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Settimanale d’informazione
ANNO LVI- N. 23
euro 1
www.vocedellavallesina.it contiene IP
Jesi, domenica 28 giugno 2009
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
diocesi
montecarotto
Il vescovo Gerardo ha scritto l’esortazione “La figlia del Re
è tutta splendore” in cui, al centro, sono i giovani che
si preparano al matrimonio. Gli abbonati di Voce
riceveranno il fascicolo in allegato a questo numero
Sabato 27 e domenica 28
concerti inaugurali del
restauro dell’organo
di Maria Cristina Coloso
3
Jesi, intitolazione del campo Boario di via Granita: domenica 28 giugno ore 19,15
Sport, passione autentica
J
esi rende omaggio a Paolo
ni), sportivo (Mario Ceppi) e sport, l’amicizia, lo stare
Pirani, imprenditore, diriquello di uomo impegnato nel insieme.
gente sportivo, icona del quarlavoro e nel sociale (Vittorio La perdita rimane per chi
tiere San Giuseppe dove ha
Massaccesi). La corale “Bru- lo ha conosciuto. Questo
contribuito, con impegno e
nella Maggiori” accompagnerà riconoscimento allevia il
senso civico, alla crescita e alla
la cerimonia.
peso del distacco perché
formazione di tanti ragazzi.
Una elegante pubblicazione collega una storia, una
Lo fa intitolandogli il campo
con le testimonianze di episo- vita e una generazione,
di calcio del Boario, uno degli
di, aneddoti e ricordi di Paolo facendo rivivere il ricorimpianti sportivi di riferimenPirani è stata realizzata dal- do di Paolo nel campo di
to della città, quello dove i rala famiglia e sarà consegnata calcio che viene inaugugazzi del quartiere e non solo
nell’occasione: “Raccontando rato.
- con le maglie biancoverdi delun sorriso” ospita un centinaio Quante volte abbiamo
la Spes di cui Pirani è stato per
di interventi, ciascuno in grado visto Paolo nel campo
decenni presidente - hanno
di mettere in luce i tanti aspet- di San Giuseppe, quello
disputato e continuano a diti della personalità di Pirani, “dietro le monache”, con le
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sputare centinaia di partite. L’appuntamento scritti da quanti hanno avuto modo di cono- porte di calcio senza rete,
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è per domenica prossima, alle ore 19.15, con scerlo e frequentarlo. In una targa d’acciaio senza segnali che delimiJWBMPSJEFMMBMFBMUhFEFMTBDSJGJDJPEFMSJTQFUUPF
una cerimonia dove è previsto il pubblico che verrà scoperta nello scoglio posiziona- tavano i bordi. Il campo
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delle grandi occasioni: gli “spessini” di ieri e to dalla parte del campo Boario che guarda di tutti, specialmente di
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di oggi (che si affronteranno in una partita al “suo” quartiere San Giuseppe, vi è scritto: coloro che senza ambiHFOFSB[JPOJ³
di calcio), i tanti amici e conoscenti che in- “Campo di calcio Paolo Pirani (1943-2005), zione e con un pallone
sieme a Pirani hanno condiviso numerose uomo che ha saputo vivere e realizzare, nel malconcio, con le scarpe
iniziative, a partire da quella più popolare, corso della sua vita, con passione autentica, i vecchie, giocavano insiela tradizionale “Caminada” di San Giuseppe valori sportivi della lealtà e del sacrificio, del me a lui le prime partite.
che lui stesso aveva ideato e che ancora oggi rispetto e della sincerità, dell’onestà e della Quel “campo”, accanto
richiama migliaia di partecipanti.
schiettezza. Punto di riferimento per il suc- alla strada e oggi circonL’iniziativa segue la delibera di Giunta con cedersi di giovani generazioni. La Città di dato da edifici, una volta
la quale si assegna la denominazione del Jesi”.
delineava la città che si
campo di calcio “Paolo Pirani” e conclude il Paolo Pirani è venuto a mancare nell’aprile espandeva verso la camUn invito particolare, da parte della Spes, a tutti gli “Spessini”
percorso che la famiglia, la Spes e la Junior del 2005, all’età di 62 anni, in un incidente di pagna. Quel campo è a
vecchi e giovani che portano Paolo nel cuore
Jesina hanno voluto intraprendere insieme montagna.
servizio della città e del
all’Amministrazione comunale e alla terza
quartiere. Oggi, come alcircoscrizione per dare giusto risalto ad una Parlare di Paolo con un atto concreto: “il lora, servirà allo sport e ai valori più belli che e un nuovo pallone. Come allora servirà la
delle figure più limpide ed esemplari della campo di calcio”. La città, l’associazione rappresenta, proprio come voleva Paolo. L’ere- motivazione della competizione, ma anche di
città. Dopo i saluti del sindaco Fabiano Bel- sportiva che lui dirigeva, la parrocchia che dità della testimonianza non muore mai. La un divertimento e di uno stare insieme dove
cecchi e del presidente della circoscrizione l’ha visto, ragazzo e poi adulto, formarsi e testimonianza di Paolo, oggi, continua anco- semplicemente correndoci dietro alla fine chi
Giuseppe Di Lucchio, ricorderanno Paolo formare un gruppo legato allo sport, hanno ra in quei giovani che non l’hanno conosciuto, vince da sempre la rivincita a chi perde, afPirani tre persone che ne metteranno in luce voluto intitolargli il campo. Il “campo spor- ma che, appassionati come lui, giocheranno finché il divertimento non abbia fine.
l’aspetto spirituale (don Giuseppe Quaglia- tivo” per lui è stato il mezzo per legare lo nel nuovo campo, magari con nuove maglie
Remo Uncini
Perché tante pagine in Italia e all’estero vengono dedicate alla vita privata di Berlusconi?
Nessun uomo di vertice può nascondere la propria privacy
“D
i qui la percezione
di un disagio sempre
meno sopportabile in chi,
dall’esterno, assiste ad una
battaglia durissima in uno
scenario ai più incompresibile… Il punto centrale,
ci sembra, è la necessità di
arrivare il più presto possibile ad un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più
pressanti che non vengono
solo dagli avversari politici, ma anche da una parte
di opinione politica non
pregiudizialmente avversa
al premier”. Lo scrive Gianfranco Marcelli su Avvenire
riferendosi a Berlusconi al
quale, ormai da mesi, i quotidiani dedicano pagine in-
tere sulla sua vita privata.
In questa sede non ci interessa riandare alle tante
notizie, più o meno pruriginose, esplose con le prime denunce della moglie
Veronica. Ci interessa invece, perché il silenzio di
un settimanale di orientamento cattolico non venga
interpretato come omissione o come desiderio di
evitare spinose polemiche,
esprimere pienamente la
nostra adesione al disagio
espresso nei giorni scorsi
dall’ Avvenire. Un disagio,
del resto, che sta affiorando,
al di fuori di ogni meschino
interesse partitico, in altri
giornali di diverso orientamento e anche all’interno
del collegio episcopale. Per
non dire del mondo cattolico in generale, qualunque
possa essere l’orientamento
politico dei singoli. Perché
è il momento di chiarire a
noi stessi che chi, a livello cittadino o regionale o
nazionale, assume cariche
nella pubblica amministrazione, diventa, in qualche
modo, punto di riferimento,
per cui non può nascondere la sua vita privata, né
può appellarsi al diritto della privacy, plausibile o criticabile che possa essere il
proprio comportamento in
famiglia, in compagnia, nei
circoli, nelle cene, nei compleanni. “La passione per
donne giovani e uno stile
di vita esuberante e godereccio” (Alessandro Campi)
non può, alla fine, lasciare
indifferenti. Ci preoccupa
l’aspetto etico, non quello,
eventuale,
sanzionatorio
della magistratura.
Nei molti episodi che danno origine a tante insinuazioni e a pesanti deduzioni,
diventa meschino vederci
un complotto o addirittura
un piano eversivo quando, oltre tutto, al ministro
dell’interno, ottimo collaboratore del capo del governo, sarebbe elementare
in pochi minuti portare tutto alla luce del sole: episodi,
nomi, cognomi.
C’è allora ben altro. C’è un
comportamento “goderec-
cio” del premier in forme
fortemente discutibili, con
insinuazioni giornalistiche
che rimangono senza una
risposta netta e chiara da
parte dell’interessato. Del
resto è proprio quello che
chiede un vescovo: “Si esige
chiarezza. Berlusconi deve
avere il coraggio di parlare”
e, aggiungiamo noi, di negare fatti o di produrre fatti
che neghino altri fatti.
***
Il gossip prodotto da fatti
promossi dal premier sta
determinando una patina
di ridicolo sull’Italia e una
certa perdita di autorevolezza politica nel contesto
nazionale e internaziona-
le. Proprio nel momento in
cui l’Osservatore Romano
pubblica l’ampio saluto del
Papa ai rappresentanti della
Fondazione De Gasperi, un
saluto che sottolinea con
limpidezza e con parole incisive il comportamento del
grande statista alieno dal
servirsi della Chiesa per fini
politici, unito alla responsabilità e all’autonomia nelle scelte politiche, garantito
da una dirittura morale e
da una indiscussa fedeltà ai
valori umani e cristiani.
Altri tempi? Come non soffrirne di fronte a tanta differenza di comportamento
di due leader?
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Cultura e società
28 giugno 2009
Del più e del meno
Chiaravalle: rassegna Japan in Love
Come sarà la “nuova” piazza del duomo?
di Giuseppe Luconi
O
gni tanto – in questi ultimi tempi di Telecom, ma i tempi sono troppo lunghi:
con maggiore frequenza – le crona- “ci sono pochi operai”, a volte se ne contache locali richiamano la nostra attenzione no tre, a volte due e a volte uno soltanto…
sui lavori in piazza Federico II. L’argomen- (commento: “se per sistemare la piazza del
to ricorre anche perché l’opera in corso è duomo non bastano nove mesi, per sistemeno “semplice” di quanto possa sembrare. mare piazza San Pietro, a Roma, non baVediamo di fare il punto, sperando di non sterebbe una vita!).
incorrere in inesattezze.
Ma al momento lo scoglio più imporI lavori iniziano il 16 marzo.
Con l’inizio dei lavori il mercato
ambulante del mercoledì e del sabato mattina si trasferisce a Porta
Valle. Il ritorno nel centro storico
delle ottanta e passa bancarelle
– precisa un comunicato del Comune – è previsto “dopo l’autunno, una volta terminati i lavori”.
Nei giorni a seguire si fa strada la
voce che, invece, la maggioranza
degli ambulanti preferisca restare
per sempre a Porta Valle. “Restare qui – dice un loro portavoce –
significa migliorare la condizione
di ambulanti e clienti. Qui arriva più gente tante è quello del progetto. I lavori sono
(vista la vicinanza con la stazione delle cor- iniziati da più di tre mesi e non esiste anriere), le bancarelle sono più compatte, ci cora un progetto definitivo sulla sistemasono servizi”.
zione della piazza. Che non è una piazza
Contrariamente a quanto si pensa, i qualsiasi. Infatti, ha vincoli architettonici
commercianti del centro vedono molto dettati dalla Soprintendenza.
bene la presenza degli ambulanti nelle sedi
Fin dall’inizio dei lavori, Olivi ha fatto
tradizionali e perciò premono per il loro sapere che la Soprintendenza “ha ordinato
ritorno “dove sono sempre stati”. Per i com- che la pavimentazione deve essere fatta con
mercianti, i clienti attirati dalle bancarelle i masselli di pietra arenaria, rispettando ansono anche loro clienti. Il sindaco è d’ac- che il gradino esistente”. In un incontro con
cordo e si affretta a ribadire quanto era sta- il sindaco e con l’assessore avvenuto gioveto già detto: “Il mercato tornerà al centro dì scorso in municipio, i commercianti del
a conclusione dei lavori”. Tanto più che, in centro, rappresentati dal presidente Paolo
realtà, solo una minoranza degli ambulanti Bifani, chiedono invece “la rimozione del
sarebbe per rimanere a Porta Valle.
piano centrale rialzato della piazza”, calMa i commercianti fanno sentire la loro deggiando l’installazione di piantumazioni
voce, tramite le associazioni di catego- fioriere e panchine a delimitazione della
ria, anche per essere risarciti dei danni di strada carrabile”. Olivi assicura che “sarangestione subiti dai lavori in corso. Questa no formalizzate entro fine giugno le nuove
volta è l’assessore Daniele Olivi a dare as- modifiche al progetto originario”.
sicurazioni: “Abbiamo perfezionato con la
In chiusura di articolo, non si può non
Regione un progetto di rimborso”. Si parla domandarsi se l’”operazione piazza del
di 60 mila euro: metà a carico del Comune duomo” sia stata condotta a rovescio. Non
e metà a carico della Regione.
è più buona regola, forse, che in operazioIntanto si fa sempre più insistente la ni del genere, si dia corso ai lavori soltanto
protesta per la lentezza dei lavori. Vero è dopo aver definito il progetto in ogni sua
che la ditta alla quale stati affidati i lavori parte e acquisito tutte le autorizzazioni nedeve rifare anche le fognature dell’acqua cessarie?...
pluviale e le condotte per i cavi dell’Enel e
(foto Paola Cocola)
Azione Cattolica: domenica 28 giugno
Giovanissimi a Bologna
P
rima di pensare alla stagione
estiva ed a tutti i campi scuola
che la animeranno, il settore Giovanissimi dell’Azione Cattolica jesina, concluderà il suo cammino diocesano con la tradizionale uscita, in
programma domenica 28 a Bologna.
Una scelta, quella di Bologna, che
ha vari significati. Per primo ovviamente, quello del gemellaggio con
un altra realtà di Azione Cattolica
ma anche l’aspetto universitario,
su cui il centro nazionale ha puntato molto. Quanti Giovani di Ac
una volta iniziata l’università fuori Jesi, perdono i legami con l’associazione?
Questa uscita vuole essere di aiuto, anche
per mostrare loro che è possibile far parte
dell’Azione Cattolica anche fuori dai confini
diocesani. Ultimo motivo – ma non per questo meno importante – il tema annuale della
Fiducia. Il titolo dell’uscita è infatti, “Mi fido
di te” ed attraverso i monumenti, le opere e
la storia di Bologna, i Giovanissimi scopriranno il valore di questo dono.
Questo il fitto programma della giornata:
ore 6.30 partenza in pullman da San Francesco d’Assisi; ore 9 arrivo a Bologna, preghiera ed attività in giro per il centro; ore 12.30
pranzo; ore 14 gemellaggio con l’Ac di Bologna; ore 17.30 S. Messa a San Luca e momento conclusivo; ore 20 cena e partenza;
ore 24 rientro a Jesi. Nella foto, un momento
dell’uscita di due anni fa a Parma.
gip
R
Pace nel rispetto dell’altro
icordare la guerra per costruire la pace.
Il recupero della memoria e la consapevolezza dei dolori individuali e collettivi sono oggi necessari. Forse proprio la
rimozione dell’orrore è la causa della perversa naturalezza con la quale le guerre
tendono a ripetersi. Chiaravalle, Cassino
, Hiroshima. Tre città duramente colpite
durante l’ultimo conflitto mondiale. Colpite in modo diverso, con effetti diversi ma
comunque unite oggi dal dolore di tante
morti volute dalla guerra, dalla mancanza
di pace. E di pace si è parlato a Chiaravalle nell’ambito delle iniziative previste dalla
rassegna Japan in Love che si svolgerà nella
città di Maria Montessori. “Per una nuova
cultura della memoria, per una nuova cultura della pace”
è il titolo dell’evento che si è svolto nel
chiostro dell’Abbazia di Santa Maria in
Castagnola e che ha visto la partecipazione del presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Raffaele Bucciarelli, del
sindaco di Chiaravalle Daniela Montali,
di Bruno Papa, assessore alla Pace del comune di Cassino, di Gianluca Vagnarelli
dell’Università di Macerata, di Michela
Verdinelli, assessore alle politiche della
Pace del comune di Chiaravalle, di Nazareno Re, Presidente dell’Anpi regionale. Parlare di pace significa parlare di molte cose
e il Presidente Bucciarelli ha voluto
legare questo tema alla cultura della memoria ma anche alla cultura della
convivenza civile. “Occorre mettere
punti fermi – ha detto Bucciarelli – e
far sì che tutti prendano coscienza
che lavorare per la pace significa non
solo mirare a un mondo senza armi
ma anche ad una società in cui chi è
diverso da noi venga rispettato come
individuo. Una società in cui la violenza e la prepotenza non siano più
fatti normali di tutti i giorni. Una società in cui la scuola pubblica non sia
penalizzata e ridotta ai minimi termi-
M
ni, come avviene nel nostro Paese, perché
il diritto a conoscere è uno dei diritti fondamentali dell’uomo.”
Promuovere la cultura della pace significa
anche trasmettere la memoria senza stravolgere i fatti. La storia va condivisa, la memoria no. Per questo è importante parlare
ai giovani della lotta fatta dalla Resistenza
per combattere il nazifascismo e ridare al
Paese la libertà e la democrazia.“Chiaravalle,
Cassino, Hiroshima sono accumunate
nell’impegno di comunicare al mondo un
messaggio di pace per contribuire a costruire un futuro che sia migliore di tutti”
ha detto il sindaco di Chiaravalle Daniela
Montali e questo messaggio non poteva
trovare origine migliore della città di Maria Montessori che per prima ha parlato
di un bambino che come uomo è cittadino del mondo ed è capace di dialogare e
di capire gli altri uomini e le altre culture.
Al termine del convegno è stata inaugurata la mostra dell’artista giapponese Shinya
Sakurai, nato a Hiroshima e interprete di
opere che hanno come tema conduttore il
simbolo di una civiltà giapponese in bilico
tra codici medioevali e informatica. Opere
capaci di cogliere le dinamiche di un passato storicamente tragico e presentato ai
giovani attraverso il loro stesso canale di
comunicazione. Per comunicare anche con
l’arte il messaggio di pace.
Michela Gambelli
FILOMENA: 105!!!
i sa che sbaglio di poco quando dico
che a Poggio Cupro la gente campa di
più che in ogni altro posto del circondario.
Tra le 288 persone in tutto che vivono nel
paesino appena poco discosto da Cupra
Montana... ‘Rina de Renzo compie 91 anni a
settembre prossimo e dice lo rosario in chiesa che è ‘n amore a stalla a sentì’; anche a Ità’
de Chiappa je n’è sonadi 91 adesso che non
è tanto; il marito della stessa Ità’, Nannì’, (io
me lo ricordo bene che aveva una mente lucidissima e leggeva libri e giornali come un
professore e senza occhiali) è morto anche
lui a 91.
Emma de Balestra a 102!
‘Rsì’ de Zocca ne ha 94 e se li sta portando Quella che sta battendo tutti è Filomena de
benissimo: bene con la testa, bene con le Stolfo che qualche giorno fa ne ha festeggiati
gambe.
105! Centocinque!!
A Zelinda e Palmina de Pannacchió’ je man- Viva e vegeta, se ricorda tutto ‘l Padrenostro
ca pogo pé’ i 90 e j’ha toccado a mette’ sù la e l’Avemmaria in latino; sta bene in salute
badante adesso che non è tanto, ma prima si (Ama dire: sarà vergogna a dillo, ma a me
custodivano benissimo da sole.
non me dole niente!!) e tira baci a destra ed a
Elvira de o Chiù è morta che ce n’aveva 92 e sinistra da mette’ paura.
‘Malia de Pio a 97.
Chiama a tutti cocco, ma lei, dall’alto della
Quartina de ‘u Conte, invece, è giovane: sta sua età, se lo può permettere: pure al vescoancora navigando sugli 89, mentre Josè de vo Oscar, che era andato a trovarla, j’ha datPannacchió’ vive beato, tranquillo, felice e… to del cocco.
da solo con i suoi 92 anni.
L’altro giorno, assieme al Sindaco di Cupra
Pasquà’ de Pannacchió’ e su’ fradello sono Montana Fabio Fazi, l’abbiamo festeggiata,
morti, qualche anno addietro, ambedue a 92 in casa sua, con i suoi figli, nipoti e pronianni.
poti.
Quando è morta, Arsì’ de Turculaccio ne Chissà a quanto me farrà ‘rrivà’, ripeteva a
aveva solo 89 mentre Palmì’ de Franciolì’ je quanti la salutavano: evidentemente nessumancava tre mesi per arrivare ai 100!
no sapeva rispondele, ma tutti le abbiamo
La vecchia de Meló’ giù l’Esinante se n’è an- augurato un tempo felice e pieno di salute. E
data che ne aveva una novantina; Attilio de poi sarrà quel che Dio vòle!
Stolfo, invece, 97.
Don Maurizio
3
Cultura
28 giugno 2009
Montecarotto, 27 e 28 giugno: concerto d’inaugurazione dell’organo ‘Vici’
SCUSATE IL BISTICCIO
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
LA DIPLOMAZIA DELL’EUFEMISMO
Un illustre Ospite di stato vi appare
“addobbato”
in
maniera
grottesca,
pacchiana, vagamente pagliaccesca? Se
quel tale ha la pompa della benzina dalla
parte dell’impugnatura [copyright di
Gramellini], è preferibile che definiate quella
mise: estrosa, fantasiosa, simpaticamente
(!) pittoresca.
FARINATA TRASTEVERINO
Dante all’amatriciana
Inferno X, 42. Farinata degli Uberti chiede a
Dante ragguagli sul suo albero genealogico:
Chi fuor li maggior tui? Immaginiamo
per un momento che Farinata, invece di
essere un toscanaccio doc, sia invece un
romanaccio dop.
Ecco come la domanda suonerebbe
(suppergiù) nella lingua di Trilussa:
E cchi sarebbeno l’antenatacci tua?
PASSAGGIO DI CONSEGNE
Cambio di iniziale da... turnover
Serra de’ Conti: la carica di primo cittadino
passa, per normale avvicendamento
elettorale, da Bruno Massi ad Arduino
Tassi; dal regno minerale al regno vegetale:
l’importante è che si tratti sempre di... ASSI
(e questo è appunto il caso).
