e generoso li spargeva per le contrade e le ampie campagne dalle mille luminarie. Non si può, certo, negare che alla fine della lunga camminata anche nei più giovani e quotati si facesse sentire una certa legnosità delle gambe, un brontolio insopportabile dei piedi e una spossa- tezza generale. Ma è anche vero che la testimonianza di fede ha portato tutto il gruppo ad essere vivacemente compatto e a pregare perfino lungo la salita che precede la conquista della Basilica. Un pullman e tante auto private hanno riportato ciascuno all’anelata residenza per un dolce riposo. Rosora: la Parrocchia San Michele Arcangelo e i bambini Una prima Comunione, una grande esperienza Sono più di 30 anni che nella parrocchia di San Michele Arcangelo di Rosora il parroco don Giuliano Gigli fa vivere a bambini, famiglie, catechisti e comunità intera, la Prima Comunione in una forma del tutto particolare, unica e travolgente. Capita spesso di trovarsi davanti, in simili circostanze, tantissimi bambini ben schierati, quasi sempre zitti, fermi e ingessati, che “assistono” al loro incontro con Gesù. Nella Prima Comunione che avviene in questa chiesa l’incontro, difficile da descrivere con le parole, è invece tutto vissuto dai protagonisti, i bambini e da chi ha la fortuna di capitarvi. Due ore ricche, emozionanti, un’esperienza unica e viva, che i ragazzi non potranno più dimenticare, in quanto Gesù diventa “presenza” con le parole, i dialoghi, i movimenti, le danze, i suoni, i gesti, i segni…e dove è praticamente impossibile annoiarsi. Una catechesi animata e in continua relazione tra parroco e ciascun bambino, bambino che ritrova in questa dimensione corporeo-spirituale anche i propri personali doni. Certo, la formula può risultare scomoda a chi è frettoloso, a chi preferisce una liturgia breve, più lineare e statica, ma sta di fatto che per i bambini è veramente un evento formativo. E poi il tema; ogni anno tutto ruota attorno ad un’idea forte, determinante, come quella di questa Prima Comunione, scaturita dalla Moltiplicazione dei pani e dei pesci per cui “se si divide basta per tutti e… forse avanza!”. Il Gruppo Detego, che da anni cura l’animazione liturgi- ca, con tuniche rosse (in quanto va curato anche l’aspetto estetico, nelle vesti dei cantori/musicisti) in bel contrasto con le tuniche bianche tutte uguali dei bambini, ha sottolineato con raffinati arpeggi e particolari sonorità, ogni momento in cui il canto può diventare lode, anche attraverso un reper- Due incontri torio musicale affine alla tematica e dove i bambini sono intervenuti a volte con battiti di mano. E poi le danze attorno all’altare, perché ogni bambino possa vivere, anche attraverso la corporeità, la gioia dell’incontro. Alcuni momenti vengono sottolineati dalle parole di don Giuliano e dalle spontanee risposte dei comunicandi, anche per una migliore comprensione dei vari momenti da parte dell’intera assemblea. E l’omelia… bellissima! Una vera catechesi (così come è solito fare don Giuliano durante l’anno, nella preparazione dei piccoli) che porta via via i bambini ad alzarsi in piedi e spontaneamente raccogliersi attorno al Parroco (una sorta di filo/ telefono tra loro e Dio), in un abbraccio caloroso di parole, in una vivace interazione, in un dialogo costruttivo, sintesi di tutto il percorso vissuto con il parroco e i catechisti. I bambini ne escono felici, affatto stanchi, pieni di voglia di continuare ancora. Auguri ragazzi perché possiate continuare a vivere l’incontro con Gesù e ad appassionarvi a Lui, come oggi. Grazie Don Giuliano per far scoprire anche a noi la Verità che rende liberi. Anna Rita Giampaoletti Foto Maurizi Lunedì 29 giugno ore 18,30 al centro di Spiritualità di Castelplanio: incontro della commissione catechistica diocesana e degli altri catechisti che vorranno partecipare per confrontarsi sul cammino Emmaus e programmare le prossime iniziative. Martedì 30 giugno ore 18,30 in Seminario: incontro di verifica con i responsabili degli uffici diocesani Radio Duomo Senigallia in Blu (106,7 o 95,2 Mhz) La gioia di seguire Dio omeriggio del 16 giugno: la piazza assolata davanti all’abbazia di sant’Apollinare, a Pianello Vallesina, accoglie una folla variopinta, vivace, entusiasta… Sono i volontari Avulss dell’Unità sociosanitaria locale di Jesi, un’associazione laica, non - confessionale, ma di ispirazione cristiana: 150 persone che svolgono servizio nei diversi settori (Ospedale, Casa di riposo, Casa Famiglia, Centro ”Divertirsi insieme”, assistenza domiciliare, aiuto scolastico a bambini in situazioni di disagio). Quel giorno si sono dati appuntamento per un incontro fraterno di cultura e spiritualità prima della pausa estiva, in cui è garantito solo il servizio di emergenza. Nell’ abbazia il vescovo di Jesi, Gerardo Rocconi, ha presieduto la celebrazione della Messa, vissuta intensamente dall’assemblea con canti di lode e di ringraziamento e con preghiere per la Chiesa, le famiglie, gli ammalati, i terremotati d’Abruzzo. Dopo la Liturgia, in una sala dell’ hotel “Ponte Magno”, un pubblico numeroso di volontari, parenti e amici, ha seguito con interesse la conferenza del Vescovo sul tema “Fragilità e salute: orizzonti di speranza” (“salute” da intendere nel senso di “salvezza” dell’uomo integrale, ndr.). Un percorso biblico-teologico nella prospettiva luminosa del “volto” di Dio, indirizzato proprio ai volontari, “perché – afferma il vescovo Gerardo - il dono più bello che possiamo fare alle persone che assistiamo é la testimonianza della nostra vita”. Bestemmia… o supplica? Leit-motiv della meditazione é “il grido dell’uomo della Bibbia che è anche il nostro grido”. David, ricercato da Saul, soffre vagando fuggiasco nel deserto e prega “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua” (Salmo 62). In David, come nel malato che, sentendosi fragile e solo, grida al Signore “Il tuo volto, Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto” (Sl 43, 142), c’é ogni uomo che cerca la salvezza. Come vivere la speranza in una situazione di sofferenza? Si può reagire con la bestemmia (questo dio dov’é?…) o con la supplica del povero che vive la precarietà. Nell’avventura umana sulla terra alla ricerca del “volto” di Dio, il Vescovo ha individuato, con realismo e intuito psicologico/spirituale, due caratteristiche dell’uomo: la creaturalità e la fragilità: “Limitato per natura, l’uomo non ha consistenza in se stesso, non si è fatto da solo, dipende da Qualcun altro….. La fragilità talvolta si manifesta non solo come sofferenza fisica, ma anche psichica e deriva dal limite. La forma peggiore è il peccato, condizione di partenza della specie umana, quando l’uomo, creato libero, scelse di fare a meno di Dio distruggendo così il progetto meraviglioso di una vita di comunione”. L’uomo può commettere il peccato assecondando l’inclinazione al male e scegliendo il male. Chi rifiuta l’Amore di Dio, vive nelle tenebre dell’odio, della violenza, dell’ingiustizia, del vizio... “E’ necessario - esorta il Pastorechiedere perdòno e invocare Dio perché manifesti il suo volto misericordioso”. “Togliti i sandali!” Dio, come risponde al “grido”…? “Il Signore si manifesta e ci salva fin da oggi”, assicura il Vescovo presentando tre suggestive icone bibliche che indicano gli atteggiamenti necessari “perché la luce mi illumini ed io possa illuminare le persone che incontro…”. - “Tògliti i sandali perché questa è terra santa!” dice Dio a Mosé dal roveto ardente (Es 3,1-5): o uomo, diventa umile, povero, getta via tutte le sicurezze umane, se vuoi vedere il mio Volto. - Il profeta Elia passa la notte in una caverna…e a lui Dio si rivela: non nel “vento impetuoso”, non nel “terremoto” né nel “fuoco”, ma “nel mormorio di un vento leggero”. (1 Re 19,9-14). “Dio è sorprendente - spiega il Vescovo - è sempre un po’ più in là…Passa quando e come vuole, senza frastuono… Possiamo soltanto abbandonarci a Lui nell’amore”. - Presso le Querce di Mamre Abramo accoglie tre viandanti, offre loro del pane e li fa rifocillare all’ombra di un albero. Prima di riprendere il cammino, i tre “messaggeri” annunciano: Sara, tua moglie, fra un anno avrà un figlio! (Gen 18, 1 ss). Una promessa inverosimile, assurda, che provoca il riso di Sara, ormai vecchia e sterile. “Saltano i criteri umani, Dio é imprevedibile e ciò lo si comprende nell’umiltà, nel silenzio e nella contemplazione. Ho incontrato tante persone che, pur nella durezza della vita, sono arrivate a vivere la speranza!”. “E il Verbo si fece carne ” (Gv 1, 14): è la risposta che Dio dà a tutti ma che deve essere accolta personalmente. Nel volto di Gesù possiamo “vedere” il volto di Dio vivendo la fede come esperienza di un incontro: Gesù si rivela a chi lo cerca con amore. Quale lo stile di vita del cristiano? Il vescovo Gerardo esorta a “vivere contro-corrente seguendo lo Spirito di Dio e non lo spirito del mondo. Chi vive così sperimenta la gioia del cuore”. Infine la presidente Maria Cristina Paris, ringraziando il Vescovo e i volontari, ha reso noto, come testimonianza, il gesto di solidarietà dell’Avulss a favore della popolazione abruzzese alla quale sono stati inviati generi di prima necessità e presto sarà spedito il denaro raccolto. Maria Crisafulli Foto Orietta Moretti Tutte le mattine alle ore 7,20 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi 10 Cultura e società 28 giugno 2009 Sulle orme di San Romualdo (VI) San Romualdo: “Vita morte e miracoli” N ei precedenti articoletti su S. Romualdo c’è occorso di riferire di sfuggita alcuni episodi della sua esistenza. A questo punto può risultare utile una pur sintetica cronologia della sua vita. Come ha fatto in 73 capitoletti (ma è un caso che sia lo stesso numero in cui è ripartita la Regola benedettina? Quasi a dire: Romualdo è la Regola vivente!) il suo più famoso discepolo, San Pier Damiano (1007-1072). Il quale l’ha redatta parttime fra il monastero di S. Vincenzo al Furlo e quello di Fonte Avellana attorno al 1043. Da tenere presente che suo scopo dichiarato non era quello di scrivere una asettica biografia da consegnare agli archivi, bensì quello di mettersi “a servizio della edificazione” dei monaci. Con questa avvertenza: anche se gli risulta che Romualdo abbia compiuto vari miracoli e sia stato al centro di eventi straordinari, (però che cercava accuratamente di nascondere) non sono quelli che lo propongono all’imitazione. Damiano così polemizza con quegli agiografi che per il esaltare il loro eroe ne moltiplicano falsamente i prodigi! Facciamo dunque uno “schemino” della “Vita” del Nostro. 953: nasce dalla famiglia ducale Degli Onesti a Ravenna, dove entra nel monastero benedettino di S. Apollinare in Classe. Dopo tre anni ne esce insoddisfatto, anche perchè coinvolto nelle lotte fra nobili. 975: segue nella laguna veneta l’eremita Marino, un sant’uomo, ma poco dotato di equilibrio. Attorno ai due tuttavia si forma un gruppo di discepoli, anche da nobili veneziani, fra cui il doge Pietro Orseolo I, che lascia la carica per farsi monaco. 980: giunge a Venezia l’abate Guarino, del famoso monastero di Cuixà nei Pirenei. Romualdo con alcuni discepoli lo segue, e là vive accanto a quell’abbazia in un eremo, leggendo le Vite dei padri del deserto. Diviene così un riconosciuto maestro di monaci, senza le esagerazioni di Marino. 990: torna in Italia alla notizia che il padre, che s’era fatto monaco sull’esempio del figlio, voleva abbandonare questa vita. Lo convince così a rientrare, mentre i suoi compagni vanno a Montecassino. Da allora trascorre la vita da eremita in varie località, fondando o riformando varie comunità nella palude veneta e nell’Appennino umbro-marchigiano. 995: a Ravenna l’imperatore Ottone III lo vuole collaboratore nella riforma della Chiesa e lo “costringe” a diventare sacerdote e abbate di S.Apollinare in Classe. 999: vedendo che non riusciva a riformare quel monastero, rinuncia alla carica e riprende le sue peregrinazioni. A Roma incontra Bruno, cappellano dell’imperatore, che lo segue con altri discepoli in un’isola al largo di Ravenna. Qui Ottone III gli chiede di inviare dei monaci missionari in Polonia. 1003-09: venti di questi sono martirizzati. Romualdo progetta di andare anche lui missionario in Ungheria. Però capisce che la sua strada è quella di fondare e rinnovare i monasteri. 1005- 1009: fonda in questi anni tre monasteri a noi vicini: quello di Val di Castro; quello “vicino al fiume Esino” (=poi chiamato S.Elena); un terzo a S.Ginesio. 1010: per due volte va in Istria, dove ha forti esperienze spirituali: lacrime, comprensione della Scrittura, unione mistica (ripete spesso Caro Gesù, caro, dolce come il miele”). 1012: nella foresta di Camaldoli (Arezzo) costruisce in alto delle celle per gli eremiti, mentre in basso un ospizio e cenobio. 1014: vive per 7 anni recluso (e osteggiato!) nella abbazia di Sitria (a 7 km da Fonte Avellana) 1027, 19 giugno: muore nella prediletta Val di Castro. Permettete a questo punto tre pennellate finali. Prima: tutto questo vagabondareannota il Damiano stesso - può dare l’impressione di un uomo stravagante: invece dopo aver fondato una comunità (che non doveva essere troppo numerosa), cercava altrove di fondarne delle altre. Secondo: nella sua riforma monastica, incontrò grossi ostacoli (anche con pericolo di vita!) dai suoi stessi discepoli. Terzo: che analoghe resistenze incontrò nella riforma della chiesa, specie dal clero simoniaco, che riteneva normale “comprare” le cariche ecclesiastiche. Poi i romantici ci parlano della “pace dei chiostri”! Don Vittorio Magnanelli Nell’immagine: Domenico Ghirlandaio, Pinacoteca di Volterra, 1492: Cristo in gloria fra S. Pier Damiano ( a sinistra) e S.Romualdo ( a destra). Sotto due sante e in basso il monaco committente. Sabato 4 luglio 2009 PELLEGRINAGGIO A FABRIANO-VAL DI CASTRO ore 8: Partenza da Jesi ore 10,30: monastero SS.Biagio e Romualdo: concelebrazione con i vescovi di Fabriano e Jesi Ore 11,30: scoprimento della lapide ore 12,30: trasferimento a Val di Castro: pranzo – visita all’Abbazia e a S.Biagiolo – Vespri Iscrizioni entro il 30 giugno presso: rag. Giorgio Trillini 0731 204671 e dott. Luigi Bini 0731 209146 NB: in omaggio ai presenti i tre volumi su S. Romualdo, fra cui la “Vita” scritta da S. Pier Damiano. Apicoltura: una decisione del ministero delle Politiche agricole Ecco cosa stermina le api A cura di Paola Cocola L’ apicoltura risulta un’attività abbastanza diffusa nelle Marche con una produzione di miele che si aggira sui 10 mila quintali circa con 1500 apicoltori per complessivi 40 mila alveari. Nel 2008, gli allevatori hanno dovuto fare i conti con una forte moria del 30-40% di alveari. Quest’anno il fenomeno sembra essere diminuito grazie alla sospensione - prevista dal ministero delle Politiche agricole fino a settembre 2009 - dell’uso dei neonicotinoidi, agrofarmaci usati per la concia del mais. È di questi giorni la proposta, formulata da diverse regioni, di prorogare il “divieto di impiego, per la concia di sementi, dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive clothiadinin, thiamethoxan, imidacloprid e fipronil, da sole o in miscela con altre sostanze attive”. La sospensione dovrà proseguire, secondo la proposizione della risoluzione approvata, “almeno sino a quando non sarà dimostrata l’estraneità di tali sostanze al fenomeno di moria delle api e di spopolamento degli alveari”. L’iniziativa “è motivata dalle indicazioni che giungono dagli operatori del settore, secondo cui in questo anno di stop, il fenomeno della moria delle api ha registrato una riduzione”. Il fenomeno risale al 2007, quando morie massicce sono state registrate in tutto il mondo. La punta massima è stata raggiunta in alcune aree degli Stati Uniti, dove è scomparso il 90% delle api. Anche nel nostro settentrione si sono svuotati la metà degli alveari. Ne parliamo con Marco Montanari, esperto in campo tecnologico, scientifico e artistico. “Per individuare le cause che generano pericolose morie di api è necessario analizzare due tipi di ricerche. La prima, condotta da tedeschi e americani, riguarda l’ipotesi del danno causato dalle onde elettromagnetiche ad alta frequenza, per intenderci quelle che mettono in comunicazione i cellulari e i computers dotati di wireless. La seconda, condotta in alcuni pesi europei già da anni, prende in considerazione alcuni tipi di pesticidi detti neonicotinoidi, studiati negli anni ottanta e subito valutati dalle industrie farmaceutiche per il ritorno economico che tali veleni possono garantire. Analizziamo in breve queste due ricerche per capire cosa avviene, nel primo caso sappiamo che le api come altri insetti ed animali si orientano con il sistema magnetico terrestre e quindi non è difficile immaginare come una potente sorgente di microonde possa generare nell’insetto la totale perdita d’orientamento al punto di non trovare più la strada di casa, questo comporta l’involontario abbandono dell’alveare e dell’ape regina. A detta dei ricercatori l’esperimento è facilmente ripetibile: si lasci un telefono acceso ed in costante comunicazione nei pressi dell’alveare scelto (per non spendere chiamate i servizi gratuiti del vostro operatore), si aspetti la sera per notare se e quante api hanno fatto ritorno. La seconda ricerca riguarda invece anni di serie indagini scientifiche le quali, da diverso tempo ormai, hanno