IL CLICHé DELLA FATALONA
Cambio di doppia… per vamp
Ogniqualvolta xxxxxxx
nei cuori incendi xyyxxxx
***
Soluzione del gioco precedente:
Angelina Jolie - Jennifer Aniston
ennesimo episodio della saga infinita
ATTRITI fra ATTRICI
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
Il rifiuto dell’anima
Se l’Europa oggi è senz’anima non è perché non ne abbia
avuta una, ma perché rifiuta quella che la sua storia le
ha dato.
Marcello Pera, “Perché dobbiamo dirci cristiani”, Mondadori, Milano 2008, p. 97.
Un restauro dedicato a mons. Polita
P
resto tornerà a suonare uno dei
migliori gioielli dell’arte organara
marchigiana. A Montecarotto i cittadini e parrocchiani potranno nuovamente godere dell’organo della Chiesa Santissima Annunziata restaurato
dalla nota ditta artigiana F.lli Ruffatti
di Padova. Lo strumento è tornato
a risplendere dopo un lungo restauro durato quasi due anni. Per la sua
inaugurazione, il Consiglio Pastorale, presidente il parroco don Gianni
Giuliani, ha organizzato due momenti
degni di rilievo. Sabato 27 giugno, alle
ore 21, è prevista la benedizione dello strumento da parte del Vescovo di
Jesi, mons. Gerardo Rocconi, cui seguirà un concerto del coro ‘Cardinal
Petrucci’ di Jesi, organo solista e direzione M.° Mariella Martelli. Domenica 28, ore 11,15, ‘Missa Pontificalis’ di
L. Perosi. Organo solista il M.° Simonetta Fraboni, coro ‘Tomassini-Vici’ di
Montecarotto - Serra de’ Conti diretto
dal M.° Mirco Barani. In entrambe le
occasioni si potranno ascoltare brani
inediti tratti dal ricco Fondo Musicale
Parrocchiale.
L’organo inizierà dunque a dare sfoggio del suo stupendo suono nella
perfetta atmosfera della celebrazione
liturgica, rendendo solenne l’intonazione del rito religioso. E’ doveroso ricordare la grande figura dello stimato
parroco mons. Giannino Polita, recentemente scomparso, che nel paese ha
svolto la sua pastorale per ben trenta-
Senigallia, Pinacoteca Diocesana: fino al 30 settembre
Maestro e Allievo a confronto
A
l via la stagione turistica anche alla Pinacoteca
Diocesana di Senigallia che
ha aperto i battenti da questo fine settimana con i nuovi orari estivi, proponendo al
pubblico di residenti e turisti
i suoi preziosi tesori d’arte
dal XVI al XX secolo. “Per
la stagione turistica 2009
presentiamo ai visitatori un
singolare confronto fra l’immortale Federico Barocci ed
il suo allievo Ventura Mazza,
rendendo possibile ammirare
– proprio uno di fronte all’altro – le opere dei due artisti”,
così esordisce Mons. Pier
Domenico Pasquini, direttore
delle Pinacoteca. “Grazie alla
disponibilità della Fondazio-
Monsano
La tradizionale Festa del Buon Senso 2009 avrà il suo momento centrale a Monsano il 5 luglio, in Piazza Mazzini,
con una novità: grazie alla collaborazione con Inteatro di
Polverigi la piazza alle ore 17,30 diverrà un‘enorme tavola da gioco interattivo con l’Oca Verde, l’eco gioco interattivo che insegna ad amare l’ambiente.
ne Carifano, dalla Pinacoteca
di San Domenico abbiamo
ricevuto in prestito temporaneo la tela del Mazza, l’allievo
cantianese del Barocci, permettendo così un confronto
diretto fra il grande urbinate
ed un suo allievo”. Un programma, quello dell’estate
2009, che vede proseguire
pure l’attenzione per i bambini. “Con Storie di Pina da
metà luglio a metà agosto
proponiamo attività animate
gratuite per bambini in Pinacoteca, tutti i mercoledì sera
alle ore 21, per costruire un
nuovo approccio dei ragazzi
con l’arte del nostro territorio”. La Pinacoteca Diocesana
è aperta il mercoledì e la do-
C inema
La p u l c e
Il pudore è quel nobile sentimento, tutto umano, per
cui si tende a proteggere la propria intimità sia fisica
che interiore. Allora, vi siete mai chiesti: ma quelli
che vanno a scagnarare in TV esibendo le porcherie
di casa, sono scemi o hanno perso il senso del
pudore? La spiegazione è una sola: quella di chi per
soldi fa tutto.
sei anni. Da profondo studioso ed appassionato conoscitore delle arti, a lui
si deve il recupero dell’opera. Una targa-ricordo in memoria dell’insigne religioso posta nel vano dello strumento
sarà benedetta la sera di sabato dal
Vescovo. I lavori di restauro, il cui costo totale ammonta ad € 82.560, sono
stati resi possibili grazie al contributo della Diocesi di Jesi, per una cifra
pari a € 16.000, ed in larga parte dalle
offerte della popolazione di Montecarotto che ha raccolto la somma di €
57.560. Rimangono da saldare € 9.000.
La raccolta fondi è ancora aperta sino
alla copertura della cifra residua. La
valenza storica dello strumento è notevole. L’organo, databile 1776 circa, è
una pregevole opera di Saverio e Sebastiano Vici, padre e figlio, autorevoli
esponenti della famosa scuola organaria di Montecarotto di cui, purtroppo,
si è persa traccia nel tempo, anche se
alcuni strumenti risalenti ai costruttori montecarottesi si trovano in diverse
località non solo delle Marche. Posto
nella cantoria sovrastante il lato sinistro del presbiterio della collegiata,
l’organo ha un prospetto costituito da
23 canne disposte a cuspide con ali.
La tastiera è composta da 45 tasti, la
pedaliera a leggio presenta 18 pedali.
Diversi sono stati gli interventi di restauro, di cui il primo risalente al 1846
ad opera del Bettelli. Attualmente, lo
strumento è tornato allo stato in cui
si trovava una sessantina di anni dopo
la sua costruzione dei Vici. Il suono,
essendo ripristinato il corista antico
di cui rimanevano tracce nelle canne
del pedale, è tornato ad essere chiaro,
brillante, vivace.
Un appuntamento molto interessante
dunque non solo per gli appassionati del settore, ma anche per chi ha a
cuore i tesori artistici di questa zona
promuovendone la cultura.
Maria Cristina Coloso
«I
menica con orario 21-24, ed il
sabato 16,30 – 19,30, sempre
ad ingresso gratuito.
Per informazioni è possi-
bile telefonare al numero
071.60498/65758
oppure
visitare il sito www.diocesisenigallia.it .
L’amico di famiglia (2006) di Paolo Sorrentino
Si riflette sul consumismo
l mondo vi è stato dato solo in
prestito. Io vi presto il mondo,
quando ogni tanto lo perdete». Sono
le parole di Geremia “Cuore d’oro”
(Giacomo Rizzo), l’usuraio protagonista de L’amico di famiglia (2006), il
terzo film di Paolo Sorrentino. Geremia de Geremei è un personaggio
che sembra preso in prestito da un
saggio di Lombroso, l’esatto connubio
tra malvagità e deformazione fisica.
Spesso il cinema, la letteratura ed
ogni altra forma d’arte hanno preso
in prestito le discutibili teorie del
sociologo, e Geremia ha esattamente
tutti i crismi necessari a confermarle. Occhi piccoli, fronte alta dovuta
ad una stempiatura in fase avanzata,
naso grande ed aquilino. La caratterizzazione del personaggio è stata
curata nel dettaglio. I gesti, l’abbigliamento, l’assurdo fazzoletto di cotone
che indossa in testa, nella sua sudicia
casa, per prevenire le emicranie, sono
tutti particolari che lo rendono quasi
una caricatura.
Fotografia, movimenti di macchina e
colonna sonora sono esaltanti. Una
regia pulita, eppure moderna quella di
Sorrentino, che firma anche soggetto
e sceneggiatura.
Nelle parole di Geremia, nei pochissimi sprazzi di umanità che trapelano
da questo mostro cinematografico,
si annidano le parole, i pensieri, e
l’osservazione del mondo del regista
napoletano.
Tutti i personaggi protagonisti della
pellicola, chi più chi meno, hanno un
forte carattere negativo, negatività
indissolubilmente legata alla visione
del mondo di Sorrentino, che non
dispensa la società della sua critica
dissacrante. D’altronde, il protagonista
del film è il denaro stesso e le vicende
che accompagnano i personaggi sono
tutte dettate dalla sete o dal bisogno
di denaro. C’è la signora cinquantenne
che vuole un prestito per affidare il
suo corpo ad un chirurgo plastico; c’è
la coppia di sposini che non rinunciano al loro stile di vita, pur dovendo
dei soldi a Geremia; c’è la pensionata
di settant’anni che fa un prestito di
novemila euro per andare a giocare al
Bingo; c’è Saverio, che deve organizzare il matrimonio di sua figlia Rosalba
(Laura Chiatti), e la sua preoccupa-
zione più grande è di non fare brutta
figura con gl’invitati. Significativo il
dialogo tra padre e figlia con lei che,
saputo del ricorso del padre ai favori di
un usuraio, dice di voler annullare tutto, ed il padre che le confessa che stava
facendo tutto questo non per l’amore
nei confronti di sua figlia, ma solo per
un riscatto personale di una vita fatta
di tanti sacrifici.
Si torna, ancora una volta, a riflettere
sul consumismo, sul sogno americano,
quello che palesemente ispira l’aiutante di Geremia, Gino (Fabrizio Bentivoglio), sempre vestito da Cow-boy,
con la passione per il Country e con il
sogno di andare a vivere nel Tennessee.
Gino sembra essere l’unico personaggio umano di tutto il film, l’unico che
sembra dispiacersi del suo lavoro e
che addirittura nasconde la signora
del bingo nel proprio camper quando
Geremia decide di volerla far fuori.
Eppure, l’unica speranza che Sorrentino sembrava volerci dare, viene
meno quando scopriamo che Gino lo
tradisce, facendolo cadere in una truffa
che gli farà perdere tutto.
Andrea Antolini
4
Attualità
28 giugno 2009
Nel mondo del lavoro: appunti di viaggio
di Gabriele Gabrielli*
Un libro da leggere
di Riccardo Ceccarelli
o dico subito. Andate in libreria ed
L
acquistate “Magistrati. L’ultracasta”di
Stefano Livadiotti, Edizioni Bompiani. È
uscito poco più di una ventina di giorni
fa. Sono 246 pagine. Io l’ho letto in due
giorni, dall’11 al 13 giugno. La classica
lettura sotto l’ombrellone. Affascinante per me come “I pilastri della terra” di
Ken Follet, con la differenza che quest’ultimo è un romanzo, mentre il volume di
Livadiotti ci squaderna la situazione della giustizia in Italia, quella dei magistrati (forse non tutti, ma tutti più o meno
nelle correnti dell’ANM, Associazione
Nazionale Magistrati) e dell’organo che
li governa, il Consiglio Superiore della
Magistratura. Ogni tanto si legge sulla
stampa della penosa situazione in cui
versa la magistratura, una lagnanza che
ci viene fatta passare come prodotta di
chi ha da fare con la magistratura stessa,
inficiata quindi di credibilità. Il libro di
Livadiotti, che di destra non è, scrive su
”L’espresso”, squarcia un velo pesante di
connivenze non più sopportabili in uno
stato che si dice di diritto e la cui “sovranità”, come recita la Costituzione, art. 1
comma 2, “appartiene al popolo”. Questo
il contenuto del libro come si può leggere nel risvolto di copertina: “Quella
dei giudici e dei pubblici ministeri è la
madre di tutte le caste. Uno stato nello
stato, governato da fazioni che si spartiscono le poltrone in base a una ferrea
logica lottizzatoria e riescono a dettare
l’agenda alla politica. Un formidabile apparato di potere che, sventolando spesso
a sproposito il sacrosanto vessillo dell’indipendenza, e facendo leva sull’immagine dei tanti magistrati-eroi, è riuscito
a blindare la cittadella della giustizia,
bandendo ogni forma di meritocrazia e
conquistando per i propri associati un
carnevale di privilegi. Per la prima volta, cifra per cifra, tutta la scomoda verità
sui 9.116 uomini che controllano l’Italia:
gli scandalosi meccanismi di carriera, gli
stipendi fino all’ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni
d’oro, la scala mobile su misura, gli orari
di lavoro, l’incredibile monte-ferie, i benefit del Csm. E, parola per parola, le
segretissime sentenze-burla della Sezione disciplinare, capace perfino di assolvere una toga pedofila”. Livadiotti non
riporta e non scrive dicerie. Fa parlare i
fatti e i documenti. Ogni pagina è fondata su una documentazione a prova di
smentita. Una casta, meglio l’ultracasta,
che nessuno ha eletto, diventata tale per
concorso, abilitata ad emettere sentenze
“in nome del popolo italiano” e capace di
condizionare l’intera politica del paese.
La diagnosi è dura e severa, ma è questa.
Scusanti non ci sono. Peccato solo che
dopo la denuncia fatta da Livadiotti non
succederà niente. Perché altri libri erano
stati dedicati allo stesso argomento della giustizia qualche anno fa, a “La casta”
dei politici da parte di Rizzo e Stella e
altri ancora, a “L’altra casta” del sindacato da parte dello stesso Livadiotti e non
è cambiato nulla e non cambierà niente
anche questa volta. La necessità di una
riforma radicale però in questo caso si
pone in maniera drammatica. Metteranno solo qualche pannicello caldo, se
lor signori lo vorranno, senza rimetterci
nulla ovviamente. Intanto acquistate il libro, 17 euro non sono spesi invano. Vi
troverete anche qualche sorpresa, come
a pagina 180, su un europarlamentare, ex
pubblico ministero, appena eletto, andato in aspettativa dal 18 marzo 2009, ma
scelta definiva quella della politica, come
ha detto a “Porta a porta” il 15 giugno.
Rabbia, tristezza ed amarezza, sono stati,
e sono ancora i sentimenti, che ho provato a fine lettura. Pagina dopo pagina
non volevo credere a quanto andavo leggendo con l’aggravante di dover riporre ogni fiducia nella giustizia e nei suoi
protagonisti. L’indignazione a braccetto
con lo sconforto e la malinconia. Possiamo almeno farla sentire?
Il “giudizio di utilità” per chi e come lo si misura? La questione
deve fare i conti con molti è molto delicata e chiama in causa molteaspetti nel lavoro plici interessi; è dibattuta con tenacia da
T
ra gli ostacoli che si pongono lungo la
strada difficile che contrassegna l’impegno dell’educatore, che ci ha ricordato
il vescovo Gerardo Rocconi, quello della
“tendenza a ridurre il bene all’utile” è forse il più subdolo nei luoghi di lavoro. La
questione è duplice. Da un lato è difficile
sottomettersi al principio secondo cui non
sempre ciò che è utile è anche “ciò che è
bene” per l’uomo. Dall’altro, c’è il tema della scelta della prospettiva da cui valutare
se una cosa è utile o meno. Nell’economia
e, conseguentemente, nell’organizzazione e gestione del lavoro questa scelta può
essere sintetizzata –semplificando molto
la complessità che qualifica- con questa
domanda: la ricchezza che un’impresa e
il lavoro producono, deve essere creata a
vantaggio di chi? Ricorrendo a un linguaggio proprio dell’economia e della gestione
delle imprese potremmo riformulare la
domanda ponendola in questi termini: le
imprese, il management e le persone che
vi lavorano devono “creare valore”; ma
decenni e vede contrapporsi sul campo
almeno due teorie ed altrettante forze. Da
un lato, ci sono quanti sostengono che le
imprese esistono per creare ricchezza a
vantaggio degli azionisti e cioè di coloro
che hanno deciso di rischiare capitali e
beni propri per realizzare la business idea.
Questa tesi, può essere rafforzata laddove
si ritenga che le imprese e il management
debbano adottare comportamenti, assumendo le conseguenti e coerenti decisioni,
per “massimizzare” il valore degli shareholder. Dall’altra, ci sono invece i sostenitori di una visione più ampia che ritiene
sia compito delle imprese e di chi le gestisce preoccuparsi di creare valore a vantaggio degli altri portatori di interesse (stakeholder) e cioè i dipendenti, i fornitori, i
clienti, il territorio ecc. E’ evidente come
possano mutare anche profondamente
le modalità di gestione, i comportamenti
manageriali e l’organizzazione del lavoro
e la gestione delle risorse umane nelle imprese che sono ispirate dall’una o dall’altra
filosofia. Il bene, in funzione del giudizio
di utilità, sarà diverso il più delle volte nelle due situazioni così come le prospettive
di analisi e valutazione. La questione è
complessa –ricordavamo- e non può essere eccessivamente semplificata. Ci pare
di poter dire, però, che quanto stiamo apprendendo dalla crisi ancora non sopita
ci porti tutti a considerare con maggiore
attenzione approcci che, in ragione quantomeno della interdipendenza delle molte
componenti che concorrono alla produzione della ricchezza attraverso l’impresa,
valorizzino la capacità di includere nella
gestione molteplici interessi. Trovare un
più ampio consenso attorno a questo approccio faciliterebbe l’assunzione di una
maggiore responsabilità e, se non altro,
assoggetterebbe il giudizio di utilità a una
valutazione proveniente da “più punti di
vista” e all’idea che i vantaggi vadano costruiti per molti e non soltanto per pochi.
Quest’approccio sottolinea che le imprese
hanno una responsabilità sociale più ampia e suggerisce di rimettere al centro della
intrapresa il “soggetto del lavoro” e il suo
progetto di continuare la “creazione”.
(*) Docente Università LUISS Guido Carli
www.gabrielegabrielli.com
Il libro dello psichiatra Vittorino Andreoli: Carissimo amico-lettera sulla droga
Educati per capire e scegliere
“U
n costume imperante ha
ridotto la droga a un tema
banale di cui non vale la pena
parlare… ma io so che basta un
momento di abbandono, una
ferita che distrugga la propria
autostima, un bisogno di metamorfosi legato ad una valutazione errata e incompleta di ciò
che si è, per perdersi in forme di
dipendenza che tolgono senso
all’uomo.” Vittorino Andreoli, uno dei più autorevoli psichiatri italiani, ha continuato
con questo libro la serie delle
Lettere (Lettera ad un adolescente, Lettera alla tua famiglia,
La vita digitale…) e affronta in
modo lucido e carico di umanità il tema della diffusione delle
droghe, attualmente relegato
quasi a una questione privata.
Pagine che propongono un’analisi attenta a un fenomeno più
sommerso, più fluido rispetto
al passato: il consumo di droga
ha oggi un significato diverso, e le
sostanze stupefacenti - anfetamine e psicostimolanti - vengono
percepite quasi
come “appendice
umana” al successo, al piacere,
a performance
brillanti: un’accelerazione fisicopsichica per acquisire sicurezza, un surrogato
per superare debolezze, incertezze, per essere capaci di affermazioni sociali. Con l’assunzione di droghe, spiega Andreoli,
l’uomo subisce una trasformazione che ricorda Gregor Samsa della Metamorfosi di Kafka: un uomo stanco di essere
comune, banale, che sogna di
diventare un altro. Un bisogno
di metamorfosi, dunque, che si
lega ad una percezione errata o
distorta di sé, al
rifiuto dei propri
limiti, sentimenti
spesso indotti da
condizionamenti
sociali, dall’idea
imperante che
la ricchezza sia
fuori dell’uomo e
non dentro le sue
capacità e il suo
impegno.
Con
tono confidenziale e appassionato, l’autore difende la fragilità
umana come sana percezione
del limite che è strettamente legata all’essere nel mondo, come
bisogno dell’altro, come interdipendenza. -Solo nella fragilità si costruisce una comunità
intesa come condivisione e non
come lotta- scrive sottolineando come il senso dell’uomo sia
legato al senso dei suoi limiti.
Un umanesimo della solidarietà
è quanto spera Andreoli nella
sua Lettera, in contrapposizione ad una società che gli appare
oggi “drogata”, poiché mercanteggia i valori umani e il senso
dei fenomeni sociali, poiché afferma di voler impedire l’uso di
droghe, ma non i guadagni che
derivano dal traffico: posizioni
ambigue e prive di coerenza.
Lancia un messaggio, un sogno
che ha colorato la sua esistenza, la sua professione medica, il
contatto quotidiano con il dolore e la malattia: la coscienza del
primato dell’educazione come
partecipazione al processo di
crescita dei giovani, come attenzione carica di affetto, come
relazione per imparare a capire,
a pensare, a scegliere. E difende
il diritto a non drogarsi, poiché
non esiste libertà nella dipendenza.
Tiziana Tobaldi
Il vero dramma della scuola italiana: come insegnare cosa e per che cosa?
Una scuola senza merito che esige merito
L
’anno scolastico 2008-2009, cominciato male, è finito malissimo. I dati
comunicati dal Ministero dell’Istruzione ci dicono che il 6% degli studenti
non è stato ammesso agli esami di maturità, quasi 400mila sono stati i ragazzi respinti nelle classi dalla prima alla
quarta superiore, 70mila gli adolescenti
bocciati tra la prima e la seconda media,
di cui 10mila con il 5 in condotta.
Si accendono i dibattiti, si schierano
le posizioni, si innalzano e si contrappongono le bandiere della scuola del merito a quelle della scuola buonista. Il valzer
dei termini più in voga impazza: ministro,
scuola, docenti, genitori. Ripete questo ritornello da mesi …Nessuno si preoccupa di
loro, dei ragazzi, della loro sofferenza, del
loro disagio, della loro vergogna per non
essere stati all’altezza delle alte aspettative
dei genitori.