portato Paesi come la Francia alla messa al bando dei neonicotinoidi nel 2002. Le avvertenze per l’uso di tali veleni autorizzati sono più che chiare: vietatissima l’irrorazione nei pressi dei corsi d’acqua e durante il periodo di impollinazione questo perché l’effetto sulla fauna acquatica e le api è micidiale. Oltre alla scarsa attenzione nei confronti di queste regole basilari, il composto risulta pericoloso anche se usato con cautela. I venti e le piogge aiutano fortemente lo spostamento di un veleno la cui durata è estremamente lunga: si pensi che la pianta assorbe il principio attivo sin dalla nascita e lo trasmette in seguito ai germogli in fase di crescita; quindi per tutta la durata della vita del vegetale l’insetticida risulta “attivo”. Per dirla in breve, tali veleni, fissandosi ai ricettori del sistema nervoso, bloccano di fatto il passaggio degli impulsi con conseguente paralisi e morte per soffocamento. Nel nostro Paese l’analisi di tali fenomeni è estremamente e forse volutamente lenta, le commissioni di “esperti” con tempi degni di un bradipo si incontrano per poi fissare a distanza di mesi nuovi incontri e così via, scarso l’intervento del ministro delle Politiche agricole, come si potrà constatare dal verbale d’assemblea depositato presso il sito www.camera.it all’indirizzo http://www.camera.it/_dati/lavori/ stencomm/13/audiz2/2008/1030/ s010.htm. La domanda che sorge spontanea in tutti noi può essere “perché tanta lentezza se il problema è così grave?”, semplice la risposta: le multinazionali sono consapevoli di ciò che creano ma necessitano di lunghi tempi per la creazione e sostituzione dei prodotti ritenuti particolarmente nocivi e il tutto senza interruzioni di mercato al fine di non coinvolgere i profitti. Si prenda ad esempio la Bayer che ha sostituito negli ultimi tempi il Gaucho (a base di neonicotinoidi) con Poncho, un nuovo conciante per le sementi. Ultima annotazione: pare che la frase Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita, attribuita ad Einstein, sia in realtà una bufala apparsa in internet nel 1994.” Al Pio Sodalizio dei Piceni riconoscimenti e borse di studio Gioventù jesina meritevole Martedì 9 giugno, il presidente del Pio Sodalizio dei Piceni, Giorgio Bizzarri, ha consegnato gli annuali riconoscimenti a persone illustri delle Marche e le borse di studio per l’anno accademico 2008/2009 agli studenti marchigiani più meritevoli iscritti presso gli atenei romani nonché borse speciali di ricerca e borse speciali di perfezionamento a neo-laureati marchigiani. La fastosa cerimonia si è svolta nel Giardino Auditorium del Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma di proprietà più che centenaria dello stesso Pio Sodalizio, alla presenza di autorità civili ed ecclesiastiche e con l’intervento del Governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca. Il Premio Picenum 2009 è stato assegnato a mons. Carlo Liberati nato a Matelica il 6 novembre 1937, Vescovo di Pompei e Delegato Pontificio del Santuario della Beata Vergine del Rosario. Il Premio Speciale 2009 è stato assegnato al Dr. Franco Gazzani nato a Civitanova Marche il 6 marzo 1951, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata. La consegna delle numerose borse di studio ai giovani e meritevoli studenti marchigiani fuori sede ha stupito non poco chi ve ne fornisce il resoconto, infatti le varie Borse di Studio, divise per provincia, hanno visto in quella di Ancona (e più precisamente nella città di Jesi e nella Vallesina) il maggior numero di assegnazione: ben otto borse di studio sulla totalità regionale di ventisei e due borse speciali. I giovani studenti che le hanno giustamente meritate per il loro impegno universitario danno lustro, negli atenei romani, alla nostra città ed alla Regione Marche. Quindi a Giovanni Cacciani di Jesi (Fac. di Filosofia presso La Sapienza di Roma), Elisa Cecchini di Jesi (Fac. Ingegneria Edile-Architettura presso La Sapienza di Roma), Francesca Fazi Kent di Cupramontana (Fac. Lettere e Filosofia presso La Sapienza di Roma), Leonardo Barbini di Moie (II° anno Fac. di Fisica presso La Sapienza di Roma), Francesco Jacopo Falà di Chiaravalle ( II° anno Fac. di Filofia presso La Sapienza di Roma), Margherita Fratoni di Chiaravalle ( II° anno Fac. di Scienze Politiche – Relazioni Internazionali presso La Sapienza di Roma), Eleonora Svegliati di Jesi (II° anno Architettura U.E. presso La Sapienza di Roma) e Federica Vico di Jesi (III° anno Scienze e Tecnologie Fisiche presso La Sapienza di Roma) vadano dal nostro giornale le più sentite congratulazioni ed il più caloroso “Ad Majora” Inoltre è stata assegnata una Borsa Speciale di Perfezionamento alla dott.ssa Giorgia Barboni di Jesi (collaboratrice del nostro settimanale) per la partecipazione ad un corso in “International Doctoral Program in Economics” presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e una Borsa Speciale di Ricerca al Dr. Lorenzo Gentili di Moie di Maiolati Spontini per la ricerca su “I capitelli della Beozia” effettuata presso l’Università di Tor Vergata di Roma. La splendida serata si è conclusa con un concerto della Banda della Polizia di Stato nello stesso Auditorium ed infine è stato offerto agli ospiti, nel chiostro del complesso monumentale, un elegante e ricco buffet. A tutti i borsisti premiati e a quanti con grande competenza hanno organizzato il premio, le più vive felicitazioni del settimanale e … un “arrivederci” al prossimo anno. Fotoservizio di Donatella Siotto Capo Nella foto le tre borsite di Jesi: da sinistra Eleonora Svegliati, Federica Vico, Elisa Cecchini $loca Carità Papa neutra 09.qxd 28-05-2009 16:18 Pagina 1 Domenica 28 Giugno 2009 Giornata per la Carità del Papa Colui che dà il seme al seminatore Promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana In collaborazione con Obolo di San Pietro darà e moltiplicherà anche la vostra semente (2 Cor 9,10) 12 Jesi 28 giugno 2009 I bambini della scuola materna scoprono il mondo delle armonie S La musica naviga nel mare della fantasia ono tutti in scena i piccoli cantanti-attori; vestiti da folletti, fiori, farfalle, principi e principesse. Fuori, ma anche dentro il teatrino della Scuola d’infanzia ‘G. Rodari’ di Jesi, fa un gran caldo il pomeriggio del 19 giugno. Eppure sembra che i bambini non lo sentano, attentissimi come sono alle parole, ai gesti, alla voce di una ‘direttrice d’orchestra’ molto speciale che, come facevano gli antichi maestri al clavicembalo, li guida con l’accompagnamento di un armonium. E’ Magdalena Lutka. Molti già la conoscevano e stimavano come pianista e organista, ma non l’avevano mai vista impegnata in un’esperienza simile che richiede cuore, intelligenza, sensibilità, fantasia e anche pazienza non comuni. Lo spettacolo è stato interamente ideato da lei: parole, musica e immagini. Sono suoi, infatti, anche dei disegni a pastello che vengono proiettati in diapositive su uno schermo in fondo al palcoscenico. Illustrano con ingenua poesia quanto i bambini mimano e cantano: canzoncine brevissime, semplici, che, con un delicato sottofondo musicale, descrivono per episodi minimi le avventure, le visioni, gli incantamenti di un bambino di fronte ad una natura scoperta come per magia. Mare e sole, alba e tramonto, orizzonte e ven- to, luce e notte appaiono i loro sensi, la ragione, l’impoco a poco agli occhi della maginazione. fantasia. I bambini si avven- “Per comprendere da bambiturano con gioia, a bordo ni la lingua materna non si di un veliero fantastico. Sa- parte dalla grammatica, ma lutano il Vento, mimano le dal significato delle parole. Onde che scivolano sotto la Prima si parla, poi si studia”. chiglia della nave, un Ponte Magdalena Lutka applica la levatoio che si abbassa len- didattica di un sistema edutamente per farli entrare nel cativo da lei stessa appreso Castello del Sole, i gesti di da bambina. Per educare un Pescatore che rema, una alla musica, quindi, occorre carrozza al trotto, una be- accostare l’armonia del suotulla che stormisce, le luci no alla parola che appunto che si accendono e si spen- dal suono si origina e identigono quando scende la sera: fica l’immagine. E’ dunque la il Sonno infine che li coglie fantasia, ancora prima della dopo tante av- ragione, che traduce l’espeventure. E can- rienza recepita dai sensi. tano con la voce Magdalena Lutka ha lavoracristallina della to due anni per elaborare un loro insegnante progetto simile che ha già che ha dato un positivamente sperimentato colore identifi- in altre scuole materne, non cativo ad ogni solo della regione. Alla ‘G. nota: ‘mi, fa, Rodari’ ne ha preparati circa sol; verde, cele- quaranta, dai quattro ai