Raramente la bocciatura, nella scuola
dell’obbligo è positiva. Difficilmente risolve
positivamente i problemi nella scuola Superiore. Riesce ad essere efficace soltanto là
dove incontra una interpretazione corretta
delle famiglie e dello stesso alunno, altrimenti, generalmente, diventa mezzo di allontanamento, di esclusione, di abbandono
scolastico. Lo stesso vale per i 5 in condotta
che finiscono per incoraggiare, invece di
scoraggiare, atteggiamenti negativi. Anzi,
a volte i ragazzi fanno a gara a chi è il più
indisciplinato. In realtà la strada è un’altra,
è quella del saper e del poter “contagiare”
i ragazzi con l’amore per il sapere. Ma a
questo spesso non si pensa …si pensa solo
ad individuare chi non ha meritato la disponibilità della scuola…i “nemici” da tenere a bada, da stanare, da misurare, da bocciare, da respingere, da…fargli cosa?! Non
dovevamo aiutare tutti a crescere, a formarsi, a diventare veri uomini, a diventare
vere donne… a essere cittadini del mondo?
Già…ma di quale mondo? Di quello che
si apre e si chiude all’altro a seconda delle
convenienze e degli umori politici? Nati in
un’epoca sconclusionata, subiscono una società e una famiglia sconclusionata…e pure
una scuola sconclusionata, arbitrariamente
convertita a luogo della paura e delle sanzioni.
Progettata per essere aperta al dialogo e
all’accoglienza, è stata ingiustamente etichettata e poi trasformata in una scuola
senza merito, o meglio, che non meri-
ta nulla, e che però esige merito dai
suoi alunni, senza cognizione di causa
: improvvisamente privata di fondi, di
laboratori, di ore, del tempo pieno: di
tutto ciò che serviva per raggiungere
gli obiettivi prefissati; i veri grandi e
piccoli problemi formativi, arginati coi
paletti dei “5” in condotta e delle insufficienze; i docenti - disorientati, demotivati, trascurati e offesi da politiche
che li marchiano indistintamente come
fannulloni e incapaci -, allontanati anni
luce dai ragazzi. Resistono solo, in questo
baillamme, gli irriducibili: i missionari della formazione. Al momento la Scuola tutta
non ha più una identità concreta, puntelli
sicuri e chiari, né certo collegamento esterno e interno. Come si faccia cosa a scuola
oggi per che cosa nessuno lo sa più…
Basterà l’estate per restituire identità e dignità alla Scuola, a disegnarne un nuovo
progetto? Difficile. Per tutto l’anno scolastico si è riusciti solo a smantellare un sistema,
malandato o meno, senza saper apportare
cambiamenti positivi.
Con quelle bocciature appese alle vetrate la
scuola invoca aiuto, esprime il suo rifiuto e
la sua incapacità a camminare sempre sul
filo dell’acrobata, chiede una strada vera
e concreta da percorrere, con tappe ben
scandite, mezzi sicuri, autisti affidabili per
trasportare nelle migliori condizioni fino al
traguardo i passeggeri del mondo.
Fotoservizio di Paola Cocola
5
Cultura
N
28 giugno 2009
La figura romantica di un cartografo jesino
ato a Jesi nel 1880 da buona
famiglia borghese non straordinariamente agiata, Randolfo
Alessandrini era persona di gradevole aspetto, molto rispettabile
per l’innata distinzione dei modi,
per la limpida gentilezza d’animo,
per la salda moralità e l’ottima
educazione tramandatagli da padre in figlio. Studiò all’ Istituto
Tecnico “Pietro Cuppari” di Jesi,
conseguendo a pieni voti il diploma di Geometra Agrimensore. La
sua intera esistenza fu condizionata da un profondo sentimento
di trepido amore verso una giovane Nobildonna jesina, della quale
sarebbe fuori luogo citare qui la
casata. Consapevole di non poter
ambire alla mano di una fanciulla
appartenente ad un ceto troppo
al di sopra del suo, per sfuggire al
tormento di vederla ogni giorno
sapendola destinata ad altra persona, il giovane Randolfo prese la “romantica” e pur “saggia”
decisione di allontanarsi da Jesi
non temporaneamente, ma per
sempre.
Trovò stabile occupazione presso
l’Istituto Geografico Militare
(foto) di Firenze, ente di diritto
pubblico che apprezzò molto la
sua abilità come rilevatore di
punti trigonometrici, cioè di
quegli elementi fondamentali nella Cartografia militare di “allora”.
Adesso, e già da un’ ottantina di
anni, le riprese fotografiche fatte
dagli aerei rilevano con esattez-
za ogni dettaglio del panorama
nazionale. Ottant’ anni fa i rilievi
venivano effettuati a contatto diretto del terreno, bisognava stare sul posto, inerpicarsi su vette
spesso impervie, per poter aggiornare le cosiddette “Tavolette
d Artiglieria” in scala 1 a 25.000,
sulle quali sono indicati anche gli
stradelli, le mulattiere, i viottoli, i
casolari isolati, le “figurette” negli
incroci delle strade campestri.
A Firenze si ambientò facilmente e felicemente, frequentando i
pittori e i letterati che nel primo
ventennio del secolo scorso frequentavano le sale del Bottegone,
un grande caffè subito a sinistra
del Duomo. Pittori e letterati che
nel il ventennio successivo, quello sotto il Fascismo, si spostarono nel Caffè delle Giubbe
Rosse (rimasto famoso
nelle cronache letterarie),
situato nella centralissima
piazza intitolata oggi alla
Repubblica, allora al Re
Vittorio Emanuele II “Padre della Patria”, con tanto
di monumento equestre in
mezzo alla piazza, trasferito nel dopoguerra al centro
del piazzale d’ ingresso al
Parco delle Cascine,
L’ idea di “cercare moglie
in Firenze” non sfiorò mai
l’animo di Randolfo, come lui
stesso confidò alla sua cara nipote Paola Mazzanti, una deliziosa
ragazza che nell’aprile 1953 mi
fece diventare suo parente, unendosi con me in felice matrimonio.
A Firenze lo zio Randolfo abitava
al quarto piano di un palazzo in
via Martelli, a due passi da Santa Maria del Fiore. Aveva preso
dimora presso i signori Bonfanti,
una famiglia di gente laboriosa (il
padre era Capo-cuoco alla famosa “Buca di San Ruffillo), famiglia molto garbata e premurosa,
alla quale Randolfo si sentì ben (per ciò Firenze lo aveva appagapresto legato da reciproco affet- to in pieno). Molti dei suoi amici
to, specialmente verso due allegri pittori gli avevano donato più di
rispettosi maschietti che lo chia- un dipinto, generalmente vedumavano Nonno
te della campagna toscana, per i
Nella sua Jesi zio Randolfo torna- quali Randolfo aveva scelto con
va ogni anno per qualche giorno, cura le cornici, quadri che tealle Fiere di San Settimio, occa- neva appesi a tutte le pareti, che
sione gioiosa per riabbracciare risultavano, così, tappezzate da
sua sorella Ernesta Alessandrini un metro sopra il pavimento fino
(moglie e poi vedova di Girolamo a due palmi dal soffitto. QuelMazzanti) e per pranzare tutti la stanza aveva un altro pregio,
assieme a casa di un figlio di Er- assolutamente
incomparabile,
nesta, il bravo Mario Mazzanti, dall’unico grande finestrone si
mio suocero (su Nonna Ernesta godeva una veduta mozzafiato:
Alessandrini scriverò qualcosa, al distante (in linea d’aria) non più
rientro dalle ferie).
di 80-90 metri, la mole gigantesca
In età avanzata zio Randolfo della cupola del Brunelleschi insoffrì di seri disturbi alla prosta- combeva sull’osservatore, procuta, rifiutando sempre di ricorrere randogli una forte emozione, faalla chirurgia. Giunto a 86 anni, cendolo sbigottire di fronte a quel
con l’assistenza amorevole “capolavoro assoluto” di Archidei Bonfanti e munito dei tettura. In quell’opera geniale del
conforti religiosi, morì nel Rinascimento fiorentino si vede
suo letto, nella bella came- realizzato un perfetto connubio
ra dove era vissuto per più tra la Ragione calcolatrice, e lo
di sessant’anni. I parenti di Spirito, fondamento insostituibiJesi, convocati in extremis, le per innalzare il genere umano
assistettero alla chiusura del alla suprema Divinità (a Firenze il
feretro e alla tumulazione sentimento religioso è ben radinel cimitero di Firenze Tre- cato, malgrado varie apparenze in
spiano, dove Randolfo aveva contrario).
predisposto alcuni loculi per Sbaglierò, ma nessuno mi toglie
sé e per i Bonfanti, che erano dalla mente che, nello scegliere
originari di Monsummano, quella sua dimora presso la fain provincia di Pistoia.
miglia Bonfanti, la visione quasi
Ricordo bene quella stanza mol- “tangibile” del Cupolone deve aver
to spaziosa, che rispecchiava la influito non poco sulla natura sosua personalità tutta orientata ad gnatrice di Zio Randolfo.
ammirare le cose belle e spirituali
Sandro Alessandroni
Il teatro Pirata il Festival: dal 25 giugno al 9 agosto
S
Burattini, Marionette e Teatro di figura
i estende a macchia d’olio
per la Vallesina la ‘voglia’ di teatro ragazzi con gli
spettacoli delle più accreditate compagnie di Burattini,
Marionette e Teatro di Figura. Con 14 Comuni coinvolti
(lo scorso anno erano 11, nel
2007 erano 8) e 24 spettacoli
programmati di cui la maggior parte ad ingresso gratuito, torna di nuovo in scena
AMBARABA’, il Festival firmato nella direzione artistica
ed organizzativa dalla compagnia Teatro Pirata giunto
all’undicesima edizione.
Il cartellone di Ambarabà
cerca di offrire una panoramica il più possibile completa del teatro di figura e
del mondo immaginario ad
esso connesso rivolto ai più
piccoli. Gli artisti sono rappresentativi delle più antiche
tradizioni burattinesche italiane e delle nuove tendenze
del teatro di figura; gli spettacoli sono caratterizzati
da diverse tecniche di animazione, dai classici ‘pupi’
all’attore in scena, al burattino di legno della tradizione
regionale animato dietro le
quinte.
Il festival si terrà dal 25 giugno al 9 agosto nelle piazze e
nei luoghi d’aggregazione di
Jesi, Chiaravalle, Maiolati
Spontini, Monsano, Montecarotto, Montemarcia-
no, Serra San Quirico, San Culturali ostello Villa BorMarcello, Monte S. Vito, gognoni (il 2 luglio a Jesi).
Staffolo, S. Maria Nuova, e per la prima volta Tutti gli spettacoli avranno
da quest’anno a Polverigi, luogo alle ore 21,30. Per gli
Offagna ed Agugliano.
spettacoli a pagamento, il
Lo sostengono gli asses- costo del biglietto è di 4 euro
sorati alla Cultura dei 14 per gli adulti e di 3 euro per
Comuni, il Ministero per i i bambini.
Beni e le Attività Culturali,
la Regione Marche-Servi- Si parte dunque il 25 giuzio beni e attività culturali, gno alle ore 21,15 a Jesi in
la Provincia di Ancona, la Piazza della Repubblica con
Fondazione Pergolesi Spon- “Tra le nuvole”, spettacolo
tini, il TRAM Teatro Ra- di teatro d’attore e di figura
gazzi Marche.
frutto della collaborazione
tra Teatro Verde di Roma e
Tra le novità di quest’anno, Teatri Comunicanti di Porto
l’inaugurazione a Jesi giove- S. Elpidio (ingresso gratuito).
dì 25 giugno in Piazza della Il giorno successivo, venerdì
Repubblica all’interno della 26 giugno, a Maiolati Sponfesta “AMBIENTIAMOCI: tini presso la Biblioteca “La
Riflettere, agire, giocare per fornace”, il Teatro Pirata proimmaginare un mondo so- pone “Il mondo di Oscar”:
stenibile e capace di stupire”, in scena attori e giocattoli di
promossa dall’assessorato latta (ingresso gratuito).
all’Ambiente del comune di Il cartellone di luglio inizia
Jesi e dal CIR33. Il festival il 2 luglio, a Villa Borgognosarà inoltre presente con i ni di Jesi con “Dalle nuvole
suoi spettacoli nell’ambito Bruno”, spettacolo di teatro
di alcune importanti ma- d’attore sul riciclaggio dei rinifestazioni estive tra le fiuti a cura del Teatro Pirata
quali la rassegna di Serra (ingresso gratuito). Si proseSan Quirico “Il Paese dei gue il 3 luglio al Centro StoBalocchi” (dal 31 luglio al rico di Montecarotto con il
2 agosto), la Festa del Ver- burattinaio e mimo milanedicchio di Montecarotto (il se Orlando Della Morte, ed i
3 luglio), l’iniziativa EQUA suoi burattini tradizionali in
LA FESTA: meglio attivi “Le avventure di Pulcinella”
che radioattivi, promossa (ingresso gratuito). Si ritorna
dal Coordinamento Eventi a Jesi, presso il Cortile della
Scuola Media Savoia, lunedì burattini conquisterà con la Campo Sportivo: tutti sono
6 luglio con il Teatro Pirata sua poesia grandi e piccini. invitati a tirarsi centinaia di
in “Cinderella vampirel- Anche per questo spettaco- leggerissimi cuscini per una
la”, le mirabolanti avventu- lo l’ingresso è gratuito.
travolgente follia collettiva.
re di Cinderella tra vampiri, A Jesi il 27 luglio, al Cortile Il 4 agosto a Borghetto di
draghi e streghe. L’8 luglio della Scuola Media Savoia, Monte San Vito al Parco 1°
in Piazza Michelangelo di appuntamento con “Il rapi- maggio il burattinaio MoMarina di Montemarciano mento del Principe Carlo”, reno Pigoni propone lo
si rappresenta “Il matri- spettacolo di burattini della spettacolo “L’acqua miramonio di Pulcinella”, di tradizione emiliana a cura colosa” (ingresso gratuito).
Orlando Della Morte (in- del Teatro del Drago. Il 28 Il 5 agosto nella Piazza del
gresso gratuito). Il 13 luglio luglio in Piazza Leopardi a Maniero di Offagna il Teaal Cortile della Scuola Me- Staffolo è di scena la compa- tro Pirata allestisce il “Gran
dia Savoia di Jesi la com- gnia Ortoteatro con “Come circo dei burattini”, uno
pagnia Arrivano dal Mare Pierino diventò Pierone e spettacolo di pupazzi e bupropone “L’uomo che rac- incontrò la strega Bistrega” rattini (ingresso gratuito).
conta le favole”, teatro di (ingresso gratuito). Il 29 lu- Ci si sposta a San Marcello,
narrazione con musica dal glio al Chiostro dell’Abbazia in via Circonvallazione, il
vivo. Il 15 luglio al Chiostro di Chiaravalle i Tiriteri pro- 6 agosto, per lo spettacolo
dell’Abbazia di Chiaravalle, pongono “Il galletto mera- “Peter Pan” del Teatro del
in scena la nuova produ- viglioso”, teatro d’attore con Canguro (ingresso gratuito).
zione del Teatro Pirata, una musica dal vivo.
Quindi il 7 agosto a Polveridivertente narrazione sulla Dal 29 luglio al 2 agosto gi in Piazza Umberto I con
paura dal titolo “Bu Bu set- bimbi e genitori sono invi- il Teatro Pirata in “Arrivi
tete... fami ridere che io tati alla rassegna “Il paese e partenze, ovvero storie
non ho paura”.
dei Balocchi” di Serra San in valigia” (ingresso graIl 19 luglio in Piazza dei Quirico che propone ogni tuito). L’8 agosto in Piazza
Caduti di Monsano è da sera presso l’Arena del Tea- Leopardi di Staffolo il Festinon perdere “Luna sulla tro i suoi spettacoli: appun- val Ambarabà propone lo
luna” della compagnia Il tamento dunque il 29 luglio spettacolo “Bu Bu settete”
Draghetto dell’Aquila, una con il Teatro Pirata in “Bu (ingresso gratuito), ed in Via
compagnia che durante il Bu settete”, il 30 luglio con i Matteotti ad Agugliano è di
recente terremoto ha perso Tiriteri in “La luna e il topo- scena “Cinderella Vampiil suo teatro ma è riuscita lino”, il 31 luglio ancora con rella” (ingresso gratuito).
a salvare i burattini, e che “Cinderella Vampirella” del Il Festival chiude a Collina di
per tutta l’estate sensibiliz- Teatro Pirata, il 1 agosto con Santa Maria Nuova domenizerà le piazze italiane sulla la compagnia Il melaran- ca 9 agosto con lo spettacodrammatica situazione vis- cio in “Famelico lupo”. La lo “Premiata Ditta Scintilsuta da tanti artisti abruz- rassegna serrana conclude la”, attori burattini pupazzi
zesi. Lo spettacolo di can- con una grande “Battaglia oggetti ed effetti speciali a
tastorie, attore, pupazzi e dei cuscini” il 2 agosto al cura del Teatro Pirata.
Musica Mercato a Scorcelletti
Giunge alla seconda edizione la rassegna “Musica Mercato”, manifestazione organizzata dal circolo socio ricreativo di Scorcelletti con il patrocinio del Comune di
Castelbellino. Dal 26 al 28 giugno le vie della piccola località saranno invase dalle
bancarelle e dagli stand gastronomici. Venerdì 26 giugno “Le Bollicine”, cover band
di Vasco Rossi. Sabato 27 giugno i Diamanti con un repertorio di musica anni 60 e
una esibizione di break dance. Domenica 28 giugno conclusione con la musica dal
vivo di Gabriele e lo show del gruppo Burro e Salvia.
6
Jesi
28 giugno 2009
Cisl: “Forze politiche e forze sociali dialoghino”
È
pianeta famiglia
I dati del lavoro
ancora pesante la crisi
che stanno vivendo le
imprese ed i lavoratori nei
territori marchigiani. Lo
confermano le ultime informazioni diffuse dalla Cisl
Marche, che ha elaborato i
dati dell’Inps, della Regione e delle Province. Cassa
integrazione, mobilità e
apprendistato mostrano un
andamento preoccupante.
“La crisi morde ancora, al di
là degli ottimistici pronostici, e avrà effetti ancora negativi sull’occupazione nei
prossimi mesi – commenta
Tonino Bori, del Dipartimento Mercato del Lavoro
della Cisl Marche - bisogna
chiedere ulteriori impegni
al governo nazionale, nella
tutela del lavoro, specie per
i lavoratori precari, nella
politica industriale, mentre
a livello regionale va proseguita e rafforzata l’azione
di vicinanza alle persone,
che la Regione e le organizzazioni sindacali stanno
mettendo in campo con le
misure sui contratti di solidarietà, sui contributi per
chi ha perso il lavoro, sugli
ammortizzatori in deroga,
sul sostegno alle famiglie
che vivono il dramma della
non autosufficienza”.
E Bori detta le priorità dei
prossimi mesi, che ancora dovranno essere tutela
dell’occupazione e rilancio
dell’economia, con la pressante necessità di “un clima
di dialogo tra le forze politiche e le forze sociali, di comune responsabilità verso
il Paese e soprattutto verso i
suoi cittadini più esposti”.
I dati parlano chiaro, a partire da un ulteriore incremento, in maggio, delle ore
di cassa integrazione autorizzate sia rispetto al mese
di maggio 2008 sia se si
confrontano i dati in modo
dinamico con aprile 2009 o
se si considerano tutti i primi cinque mesi dell’anno.
Maggio 2009 registra infatti
un +67% di ordinaria ed un
–8% di straordinaria rispet-
to ad aprile 2009. E se la
provincia di Ancona continua ad essere interessata
dalla fortissima crisi della
meccanica, ed in particolare della Antonio Merloni
(con 1.206.598 ore di cassa
integrazione straordinaria
e 694.578 ore di ordinaria nei primi cinque mesi
del 2009), nelle province
di Ascoli e Fermo i comparti più in difficoltà risultano essere il chimico con
173.763 ore di cassa autorizzate, il calzaturiero con
603.193 ore e l’alimentare
con 149.585 ore.
Nella provincia di Macerata, gli aumenti significativi
interessano tutti i settori: le
calzature (con 306.901 ore),
la meccanica (183.237 ore),
la gomma plastica (141.911
ore) ed il legno (40.000
ore). Pesaro è la provincia
che vede incrementare in
maniera fortissima la cassa ordinaria ed esplodere
le ore di straordinaria, che
lo scorso anno non è stata praticamente utilizzata: il legno (270.000 ore) e
la meccanica (518.000) i
settori più colpiti, seguiti
dall’industria di trasformazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, laterizi ecc.) con 180.000 ore
e dall’abbigliamento che si
vede autorizzate 127.000
ore.
Anche l’andamento delle
iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori licenziati nel periodo gennaiomaggio 2009 fa registrare
un fortissimo incremento
in tutte le province, se raffrontato allo stesso periodo
dell’anno precedente, mentre i contratti di apprendistato avviati nei primi
cinque mesi del 2009 sono
stati 4.248, a fronte dei
7.086 dello stesso periodo
del 2008: una contrazione
del 40% con punte che arrivano al 61% in territori
particolarmente colpiti dalla crisi come il fabrianese.
Maria Chiara La Rovere
di
Q
uando nasce un bambino… nascono anche
una madre e un padre. Ci
avevate mai pensato? Una
madre e un padre non esistono prima: è il figlio che li
fa diventare genitori.
Un bambino che viene
al mondo è la voce della
vita. E’ il canto dell’energia dell’universo. Quando
guardi i suoi occhi, senti che accendono la luce
dentro il tuo cuore. E non
ci sono segreti che si nascondono. Lui è lì, davanti
a te. Anzi, dentro di te. Sa
trovare ogni volta la strada
per incontrare, nel profondo della tua anima, quel
bambino che hai dimenticato in qualche angolo del
tuo mondo interiore. L’hai
dimenticato, perché hai imparato che diventare grandi
significa abbandonare l’anima del bambino.
E ora lui ti chiede di ritrovarla. Anzi, viene dentro
di te per cercarla insieme,
perché lui ne ha bisogno e
sa che tu pure questo bisogno ce l’hai. Ce l’hai, perché
non puoi vivere solo la tua
dimensione di adulto. Ce
l’hai pure, perché ora ti serve per dialogare con lui. Per
incontrarlo.
Solo un bambino può incontrare un bambino. E
quel bambino che sei stato
è la fonte dell’energia vitale, è la voce della vita che
canta nel tuo cuore. E che
ora questo tuo figlio ti chiede di poter ascoltare. Per
non sentirsi solo. In questo
mondo nel quale ha deciso
di venire. Per camminare
con te. Anzi, con voi. Con
voi due. Mamma e babbo.
Mamma e babbo. Sì. Perché
nella nostra cultura, prendersi cura del bambino è
ancora un compito della
mamma. Dicevo sopra che
quando nasce un bambino
nascono anche una madre
e un padre. Be’, che nasca
una madre è ovvio, è naturale. Che nasca un padre?
Onestamente, osservando
come anche le giovani coppie vivono la nascita di un
figlio, ho qualche dubbio. La
presenza del babbo, troppe
volte, è come… un accessorio. Se c’è, ok. Se non c’è,
pazienza. Se ne può fare a
meno. Direte: “Ma oggi le
cose sono cambiate. Vedi
quanti giovani padri vanno
in giro con il passeggino, il
sabato o la domenica mattina, mentre la mamma sta
in casa a fare le faccende…”.
Sì, come fossero tanti babysitter!
Quando nasce un bambino, la vita di una donna è
completamente trasformata.
Dovremmo dire stravolta.
(Di questo parleremo, molto seriamente, la prossima
volta). E la vita di lui? Dopo
qualche giorno tutto sembra
ritornare come prima. Il suo
lavoro, il suo tempo libero,
i suoi hobby. Perfino il suo
sonno. Sa’, lui deve andare a
lavorare, quindi bisogna che
dorma la notte. Poi bisogna
che esca con gli amici, a calcetto o a guardarsi la partita o a fare un giro in moto:
non può mica stare tutto il
giorno a lavorare e la sera
e nei finesettimana a casa…
gli prende un esaurimento
nervoso!
Cari padri, giovani padri, i
vostri bambini hanno biso-
Prendersi cura di un bambino significa entrare in relazione con lui. Entrare in
relazione con lui significa
fermarsi. Fermarsi dal ritmo incalzante che guida le
nostre giornate. Fermarsi a
respirare. I tempi di un bambino sono tempi naturali. Se
lo ascoltiamo, lui ci insegna
a ritrovarli in noi stessi.
L’andare di corsa, in fondo,
ci serve. Quasi ci protegge. E’ vero che ci lamentiamo, ma è altrettanto vero,
se ci guardiamo un po’, che
quando non siamo pressati
dagli impegni del lavoro e
ci capita di avere un po’ di
tempo libero - pensiamo a
certi finesettimana -, subito
sentiamo il respiro dell’ansia che si risveglia, dentro
di noi, dal torpore in cui
è rimasta durante gli altri
giorni, strapieni di cose da
fare. E allora ci industriamo
per riempire il tempo. Che
fare? Dove andare? Con chi
usciamo? Possibile che non
mi cerca mai nessuno? Devo
essere sempre io a chiamare
gli altri…
Un bambino, con la sua
presenza, mi chiede di esserci. Di stare lì. Con lui. A
fare che? Niente! A stare
con lui. E con me. Perché
se sto un po’ con lui, se mi
permetto di tenerlo fra le
mie braccia, posso sentire
che lui sta proprio lì. Con
me. E non c’è bisogno di
correre per scappare da
qualche parte. Il mio tempo è pieno. Pieno della
presenza, nella reciprocità.
I pensieri possono fermarsi, senza che la paura di
ascoltarli ci spinga di nuovo nella corsa che ci tutela
dall’ansia.
Questo una donna lo sa
bene. Il suo corpo l’aiuta nell’intimità con il suo
bambino. Quando è attaccato al seno, lei sente
che tutti e due sono lì. In
un dialogo senza parole.
In una vicinanza fuori dal
tempo e dallo spazio.
Noi uomini non abbiamo
questo ‘privilegio’. Il nostro
corpo non ci aiuta. Ma noi
non siamo solo corpo! Se
proviamo a guardare questo bambino che è entrato
nella nostra casa, sarà lui il
nostro maestro. Ci insegna
a stare con lui. E ci fa scoprire che stare con lui sarà
davvero anche stare con
noi stessi. Quando lo prendiamo fra le braccia, sentiamo il suo cuore che parla
con il nostro. Come? Anche noi maschi abbiamo un
cuore? E sì. Così è. E questo
piccolo angelo, piombato in
casa da chi sa quale parte
del mondo, ci fa scoprire
che non siamo solo animali
da produzione, ma anche, e
prima di tutto, persone che
camminano e nuotano nel
mare della vita.
Quando nasce un bambino…
(Pianeta famiglia 10. continua)
Il Cuppari si certifica UNI EN ISO 9001:08
Un percorso di qualità
Fiji della terra madre, fiji della vita
attesi con amore, frutto de ‘n sogno
nati anche voi pè giocare stà partita
divve come, perché, non c’è bisogno:
Noaltri padre e madre v’emo generado
ma nei pensieri vostri non podemo entrà,
custodido e cresciudi con amore sviscerado,
però vostra è la strada pè nella vita andà.
gno di voi. E voi di loro! (Un
grande bisogno ne hanno
anche le vostre compagne.
Per essere delle buone madri. - Ma di questo ne riparleremo. Oggi restiamo con i
bambini).
Se mi regalate qualche minuto, provo a proporvi qualche altro pensiero.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
Ai fiGLi
è la vita che ve ’nsegna quel che fà
è tutto ’l monno che ve circonda
che ve dice come e dove andà
pè tenesse del mare burrascoso sopra l’onda.
Federico Cardinali
L’
Istituto Tecnico Commerciale e
per Geometri “P. Cuppari” di Jesi,
dopo essere stato oggetto di approfondita verifica ispettiva da parte dell’Ente Certificatore esterno Certiquality di
Milano, ha ottenuto, primo tra gli istituti jesini, la Certificazione di Qualità
UNI EN ISO 9001:08 nella progetta-
zione ed erogazione di servizi
di istruzione secondaria e di
formazione professionale
Questo risultato, conseguito il
30 maggio scorso, rappresenta
il traguardo del percorso iniziato nel 2002 con l’Accreditamento Regionale per la formazione continua, superiore e
obbligo formativo.
La Certificazione del Sistema di Gestione Qualità è stata riconosciuta grazie
alla competenza e tenacia della pProf.
ssa Leda Appolloni supportata dalla
grande professionalità della dott. ssa
Alessia Colasanti, dello studio Qualità
di Jesi. Un particolare ringraziamen-
to va alla Banca Popolare di Ancona,
ente tesoriere dell’istituto che, con lungimirante disponibilità e sempre positiva collaborazione, ha contribuito al
raggiungimento di questo prestigioso
obbiettivo.
L’Istituto ha creduto fortemente in questo percorso che qualifica e valuta l’attività formativa, in un’ottica che vede il
sistema Qualità come reale strumento
di gestione della scuola, con una prospettiva di miglioramento dell’offerta
formativa, degli aspetti amministrativi
e di avvicinamento agli studenti e alle
loro famiglie.
Nella foto da sinistra la prof.ssa
Appolloni e la dott.ssa Colasanti
Dentro ’l core vostro qualcosa c’appartene,
n’è l’affetti, l’ansie, i desideri o le volontà
ma è ’l sangue che ve scorre ’ntì le vene
e col sangue l’insegnamenti pè non dovè ’ffogà.
’N te le scelte de la vita ’ndade spedidi
non pensade a noaltri se semo o no contenti,
fadeve largo realizzando sogni ambidi
senza contà tanto sull’amici, tantomeno sui parenti:
IMPIANTI IDRAULICI
ASSISTENZA TECNICA
MATERIALI PER BAGNI
solo de fori pare che semo in compagnia
ma dentro semo soli pè lottà,
la speranza sia sempre l’ultima a ’ndà via
non perdede mai la fede e la bontà.
La vita pè noaltri passa e avanza
ma l’ombelligo s’ha ancora da staccà:
pè ‘n genitore non c’è mai vacanza
cuscì è la vita ... “che passa e dove andrà ...”
Roberto Dellabella - Moje
TERMOIDRO
di GIANFRANCO MUZI
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Vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Venerdì 26 giugno
ore 21: San Paolo, Veglia di Preghiera per le
Vocazioni nella Settimana Eucaristica.
Sabato 27 giugno
ore 10.30: Parrocchia San Francesco, Celebrazione
di un Matrimonio
ore 18.30: S. Messa e saluto alla Casa Famiglia di
Castelbellino
ore 21: Concerto d’Organo a Montecarotto
Domenica 28 giugno
ore 10.30: S. Pietro Martire, S. Messa e
Amministrazione della Cresima
ore 16.30: Casa di riposo di Jesi, S. Messa e saluto
alle Suore
ore 18.30: Moie, S. Messa e saluto alle Suore
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedi 29 giugno
ore 18.30: Santuario Madonna delle Grazie,
Chiusura dell’anno Paolino
Martedì 30 giugno
ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento.
ore 18.30-22: Seminario, verifica dell’anno
pastorale
Mercoledì 1° luglio
ore 21: Corinaldo, S. Messa alla Casa Natale di
Santa Maria Goretti
Giovedì 2 luglio
ore 21: Commissione per la Pastorale familiare
Venerdì 3 luglio
ore 21: Parrocchia S Massimiliano K. Milizia
dell’Immacolata: S. Messa
Sabato 4 luglio
Pomeriggio: Pellegrinaggio a Val di Castro,
celebrazione in onore di San Romualdo
Domenica 5 luglio
ore 18.30: Moie, S. Messa in occasione della festa
dell’UNITALSI
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
CHIESA dell’ADORAZIONE
luogo di adorazione e di ascolto
Dal lunedì al venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione, in Piazza della Repubblica 2 a Jesi, per le Confessioni e il colloquio spirituale.
Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani.
Tutti i venerdì dalle 19 alle 20 un piccolo gruppo di giovani si riunisce nella Chiesa dell’Adorazione per un’ora
di preghiera davanti alla SS Eucaristia. Sono invitati altri
giovani che cercano un momento di silenzio, di meditazione sulla Parola di Dio e di preghiera di adorazione.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Parola
di Dio
28 giugno 2009
7
28 giugno 2009 - xiii domenica del tempo ordinario - anno b
Fanciulla, io ti dico, alzati!
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5, 21-24.35b-43 )
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò
attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga,
di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata
e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Dalla casa
del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga:
«Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché
a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo
della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato,
disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E
lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della
bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano
della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono
presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a
saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore
COMMENTO
L’assemblea di questa domenica si sente
proclamare, come nella domenica precedente, la volontà potente di Dio, il potere
di Dio. Dio usa il potere sempre e solo per
la vita. “Fanciulla, io ti dico: alzati!” Vengono raccontati due miracoli, uno intrecciato con l’altro. Tutti, come due brani
musicali, sono accompagnati da un motivo di fondo: la fede. Una donna perde
sangue da anni. Tocca la veste di Gesù e
guarisce. Una donna sa che può “inquinare” con la sua malattia chiunque tocca. Per questo non si fa notare. Ma Gesù
pare farci apposta a darle risalto. Lui non
si sente affatto impuro per essere stato
toccato. A Dio interessa il legame di fede,
non le convenzioni degli uomini. “Va la
tua fede ti ha salvato!” Una ragazzina, figlia di uno dei capi della sinagoga, sta
morendo, anzi - vengono a dirgli – ormai
è morta e non c’è più rimedio. Ma Gesù:
“Non temere, solo abbi fede». Fede in che
cosa? Nella potenza di Gesù, che è potenza di vita, capace di raggiungerti là dove
vivi, là dove soffri e muori. La morte poi
dice Gesù, non è l’ultima e definitiva parola per Dio. E’ come il sonno. Poi c’è il
risveglio. Il miracolo più grande è la vita,
è la vittoria sulla morte. C’è una fede in
chi domanda, anche se è una fede piccola. E’ una fede accesa. Allora Gesù entra
con la sua potenza. Non dà spettacolo
né forza il cuore dell’uomo, Gesù. Come
per i legami d’amore. Se c’è apertura, c’è
il miracolo continuo della rigenerazione.
1° luglio: Preziosissimo Sangue di Gesù
Nutrimento spirituale
La tradizione dedica il mese
di Luglio alla contemplazione del Preziosissimo Sangue
di Cristo, mistero insondabile di amore e di misericordia: “Una sola goccia
può salvare tutto il mondo
da ogni colpa” (Inno Adoro
te devote). All’inizio dell’800
un sacerdote romano, Gaspare del Bufalo, si adoperò
per tutta l’Italia a propagare
la “devozione” al Sangue di
Cristo: “È questa una devozione fondamentale che
abbraccia tutte le altre: essa
è la base, il sostegno, l’essenza della pietà cattolica. La
devozione al Preziosissimo
Sangue, ecco l’arma dei nostri tempi!” (San Gaspare del
Bufalo). Dopo di lui, la sua
Congregazione
continuò
ad adoperarsi perché nella
Chiesa ci fosse la riscoperta
del Sangue di Cristo. Caterina da Siena, Maddalena
de Pazzi di Firenze, avevano
già fatto risuonare nei loro
scritti, le lodi al Sangue di
Cristo.
Nel 1849 il Papa Pio IX estese la Festa del Preziosissimo
Sangue a tutta la Chiesa, da
celebrare il 1° luglio. Pao-
lo VI abbinò questa festa a
quella del Corpus Domini.
In questo mese siamo invitati anche noi ad attingere
al Sangue di Cristo il nutrimento spirituale per vivere
una forte e viva fede eucaristica: il mistero del Corpo
dato e del Sangue versato
per la salvezza del mondo;
per vivere una vita cristiana autentica, sostenuta dal
perdono dei peccati, dalla
riconciliazione con il nostro
prossimo, dalla carità verso
gli altri.
Giordano Maria Mascioni
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
[email protected]
www.vocedellavallesina.it
c/c postale 13334602
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143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale •
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Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
di don Mariano Piccotti
[email protected]
Se non c’è disponibilità, Dio non mostra
i muscoli. Non gli interessa vincere, gli
interessa l’incontro. Quanti ne abbiamo
persi di miracoli, solo perché teniamo le
imposte chiuse e il sole non può entrare
! La nostra cecità, la nostra incapacità a
leggere i segni, impedisce di godere dei
tanti doni. L’uomo è diventato adulto e si
è emancipato, ma ha perso la gioia di tanti doni che gli arrivano. Sarà forse perché
va cercando la potenza là dove c’è forza
che schiaccia e non invece là dove c’è il
filo d’erba che cresce? Non sa apprezzare
la testardaggine di una donna che invoca,
e la richiesta di una padre per la vita di
sua figlia.
Brillare veramente...
Signore, facci ricordare
che il Tuo primo miracolo,
alle nozze di Cana,
lo facesti per aiutare
alcuni uomini a fare festa.
Facci ricordare
che chi ama gli uomini,
ama anche la loro gioia,
perché senza gioia
non si può vivere...
Fammi comprendere,
Signore,
che il Paradiso è nascosto
dentro di noi.
Ecco, ora è qui,
nascosto dentro di me.
Se voglio, domani stesso,
comincerà a brillare
veramente
per me e durerà tutta la vita.
Fedor Michajlovic Dostoevskij
Jesi, il 29 giugno al Santuario delle Grazie
Anno paolino
Con la solennità degli apostoli Pietro e Paolo, il prossimo 29 giugno, si conclude l’anno paolino in memoria
del bi millenario della nascita dell’apostolo delle genti. Il
nostro Vescovo, mons. Gerardo Rocconi, nel Santuario
delle Grazie, presiede per l’occasione una solenne concelebrazione, nella quale è possibile accogliere anche il
dono dell’indulgenza plenaria. Occorre però rilevare che
la celebrazione avrà luogo alle ore 18,30 (anziché alle 17,
come si annunciava nel manifesto). Siamo tutti invitati a
una attiva e generosa partecipazione di ringraziamento
al Signore per il fuoco che ha acceso nei nostri cuori a
contatto con la straordinaria avventura umana cristiana
e apostolica di Paolo. L’auspicio è che noi tutti, discepoli
del Signore, possiamo percorrere, pur nelle nostre piccole realtà, la strada indicata per una trasparente testimonianza di vita e per un ardente annuncio del Vangelo a
questo nostro mondo riarso di quell’acqua viva che sgorga dalle sorgenti del Salvatore.
Si chiude l’anno paolino, ma non la nostra familiarità e
frequentazione della sublime cattedra di perenne e luminoso insegnamento. Che l’apostolo Paolo interceda per
noi, per la Chiesa e per la tribolata famiglia umana.
Emilio Capogrossi
8
28 giugno 2009
Vita Ecclesiale
In ricordo di Roberto Landi
La giustizia dei volti…
C
iao Remo!... Ciao!... Lo tanto deve essere integrata,
incontro spesso, quasi anzi, valorizzata, facendola
tutte le mattine: è davanti al compartecipe alla vita della
computer intento a scrivere comunità. La “normalità”
articoli. Il mio dialogo con serve solo a certificare l’uolui inizia e finisce con quel mo che ha capacità di orga“ciao”! Mi domando però nizzare, di progettare, di non
ogni volta perché non riu- essere di peso alla società. La
sciamo ad andare oltre quel carità che noi predichiamo
saluto. Può essere quella di- se non è fonte di giustizia
versità che c’è tra di noi ad verso quei fratelli che subiinfluenzare il nostro modo di scono esclusioni derivate da
rapportarsi? Ma la diversità diversi fattori, non è nient’alnon è tra persone con uguale tro che un elemosinare un
possibilità di relazionare, ma “diritto” dovuto. La mediciè tra chi ha questa facoltà e na alleata alla “normalità”,
chi ha delle difficoltà. I miei nel momento che certifica
occhi vedono la sua “diver- la “cronicità” del disagio, risità” come un impedimento, schia di escludere dalla vita
forse perché pretendo di ave- di relazione. La medicina
re bisogno di un altro simile a è per la logica di curare più
me. “L’altro veramente altro di integrare, quando non c’è
ci “altera” ci “scompone” ci nessuna cura rispetto ad una
“obbliga” ad entrare in con- asocialità derivata dal distintatto con il nostro “io”, con guere chi è normale e chi
il nostro “niente”, le nostre non lo è. E’ in ansia perché
“paure” e la nostra “povertà”. ha paura della strada, non ci
Eppure il dialogo è possibile! vuole andare da solo. La diLui capisce che tra me e lui la stanza nel sentire, fa che in
comunicabilità avviene so- una stazione della metropolilamente se io scendo ad un tana di Napoli, i passanti non
piano che la rende possibile. si sono accorti e sono passati
Ma la prima cosa che devo “oltre” di fronte ad un uomo
sconfiggere è considerarlo che stava morendo colpiti
un “diverso”. La seconda è dai proiettili di una pistola
quella di trattarlo come uno sparati da un malvivente deldi noi che ha maggiormente la camorra, non hanno neanbisogno di attenzione, ma è che ascoltato le suppliche di
anche fonte di ricchezze che soccorso della moglie. Anche
ai nostri occhi sono nascoste a Jesi sono stati inquisiti dei
perché guardiamo la “diver- giovani della cosiddetta “Jesi
sità” che oscura l’altro. Ma che si diverte” che una sera
perché diverso? Non è una hanno inseguito un giovane
categoria che ci siamo strut- di Pianello Vallesina in difturati, per meglio dividere, ficoltà fin davanti all’uscio di
separare, e ghettizzare come casa dove c’era un padre ammale per difenderci da esso? malato che in ansia aspettava
Allora ecco i luoghi, gli isti- il ritorno del figlio. Non contuti… le case di accoglienza, tenti hanno assalito l’anziano
che anche se aiutano e sepa- genitore, facendolo ricoverarano. I cosiddetti “normali” re in rianimazione. Eppure
non hanno tempo per l’altro questa “normalità” tende a
in difficoltà e per questo, pur giustificarli domandandosi
specializzandosi, nell’acco- che cosa hanno fatto di male,
gliere si trovano in difficoltà che era solo uno scherzo. Per
verso una integrazione so- questo la “normalità” ha pociale, perché la società è per tere di nascondere, di sottoi normali, i produttivi, gli valutare, di scusare. Riflettiaautonomi, coloro che non mo! L’imbarbarimento della
creano problemi. Ma l’altro società è sempre avvenuto
vive, pensa, osserva, riflette, dove il forte soccombe il devede! Dentro di noi dobbia- bole, dando per scontato che
mo combattere la separa- la forza e la prepotenza può
zione che facciamo tra chi sostituire la ragione. Vorrei
può e chi non può, con il che andasse da solo a prenrischio di emarginare coloro dere l’autobus che lo porta
che per ragioni diverse “non a casa. Magari da lontano lo
possono”. La paura che ci seguo dopo che è arrivato,
portiamo addosso ci porta lo abbraccio e gli dico che
ad evitare il confronto con il anche per te ogni tappa deldisagio perché mette in di- la vita è raggiungibile. Non
scussione le certezze, quelle aver paura, fidati! C’è sempre
soprattutto che ci vedono qualcuno che sostiene e che
anche noi esposti alla diver- non domanda, accoglie, per
sità. Non c’è nessun impe- lasciarti proseguire da solo a
dimento nell’accompagnare goderti la vita.
una “diversità” che solRemo Uncini
La cittadina di Moie si è
svegliata, domenica mattina, con la notizia di una
tragedia: Roberto Landi ha
improvvisamente concluso
la sua giovane vita a causa di
un incidente stradale.
Landi lascia la moglie, Stefania Bricuccoli, originaria
di Montecarotto, e il figlio,
Edoardo, di 13 anni. 43 anni,
era ispettore di polizia a
Roma e suonava il trombone nella banda nazionale del
Corpo. A Moie, dove abitava
con la famiglia, era invece
presidente e maestro della
banda musicale l’Esina, amatissimo dai suoi allievi. “Roberto era l’anima della banda
- spiega commosso il sindaco
Giancarlo Carbini - in nome
della musica abbiamo condiviso tante bellissime esperienze in giro per l’Italia. Mi
è sempre piaciuto definirlo
un “portatore sano di allegria”: era un ragazzo pieno
di entusiasmo”. Entusiasmo
che l’aveva portato a coin-
volgere tutta la sua famiglia,
compreso il padre Aduse,
custode dei locali della scuola musicale e organizzatore
della banda.