cinste, blu’….E’ un que anni. Alcuni cantano un gioco bellissimo: po’ timidamente, altri con senza che i bim- più sicurezza. In prima fila bi se ne accor- c’è anche un cinesino vestito gano, impegna di verde come uno scarabeo. Emporio delle Parole: progetto culturale 2009 La Maschera protagonista a “El carosello” L a Maschera come rifugio e divisorio tra l’Io e il mondo. La Maschera per essere, almeno per un giorno, un’ora, un momento, quello che non si è. La Maschera come memoria dell’Arte e della Storia. La Maschera per ridare vita ad un Carnevale smarrito tra gli eroi dei cartoni animati e le caricature dei politici. Sarà la Maschera, nelle sue molteplici valenze, il tema che animerà le tante iniziative del progetto culturale, datato 2009, dell’Emporio delle Parole nei due consueti appuntamenti annuali del Carosello e del Palio d’Inverno. Il primo avrà luogo domenica 5 luglio in piazza delle Monnighette alle 21.30 e metterà in scena “Matrimonio per forza” di Molìere, una rappresentazione teatrale a cura della Scuola di Teatro “Petite Ecole”. Seguirà il recital di poesie intitolato “La memoria”. Rallegreranno lo spettacolo le coreografie del gruppo folkloristico “Danzitondo”. Molto ricco anche il programma della XIII edizione del Palio d’Inverno previsto nella domenica del 13 dicembre a Palazzo dei Convegni. La manifestazione si dividerà in due momenti della giornata: alla mattina l’appuntamento sarà con “Aperitivo in poesia” , un recital d’autore accompagnato dagli intermezzi musicali del gruppo “Travelin’ Spazio Band”. Al pomeriggio, “Il gran ballo delle maschere”, regalerà una Fantasia teatrale firmata Gianni Gualdoni e impreziosita dalla sfilata delle maschere di Giusi Bellagamba. Il progetto di queste iniziative a carattere popolare, illustrato nell’opuscolo puntualmente realizzato ogni anno con il sostegno degli sponsor, riporta - tra le varie pagine tutte a colori - anche un’interessante rivisitazione delle Maschere della Tradizione. Paola Cocola Marche e Umbria: il Rotary per le famiglie L’esperienza del campus G rande è stata l’opportunità offerta dai Rotary club del distretto 2090 a cento ragazzi - di Umbria e Marche - con diverse disabilità psicofisiche, ospiti, assieme alle loro famiglie, nel Campus Natural Village di Porto Recanati dal 31 maggio al 6 giugno; collaboratrice del campus Mariannina Collamati e direttore Gesualdo Angelico. Inoltre alcuni giovani non vedenti e ipovedenti hanno potuto cogliere l’occasione, grazie all’istruttore capo Stefano Della Fortuna e agli istruttori Domenico Alessandrini, Emanuele Pigliapoco e Barbara Cotulelli coadiuvati da specialisti nell’accompagnamento di disabili quali Andrea Conti, Emanuele Melonari e Sonia Frontini, di entrare in acqua per partecipare e concludere il Corso Subacqueo per non vedenti e, cosa molto più importante, per stabilire rapporti di amicizia e fiducia. Tra loro sette ragazzi jesini sostenuti dal Rotary Club di Jesi, dall’Associazione Nazionale Ciechi, dal Monsub con la collaborazione dell’Hotel Federico II e agli istruttori. Il risultato è stato significativo per il Club di Jesi. E’ stato poi consegnato un attestato da parte del presidente Rotary Maurizio Ricci, a Franco e Daniele che hanno partecipato al corso subacqueo. Di tutto ciò se ne è parlato alla conviviale del Rotary con il presidente Maurizio Ricci, Mariannina Collamati, Gesualdo Angelico, il responsabile Rotary del progetto acquaticità Pietro Aresta e il presidente Anfass Antonio Massacci. “Il Campus è un’esperienza da cui si torna a casa arricchiti e con la capacità di guardarsi attorno con serenità” dice Mariannina Collamati. “Il Rotary intende stare accanto alle famiglie per dare una opportunità ai figli e genitori di partecipare al “Natural Village” opportunità che non tutti possono permettersi, spiega Gabrio Filonzi. Infine il contributo video dell’associazione Monsub del presidente Carlo Brecciaroli durante le immersioni degli allievi non vedenti. Da sottolineare come Jesi sia città di campioni anche in vasca: infatti ai campionati italiani assoluti di apnea dinamica (sport nuovo) su quaranta atleti nove erano jesini. Mattia Zannini Foto Vincenzoni Nella foto da sinistra Maurizio Ricci presidente Rotary, Carlo Brecciaroli presidente Monsub, Pietro Aresta Rotary organizzatore e il ragazzo ipovedente Daniele che ha ricevuto l’attestato di partecipazione al corso sub. E’ un po’ smarrito, meravigliato, ma non perde né una sillaba, né una nota. Al termine, per il bis, si canta ‘La storia del Delfino Celestino’; poi la distribuzione di chicche e gli abbracci alle insegnanti e ai genitori che li hanno coperti di applausi. La direttrice Rosa Ragni spiega che lo spettacolo, appena visto e ascoltato, rientra nel progetto d’istituto che prevede un potenziamento delle attività musicali e della lingua straniera. E’ soddisfattissima del risultato, non meno di Magdalena Lutka, radiosa in mezzo ai suoi piccoli allievi. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nelle foto da sinistra la direttrice Rosa Ragni e Magdalena Lutka e il gruppo dei bambini Premiati gli studenti del Concorso Letterario Aiart ‘Amedeo Fanesi’ O rmai da quattro anni l’Aiart – Associazione Spettatori indice un Concorso letterario sul tema dei media e del loro responsabile uso. Intitolato ad Amedeo Fanesi, già Presidente Provinciale delle Marche, animatore instancabile dell’istituzione e primo organizzatore dello stesso premio nelle Marche, è destinato agli alunni delle scuole superiori di primo e secondo grado della provincia di Ancona. Particolarmente numerose sono state quest’anno le adesioni. Centocinque gli elaborati che un’apposita commissione ha corretto e giudicato. La premiazione ha avuto luogo sabato 20 giugno presso il Salone Mamma Margherita dell’Opera Salesiana di Ancona, alla presenza del Presidente Provinciale Aiart, dott. Massimiliano Olivieri, del Presidente Provinciale Onorario, dott.ssa Maria Battoni Nicoletti, della pittrice Annalisa Fanesi, figlia dell’indimenticabile presidente, dei maggiori responsabili dell’Aiart, di autorità cittadina, degli insegnanti, di genitori e amici . Con eccellenti motivazioni sono risultati vincitori i seguenti studenti: Scuole Secondarie di II° grado 1° - Denise Pietrella – Itis ‘Meucci’ di Castelfidardo, classe III° B II° - Estefania Mejia – Liceo Classico ‘Stelluti’ di Fabriano, classe IV° C III° - Menzione d’onore: Marco Fratoni – Itis ‘Benincasa’ di Ancona, classe I° Igea Scuole Secondarie di I° grado. I° - Claudia Strologo – Scuola ‘B. Rosa Venerini’ di Ancona II° Alberto Giampaolo – Istituto Comprensivo ‘Archi – Cittadella Sud’ di Ancona, classe III° III° - Menzione d’onore: Tommaso Pallotta – Istituto Comprensivo ‘Archi Cittadella Sud’ di Ancona, classe III° . Uno speciale “Premio della Bontà” è stato assegnato a Gianluca Lemmi, della Scuola ‘B. Rosa Venerini’ di Ancona, classe seconda. Ai premiati sono stati assegnati coppe, targhe, diplomi. Iniziative importanti che riguardano l’Aiart e la sua attività in campo nazionale sono state preannunciate. Saranno successivamente e opportunamente illustrate. Fotoservizio: A.F.C. Nella foto il gruppo dei premiati e al centro la presidente onoraria Aiart 13 In dialogo Opinioni a confronto In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. La pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del mittente Gli scritti si possono inviare per email a [email protected] Lettera a Ceccarelli V orrei fare alcune osservazioni al caro amico Riccardo Cecccarelli, relative al suo articolo della rubrica Contrappunti “Meritiamo tutto questo?” pubblicato nel numero 21 del 14 giugno scorso. Sono pienamente d’accordo sulle tragiche e vergognose conseguenze di quello che la Storia ci ha insegnato essere la Ragion di Stato: “pecunia non olet”. Così dobbiamo inchinarci al volere di stati a regime dittatoriale, come la Cina o come la Libia che non sanno nemmeno dove stiano di casa i Diritti Umanitari e che magari tengono ancora atteggiamenti ricattatori nei nostri confronti. Alcuni anni fa, a Pechino, si celebrava un “Congresso per il rispetto dei Diritti Umani delle donne”: quale beffa! Per quanto riguarda il nostro amico beduino Gheddafi,era addirittura nominato dall’Onu, Presidente della Commissione per i Diritti Umanitari Internazionali! Dobbiamo occuparci e preoccuparci della miseria e della conseguente emigrazione di intere popolazioni arabo-musulmane mentre i loro governanti, Califfi, Sultani o “pseudo” presidenti che siano, navigano nell’oro, uranio, petrolio, incuranti delle gravi condizioni di indulgenza dei loro sudditi. Ma l’argomento di attualità che ora mi interessa è quello relativo alla campagna elettorale