Roberto era anche stato tra i
collaboratori principali della “Spontini wind orchestra”,
nata per celebrare il secondo
centenario della rappresentazione de “La Vestale” e
aveva promosso la Primavera Spontiniana nel 2001. Presto avrebbe dovuto tenere
un concerto di beneficenza
a L’Aquila per la popolazione
colpita dal sisma.
Roberto è morto carboniz-
In ricordo
zato mentre, a bordo della
sua auto, stava guidando
verso Roma. Erano da poco
passate le 5.20 quando una
Golf con cinque ragazzi di
età compresa fra i 17 e i 23
anni che viaggiava in direzione Ancona sulla SS 76, circa
300 metri prima dell’uscita
per Genga in una semicurva
ha invaso, forse per l’asfalto
viscido a causa della pioggia,
la corsia opposta centrando
in pieno la Renault Megane
di Roberto Landi, 43 anni.
Le Megane è stata sbalzata
contro il guardrail incendiandosi e imprigionando
Landi.
Martedì i suoi colleghi della
Banda della Polizia e i suoi
ragazzi della banda di Moie
lo hanno accompagnato,
all’incontro con il Padre, con
il suono dei loro strumenti,
come su un soffice cuscino musicale per rendergli
il viaggio pieno di note a lui
conosciute perché suonate
da amici amati.
21.9.1930 30.6.2008
Mario Bocchini
Il tuo ricordo
vivrà per sempre
nel cuore di quanti
ti vollero bene.
I familiari lo ricordano con
una messa di suffragio il
giorno 30 giugno alle ore
18.30 nella chiesa di S. Massimiliano Kolbe.
ENRICO MEDI. Un cristiano sulle strade della politica, della scienza e della cultura
Un testimone nella Chiesa e nel mondo
A
bbiamo avuto tra le mani
il supplemento del mese
di marzo a “La Voce misena”,
settimanale della diocesi di
Senigallia, dedicato all’impegno civile. L’opuscolo si concentra principalmente sulla
figura di Enrico Medi (19111974), nostro conterraneo,
famoso scienziato e deputato per parecchi anni della
Democrazia cristiana. Tutti
ricordano il suo commento
allo sbarco dell’uomo sulla luna, ma forse non molti
sanno che per questa grande
figura di laico impegnato è
iniziata la causa di beatificazione. Enrico Medi, dotato
di profonda spiritualità, sosteneva che la politica per
un cristiano “è un servizio
reso agli altri, dimenticando
se stesso: è una rinunzia ai
propri interessi e alla propria
vanità”. In questo, il grande
scienziato, massimo esempio
di onestà e rigore morale, era
in piena sintonia con quanto ebbe ad affermare Paolo
VI riguardo l’attività politica,
che è “la forma più elevata
dell’esercizio della carità”,
come fa notare nel testo Mario Vichi, responsabile della
pastorale sociale della diocesi di Senigallia.
Nel supplemento di cui parliamo, dopo aver fatto soffermare l’attenzione del lettore
sui momenti più significativi
della vita politica di Enrico
Medi, un cattolico rispettato
anche dagli avversari, sempre pronto a battersi per il
bene comune e che riusciva
ad affascinare coloro che lo
ascoltavano ai comizi o alle
conferenze, vi è una serie di
interventi dedicati al tema
dell’impegno civile tenuti da
varie personalità. Il filosofo
Roberto Mancini affronta
il tema della non violenza
come forma di azione politica, rifacendosi in particolare all’insegnamento di
Aldo Capitini. Antonio Maria Baggio, docente di etica
politica, si occupa invece
dell’importanza dell’impegno dei cattolici nella vita
politica, un impegno che
richiede l’assunzione di responsabilità e che comporta
la testimonianza pubblica
della propria fede, secondo
gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa
che, dopo la caduta delle
ideologie e, soprattutto in
questo momento di crisi di
Jesi,15 giugno: Aimc, Meic, C. Ferrini insieme
Per una testimonianza autentica
L’
Aimc (Associazione Italiana
Maestri Cattolici), il Meic
(Movimento Ecclesiale di
Impegno Culturale) e il Circolo
Cattolico Contardo Ferrini, di
Jesi, a conclusione di un anno
d’intenso lavoro, in cui sono state
realizzate molteplici iniziative
di cultura e spiritualità, hanno
voluto ringraziare il Signore con
una liturgia eucaristica, che è
stata celebrata dal vescovo, mons.
Gerardo Rocconi, il 15 giugno
nella chiesa dell’Adorazione.
Nell’omelia, commentando
il “Discorso della montagna”,
il Vescovo si è soffermato
sulla “legge dell’amore” quale
fondamento di autentica vita
cristiana.
La consapevolezza di essere
figli di Dio e fratelli in Cristo
dev’essere per tutti fonte di
gioia e di speranza. Dio è carità:
l’amore gratuito, disinteressato,
nel servire il prossimo, ha la
sua radice in Dio che ha tanto
amato gli uomini da donare il
Figlio per la salvezza del mondo.
Come crescere nella fede e
nell’amore? Con la frequenza
ai sacramenti, l’ascolto umile
e attento della Parola, con
l’adorazione eucaristica e la
contemplazione, facendo sì
che la Liturgia animi la vita
di ogni giorno. Il Vescovo ha
esortato i tre Gruppi ad offrire
un’autentica testimonianza
cristiana nel mondo della
cultura e dell’educazione
e, introducendo la Preghiera
dei fedeli, ha ricordato la
Direttrice didattica Maria
Tonini Radiciotti, che per molti
anni Presidente dell’Aimc, ha
saputo dare all’associazione
un forte e intelligente
impulso, e con la sua opera e
la testimonianza cristiana ha
educato generazioni di giovani
docenti, promovendone sia la
formazione professionale sia la
crescita culturale e spirituale.
Durante la Comunione il
popolo di Dio ha cantato con
fede “Resta con noi, Signore, la
sera…”manifestando così che il
Risorto é “la Speranza che non
delude”. Con un canto in onore
della Vergine Maria, immagine
della Chiesa in cammino
nella storia, si è conclusa
la celebrazione eucaristica.
Infine l’agape fraterna, cui ha
partecipato anche il Vescovo, ha
offerto la felice opportunità di
uno scambio di idee fra amici, in
un clima di serena letizia.
Giuseppina Radiciotti
un certo modo di intendere
il capitalismo, è l’unica dottrina ad essere più che mai
valida. Il libretto, poi, accoglie un contributo del gruppo
“Noncapiscolapolitica”,
che sottolinea l’importanza
della formazione civica e
politica, affinché i cristiani
possano essere sale della terra e luce del mondo, sempre
sull’esempio di Enrico Medi.
In conclusione, infine, vi è il
testo della relazione tenuta lo
scorso anno a Senigallia agli
amministratori e ai politici
da padre Alessandro Barban,
priore del monastero di Fonte Avellana, il quale afferma
che l’uomo si realizza nell’alterità e viene deturpato, nella
sua bellezza, dalla violenza
e dal razzismo. Il monaco,
inoltre, affrontando il tema
della bellezza nelle nostre
città, invoca il bisogno di un
ritorno alla politica ideativa:
solo così potremo vivere nella bellezza.
Federico Catani
Moie, Unitalsi in piazza
L’Unitalsi Gruppo di Moie in collaborazione con Sottosezione Unitalsi
di Jesi con il sostegno di Sogenus spa
e comune di Maiolati Spontini, propone, dal 3 al 5 luglio: Unitalsi in
piazza a Moie.
Venerdì 3 luglio: ore 19 apertura
stand gastronomici e ore 21 Serata sui
pattini con l’associazione Acli Pattinaggio Jesi
sabato 4 luglio: ore 17,30: incontro
– testimonianza con Rita Coruzzi al
cinema Nuovo Ariston.
Rita è una giovane di 22 anni, di Reggio Emilia, laureata in lettere e filosofia, che, dall’età di 10 anni è sulla
sedia a rotelle. Partecipa a tanti incontri dove porta la sua grande testimonianza di amore per la vita e di
accettazione della sua condizione. Ha
scritto diversi libri tra cui “Il miracolo quotidiano. Lourdes vista dai
malati”. L’incontro sarà trasmesso
in diretta su Radio Duomo Senigallia
in Blu (106,7 o 95,2 Mhz). Alle ore
21.15: serata di animazione e ballo con
Laura e Ivano
domenica 5 luglio: ore 18,30: S.
Messa in piazza presieduta dal Vescovo mons. Gerardo Rocconi; ore 19,30:
apertura stand gastronomici; ore 21:
ballo in piazza con Massimo e Patrizia
Nel corso della festa sarà possibile ricevere informazioni sui pellegrinaggi
e iscriversi
In diocesi
28 giugno 2009
9
Bene il 31° pellegrinaggio Jesi-Loreto
Avulss di Jesi: “Fragilità e salute: orizzonti di speranza”
I
P
Manifestazione di fede e di sacrificio
l vescovo don Gerardo, arrivato
un minuto dopo dei pellegrini, si accosta alla scalinata prospiciente la facciata della Santa
Casa – accogliente poltrona per
gli stanchi viandanti – e si complimenta con tutti e di tutti desidera sapere come sono andate le
cose durante le dieci ore trascorse
lungo la strada Jesi-Loreto. Poi la
Santa Messa sotto il loggiato della
piazza per evitare il rischio di un
acquazzone.
Così si è conclusa la 31° edizione di
un pellegrinaggio che non intende
essere archiviato anche se l’animatore di sempre, don Bruno Gaglirdini, ideatore della pia pratica, non
ha potuto esser presente perché
malato. I cento partecipanti – di
tutte le età e provenienti da Jesi e
Vallesina – si erano raccolti, prima della partenza, presso la chiesa
parrocchiale di Sant’Antonio Abate per una breve preghiera presieduta da don Gerardo. Poi il lento
impegnativo cammino in omaggio
alla Madonna Nera. Un servizio di
assistenza veramente eccezionale
ha accompagnato il corteo per tutti i 40 km. Si sono distinti i volon-
tari della Croce Rossa, i generosissimi della protezione civile di Jesi,
la polizia e le guardie municipali.
Hanno realizzato un servizio ben
coordinato e tale da scongiurare
ogni possibile incidente, nonostante l’intenso traffico delle prime
ore, quello, in particolare, da Jesi a
Santa Maria Nova con la sua salita
e le sue curve.
La tradizionale tappa a Case Nuove è stata appena disturbata dalla
inaspettata chiusura del bar delle Acli; Giovannino ha rimediato
con tanto di bevande e di biscotti in super-abbondanza per tutti.
E di acqua tutti ne hanno avuta
quanta desiderata dalla generosa
fontanella pubblica. Canti e preghiere, intercalati da brevi pause,
hanno riecheggiato per tutta la
notte sotto un cielo ricco di stelle; e un vento tiepido e generoso li
spargeva per le contrade e le ampie campagne dalle mille luminarie. Non si può, certo, negare che
alla fine della lunga camminata
anche nei più giovani e quotati si
facesse sentire una certa legnosità
delle gambe, un brontolio insopportabile dei piedi e una spossa-
tezza generale. Ma è anche vero
che la testimonianza di fede ha
portato tutto il gruppo ad essere
vivacemente compatto e a pregare
perfino lungo la salita che precede
la conquista della Basilica.
Un pullman e tante auto private
hanno riportato ciascuno all’anelata residenza per un dolce riposo.
Rosora: la Parrocchia San Michele Arcangelo e i bambini
Una prima Comunione,
una grande esperienza
Sono più di 30 anni che nella parrocchia di San Michele Arcangelo
di Rosora il parroco don Giuliano
Gigli fa vivere a bambini, famiglie,
catechisti e comunità intera, la
Prima Comunione in una forma
del tutto particolare, unica e travolgente. Capita spesso di trovarsi davanti, in simili circostanze,
tantissimi bambini ben schierati,
quasi sempre zitti, fermi e ingessati, che “assistono” al loro incontro con Gesù.
Nella Prima Comunione che avviene in
questa chiesa l’incontro, difficile da descrivere con le parole, è
invece tutto vissuto
dai protagonisti, i
bambini e da chi ha la
fortuna di capitarvi.
Due ore ricche, emozionanti, un’esperienza unica e viva, che i
ragazzi non potranno
più dimenticare, in
quanto Gesù diventa
“presenza” con le parole, i dialoghi, i movimenti, le danze, i suoni, i gesti, i
segni…e dove è praticamente impossibile annoiarsi. Una catechesi
animata e in continua relazione
tra parroco e ciascun bambino,
bambino che ritrova in questa dimensione corporeo-spirituale anche i propri personali doni.
Certo, la formula può risultare
scomoda a chi è frettoloso, a chi
preferisce una liturgia breve, più
lineare e statica, ma sta di fatto
che per i bambini è veramente un
evento formativo. E poi il tema;
ogni anno tutto ruota attorno ad
un’idea forte, determinante, come
quella di questa Prima Comunione, scaturita dalla Moltiplicazione
dei pani e dei pesci per cui “se si
divide basta per tutti e… forse
avanza!”. Il Gruppo Detego, che
da anni cura l’animazione liturgi-
ca, con tuniche rosse (in quanto
va curato anche l’aspetto estetico,
nelle vesti dei cantori/musicisti) in
bel contrasto con le tuniche bianche tutte uguali dei bambini, ha
sottolineato con raffinati arpeggi e
particolari sonorità, ogni momento in cui il canto può diventare
lode, anche attraverso un reper-
Due incontri
torio musicale affine alla tematica
e dove i bambini sono intervenuti
a volte con battiti di mano. E poi
le danze attorno all’altare, perché
ogni bambino possa vivere, anche
attraverso la corporeità, la gioia
dell’incontro. Alcuni momenti
vengono sottolineati dalle parole
di don Giuliano e dalle spontanee
risposte dei comunicandi, anche
per una migliore comprensione
dei vari momenti da parte dell’intera assemblea. E l’omelia… bellissima! Una vera catechesi
(così come è solito fare don
Giuliano durante l’anno, nella preparazione dei piccoli)
che porta via via i bambini ad
alzarsi in piedi e spontaneamente raccogliersi attorno
al Parroco (una sorta di filo/
telefono tra loro e Dio), in un
abbraccio caloroso di parole,
in una vivace interazione, in
un dialogo costruttivo, sintesi di tutto il percorso vissuto
con il parroco e i catechisti.
I bambini ne escono felici, affatto stanchi, pieni di voglia
di continuare ancora.
Auguri ragazzi perché possiate
continuare a vivere l’incontro con
Gesù e ad appassionarvi a Lui,
come oggi.
Grazie Don Giuliano per far scoprire anche a noi la Verità che
rende liberi.
Anna Rita Giampaoletti
Foto Maurizi
Lunedì 29 giugno ore 18,30 al centro di Spiritualità di Castelplanio: incontro della
commissione catechistica diocesana e degli altri catechisti che vorranno partecipare per
confrontarsi sul cammino Emmaus e programmare le prossime iniziative.
Martedì 30 giugno ore 18,30 in Seminario:
incontro di verifica con i responsabili degli uffici diocesani
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(106,7 o 95,2 Mhz)
La gioia di seguire Dio
omeriggio del 16 giugno: la
piazza assolata davanti all’abbazia di sant’Apollinare, a Pianello
Vallesina, accoglie una folla variopinta, vivace, entusiasta… Sono i
volontari Avulss dell’Unità sociosanitaria locale di Jesi, un’associazione laica, non - confessionale,
ma di ispirazione cristiana: 150
persone che svolgono servizio
nei diversi settori (Ospedale, Casa
di riposo, Casa Famiglia, Centro
”Divertirsi insieme”, assistenza domiciliare, aiuto scolastico a bambini in situazioni di disagio). Quel
giorno si sono dati appuntamento
per un incontro fraterno di cultura e spiritualità prima della pausa
estiva, in cui è garantito solo il servizio di emergenza. Nell’ abbazia
il vescovo di Jesi, Gerardo Rocconi, ha presieduto la celebrazione
della Messa, vissuta intensamente
dall’assemblea con canti di lode e
di ringraziamento e con preghiere
per la Chiesa, le famiglie, gli ammalati, i terremotati d’Abruzzo.
Dopo la Liturgia, in una sala dell’
hotel “Ponte Magno”, un pubblico
numeroso di volontari, parenti e
amici, ha seguito con interesse la
conferenza del Vescovo sul tema
“Fragilità e salute: orizzonti di speranza” (“salute” da intendere nel
senso di “salvezza” dell’uomo integrale, ndr.).
Un percorso biblico-teologico
nella prospettiva luminosa del
“volto” di Dio, indirizzato proprio
ai volontari, “perché – afferma il
vescovo Gerardo - il dono più bello che possiamo fare alle persone
che assistiamo é la testimonianza
della nostra vita”.
Bestemmia… o supplica?
Leit-motiv della meditazione é “il
grido dell’uomo della Bibbia che
è anche il nostro grido”. David, ricercato da Saul, soffre vagando
fuggiasco nel deserto e prega “O
Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti
cerco, di te ha sete l’anima mia, a
te anela la mia carne, come terra
deserta, arida, senz’acqua” (Salmo
62). In David, come nel malato
che, sentendosi fragile e solo, grida al Signore “Il tuo volto, Signore,
io cerco, non nascondermi il tuo
volto” (Sl 43, 142), c’é ogni uomo
che cerca la salvezza.
Come vivere la speranza in una
situazione di sofferenza? Si può
reagire con la bestemmia (questo
dio dov’é?…) o con la supplica del
povero che vive la precarietà.
Nell’avventura umana sulla terra
alla ricerca del “volto” di Dio, il
Vescovo ha individuato, con realismo e intuito psicologico/spirituale, due caratteristiche dell’uomo: la
creaturalità e la fragilità: “Limitato
per natura, l’uomo non ha consistenza in se stesso, non si è fatto da
solo, dipende da Qualcun altro…..
La fragilità talvolta si manifesta
non solo come sofferenza fisica,
ma anche psichica e deriva dal limite. La forma
peggiore è il peccato,
condizione di partenza della specie umana,
quando l’uomo, creato
libero, scelse di fare a
meno di Dio distruggendo così il progetto
meraviglioso di una vita
di comunione”.
L’uomo può commettere
il peccato assecondando
l’inclinazione al male e scegliendo
il male. Chi rifiuta l’Amore di Dio,
vive nelle tenebre dell’odio, della
violenza, dell’ingiustizia, del vizio...
“E’ necessario - esorta il Pastorechiedere perdòno e invocare Dio
perché manifesti il suo volto misericordioso”.
“Togliti i sandali!”
Dio, come risponde al “grido”…?
“Il Signore si manifesta e ci salva
fin da oggi”, assicura il Vescovo
presentando tre suggestive icone
bibliche che indicano gli atteggiamenti necessari “perché la luce mi
illumini ed io possa illuminare le
persone che incontro…”.
- “Tògliti i sandali perché questa è
terra santa!” dice Dio a Mosé dal
roveto ardente (Es 3,1-5): o uomo,
diventa umile, povero, getta via
tutte le sicurezze umane, se vuoi
vedere il mio Volto.
- Il profeta Elia passa la notte in
una caverna…e a lui Dio si rivela:
non nel “vento impetuoso”, non
nel “terremoto” né nel “fuoco”, ma
“nel mormorio di un vento leggero”.
(1 Re 19,9-14). “Dio è sorprendente - spiega il Vescovo - è sempre
un po’ più in là…Passa quando
e come vuole, senza frastuono…
Possiamo soltanto abbandonarci a
Lui nell’amore”.
- Presso le Querce di Mamre Abramo accoglie tre viandanti, offre
loro del pane e li fa rifocillare
all’ombra di un albero. Prima di
riprendere il cammino, i tre “messaggeri” annunciano: Sara, tua
moglie, fra un anno avrà un figlio!
(Gen 18, 1 ss). Una promessa inverosimile, assurda, che provoca
il riso di Sara, ormai vecchia e sterile. “Saltano i criteri umani, Dio é
imprevedibile e ciò lo si comprende nell’umiltà, nel silenzio e nella
contemplazione. Ho incontrato
tante persone che, pur nella durezza della vita, sono arrivate a vivere
la speranza!”.
“E il Verbo si fece carne ” (Gv 1, 14):
è la risposta che Dio dà a tutti ma
che deve essere accolta personalmente. Nel volto di Gesù possiamo “vedere” il volto di Dio vivendo la fede come esperienza di un
incontro: Gesù si rivela a chi lo
cerca con amore.
Quale lo stile di vita del cristiano?
Il vescovo Gerardo esorta a “vivere contro-corrente seguendo lo
Spirito di Dio e non lo spirito del
mondo. Chi vive così sperimenta
la gioia del cuore”.
Infine la presidente Maria Cristina
Paris, ringraziando il Vescovo e i
volontari, ha reso noto, come testimonianza, il gesto di solidarietà
dell’Avulss a favore della popolazione abruzzese alla quale sono
stati inviati generi di prima necessità e presto sarà spedito il denaro
raccolto.
Maria Crisafulli
Foto Orietta Moretti
Tutte le mattine alle ore 7,20
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
10
Cultura e società
28 giugno 2009
Sulle orme di San Romualdo (VI)
San Romualdo: “Vita morte e miracoli”
N
ei precedenti articoletti
su S. Romualdo c’è
occorso di riferire di
sfuggita alcuni episodi della
sua esistenza. A questo
punto può risultare utile
una pur sintetica cronologia
della sua vita. Come ha
fatto in 73 capitoletti (ma
è un caso che sia lo stesso
numero in cui è ripartita
la Regola benedettina?
Quasi a dire: Romualdo è
la Regola vivente!) il suo
più famoso discepolo, San
Pier Damiano (1007-1072).
Il quale l’ha redatta parttime fra il monastero di S.