per le Europee. Probabilmente si tratta di un refuso di stampa o di una svista di Ceccarelli, quando afferma che 28 giugno 2009 Berlusconi sia stato “soggetto” e non, invece, l’”oggetto” del gossip che avrebbe alimentato pagine e trasmissioni. E’ vero che spesso Berlusconi dovrebbe limitarsi con certe esternazioni, ma che sia tanto autolesionista, in situazioni tanto delicate, sia familiari sia politiche pre-elettorali … questo mi sembra proprio assurdo! Così si è scatenata tutta l’orda dei “repubblicones”, guidata da Giuseppe D’Avanzo, che, nonostante il fallimento della sua strategia, sia in Italia sia con i suoi alleati esteri (El Pais, Herald Tribune…) continua, imperterrito, a pubblicare foto. Si sono occupati di gossip pensando di arrecare danno al Pdl, e soprattutto, distruggere Berlusconi? Si sono trovati con una sconfitta inimmaginabile di cui Franceschini, D’Alema, la Finocchiaro sembrano non essersi nemmeno accorti. Beati loro! Il Pdl è stato costretto a difendersi da tante nefandezze, a partire dalle illazioni sulle veline, Noemi, Mills, voli di stato, divorzio … occupandosi meno del dovuto dei programmi europei. Cosa che, ad onor del vero, ha fatto Casini, condannando la suddetta campagna scandalistica. Anche io, come tanti altri, sono sdegnato, non pensando, e poi, sperando, che non si cadesse così in basso. Ma per qualcuno la politica è anche questo! No, caro Riccardo, non ce lo meritiamo. Francesco Bravi, Pdl ospedale modello Ho avuto, di recente, occasione di partecipare all’incontro, organizzato dall’U.D.C. locale sul tema “Ospedale modello”. E’ stato presentato nell’occasione il progetto, elaborato da diverse commissioni di lavoro, delle linee guida per l’organizzazione della sanità Jesina e della Vallesina in riferimento all’”Eccellenza” di alcune specializzazioni, nel futuro “Ospedale modello”. L’esposizione à stata talmente chiara ed esauriente che sono riuscito a capire persino io, che non sono un addetto ai lavori. La “futura” organizzazione sanitaria avrà al centro il paziente, il quale all’ingresso in ospedale sarà preso in consegna da un “dottore tutor” che accompagnerà il malato in tutte le sue necessità di analisi e cure fino ad essere “accompagnato” all’uscita, dopo gli opportuni interventi, per poi proseguire le cure a casa o in altre adatte strutture della zona. E’ chiaro che la degenza in ospedale sarà più breve che in passato e che le cure sono meno invasive e più mirate. Basta però che la corta degenza non sia solo a fini di risparmio economico perchè ciò che si risparmia deve essere investito in tecnologia e ricerca. Finalmente il malato, soggetto umano, sarà al centro dell’attività sanitaria. Alcune domande sorgono però spontanee: saremo pronti, noi cittadini, a recepire questo nuovo approccio alle cure? Sono pronti e preparati gli operatori sanitari (a tutti i livelli), a svolgere questo modo eccellente di rapportarsi con i pazienti? Se è vero che sarà il “tutor” a interpellare le varie esigenze specialistiche, saranno sempre disponibili i macchinari e gli specialisti per intervenire subito? Quanto spiegato è una cosa reale o è un’utopia? Credo, per quanto mi riguarda, che ciò possa essere una bella realtà. Ben venga quindi “l’eccellenza” specialistica a Jesi, il nostro ospedale ne ha veramente bisogno per non essere retrocesso al rango di ospedaletto di provincia. Bisogna lavorare tutti insieme a vari livelli istituzionali per raggiungere questo prestigioso obiettivo, a cominciare dal Comune che dovrà affrontare il problema delle strutture viarie adeguate. Vista l’esperienza, però qualche barlume di scetticismo affiora. Tutto ciò credo che avrà tempi non brevi. Nel frattempo, per prepararci al meglio, facciamo funzionare bene ciò che ora abbiamo, per esempio accorciamo i tempi di attesa, come si può pensare ad un futuro eccellente se oggi per un tipo di ecografia l’attesa è di quattro mesi? (anche se con un santo in paradiso o a pagamento in pochi giorni si risolve tutto). Oggi con l’informatica si può fare ciò che si vuole, per esempio con le richieste. Il medico di famiglia, invece di consegnare al paziente la ricetta potrebbe inviarla al centro prenotazioni così da evitargli disagi. In attesa del futuro, è già “un’eccellenza” risolvere questi quotidiani problemi e aiutare chi soffre e non sa a quale “santo” rivolgersi. Aldesino Fioretti ALLA RICERCA DI QUALE CRISTIANITA’ PERDUTA ? Ho letto su Voce del 10 maggio l’articolo di Federico Catani sui “Comitati civici” ma non sono riuscito a capire se l’esaltazione che egli fa del ruolo e del periodo storico in cui operarono tali organizzazioni gli serva, in realtà, per criticare l’Azione Cattolica della “scelta religiosa”, il Concilio Vaticano II, i cattolici che non la pensano come lui o, infine, tutti costoro e queste cose insieme. Non comprendo neanche come si possa avere nostalgia (ma questi sono affari suoi) per un periodo storico come quello dei “comitati civici”, delle “adunate oceaniche” e dei “baschi verdi” che l’autore dell’articolo non ha vissuto, perché non era nato, così come forse non hanno vissuto in pieno neanche i suoi genitori, perché magari erano troppo piccoli. Non mi sembra poi che quell’entusiasmo sia oggi andato perduto. Basta solo vedere il successo che fra i giovani hanno sempre avuto le Giornate Mondiali della Gioventù e l’entusiasmo che tanti ragazzi, giovani ed adulti esprimono con il loro impegno sia nelle associazioni parrocchiali che in quelle di volontariato di ispirazione cristiana. Questa visio- ne pessimistica sinceramente non mi convince. Non mi sembra infatti che si possa contrapporre un’età dell’oro della nostra cristianità (quella preconciliare per intenderci) ora definitivamente perduta e quindi da rimpiangere, all’età attuale (post conciliare) che sarebbe invece ormai in preda ad una crisi profonda e forse irreversibile, magari da imputare, frettolosamente ed ingiustamente, proprio a quelle novità portate dal Concilio Vaticano II. Tuttavia, da non protagonisti quali siamo, se vogliamo esprimere un serio giudizio su quei fenomeni sopra accennati non possiamo che affidarci agli storici. Ciò detto, è senz’altro vero che i “comitati civici” diedero nel 1948 un notevole contributo all’affermazione elettorale della DC contro il PCI di allora, così come lo diedero tutti coloro, non cattolici, che, nel segreto dell’urna, fecero una scelta democratica e filo occidentale. Lo stesso Pio XII, pur favorendo la nascita dei “Comitati civici”, cercò però di evitare che “l’Azione Cattolica come tale intervenisse in prima linea” (1) e l’idea di fare di questi comitati un “blocco di difesa cattolica” venne respinta proprio da De Gasperi e dai dirigenti della DC (che, ricordiamo, nel 1948 su un totale di 304 deputati ne annoverava ben 202 provenienti dalle file dell’Azione Cattolica) proprio per affermare la propria autonomia dalla Chiesa, evitare la confusione delle responsabilità ed assicurare autonomamente la formazione dei propri militanti (2). Non è mai esistita quindi una favolosa età dell’oro per la cristianità più recente ed in particolare , per intenderci, quella dei periodi in cui regnarono Pio XI e Pio XII. Anzi, fu lo stesso Pio XII, nel messaggio di Pasqua del 1957, a certificare il fallimento del suo progetto di ricostruzione cristiana della società e, in un certo senso, anche il fallimento del proprio pontificato: “Pare che ogni sforzo sia inutile (…) la via non si ritrova, le parole si perdono nell’infuriare della procella (…). L’umanità non ha la forza di rimuovere la pietra che essa stessa ha fabbricato”. E la riflessione si conclude con un appello quasi apocalittico: <Manda il tuo angelo, o Signore, e fa che la nostra notte si illumini come il giorno>. Come ha scritto Pietro Scoppola, “entrambi i pontificati di Pio XI e Pio XII registrano la relativa inefficacia di progetti organici diretti alla ricostruzione di una società cristiana: non è la via per una presenza della Chiesa nella società del nostro secolo. La constatazione di questo limite apre la via al diverso approccio del successore di Pio XII, Giovanni XXIII, ai problemi del mondo contemporaneo” (3). Ernesto Caprari NOTE: 1) cfr. Jean-Marie Mayeur “Forme di organizzazione del laicato cattolico” in Storia del Cristianesimo 1878-2005 VOL. 4 “I cattolici ed il dopoguerra”, AA.VV., Ed. Famiglia Cristiana, 2005, pag. 157; 2) idem ut supra pag. 173; 3) cfr. Pietro Scoppola “Gli orientamenti di Pio XI e Pio XII sui problemi della società contemporanea” in Storia del Cristianesimo 1878-2005 VOL. 3 “La Chiesa e le dittature”, AA.VV., Ed. Famiglia Cristiana, 2005, pag. 139. 14 Pagina Aperta 28 giugno 2009 Jesi - Il Palazzo e dintorni AGENDA Il santo del giorno Giovedì 25 giugno san Massimo, venerdì 26 san Josemaria Escrivà, sabato 27 san Cirillo d’Alessandria, domenica 28 sant’Ireneo, lunedì 29 santi Pietro e Paolo, martedì 30 sant’Ottone, mercoledì 1° luglio sant’Arrone, giovedì 2 san Bernardino Realino, venerdì 3 san Tommaso, sabato 4 beato Piergiorgio Frassati, domenica 5 sant’Antonio M. Zaccaria. Farmacie Farmacia di turno a Jesi, la notte Giovedì 25 giugno Grammercato, venerdì 26 Coppi, sabato 27 Moretti, domenica 28 Coppi, lunedì 29 Coppi, martedì 30 Calcatelli, mercoledì 1° luglio Coppi, giovedì 2 Cerni, venerdì 3 Cerni, sabato 4 Comunale 2, domenica 5 Grammercato. Farmacia di turno in Vallesina Giovedì 25 giugno Montecarotto, venerdì 26 Moie (Angelico), sabato 27 Macine, domenica 28 Moie (Lucarelli), lunedì 29 Angeli, martedì 30 Poggio San Marcello, mercoledì 1° luglio Castelbellino, giovedì 2 Pianello, venerdì 3 Montecarotto, sabato 4 Moie (Angelico), domenica 5 Macine. Anagrafe Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 29 maggio al 15 giugno Marcello Santarelli (anni 69), Adelelmo Piombetti (102), Ferretti Igino (85), Rosa Sabbatini (73) di Cingoli, Maria Pettinari (86) di Filottrano, Cesarina Quercetti (81), Renato Magini (93), Maria Pia Piccioni (76), Manlio Cerioni (91) di Staffolo, Primo Ceccacci (81) di Belvedere Ostrense, Attilio Braconi (82) di Falconara Marittima, Idreno Piombetti (77), Maria Avaltroni (83), Rosolani Emma (81) di Cupramontana, Gabriella Cerasa (68), Renato Giacobelli (77) di Maiolati Spontini, Giannina Barchiesi (93), Alessandro Lucarini (68), Gildo Beldomenico (76), Giannina Marinelli (69), Bruno Montalbini (87), Enzo Vitali (78), Gherardo Latini (77) di Montecarotto, Giovanni Cercaci (82) di Monte San Vito, Franco Baroncini (65) di Roma, Mario Cirordi (82), Enrico Mercuri (83), Lidia Margarucci (83), Bruno Coppari (72), Palmira Sabbatini (95) di Rosora, Maggiorina Mazzarini (84) di Chiaravalle. Nati a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 29 maggio al 15 giugno Edoardo Capomagi, David Petrela (Senigallia), Asmaa Chaou (Ancona), Laura Francia, Alessia Zoppi, Giulia Marconi, Riky Cocilova, Enea Pietrucci, Nora Meloni, Shanta Islam, Angelo Gabriel Secara, Sara Ciampichetti, Basma Khair, Aleandro Cocilova, Junrui Zhu (Ancona), Hongrui Zhou, Giada Vastola, Alessio Giuliani (Ancona), Saema Akhter, Yixuan Zou, Giulia Campolucci. Bravi: occupate i vuoti! D ai tempi di Adamo ed un esempio – la tenacia Eva vige il principio con cui il Comitato di via che una spazio, lasciato Gallodoro ha seguito passcoperto o libero o vuo- so passo (e sta seguento – cioè uno spazio di do tutt’ora) la graduale terreno, di problemi, di attuazione del parco del iniziative - viene, prima o Vallato? Segno evidente poi, riempito da qualcu- che la popolazione più no. La mega-storia offre direttamente interessata un’infinità di esempi. Ma – quella ormai soffocata molti esempi offre anche da supermercati e traffila storia di tutti i giorni, co senza pari in città – si quella delle famiglie, dei è resa conto che la strutrioni, delle città. E anche tura pubblica preposta della nostra città. (vedi Circoscrizione), Sta accadendo, infatti, quella che più di ogni alche le Circoscrizioni si tra avrebbero dovuto coagitano un po’ – vedi so- gliere al balzo l’iniziativa prattutto la terza – per- per seguire da vicino la ché non da oggi si fanno vicenda, ha sonnecchiaavanti dei fantomatici to al momento giusto, Comitati che presumono quando più si doveva disquisire problemi, sug- tenere gli occhi aperti. gerire un sacco di cose Che se poi – adesso sono al sindaco e assessori, un po’ cattivo – sonnecmagari imporre la volon- chiasse o facesse finta di tà dei rioni in ordine ai sonnecchiare per rispetto problemi più impellenti del manovratore, allora che emergono di giorno saremmo al tradimento in giorno. Richiamo solo e allo svuotamento dell’attenzione su due atti- le finalità che sono state vissimi comitati “spon- alla base della creazione tanei”: quello della zona delle Circoscrizioni negli S.Giuseppe e quello di anni ’70. via Gallodoro. E’ inutile Ogni comitato spontaneo negarlo: sono Comitati che sorge è il rimprovero che sorgono perché certe – più o meno tacito – che istanze del rione – più o la sensibilità della relatimeno impellenti non sta va Circoscrizione latita, a me giudicarlo – sono che la struttura ufficiale ignorate o disattese o si è burocratizzata, che non sentite dalle rispetti- il presidente, nonostanve Circoscrizioni. Di qui te l’indennità (o forse in la spontanea reazione di forza dell’indennità), si è cittadini che si fanno for- imborghesito. ti dell’elementare prin- Avanti dunque: vengano cipio democratico della pure gli stimoli e i rimpartecipazione – con proveri a chi si addorpareri, suggerimenti e menta nonostante che i quant’altro – per la so- cittadini gli abbiano forluzione di certi problemi nito tutte le carte per esche li toccano in prima sere vigoroso portavoce persona. Come non con- delle istanze rionali. dividere – solo per fare v.m. le foto ritrovate Un gentile abbonato, il cav. Nello Gregori, a cui va il nostro grazie più sentito ci ha fornito la foto risalente al periodo 1940-41 con gli jesini, aspiranti avieri ed elettricisti della classe 1922. Purtroppo, tanti dei baldi giovani allora non ancora ventenni sono deceduti. La foto è stata scattata nella locale scuola tecnica industriale, all’angolo tra corso Matteotti e via Mura Occidentale. Ricordiamo i loro nomi. In prima fila in alto da sinistra: Alberto Sassaroli, Chiorrini, Aldus Bizzarri, Fabrizi, Mencarelli, Otello Papalini, Ric- ci, Gualberto Cotichelli, Otello Lelli, Porcarelli, Gianfranceschi, Luigi Cotichelli, Sante Bravi, Elio Cerioni e Giacani. In seconda fila: Erino Ronci, Aldo Santini, Novelli, Telmo Cardinali, Rossetti, Riccardo Fantini, Barchiesi, Cardinali, Alceo Lombardi, Zenobi, Rovigo Fraboni, Coloccini e Mazzarini. Terza fila, seduti: Rocchetti, prof. Cipolloni, ing. Zacchilli (preside), cap. Palombini, ufficiale aeronautica, prof. Ortenzi, Nello Gregori ed Erino Cerioni. Accovacciati: Luigi Ceccarelli e Carlo Agostinelli. Latte Fresco Alta Qualità 15 Non solo sport Da Carla e Luca Giacani della Palestra Linea Club C Un gesto importante per lo IOM on l’entusiasmo contagioso che da sempre la contraddistingue, nella mattinata di lunedì 15, Anna Maria Quaglieri, presidente dello IOM, ha accolto la stampa nei locali dell’associazione in via San Francesco. Motivo dell’incontro, annunciare la decisione dei titolari della Palestra Linea Club di Jesi, Carla e Luca Giacani, di devolvere i proventi degli sponsor e l’incasso della doppia serata organizzata per il 25° spettacolo di danza - che tutti gli anni conclude il corso frequentato da oltre 130 allieve e allievi - all’associazione IOM Jesi e Vallesina, costantemente impe- no”. Un ringraziamento particolare è stato gnata nell’assistenza medica e infermieristica rivolto dalla signora Quaglieri all’assessore domiciliare. Valentina Conti “che si è impegnata in priLa Palestra Linea Club vanta più di due ma persona per ospitare questa festa della decenni di attività rivolte ad adulti e bam- danza al teatro.” bini, che spaziano dalla danza, al Pilates, Lo spettacolo del 21 e 22 giugno, intitolato all’aerobica, fino al settore fitness. A Carla “12”- dal numero delle stagioni danzanti sulla Giacani, presente all’incontro, il presidente scena - si è tenuto al teatro Pergolesi, ravviha espresso sentimenti di stima e di grati- vato dal giovane esordiente nel mondo della tudine “per la serietà, la professionalità e la danza, cresciuto per altro nella Palestra Linea sensibilità al mondo sociale che ha sempre Club sotto la Guida delle insegnati Carla Giacontraddistinto le attività della palestra nel cani e Romina Muzi, Francesco Mariottini. saggio annuale e nelle attività di tutto l’anFotoservizio Paola Cocola Jesi: Alla Rusticanella il Premio Mediterraneo Un affascinante viaggio D alle alture maestose alle dolci colline passando per i borghi pittoreschi. E ancora mare, paesaggi costieri dove dilaga il profumo del mediterraneo. Laghi, castelli, campagne fanno da cornice ad un grandioso patrimonio enogastronomico. Jesi questo week end è stata protagonista degli itinerari del gusto proponendo un’affascinante viaggio dove i cinque sensi hanno potuto riscoprire sapori autentici fuori dagli standard massificati. La location è stata la Rusticanella dove si è svolta la IX edizione dell’Antologia enogastronomica dei sapori tipici e il Premio Mediterraneo. Migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione che ha inebriato la vallesina di sapori e profumi. Il Presidente dell’Assemblea legislativa