Vincenzo al Furlo e quello
di Fonte Avellana attorno
al 1043. Da tenere presente
che suo scopo dichiarato
non era quello di scrivere
una asettica biografia da
consegnare agli archivi,
bensì quello di mettersi “a
servizio della edificazione”
dei monaci. Con questa
avvertenza: anche se gli
risulta che Romualdo abbia
compiuto vari miracoli e
sia stato al centro di eventi
straordinari, (però che
cercava accuratamente
di nascondere) non sono
quelli che lo propongono
all’imitazione. Damiano
così polemizza con quegli
agiografi che per il esaltare
il loro eroe ne moltiplicano
falsamente i prodigi!
Facciamo dunque uno
“schemino” della “Vita” del
Nostro.
953: nasce dalla famiglia
ducale Degli Onesti a
Ravenna, dove entra nel
monastero benedettino
di S. Apollinare in Classe.
Dopo tre anni ne esce
insoddisfatto, anche perchè
coinvolto nelle lotte fra
nobili.
975: segue nella laguna
veneta l’eremita Marino, un
sant’uomo, ma poco dotato
di equilibrio. Attorno ai due
tuttavia si forma un gruppo
di discepoli, anche da nobili
veneziani, fra cui il doge
Pietro Orseolo I, che lascia
la carica per farsi monaco.
980: giunge a Venezia
l’abate Guarino, del famoso
monastero di Cuixà nei
Pirenei. Romualdo con
alcuni discepoli lo segue, e là
vive accanto a quell’abbazia
in un eremo, leggendo le
Vite dei padri del deserto.
Diviene così un riconosciuto
maestro di monaci, senza le
esagerazioni di Marino.
990: torna in Italia alla
notizia che il padre, che s’era
fatto monaco sull’esempio
del figlio, voleva
abbandonare questa vita. Lo
convince così a rientrare,
mentre i suoi compagni
vanno a Montecassino. Da
allora trascorre la vita da
eremita in varie località,
fondando o riformando
varie comunità nella palude
veneta e nell’Appennino
umbro-marchigiano.
995: a Ravenna l’imperatore
Ottone III lo vuole
collaboratore nella riforma
della Chiesa e lo “costringe”
a diventare sacerdote e
abbate di S.Apollinare in
Classe.
999: vedendo che non
riusciva a riformare quel
monastero, rinuncia alla
carica e riprende le sue
peregrinazioni. A Roma
incontra Bruno, cappellano
dell’imperatore, che lo
segue con altri discepoli in
un’isola al largo di Ravenna.
Qui Ottone III gli chiede
di inviare dei monaci
missionari in Polonia.
1003-09: venti di questi
sono martirizzati. Romualdo
progetta di andare anche
lui missionario in Ungheria.
Però capisce che la sua
strada è quella di fondare e
rinnovare i monasteri.
1005- 1009: fonda in
questi anni tre monasteri
a noi vicini: quello di Val
di Castro; quello “vicino
al fiume Esino” (=poi
chiamato S.Elena); un terzo
a S.Ginesio.
1010: per due volte va
in Istria, dove ha forti
esperienze spirituali:
lacrime, comprensione della
Scrittura, unione mistica
(ripete spesso Caro Gesù,
caro, dolce come il miele”).
1012: nella foresta di
Camaldoli (Arezzo)
costruisce in alto delle celle
per gli eremiti, mentre in
basso un ospizio e cenobio.
1014: vive per 7 anni recluso
(e osteggiato!) nella abbazia
di Sitria (a 7 km da Fonte
Avellana) 1027, 19 giugno:
muore nella prediletta Val di
Castro.
Permettete a questo punto
tre pennellate finali. Prima:
tutto questo vagabondareannota il Damiano stesso
- può dare l’impressione di
un uomo stravagante: invece
dopo aver fondato una
comunità (che non doveva
essere troppo numerosa),
cercava altrove di fondarne
delle altre. Secondo: nella
sua riforma monastica,
incontrò grossi ostacoli
(anche con pericolo di vita!)
dai suoi stessi discepoli.
Terzo: che analoghe
resistenze incontrò nella
riforma della chiesa, specie
dal clero simoniaco, che
riteneva normale “comprare”
le cariche ecclesiastiche.
Poi i romantici ci parlano
della “pace dei chiostri”!
Don Vittorio Magnanelli
Nell’immagine: Domenico
Ghirlandaio, Pinacoteca
di Volterra, 1492: Cristo in
gloria fra S. Pier Damiano ( a
sinistra) e S.Romualdo ( a destra).
Sotto due sante e in basso il
monaco committente.
Sabato 4 luglio 2009
PELLEGRINAGGIO A
FABRIANO-VAL DI CASTRO
ore 8: Partenza da Jesi
ore 10,30: monastero SS.Biagio
e Romualdo: concelebrazione
con i vescovi di Fabriano e Jesi
Ore 11,30: scoprimento della
lapide
ore 12,30: trasferimento a Val
di Castro: pranzo – visita all’Abbazia e a S.Biagiolo – Vespri
Iscrizioni entro il 30 giugno
presso: rag. Giorgio Trillini
0731 204671 e dott. Luigi Bini
0731 209146
NB: in omaggio ai presenti
i tre volumi su S. Romualdo,
fra cui la “Vita” scritta
da S. Pier Damiano.
Apicoltura: una decisione del ministero delle Politiche agricole
Ecco cosa stermina le api
A cura di Paola Cocola
L’
apicoltura risulta un’attività abbastanza diffusa nelle Marche
con una produzione di miele che si
aggira sui 10 mila quintali circa con
1500 apicoltori per complessivi 40
mila alveari. Nel 2008, gli allevatori
hanno dovuto fare i conti con una
forte moria del 30-40% di alveari. Quest’anno il fenomeno sembra
essere diminuito grazie alla sospensione - prevista dal ministero delle
Politiche agricole fino a settembre
2009 - dell’uso dei neonicotinoidi,
agrofarmaci usati per la concia del
mais. È di questi giorni la proposta, formulata da diverse regioni, di
prorogare il “divieto di impiego, per
la concia di sementi, dei prodotti
fitosanitari contenenti le sostanze
attive clothiadinin, thiamethoxan,
imidacloprid e fipronil, da sole o in
miscela con altre
sostanze attive”.
La sospensione
dovrà proseguire,
secondo la proposizione della
risoluzione
approvata, “almeno
sino a quando
non sarà dimostrata l’estraneità
di tali sostanze al fenomeno di moria delle api e di spopolamento degli alveari”. L’iniziativa “è motivata
dalle indicazioni che giungono dagli
operatori del settore, secondo cui
in questo anno di stop, il fenomeno
della moria delle api ha registrato
una riduzione”. Il fenomeno risale al
2007, quando morie massicce sono
state registrate in tutto il mondo. La
punta massima è stata raggiunta in
alcune aree degli Stati Uniti, dove è
scomparso il 90% delle api. Anche
nel nostro settentrione si sono svuotati la metà degli alveari.
Ne parliamo con Marco Montanari, esperto in campo tecnologico,
scientifico e artistico.
“Per individuare le cause che generano pericolose morie di api è necessario analizzare due tipi di ricerche.
La prima, condotta da tedeschi e
americani, riguarda l’ipotesi del
danno causato dalle onde elettromagnetiche ad alta frequenza, per
intenderci quelle che mettono in
comunicazione i cellulari e i computers dotati di wireless.
La seconda, condotta in alcuni pesi
europei già da anni, prende in considerazione alcuni tipi di pesticidi
detti neonicotinoidi, studiati negli
anni ottanta e subito valutati dalle
industrie farmaceutiche per il ritorno economico che tali veleni possono garantire.
Analizziamo in breve queste due
ricerche per capire cosa avviene,
nel primo caso sappiamo che le
api come altri insetti ed animali si
orientano con il sistema magnetico terrestre e quindi non è difficile
immaginare come una potente sorgente di microonde possa generare
nell’insetto la totale perdita d’orientamento al punto di non trovare più
la strada di casa, questo comporta
l’involontario abbandono dell’alveare e dell’ape regina.
A detta dei ricercatori l’esperimento è facilmente ripetibile: si lasci un
telefono acceso ed in costante comunicazione nei pressi dell’alveare
scelto (per non spendere chiamate
i servizi gratuiti del vostro operatore), si aspetti la sera per notare se e
quante api hanno fatto ritorno.
La seconda ricerca riguarda invece
anni di serie indagini scientifiche le
quali, da diverso tempo ormai, hanno portato Paesi come la Francia alla messa al bando dei neonicotinoidi nel 2002.
Le avvertenze per l’uso di tali veleni
autorizzati sono più che chiare: vietatissima l’irrorazione nei pressi dei
corsi d’acqua e durante il periodo di
impollinazione questo perché l’effetto sulla fauna acquatica e le api è
micidiale.
Oltre alla scarsa attenzione nei confronti di queste regole basilari, il
composto risulta pericoloso anche
se usato con cautela. I venti e le
piogge aiutano fortemente lo spostamento di un veleno la cui durata
è estremamente lunga: si pensi che
la pianta assorbe il principio attivo
sin dalla nascita e lo trasmette in seguito ai germogli in fase di crescita;
quindi per tutta la durata della vita
del vegetale l’insetticida risulta “attivo”.
Per dirla in breve, tali veleni, fissandosi ai ricettori del sistema nervoso, bloccano di fatto il passaggio degli impulsi con conseguente paralisi
e morte per soffocamento.
Nel nostro Paese l’analisi di tali fenomeni è estremamente e forse
volutamente lenta, le commissioni di “esperti” con tempi degni di
un bradipo si incontrano per poi
fissare a distanza di mesi nuovi incontri e così via, scarso l’intervento
del ministro delle Politiche agricole,
come si potrà constatare dal verbale d’assemblea depositato presso
il sito www.camera.it all’indirizzo
http://www.camera.it/_dati/lavori/
stencomm/13/audiz2/2008/1030/
s010.htm.
La domanda che sorge spontanea
in tutti noi può essere “perché tanta lentezza se il problema è così
grave?”, semplice la risposta: le
multinazionali sono consapevoli
di ciò che creano ma necessitano
di lunghi tempi per la creazione e
sostituzione dei prodotti ritenuti
particolarmente nocivi e il tutto
senza interruzioni di mercato al
fine di non coinvolgere i profitti.
Si prenda ad esempio la Bayer che
ha sostituito negli ultimi tempi il
Gaucho (a base di neonicotinoidi)
con Poncho, un nuovo conciante
per le sementi.
Ultima annotazione: pare che la
frase Se un giorno le api dovessero
scomparire, all’uomo resterebbero
soltanto quattro anni di vita, attribuita ad Einstein, sia in realtà una
bufala apparsa in internet nel 1994.”
Al Pio Sodalizio dei Piceni riconoscimenti e borse di studio
Gioventù jesina meritevole
Martedì 9 giugno, il presidente del Pio Sodalizio dei Piceni, Giorgio Bizzarri, ha consegnato
gli annuali riconoscimenti a persone illustri
delle Marche e le borse di studio per l’anno accademico 2008/2009 agli studenti marchigiani
più meritevoli iscritti presso gli atenei romani
nonché borse speciali di ricerca e borse speciali
di perfezionamento a neo-laureati marchigiani.
La fastosa cerimonia si è svolta nel Giardino
Auditorium del Complesso Monumentale di
San Salvatore in Lauro a Roma di proprietà più
che centenaria dello stesso Pio Sodalizio, alla
presenza di autorità civili ed ecclesiastiche e
con l’intervento del Governatore della Regione
Marche Gian Mario Spacca.
Il Premio Picenum 2009 è stato assegnato a
mons. Carlo Liberati nato a Matelica il 6 novembre 1937, Vescovo di Pompei e Delegato
Pontificio del Santuario della Beata Vergine del
Rosario. Il Premio Speciale 2009 è stato assegnato al Dr. Franco Gazzani nato a Civitanova
Marche il 6 marzo 1951, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata.
La consegna delle numerose borse di studio ai
giovani e meritevoli studenti marchigiani fuori
sede ha stupito non poco chi ve ne fornisce il
resoconto, infatti le varie Borse di Studio, divise
per provincia, hanno visto in quella di Ancona
(e più precisamente nella città di Jesi e nella
Vallesina) il maggior numero di assegnazione:
ben otto borse di studio sulla totalità regionale
di ventisei e due borse speciali.
I giovani studenti che le hanno giustamente
meritate per il loro impegno universitario danno lustro, negli atenei romani, alla nostra città
ed alla Regione Marche. Quindi a Giovanni
Cacciani di Jesi (Fac. di Filosofia presso La Sapienza di Roma), Elisa Cecchini di Jesi (Fac. Ingegneria Edile-Architettura presso La Sapienza
di Roma), Francesca Fazi Kent di Cupramontana (Fac. Lettere e Filosofia presso La Sapienza
di Roma), Leonardo Barbini di Moie (II° anno
Fac. di Fisica presso La Sapienza di Roma),
Francesco Jacopo Falà di Chiaravalle ( II° anno
Fac. di Filofia presso La Sapienza di Roma),
Margherita Fratoni di Chiaravalle ( II° anno Fac.
di Scienze Politiche – Relazioni Internazionali
presso La Sapienza di Roma), Eleonora Svegliati di Jesi (II° anno Architettura U.E. presso
La Sapienza di Roma) e Federica Vico di Jesi
(III° anno Scienze e Tecnologie Fisiche presso
La Sapienza di Roma) vadano dal nostro giornale le più sentite congratulazioni ed il più caloroso “Ad Majora”
Inoltre è stata assegnata una Borsa Speciale di
Perfezionamento alla dott.ssa Giorgia Barboni
di Jesi (collaboratrice del nostro settimanale)
per la partecipazione ad un corso in “International Doctoral Program in Economics” presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e una
Borsa Speciale di Ricerca al Dr. Lorenzo Gentili
di Moie di Maiolati Spontini per la ricerca su
“I capitelli della Beozia” effettuata presso l’Università di Tor Vergata di Roma.
La splendida serata si è conclusa con un concerto della Banda della Polizia di Stato nello
stesso Auditorium ed infine è stato offerto agli
ospiti, nel chiostro del complesso monumentale, un elegante e ricco buffet.
A tutti i borsisti premiati e a quanti con grande competenza hanno organizzato il premio, le
più vive felicitazioni del settimanale e … un “arrivederci” al prossimo anno.
Fotoservizio di Donatella Siotto Capo
Nella foto le tre borsite di Jesi: da sinistra
Eleonora Svegliati, Federica Vico,
Elisa Cecchini
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28-05-2009
16:18
Pagina 1
Domenica
28 Giugno 2009
Giornata
per la
Carità
del Papa
Colui che dà il seme
al seminatore
Promossa dalla
Conferenza Episcopale Italiana
In collaborazione con
Obolo di San Pietro
darà e
moltiplicherà
anche la vostra semente
(2 Cor 9,10)
12
Jesi
28 giugno 2009
I bambini della scuola materna scoprono il mondo delle armonie
S
La musica naviga nel mare della fantasia
ono tutti in scena i piccoli cantanti-attori; vestiti da folletti, fiori, farfalle,
principi e principesse. Fuori,
ma anche dentro il teatrino
della Scuola d’infanzia ‘G.
Rodari’ di Jesi, fa un gran
caldo il pomeriggio del 19
giugno. Eppure sembra che
i bambini non lo sentano,
attentissimi come sono alle
parole, ai gesti, alla voce di
una ‘direttrice d’orchestra’
molto speciale che, come
facevano gli antichi maestri
al clavicembalo, li guida con
l’accompagnamento di un
armonium. E’ Magdalena Lutka. Molti
già la conoscevano e
stimavano come pianista e organista, ma
non l’avevano mai
vista impegnata in
un’esperienza simile
che richiede cuore,
intelligenza, sensibilità, fantasia e anche
pazienza non comuni.
Lo spettacolo è stato
interamente ideato da
lei: parole, musica e
immagini. Sono suoi, infatti,
anche dei disegni a pastello
che vengono proiettati in
diapositive su uno schermo
in fondo al palcoscenico. Illustrano con ingenua poesia
quanto i bambini mimano
e cantano: canzoncine brevissime, semplici, che, con
un delicato sottofondo musicale, descrivono per episodi minimi le avventure,
le visioni, gli incantamenti
di un bambino di fronte ad
una natura scoperta come
per magia. Mare e sole, alba
e tramonto, orizzonte e ven-
to, luce e notte appaiono i loro sensi, la ragione, l’impoco a poco agli occhi della maginazione.
fantasia. I bambini si avven- “Per comprendere da bambiturano con gioia, a bordo ni la lingua materna non si
di un veliero fantastico. Sa- parte dalla grammatica, ma
lutano il Vento, mimano le dal significato delle parole.
Onde che scivolano sotto la Prima si parla, poi si studia”.
chiglia della nave, un Ponte Magdalena Lutka applica la
levatoio che si abbassa len- didattica di un sistema edutamente per farli entrare nel cativo da lei stessa appreso
Castello del Sole, i gesti di da bambina. Per educare
un Pescatore che rema, una alla musica, quindi, occorre
carrozza al trotto, una be- accostare l’armonia del suotulla che stormisce, le luci no alla parola che appunto
che si accendono e si spen- dal suono si origina e identigono quando scende la sera: fica l’immagine. E’ dunque la
il Sonno infine che li coglie fantasia, ancora prima della
dopo tante av- ragione, che traduce l’espeventure. E can- rienza recepita dai sensi.
tano con la voce Magdalena Lutka ha lavoracristallina della to due anni per elaborare un
loro insegnante progetto simile che ha già
che ha dato un positivamente sperimentato
colore identifi- in altre scuole materne, non
cativo ad ogni solo della regione. Alla ‘G.
nota: ‘mi, fa, Rodari’ ne ha preparati circa
sol; verde, cele- quaranta, dai quattro ai cinste, blu’….E’ un que anni. Alcuni cantano un
gioco bellissimo: po’ timidamente, altri con
senza che i bim- più sicurezza. In prima fila
bi se ne accor- c’è anche un cinesino vestito
gano, impegna di verde come uno scarabeo.
Emporio delle Parole: progetto culturale 2009
La Maschera protagonista a “El carosello”
L
a Maschera come rifugio e divisorio tra l’Io
e il mondo. La Maschera per essere, almeno
per un giorno, un’ora, un momento, quello che
non si è. La Maschera come memoria dell’Arte e della Storia. La Maschera per ridare vita
ad un Carnevale smarrito tra gli eroi dei cartoni animati e le caricature dei politici. Sarà
la Maschera, nelle sue molteplici valenze, il
tema che animerà le tante iniziative del progetto culturale, datato 2009, dell’Emporio delle Parole nei due consueti appuntamenti annuali del
Carosello e del Palio d’Inverno.
Il primo avrà luogo domenica 5 luglio in piazza delle Monnighette alle 21.30 e metterà in
scena “Matrimonio per forza” di Molìere, una
rappresentazione teatrale a cura della Scuola di
Teatro “Petite Ecole”. Seguirà il recital di poesie
intitolato “La memoria”. Rallegreranno lo spettacolo le coreografie del gruppo folkloristico
“Danzitondo”. Molto ricco anche il programma
della XIII edizione del Palio d’Inverno
previsto nella domenica del 13 dicembre a Palazzo dei Convegni. La
manifestazione si dividerà in due
momenti della giornata: alla mattina l’appuntamento sarà con “Aperitivo in poesia” , un recital d’autore accompagnato dagli intermezzi musicali
del gruppo “Travelin’ Spazio Band”. Al
pomeriggio, “Il gran ballo delle maschere”, regalerà una Fantasia teatrale
firmata Gianni Gualdoni e impreziosita dalla sfilata delle maschere di Giusi Bellagamba. Il progetto di queste iniziative a
carattere popolare, illustrato nell’opuscolo
puntualmente realizzato ogni anno con il
sostegno degli sponsor, riporta - tra le varie pagine tutte a colori - anche un’interessante rivisitazione delle Maschere della Tradizione.
Paola Cocola
Marche e Umbria: il Rotary per le famiglie
L’esperienza del campus
G
rande è stata l’opportunità offerta dai Rotary
club del distretto 2090 a cento ragazzi - di Umbria e Marche - con diverse disabilità psicofisiche,
ospiti, assieme alle loro famiglie, nel Campus Natural Village di Porto Recanati dal 31 maggio al 6 giugno; collaboratrice del campus Mariannina Collamati
e direttore Gesualdo Angelico. Inoltre alcuni giovani
non vedenti e ipovedenti hanno potuto cogliere
l’occasione, grazie all’istruttore capo Stefano Della Fortuna e agli istruttori Domenico Alessandrini,
Emanuele Pigliapoco e Barbara Cotulelli coadiuvati
da specialisti nell’accompagnamento di disabili quali
Andrea Conti, Emanuele Melonari e Sonia Frontini,
di entrare in acqua per partecipare e concludere il
Corso Subacqueo per non vedenti e, cosa molto più
importante, per stabilire rapporti di amicizia e fiducia. Tra loro sette ragazzi jesini sostenuti dal Rotary
Club di Jesi, dall’Associazione Nazionale Ciechi, dal
Monsub con la collaborazione dell’Hotel
Federico II e agli istruttori. Il risultato è stato significativo per il Club di Jesi. E’
stato poi consegnato un attestato da parte del presidente Rotary Maurizio Ricci, a
Franco e Daniele che hanno partecipato
al corso subacqueo. Di tutto ciò se ne è
parlato alla conviviale del Rotary con il
presidente Maurizio Ricci, Mariannina
Collamati, Gesualdo Angelico, il responsabile Rotary del progetto acquaticità
Pietro Aresta e il presidente Anfass Antonio Massacci. “Il Campus è un’esperienza
da cui si torna a casa arricchiti e con la
capacità di guardarsi attorno con serenità” dice Mariannina Collamati. “Il Rotary intende stare accanto alle famiglie per
dare una opportunità ai figli e genitori di
partecipare al “Natural Village” opportunità che
non tutti possono permettersi, spiega Gabrio Filonzi. Infine il contributo video dell’associazione
Monsub del presidente Carlo Brecciaroli durante
le immersioni degli allievi non vedenti. Da sottolineare come Jesi sia città di campioni
anche in vasca: infatti ai campionati italiani assoluti di apnea dinamica
(sport nuovo) su quaranta atleti nove
erano jesini.
Mattia Zannini
Foto Vincenzoni
Nella foto da sinistra Maurizio Ricci
presidente Rotary, Carlo Brecciaroli
presidente Monsub, Pietro Aresta
Rotary organizzatore e il ragazzo
ipovedente Daniele che ha ricevuto
l’attestato di partecipazione al corso sub.
E’ un po’ smarrito, meravigliato, ma non perde né una
sillaba, né una nota. Al termine, per il bis, si canta ‘La
storia del Delfino Celestino’;
poi la distribuzione di chicche e gli abbracci alle insegnanti e ai genitori che li
hanno coperti di applausi.
La direttrice Rosa Ragni
spiega che lo spettacolo,
appena visto e ascoltato, rientra nel progetto d’istituto
che prevede un potenziamento delle attività musicali
e della lingua straniera. E’
soddisfattissima del risultato, non meno di Magdalena
Lutka, radiosa in mezzo ai
suoi piccoli allievi.
Fotoservizio
Augusta Franco Cardinali
Nelle foto da sinistra la
direttrice Rosa Ragni
e Magdalena Lutka e il
gruppo dei bambini
Premiati gli studenti del Concorso
Letterario Aiart ‘Amedeo Fanesi’
O
rmai da quattro anni l’Aiart
– Associazione Spettatori
indice un Concorso letterario
sul tema dei media e del loro
responsabile uso. Intitolato ad
Amedeo Fanesi, già Presidente
Provinciale delle Marche, animatore instancabile dell’istituzione
e primo organizzatore dello stesso premio nelle Marche, è destinato agli alunni delle scuole superiori di primo e secondo grado
della provincia di Ancona.
Particolarmente numerose sono
state quest’anno le adesioni.
Centocinque gli elaborati che
un’apposita commissione ha
corretto e giudicato. La premiazione ha avuto luogo sabato 20
giugno presso il Salone Mamma
Margherita dell’Opera Salesiana di Ancona, alla presenza del
Presidente Provinciale Aiart,
dott. Massimiliano Olivieri, del
Presidente Provinciale Onorario,
dott.ssa Maria Battoni Nicoletti, della pittrice Annalisa Fanesi, figlia dell’indimenticabile
presidente, dei maggiori responsabili dell’Aiart, di autorità cittadina, degli insegnanti, di genitori
e amici . Con eccellenti motivazioni sono risultati vincitori i seguenti studenti:
Scuole Secondarie di II° grado
1° - Denise Pietrella – Itis ‘Meucci’ di Castelfidardo, classe III° B
II° - Estefania Mejia – Liceo
Classico ‘Stelluti’ di Fabriano,
classe IV° C
III° - Menzione d’onore: Marco
Fratoni – Itis ‘Benincasa’ di Ancona, classe I° Igea
Scuole Secondarie di I° grado.
I° - Claudia Strologo – Scuola ‘B.
Rosa Venerini’ di Ancona
II° Alberto Giampaolo – Istituto
Comprensivo ‘Archi – Cittadella
Sud’ di Ancona, classe III°
III° - Menzione d’onore: Tommaso
Pallotta – Istituto Comprensivo
‘Archi Cittadella Sud’ di Ancona,
classe III° .
Uno speciale “Premio della Bontà” è stato assegnato a Gianluca
Lemmi, della Scuola ‘B. Rosa Venerini’ di Ancona, classe seconda.
Ai premiati sono stati assegnati
coppe, targhe, diplomi. Iniziative
importanti che riguardano l’Aiart
e la sua attività in campo nazionale sono state preannunciate.
Saranno successivamente e opportunamente illustrate.
Fotoservizio: A.F.C.
Nella foto il gruppo dei premiati
e al centro la presidente
onoraria Aiart
13
In dialogo
Opinioni
a confronto
In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. La pubblicazione
non significa condivisione dei contenuti. Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il
numero di telefono del mittente Gli scritti si possono inviare per email a [email protected]
Lettera a Ceccarelli
V
orrei fare alcune osservazioni al caro
amico Riccardo Cecccarelli, relative al
suo articolo della rubrica Contrappunti
“Meritiamo tutto questo?” pubblicato nel
numero 21 del 14 giugno scorso.
Sono pienamente d’accordo sulle tragiche
e vergognose conseguenze di quello che la
Storia ci ha insegnato essere la Ragion di
Stato: “pecunia non olet”. Così dobbiamo
inchinarci al volere di stati a regime dittatoriale, come la Cina o come la Libia che
non sanno nemmeno dove stiano di casa
i Diritti Umanitari e che magari tengono
ancora atteggiamenti ricattatori nei nostri
confronti. Alcuni anni fa, a Pechino, si celebrava un “Congresso per il rispetto dei
Diritti Umani delle donne”: quale beffa! Per
quanto riguarda il nostro amico beduino
Gheddafi,era addirittura nominato dall’Onu,
Presidente della Commissione per i Diritti
Umanitari Internazionali! Dobbiamo occuparci e preoccuparci della miseria e della
conseguente emigrazione di intere popolazioni arabo-musulmane mentre i loro
governanti, Califfi, Sultani o “pseudo” presidenti che siano, navigano nell’oro, uranio,
petrolio, incuranti delle gravi condizioni di
indulgenza dei loro sudditi.
Ma l’argomento di attualità che ora mi interessa è quello relativo alla campagna
elettorale per le Europee. Probabilmente
si tratta di un refuso di stampa o di una
svista di Ceccarelli, quando afferma che
28 giugno 2009
Berlusconi sia stato “soggetto” e non, invece, l’”oggetto” del gossip che avrebbe
alimentato pagine e trasmissioni. E’ vero
che spesso Berlusconi dovrebbe limitarsi
con certe esternazioni, ma che sia tanto
autolesionista, in situazioni tanto delicate,
sia familiari sia politiche pre-elettorali …
questo mi sembra proprio assurdo! Così si
è scatenata tutta l’orda dei “repubblicones”,
guidata da Giuseppe D’Avanzo, che, nonostante il fallimento della sua strategia, sia
in Italia sia con i suoi alleati esteri (El Pais,
Herald Tribune…) continua, imperterrito,
a pubblicare foto.
Si sono occupati di gossip pensando di arrecare danno al Pdl, e soprattutto, distruggere Berlusconi? Si sono trovati con una
sconfitta inimmaginabile di cui Franceschini, D’Alema, la Finocchiaro sembrano
non essersi nemmeno accorti. Beati loro! Il
Pdl è stato costretto a difendersi da tante
nefandezze, a partire dalle illazioni sulle
veline, Noemi, Mills, voli di stato, divorzio … occupandosi meno del dovuto dei
programmi europei. Cosa che, ad onor del
vero, ha fatto Casini, condannando la suddetta campagna scandalistica.
Anche io, come tanti altri, sono sdegnato,
non pensando, e poi, sperando, che non si
cadesse così in basso. Ma per qualcuno la
politica è anche questo! No, caro Riccardo,
non ce lo meritiamo.
Francesco Bravi, Pdl
ospedale modello
Ho avuto, di recente, occasione di partecipare all’incontro,
organizzato dall’U.D.C. locale
sul tema “Ospedale modello”.
E’ stato presentato nell’occasione il progetto, elaborato da
diverse commissioni di lavoro,
delle linee guida per l’organizzazione della sanità Jesina
e della Vallesina in riferimento all’”Eccellenza” di alcune
specializzazioni, nel futuro
“Ospedale modello”. L’esposizione à stata talmente chiara
ed esauriente che sono riuscito a capire persino io, che non
sono un addetto ai lavori.
La “futura” organizzazione
sanitaria avrà al centro il paziente, il quale all’ingresso in
ospedale sarà preso in consegna da un “dottore tutor” che
accompagnerà il malato in
tutte le sue necessità di analisi
e cure fino ad essere “accompagnato” all’uscita, dopo gli
opportuni interventi, per poi
proseguire le cure a casa o
in altre adatte strutture della
zona. E’ chiaro che la degenza in ospedale sarà più breve
che in passato e che le cure
sono meno invasive e più mirate. Basta però che la corta
degenza non sia solo a fini di
risparmio economico perchè
ciò che si risparmia deve essere investito in tecnologia e
ricerca. Finalmente il malato,
soggetto umano, sarà al centro dell’attività sanitaria.
Alcune domande sorgono però spontanee: saremo
pronti, noi cittadini, a recepire questo nuovo approccio
alle cure? Sono pronti e preparati gli operatori sanitari
(a tutti i livelli), a svolgere
questo modo eccellente di
rapportarsi con i pazienti?
Se è vero che sarà il “tutor” a
interpellare le varie esigenze
specialistiche, saranno sempre disponibili i macchinari
e gli specialisti per intervenire subito? Quanto spiegato è
una cosa reale o è un’utopia?
Credo, per quanto mi riguarda, che ciò possa essere
una bella realtà. Ben venga
quindi “l’eccellenza” specialistica a Jesi, il nostro ospedale ne ha veramente bisogno
per non essere retrocesso
al rango di ospedaletto di
provincia. Bisogna lavorare tutti insieme a vari livelli
istituzionali per raggiungere
questo prestigioso obiettivo,
a cominciare dal Comune
che dovrà affrontare il problema delle strutture viarie
adeguate.
Vista l’esperienza, però qualche barlume di scetticismo
affiora. Tutto ciò credo che
avrà tempi non brevi. Nel
frattempo, per prepararci al
meglio, facciamo funzionare
bene ciò che ora abbiamo,
per esempio accorciamo i
tempi di attesa, come si può
pensare ad un futuro eccellente se oggi per un tipo di
ecografia l’attesa è di quattro
mesi? (anche se con un santo
in paradiso o a pagamento in
pochi giorni si risolve tutto).
Oggi con l’informatica si
può fare ciò che si vuole, per
esempio con le richieste. Il
medico di famiglia, invece
di consegnare al paziente la
ricetta potrebbe inviarla al
centro prenotazioni così da
evitargli disagi. In attesa del
futuro, è già “un’eccellenza”
risolvere questi quotidiani
problemi e aiutare chi soffre
e non sa a quale “santo” rivolgersi.
Aldesino Fioretti
ALLA RICERCA DI QUALE CRISTIANITA’ PERDUTA ?
Ho letto su Voce del 10 maggio l’articolo di Federico
Catani sui “Comitati civici” ma non sono riuscito a
capire se l’esaltazione che egli fa del ruolo e del periodo storico in cui operarono tali organizzazioni gli
serva, in realtà, per criticare l’Azione Cattolica della “scelta religiosa”, il Concilio Vaticano II, i cattolici
che non la pensano come lui o, infine, tutti costoro
e queste cose insieme.
Non comprendo neanche come si possa avere nostalgia (ma questi sono affari suoi) per un periodo
storico come quello dei “comitati civici”, delle “adunate oceaniche” e dei “baschi verdi” che l’autore
dell’articolo non ha vissuto, perché non era nato,
così come forse non hanno vissuto in pieno neanche i suoi genitori, perché magari erano troppo piccoli. Non mi sembra poi che quell’entusiasmo sia
oggi andato perduto. Basta solo vedere il successo
che fra i giovani hanno sempre avuto le Giornate
Mondiali della Gioventù e l’entusiasmo che tanti ragazzi, giovani ed adulti esprimono con il loro impegno sia nelle associazioni parrocchiali che in quelle
di volontariato di ispirazione cristiana. Questa visio-
ne pessimistica sinceramente non mi convince. Non
mi sembra infatti che si possa contrapporre un’età
dell’oro della nostra cristianità (quella preconciliare per intenderci) ora definitivamente perduta e
quindi da rimpiangere, all’età attuale (post conciliare) che sarebbe invece ormai in preda ad una crisi
profonda e forse irreversibile, magari da imputare,
frettolosamente ed ingiustamente, proprio a quelle
novità portate dal Concilio Vaticano II.
Tuttavia, da non protagonisti quali siamo, se vogliamo esprimere un serio giudizio su quei fenomeni sopra accennati non possiamo che affidarci
agli storici.
Ciò detto, è senz’altro vero che i “comitati civici”
diedero nel 1948 un notevole contributo all’affermazione elettorale della DC contro il PCI di allora,
così come lo diedero tutti coloro, non cattolici, che,
nel segreto dell’urna, fecero una scelta democratica e filo occidentale.
Lo stesso Pio XII, pur favorendo la nascita dei “Comitati civici”, cercò però di evitare che “l’Azione
Cattolica come tale intervenisse in prima linea”
(1) e l’idea di fare di questi comitati un “blocco di
difesa cattolica” venne respinta proprio da De Gasperi e dai dirigenti della DC (che, ricordiamo, nel
1948 su un totale di 304 deputati ne annoverava
ben 202 provenienti dalle file dell’Azione Cattolica)
proprio per affermare la propria autonomia dalla
Chiesa, evitare la confusione delle responsabilità
ed assicurare autonomamente la formazione dei
propri militanti (2).
Non è mai esistita quindi una favolosa età dell’oro
per la cristianità più recente ed in particolare , per
intenderci, quella dei periodi in cui regnarono Pio
XI e Pio XII.
Anzi, fu lo stesso Pio XII, nel messaggio di Pasqua
del 1957, a certificare il fallimento del suo progetto di ricostruzione cristiana della società e, in un
certo senso, anche il fallimento del proprio pontificato: “Pare che ogni sforzo sia inutile (…) la via
non si ritrova, le parole si perdono nell’infuriare della
procella (…). L’umanità non ha la forza di rimuovere
la pietra che essa stessa ha fabbricato”. E la riflessione si conclude con un appello quasi apocalittico:
<Manda il tuo angelo, o Signore, e fa che la nostra
notte si illumini come il giorno>.
Come ha scritto Pietro Scoppola, “entrambi i pontificati di Pio XI e Pio XII registrano la relativa inefficacia
di progetti organici diretti alla ricostruzione di una
società cristiana: non è la via per una presenza della
Chiesa nella società del nostro secolo. La constatazione di questo limite apre la via al diverso approccio
del successore di Pio XII, Giovanni XXIII, ai problemi
del mondo contemporaneo” (3).
Ernesto Caprari
NOTE:
1) cfr. Jean-Marie Mayeur “Forme di organizzazione del laicato cattolico” in Storia del Cristianesimo
1878-2005 VOL. 4 “I cattolici ed il dopoguerra”,
AA.VV., Ed. Famiglia Cristiana, 2005, pag. 157;
2) idem ut supra pag. 173;
3) cfr. Pietro Scoppola “Gli orientamenti di Pio XI e
Pio XII sui problemi della società contemporanea”
in Storia del Cristianesimo 1878-2005 VOL. 3 “La
Chiesa e le dittature”, AA.VV., Ed. Famiglia Cristiana, 2005, pag. 139.
14
Pagina Aperta
28 giugno 2009
Jesi - Il Palazzo e dintorni
AGENDA
Il santo del giorno
Giovedì 25 giugno san Massimo, venerdì 26 san Josemaria Escrivà, sabato 27 san Cirillo d’Alessandria, domenica
28 sant’Ireneo, lunedì 29 santi Pietro e Paolo, martedì 30
sant’Ottone, mercoledì 1° luglio sant’Arrone, giovedì 2 san
Bernardino Realino, venerdì 3 san Tommaso, sabato 4 beato
Piergiorgio Frassati, domenica 5 sant’Antonio M. Zaccaria.
Farmacie
Farmacia di turno a Jesi, la notte
Giovedì 25 giugno Grammercato, venerdì 26 Coppi, sabato
27 Moretti, domenica 28 Coppi, lunedì 29 Coppi, martedì 30
Calcatelli, mercoledì 1° luglio Coppi, giovedì 2 Cerni, venerdì
3 Cerni, sabato 4 Comunale 2, domenica 5 Grammercato.
Farmacia di turno in Vallesina
Giovedì 25 giugno Montecarotto, venerdì 26 Moie (Angelico),
sabato 27 Macine, domenica 28 Moie (Lucarelli), lunedì 29
Angeli, martedì 30 Poggio San Marcello, mercoledì 1° luglio
Castelbellino, giovedì 2 Pianello, venerdì 3 Montecarotto, sabato 4 Moie (Angelico), domenica 5 Macine.
Anagrafe
Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 29 maggio
al 15 giugno
Marcello Santarelli (anni 69), Adelelmo Piombetti (102), Ferretti Igino (85), Rosa Sabbatini (73) di Cingoli, Maria Pettinari
(86) di Filottrano, Cesarina Quercetti (81), Renato Magini (93),
Maria Pia Piccioni (76), Manlio Cerioni (91) di Staffolo, Primo Ceccacci (81) di Belvedere Ostrense, Attilio Braconi (82) di
Falconara Marittima, Idreno Piombetti (77), Maria Avaltroni
(83), Rosolani Emma (81) di Cupramontana, Gabriella Cerasa
(68), Renato Giacobelli (77) di Maiolati Spontini, Giannina
Barchiesi (93), Alessandro Lucarini (68), Gildo Beldomenico
(76), Giannina Marinelli (69), Bruno Montalbini (87), Enzo Vitali (78), Gherardo Latini (77) di Montecarotto, Giovanni Cercaci (82) di Monte San Vito, Franco Baroncini (65) di Roma,
Mario Cirordi (82), Enrico Mercuri (83), Lidia Margarucci (83),
Bruno Coppari (72), Palmira Sabbatini (95) di Rosora, Maggiorina Mazzarini (84) di Chiaravalle.
Nati a Jesi, salvo diversa indicazione, dal 29 maggio al 15
giugno
Edoardo Capomagi, David Petrela (Senigallia), Asmaa Chaou
(Ancona), Laura Francia, Alessia Zoppi, Giulia Marconi, Riky
Cocilova, Enea Pietrucci, Nora Meloni, Shanta Islam, Angelo Gabriel Secara, Sara Ciampichetti, Basma Khair, Aleandro
Cocilova, Junrui Zhu (Ancona), Hongrui Zhou, Giada Vastola,
Alessio Giuliani (Ancona), Saema Akhter, Yixuan Zou, Giulia
Campolucci.
Bravi: occupate i vuoti!
D
ai tempi di Adamo ed un esempio – la tenacia
Eva vige il principio con cui il Comitato di via
che una spazio, lasciato Gallodoro ha seguito passcoperto o libero o vuo- so passo (e sta seguento – cioè uno spazio di do tutt’ora) la graduale
terreno, di problemi, di attuazione del parco del
iniziative - viene, prima o Vallato? Segno evidente
poi, riempito da qualcu- che la popolazione più
no. La mega-storia offre direttamente interessata
un’infinità di esempi. Ma – quella ormai soffocata
molti esempi offre anche da supermercati e traffila storia di tutti i giorni, co senza pari in città – si
quella delle famiglie, dei è resa conto che la strutrioni, delle città. E anche tura pubblica preposta
della nostra città.
(vedi
Circoscrizione),
Sta accadendo, infatti, quella che più di ogni alche le Circoscrizioni si tra avrebbero dovuto coagitano un po’ – vedi so- gliere al balzo l’iniziativa
prattutto la terza – per- per seguire da vicino la
ché non da oggi si fanno vicenda, ha sonnecchiaavanti dei fantomatici to al momento giusto,
Comitati che presumono quando più si doveva
disquisire problemi, sug- tenere gli occhi aperti.
gerire un sacco di cose Che se poi – adesso sono
al sindaco e assessori, un po’ cattivo – sonnecmagari imporre la volon- chiasse o facesse finta di
tà dei rioni in ordine ai sonnecchiare per rispetto
problemi più impellenti del manovratore, allora
che emergono di giorno saremmo al tradimento
in giorno. Richiamo solo e allo svuotamento dell’attenzione su due atti- le finalità che sono state
vissimi comitati “spon- alla base della creazione
tanei”: quello della zona delle Circoscrizioni negli
S.Giuseppe e quello di anni ’70.
via Gallodoro. E’ inutile Ogni comitato spontaneo
negarlo: sono Comitati che sorge è il rimprovero
che sorgono perché certe – più o meno tacito – che
istanze del rione – più o la sensibilità della relatimeno impellenti non sta va Circoscrizione latita,
a me giudicarlo – sono che la struttura ufficiale
ignorate o disattese o si è burocratizzata, che
non sentite dalle rispetti- il presidente, nonostanve Circoscrizioni. Di qui te l’indennità (o forse in
la spontanea reazione di forza dell’indennità), si è
cittadini che si fanno for- imborghesito.
ti dell’elementare prin- Avanti dunque: vengano
cipio democratico della pure gli stimoli e i rimpartecipazione – con proveri a chi si addorpareri, suggerimenti e menta nonostante che i
quant’altro – per la so- cittadini gli abbiano forluzione di certi problemi nito tutte le carte per esche li toccano in prima sere vigoroso portavoce
persona. Come non con- delle istanze rionali.
dividere – solo per fare
v.m.
le foto ritrovate
Un gentile abbonato, il cav. Nello Gregori, a cui va il nostro grazie più sentito ci ha fornito la foto risalente al periodo 1940-41 con gli jesini, aspiranti avieri ed elettricisti
della classe 1922. Purtroppo, tanti dei baldi giovani allora
non ancora ventenni sono deceduti. La foto è stata scattata
nella locale scuola tecnica industriale, all’angolo tra corso
Matteotti e via Mura Occidentale.
Ricordiamo i loro nomi.
In prima fila in alto da sinistra: Alberto Sassaroli, Chiorrini, Aldus Bizzarri, Fabrizi, Mencarelli, Otello Papalini, Ric-
ci, Gualberto Cotichelli, Otello Lelli, Porcarelli, Gianfranceschi, Luigi Cotichelli, Sante Bravi, Elio Cerioni e Giacani.
In seconda fila: Erino Ronci, Aldo Santini, Novelli, Telmo
Cardinali, Rossetti, Riccardo Fantini, Barchiesi, Cardinali,
Alceo Lombardi, Zenobi, Rovigo Fraboni, Coloccini e Mazzarini.
Terza fila, seduti: Rocchetti, prof. Cipolloni, ing. Zacchilli
(preside), cap. Palombini, ufficiale aeronautica, prof. Ortenzi, Nello Gregori ed Erino Cerioni.