Raffaele Bucciarelli ha definito l’evento, patrocinato da Regione Marche, Provincia e Camera di commercio di Ancona, “una vetrina straordinaria che sollecita i produttori marchigiani a migliorare la qualità, confrontandosi con colleghi da tutta Italia, e i consumatori a riconoscere le eccellenze”. Ai premiati sono andate tele di Josè Guevara, il pittore spagnolo ottantenne, presente alla manifestazione, che ha autografato ed autenticato i quattro quadri. La commissione, di cui fanno parte il Presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, il prof. Armando Ginesi ed il prof. Frega, ha assegnato lo scettro della vittoria a: Gian Mario Spacca “Per avere, nel ruolo di amministratore e di politico, indirizzato la sua azione di espansione delle peculiarità regiona- li marchigiane in diverse aree del mondo, con particolare attenzione alle iniziative create per lo svolgimento e lo sviluppo delle qualità enogastronomiche eccellenti del territorio” Elsa Mazzolini “Per avere diffuso, attraverso l’attività giornalistica, editoriale e di organizzazione di eventi, seriamente professati, la cultura della qualità enogastronomica quale valore da perseguire per non smarrire le connotazioni fondanti della nostra civile tradizione e delle radici profonde della mediterraneità”. La Mazzolini è direttore de “La Madia Travelfood”, storicamente il primo mensile di enogastronomia e cultura dell’ospitalità per addetti ai lavori. E dal 2001 organizza, con cadenza annuale, il festival della cucina Italiana, rassegna itinerante e contenitore di eventi per la valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano. Marco Iachetta “Per avere agito da ambasciatore della cucina italiana in territorio russo giungendo, tra i primi, da contribuire efficacemente al successo della nostra ristorazione a Mosca, ottenendo apprezzamenti e riconoscimenti anche dai vertici istituzionali della Federazione Russa e per continuare, ora, la stessa promozione in territorio ucraino, precisamente a Kiev”. Marco Iachetta, oggi trentenne, da Cerreto d’Esi, a soli 27 anni, a Mosca diventa consulente chef presso “l’Accademia del Gusto” che è la prima scuola superiore professionale di cucina. A maggio del 2007 si trasferisce a Kiev, in Ucraina, presso il ristorante Dolce e ricomincia daccapo, ottenendo carta bianca per preparare un nuovo menù di arte culinaria italiana ed attualmente Iachetta si trova a Chisinau, in Moldova, dove si sta occupando del servizio ristorativo all’interno di un albergo a 5 stelle lusso. Pastificio Antonio Marella “Per avere mantenuto l’antica tecnica artigianale di esecuzione delle paste ed averne, al tempo stesso, perfezionato le metodiche onde ottenere un prodotto con assenza quasi totale di impurità” Michela Gambelli CLUB SAN FRANCESCO: le finali il 2 luglio E’ Un ambizioso trofeo scattato qualche settimana fa il “5° Memorial Marco Belegni”, torneo di calcio a cinque che si disputa presso il club San Francesco di Jesi. Tanto divertimento e anche spettacolo (quattro match al giorno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 19 alle ore 23) in quello che è diventato ormai uno dei più affascinanti trofei estivi nella città del Verdicchio e dintorni. Prendono parte alla competizione ventitre squadre, (diverse sponsorizzate da negozi, bar, ristoranti della zona) suddivise in cinque gironi, le quali lotteranno con grinta e determinazione per aggiudicarsi il “titolo” che ormai da due anni è nelle mani dell’Antico Forno. Le prime tre di ogni fascia (AB-C-D-E) accedono agli ottavi di finale, insieme alla migliore quarta classificata. Insomma, una vetrina ambiziosa stile “Champion’s League”. Diversi sono gli “elementi” interessanti presenti nel rettangolo di gioco, tra i quali giocatori che militano addirittura nell’Eccellenza e Promozione calcistica, come ad esempio Matteo Foroni e Michele Alessandrini, quest’ultimo pilastro difensivo della Jesina Calcio. Finalissima prevista per venerdì 3 luglio. Ne vedremo delle belle… Qui di seguito i ventitre team: 5^B Geometri, Antico Forno, Atletico Caffè Verdi, Autowagen F.C., Bar dello Sport, Carrozzeria Priori e Pietrini, Circolo Ricreativo Pantiere, Euro Shop, Ferramenta Paolo Santoni, Futsal Trevi, I Billabong, I Gippi, I Gladiatori, I Micioni, Il Veg. Calcio a 5, Le Scole, Le Scole Chiaravalle, MyNonna, Orange, Porticello, Quelli del Collegio, Ristorante Pepito e Ultras Jesi. Daniele Bartocci 28 giugno 2009 VOLLEY L’under 18 settima alla Girl League Con Devetag si arricchisce la panchina C ompletato il sestetto titolare con Dall’Igna e Mazzoni, la dirigenza della Monte Schiavo Banca Marche si è concentrata sull’allestimento della panchina. Al fianco di Cerioni e Mataloni, ci sarà la centrale Francesca Devetag. Nata a Gorizia il 13 novembre ‘86, alta 186 cm, la Devetag proviene da Vicenza (come l’altra neo “prillina” Dall’Igna), club retrocesso in A2. “Ringrazio la società che mi ha dato una grossa opportunità – sono state le sue prime parole da jesina - E’ un onore per me, ancora di più dopo una stagione altalenante; spero di ricambiare la fiducia che mi è stata data”. La centrale friulana avrà come compagne di reparto Bown e Calloni. Cresciuta nel Club Italia, la Devetag (nella foto) nella sua fin qui breve carriera ha vestito le maglie di Forlì in A1 (2004/05), Manzano in B1 e due stagioni a Sassuolo, dove ha centrato la promozione in A1 e la Coppa Italia di A2. “E’ la mia prima esperienza lontano da casa – ha spiegato la giocatrice – ho già fatto un giro in città e mi ha fatto una buona impressione”. La Pieralisi under 18 “Rinieri” ha chiuso al settimo posto la Girl League, il torneo giovanile riservato alle squadre di serie A. Fatali alle “piccole prilline” sono state le due sconfitte nella seconda fase con Busto Arsizio (1-2) e Pavia (0-2). Le ragazze allenate da Franco Lorenzini si sono però, rifatte battendo Bergamo 2-0 nella finale per il settimo posto. Gip BASKET Il capitano: “Jesi per me è una scelta di vita” La Fileni Bpa e Rossini ancora insieme L a telenovela Rossini è giunta al termine e per la gioia dei tanti tifosi arancio-blu, si è risolta in maniera positiva. Il capitano jesino ha infatti, firmato per un’altra stagione con la Fileni Bpa, la decima. “Il giocatore simbolo della squadra e della tifoseria ha raggiunto un accordo con la società grazie alla reciproca forte volontà di trovare un’intesa – si legge nel comunicato - L’Aurora ha ritenuto di fare uno sforzo economico vista l’importanza che Alberto Rossini (nella foto) riveste nella storia della società e quel- lo che può ancora dare sul campo. Il giocatore dal canto suo ha facilitato il raggiungimento dell’accordo mostrando ancora una volta il proprio attaccamento ai colori arancio-blu”. Grande soddisfazione da entrambe le parti. “Ho sempre pensato – ha detto il presi- dente Carlo Barchiesi – che si sarebbe arrivati ad un accordo con “Lupo”. Sono molto felice che ciò sia avvenuto”. Felice della scelta anche Rossini. “Sono contento – ha detto il capitano jesino – Gioco qui da nove anni e voglio continuare a farlo ancora. Di questi tempi non è una cosa comune. L’Aurora per me è stata ed è una vera e propria scelta di vita”. Dopo aver messo in cassaforte la riconferma di Rossini, alla dirigenza aurorina ora, non resta che risolvere il rebus Maggioli. Giuseppe Papadia 16 Esperienze 28 giugno 2009 La Libera Università per Adulti in Costa Brava, Provenza, Montecarlo I fiori di pietra della Catalogna L’ avventura degli escursionisti della Luaj inizia l’8 giugno. Un itinerario da favola li attende. Raggiungeranno Spagna e Francia toccando luoghi fra i più belli d’Europa. E’ una vera vacanza quando si parte in allegra brigata lasciando alle spalle per qualche giorno pensieri e preoccupazioni. Si ritorna ragazzi, si ride, si scherza. Si impara anche molto: tanto, infatti, si verrà a conoscere nello spazio apparentemente breve di una settimana. Ecco, incominciamo a parlare della relatività del tempo. Si possono passare ore e ore nella noia, nell’indifferenza e ‘non vivere’; ma si può anche restare indelebilmente segnati da un’esperienza breve, intensa, folgorante. Ci sarà più di un’occasione per confrontarsi con un’interpretazione soggettiva della relatività del tempo. Una metropoli all’orizzonte E’ un villaggio galleggiante la nave traghetto che da Civitavecchia trasporta gli amici fino a Barcellona. Tirata a lucido come un grand hôtel, può accogliere più di duemila passeggeri. Saloni, bar, ristoranti, boutique, piscine, palestre; persino una discoteca. Si rischierebbe di perdersi se, appena saliti a bordo, graziose hostess e solerti steward non indicassero il percorso. Hanno quasi tutti lineamenti esotici: il personale è evidentemente I P P composto in prevalenza da extracomunitari. Non se ne incontreranno tanti a Barcellona, pure già presa d’assalto da turisti di ogni paese. …Quando, il giorno dopo, i grattacieli della città appaiono all’orizzonte si ha immediatamente l’impressione di essere giunti nel porto di una modernissima metropoli. Già al primo impatto occorre eliminare dei vecchi luoghi comuni. Barcellona non ha per niente l’aspetto, stando a giudizi di qualche decennio fa, di ‘una città provinciale disordinata e difficile da mantenere pulita’. Le Olimpiadi del 1992 hanno promosso un programma di rinnovamento urbanistico che definire fantastico è riduttivo. Sono sparite le zone del Port Vell dove era prima un agglomerato di capannoni abbandonati, cisterne vuote e ferraglie. Oggi il lungomare Maremagnum, fiancheggiato da negozi, ristoranti e ritrovi, risplende di luci. Meraviglia un avveniristico impianto assolutamente non inquinante di smaltimento rifiuti destinato alla produzione di gas naturale; nemmeno visibile in superficie dove solo gli uffici sono accolti in un grattacielo. Non lontano dal porto si stende una grande spiaggia sabbiosa, frequentatissima in alta stagione, ma tenuta con molta proprietà. Anche il mare evidentemente non è inquinato. Nei pressi sono l’Aquarium, il più grande cinema-teatro di Barcellona, il Museo Marittimo, il monumento a Cristoforo Colombo. La nuovissima città è ancora quella del Montjuïc, dove si installarono un tempo i Celtiberi, primi abitanti di Barcellona e dove sono oggi i più importanti impianti sportivi costruiti per le Olimpiadi del ’92, quali nghilterra. Anno 1987. Esce “Acid Jazz and other illicit grovees”, compilation nella quale sono presenti Jamie Principle (acid/soul) e James Taylor Quartet (jazz-funk). Nasce l’acid jazz. Due dj produttori, Gilles Peterson ed Eddie Piller, sono gli animatori del genere. E’ Peterson, dj radiofonico ed animatore del Dingwalls a Londra, a coniare il termine Acid Jazz ispirato all’acid house e al jazz contaminato con il funk e con l’Acid rock degli anni ‘60 e ‘70. Sul finire degli anni ‘80 escono quattro raccolte che collezionano il meglio di quel suono con nomi come Acid Jazz l’Estadi Olimpic che può accogliere fino ad 58.000 persone, le Piscine Picornell e l’Istituto di Educazione Fisica di Catalogna. Nei giardini intorno crescono piante rare importate dall’America: come gli alberi ‘a zampa d’elefante’, dalle enormi radici che affiorano dalla terra e i buffi ‘alberi-bottiglia’, panciuti a metà del tronco. Qui come altrove, persino lungo le ramblas dove prevalentemente si svolge di sera la movida, sono ancora il verde e la pulizia ad impressionare: aiole verdi dall’erba ben tosata, palme e cipressi, nespoli e ulivi. La flora mediterranea incontra quella esotica. Da queste parti si è davvero imparato ad amare e rispettare la natura. Genio, misticismo e sregolatezza Già: proprio la natura è stata la prima ispiratrice dei più grandi artisti di questo paese. Come Leonardo da Vinci fu osservando da bambino le nervature di una foglia, la simmetria dei petali di un fiore, l’intreccio dei rami di un albero, la struttura elicoidale di una chiocciola che Gaudì scoprì le sorprendenti soluzioni tecniche che caratterizzano le sue fantastiche architetture. Si resta incantati di fronte alla Sagrada Familia che sintetizza tutta la sua arte e tutta la sua fede; a Casa Batillò, con i balconi simili ad enigmatiche maschere dalle occhiaie vuote e il tetto rivestito di squame smeraldine simili a quelle di un drago; a Casa Milà, dalle linee sinuose come onde pietrificate. Fiabesche pure la Casa Vicens e la Casa Calvet. Un ‘paese delle meraviglie’ è il Parc Güell per altro realizzato con materiali semplici e umili come le pietre Charles Earland e Brother Jack McDuff. Nel 1989 sempre Peterson fonda l’etichetta discografica Talkin’ Loud che rende famosi i Galliano (con due ex Style Council, White e Mick Talbot), gli Incognito (gruppo che ruota attorno a Jean Paul ‘Bluey’ Maunick), i Marxman e gli Young Disciples. Eddie Piller, veterano della scena Northern soul e Mod, fonda invece l’Acid Jazz Records (agli inizi con Peterson). L’etichetta diviene famosa per le compilation “Totally Wired”, in cui viene lanciato il genere. Ma l’artista di punta dell’etichetta di Pil- raccolte sul posto e i cocci recuperati da una fabbrica di ceramiche. Viali ombrosi, fiori, musica dappertutto suonata da arpe, violini, strani strumenti orientali. Tutto sembra creato dalla fervida fantasia di un bambino, eppure tutto risponde razionalmente a leggi universali del creato. E’ la sublimazione della materia. Anche quella di Salvador Dalì appare una vocazione scaturita precocemente dall’osservazione della natura. Fu innanzi tutto lo scenario delle spiagge frastagliate della Costa Brava, di Cadaquès, Cap Creus, Port Lligat, dove trascorreva le vacanze da bambino, ad impressionarlo. Sarà uno dei temi ricorrenti delle sue opere con le sue rocce inaccessibili a strapiombo sul mare e i suoi colori: il verde della vegetazione, il grigio dell’ardesia, l’azzurro cristallino e cangiante del mare, il rosso intenso dei tramonti. Sono visioni surreali che resteranno costantemente impresse nella memoria, incantamenti che fermeranno il tempo. Ne suggeriranno la relatività gli ‘orologi molli’, uno dei simboli della sua arte. Genio mistico Gaudì, genio sregolato e folle Dalì. Sembrano opposti, ma non sono invece così distanti i due grandi artisti catalani. Non hanno in comune solo un’ispirazione tratta dalla natura, ma anche il desiderio di cogliere le segrete magie e le straordinarie leggi che rendono pulsante la vita. Nel Teatro Museo Dalì di Figueras, visitato solo in parte dagli escursionisti perché affollatissimo, sono conservate anche opere realizzate studiando e riproducendo straordinari effetti ottici. E le opere a soggetto sacro di questo ler risponde al nome di Jamiroquai. La sua musica è fondamentalmente un mix tra disco music, soul, Jazz e Funk. Con la sua popolarità strappa un contratto miliardario alla Sony. Altri artisti prodotti dall’Acid Jazz Records sono i Brand New Heavies nei quali canta la bravissima statunitense N’Dea Davenport. La band ottiene un discreto successo persino negli USA con l’album “Brother, Sister”. Anche gli US3 si fanno notare con il singolo “Cantaloop” mentre l’album “Antidote” di Ronny Jordan scala le classifiche. In Italia è l’ex tastierista dei Pri- artista tanto discusso e ancora discutibile, ma che ha lasciato senz’altro un’impronta indelebile nella storia della pittura, sono, come quelle di Gaudì, le più straordinarie e commoventi del ventesimo secolo. Prima di lasciare la Spagna un’altra tappa importante: Girona, con la sua grandiosa cattedrale gotica illuminata da immense vetrate policrome, il dossale d’argento dorato ornato da smalti e pietre preziose, capolavoro d’oreficeria dell’undicesimo secolo e il prezioso ‘Arazzo della Creazione’. La città, edificata alla confluenza dei fiumi Onyar e Ter, abitata in passato da Fenici, Celti, Centiberi e poi conquistata soners, James Taylor, ad ottenere grande successo grazie al suo James Taylor Quartet. L’album “Wait a minute” dei Quartet è fin da subito nelle case di tutti gli appassionati. Sul versante più funky, grandi attenzioni sono state riversate sui Freakpower gruppo creato da Norman Cook (già negli Housemartins e noto successivamente come Fatboy Slim) ed il cantante trombonista Ashley Slater. Da ricordare il loro album “Drive-thru booty” con i brani “Turn on, tune in, cop out” e “Get in touch”. Alla base di tutto questo c’è la “club dai Romani, fiorì nel medioevo grazie ai suoi traffici commerciali e alla sua posizione strategica. Il centro storico con stradine strette e serpeggianti, scalette di pietra e maestose scalinate conserva ancora un aspetto nobile e imponente, silenzioso e tranquillo. Anche qui il tempo sembra essersi fermato. (continua) Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nelle foto: la Madonna di Port LLigat di Salvador Dalì; il gruppo degli escursionisti della Luaj davanti alla Sagrada Familia di Gaudì; la chiesa del Sagrat Cor dedicata a San Giovanni Bosco, a Barcellona. culture”, che propone un musica e un’atmosfera tipica dei locali inglesi, un po’ fumosi, con le luci soffuse ed un organo hammond che suona in sottofondo; tuttavia, mentre per quanto riguarda altri generi musicali c’è stata una evoluzione, una trasformazione, una modernizzazione, giustamente al passo coi tempi, per l’acid jazz non è stato così. L’acid è rimasto ancorato a quello stile che caratterizzava le sue origini, senza subire nessun processo di trasformazione. Riccardo Manieri [email protected]