Accovacciati: Luigi Ceccarelli e Carlo Agostinelli.
Latte Fresco
Alta Qualità
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Non solo sport
Da Carla e Luca Giacani della Palestra Linea Club
C
Un gesto importante per lo IOM
on l’entusiasmo contagioso che da
sempre la contraddistingue, nella mattinata di lunedì 15, Anna Maria
Quaglieri, presidente dello IOM, ha
accolto la stampa nei locali dell’associazione in via San Francesco. Motivo
dell’incontro, annunciare la decisione
dei titolari della Palestra Linea Club di
Jesi, Carla e Luca Giacani, di devolvere
i proventi degli sponsor e l’incasso della doppia serata organizzata per il 25°
spettacolo di danza - che tutti gli anni
conclude il corso frequentato da oltre
130 allieve e allievi - all’associazione
IOM Jesi e Vallesina, costantemente impe- no”. Un ringraziamento particolare è stato
gnata nell’assistenza medica e infermieristica rivolto dalla signora Quaglieri all’assessore
domiciliare.
Valentina Conti “che si è impegnata in priLa Palestra Linea Club vanta più di due ma persona per ospitare questa festa della
decenni di attività rivolte ad adulti e bam- danza al teatro.”
bini, che spaziano dalla danza, al Pilates, Lo spettacolo del 21 e 22 giugno, intitolato
all’aerobica, fino al settore fitness. A Carla “12”- dal numero delle stagioni danzanti sulla
Giacani, presente all’incontro, il presidente scena - si è tenuto al teatro Pergolesi, ravviha espresso sentimenti di stima e di grati- vato dal giovane esordiente nel mondo della
tudine “per la serietà, la professionalità e la danza, cresciuto per altro nella Palestra Linea
sensibilità al mondo sociale che ha sempre Club sotto la Guida delle insegnati Carla Giacontraddistinto le attività della palestra nel cani e Romina Muzi, Francesco Mariottini.
saggio annuale e nelle attività di tutto l’anFotoservizio Paola Cocola
Jesi: Alla Rusticanella il Premio Mediterraneo
Un affascinante viaggio
D
alle alture maestose alle dolci colline passando per i borghi pittoreschi. E ancora
mare, paesaggi costieri dove dilaga il profumo
del mediterraneo. Laghi, castelli, campagne
fanno da cornice ad un grandioso patrimonio
enogastronomico. Jesi questo week end è stata
protagonista degli itinerari del gusto proponendo un’affascinante viaggio dove i cinque
sensi hanno potuto riscoprire sapori autentici
fuori dagli standard massificati. La location è
stata la Rusticanella dove si è svolta la IX edizione dell’Antologia enogastronomica dei sapori tipici e il Premio Mediterraneo. Migliaia
di persone hanno preso parte alla manifestazione che ha inebriato la vallesina di sapori e
profumi. Il Presidente dell’Assemblea legislativa Raffaele Bucciarelli ha definito l’evento,
patrocinato da Regione Marche, Provincia e
Camera di commercio di Ancona, “una vetrina straordinaria che sollecita i produttori marchigiani a migliorare la qualità, confrontandosi con colleghi da tutta Italia, e i consumatori
a riconoscere le eccellenze”. Ai premiati sono
andate tele di Josè Guevara, il pittore spagnolo
ottantenne, presente alla manifestazione, che
ha autografato ed autenticato i quattro quadri.
La commissione, di cui fanno parte il Presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche
Raffaele Bucciarelli, il prof. Armando Ginesi
ed il prof. Frega, ha assegnato lo scettro della
vittoria a:
Gian Mario Spacca “Per avere, nel ruolo di
amministratore e di politico, indirizzato la sua
azione di espansione delle peculiarità regiona-
li marchigiane in diverse aree del mondo,
con particolare attenzione alle iniziative
create per lo svolgimento e lo sviluppo
delle qualità enogastronomiche eccellenti del territorio”
Elsa Mazzolini “Per avere diffuso, attraverso l’attività giornalistica, editoriale e
di organizzazione di eventi, seriamente
professati, la cultura della qualità enogastronomica quale valore da perseguire per non smarrire le connotazioni fondanti
della nostra civile tradizione e delle radici
profonde della mediterraneità”. La Mazzolini
è direttore de “La Madia Travelfood”, storicamente il primo mensile di enogastronomia
e cultura dell’ospitalità per addetti ai lavori. E
dal 2001 organizza, con cadenza annuale, il festival della cucina Italiana, rassegna itinerante
e contenitore di eventi per la valorizzazione
del patrimonio agroalimentare italiano.
Marco Iachetta “Per avere agito da ambasciatore della cucina italiana in territorio russo
giungendo, tra i primi, da contribuire efficacemente al successo della nostra ristorazione a
Mosca, ottenendo apprezzamenti e riconoscimenti anche dai vertici istituzionali della Federazione Russa e per continuare, ora, la stessa
promozione in territorio ucraino, precisamente a Kiev”. Marco Iachetta, oggi trentenne, da
Cerreto d’Esi, a soli 27 anni, a Mosca diventa
consulente chef presso “l’Accademia del Gusto”
che è la prima scuola superiore professionale
di cucina. A maggio del 2007 si trasferisce a
Kiev, in Ucraina, presso il ristorante Dolce e
ricomincia daccapo, ottenendo carta bianca
per preparare un nuovo menù di arte culinaria italiana ed attualmente Iachetta si trova a
Chisinau, in Moldova, dove si sta occupando
del servizio ristorativo all’interno di un albergo a 5 stelle lusso.
Pastificio Antonio Marella “Per avere mantenuto l’antica tecnica artigianale di esecuzione
delle paste ed averne, al tempo stesso, perfezionato le metodiche onde ottenere un prodotto con assenza quasi totale di impurità”
Michela Gambelli
CLUB SAN FRANCESCO: le finali il 2 luglio
E’
Un ambizioso trofeo
scattato qualche settimana fa il “5° Memorial
Marco Belegni”, torneo di
calcio a cinque che si disputa
presso il club San Francesco
di Jesi. Tanto divertimento
e anche spettacolo (quattro
match al giorno, dal lunedì al
venerdì, dalle ore 19 alle ore
23) in quello che è diventato
ormai uno dei più affascinanti trofei estivi nella città del
Verdicchio e dintorni. Prendono parte alla competizione ventitre squadre, (diverse
sponsorizzate da negozi, bar,
ristoranti della zona) suddivise in cinque gironi, le quali
lotteranno con grinta e determinazione per aggiudicarsi il
“titolo” che ormai da due anni
è nelle mani dell’Antico Forno.
Le prime tre di ogni fascia (AB-C-D-E) accedono agli ottavi
di finale, insieme alla migliore
quarta classificata. Insomma,
una vetrina ambiziosa stile
“Champion’s League”. Diversi
sono gli “elementi” interessanti presenti nel rettangolo di
gioco, tra i quali giocatori che
militano addirittura nell’Eccellenza e Promozione calcistica,
come ad esempio Matteo Foroni e Michele Alessandrini,
quest’ultimo pilastro difensivo
della Jesina Calcio. Finalissima
prevista per venerdì 3 luglio.
Ne vedremo delle belle… Qui
di seguito i ventitre team: 5^B
Geometri, Antico Forno, Atletico Caffè Verdi, Autowagen
F.C., Bar dello Sport, Carrozzeria Priori e Pietrini, Circolo Ricreativo Pantiere, Euro
Shop, Ferramenta Paolo Santoni, Futsal Trevi, I Billabong,
I Gippi, I Gladiatori, I Micioni,
Il Veg. Calcio a 5, Le Scole, Le
Scole Chiaravalle, MyNonna,
Orange, Porticello, Quelli del
Collegio, Ristorante Pepito e
Ultras Jesi.
Daniele Bartocci
28 giugno 2009
VOLLEY L’under 18 settima alla Girl League
Con Devetag si arricchisce la panchina
C
ompletato il sestetto titolare con Dall’Igna e
Mazzoni, la dirigenza della
Monte Schiavo Banca Marche si è concentrata sull’allestimento della panchina. Al
fianco di Cerioni e Mataloni,
ci sarà la centrale Francesca
Devetag. Nata a Gorizia il 13
novembre ‘86, alta 186 cm, la
Devetag proviene da Vicenza (come l’altra neo “prillina”
Dall’Igna), club retrocesso in
A2. “Ringrazio la società che
mi ha dato una grossa opportunità – sono
state le sue prime parole da jesina - E’ un
onore per me, ancora di più dopo una stagione altalenante; spero di ricambiare la fiducia che mi è stata data”.
La centrale friulana avrà come compagne
di reparto Bown e Calloni. Cresciuta nel
Club Italia, la Devetag (nella foto) nella sua
fin qui breve carriera ha vestito le maglie di Forlì in A1
(2004/05), Manzano in B1 e
due stagioni a Sassuolo, dove
ha centrato la promozione in
A1 e la Coppa Italia di A2. “E’
la mia prima esperienza lontano da casa – ha spiegato la
giocatrice – ho già fatto un
giro in città e mi ha fatto una
buona impressione”.
La Pieralisi under 18 “Rinieri” ha chiuso al settimo posto la Girl League, il torneo
giovanile riservato alle squadre di serie A.
Fatali alle “piccole prilline” sono state le
due sconfitte nella seconda fase con Busto
Arsizio (1-2) e Pavia (0-2). Le ragazze allenate da Franco Lorenzini si sono però, rifatte battendo Bergamo 2-0 nella finale per
il settimo posto.
Gip
BASKET Il capitano: “Jesi per me è una scelta di vita”
La Fileni Bpa e Rossini ancora insieme
L
a telenovela Rossini
è giunta al termine
e per la gioia dei tanti
tifosi arancio-blu, si è
risolta in maniera positiva. Il capitano jesino
ha infatti, firmato per
un’altra stagione con la
Fileni Bpa, la decima. “Il
giocatore simbolo della
squadra e della tifoseria ha raggiunto un accordo
con la società grazie alla reciproca forte volontà di trovare un’intesa – si legge nel
comunicato - L’Aurora ha
ritenuto di fare uno sforzo
economico vista l’importanza che Alberto Rossini
(nella foto) riveste nella
storia della società e quel-
lo che può ancora dare
sul campo. Il giocatore dal
canto suo ha facilitato il
raggiungimento dell’accordo mostrando ancora una
volta il proprio attaccamento ai colori arancio-blu”.
Grande soddisfazione da entrambe le parti. “Ho sempre
pensato – ha detto il presi-
dente Carlo Barchiesi
– che si sarebbe arrivati ad un accordo con
“Lupo”. Sono molto felice che ciò sia avvenuto”.
Felice della scelta anche
Rossini. “Sono contento – ha detto il capitano
jesino – Gioco qui da
nove anni e voglio continuare a farlo ancora.
Di questi tempi non è una
cosa comune. L’Aurora per
me è stata ed è una vera e
propria scelta di vita”. Dopo
aver messo in cassaforte la
riconferma di Rossini, alla
dirigenza aurorina ora, non
resta che risolvere il rebus
Maggioli.
Giuseppe Papadia
16
Esperienze
28 giugno 2009
La Libera Università per Adulti in Costa Brava, Provenza, Montecarlo
I fiori di pietra della Catalogna
L’
avventura degli escursionisti della Luaj inizia
l’8 giugno. Un itinerario da
favola li attende. Raggiungeranno Spagna e Francia toccando luoghi fra i più belli
d’Europa. E’ una vera vacanza quando si parte in allegra
brigata lasciando alle spalle
per qualche giorno pensieri
e preoccupazioni. Si ritorna
ragazzi, si ride, si scherza. Si
impara anche molto: tanto,
infatti, si verrà a conoscere
nello spazio apparentemente breve di una settimana.
Ecco, incominciamo a parlare della relatività del tempo.
Si possono passare ore e ore
nella noia, nell’indifferenza e
‘non vivere’; ma si può anche
restare indelebilmente segnati da un’esperienza breve, intensa, folgorante. Ci
sarà più di un’occasione per
confrontarsi con un’interpretazione soggettiva della
relatività del tempo.
Una metropoli
all’orizzonte
E’ un villaggio galleggiante la nave traghetto che da
Civitavecchia trasporta gli
amici fino a Barcellona. Tirata a lucido come un grand
hôtel, può accogliere più di
duemila passeggeri. Saloni,
bar, ristoranti, boutique, piscine, palestre; persino una
discoteca. Si rischierebbe
di perdersi se, appena saliti
a bordo, graziose hostess e
solerti steward non indicassero il percorso. Hanno quasi tutti lineamenti esotici: il
personale è evidentemente
I
P P
composto in prevalenza da
extracomunitari. Non se ne
incontreranno tanti a Barcellona, pure già presa d’assalto da turisti di ogni paese.
…Quando, il giorno dopo, i
grattacieli della città appaiono all’orizzonte si ha immediatamente l’impressione
di essere giunti nel porto di
una modernissima metropoli. Già al primo impatto
occorre eliminare dei vecchi
luoghi comuni. Barcellona
non ha per niente l’aspetto,
stando a giudizi di qualche
decennio fa, di ‘una città
provinciale disordinata e
difficile da mantenere pulita’.
Le Olimpiadi del 1992 hanno promosso un programma
di rinnovamento urbanistico
che definire fantastico è riduttivo. Sono sparite le zone
del Port Vell dove era prima
un agglomerato di capannoni abbandonati, cisterne vuote e ferraglie. Oggi il
lungomare Maremagnum,
fiancheggiato da negozi, ristoranti e ritrovi, risplende
di luci. Meraviglia un avveniristico impianto assolutamente non inquinante di
smaltimento rifiuti destinato alla produzione di gas naturale; nemmeno visibile in
superficie dove solo gli uffici
sono accolti in un grattacielo. Non lontano dal porto si
stende una grande spiaggia
sabbiosa, frequentatissima
in alta stagione, ma tenuta
con molta proprietà. Anche
il mare evidentemente non
è inquinato. Nei pressi sono
l’Aquarium, il più grande
cinema-teatro di Barcellona, il Museo Marittimo, il
monumento a Cristoforo
Colombo.
La nuovissima città è ancora quella del Montjuïc, dove
si installarono un tempo
i Celtiberi, primi abitanti
di Barcellona e dove sono
oggi i più importanti impianti sportivi costruiti per
le Olimpiadi del ’92, quali
nghilterra. Anno 1987. Esce “Acid
Jazz and other illicit grovees”, compilation nella quale sono presenti
Jamie Principle (acid/soul) e James
Taylor Quartet (jazz-funk). Nasce
l’acid jazz. Due dj produttori, Gilles Peterson ed Eddie Piller, sono
gli animatori del genere. E’ Peterson,
dj radiofonico ed animatore del Dingwalls a Londra, a coniare il termine
Acid Jazz ispirato all’acid house e al
jazz contaminato con il funk e con
l’Acid rock degli anni ‘60 e ‘70. Sul
finire degli anni ‘80 escono quattro
raccolte che collezionano il meglio di quel suono con nomi come
Acid Jazz
l’Estadi Olimpic che può accogliere fino ad 58.000 persone, le Piscine Picornell e
l’Istituto di Educazione Fisica di Catalogna. Nei giardini intorno crescono piante
rare importate dall’America: come gli alberi ‘a zampa
d’elefante’, dalle enormi radici che affiorano dalla terra e i buffi ‘alberi-bottiglia’,
panciuti a metà del tronco.
Qui come altrove, persino lungo le ramblas dove
prevalentemente si svolge
di sera la movida, sono ancora il verde e la pulizia ad
impressionare: aiole verdi
dall’erba ben tosata, palme
e cipressi, nespoli e ulivi. La
flora mediterranea incontra
quella esotica. Da queste
parti si è davvero imparato
ad amare e rispettare la natura.
Genio, misticismo
e sregolatezza
Già: proprio la natura è stata la prima ispiratrice dei
più grandi artisti di questo
paese. Come Leonardo da
Vinci fu osservando da bambino le nervature di una foglia, la simmetria dei petali
di un fiore, l’intreccio dei
rami di un albero, la struttura elicoidale di una chiocciola che Gaudì scoprì le
sorprendenti soluzioni tecniche che caratterizzano le
sue fantastiche architetture.
Si resta incantati di fronte
alla Sagrada Familia che
sintetizza tutta la sua arte e
tutta la sua fede; a Casa Batillò, con i balconi simili ad
enigmatiche maschere dalle
occhiaie vuote e il tetto rivestito di squame smeraldine simili a quelle di un drago; a Casa Milà, dalle linee
sinuose come onde pietrificate. Fiabesche pure la Casa
Vicens e la Casa Calvet. Un
‘paese delle meraviglie’ è
il Parc Güell per altro realizzato con materiali semplici e umili come le pietre
Charles Earland e Brother Jack
McDuff. Nel 1989 sempre Peterson
fonda l’etichetta discografica Talkin’
Loud che rende famosi i Galliano
(con due ex Style Council, White e
Mick Talbot), gli Incognito (gruppo
che ruota attorno a Jean Paul ‘Bluey’
Maunick), i Marxman e gli Young
Disciples.
Eddie Piller, veterano della scena
Northern soul e Mod, fonda invece l’Acid Jazz Records (agli inizi con
Peterson). L’etichetta diviene famosa
per le compilation “Totally Wired”,
in cui viene lanciato il genere. Ma
l’artista di punta dell’etichetta di Pil-
raccolte sul posto e i cocci
recuperati da una fabbrica
di ceramiche. Viali ombrosi, fiori, musica dappertutto suonata da arpe, violini,
strani strumenti orientali.
Tutto sembra creato dalla
fervida fantasia di un bambino, eppure tutto risponde
razionalmente a leggi universali del creato. E’ la sublimazione della materia.
Anche quella di Salvador
Dalì appare una vocazione scaturita precocemente dall’osservazione della
natura. Fu innanzi tutto lo
scenario delle spiagge frastagliate della Costa Brava,
di Cadaquès, Cap Creus,
Port Lligat, dove trascorreva le vacanze da bambino, ad impressionarlo. Sarà
uno dei temi ricorrenti delle
sue opere con le sue rocce
inaccessibili a strapiombo
sul mare e i suoi colori: il
verde della vegetazione, il
grigio dell’ardesia, l’azzurro cristallino e cangiante
del mare, il rosso intenso
dei tramonti. Sono visioni
surreali che resteranno costantemente impresse nella
memoria, incantamenti che
fermeranno il tempo. Ne
suggeriranno la relatività gli
‘orologi molli’, uno dei simboli della sua arte.
Genio mistico Gaudì, genio sregolato e folle Dalì.
Sembrano opposti, ma non
sono invece così distanti i
due grandi artisti catalani.
Non hanno in comune solo
un’ispirazione tratta dalla
natura, ma anche il desiderio di cogliere le segrete magie e le straordinarie
leggi che rendono pulsante
la vita. Nel Teatro Museo
Dalì di Figueras, visitato
solo in parte dagli escursionisti perché affollatissimo, sono conservate anche
opere realizzate studiando
e riproducendo straordinari effetti ottici. E le opere
a soggetto sacro di questo
ler risponde al nome di Jamiroquai.
La sua musica è fondamentalmente
un mix tra disco music, soul, Jazz e
Funk. Con la sua popolarità strappa
un contratto miliardario alla Sony.
Altri artisti prodotti dall’Acid Jazz
Records sono i Brand New Heavies
nei quali canta la bravissima statunitense N’Dea Davenport. La band
ottiene un discreto successo persino
negli USA con l’album “Brother, Sister”. Anche gli US3 si fanno notare
con il singolo “Cantaloop” mentre
l’album “Antidote” di Ronny Jordan
scala le classifiche.
In Italia è l’ex tastierista dei Pri-
artista tanto discusso e ancora discutibile, ma che ha
lasciato senz’altro un’impronta indelebile nella storia della pittura, sono, come
quelle di Gaudì, le più straordinarie e commoventi del
ventesimo secolo.
Prima di lasciare la Spagna
un’altra tappa importante:
Girona, con la sua grandiosa cattedrale gotica illuminata da immense vetrate policrome, il dossale d’argento
dorato ornato da smalti e
pietre preziose, capolavoro
d’oreficeria dell’undicesimo
secolo e il prezioso ‘Arazzo
della Creazione’. La città,
edificata alla confluenza dei
fiumi Onyar e Ter, abitata
in passato da Fenici, Celti,
Centiberi e poi conquistata
soners, James Taylor, ad ottenere
grande successo grazie al suo James
Taylor Quartet. L’album “Wait a
minute” dei Quartet è fin da subito
nelle case di tutti gli appassionati.
Sul versante più funky, grandi attenzioni sono state riversate sui Freakpower gruppo creato da Norman
Cook (già negli Housemartins e
noto successivamente come Fatboy
Slim) ed il cantante trombonista
Ashley Slater. Da ricordare il loro
album “Drive-thru booty” con i brani “Turn on, tune in, cop out” e “Get
in touch”.
Alla base di tutto questo c’è la “club
dai Romani, fiorì nel medioevo grazie ai suoi traffici
commerciali e alla sua posizione strategica. Il centro
storico con stradine strette
e serpeggianti, scalette di
pietra e maestose scalinate
conserva ancora un aspetto
nobile e imponente, silenzioso e tranquillo. Anche
qui il tempo sembra essersi
fermato.
(continua)
Fotoservizio Augusta
Franco Cardinali
Nelle foto: la Madonna di
Port LLigat di Salvador Dalì;
il gruppo degli escursionisti
della Luaj davanti alla
Sagrada Familia di Gaudì;
la chiesa del Sagrat Cor
dedicata a San Giovanni
Bosco, a Barcellona.
culture”, che propone un musica e
un’atmosfera tipica dei locali inglesi, un po’ fumosi, con le luci soffuse
ed un organo hammond che suona
in sottofondo; tuttavia, mentre per
quanto riguarda altri generi musicali c’è stata una evoluzione, una trasformazione, una modernizzazione,
giustamente al passo coi tempi, per
l’acid jazz non è stato così.
L’acid è rimasto ancorato a quello
stile che caratterizzava le sue origini,
senza subire nessun processo di trasformazione.
Riccardo Manieri
[email protected]